Dalla fantascienza a Costa Masnaga, l’esoscheletro per i paraplegici scritto da: Simone Fanti in Aus

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  1. tomiva57
     
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    Dalla fantascienza a Costa Masnaga, l’esoscheletro per i paraplegici



    scritto da: Simone Fanti in Ausili
    da: blog.ok.salute.it




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    Il Rewalk-p indossato da Manuela MIgliaccio


    Se si pensa a un esoscheletro il pensiero corre all’attrice Sigourney Weaver, la protagonista del film Aliens-Scontro finale del regista James Cameron. Nei panni di Ellen Ripley, l’attrice americana vestiva un’armatura robotica che le permetteva di spostare carichi pesanti e di ingaggiare estenuanti lotte con gli androidi. Dalla finzione alla realtà, l’esoscheletro è un progetto che, da anni, viene studiato e perfezionato nel settore militare per dotare i soldati di ausili che gli permettano di trasportare più materiale da campo, armi e munizioni in ambienti ostili. Ma questa struttura robotica trova una sua applicazione anche nella medicina riabilitativa per aiutare chi ha perso la funzionalità degli arti inferiori, i paraplegici.
    Il Rewalk-p dell’azienda israeliana Argo Medical technologies è uno di questi strumenti. Si tratta di gambe robotiche dotate di quattro motori elettrici gestite da un computer con accelerometri e giroscopi. Il suo funzionamento è duplice, può coadiuvare il movimento, ovvero interpreta lo spostamento del busto della persona come un ordine a muovere il passo, oppure operare in maniera automatica. In questo caso è sufficiente schiacciare un pulsante affinché questo strumento esegua un movimento preimpostato (alzarsi da seduto, sedersi, fare le scale in salita e in discesa).


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    Le fasi di vestizione


    I giroscopi consentono di mantenere una persona in posizione eretta, anche se è ancora necessario che questa persona si appoggi a due stampelle per aumentare l’equilibrio. «Il Rewalk è un ottimo strumento riabilitativo», spiega Franco Molteni, primario del Valduce centro di riabilitazione Villa Beretta a Costa Masnaga (Lc). «Lo stiamo sperimentando da da un paio di anni e oggi con Manuela stiamo raccogliendo i risultati. Il Rewalk ci consente di far muovere il paziente liberamente». Questa libertà ha fatto sì che il Rewalk non sia considerato più solo uno strumento riabilitativo, ma un ausilio, come la sedia a rotelle, da affidare a domicilio al paraplegico per muoversi con maggiore autonomia (la carica dura 8 ore e consente di camminare per un massimo di cinque chilometri). Certo ci sono alcuni limiti. E’ necessario valutare caso per caso se la lesione midollare (che deve essere inferiore a D4) il peso (inferiore ai 100 chili), l’osteoporosi ossea e le ritrazioni tendinee ne consentano l’utilizzo. E’ poi necessario un addestramento in un centro autorizzato.
    Se si hanni i requisiti è possibile usarlo, con le dovute accortezze, quotidianamente. Infatti l’autonomia personale è l’obiettivo con cui è nato questa apparecchiatura. L’inventore del ReWalk è l’israeliano Amit Goffer, che a causa di un incidente è rimasto tetraplegico, ovvero non muove nessuno dei quattro arti. Da oltre dieci anni, attraverso la Argo Medical Technologies che ha fondato, si dedica a perfezionare l’esoscheletro in maniera che possa essere indossato per muoversi liberamente. Il Rewalk consegnato a Manuela Migliaccio, che costa circa 50 mila euro, è il primo al mondo ad essere affidato come ausilio personale a una persona in sedia a rotelle e sperimentarlo a domicilio. Altri Rewalk saranno consegnati nelle prossime settimane in Germania e negli Stati Uniti. Ma anche in Italia dove il centro protesico Inail di Budrio (Bo) sta valutando l’ipotesi di passarlo ai suoi assistiti al pari della carrozzina. Mentre all’Ospedale Bambino Gesú a Santa Marinella (Roma), accanto alle versioni per adolescenti, si stanno sperimentando Rewalk di dimensioni ridotte da utilizzare nella riabilitazione dei bambini.

     
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