ILLUSTRAZIONI ed ILLUSTRATORI

......l'arte da fiaba.....

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  1. gheagabry
     
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    "I sogni sono illustrazioni dal libro che la tua anima sta scrivendo su di te."
    (Alan Drew)


    L'ILLUSTRAZIONE


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    (Richard Wilkinson)


    Noi diamo il nome di “Illustrazione”, a tutte quelle immagini che vengono realizzate con lo scopo di venir dopo stampate su dei libri, delle riviste o in qualunque altra opera (anche unica), per descrivere o “aiutare” in un certo senso, il racconto o ciò che si voglia far leggere al pubblico. Ma può anche essere un immagine pubblicitaria su un cartellone, capace di far vendere un prodotto (a lato una copertina illustrata di un libro per favole).
    Molto spesso le illustrazioni, non rappresentano solo la fantasia, ma anche oggetti o esseri che fanno parte della realtà, con storie e racconti veri, e non devono essere viste e giudicate come una semplice e facile forma di arte. Per essere un ottimo illustratore infatti, bisogna avere molte conoscenze approfondite, ed aver studiato anatomia, per quanto riguarda le proporzioni dei corpi umani e degli animali, ma anche saper realizzare la giusta prospettiva. Insomma, essere un buon illustratore, significa prima di tutto, essere un ottimo artista, con tanto di tecnica pittorica e conoscenza dei colori.
    Possiamo considerare l' illustrazione, come una forma d' arte molto antica. Addirittura, nell' antico Egitto, gli artisti di questa stupenda civiltà, realizzavano delle immagini sui loro papiri, per descrivere i riti religiosi. Con l' introduzione della pergamena, si è avuto uno sviluppo da parte degli antichi romani, che iniziarono a disegnare immagini su libri, anziché sui famosi “rotoli” antichi, che venivano srotolati man mano che si leggeva.
    Si continua sino ad arrivare ai “codici miniati”, che con le loro “miniature”, cioè piccole immagini, realizzate per decorare antichi libri scritti a mano (manoscritti), da pazienti e bravi artisti, che molto spesso facevano parte di “Ordini” religiosi. La parola “miniatura”, sembra derivare dal termine “minio”, un ossido di piombo rosso, con cui si scrivevano solitamente le iniziali delle frasi di questi antichi libri, di cui alcuni, sono arrivati sino ad i nostri giorni, ed hanno un valore storico-artistico incalcolabile. (A lato una illustrazione (miniatura) di un antico libro del 1050 d.C.)
    Nel XIX secolo, le illustrazioni raggiungono la fase più importante in assoluto, con un grande utilizzo, specie per i libri illustrati, che erano graditi da chiunque.
    Dopo con la scoperta della fotografia e di altre tecniche moderne, considerate come vere concorrenti da tutti gli illustratori, ci fu un declino per questa forma d'arte. Questo permise agli illustratori, di poter cambiare strada, e scegliere gli stili che preferivano, ed iniziarono a realizzare vere e proprie opere d' arte. Alcuni furono sfruttati nel campo pubblicitario e della comunicazione, ma non ci fu più il grande successo dei secoli prima. Le illustrazioni moderne, li possiamo trovare soprattutto nelle copertine dei libri o in molti libri di favole, per illustrare il racconto, e sono capaci di far sognare qualunque bambino li guardi.
    Oggi con un computer ed un po' di pratica, si riesce a fare “quasi” tutto, per illustrare un “qualcosa”.
    Gli strumenti usati dagli illustratori, possono essere vari e dipendono dalla scuola da dove si sono formati. Comunque possiamo trovare come strumenti, gli acquerelli, i colori a tempera ed acrilici, le chine, le matite, l' aerografo etc. mentre per i supporti, si può usare lo stesso materiale che usa un “normale” pittore artistico, e cioè tele, cartone, tavole di legno etc.
    (dal web)



    ......la storia....



    L’illustrazione è una forma d’arte molto antica. Gli egizi disegnavano immagini religiose su papiro. L’introduzione della pergamena, fatta con pellame di vitello o altro animale conciato, permise fin dall’epoca romana di disegnare su libri che in principio erano sotto forma di rotolo. L’invenzione del codice, ossia del libro rilegato, facilitò la lettura e aprì nuovi orizzonti all’illustrazione con la tecnica della miniatura. La parola deriva dal minio, un ossido di piombo rosso con cui si scrivevano solitamente le iniziali dei testi. L’avvento del Cristianesimo permise una notevole diffusione di questo tipo di tecnica illustrativa, realizzata con colori a tempera e sovente decorata con parti in foglia d’oro. La Chiesa cattolica considerava l’uso delle immagini una forma didattica di apprendimento dei Testi sacri e né incoraggiò l’uso. Le miniature medievali si espansero dalle prime lettere capitali, ossia le lettere introduttive del testo, ai bordi delle pagine o alle pagine intere. Erano solitamente realizzate nell’ambiente monastico.
    Successivamente, con la maggiore secolarizzazione della società, le miniature riempirono anche libri di preghiere privati, opere scolastiche, erbari, carte da gioco. I costi di questo tipo di produzione erano tuttavia elevati, fino all’introduzione della carta, arrivata in Europa dalla Cina grazie agli arabi attorno al XI secolo. L’abbassamento dei prezzi permise una maggiore diffusione di testi e illustrazioni; queste ultime erano stampate all’inizio con il metodo della xilografia, ossia l’incisione su legno, e realizzate separatamente dallo scritto.

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    Una miniatura raffigurante un capilettera S, tratta dal breviario dell’Abbazia di Chertsey, XIV secolo.
    L’invenzione della stampa, alla fine del XV secolo, allargò ulteriormente il mercato del libro, che ora si avvaleva anche di incisioni su rame. Rispetto alla xilografia il rame permetteva al disegnatore di ottenere tratti più fini e dettagliati. Durante il XVI secolo sia i libri religiosi, in special modo le cosiddette Bibbie dei poveri, sia quelli destinati al mercato privato si arricchirono di illustrazioni, che erano sempre stampate separatamente al testo. In seguito, per un paio di secoli, quest’arte conobbe un momentaneo declino.
    I primi giornali e gazzette si diffusero in Europa nel XVII secolo. Giornali satirici e periodici di moda si avvalsero di illustrazioni a stampa, dapprima in bianco e nero, poi a colori; erano destinati solitamente a un pubblico adulto. Furono l’Ottocento e il romanticismo a rilanciare l’illustrazione sia per gli adulti sia per l’infanzia.
    Il XIX secolo è il periodo più importante per il libro illustrato. In Inghilterra in particolare una fiorente scuola di illustratori e incisori realizzò splendide e delicate immagini in stile vittoriano, mentre le tecniche di stampa si affinarono ulteriormente. Intanto nasceva la fotografia, che costituì un nuovo, pericoloso concorrente per disegnatori e pittori. Lo sviluppo della pubblicità aprì il campo del manifesto illustrato, su cui si esercitarono numerosi e famosi artisti.
    Al giorno d’oggi, a parte la letteratura per l’infanzia, non si producono più libri illustrati per adulti, eccezion fatta per l’immagine di copertina. Da una parte ciò permette maggiore libertà agli illustratori, che possono scegliere gli stili che preferiscono e realizzare vere e proprie opere d’arte; dall’altra si è verificata una notevole restrizione del mercato, anche nel mondo pubblicitario. Ormai le agenzie realizzano i layout - i bozzetti del progetto un tempo fatti a mano - al computer, utilizzando la fotografia in modo massiccio.


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    Buko


    "Se il vostro obiettivo sono i soldi, questo campo -l'illustrazione per bambini- non fa per voi: occorre desiderarlo, desiderarlo veramente."
    (Emma McCann - illustratrice e scrittrice)



    ...l'illustratore...



    L’illustratore deve, nel suo lavoro, affrontare una serie di problemi, oltre a quelli tecnici. È indispensabile che possieda un fornito archivio di immagini, perché può essergli chiesto di disegnare di tutto, da una ruota dentata a una figura umana, da un panorama a un qualsiasi animale. Esistono naturalmente illustratori specializzati, ad esempio quelli che creano automobili o motociclette per i giornali sportivi. Tuttavia una casa editrice di testi scolastici potrebbe aver bisogno (a mero scopo di esempio) di inventare una storia in cui il piccolo Paul si alza, fa colazione, va a scuola in bicicletta, mangia a mezzogiorno coi compagni, studia, guarda la tv e se ne va a letto. Il tutto ambientato in Francia. Verranno quindi richieste abitazioni, ambienti, fisionomie francesi: tutti aspetti che comportano un considerevole lavoro di ricerca.
    La raccolta dei lavori di un illustratore o visualizer, da lui utilizzati per documentare la propria abilità e le proprie competenze prende il nome di portfolio.

    Le tecniche pittoriche dell’illustratore sono le più svariate e dipendono anche dal tipo di scuola su cui il disegnatore si è formato. Esistono infatti scuole italiane, francesi, inglesi, giapponesi, statunitensi, ecc. Tra le tecniche principali si ricordano: acquerelli, tempere, colori acrilici, chine, matite o gessetti, aerografo, senza dimenticare l’incisione. Dall’illustrazione è solitamente esclusa la tecnica della pittura ad olio poiché questa tecnica asciuga con molta lentezza. Bisogna sapere la reazione che possono avere i supporti alle varie tecniche. Il supporto è la base su cui si lavora. Può essere di carta e cartone, sia lisci che ruvidi, ma anche di legno, tela, fibra di sacco e tutti i materiali sensibili al colore. Negli ultimi anni si è particolarmente sviluppato il graphic design, che permette di realizzare il lavoro parzialmente o interamente al computer.


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    Benjamin Lacombe


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    Edited by gheagabry1 - 12/2/2020, 15:20
     
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  2. gheagabry
     
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    ARTHUR RACKHAM



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    Da oltre un secolo, le favole illustrate da Arthur Rackham terrorizzano ed incantano generazioni di lettori di tutte le età. Oggi, ad oltre settant’anni dalla sua morte, quella particolare combinazione di grazia e grottesco sembra non aver perso nulla della propria intensità. Questo grazie alla singolare contrapposizione tra bene e male, piacere e dolore, agiatezza e miseria rappresentati attraverso una forma grafica inusuale, a sottolineare sentimenti apparentemente elementari che tutti gli umani prima o poi sperimentano.

    Pur approcciando favole dalla morale positiva, Rackham riesce a toccare corde sottili della psiche umana, continuando a lavorarci per tutta la vita, perfezionando il proprio stile. I testi da lui illustrati sono – tranne rare eccezioni – classici della letteratura britannica ed europea, resi indimenticabili, nel rispetto della loro grandezza. Le sue versioni di: Sogno di una Notte di Mezza Estate e Peter Pan sono diventate quelle definitive che, ancora oggi, sfidano gli illustratori moderni nel paragonarvisi e nel cercare di trovare soluzioni alternative.

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    Le illustrazioni delle fiabe dei fratelli Grimm, di Handersen o di Poe mostrano la sua estrema conoscenza della natura umana, mentre gnomi, alberi parlanti e fate rappresentano il suo lato fantastico. Il particolare senso stilistico dona all’illustrazione caratteristiche quasi teatrali ed i personaggi sono inseriti in una scenografia dove nulla è lasciato al caso; per questo motivo il disegno è da considerarsi come parte integrante del testo. La grandezza di Rackham era ed è proprio quella di essere un solita al cospetto di un’orchestra, con la responsabilità di interpretare ed aggiungere un tocco personale a lavori immortali. Le sue performance sono coraggiose ed ispirate e – come ebbe modo di spiegare in una lettera tratta dal suo voluminoso carteggio - “da considerarsi come un input puramente nervoso”.

    Rackham nasce nel 1867, nel momento di massimo splendore di quell’epoca vittoriana che avrebbe documentato e perpetuato con la propria arte. Dopo aver studiato ed ottenuto numerosi riconoscimenti alla City of London School, all’età di 18 anni, diviene bancario e continua i propri studi d’arte alla Lambeth School of Art, trasformandosi in un personaggio dai tratti quasi dickensiani. Tuttavia, tra il 1891 ed il 92 ottiene un incarico da illustratore presso la Pall Mall Budget e questo lo convince a lasciare per sempre la carriera d’ufficio, anche se le illustrazioni non possono ancora competere con i lavori di grafica che lo avrebbero consacrato ad illustratore di punta del XX secolo.

    Dopo circa un decennio, nel 1905, gli vengono commissionate le illustrazioni del classico di Washington Irving: Rip van Winkle.

    Fu il primo lavoro di questa levatura, per il quale Rackham dipinse 51 tavole, già pregne di quei tratti che sarebbe diventati distintivi: un sinuoso tratto di penna, alleggerito da colori pastello, foreste di alberi suggestivi e mobili, fate sensuali e caste allo stesso tempo, Troll e gnomi repellenti ma di natura buona e non spaventosa, background pieni di piccole creature e suggestivi paesaggi.

    Queste tavole, così imbevute di humour e di una gioia sottile, sono seguite dai due capolavori assoluti di Rackham: Peter Pan nei Giardini di Kensington e Alice nel Paese delle Meraviglie.

    E’ quest’ultimo, soprattutto, a rappresentare una sfida. Le illustrazioni di Sir John Tenniel del 1865 avevano fissato la favola di Carroll in modo indelebile nella mente dei lettori e, per la prima volta, un lavoro di tale successo viene re-illustrato.


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    L’idea di una nuova versione incontra ad una serie infinita di critiche, la più leggera delle quali – quella di E.T. Reed per il Times, descrive così l’opera conclusa:

    “Se mai ci fosse stato bisogno di una nuova versione delle illustrazioni immortali di John Tenniel, possiamo dire che Rackham ha fatto un buon lavoro, poiché è un artista di grande senso estetico e con un gusto particolare per il grottesco. Ma pensiamo sia meglio, per il suo futuro, occuparsi della propria immaginazione e non di quella dei maestri del passato.”

    Tuttavia, la controversia non fa altro che aumentare le vendite del libro, con 15.000 copie vendute solo nei primi sei mesi, quasi il doppio delle copie di Peter Pan ed un numero che Rackham stesso non avrebbe più eguagliato. Oltre ad acquistare il libro, il pubblico si schiera palesemente dalla parte del pittore, prova ne sia questa lettera aperta al Times da parte di un lettore:

    “Sono certo che il tempo sarà dalla sua parte. Nulla – a parte il pregiudizio – può ostacolare il riconoscimento della sua superiorità. La sua deliziosa Alice fa sembrare quella di Tenniel nient’altro che una marionetta di legno.”

    Lo scetticismo viene definitivamente vinto con l’invito al Club degli Autori nel gennaio del 1910, intervento durante il quale Rackham stesso dà un’interpretazione definitiva alla propria arte, sottolineando la sostanziale differenza tra un dipinto ed un’illustrazione:

    “Una tela è un oggetto che può essere contemplato in qualsiasi momento, una compagnia costante. Un’illustrazione, viceversa, viene osservata solo per una frazione di secondo, prima di passare alla pagina successiva, per questo motivo deve esprimere un’emozione ed una suggestione tali da non essere dimenticata.”

    Con questo spirito, nonostante il successo raggiunto nel primo ventennio del ‘900, Rackham conclude la sua carriera con l’illustrazione della Tempesta shakespeariana, caratterizzata da tavole dalla bellezza e dalla grazia tutt’ora ineguagliate.


    (foglidarte.com)

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    Edited by gheagabry1 - 12/2/2020, 15:26
     
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    BENJAMIN LACOMBE


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    Benjamin Lacombe, giovane autore e illustratore parigino, si è fatto conoscere dal pubblico internazionale per i suoi disegni inconfondibili di uno stile naïf che non cede mai alla banalità. Anzi. I suoi personaggi fiabeschi, a volte classici – come l’Alice nel Paese delle meraviglie del Pop-up Book - e a volte insoliti – come quelli dei Racconti Macabri – portano sul volto un’espressione stranita e malinconica che oramai è divenuta una vera e propria firma distintiva. Non a caso il ventottenne Lacombe è molto apprezzato anche dai lettori più adulti, ai quali sono appunto dedicati Les Contes Macabre di Poe. Atmosfere gotiche, inquietanti fanciulle e gatti neri irrompono nella fiaba della tradizione, conferendole una nuova veste.




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    "C'era una volta una regina che cuciva alla finestra nel cuore dell'inverno. Attraverso la cornice d'ebano contemplava i fiocchi di neve che volteggiavano nel cielo come piume. All'improvviso si punse un dito , e tre gocce di sangue caddero sulla neve. Il rosso era così bello su quel biancore sfolgorante che la regina pensò : "Ah! Se potessi avere una figlia con la pelle bianca come la neve, le labbra rosse come il sangue e i capelli neri come l'ebano!"



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    EMILIANO PONZI

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    Emiliano Ponzi ha poco più di 30 anni, vive a Milano ed è uno dei migliori illustratori italiani contemporanei. Ha disegnato per il New York Times, Le Monde, l’Economist, Repubblica e copertine per Feltrinelli, Penguin e Mondadori. Ha lavorato anche per il Museo del Design della Triennale di Milano e per importanti agenzie pubblicitarie. Ha ricevuto molti premi internazionali tra cui due HOW International Design Awards e questa settimana ha ricevuto due medaglie d’oro dalla Society of Illustrators di New York: una per Voices for freedom, video animato per Amnesty International di cui ha realizzato le immagini, e l’altra per le illustrazioni dell’album I miei migliori amici immaginari di Valerio Millefoglie.



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    Edited by gheagabry1 - 12/2/2020, 15:44
     
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    Le macchine vintage della Pixar

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    Cars 2, il seguito del film Disney Pixar del 2005 che aveva come personaggi automobili da corsa, camion, trattori e tutto ciò che avesse un motore. Per promuoverlo i creativi della casa cinematografica hanno realizzato dei poster che, pur ritraendo gli stessi personaggi che vedremo animati con le più avanzate tecniche digitali, hanno lo stile delle illustrazioni vintage.

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    C’erano una volta i taccuini dei grandi viaggiatori e dei grandi artisti. Ora quei taccuini ci sono ancora, ma i pittori non si girano più mezzo mondo.

    LEHEL KOVACS

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    Lehel Kovacs è un artista ungherese, grafico, illustratore e viaggiatore virtuale. Se lo sviluppo di Google Street View ha visto nascere progetti artistici innovativi e interessanti, i suoi disegni utilizzano l’innovatività del mezzo per esprimere quasi un ritorno al passato: una serie di cartoline di città del mondo, in ordine alfabetico, disegnate sulla tradizionale moleskine e accompagnate da un lettering sempre diverso e mai banale.

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    Lehel è un illustratore freelance che vive a Budapest, Ungheria. Con un vetrinista di laurea e un passato di design grafico, illustrazione Lehel sono accattivante, colorata e gioiosa, dove la sua linea disegnata a mano opere sono di solito in combinazione con i colori creati digitalmente. Fa anche serigrafie.



    La sua lista clienti include Rolling Stone, The New York Times, New York Press, Bust Magazine, The Guardian, 2Magazine, San Francisco Chronicle, The Globe and Mail, Baltimora Magazine, Mongrel Magazine, Nuvo Magazine, j'N'C Magazine, MúzeumCafé, O2, la rivista in camera, Magazine Indie, Annabelle, Nozioni Foggy, Houston Press, Threadless, niente panico Media, editoria BM, Rivista Caleidoscopio, rivista Horizon Inflight. ..

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    dal web

    Edited by gheagabry1 - 12/2/2020, 16:01
     
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  7. gheagabry
     
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    “Ogni persona ha la sua idea del mondo. Le immagini sono la finestra sul mondo dell’artista, che ha l’opportunità di creare cose che sono impossibili nel mondo reale. Il mio mondo è il mondo della metamorfosi e del paradosso, che per me sono la realtà, e questa realtà si materializza nelle mie opere. Mi piace essere sorpreso e stupito, mi piace sorprendere e stupire me stesso”


    SERGEY TYUKANOV

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    Russo, nato sull’isola di Sakhalin nel ’55, diplomatosi all’Istituto delle arti grafiche di Khabarovsk, Sergey Tyukanov è un pittore surrealista appassionato del Rinascimento e a mio modesto parere reincarnazione di Hieronymus Bosch.

    Lavora su supporti materiali realizzando paesaggi e scene collettive fantastiche, in cui sono protagonisti deformati gli elementi della cultura siberiana (e successivamente anche europei e nordamericani): dalle suppellettili della vita domestica agli animali (spesso giganti e nemici, in un’epica lotta contro gli umani carnivori) fino ai personaggi delle fiabe.

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    L'artista Sergey Tyukanov è nato nell'isola di Sachalin, all'estrema periferia della Grande Madre Russia, lontanissima dai fasti imperiali di San Pietroburgo e dall'imponenza sovietica di Mosca.
    Da bambino il suo modo preferito di viaggiare era immergersi nelle illustrazioni dei libri per l'infanzia ed esplorare i regni magici delle favole.
    Questa passione è diventata il nocciolo della sua arte: tramite i colori a tempera - ma anche gli acquerelli e le incisioni a bulino - egli crea illustrazioni che sembrano pittura e viceversa.

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    La "russità" è un altro elemento fondamentale dei suoi lavori, con l'onnipresenza di cupole e strutture orientaleggianti che rammentano le architetture delle tante città euroasiatiche inglobate nei domini dello Zar. L'elemento fiabesco resta comunque predominante, ed è quello che più mi affascina delle sue opere, forse un po' ossessive a livello tematico ma assai curate nei dettagli.

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    Edited by gheagabry1 - 12/2/2020, 16:31
     
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  8. gheagabry
     
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    CHRISTIAN ALZMANN

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    "Christian Alzmann è un illustratore freelance che attualmente lavora cone Art Director nell'industria cinematografica, la "Industrial Light & Magic". Ha lavorato alla realizzazione di parecchi film, tra cui Artificial Intelligence, Star Wars Episode II, Men in Black 2, Van Helsing, The Village e il recente War of the Worlds. Inoltre, parecchie delle illustrazioni di Christian sono state inserite all'interno di queste pellicole."

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    Edited by gheagabry1 - 12/2/2020, 16:37
     
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    Ciò è il mio mondo. È un mondo senza limiti. Il mio mondo è che cosa scelgo rendergli. Il mio mondo è ieri, o oggi, o tommorrow. Il mio mondo è un mondo dei sogni e delle realtà. È un mondo di Caesars e di Christs... dei monumenti che aumentano dalle memorie fioche del passato. È una nave di navigazione arrabbiata gettata circa su un mare di adversity. È un mondo dei cavalieri e delle signore, dei dii e dei monsters, delle principesse del faerie e delle creature mythic. È un mondo della bellezza e della virtù e del nobility. È un mondo senza i contorni risparmi i limiti della mia immaginazione e della mia coscienza.

    Ciò è il mio mondo. Concepito nella mia mente e disposto su tela di canapa con la spazzola e la vernice e lo studio ed il sudore e le rotture ed il moltissimo amore per il mio mondo. Il mio mondo è il mondo del illustrator. Ho generato questo mondo per voi e per i vostri bambini e per i bambini dei bambini dei vostri bambini...

    - dedicato ai miei genitori Howard e Louise -


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    HOWARD DAVID JOHNSON

    "Il mondo di ieri, oggi e domani... "

    Benvenuto nel mondo virtuale di Howard David Johnson,
    alla visione della sua arte realistica di pitture ed immagini per un mondo al di là del limite del sogno e della realtà.
    "Il mondo di ieri, oggi e domani...
    È il mondo di Caesars e di Christs... dei monumenti che emergono dalle memorie fioche del passato.
    È un vascello in navigazione, gettato sull'arrabbiato mare dell'avversità.
    È il mondo delle dame e dei cavalieri, degli dei e dei mostri, delle principesse, delle fate e delle creature mitologiche.
    È il mondo della bellezza, della virtù e della nobilità.
    È un mondo senza limiti, quello dell'immaginazione e della coscienza di Howard David Johnson."

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    Al di là del perfezionismo, della disciplina, della tenacia e del controllo...
    Sono di Howard David Johnson, le immagini della forza creativa che trasforma i simboli, le figure mitologiche,
    le leggende nel linguaggio della pittura cara a Simbolisti e Preraffaelliti.
    È la ricerca dal punto di vista spirituale, del lasciarsi andare sulla via di una più profonda esperienza interiore,
    in una continua rielaborazione della sapienza magica dei tempi antichi.
    (Presentazione di Mauro Nobilini 22 luglio 2005)


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    Howard David Johnson è un artista pittore e fotografo con una priorità per le scienze e la storia naturale. Nella sua arte realistica, lavora con varietà di mezzi visuali ed espressivi, come l'illustrazione, la fotografia, il collage, lo sperimentalismo del digitale e l'arte fine della pittura.
    Howard David Johnson nasce in Germania nella metà degli anni '50. Figlio di un ufficiale di carriera dell'aeronautica e di un professore dell'università americana, è cresciuto vivendo nelle basi militari intorno al mondo.
    È stato maggiormente influenzato dall'arte e dalla cultura dell'Europa mediterranea e centrale. Disegnando e dipingendo in ogni momento disponibile della sua infanzia. Mentre sperimentava il vecchio mondo, ha lavorato con tutti i mezzi e tecniche dall'età di sei anni, nonostante l'opposizione dei suoi genitori, dedicando così tutta la sua vita all'arte.

    La sua arte tradizionale è stata esibita nel museo britannico a Londra nel 1996, (3 anni prima che ottenesse il suo primo computer)
    così come nel museo Metropolitan Art. In America le illustrazioni His
    sono apparse in ogni catena principale nei negozi del gioco e del bookstore, così come i testi educativi pubblicati a livello internazionale..
    Alcuni dei suoi clienti più prestigiosi includono: l'università del Texas, l'università di Cambridge in Inghilterra, gli studi Paramount, PBS TV, gli
    editori educativi di Enslow, l'Adobe Photoshop, l'automobile FX, le cartoline d'auguri Albero-Libere, Doubleday, e (Bookspan) , nella pubblicità J Walter Thompson, solo per citarne alcuni.



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  10. gheagabry
     
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    Maurizio A. C. Quarello

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    È nato nel 1974 a Torino, dove ha studiato grafica, architettura e illustrazione. Dopo varie esperienze nella pubblicità e nella pittura naturalistica, a partire dal 2004, si è dedicato all’illustrazione per l’infanzia ottenendo, in quell’anno, il Prix des Mediateurs Figures Futur al Salon de Montreuil e tre primi premi a concorsi di livello nazionale. Nel 2005 ha pubblicato il suo primo libro con orecchio acerbo editore. Ad oggi ha al suo attivo oltre trenta titoli, pubblicati dalle più interessanti case editrici in Spagna (OQO), Francia (Sarbacane, Rouergue, Milan), Svizzera (Bohem Press) e, naturalmente, Italia (orecchio acerbo, Fatatrac e Logos). I suoi libri hanno ricevuto tre volte il premio per il migliore albo dell’anno pubblicato in Italia. All’estero hanno ottenuto numerosi riconoscimenti e selezioni quali il secondo premio Mejor Editados e il Premios Visual in Spagna, White Ravens in Germania, Livres au trésor e Prix des Incorruptibles in Francia, il Prix Versele in Belgio. Ha esposto in mostre personali al museo d’arte contemporanea di Santiago de Compostela e a Cognac e partecipato a mostre collettive in Italia, Francia, Spagna, Stati Uniti, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Iran, Giappone, Cina e Corea. Tra queste la Mostra degli Illustratori della Fiera di Bologna nel 2005, 2006, 2007, 2008, Le Immagini della Fantasia di Sarmede nel 2006, 2007 e 2008 e Ilustrarte, in Portogallo, nel 2007. Sempre nel 2007 ha rappresentato l’Italia alla BIB, Biennale di Illustrazione di Bratislava.

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    Nel 2009 ha curato la direzione artistica di un cortometraggio tratto dal suo libro “Ojobrusco”. I suoi originali sono esposti in gallerie negli Stati Uniti e in Francia. Dal 2007 tiene master, corsi e laboratori d’illustrazione con adulti e bambini in Italia, Francia e Spagna. Attualmente vive a Cesky Krumlov in Repubblica Ceca. Fra i numerosi libri che ha illustrato, ricordiamo: “La bruja rechinadientes”, “Mister Cuervo”, “Marizul que sueña que sueña que sueña…”, “El Tragaldabas”, “Titiritesa”, tutti pubblicati in Spagna da Oqo Editora. In Francia, per Sarbacane, ha illustrato “Le voyage de la Femme Éléphant” e “Olga et les masques”; per Milan “Histoires Naturelles” e per Rouergue “Les arbres pleurent aussi”. Fra i suoi ultimi libri usciti in Italia, “"Occhiobrusco" e "Taccuino di un animalista" (entrambi pubblicati da Logos nel 2009). Nel catalogo di orecchio acerbo: "Il grande cavallo blu" di Irène Cohen-Janca (2012), "Janet la storta" di R. L. Stevenson (2012), "Effetti collaterali" (2011), "L'autobus di Rosa" di Fabrizio Silei (2011), "L'albero di Anne" di Irène Cohen-Janca (2010), “Toni Mannaro” di Manuela Salvi (2006) e “Babau cerca casa” (2005), il suo libro di esordio nel mondo della letteratura per l’infanzia.

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    ....intervista.....

    Raccontaci la tua vita, la tua vita da illustratore. Come hai maturato questa decisione e che ricordi hai del tuo esordio?

    Anche se ho cominciato a dedicarmi a tempo pieno all'illustrazione abbastanza tardi, avevo 29-30 anni, credo di essere sempre stato illustratore. Già durante i miei studi superiori di grafica tendevo più verso l'immagine che verso la grafica pura.
    Ma devo dire che la mia "cifra" credo proprio che sia dovuta al fatto di avere studiato e fatto altro: studi di grafica e di architettura, esperienze nella pubblicità e "a bottega" da un pittore animalier, prima di puntare tutto sull'editoria per ragazzi. Queste esperienze diverse mi hanno consentito di avere una visione più ampia e di inserire elementi esterni nel mio lavoro di illustratore, elementi che rendono, mi pare, più ricco e organico un albo illustrato. Gli esordi li ricordo piuttosto duri, non è facile entrare nel mondo dell'editoria. Quando i miei corsisti mi chiedono come si faccia a cominciare a fare libri rispondo che è questione di perseveranza... e di testa dura! All'inizio è ovvio che si trovino le porte chiuse, allora si prende a testate la porta, o si rompe la testa (e si cambia lavoro), oppure si sfonda la porta e si diventa illustratori!

    Come ti avvicini al testo da illustrare?

    Per me è fondamentale il primo impatto, un testo deve subito darmi "la scossa", voglio che si creino immediatamente delle immagini nella mia testa, che nascano accostamenti di colori e che dei personaggi si materializzino.
    La mia "tecnica" di avvicinamento a un testo è di leggerlo alla maggior velocità possibile senza fermarmi e senza tornare indietro o rileggere delle frasi. Poi lascio che tutte queste immagini, spesso caotiche, legate a esperienze personali e magari non strettamente coerenti, si muovano e creino altre immagini (si spera più coerenti) e vadano a creare un mondo nuovo.
    A questo punto mi metto a schizzare, butto giù personaggi e ambientazioni. Poi sgrosso il tutto e cerco di arrivare a produrre qualcosa di più razionale. Prima di rileggere (e rileggere e rileggere ancora) il testo in questione lascio passare un poco di tempo per non bloccare il processo creativo che si svolge nella mia testa. Il punto successivo è, appunto, una rilettura accurata alla ricerca dei "tesori" che lo scrittore ha nascosto qua e là nel testo. Trovare i "tesori nascosti", le "chicche" disseminate dagli scrittori mi permette di entrare meglio nel testo e (credo) in sintonia con l'autore. Tutto il resto è tecnica, lavoro, esperienza e talento. Quello che voglio dire, insomma, è che il libro, per me, nasce in 5 minuti o non nasce affatto.

    L'illustrazione come metafora per raccontare una storia. Sei d'accordo?

    Sì, sono d'accordo. Credo che l'illustratore non debba assolutamente limitarsi a tradurre in immagini un testo, se no si tratterebbe semplicemente di una ripetizione inutile.
    La ricchezza di un libro dipende dalle interpretazioni che se ne danno, quindi cerco di non illustrare strettamente il testo ma di ricercare e illustrare elementi che consentano più livelli di lettura.


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    Thierry Cazals e Manuela Salvi. Puoi dirci com'è andata la collaborazione con loro? Quali affinità tra i loro testi e le tue illustrazioni?

    Con Manuela Salvi la collaborazione lavorativa è diventata presto una bella amicizia, parliamo moltissimo dei progetti che intraprendiamo insieme e c'è un bello scambio creativo. Thierry l'ho conosciuto di persona recentemente al Salon de Montreuil e ci siamo subito "capiti", abbiamo già in mente un nuovo progetto da sviluppare insieme.
    Le affinità tra i loro testi e le mie illustrazioni credo siano evidenti, nel caso di Manuela è dovuto al fatto che "mi cuce il racconto su misura", conosce i miei gusti e le mie preferenze e mi mette in condizione di esprimermi al meglio. Il fatto che il testo di Thierry e le mie tavole si sposino così bene è dovuto alla bravura dell'editrice che ha accoppiato i nostri talenti, e, in effetti, quando poi ci siamo conosciuti abbiamo scoperto di avere parecchi gusti in comune.

    Nel tuo lavoro c'è un profondo dialogo con l'arte del passato: Bosch, Goya, Durer. In rete ho visto l'anteprima di alcune tavole di Ojobrusco, la tua prossima pubblicazione: qui, alla fine del libro, un evidente riferimento ad un artista del novecento come Andy Warhol. Cosa ti lega a questi artisti così diversi fra loro?

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    Già quand'ero bambino "studiavo" la storia dell'arte, ricordo che mi arrampicavo sullo scaffale per prendere i libri d'arte, il mio preferito era quello monografico di Bruegel. Non ho più smesso! Quando trovo una bella edizione d'arte non posso controllarmi e devo assolutamente acquistarla! Trovo che, per un illustratore, sia fondamentale conoscere i Maestri... come si può fare questo mestiere se no?
    Ad esempio nel Rinascimento italiano si trova tutto quello che serve per costruire buone illustrazioni (la composizione, il colore, l'anatomia) e, di conseguenza, buoni libri. Ultimamente sto inserendo anche elementi di arte contemporanea, come ad esempio il barattolo Campbell's di Warhol che hai notato, ma anche elementi surrealisti, dadaisti, espressionisti, nei miei libri. Perché? Probabilmente solo perché lo trovo divertente, ma anche come omaggio a grandi Maestri che mi hanno dato tanto. Tra l'altro in Spagna e Portogallo i miei libri sono stati usati per delle lezioni di avvicinamento dei bambini alla storia dell'arte, proprio per i molti riferimenti, omaggi e citazioni che dissemino tra le pagine.

    Che posto ha il cinema nella tua ricerca artistica?

    Il grande cinema ha un posto fondamentale, non solo nel mio lavoro, ma anche nella vita di tutti i giorni. Sono un appassionato di vecchi film, guardo un pò di tutto, da quelli espressionisti al neorealismo alla commedia. E' quindi ovvio che nei miei libri si ritrovi tutto ciò, vedo il libro come un film e, dunque, tento di dare un taglio cinematografico con cambi di inquadratura, di prospettiva cercando di non rendere mai piatta e noiosa la scansione delle immagini.

    C'è qualche possibilità di vedere "Olga e les masques" oppure "Le voyage de la Femme Élèphant" pubblicati anche in Italia oppure ci dobbiamo "accontentare" di leggerli in francese?

    Non so se questi libri verranno pubblicati in Italia, bisognerà vedere se si troveranno editori italiani interessati ad acquistare i diritti. Comunque recentemente Logos di Reggio Emilia ha pubblicato tre miei libri precedentemente editi da OQO in Spagna.

    Ho letto che vorresti illustrare un testo ebraico. Qual'è il motivo?

    Sono appassionato di tutto quello che riguarda la cultura ebraica (in questo momento sto ascoltando musica klezmer), dalla musica, appunto, alla letteratura. In effetti il mio scrittore preferito è Isaac B. Singer e vado matto per l'umore nero delle storielle Yiddish. Ho già avuto la fortuna di illustrare un testo sulla Shoah per Fatatrac e tra breve mi occuperò di un libro basato sul diario di Anna Frank per Rouergue, ma mi piacerebbe lavorare su un testo umoristico. Anzi, colgo l'occasione per lanciare un appello a Ovadia: se vuoi scrivere un altro testo per bambini te lo illustro io!!!

    Cosa ti ha portato a vivere nella Repubblica Ceca, un paese che ha dato all'Italia illustratori importanti come Kveta Pacovska e Stepan Zavrel?

    L'amore ovviamente! La mia fidanzata è ceca, e la prima volta che sono andato a trovarla mi sono innamorato anche del posto e ho deciso di trasferirmici. Tra parentesi ai grandi illustratori cechi aggiungerei anche Adolf Born, secondo me uno dei più grandi in assoluto.
    (dal web)


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    .....i libri.....

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    Les aventures de Pinocchio, (text by Carlo Collodi), Éditions Milan, Toulouse (France), 2011.

    Le grand cheval bleu, (text by Irène Cohen Janca), Éditions du Rouergue, Rodez (France), 2011 – and Orecchio Acerbo, Rome (Italy).

    L'autobus di Rosa, (text by Fabrizio Silei), Orecchio Acerbo, Rome (Italy), 2011;

    Effets secondaires, Rouergue, Rodez (France), 2010.

    Barbe-Bleue, (text by Charles Perrault), Éditions Milan, Toulouse (France), 2010.


    Au bout des rails, (text by Manuela Salvi), Éditions Sarbacane, Paris (France), 2009.


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    Histoires naturelles, (text by Jules Renard), Éditions Milan, Toulouse (France), 2009.

    Les arbres pleurent aussi, (text by Irène Cohen

    ..altre pubblicazioni...

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    ..........................


    Barbe Bleue di Charles Perrault, illustrazioni di Maurizio Quarello, Milan Presse, Collezione Albums Classiques, 15 aprile 2010

    Dietro ogni libertà sospirata
    c'è in agguato una belva.
    (Alda Merini)


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    In queste poche parole della grande poetessa italiana, scomparsa poco più di un anno fa, si racchiude l'essenza del dramma di Barba Blu: il momento di pathos vissuto dall'ultima giovane moglie, imprigionata in una realtà che le cade addosso con tutto il suo peso.

    Barba Blu è testo noto, la storia di un uomo che probabilmente oggi chiameremmo “serial killer” e di una donna vittima, in primis, della propria ingenuità, della sete di appagamento sociale, della curiosità e poi di quell'inquietante uomo dalla barba blu di cui tutti hanno paura.
    Quello che veramente fa la differenza in questo albo, pubblicato dalla prestigiosa casa editrice francese Milan Presse, sono le illustrazioni di Maurizio Quarello.
    Maurizio è un illustratore magistrale, dotato di grandissime capacità interpretative e di una tecnica pittorica invidiabile. Nelle sue rappresentazioni è camaleontico, sa dar voce ad ogni storia in modo unico, lasciandosi trasportare dal racconto, adeguando la tecnica alle esigenze narrative: lo abbiamo visto passare dalla pittura densa di Babau Cerca Casa, di Toni Mannaro e di Le Voyage de la Femme Eléphant alla quasi assenza di colore de L'Albero di Anne in cui la sua narrazione delicata e poetica passa quasi in punta di piedi, per terminare con il tratto fumettistico di Effets Secondaires, appena uscito per il Rouergue.
    In questo albo Maurizio ci lascia intuire tutto il suo amore per il cinema. Se mi venisse chiesto di dare una definizione di questo libro, direi che è un albo cinematografico, che lascia trasparire le atmosfere dei film di Ivory o dell’ultimo Pride and Prejudice di Wright, un'opera in cui tutto è movimento, anche l'immobilità.
    Ogni immagine rappresenta un attimo colto e cristallizzato in un frame, che pure sembra andare ben oltre lo spazio della pagina. Ogni tavola, anche quelle apparentemente più silenziose, narra di un pathos crescente che culminerà con la disfatta del terribile Barba Blu.
    La narrazione inizia con un'immagine emblematica: Barba Blu guarda pensoso fuori dalla finestra, avvolto nella luce che filtra timida fra le nubi cariche di pioggia, presagio di imminenti disastri. Lo vediamo osservare la sua vittima, quasi in agguato, da lontano, cogliamo l'inconsapevolezza di lei nei suoi ultimi attimi di ragazza innocente, lei che ancora non sa il destino che l'attende. Li osserviamo, novelli sposi, sulla carrozza che li condurrà verso la loro nuova vita. Poi il vuoto di un lungo corridoio in penombra che prelude ad un mistero pauroso. Infine, dopo un lasso di tempo indefinito, vediamo le amiche che approfittano dell'assenza del temuto marito per intrufolarsi in un privato che desta invidie e curiosità e la giovane moglie lasciarsi andare, preda della propria curiosità, e scoprire il macabro segreto camuffato dietro la barba blu del marito.
    La chiave insanguinata, prova evidente del peccato della giovane donna ed unica testimone della scoperta spaventosa, incombe come silente denuncia della debolezza femminile di fronte al divieto. Il marito rientra, ammantato di oscurità.
    Da questo momento gli eventi si succedono rapidi, drammaticamente veloci, e le tavole riflettono appieno il dinamismo dell'azione: Barba Blu scopre il misfatto, accusa la moglie e la condanna a morire, come le precedenti consorti. La narrazione per immagini, che fino a quel momento era stata seguente e descrittiva rispetto al testo, sembra virare in modo brusco introducendo fermo immagine inquietanti che contribuiscono ad aumentare notevolmente la tensione drammatica. I cambi di prospettiva, frequenti e repentini, donano al racconto un’intensità particolarmente vigorosa.
    Dopo la pronuncia della mortale sentenza l'illustratore ci stupisce nuovamente, trasportandoci fuori dalla segreta di Barba Blu, cambiando completamente scena: in una sospensione temporale pari al librarsi di un uccello in volo, ci appare la sorella della sposa che guarda fuori dalla finestra della propria stanza, se non ci fosse il testo a svelare il motivo di questa scena ne coglieremmo soltanto la quiete primaverile ed il cielo terso. È l’immagine centrale della narrazione, il punto di svolta che ci permette di prendere respiro regalandoci un primo momento di speranza, un'immagine che, per quella grazia leggera e per l'intensità dell'attimo descritto, mi fa pensare alle poesie di Keats.
    Ma non è che un attimo, poiché ci troviamo immediatamente intrappolati in un vortice di paurosi eventi che ci trascinano verso il climax della storia.
    Quarello usa le tecniche cinematografiche con una maestria invidiabile, le doma con facilità quasi il suo mestiere fosse quello di regista e non di illustratore. Da campo e controcampo, allo zoom, al fermo immagine (strano usare queste definizioni per un albo illustrato, eppure è proprio così), sembra che l'illustrazione sia destinata a non fermarsi con il confine della pagina, quasi ci volesse risucchiare nel gorgo degli eventi. Ed è esattamente quel che avviene.
    La sua pittura richiama fortemente Hopper e le atmosfere dei romantici: dalla palette dei colori scelti, alla densità levigata delle pennellate, dai giochi di luci ed ombre, ai soggetti ritratti. Ammirevoli le inquadrature inattese e sempre sorprendenti.
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    Edited by gheagabry1 - 12/2/2020, 17:15
     
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    RAY CAESAR

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    Ray Caesar è considerato una delle icone del surrealismo pop. Illustratore e grafico 3D, utilizza tutte le tecniche maturate durante la sua esperienza nell’industria del cinema e della televisione come tecnico degli effetti speciali e dell’animazione digitale. Le sue opere sono profondamente visionarie e traggono ispirazione dalla sua esperienza lavorativa, durata ben 17 lunghi anni, presso il dipartimento d’Arte e Fotografia dell’Ospedale pediatrico di Toronto, dove aveva il compito di documentare le malformazioni genetiche, le vittime di abusi, le ricostruzioni chirurgiche e gli esperimenti sugli animali. I soggetti che rappresenta sono sempre bambine in stile vittoriano, spesso albine, abbigliate con pizzi, mascherine ed enormi parrucche.

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    Algide e sensuali allo stesso tempo, le bambine di Caesar esibiscono le loro cicatrici, le loro mutazioni genetiche che spesso si evidenziano in tentacoli e deformità dalle parvenze aliene. Eteree incantatrici, principesse vittoriane e candidi angioletti che fluttuano come meduse scopriamo il mondo onirico in cui ci porta Ray Caesar.


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    Brian Selznick

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    Selznick è nato a East Brunswick Township, New Jersey. Si è laureato presso la Rhode Island School of Design e ha poi lavorato per tre anni a Eeyore libri per l'infanzia a Manhattan mentre si lavora sul suo primo libro, The Houdini Box. Selznick ha ricevuto nel 2008 Medaglia Caldecott per La straordinaria invenzione di Hugo Cabret . Ha anche vinto il Onore Caldecott per I Dinosauri di Waterhouse Hawkins nel 2002. Altri premi includono il Premio Bluebonnet Texas, Book Award del Rhode Island per bambini, e il Premio Christopher . La straordinaria invenzione di Hugo Cabret ha ispirato anche agli studenti di azione, tra cui una classe quarta elementare messa in scena un festival del cinema muto, e un gruppo di scolari di quinta elementare che ha trasformato il libro in una danza 30 minuti moderna. Selznik cita Maurice Sendak , autore di Where the Wild Things Are, e Remy Charlip , autore di fortuna, le influenze più forte nei suoi libri rivoluzionari La straordinaria invenzione di Hugo Cabret e Wonderstruck.

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    Opere scritte e illustrate

    Box Houdini (1991)
    Il Re Robot(1995)
    Wonderstruck (ottobre 2011)
    La straordinaria invenzione di Hugo Cabret (2007)
    Wonderstruck (ottobre 2011)

    Libri di cui ha creato le immagini

    Amelia e Eleonora durante la corsa: Basato su una storia vera, Autore: Pam Munoz Ryan
    Preghiere Barnyard, Autore: Laura Godwin
    Il ragazzo che desiderava per un Ascensore, autore Norma Farber
    Dinosauri di Waterhouse Hawkins , Autore: Barbara Kerley
    Viso bambola ha un partito, Autore Pam Conrad
    Il popolo Doll , Autore: Ann M. Martin e Laura Godwin
    Il ragazzo Dulcimer, Autore: Tor Seidler
    Frindle , Autore: Andrew Clements
    News Landry , Autore: Andrew Clements (Paperback)
    Pranzo Soldi , Autore: Andrew Clements
    Fantasma di Marley, autore David Levithan
    Il Meanest Doll nel Mondo , Autore: Ann M. Martin e Laura Goodwin
    La nostra casa: Storie di Levittown, Autore: Pam Conrad
    Equitazione Libertà, Autore: Pam Munoz Ryan
    Le bambole Runaway, Autore: Ann M. Martin e Laura Godwin
    La storia della scuola , Autore: Andrew Clements
    Walt Whitman: Le parole per l'America, Autore: Barbara Kerley
    Quando Marian Sang, Autore: Pam Munoz Ryan
    Wingwalker, Autore: Rosemary Wells

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    Brian Selznick: Scorsese porta al cinema il mio giocattolo preferito
    Edito in Italia da Mondadori, “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” passa al grande schermo grazie ad un maestro come Martin Scorsese. Il geniale regista sceglie il 3d e il risultato è eccezionale, ce lo assicura lo scrittore Brian Selznick.

    In principio era un libro, partorito dalla fantasia di un bambino un po’ cresciuto, i cui sogni hanno tuttavia ispirato migliaia di bambini fino a scalare le vette delle classifiche e diventare un bestseller negli Stati Uniti. Edito in Italia da Mondadori, per un tomone di 540 pagine illustrate con disegni che fanno volare alta l’immaginazione, “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” passa dalla carta alla celluloide per mano esperta di un maestro della settima arte come Martin Scorsese. Accanto ad illustri colleghi come Francis Ford Coppola e Steven Spielberg, il padre di “Toro scatenato” debutta nell’universo del cinema 3d con “Hugo Cabret”, storia toccante e colma di fantasia, che vede protagonista un ragazzo (Asa Butterfield) attorno a cui ruotano tutta una serie di strabilianti personaggi, da robot ad umani in carne e ossa che hanno il volto dei divi hollywoodiani Johnny Depp, Jude Law, Michael Pitt, Christopher Lee. “Chi ritiene il 3d una tecnologia cinematograficamente poco valida, dopo questo film dovrà ricredersi: Scorsese dimostra sul campo come il cinema tridimensionale possa essere innanzi tutto poetico”, assicura lo scrittore da cui tutto è partito, Brian Selznick.

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    Partiamo dal nome: perché Hugo Cabret?
    È il nome di un giocattolo che usavo da bambino, un pupazzo che potevi truccare aggiungendo baffi, ma anche cicatrici, macchie di sangue, tutta una serie di cose che potevi incollare poi sul tuo stesso viso. Avevo bisogno di un nome francese, io non parlo francese e Hugo mi pareva un bel nome, poi conoscendo la parola “cabaret”, e verificato se esistesse il cognome “Cabret” ho scoperto la storia di un matematico del XVI secolo.


    Non è da tutti vedere Martin Scorsese realizzare un film che porta il nome del proprio giocattolo preferito…
    Esatto, io ancora non ci credo, è troppo buffo! E’ andata così: l’ufficio di Scorsese mi ha chiamato dicendomi che la figlia del regista, di dieci anni, aveva letto le bozze del libro e lo aveva adorato sopra ogni cosa, così lui aveva deciso di farne un film. Naturalmente per me è stata un’enorme sorpresa, l’ho incontrato diversi mesi prima delle riprese, insieme agli scenografi Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo che ammiro moltissimo, e mi ha parlato di come volesse girare il film e dell’uso del 3d. Sono stato collaborativo con tutti, ma solo attraverso il libro, che tutti si portavano ogni giorno sul set, e devo dire che il risultato mi pare molto fedele e sorprendente.


    Ne abbiamo vista in anteprima qualche sequenza, decisamente suggestiva, allo scorso Festival del Film di Roma: cosa altro può anticiparci?
    Una promessa: rivivrete di nuovo la scena del treno che ci arriva addosso, sensazionale come ai tempi della nascita del cinematografo, in cui la gente a fine 800 temeva di esserne colpita. Nel 2011 grazie al 3d Scorsese è riuscito a riprodurla in modo altrettanto emozionante, addirittura il personaggio di Hugo viene quasi colpito dal treno in arrivo! E’ la magia senza epoche del cinema, tant’è che Scorsese ha parlato più volte dell’emozione dei primi film realizzati nella storia, la stessa che secondo me trasmette questo suo ultimo lavoro.


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    Come si è avvicinato al mondo della “graphic novel” e da dove nasce il suo amore per il cinema?
    Tutto parte dalla mia visione di “Il viaggio nella luna” di George Melies. Informandomi sul suo conto, ho saputo che aveva una collezione di robot che dopo la sua morte è andata persa o distrutta, così ho iniziato a scrivere in prosa una storia, senza ancora sapere che tipo di illustrazioni accostarci, e poi ho ragionato proprio nello stesso modo in cui si struttura un film: deve raccontare un’avventura, bisogna fare un primo piano, carrellate, un buon montaggio. E così sono finito per pensare alle storie illustrate per bambini dove è fondamentale ciò che accade quando giri la pagina, quindi ho scelto di sostituire con immagini e illustrazioni alcune parti intere di testo. Faccio un esempio: la frase “Hugo segue il signore anziano fino a casa” è stato sostituita con ben dodici pagine di illustrazioni. Per farla breve, da cento pagine siamo passati alle cinquecentoquaranta della versione definitiva. Alla fine posso ritenermi soddisfatto, perché già sfogliando il libro dà la sensazione che sia un film, ed era principalmente questo il mio obiettivo.
    (Claudia Catalli)


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    Edited by gheagabry1 - 12/2/2020, 18:30
     
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    CATHY DELANSSAY

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    Cathy Delanssay a volte fa riecheggiare tratti di Reiji Matsumoto, oppure di Peyo, o anche di Peynet. Ma il suo stile romantico è personalissimo e non può mancare di toccare il cuore.


    INTERVISTA

    Ciao, potresti iniziare a presentarvi in poche righe?

    Ciao, mi chiamo Cathy Delanssay , ho 31 anni e sono un illustratore per l'editoria per bambini. Ho un "blog goccia di rugiada ", dove parlo di mie notizie e lancia le mie farneticazioni sui massacri causati da persone la cui prima vittima è la natura, fatta salva ovviamente ... che mi tocca il più alto grado


    Quali sono le tue influenze artistiche?

    Sono abbastanza numerose, ma per citare alcuni nomi: Waterhouse , Boucher o di Ingres per i classici (ci sono così tanti che ho "allenato" per essere onesti).

    Per i contemporanei, Anne Bachelier , Brian Froud , ci sono un sacco e non mi danno più importanza ad alcuni .. E un'epoca che è stata ricca di manga. Posso dire che ho imparato a disegnare con!

    Era il momento giusto! (Ero più giovane ^ ^)

    Quanti amici su Facebook?
    Uh, no .. Io non so davvero questo sito, ma ha promesso, io check it out!

    Che consiglio darebbe a un aspirante artista cerca di farsi conoscere?
    Bosser! E non essere riluttanti ad essere in rete. E 'più efficiente! Infatti, la maggior parte dei miei contratti sono stati ottenuti attraverso il mio sito e il mio blog. Ora, fare il giovane poco (anche se io ancora mi considero principiante perché è solo 2 anni che faccio questo lavoro professionale) hanno un grande strumento di comunicazione e accessibile da qualsiasi luogo! Sarebbe stupido non godere ... Se non, non abbiate paura di andare a calci le porte degli editori.

    Ci sarà negativo, battendo la depressione, ma se la passione è lì, perché rinunciare? Dobbiamo fare del suo meglio per non avere rimpianti, se non funziona.

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    Quali strumenti e quali materiali lavori?
    io uso un sacco di cose, e ho scoperto ancora. Due supporti principali: il legno di cartone che amo, e Photoshop. Il primo è il, disegno e gouache acrilico, matite colorate e collage (o senza), e la seconda, anche se ho utilizzato meno in tempi recenti mi permette di incorporare le mie proprie texture. Non mi piacciono i colori di base di questo software, ma amo gli strumenti che offrono una gamma di possibilità interessanti.

    Il tuo prossimo progetto?

    "La leggenda di Elinéa", il mio debutto come autore e illustratore. Questa è una storia ecologica da pubblicare fine di marzo 2008 edizioni Auzou.

    Un messaggio da trasmettere attraverso questo libro: per difendere gli oceani presentate dalla pesca eccessiva umana, l'inquinamento, l'uccisione di delfini, balene, squali (solo per le loro pinne, vedere il mio blog su di esso per favore) e così via ... le crudeltà subite da molti oceani, e poco, o non ha fatto abbastanza per cambiare la situazione.

    Quale futuro per questo santuario nata molto prima dell'uomo? Naturalmente, il mio libro non fornirà soluzioni reali, questa è una questione di politica, ma almeno spero, risvegliare le coscienze basta dire: Basta!

    Ho messo il mio cuore, vedremo. Tutto quello che voglio è che il messaggio.


    Io divagare, ma chi mi conosce sa come ciò che il pianeta, la natura in generale soffre per l'uomo mi fa star male.

    E ci sarò detto "e gli uomini? "Gli uomini sì, ma su un pianeta malato, perché preoccuparsi? Le vite di innumerevoli persone sono già difficili, allora che cosa lui con un pianeta in pericolo? Non è complicato da capire .... basta aprire gli occhi.

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    Una domanda che volevi che ti chieda?

    Hmm ... qual è il tuo sogno?

    E avrei risposto ad una domanda che mi pongo ogni giorno:

    Un totale armonia tra uomo e natura, è possibile?

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    Edited by gheagabry1 - 12/2/2020, 19:09
     
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  14. megaduu
     
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    molto bello

    Edited by gheagabry1 - 12/2/2020, 19:10
     
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  15. gheagabry
     
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    Ribas Meritxell

    La+gram%C3%A1tica+del+amor

    Esistono dei libri così belli, che i protagonisti sembrano prendere vita e uscire letteralmente dalla pagina. Ed è proprio quello che accade con Pincel de Zorro, una fiaba noir e surreale raccontata dall’autore spagnolo Sergio A. Sierra e illustrata da Ribas Meritxell con meravigliosi disegni ottenuti con il metodo della raschiatura. Questa tecnica – cara a Joan Mirò – consiste nel grattare via la pittura dal foglio o dalla tela, dando vita a un effetto-negativo molto suggestivo.
    Ma nonostante già così il libro di Sierra si fosse conquistato di diritto un posto d’onore nella letteratura fantastica, autore e illustratrice hanno deciso di unire le proprie forze con il compositore Albert Alay e l’animatore Hug Codinac, realizzando uno short movie – che a tutti gli effetti è una specie di trailer della storia – che lascia davvero a bocca aperta.
    Realizzate in CD4 e composte in post produzione, nelle intenzioni degli autori le illustrazioni di Meritxell dovrebbero diventare un vero e proprio lungometraggio animato.



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    Edited by gheagabry1 - 5/9/2021, 15:47
     
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68 replies since 20/10/2011, 16:30   25027 views
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