ENERGIA VITALE

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  1. tomiva57
     
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    ENERGIE, MAGIE E BENESSERE



    A cura di Raffaella di Marzio


    In molti movimenti spirituali contemporanei è presente la credenza in una forma di “energia vitale” che avrebbe il potere di produrre effetti positivi sulle persone e sull’ambiente in cui esse vivono. In contrapposizione a questo concetto di energia “benefica” è presente e diffusa, nella mentalità comune, l’idea di una energia “malefica” che avrebbe la funzione esattamente opposta. Si tratta di un modo di considerare l’energia che esula completamente dalla definizione scientifica e dalle caratteristiche proprie dei diversi tipi di energia presenti in natura, che sono oggetto di studio degli scienziati. Nonostante non ci sia alcuna prova empirica dell’esistenza di questa forma di energia, molte persone vi credono fermamente: questa convinzione influenza costantemente la loro vita e le loro decisioni in merito alla loro salute psicofisica o a questioni personali anche di una certa importanza.

    È in questo ambito che, generalmente, si usa la parola “magia”, termine che deriva dal greco magheia (scienza, saggezza), e la parola magi (gli antichi sacerdoti persiani). Anche il Nuovo Testamento parla di maghi e di magia: i Magi che, secondo il racconto dell’evangelista Matteo, si recano alla ricerca del bambino Gesù guidati dalla stella, non sono, però, maghi nell’accezione moderna del termine, ma, piuttosto, scienziati o sapienti.

    Da indagini sociologiche recenti si evince che molte persone si rivolgono ai maghi per conoscere il loro futuro, essere indirizzati nel momento di prendere una decisione importante oppure per ricevere talismani utili a convogliare “energia positiva” e allontanare quella negativa: il responso viene dato attraverso l’uso di sfere di cristallo, lettura di tarocchi, oroscopi ecc. Il fatto sorprendente che emerge dalle statistiche è che, nella storia dell’Occidente, l’epoca della magia non è né il Medio Evo né il Rinascimento, dove pure tali interessi esistevano: l’epoca della magia è il XX secolo (e continua nel XXI), nel quale si assiste ad una straordinaria rinascita dell’occultismo e dell’esoterismo. Il fenomeno è interessante soprattutto se messo in relazione allo sviluppo tecnologico: quanto più la tecnologia progredisce, tanto più si manifesta e si sviluppa, parallelamente, l’interesse per l’occulto.

    Secondo una delle diverse forme di pensiero l’ambito della magia è totalmente estraneo a quello proprio della religione. Mircea Eliade (1907-1986) è lo studioso che ha elaborato la distinzione più profonda tra i due fenomeni: magia e religione. Egli afferma: «L’esperienza magica non è tanto un’esperienza del divino o del sacro (ierofania). L’esperienza magica è un’esperienza del potere (cratofania), dove l’uomo manipola il sacro e lo mette al suo servizio». Quindi la religione, secondo questo autore, è una manifestazione del sacro, mentre la magia è una manifestazione del potere, che si serve del sacro: nella magia il sacro viene usato perché serve. La magia cerca il contatto con forze occulte, che sarebbero superiori all’ uomo comune e il mago, che ha dei poteri sovrumani, è in grado di manipolare tali forze, per diversi scopi. Lo scopo può essere nobile (“magia bianca”); può essere assai poco nobile (“magia nera”); può essere di tipo sessuale-amoroso (“magia rossa”). Questi tre colori sono utilizzati nella vulgata popolare per distinguere i vari tipi di magia.

    Secondo studi recenti esistono diversi tipi di magia che, spesso, si mescolano e coesistono nei gruppi in cui vengono praticati. Per questo motivo è possibile fare solo una distinzione di massima dei diversi tipi di magia:
    - Il primo livello è la “magia pratica”: la persona si rivolge al mago per chiedere qualcosa ed è convinta che otterrà un effetto. Per esempio, potrà farsi costruire un amuleto da indossare poiché le è stato assicurato che, grazie alla sua “energia”, otterrà ciò che desidera.
    - La “magia gnostica” è una magia di un livello culturale superiore, che ha radici nell’antica gnosi. In queste pratiche ciò che è importante è la conoscenza: si ricerca non tanto il vantaggio materiale (salute, ricchezza, ecc.), quanto, piuttosto, una conoscenza superiore, che si otterrebbe frequentando ambienti nei quali sarebbero custoditi segreti antichissimi. Conoscendo tali segreti, che sono riservati a pochi, il neofita acquisirebbe a sua volta dei poteri.
    - Molto simile è il terzo tipo di magia, che è la “magia evocatoria”. In questo caso le conoscenze superiori vengono dagli spiriti, da persone che sono vissute nel passato, da demoni (nel satanismo in particolare), da spiriti della natura, da antiche divinità della mitologia. Analogamente alla magia gnostica le pratiche della magia evocatoria hanno sempre lo scopo di ottenere conoscenze segrete, riservate a pochissime persone. Mentre, però, nel caso della magia gnostica c’è una persona che ha questa conoscenza e la trasmette a chi vuole, quando e come vuole, nel caso della magia evocatoria sono gli spiriti evocati che la trasmettono a loro piacimento.
    - Il quarto tipo è la “magia della vita”, che ha una finalità ancora superiore: vuole vincere la morte e assicurarsi l’immortalità. In tale ambito esistono centinaia di gruppi e scuole diverse ed è molto difficile fare una sintesi: solo per fare un esempio, esistono movimenti in cui questo desiderio di vincere la morte e di ottenere l’immortalità si attua nella frequentazione di seminari o corsi in cui le persone si preparano a morire “bene” sotto la guida di un “maestro”.

    Il tipo di benessere che queste pratiche offrono all’individuo è sia fisico che psichico. I gruppi magico-esoterici offrono la liberazione da ogni dolore, la soluzione dei problemi della vita o l’energia necessaria per convivere con quegli inevitabili aspetti dell’esistenza di fronte ai quali l’essere umano si sente inadeguato o impotente. Le pratiche magiche vengono percepite come una forma di salvezza personale e planetaria in alcune circostanze particolari:
    - nel momento in cui si sente il bisogno di un quadro di riferimento che renda ragione del mistero della vita;
    - quando si verificano circostanze ansiogene che provocano un forte timore di fronte a un futuro sconosciuto o incerto;
    - nel momento in cui predomina la delusione dell’uomo verso la scienza che, nonostante le sue promesse, non riesce ad eliminare del tutto malattie, conflitti sociali, guerre.

    In Italia esiste un’organizzazione che viene considerata un caso emblematico all’interno della galassia variegata di gruppi e movimenti magico-spirituali. Si tratta di Damanhur, “la città della luce”, situata in Piemonte, più precisamente in Valchiusella (Torino). Damanhur, per i suoi abitanti, è un luogo magico, un territorio magico, nel quale si sprigiona energia vitale. A Damanhur si insegna alle persone a morire, oppure a “programmare” le proprie future reincarnazioni: è possibile scegliere in chi oppure in che cosa reincarnarsi nelle prossime vite e si può frequentare perfino un seminario denominato “Viaggi nel tempo e tecnologia magica”. Chi aderisce a questo movimento crede che tutto il territorio di Damanhur sia un territorio ricco di energia magica positiva, e che chiunque si trovi in quei luoghi può ottenere, per il fatto di essere lì, benefici dal punto di vista fisico, psichico e spirituale. Grazie alla diffusione di queste credenze la zona della Valchiusella in cui si trova Damanhur, che era stata in passato abbandonata e priva di attività economiche o turistiche, oggi è diventata meta turistica (specialmente per la visita al Tempio damanhuriano) e zona commerciale.

    Volendo riflettere, da un punto di vista psicologico, sul fenomeno della diffusione delle credenze magiche tra individui appartenenti a diversi strati sociali e senza particolari distinzioni di sesso o di età, ci si può riferire ad una interessante prospettiva nell’ambito della psicologia evolutiva. La teoria di Erikson (Life Span Developmental Psychology) si colloca nella prospettiva evolutiva e psicosociale ed è centrata sul concetto di epigenesi: in ogni organismo sono presenti delle potenzialità che, attraverso le "esperienze di vita", regolano le interazioni con l’ambiente esterno. Secondo questo autore lo sviluppo dell’individuo dipende sostanzialmente da tre processi fondamentali:
    - biologico, che organizza i sistemi organici che fanno parte del corpo (soma);
    - psichico, che organizza le esperienze dell’individuo attraverso una sintesi dell’Io (psiche);
    -culturale, che dipende dalla cultura di appartenenza entro la quale avvengono le interazioni tra gli individui.

    In questa cornice Erikson inserisce gli stadi dello sviluppo psicosociale. La natura epigenetica è riscontrabile nel fatto che nell’organismo sono presenti potenzialità che con il passare del tempo e le esperienze vissute forniscono un carattere dinamico, continuo e ciclico allo sviluppo. Cominciando dal primo stadio evolutivo, i successivi nascono dal superamento delle antitesi evolutive precedenti grazie all’esperienza acquisita. Erikson mette in evidenza come gli stadi dello sviluppo psicosociale possano essere illustrati partendo dall’ottavo, poiché gli stadi superiori hanno integrato in sé le acquisizioni dei livelli inferiori. Ciascuno stadio psicosociale possiede un nucleo critico in cui si contrappongono un potenziale sintonico (dalla fiducia di fondo all’integrità) e uno distonico e antitetico (dalla sfiducia di fondo alla disperazione). Quando il momento critico viene superato l’individuo sviluppa la forza di base o qualità dell’Io (dalla speranza alla saggezza), che ha essa stessa un corrispettivo antitetico (dal ritiro al disprezzo). Nel cammino verso il superamento di queste fasi di sviluppo l’uomo impara ad adattarsi alla realtà esterna.

    Ci si potrebbe chiedere se, almeno in alcuni casi, le forme magiche e pseudo-religiose che offrono la liberazione facile e immediata dal dolore, dal male e dalla paura della morte, non siamo un modo per “ritirarsi” di fronte alla responsabilità delle scelte o allo smarrimento delle sconfitte. Questa forma di liberazione permette agli individui di affidare a qualcun altro la responsabilità di ciò che accade nella loro vita e ciò, indubbiamente, mitiga l’ansia della vita quotidiana e attenua il disagio derivante dall’inevitabile conflitto che accompagna ogni decisione importante.

    Tuttavia è proprio grazie alla capacità di affrontare e risolvere i problemi, di compiere scelte libere, che l’individuo si sviluppa, matura, riesce a dare un contributo positivo alla società in cui vive e, soprattutto, è in grado di attribuire in modo creativo un significato alla propria vita. L’affidamento di questo compito a persone, oggetti, formule e riti potrebbe nascondere il desiderio di regredire a fasi di sviluppo precedenti: un processo involutivo le cui ragioni vanno ricercate nella storia personale dell’individuo e nei meccanismi disadattavi che egli ha appreso nel tentativo di adattarsi al mondo esterno.


    da: benessere.com
     
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    penso come erikson,e aggiungo x me energia vitale e nostra anima.
     
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