ALBERI e ARBUSTI DA FRUTTO e a volte ....

PESCO, CILIEGIO,PERO, ALBICOCCO ECC

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  1. gheagabry
     
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    IL NOCCIOLO


    Corylus avellana





    Il nocciòlo (Corylus avellana L., 1753) è una pianta appartenente alla famiglia delle Betulaceae.
    Il nome del genere deriva dal greco κορις = elmo, mentre l'epiteto specifico deriva da Avella, paese in cui è presente in quantità massicce.
    La pianta ha portamento a cespuglio o ad albero e raggiunge l'altezza di 5-7 m.
    Ha foglie decidue, semplici, obovate a margine dentato.
    E'una specie monoica dicline. Le infiorescenze sono unisessuali. Le maschili in amenti penduli che si formano in autunno, le femminili somigliano ad una gemma di piccole dimensioni.
    Ogni cultivar di Nocciolo è autosterile ed ha bisogno di essere impollinata da un'altra cultivar.
    Il frutto (detto nocciola o nocciolina) è avvolto da brattee da cui si libera a maturazione. Esso è commestibile ed è ricco di un olio, usato sia nell'alimentazione che nell'industria dei colori e in profumeria.

    Il suo areale spazia dall'area mediterranea a quella montana, spingendosi sino a quote intorno ai 1500 metri. Preferisce terreni calcarei, fertili, profondi.

    Vengono coltivate numerose varietà da frutto e ornamentali: tra queste ultime sono notevoli la varietà pendula, la varietà contorta, a portamento tortuoso, e la varietà fusco-rubra, a foglie porporine. È una pianta colonizzatrice che, avendo esigenze modeste in fatto di terreno e di clima, si adatta a svariate condizioni ambientali.


    Le più importanti malattie da funghi che colpiscono il nocciolo sono il mal dello stacco (causato da Cytospora corylicola), il cimiciato dei semi (causato da Nematospora coryli) e l'oidio o mal bianco (causato da Phyllactinia guttata). Gli insetti parassiti più importanti sono la cimice angolosa (Gonocerus acuteangulatus), la cimice verde (Palomena prasina), le farfalle tortrice del nocciolo (Gypsonoma dealbana) e gemmaiola del nocciolo(Epinotia tenerana ), i coleotteri aplidia del nocciolo (Haplidia etrusca), agrilo del nocciolo (Agrilus viridis) e balanino delle nocciole (Curculio nucum).

    Le sue foglie contengono i fenoli e i flavonoidi che agiscono sia sul gonfiore sia come tonici delle vene e anche come antiinfiammatori



    Il nocciolo è una pianta resistente, facile da coltivare e anche decorativa, che può costituire folte barriere e che dona bacche rosse molto gustose. Per le sue caratteristiche può facilmente entrare a pieno titolo fra le piante da giardino e da vaso più affascinanti, a discapito del pensiero comune a riguardo...... è utilizzato per consolidare i terreni soggetti a franare, per colonizzare i terreni nudi ed è quindi presente in tutta Italia sia in pianura che fino a 1.600 metri di altitudine. Si tratta di una pianta che accompagna la vita dell’uomo da tempi immemorabili, i cui frutti entrarono a far parte dell’alimentazione molto prima di noci e castagne. Inoltre ha sempre dominato il panorama del nostro Paese, perché facile a diffondersi, resistente e tenace. Infine il nocciolo è una delle piante più resistenti a tutti i tipi di malattie che si possono manifestare in altre specie.

    Se coltivato come fusto unico, come accade ancora in campagna, il nocciolo assume subito l’aspetto di un arbusto di piccole dimensioni, con una chioma densa e globosa, che può andare da 1,5 metri a 4 metri di diametro, molto ricca di foglie. Crescendo il nocciolo a fusto unico diventa un piccolo albero, che può raggiungere i 7 metri di altezza, il quale può donare un’ombra fresca ma anche luminosa. Normalmente però viene coltivato con l’intera ceppaia, e forma cespugli con diversi fusti a portamento eretto.

    La corteccia è tipica e riconoscibile: sulla sua superficie infatti sono presenti numerose cellule dalla forma di lenti, attraversate da una fessura, molto evidenti al tatto. Il suo colore è il grigio, che può tendere al bruno o al rosso.

    Le foglie sono disposte sui rami in modo alterno e hanno una forma quasi rotonda, con apice appuntito e margine dentato. Tale dentatura è sinuosa alla base della foglia, mentre diventa regolare verso l’apice.

    Il nocciolo possiede fiori femminili e fiori maschili. Quelli maschili sono lunghi amenti penduli, dal colore bruno, mossi dal vento. Quando a inizio primavera iniziano a liberare il polline, i fiori maschili diventano giallastri. I fiori femminili sono meno evidenti: si tratta di gemme con stimmi rossi, fecondate per via anemofila, cioè con il polline portato dal vento.

    I frutti del nocciolo sono naturalmente le nocciole: queste si trovano sull’albero già piene alla fine di luglio, ma maturano soltanto per la fine di agosto. Le nocciole non vanno raccolte prima che cadano dall’albero, perché sono buone solo a maturazione completa; la nocciola acerba perde le sue qualità organolettiche. Una volta raccolta, la nocciola deve essere privata dell’involucro fibroso in cui è racchiusa e deve essere messa in un luogo ventilato ad asciugare, al riparo dal sole. Le nocciole si formano in gruppi di 2 o 4 frutti, è molto raro che si presentino in forma singola. La forma della nocciola distingue le varie specie: il nocciolo italiano ha un frutto tondeggiante, quello orientale invece ha un frutto allungato. Inoltre esistono varità ornamentali con altri frutti sempre buoni; ma esistono anche qurlli penduli con i rami contorti e con le foglie rosso purpureo, come il Corylus maxima atropurpurea.

    Le radici formano un apparato molto rigoglioso ed espanso, anche se non tanto profondo, una sorta di maglia di radici piuttosto grande. Le radici del nocciolo hanno una grande capacità di produrre polloni: i polloni se riescono a svilupparsi, possono arricchire il ceppo della pianta dandogli a lungo andare un aspetto sferico. I polloni possono poi essere separati dalla pianta madre per dare vita a nuovi alberi.



    Il nocciolo cresce molto rapidamente e verso i 40 anni finisce la sua espansione. Anche gli esemplari più longevi e rari non superano i 70 anni di vita.

    Il nocciolo necessita di terreni esposti al sole oppure in semiombra, meglio se con la luce filtrata dai rami di altre piante. L’esposizione al vento una volta cresciuto non lo spaventa, in quanto il suo legno è resistente ed elastico per natura. Occorre però fare attenzione al fatto che questa è sì una pianta resistente a gelate, freddo e nebbia, ma che le gelate tardive possono danneggiarne la produzione, causando anche la perdita dei frutti. Dall’altra la siccità può creare uno sviluppo alquanto modesto della pianta.

    Il nocciolo si adatta solitamente a diversi tipi di terreno, ma preferisce suoli freschi, profondi e sciolti, ben drenati, come quelli che caratterizzano normalmente la collina. Il nocciolo però può crescere anche in terreni compatti e ricchi di argilla. Per aiutare la pianta, ogni due mesi occorrerebbe effettuare una erpicatura leggera nel terreno, a mezzo metro almeno intorno alla ceppaia del nocciolo; questo serve per arieggiare il terreno, controllare le erbe infestanti e favorire lo sviluppo delle radici.

    Il nocciolo è una pianta molto gradita alla fauna selvatica: se si lasciano alcuni frutti a terra, essi attireranno roditori come ghiri, scoiattoli, arvicole, moscardini e topi di campagna. Non solo: anche grandi uccelli come loa gazza, il picchio o la ghiandaia si nutrono volentieri di nocciole.

    l nocciolo si diffonde facilmente e velocemente. Le nocciole mature, integre e sane si seminano in autunno. Prima però occorre tenerle immerse 2 giorni in acqua fredda, con sabbia, terriccio di bosco e torba. Di regola 3 nocciole vanno seminate per ogni vaso da 20 cm di diametro. Al secondo anno di coltivazione le nocciole vengono poi trapiantate direttamente nel terreno, durante la primavera. Altrimenti si può procedere alla semina primaverile dopo aver stratificato i frutti nella sabbia. La semina in ogni caso non darà mai esemplari identici alla pianta madre.

    La cippatura può essere totale, per rinnovare interamente la vegetazione, e avviene ogni 7 o 10 anni; oppure può essere parziale, semplicemente per ringiovanire i cespugli, e avviene ogni 3 o 4 anni. Con la potatura invece si eliminano i rami secchi, i succhioni troppo vigorosi e i rami troncati. I germogli dell’anno precedente possono essere tagliati a metà per stimolare la produzione di una nuova vegetazione. Quando la fioritura è terminata, prima della caduta degli amenti, si eliminano i rami sterili e quelli vecchi, in modo da favorire una fruttificazione abbondante.

    I polloni radicali, cioè quei cespugli attaccati alla base e numerosi in una pianta sana, si possono scalzare in autunno, per poi essere rincalzati con terra fertile a ricoprire l’apparato radicale. La tecnica della margotta si può applicare a rami flessibili e giovani, periferici rispetto alla pianta, da interrare in primavera: essi si separano dalla pianta centrale a fine autunno o a inizio primavera. La riproduzione per talea avviene per i rami di un anno lignificati già in parte, che devono essere posti in agosto in un composto di sabbia e torba in parti uguali, da mantenere umido ma non inzuppato.

    Il nocciolo si usa per realizzare le sottili strisce di vimini della gerla di montagna



    Le voci del bosco


    Il nocciolo già quando lo vedi sottile, dritto, alto e ben vestito, ti dà l’idea del furbetto che non vuole fare nulla: quello che, per evitare qualsiasi seccatura, mette in banca la sua vita con la speranza di proteggerla e farla fruttare senza sforzi. E’ talmente refrattario a qualsiasi rischio, che neanche si sogna di osare qualcosa di suo. La fatica lo spaventa a tal punto che si rifiuta persino di crescere e diventare grosso. Ma non è stupido e cerca i posti a “solivo” ossia dove batte il sole, come diceva mio nonno. Difficilmente lo trovi a “pusterno”, dove il sole del nord a malapena lo sfiora. Molte volte si nasconde e, per vederlo, devi sbatterci contro.
    Al pari di tutti i vili e fannulloni cerca la forza nel branco, perciò cresce assieme agli altri noccioli in numerose combriccole.
    Queste si piazzano sempre all’inizio del bosco, in modo da poter infastidire e intralciare il passo del viandante. A vederle sembrano quelle bande di giovani bulletti, padroni dei quartieri, il cui unico coraggio sta nell’importunare i vecchi o picchiare i barboni. Basterebbe solo il rumore della motosega per vederli cambiare colore e tremare di paura. Altro che la forza e il carattere del carpino che ho conosciuto seguendo mio nonno nei boschi!


    (Brano tratto dal libro “Le voci del bosco” di Mauro Corona





    Nocciole


    Le nocciole sono frutti oleosi che presentano un’elevata concentrazione energetica, con circa 600 calorie per ogni 100 grammi di nocciole. Ha un gusto molto burroso, dovuto alla percentuale di grassi molto alta, pari al 58%, e alla presenza massiccia di zuccheri e proteine, per il 5 e il 15%, che ne garantiscono le ottime proprietà nutrizionali. Le nocciole apportano potassio, fosforo e magnesio, che combattono sindromi di stanchezza e stress e aiutano a mantenere un metabolismo veloce. Consumate a fine pasto o come aperitivo, le nocciole aiutano a mantenere il peso o a recuperarlo. Se tostate hanno un gusto molto esaltato e risultano più digeribili. La cuticola amara interna al guscio si può eliminare facilmente mettendo le nocciole in forno a 200°C per un minuto, per poi passarle tra le mani o in un canovaccio.

    Perché il sapore delle nocciole si mantenga buono, esse devono essere conservate in cantina, sul balcone o in frigorifero, quindi in un luogo fresco. Le nocciole però vanno servite a temperatura ambiente, poiché se fredde risultano meno saporite. Stratificare le nocciole in sabbia umida è un metodo sempre valido, anche se tradizionale, per conservarle; tuttavia è preferibile consumare tutte le nocciole prima della fine di febbraio. Altrimenti si possono anche surgelare una volta sgusciate.

    Le nocciole migliori da acquistare sono quelle delle Langhe e le avellinesi; cerchiamo sempre di scegliere nocciole di provenienza certificata. Possono essere felicemente utilizzate per creare creme, gelati, torroni, torte, croccanti e semifreddi: con le nocciole si cucinano la maggior parte delle ricette di dolci più conosciute, anche la Nutella è a base di nocciole ad esempio.

    In Italia, secondo produttore mondiale dopo la Turchia, il nocciolo è coltivato in modo intensivo principalmente in poche zone (in parentesi sono indicate le cultivar):
    Piemonte, nelle Langhe (Tonda Gentile delle Langhe).
    Lazio, in provincia di Viterbo (Tonda Gentile Romana).
    Campania, nelle province di Caserta principalmente nell'Alto Casertano (Tonda di Giffoni, Camponica, Mortarella, S.Giovanni), Napoli e Avellino (Mortarella, S.Giovanni, Camponica) e Salerno (Tonda di Giffoni).
    Sicilia, principalmente nella provincia di Messina, ma anche sull'Etna, sulle Madonie e nei dintorni di Piazza Armerina.
    Le cultivar di riferimento sono: Tonda Gentile delle Langhe, piemontese, molto richiesta dall'industria dolciaria. Si ambienta con difficoltà fuori dalla sua area classica di coltivazione. Tonda di Giffoni, originaria della provincia di Salerno, è coltivata in varie zone della Campania e del Lazio essendo una cultivar che presenta un buonissimo ambientamento anche in zone diverse dall'area tipica di coltivazione. Molto richiesta dall'industria dolciaria. Tonda Gentile Romana, della provincia di Viterbo. Mortarella e S.Giovanni, campane a frutto allungato. Camponica, campana a frutto grosso, ottima per il consumo da tavola. In Sicilia la varietà più diffusa è la "Nostrale" o "Siciliana", ottima per la tostatura perché esalta il suo aroma intenso.




    OROSCOPO CELTICO



    Nocciolo

    dal 22 al 31 marzo dal 24 settembre al 3 ottobre

    I nati sotto questo segno, presentano fattezze lineari, sottili, tanto nel volto quanto nel corpo, sono dall'apparenza delicata; spesso il Nocciolo non si nota nel gruppo. Quest'aspetto mite mimetizza molto bene la realtà prepotentemente coinvolgente delle sue energie. I Noccioli si possono assumere come esempio di pazienza e testardaggine, sanno usano fino al limite del mistero la loro abile discrezione.

    Si lasciano spesso avvicinare dalle altre persone (soprattutto da Salici e Tigli) chiedendo amore e dolcezza, sfruttando anche le loro doti telepatiche, per poi in modo sconcertante dissuaderli con energia. Può risultare una esperienza pericolosa collaborare o innamorarsi di un Nocciolo. I nati sotto il segno del Nocciolo tendono a fantasticare, soprattutto mitizzando gli anni passati, in particolare dopo i quarant'anni. Rischiano di rinchiudersi in un universo fatto di storie, sentimenti, "cose passate", viste solo da un punto estetico, con emozioni sbiadite dal tempo.

    Si consiglia, per evitare un rinchiudersi in eremitaggio del Nocciolo la rassicurante compagnia nella sua vita di un Melo che può aiutarlo a ristabilire il contatto con gli altri.



    Nocciolo, tra favola e magia




    Si narra nelle favole che furono i poteri di un alberello di nocciolo cresciuto sulla tomba della mamma di Cenerentola a salvarla dalla cattiveria della matrigna e delle sorellastre e a propiziare l'incontro con il principe azzurro. Il legame del nocciolo con le forze divine è ricorrente nella tradizione di ogni paese e in ogni epoca. Dai tempi più antichi arriva la leggenda che i rami del nocciolo fossero la difesa più sicura contro tutto ciò che striscia per terra. E il riferimento alle vipere e alle serpi è ben preciso tanto che è ancora una consuetudine per i pastori d'Abruzzo scegliere un robusto ramo di nocciolo per farsi l'inseparabile bastone. Per i Celti, al nocciolo chiamato Coll, era dedicato il mese lunare in cui maturano i frutti, considerati simbolo della saggezza: un seme dolce e compatto, racchiuso in un guscio impenetrabile alle stoltezze del popolo. Le storie più curiose e vicine a noi riguardano le streghe di Otranto che, solo un paio di secoli fa, pare andassero alla ricerca di tesori sepolti accompagnate da un rametto del magico legno del nocciolo. Invece, nel Medioevo, il nocciolo veniva utilizzato per invocare il demonio e per stringere patti interessanti con le forze del male. Leggiamo in un vecchio libro: << un ramo di nocciolo, reciso con un coltello mai usato, serviva ai maghi per evocare una persona scomparsa e a far parlare un morto >>. I rami del nocciolo, nelle mani degli addetti all'occultismo, sono ritenuti un mezzo infallibile per scoprire i tesori nascosti nelle viscere della terra

    Sin dall'antichità il nocciolo è stato eletto a simbolo di "eternità" e quindi di "giovinezza", di "salute" e di "gioia".
    Questa simbologia è particolarmente "sentita" nei Paesi dell'Estremo Oriente e soprattutto in Cina e in Giappone, dove il nocciolo è molto diffuso perché, con il suo strano portamento, si inserisce armonicamente nello stile di quei giardini.

    Questo frutto chiamato in Celtico Coll, era considerato il simbolo della saggezza .I Druidi usavano per ispirarsi, tavolozze divinatorie fatte con legno di Nocciolo, dove erano incisi gli ogam, le lettere magiche.

    Coll rappresentava per i Bardi il nove, numero sacro alle Muse e collegato al nocciolo perché si diceva che l’albero fruttificasse dopo nove anni. Dal Nocciolo prendeva anche nome un dio , Mac Coll, “figlio di Coll” che fu uno dei primi tre sovrani d’Irlanda “sposati” con la Triplice Dea, colei che concedeva saggezza e ispirazione poetica.

    Un mito irlandese narrava che Fionn, nipote di un capo druido, ebbe l’ordine da un druido suo omonimo di cucinargli del salmone pescato nel fiume Boyne, ma di astenersi dall’assaggiarlo. Nel voltare il pesce nel tegame Fionn si scottò il pollice. Per alleviare il dolore portò il dito alla bocca per inumidirlo con la saliva e fu così che ricevette il dono dell’ispirazione. Quel pesce era infatti uno dei salmoni che viveva nella fontana prodigiosa chiamata Pozzo di Connla e che si era cibato dei frutti caduti dai nove noccioli dell’Arte poetica le cui fronde lambivano la fontana. Le nocciole che cadevano nel pozzo, nutrivano i salmoni, e quanti erano i frutti che essi mangiavano, tante erano le macchie brillanti che apparivano sul loro corpo.

    In Germania si raccontava che, adoperando delle bacchette di nocciolo, era possibile obbligare le streghe a restituire la fecondità ad animali e piante ai quali l’avevano tolta con i loro sortilegi. Presso i Germani, il Nocciolo era la pianta consacrata al dio dei tuoni Thor, poiché essi credevano che sotto al Nocciolo si fosse protetti dal fulmine.

    I Romani donavano piante di nocciolo come augurio di pace e prosperità, distribuendo nocciole e noci in occasione delle nozze per augurare fecondità agli sposi. E credevano anche che un ramo di nocciolo, è la difesa più sicura contro le serpi che se toccate con una verga di nocciolo sarebbero morte.

    Il ramo del Nocciolo con attorcigliati due serpenti è il simbolo della Medicina. Nel Medio Evo il Nocciolo era utilizzato per invocare il Demonio e stringere patti con le forze del male. Un ramo di Nocciolo, reciso da un coltello mai usato, serviva ai maghi per far parlare i morti o per evocare una persona scomparsa.Chi credeva nelle virtù della bacchetta divinatoria asserivano che la verga aveva anche proprietà di scoprire miniere, tesori nascosti, ladri e assassini fuggiaschi. Ancora adesso i rabdomanti lo usano per individuare vene d’acqua.

    In Romeo e Giulietta, Mercuzio così descrive la carrozza della regina Mab, la levatrice delle fate: “Il suo cocchio è un guscio di nocciola, lavorato dal falegname scoiattolo o dal vecchio verme, da tempo immemorabile carrozzieri delle fate. In questo aggeggio ella galoppa da una notte all’altra attraverso i cervelli degli amanti, e allora essi sognano d’amore”.

    Fonte: Cattabiani. Miti, leggende e simboli di fiori e piante. Ed. Mondadori.



    La leggenda del nocciolo

    Tanto tempo fa, su una collina, cresceva un nocciolo che
    non aveva frutti ed era triste.
    Un giorno un uccellino magico vide che il nocciolo era triste,
    tanto triste; allora gli chiese perchè era così giù di corda e
    l’albero gli raccontò tutto.
    L’uccellino, che era tanto generoso, chiese al nocciolo cosa
    potesse fare per aiutarlo e l’albero rispose che se gli fossero
    cresciuti dei frutti, sarebbe stato molto felice.
    L’uccellino pensò a come poter esaudire il suo desiderio.
    Si stava facendo notte e l’albero, che era molto stanco, si
    addormentò subito così l’uccellino fece quella magia.
    La mattina seguente, quando il nocciolo si risvegliò vide sui
    suoi rami i frutti che chiamò nocciole.
    Siccome gli altri noccioli erano invidiosi, allora quell’albero
    chiese all’uccellino se accontentava anche i suoi amici e
    lui li accontentò.
    Da allora tutti i noccioli hanno i frutti che si chiamano nocciole




    MODI DI DIRE

    nocciolo della questione

    • Il punto principale di una questione, l'argomento fondamentale, la sua sostanza.

    non esser mica noccioline

    • Non essere cose da poco, riferito in genere a grosse somme di denaro.
    Deriva dai tanti giochi dei bambini in cui la posta è costituita da beni di poco valore, come oggi i tappi o le biglie, e un tempo le nocciole, le castagne e così via.





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