...Stop è l'album dei Pooh del 1980. Presenta le composizioni del gruppo in veste rock: la scelta di questi arrangiamenti è già evidente nel singolo uscito in precedenza, Canterò per te, la cui musica è composta da Dodi Battaglia (fatto insolito per un singolo dei Pooh).
Il disco
La copertina del disco, disegnata in un vistoso giallo, riproduce i Pooh in una scena metropolitana sommersa dai grattacieli. Sono occupati nel tentativo utopico di fermare il tempo, rappresentato nel disegno da un metronomo: infatti, l'album si propone di ritrarre, quasi fotograficamente, delle scene per lo più di carattere urbano e dal testo di sapore quasi sempre romantico (Vienna, Stagione di vento, Quasi città, Aria di mezzanotte). Completamente in opposizione agli altri brani, tutti rockeggianti, si trova la malinconica canzone Ali per guardare, occhi per volare: posto alla fine della prima facciata del disco, il brano è realizzato quasi senza percussioni; prevede invece il ritorno dell'orchestra di Gianfranco Monaldi, che tanto aveva contribuito al successo dei Pooh nella prima metà degli anni settanta. Come di consueto in questo periodo discografico dei Pooh, chiude l'album un brano di soggetto storico-leggendario: viene descritta la spietata colonizzazione del Sudamerica da parte dei Conquistadores nel XVI secolo. La canzone narra l'episodio dell'uccisione di un Inca. Per la prima volta, Red partecipa alla stesura musicale di due brani (Aria di mezzanotte, Gatto di strada).
Franz Di Cioccio - Tamburello nel brano Caro me stesso mio.
Canzoni
Caro me stesso mio (Facchinetti-Negrini) - 3'39" Voce principale: Roby Stagione di vento (Facchinetti-Negrini) - 4'18" Voce principale: Dodi e Roby Numero Uno (Facchinetti-D'Orazio) - 4'11" Voce principale: Red Vienna (Battaglia-Negrini) - 3'46" Voce principale: Dodi Ali per guardare, occhi per volare (Facchinetti-Negrini) - 2'55" Voce principale: Roby Canterò per te (Battaglia-Negrini) - 3'51" Voce principale: Corale Aria di mezzanotte (Facchinetti-Canzian-D'Orazio) - 4'04" Voce principale: Dodi Quasi città (Facchinetti-Negrini) - 4'07" Voce principale: Roby Gatto di strada (Canzian-Negrini) - 4'12" Voce principale: Red Inca (Facchinetti-Negrini) - 4'40" Voce principale: Roby
Disse il soldato al suo re nuovo mondo tu avrai dammi tempo e vedrai. L'indio il coltello puntò sulle stelle a ponente e le navi contò poi disse: oltre il mare c'è il niente chi viene dal niente nemico non è. Dentro la città dai muri d'oro ai soldati il fiato si fermò sopra l'innocenza del giaguaro l'aquila cristiana si gettò. L'indio il coltello puntò contro il sole tu farmi del male non puoi. Abbassò le braccia ai fianchi e disse: fermati mille volte puoi colpirmi e non cadrei una strana meraviglia prese gli uomini il bandito di Castiglia chiese a lui tu paura non hai ti fai gioco di noi il tuo trucco qual è? Notte di fortezza e fiamme d'oro disse l'indio: uccidimi e vedrai vedrai con quei tuoi occhi di sparviero il sole aprire ancora gli occhi miei l'alba tra un po' spezzerà le tue armi tu farmi del male non puoi. Ma quel sogno fu silenzio e cadde fragile ed il cuore di smeraldo si fermò poi le spalle della notte si incendiarono e quel sole il re del sole non svegliò. Le navi il soldato riempi, e con l'oro parti col permesso di Dio.
Buona fortuna è un album del gruppo italiano dei Pooh, pubblicato il 20 giugno 1981. Risulta essere uno dei dischi più venduti del gruppo, piazzandosi al 5º posto della Hit parade annuale.
Tracce
Il disco
L'album dei quindici anni di attività del gruppo segna anche qualche importante novità dal punto di vista sonoro. Infatti, come ingegnere del suono viene chiamato Brian Humphries che in precedenza aveva lavorato con i Pink Floyd. Il suo apporto si farà sentire fino ad un certo punto. La copertina riporta i simboli della fortuna, coccinella e quadrifoglio, su sfondo bianco. Due canzoni di Stefano vengono utilizzate per un singolo (Buona fortuna/Lascia che sia). Il brano omonimo apre la prima facciata. Con Banda nel vento, il gruppo celebra il quindicennale della fondazione. In Gente della sera Negrini descrive la varia umanità che si può incontrare in una notte feriale alla stazione di Milano Centrale. Il lato B si apre con Fuori stagione, brano rock con una ritmica sincopata che dà il "la" alla malinconica Dove sto domani, caratterizzata dal basso fretless di Canzian: in questo brano si narrano la continuazione di un rapporto amichevole tra donna ed uomo anche dopo amore finito. Segue Replay, dove su una musica di Canzian, Negrini scrive un testo dove riaffiorano sensazioni della sua gioventù e quella del bassista. Il brano più noto è Chi fermerà la musica, utilizzato come singolo principale del 1981. Nel complesso, questo LP mostra, insieme a ...Stop, il volto più rock del complesso. L'album vende benissimo e segnerà la fine di una stagione più che prolifica per quanto riguarda vendite e produzione artistica.
Tracce
Buona fortuna (Facchinetti-D'Orazio) - 3:48 Voce Principale: Dodi, Red, Roby, Stefano Banda nel vento (Facchinetti-Negrini) - 4:31 Voce Principale: Roby e Dodi Lascia che sia (Facchinetti-D'Orazio) - 3:54 Voce Principale: Dodi Compleanno di maggio (Battaglia-Negrini) - 3:38 Voce Principale: Dodi e Roby Gente della sera (Facchinetti-Negrini) - 4:05 Voce Principale: Dodi e Roby Fuori stagione (Facchinetti-Negrini) - 3:18 Voce Principale: Roby Dove sto domani (Facchinetti-Negrini) - 4:15 Voce Principale: Dodi e Roby Replay (Canzian-Negrini) - 3:39 Voce Principale: Red Fotografie (Battaglia-Negrini) - 3:50 Voce Principale: Dodi, Roby Chi fermerà la musica (Facchinetti-Negrini) - 4:49 Voce Principale: Roby
Video
Buona fortuna
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Banda nel vento
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Lascia che sia
Lascia che sia questa notte vuole compagnia. Carnevale se ne va stiamo insieme amica mia. Lascia che sia se ti aspettano sarai un'idea vesti il tuo sorriso e stai respirando un po' di noi, e Canta facciamo finta che il tempo non conta spendimi accanto stanotte soltanto è tempo di noi. Solo batto le ali, ma il cielo è lontano non volo più. Domani poi mascherarti di malinconia torneremo ai nostri mari senza troppa fantasia, ma Canta facciamo finta che il tempo non conta spegni la luce ti voglio guardare lascia che sia. Canta buona è la notte lasciamola fare è tempo di noi.
Terrò la bocca chiusa, cambia la luna e sono in più non c'è che da decidersi che non funziona più farò una grossa spesa e ricomincerò. Sarò di un'altra casa, cambio telefono e città gli amici da dividerci, sarà una novità la mia valigia pesa ma tutto non ci sta. Prendo soltanto la mia vita con me cambiano posto i giorni miei col resto fanne ciò che vuoi. E se domani mi cercassero qui non dire a tutti: non lo so tu lo sai bene dove sto domani . Farò i miei viaggi ancora con la compagnia che tu sai da solo non so vivere e non ne ha colpa lei ma tu comunque sia non ti buttare via. Prendo soltanto la mia vita con me sappiamo tutti e due perché prenditi tempo e pensa a te. Io questa cosa lo so sempre dov'è anche se il conto è chiuso ormai dimmi ogni tanto cosa fai. Prendo soltanto la mia vita con me cambiano segno i giorni miei ma se hai bisogno tu lo sai che da questa casa puoi fidarti di me strade diverse da oggi in poi ma dimmi sempre come stai.
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Replay Un replay, prova a immaginarmi senza dire una parola, dammi pochi soldi come ai tempi della scuola; treno e sigarette la domenica mattina diciassette anni e tanta musica che suona. Fermami, sto per ritrovarmi quando stavo ancora solo, quando le mie donne le vestivo con il cielo; caldo di ragazza dentro un cinema che fuma quando si piangeva per non ridere alla luna. Vorrei passare il segno con te con cinquemila gradi di voglia in un torrente di sole. Vorrei lasciare il segno di me sui muri di una notte d'estate scrivendo "gente volate". Un replay: sono in una piazza nella neve ad aspettare con le chiavi in tasca per un letto di due ore con le mie poesie piegate a lettera d'amore piene di politica e di nuvole leggere. Vorrei passare il segno con te riavere la paura di un figlio farci arrestare e sognare. Ma c'è stagione a tutto si sa, il tempo è un batterista che tira, piedi per terra che è ora. E c'è stagione a tutto si sa il tempo è un batterista che tira piedi per terra che è ora.
Tropico del nord è un album dei Pooh, caratterizzato dalla particolarità di essere stato registrato alle isole Antille. Apre infatti un ciclo in cui il gruppo si reca in luoghi esotici per realizzare gli album, pur rimanendo generalmente estraneo a possibili influssi musicali dei paesi di registrazione.
Il disco
La copertina mostra all'ascoltatore lo specchietto retrovisore di un'automobile in cui è riflesso un mondo dei sogni, fatto di palme ed altri elementi tropicali. L'immagine paradisiaca di paesi esotici è comunque circondata dal paesaggio del mondo urbano, rappresentato da alcuni moderni edifici fotografati ad Assago, in provincia di Milano. Si tratta del primo lavoro di un artista italiano pubblicato sul supporto CD, che rispetto al vinile conteneva un brano in più: Colazione a New York. La decisione di escludere questo brano dal long playing non fu bene accolta da tutti i fans, dato che in quel momento il 33 giri era di gran lunga il supporto più utilizzato e pochissimi potevano permettersi un lettore cd. Inoltre, il prezzo di un cd corrispondeva all'epoca circa ad un triplo di quello del long playing. Il brano inedito sarebbe comunque comparso per la prima volta su vinile nella raccolta di artisti vari Canzoni per l'estate del 1984. Per la prima volta, Roby Facchinetti fa uso del Fairlight CMI, utilizzando quindi suoni naturali registrati e poi campionati nella tastiera. Per utilizzarlo, Facchinetti aveva in precedenza frequentato un corso in Germania. Questa è da ritenere la principale novità del disco. In questo album, il predominio di Facchinetti alla voce raggiunge l'apice, mentre si attenuerà gradualmente nei successivi ellepì. Roby canta interamente "Cara sconosciuta", "Cosa dici di me" (senza cori), "Passaporto per le stelle" ed "È vero", nonché gran parte di "Grandi speranze" (solo una piccola parte introduttiva è cantata da Dodi Battaglia). In "Lettera da Berlino Est" canta gli incisi, lasciando le strofe a Red, mentre in "Mezzanotte per te" interpreta il ritornello, lasciando le strofe a Dodi. Il breve brano a cappella "Solo voci" è un coro armonico di tutti e quattro i componenti, mentre in "Tropico del nord" i quattro si dividono le strofe cantandone un paio per ciascuno. "Colazione a New York", il pezzo escluso dal 33 giri, è interamente cantato da Red. Tra i brani che sono rimasti di più nell'immaginario collettivo spiccano Lettera da Berlino Est e Cosa dici di me, diventate nel corso del tempo due canzoni quasi inamovibili dai concerti, e Grandi Speranze, tipica canzone anni settanta suddivisa in più segmenti e condita da una interessante coda strumentale e ripresa di recente nella tourneé del 2008.Il brano Mezzanotte per te è stato commercializzato come singolo per il mercato tedesco mentre con Cara sconosciuta i Pooh hanno partecipato al Festival di Riva del Garda.
Il disco è caratterizzato da un sound molto più moderno dei precedenti, l'utilizzo di suoni sintetici fa sì che le atmosfere dell'album siano più "fredde" e "impalpabili" rispetto ai lavori precedenti, dei quali i Pooh conservano solo la vena melodica e le caratteristiche tipiche delle loro canzoni, con canzoni d'amore alternate a ritornelli orecchiabili e canzoni più impegnate e complesse nelle quali dare sfoggio delle abilità strumentali di Roby Facchinetti e Dodi Battaglia. I brani del disco sono racchiusi anche nella VHS L'anno del Tropico, commercializzata nel 1983 e che racchiude tutti i videoclip dell'album, realizzati tra il soggiorno caraibico e alcuni scorci "italiani" dai quali gli stessi Pooh raccontano e introducono i brani composti.
Canzoni
Cara sconosciuta (Facchinetti-Negrini) - 4'40" Voce principale: Roby Cosa dici di me (Facchinetti-Negrini) - 4'56" Voce principale: Roby Lettera da Berlino Est (Facchinetti-Canzian-D'Orazio) - 4'40" Voce principale: Roby e Red Grandi speranze (Facchinetti-Negrini) - 6'40" Voce principale: Dodi e Roby Passaporto per le stelle (Facchinetti-Negrini) - 4'44" Voce principale: Roby Solo voci (Facchinetti-Negrini) - 1'22" Voce principale: Dodi, Red, Roby, Stefano (interpretata A cappella) Mezzanotte per te (Battaglia-Negrini) - 4'50" Voce principale: Dodi È vero (Facchinetti-Negrini) - 4'21" Voce principale: Roby Colazione a New York (Canzian-Negrini) - 4'23" bonus track Voce principale: Red Tropico del Nord (Facchinetti-D'Orazio) - 4'01" Voce principale: Stefano, Dodi, Red, Roby
È morto Valerio Negrini fondatore dei Pooh Bolognese di nascita, aveva 66 anni. Musicista e paroliere, era considerato "il quinto" del gruppo, ma lui non gradiva
Lutto nella musica italiana. È morto a 66 anni Valerio Negrini, musicista e paroliere, noto per essere il fondatore nonché l'autore dei testi della maggior parte delle canzoni dei Pooh.
Nato il 4 maggio del 1946 a Bologna, Negrini, fu prima batterista - e talora voce solista - dei Pooh, poi dal 1971 si dedicò solo alla composizione dei testi del gruppo lasciando le bacchette a Stefano D'Orazio.
Il suo partner più assiduo nella composizione è Roby Facchinetti, in coppia con il quale ha composto numerose canzoni di successo. E' stato ribattezzato da molti "il quinto Pooh" ma lui non gradiva questa definizione. Lascia tre figlie: Alice nata nel 1979, Linda nel 1990 e Ginevra nel 2006. E la moglie Paola con cui era sposato dal 1995.
"È troppo difficile, in un momento come questo, riuscire a racchiudere in poche parole la nostra sofferenza – dichiarano Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian – possiamo soltanto dire che la nostra strada è stata sempre tracciata dalla sua poesia". "Non ci sono parole per descrivere un dolore così grande ed improvviso – dichiara Stefano D’Orazio – è una parte della mia vita che se ne va e già sento un vuoto incolmabile, buon viaggio amico mio".
Stroncato da un infarto, il fondatore e paroliere del gruppo aveva 66 anni. La band: «Lascia un vuoto incolmabile»
«È stato il fondatore dei Pooh, ma soprattutto quello che con i suoi versi, da "Pensiero" a "Tanta voglia di lei", da "Pierre" a "Uomini soli" ha portato il nostro gruppo al successo per tre generazioni». Così, affranto, Red Canzian parla dell'amico Valerio Negrini, morto improvvisamente per un infarto che lo ha colpito ad Andalo, dove si trovava in vacanza con la famiglia.
A nulla è valso il trasporto con l'elisoccorso all'ospedale Santa Chiara di Trento. Negrini, che era nato a Bologna il 4 maggio del '46, aveva avuto un altro infarto nel mese di aprile, ma lo aveva superato. Negrini fonda i Pooh nel febbraio del 1966 riservando a se stesso il ruolo di paroliere, batterista e occasionalmente voce solista.
Nel '71, dopo che la fama del complesso è andata consolidandosi grazie ad album come «Opera prima» e «Memorie» e grazie a brani come «Tutto alle tre» e «Piccola Katy», Negrini prende una decisione insolita nel mondo dello spettacolo: rimane come compositore e regista occulto dei Pooh lasciando agli altri (e in particolare a Stefano D'Orazio che lo sostituisce alla batteria) le luci della ribalta e le tournée. Una scelta anche legata forse a contrasti col produttore Giancarlo Lucariello. Negrini scriverà soprattutto con Roby Facchinetti che insieme a Red Canzian e Dodi Battaglia dichiara: «La nostra strada è sempre stata tracciata dalla sua poesia». «È una parte della mia vita che se ne va», aggiunge D'Orazio, il batterista che ha lasciato la formazione due anni fa. La poetica di Negrini è riuscita a entrare in forte sintonia con la coscienza collettiva degli italiani. La leggerezza delle melodie si univa a testi semplici che tuttavia spesso si ispiravano a tematiche serissime: l'adulterio in «Tanta voglia di lei», le sofferenze di un carcerato in «Pensiero», il militari uccisi dal terrorismo in Alto Adige in «Brennero 66», l'omosessualità in «Pierre». Negrini lascia tre figlie: Alice nata nel 1979, Linda nel 1990 e Ginevra nel 2006. E la moglie Paola con cui era sposato dal 1995.
Aloha è un album del gruppo italiano dei Pooh, pubblicato nel 1984 dalla casa discografica CGD. Si tratta di un periodo nel quale il gruppo sente l'esigenza di staccare la spina dall'Italia e vivere la registrazione come un momento di totale distacco con il mondo esterno (la stessa scelta che aveva portato il gruppo a registrare Tropico del nord, il disco precedente, fuori dall'Italia).
Il disco
Si tratta di un album dall'impianto "elettronico", come elettronico sarà Asia non Asia, ma sempre fedele allo stile che ha contraddistinto la musica dei quattro. Il pezzo più famoso è La mia donna; altri pezzi che si ricordano sono Il giorno prima, uscita in piena epoca di corsa al riarmo, una fotografia pre-atomica. Si conferma in questo album il predominio vocale di Roby Facchinetti, sia pure un po' attenuato rispetto al precedente ellepì "Tropico del nord". Questa volta la voce di Roby non compare in tutti i brani, dal momento che "Io vicino io lontano" è interamente cantata da Dodi. Roby interpreta "Ragazzi del mondo", "Selvaggio" e "Come saremo". In "La mia donna" e "Il giorno prima" compaiono le voci di tutti e quattro i componenti del gruppo, che si dividono le strofe, mentre il ritornello è cantato da Roby o comunque con la sua voce che prevale. In "Stella del sud", Red e Roby si dividono le strofe, mentre nel ritornello prevale Roby. In "Tempi migliori", Dodi canta le strofe e Roby il ritornello. Nella versione CD dell'album è presente Canzone per Lilly, cantata da Dodi. Si tratta di una bonus track proposta per favorire la diffusione del supporto, all'epoca molto meno diffuso rispetto a musicassette e LP.
Ragazzi del mondo Lei corre nella pioggia con i pattini e va a ballare in vespa la domenica; lui mangia col giornale e sta cercando casa, per pensare in pace e farsi la sua spesa e dipingersi i muri da sé. Lei forse va in novembre all'università, lui ha una cinquecento di vent'anni fa, fanno un mestiere al giorno per pagarsi il mare e magari un posto dove far l'amore con dolcezza e con tranquillità. Sono ragazzi del mondo con il cuore negli occhi che scintillano, vanno a toccare le stelle con qualcuno che poi non li dimentica; si fanno belli si fanno male, ma poco sole li guarirà. Sono ragazzi del mondo come onde veloci dell'oceano, con gli occhi aperti per proteggersi, con gli occhi chiusi per riceversi. Li vedi dirsi in faccia quel che pensano o innamorati all'ombra di un telefono, lei con la sua paura d'essere imbrogliata, lui dall'altra parte con la testa vuota e la stanza che parla di lei. Li vedi nella pioggia di periferia nell'angolo nascosto di una birreria, stanno attaccando i sogni a un filo di vacanza falli navigare dentro la speranza che domani sia sempre di più. Sono ragazzi del mondo con il cuore negli occhi che scintillano, vanno a toccare le stelle con qualcuno che poi non li dimentica; si fanno belli si fanno male ma poco sole li guarirà. Sono ragazzi del mondo come onde veloci dell 'oceano falli ballare sulle nuvole falli sognare falli correre.
Video
La mia donna
La mia donna è l'amica che non stanca, la mia banca, il mio avvocato, la mia stella della sera; non è un gioco vivere con me, mi conosce come le sue mani, è innamorata ma sa sempre quel che fà. La mia donna è un discorso complicato, una canzone che mi toglie tutto il fiato, mi assomiglia, è una foglia al vento come me, sempre appesa al filo di un pallone fà il nido se è ferita mi sveglio se n'è andata. Donne immaginate e vere clandestine dentro al nostro confine che affondano radici tenere con il vestito di una notte sola; donne d'amore donne d'avventura che ti asciugano la pioggia negli occhi, quando sei lontano dal tuo cuore e sei cattivo e non sai più capire perché stai male con te. La mia donna è una palma spettinata, sa suonare e cucinare e per giocare l'ho tradita, lei mi ha detto potrei farlo anch'io, stacci attento perché poi fa male e gli occhi parlano chiaro di più delle parole. Donne in tasca e nei pensieri che ci stancano e ci fanno parlare due minuti di un amore insegnano più di una vita a correre e cadere; cambiare albergo non ti serve a niente, le città, le stanze son tutte uguali, quando schiacci i tasti dei ricordi, quando hai capito tutto troppo tardi e non puoi fare di più. La mia donna è nel suo tempo migliore proprio adesso che non è più la mia donna ci parliamo, mi capisce senza nostalgia, solo i tempi erano sbagliati potessi riprovare, potessimo rifare....
Io vicino, io lontano Tu mi guardi e sciogli il ghiaccio nel bicchiere, coi capelli mossi dal ventilatore, ci son barche qua e là buttate al vento, le nuvole al vulcano, io vicino, io lontano che ne sai tu di me, che nei sai. Tu m'hai chiesto con i piedi dentro al mare se l'Italia è a nord o a sud dell'equatore, hai la stoffa trasparente sopra il cuore e sai quattro parole: come stai, ciao amore, che ne sai tu di me, che nei sai. Che ne sai della campagna con la brina, della nebbia in autostrada la mattina, del giorno di Natale con la neve sugli ombrelli tu che vivi sui coralli ai piedi dell'arcobaleno, senza vetri alle finestre, io vicino, io lontano, sono qui perché ci sono, come un'ape sull'atlante non far piani su di me. Tu sei nata con il sole nei capelli, con le palme e i pesci blu nei francobolli, il tuo nome sembra un gioco di parole, "sto zitto" in italiano, io vicino, io lontano, che ne so io di te, che ne so. Delle tavole sull'onda a scivolare, delle favole di un vecchio baleniere, su questo meridiano, a due giorni d'aeroplano dai miei fatti personali, io vicino, io lontano sulla rotta controvento, come un gatto nel tramonto, guardo il sole che fa il bagno e pescando ho preso un sogno sulle labbra della luna, nella corsa di un delfino, in un taxi che va piano non c'è scritto dove andiamo ma ricordati di me.
Il 3 gennaio 2013 un infarto ci ha privato per sempre delle poesie in musica di Valerio Negrini.
... ma noi, ora, come facciamo?
E' questo il primo pensiero che mi è salito alla mente appena ho saputo della morte di Valerio Negrini. Ed è ancora lì, a riecheggiare senza risposte. Valerio che da cocciuto ragazzo emiliano inseguendo un sogno è giunto a scrivere tra le più belle canzoni del patrimonio musicale italiano. Canzoni che dimostrano estrema sensibilità per l'altra metà del cielo. Canzoni che lo vedono analizzare con occhio attento l'uomo e la società. Canzoni in cui tutti noi fan abbiamo saputo riconoscere qualcosa di noi stessi: un ricordo, uno stato d'animo, un pezzetto della propria vita, un evento importante. E proprio questo è il dono di Valerio: saper scrivere di cose importanti e della quaotidianità in modo che ognuno di noi ci si possa riconoscere o possa esclamare "Hei! Ma parla di me!". Il mio "Hei!" l'ho esclamato ascoltando "Il tempo, una donna, la città". Ma non a sedici anni, quando per la prima volta poggiai il vinile sul piatto dello stereo. Da adulta. Da donna che guarda indietro al proprio passato con una prospettiva diversa e si rende conto di tante cose di cui non poteva accorgersi, vivendoci in mezzo. Un infarto mi ha privato per sempre dell'emozione di aprire un nuovo album dei Pooh ed ascoltarne traccia dopo traccia per scoprire le poesie di Valerio che vi sono state racchiuse. Sì, Valerio. Non il signor Negrini. Perché dopo 23 anni trascorsi ad ascoltare le sue parole, a leggere dei sacrifici e dei sogni portati in giro sui palchi italiani per far realizzare e crescere il sogno di nome Pooh, è una presenza costante del mio quotidiano musicale. Come un amico lontano che si stima ed ammira, pur non conoscendolo di persona. Valerio, nella sua ultime intervista televisiva, argomentando di "Uomini soli" ha detto: "Io sono ateo praticante. Ateo serenamente e quindi io posso parlare di Dio". Valerio, tu potevi parlare di tutto. Hai parlato di tutto. Ci hai portato dagli Incas, ci hai fatto trasvolare l'oceano in compagnia di un ragazzo, hai narrato l'ascesa ed il declino dell'umanità, ci hai parlato di una ragazzina che voleva fuggire di casa... Continuaimo a parlare di Valerio al presente. L'uomo se ne è andato, ma la sua eredità di poesia rimane.
Michaela
da: michaela.it
"Ma perché non si vive per sempre, ma perché scappa il tempo, dove va? La realtà non ammazzi la fantasia, che bordello che nostalgia..." "Perche' non si vive per sempre",