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DONNOLE ED ERMELLINI....I MUSTEDILI

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  1. gheagabry
     
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    “Ero eccitato perché avevo appena iniziato il mio viaggio e avevo letto un mare di libri su persone imbarcatesi in avventure che avevano portato alla descrizione di nuove specie. E' un caso interessante, ci sono tradizioni locali sulla sua esistenza e ci sono vecchie note di antropologi e altre persone che avevano visitato l'isola”
    (Lavery, 2017)


    vika

    Uromys vika

    Una nuova specie di ratto gigante, l’Uromys vika, è stata scoperta a Vangunu, una piccola isola delle Isole Salomone a circa 1.600 chilometri a nord-est dell’Australia. La popolazione locale lo descriveva come un animale intento a vivere sulle cime degli alberi delle foreste pluviali. Gli scienziati avevano a lungo dubitato sull’esistenza di un simile animale, arrivando a credere che fosse una delle classiche leggende metropolitane.
    Chiamato “vika” dalla popolazione. Il ratto gigante di Vangunu è lungo quasi mezzo metro e trascorre buona parte della sua esistenza sulle chiome degli alberi, in particolar modo di quelli da frutta come le palme da cocco. La lunga coda quasi totalmente priva di peli serve all’animale per aggrapparsi più facilmente alle fronde, muovendosi rapidamente da un ramo all’altro. Le sue zampe posteriori, con palmi molto ampi e dita lunghe e incurvate, lo aiutano a darsi la spinta per gli spostamenti in verticale e per avere una migliore presa. La dentatura del vika è pronunciata, come in molti roditori, e i suoi incisivi sono lunghi e affilati per riuscire a incidere i duri gusci delle noci di cocco, e cibarsi della polpa che si trova al loro interno.

    Il vika conduce una vita piuttosto tranquilla, ma deve fare i conti con i gatti selvatici, che ne vanno ghiotti. La minaccia principale per questi roditori è comunque costituita dalle attività degli esseri umani. Mentre la maggior parte dei locali vive di ciò che trova e che riesce a coltivare sull’isola, negli ultimi decenni grandi aziende estere di legname hanno ottenuto permessi per lo sfruttamento delle foreste, in cambio di accordi economici molto vantaggiosi per i proprietari terrieri. L’abbattimento degli alberi ha ridotto sensibilmente l’estensione delle foreste, sottraendo di conseguenza molto spazio ai vika.

    La difficoltà di trovare questo ratto, racconta Lavery, è dovuta al fatto che non vive a terra, come quasi tutti gli altri ratti, ma sui rami degli alberi e raramente scende.
    Gli scienziati sostengono che la maggior parte di questi ratti giganti si siano estinti dopo l'avvento della civiltà in queste isole. Secondo i genetisti, solo nei primi due secoli di colonizzazione dell'America gli europei distrussero due dozzine di specie di tali ratti. Nelle Isole Salomone, afferma Lavery, il ratto gigante è stato a lungo il protagonista di una leggenda. Gli scienziati lo hanno cercato per più di 80 anni, senza mai riuscire a trovare alcun segno della sua esistenza.

    L'Uromys Vika entrerà presto nella lista delle specie in pericolo di estinzione, in quanto presente in scarsa quantità sull'isola Vangunu, dove Lavery ne ha scoperto un esemplare. Gli scienziati sperano che le autorità dell'arcipelago nel prossimo futuro prenderanno misure per proteggere questa nuova specie. Le speranze degli ambientalisti sono riposte nel parco ecologico di Zaira, una riserva all’interno della foresta pluviale che comprende tre diverse aree. Oltre a impedire l’abbattimento sistematico degli alberi, il parco consente ai locali di cacciare gli animali in una sola delle tre aree per volta; nelle due dove viene ciclicamente vietato, la fauna ha più possibilità di rinnovarsi. I vika non sono cacciati, ma beneficiano comunque di questo sistema perché rende più equilibrato il loro habitat



    Incuriosito dai racconti sui vika degli abitanti di Vangunu, Tyrone Lavery, esperto di mammiferi del Field Museum di Chicago, nel 2010 aveva raggiunto l’isola per osservare il ratto gigante che secondo i locali vive sulle cime degli alberi delle foreste pluviali e che ha incisivi così forti da riuscire a incidere e rompere il guscio delle noci di cocco. Insieme con i suoi colleghi, Lavery aveva disseminato in vari punti dell’isola telecamere e trappole sulle cime degli alberi per riprendere il passaggio del grande ratto e, nella migliore delle ipotesi, catturarne un esemplare. Ma tutti i tentativi erano stati vani: nessuna traccia del vika.

    Nel novembre del 2015, grazie a una combinazione di eventi piuttosto fortunata, mentre stavano lavorando all’abbattimento degli alberi, alcuni locali hanno notato che tra le fronde di una delle alte piante abbattute c’era uno strano animale morto, una specie di topo fuori misura. Nella zona passava Hikuna Judge, un guardiaparco di una riserva naturale, che ha recuperato i resti dell’animale e si è fatto confermare dagli anziani dell’isola che si trattasse di un esemplare di vika. L’animale è stato poi inviato al Museo del Queensland in Australia per ulteriori indagini.

    A distanza di poco meno di due anni, ora la scoperta è stata annunciata da Lavery e Judge in una ricerca pubblicata sul Journal of Mammalogy. La nuova specie è stata chiamata Uromys vika in onore del nome tradizionale dato dagli abitanti di Vangunu all’animale (Uromys indica il genere, ed è il nome utilizzato per parte dei roditori della famiglia dei Muridi).



    Edited by gheagabry1 - 28/3/2020, 16:49
     
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13 replies since 17/1/2011, 15:43   56862 views
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