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DONNOLE ED ERMELLINI....I MUSTEDILI

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  1. gheagabry
     
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    Quando capiremo, a fatti e non a parole, che le scelte esercitate
    contro gli animali sono anche scelte contro di noi?
    (Danilo Mainardi)


    LA DONNOLA


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    La forma fisica della donnola è un adattamento quasi estremo alla caccia nei cunicoli di topi ed arvicole: corpo allungato, molto snello e flessuoso, zampe molto corte e dotate di artigli, che facilitano l'arrampicata e lo scavo. Le dimensioni minuscole sono l'adattamento più evidente e sono il punto cruciale nella strategia di vita di questo mustelide: il corpo è lungo circa 114-260 mm, la coda è corta (17-78 mm). Il peso varia ampiamente: 25-250 g. Il dimorfismo sessuale è altissimo, ed è legato alle dimensioni: il maschio, infatti, può pesare oltre 2 volte la femmina.
    Il pelo è relativamente corto su tutto il corpo. Il colore del mantello è nocciola-bruno sul dorso e sulla coda; crema-bianco panna sulle zone inferiori, dall'addome alla gola, e sulle porzioni interne e terminali delle zampe.
    La donnola possiede un paio di ghiandole perianali il cui secreto sulfureo viene accumulato in appositi sacchi controllati da muscoli volontari e rilasciato in modiche quantità, come sistema di marcatura e comunicazione.
    Le donnole si trovano in un ampia varietà di habitat, dalla pianura alla montagna, in ambienti forestali, di prateria, di pascolo alpino e semidesertici; sono comuni anche in ambienti antropizzati, come fattorie e zone rurali, arrivando a vivere fin dentro le città. L'esigenza irrinunciabile per le donnole è la presenza nel territorio di aree con sufficiente copertura e ricche di micromammiferi. I microhabitat preferiti sono prati rigogliosi, siepi fitte e muri a secco, covoni di fieno, cespugli, sottobosco fitto, fossati e margini di stagni coperti da densa vegetazione.
    Le donnole sono infatti dei predatori altamente specializzati nella caccia ai piccoli mammiferi, in special modo roditori (topi ed arvicole), che catturano con formidabile efficienza, grazie alla loro abilità nell'entrare nelle tane e nelle gallerie delle prede; predano anche altri micromammiferi (talpe, ratti, ghiri, moscardini etc.), uccelli, nidiacei, uova e conigli, se non sono disponibili piccoli roditori. La dieta comprende anche lucertole ed altri piccoli rettili oltre ad insetti.
    La donnola è anche un'abituale frequentatrice di pollai, piccionaie e conigliere, dove fa delle vere stragi. L'utilizzo di una fonte di cibo facilmente raggiungibile è irrinunciabile per un animale dal metabolismo così accelerato come la donnola. Degli animali domestici uccisi di cui non riesce a consumare il corpo lecca spesso il sangue, altamente energetico. È cacciata dai nostri contadini con le donnolare: sono dei tunnel di legno uniti in parallelo e dotati ognuno di una porta che si blocca quando l'animale è entrato.
    La donnola si accoppia dalla primavera alla tarda estate. L'accoppiamento inizia con una lotta tra maschio e femmina, che termina quando il maschio riesce ad afferrare la femmina per il collo. Come negli altri Mustelidi l'ovulazione è indotta dalla copula, che deve essere prolungata (anche 1-2 ore) e vigorosa; per facilitare queste operazioni i maschi (di tutti i Mustelidi) possiedono un osso penico, il baculum.
    La gestazione dura 34-37 giorni. Le cucciolate sono composte da 1 a 7 piccoli (con punte di 8). I piccoli nascono dalla tarda primavera fino all'autunno in tane sotterranee foderate di pelo (spesso prese "in prestito" alle prede abituali). Il maschio non partecipa all'allevamento dei piccoli.


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    .....storia, miti e leggende....


    Nella mitologia si narra la storia di una giovane donna di nome Galinthiàs, ancella o amica di Alcmena, madre di Eracle (Ercole). Era, sposa di Zeus, gelosa delle prodezze erotiche del marito, seduttore impenitente di donne mortali, aveva deciso di arrestare la nascita di Eracle, frutto di una notte d'amore "strappata" con l'inganno, tra Zeus e Alcmena. Galinthiàs, figlia del tebano Preto, con un astuto stratagemma, ingannò le Moire e Ilizia, le dee del parto. Era, infatti, aveva ordinato alle divinità di stare sedute davanti alla camera di Alcmena con le mani intrecciate in modo che il bimbo non potesse nascere. Per nove giorni e nove notti le Dee stettero sulla soglia della casa con le gambe e le mani incrociate, impedendo la nascita con i loro incantesimi.
    Le doglie si facevano sempre più forti e per salvarla da tanto strazio la giovane ancella uscì di corsa dalla camera per annunciare gioiosamente che, per ordine di Zeus, il parto era avvenuto malgrado loro. Le dee, prese alla sprovvista, non capirono immediatamente il trucco e levarono in alto le mani in un gesto di stupore e rabbia. E così, svincolato da quell'intreccio mortifero, Eracle potè finalmente venire alla luce. Ma le Dee del parto, furibonde e indignate per la beffa, punirono la responsabile dell'inganno trasformandola in donnola.
    E poichè la sua bocca aveva proferito la menzogna che le aveva ingannate, la condannarono a partorire attraverso la bocca. Ecate si impietosì per la povera bestia e ne fece la sua serva e un animale sacro. Eracle, divenuto adulto, si ricordò di colei che gli aveva permesso di nascere e le innalzò un santuario presso la propria casa. I tebani, fedeli al ricordo di Galinthiàs, le portavano offerte durante la festa di Eracle.
    Come è nella natura del mito anche questo racconto è stato tramandato in molte varianti.
    In tutti i racconti irlandesi, ad esempio, la madre del re Conchobar si chiama Ness: donnola. E' una vergine guerriera. Sorpresa al bagno dal druido Cathbad, questi la minaccia con la spada. La nascita del suo primo figlio viene fissata dal druido ma Ness, che vorrebbe ritardarla, si siede su una pietra. Anche in questo caso vi è l'impedimento ad una nascita non desiderata.
    Successivamente Ness cerca, e ottiene, il regno per il nascituro, in seguito ad un patto concluso ai danni del re precedente, Fergus. Ness lo sposa ma alla fine dell'anno gli uomini dell'Ulster decidono di proclamare re Conchobar perchè tradito da Fergus.
    Ness, in questa storia, può rappresentare l'affetto e la vigilanza e, nella sua valenza negativa, l'incostanza e l'astuzia anche se questo contrasta con l'iniziale atteggiamento di guerriera selvaggia.
    Si pensa che gli irlandesi confondessero la donnola con l'ermellino, la cui pelliccia è sempre stata usata come ornamento di re, principi e dignitari.
    L'ermellino, con il suo pelo bianco, rappresenta la purezza degli intenti e della giustizia.
    Il mito, in entrambe le versioni, rappresenta la liberazione di una nuova vita.
    La donna è l'archetipo della levatrice, e rimanda al tema della nascita, alla sofferenza ad essa connessa, alla solidarietà nel mondo femminile e alla violenza della divinità, ossia della sorte umana.
    La donnola rappresenta bene il momento in cui "si rompe il nodo" e il bambino, simbolo del progetto, viene alla luce e prende corpo, come accade spesso nei sogni, dopo una lunga gestazione del pensiero.
    Le tradizioni più antiche dell'enciclopedia animale la collegavano con il parto e la sessualità. Nel Medio Evo era considerata un simbolo di lascivia (Clèbert, Animali fantastici) forse per gli stessi motivi del furetto, animale che stana il coniglio dal suo nascondiglio e, nella poesia popolare, è un trasparente simbolo erotico.
    Nell'antichità si affermava che la donnola concepisse attraverso le orecchie e partorisse dalla bocca e tale simbologia fu recuperata nel linguaggio iconografico del cristianesimo. In un portale tardo-gotico a Wurzburg è raffigurata una delle più "curiose" annunciazioni: tra la bocca del Dio Padre e l'orecchio di Maria corre una sorta di tubo, su cui scorre un minuscolo bambino. E' una rappresentazione sacra del mistero divino dell'unione compiuta senza impurità, in cui l'uomo è Parola, la donna è Ascolto, dialettica e fondamento del divenire stesso della Soggettività.
    L'orecchio è un luogo di fecondità mitologica e rimanda ad una nascita simbolica, come nel caso di Gargantua. In India "... si forano le orecchie degli uomini come gesto apotropaico per proteggere dalla morte." (C.G.Jung). L'orecchio esprime soprattutto la saggezza dell'ascolto interiore, la facoltà di "intendere" il linguaggio dell'anima.
    E' un'immagine suggestiva che rimanda all'Eros del femminile come dimensione psicologica indispensabile al concepimento del Logos. Come nella Genesi ogni volta che Dio parla crea le cose, la bocca evoca la Parola, il Verbo, il luogo primitivo di nascita spirituale.
    O, per dirla ancora secondo la metafora alchemica: è il tre (simbolo, in oriente come in occidente, del maschile) che corrisponde all'azione, mentre il due del femminile è la ricettività che permette la genesi dell'azione vera, il Verbo che si fa carne. Nell'iconografia anche la Madonna è nemica del serpente, e si conosce bene l'avversità della donnola nei confronti di questo animale che insegue fin nella sua tana e uccide dopo aver mangiato la ruta, il cui odore risulta insopportabile.
    Nel Medioevo si credeva che la donnola fosse l'unica in grado di sconfiggere anche il basilisco, a rischio di morire nella lotta.
    Come tutti i simboli, anche la donnola è ambivalente: da un lato rappresenta la levatrice benefica, colei che con la sua competenza allevia definitivamente i dolori del parto e permette alla vita di venire alla luce; è la quintessenza della femminilità, al punto da esibirla anche nel nome. Dall'altro è la strega dissoluta, la donna lasciva e ingannevole, capace di macchinazioni disoneste e poco amata per questo.
    Ha un ruolo fondamentale nel tema della nascita e diventa il modello della levatrice nel mondo immaginario. Amica delle donne che la qualificano come madrina, nutrice, comare o cognata (galos in greco, che chiama gale la donnola), l'animale è dunque posto al centro dell'inizio della vita e, per questo, è più vicino alla donna, ai suoi patimenti e alla gioia connessa al parto.
    Il malvolere della cultura maschile, nei meandri del folklore antico, la vede invece trasformata in sposa mancata o in zitella gelosa.
    (Laura Ottonello)


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    Per gli antichi greci, la donnola simboleggiava il male. Se ne arrivava una, le persone si disperdevano. Nell’Asino d’oro di Apuleio, le streghe si trasformanno in donnole.
    Nel Medioevo, si credeva che le donnole concepissero attraverso le orecchie. Inoltre, l’animale era simbolo d’infedeltà, anche se esisteva una leggenda secondo la quale la Madonna avrebbe concepito Gesù tramite l’orecchio: Dio parlò attraverso l’angelo e la Vergine rimase incinta tramite l’orecchio. Nelle Gesta Romanorum, la donnola simboleggia San Giovanni o addirittura Cristo stesso, poiché l’animale è nemico del Basilisco e dei serpenti in generale, simboli del Demonio.
    Nella mitologia dei nativi nordamericani, la donnola è in grado di vedere quel che si nasconde sotto una maschera ed è anche capace di riconoscere un evento dai piccoli segni che lo precedono. Per questo, un tempo, era usanza dei re indossare pelli di donnola o d’ermellino. Gli individui in possesso della forza della donnola vengono spesso sottovalutati, poiché grazie alla loro discrezione sanno tenere nascoste le loro conoscenze.



    ....una fiaba.....



    Madamigella Donnola, fresca di malattia, e fatta ancor di corpo più lungo e mingherlino,
    in un vicin granaio un giorno penetrò per un foro, che meglio diremo un forellino.
    E qui tanto mangiò, con tanta indiscrezione, di lardo e d'ogni tenero boccone,
    che grassa e bella in breve diventò.
    Un dì, verso la fine di quella settimana, udito dopo il pranzo un gran rumor di là,
    volea fuggir, ma - Come? - esclama, - è cosa strana!
    Non sono io forse un giorno passata per di qua?
    Com'è che il buco a un tratto divenne così stretto? -
    E dopo molti inutili giri e rigiri, ovunque ch'ella vada crede sempre d'aver sbagliato strada.
    Un topo che la vede in imbarazzo e in pena, le disse: - Ma non sai che allora non avevi ancor la pancia piena? Magra venisti, amica, e magra tornerai -.
    Ciò che di te si dice, anima mia, a molti altri conviene,
    ma confonder le cose non conviene per far gran pompa di filosofia.
    (Jean de la Fontaine)



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    Edited by gheagabry1 - 28/3/2020, 18:38
     
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13 replies since 17/1/2011, 15:43   56862 views
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