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DONNOLE ED ERMELLINI....I MUSTEDILI

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  1. gheagabry
     
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    "Un giorno rivedremo i nostri animali nell'eternità di Cristo", e contraddicendo pure Woityla che nel 1990 affermò: “La Genesi ci mostra Dio che soffia sull'uomo il suo alito di vita. C'è dunque un soffio, uno spirito che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio. Gli animali non ne sono privi”.



    L'ERMELLINO



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    L'ermellino è uno dei tanti esempi di animali predatori facilitati nella caccia dai colori mimetici: senza questi sarebbe per loro molto difficile accostarsi alla preda.
    Molti mammiferi delle regioni artiche cambiano il colore del mantello con le stagioni: uno di questi, infatti, è l'ermellino; che durante l'estate è bruno e si confonde col colore del terreno, delle foglie secche, dell'erba. Può strisciare vicino agli animali di cui va a caccia, senza essere scorto da carnivori di maggiore mole, per i quali costituirebbe un ghiotto boccone.
    Questo piccolo animale non va in letargo, perciò deve essere in grado di procurarsi il cibo anche durante la stagione invernale: in autunno quando il suo bruno mantello cade, viene sostituito da una candida pelliccia bianca.
    L'ermellino è un carnivoro della famiglia dei Mustelidi. E' uno dei più piccoli mustelidi predatori ed è diffuso in Italia sulle Alpi e Appennini tra i 1000-3000 m di quota.
    Predilige i boschi radi, si trova lungo i torrenti e si costruisce la tana nelle praterie alpine.
    L’ermellino maschio è il doppio della femmina (circa 27 cm), ha il corpo allungato di forma cilindrica. Tollera più mogli nel suo territorio ed è un mammifero che si riproduce nei mesi di giugno, luglio, febbraio, marzo e può dare alla luce fino a 18 piccoli.
    E' molto simile alla donnola, da cui si distingue per le dimensioni inferiori e per il ciuffo nero all'estremità della coda, presente sia sul manto estivo che su quello invernale.
    E’ presente ovunque, ma è difficilmente osservabile.
    Non è particolarmente timido, anzi quando è sorpreso mostra grande interesse verso l’uomo, ma le ridotte dimensioni e l’ambiente molto accidentato e ricco di rifugi ed anfratti gli consentono di osservare il nostro passaggio completamente indisturbato.
    Osservare le tracce del suo passaggio o dei suoi pasti è facile, mentre il suo incontro è un evento molto raro anche per i naturalisti più esperti.





    ...........il gioco.........




    Il suo segreto è proprio la sua passione per giocare! E' proprio grazie al gioco che imparano a dare la caccia e a tendere agguati. Da piccoli, questo allenamento gli consentirà di apprendere le strategia di caccia e sarà di importanza vitale quando andranno a caccia da soli.
    Ad esempio, poniamo il caso che l’ermellino voglia cacciare un coniglio, preda 10 volte più grande di lui. Chi la spunterà?
    E’ pericoloso per l’ermellino affrontarlo direttamente: la sua strategia di caccia è di stancare il coniglio che comincerà a perdere le forze e la resistenza fisica dell’ermellino farà la differenza. Una volta sfiancata la preda, l’ermellino passa all’attacco.
    Il più piccolo ha sconfitto il più grosso. L’agilità ha ribaltato la forza.
    L’espressione curiosa di un ermellino che fa capolino dalla neve conferisce un’aria di folletto a questo piccolo efficientissimo predatore.




    ....miti e leggende.....



    ...spesso simbolo di castità e purezza nel folclore medievale e rinascimentale.
    Si credeva che se un ermellino fosse stato circondato da fango, avrebbe preferito essere catturato piuttosto che sporcarsi la bianca pelliccia cercando di liberarsi.(…)
    Nel medioevo e nel rinascimento, la pelliccia d’ermellino era talvolta usata per bordare abiti regali. In alcune opere d’arte del rinascimento, Minerva, dea romana della saggezza
    è raffigurata con un ermellino simbolo di virtù...Nell’arte cristiana, il manto di Maria Maddalena è talvolta di ermellino, a indicare che l’antica prostituta aveva riformato i propri costumi.



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    ...nell'araldica....



    "Secondo una leggenda, un duca bretone del X secolo è stato incitato ad opporsi ed a fermare le incursioni Vichinghe quando ha visto un ermellino inseguito da una volpe girarsi improvvisamente ed attaccare l'animale più grande di lui. Un successivo duca , Giovanni IV, creò un Ordine denominato "Chivalric del Ermine" nel 1381".
    Vincent Morley



    "Un'altra leggenda dice che la duchessa Anna di Bretagna vide un ermellino bianco che preferì per morire piuttosto che sporcare il proprio bel pelo bianco nel fango. La duchessa ha adottato così le armi con con le ciocche nere, che deriverebbero dalla code dell'ermellino. Non si conosce esattamente l'origine di questa usanza, ma ha certamente qualcosa a che fare con gli inizi dell'ordinamento araldico quando gli scudi dovettero essere rinforzati. Questi punti di nero erano forse inizialmente rinforzi chiodati".
    Pascal Vagnat



    "In Bretagna, diciamo solitamente che la duchessa Anna, "Anne de Bretagne/Anna Vreizh", vide un ermellino inseguito dai cacciatori e questo, arrestatosi, rifiutò di attraversare uno stagno e preferì morire. La duchessa disse che era un atto di valore. Il motto del ducato di Bretagna è "Potius mori quam foedari", in bretone, "Kentoc'h mervet eget am zoatran" ("Piuttosto morto che sporco")".
    Michel Bolloré



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    .....una favola....


    Un giorno l’ermellino, passeggiando per la tundra, incontrò il lupo.
    “Sai qual è l’animale di cui le renne hanno più paura?” gli chiese l’ermellino.
    “Certo” rispose il lupo lsciandosi il pelo, “sono io.”
    “Beh….non è del tutto esatto” disse l’ermellino, “le renne rimangono terrorizzate al solo vedermi.”
    “Che sciocchezza!” rise il lupo. “Sei un gran bugiardo. Sei piccolo, non sei nemmeno capace di attraversare i ruscelli con un salto e ti vanti di far paura alle renne!”
    “Se non mi credi, facciamo una prova.”
    “D’accordo, se insisti” rse il lupo, “ma come intendi fare?”
    “Andiamo dove pascolano le renne” disse l’ermellino, “io andrò avanti per primo, tu mi seguirai così potrai vedere con i tuoi occhi.”
    La tundra è una vasta terra umida, desertica, senza alberi, e là dove cresce un po’ di muschio le renne vanno al pascolo.
    L’ermellino serpeggiava davanti, il corpo flessuoso, muovendo veloce le sue zampette: scivolava tra l’erba come un piccolo ruscello, senza che nessuno lo potesse notare.
    Il lupo invece lo seguiva impettito, con le sue zampe lunghe e con le orecchie dritte.
    Non appena le renne videro il lupo, tutto il branco fu preso dal panico e subito i maschi si strinsero attorno alle femmine e ai piccoli per proteggerli.
    “Lo vedi come hanno paura di me?” disse l’ermellino. “Sei convinto adesso?”
    “L’ho visto con i miei occhi…” disse il lupo. Ed era rimasto così impressionato, che da quel giorno tutti i lupi dividono il proprio cibo con gli ermellini.



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    Edited by gheagabry1 - 28/3/2020, 17:35
     
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13 replies since 17/1/2011, 15:43   56862 views
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