Stefano Accorsi

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    Stefano Accorsi

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    Stefano Accorsi - all'anagrafe Stefano Lelio Beniamino - (Bologna, 2 marzo 1971) è un attore italiano.

    Biografia:


    Nato a Bologna nel 1971, Stefano vive la sua infanzia nel paese dei suoi genitori, in una frazione di Budrio, Bologna. Dopo la maturità scientifica al Liceo Sabin, si iscrive alla Scuola di Teatro di Bologna, spinto da una piccola esperienza nel film Fratelli e sorelle (1991), avuta rispondendo ad un annuncio di Pupi Avati su Il Resto del Carlino. Subito dopo il film è protagonista in telefilm per ragazzi destinati all'home video e prodotti dalla San Paolo Audiovisivi, con il titolo Il videocatechismo.
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    Nel 1992 è coprotagonista insieme ad Andrea Santonastaso, figlio del noto comico Pippo Santonastaso, del mediometraggio Un posto di Luigi Zanolio. Nel 1993 si diploma ed entra nella Compagnia del Teatro Stabile di Bologna. L'anno successivo raggiunge la popolarità con una serie di spot pubblicitari per il gelato Maxibon; la battuta in inglese maccheronico «Du gust is megl che uan» diviene un tormentone ed il suo volto entra simpaticamente nell'immaginario collettivo. Nel 1995 appare nel videoclip degli 883, Una canzone d'amore.
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    È comunque nel 1996 con il film Jack Frusciante è uscito dal gruppo, tratto dal romanzo di Enrico Brizzi, che ebbe un grande e in parte inaspettato successo, che inizia la sua brillante carriera cinematografica. Importante anche il 2001, anno in cui recita nel film di Gabriele Muccino L'ultimo bacio, a fianco di Giovanna Mezzogiorno e di Stefania Sandrelli.

    Nel 1999 vince un David di Donatello, per il film di Luciano Ligabue, Radiofreccia, nel 2002 la Coppa Volpi al Festival di Venezia, come migliore attore con il film Un viaggio chiamato amore.

    Nel 2006 esce in Francia il film Tutta colpa di Fidel (La Faute a Fidel), tratto dal romanzo Tutta colpa di Fidel di Domitilla Calamai e diretto da Julie Gavras che ottiene grande successo anche negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, pur non essendo ancora uscito in Italia, come del resto La jeune fille et le loups (2008) di Gilles Legrand, in cui tra l'altro recita per la prima volta accanto alla compagna Laetitia Casta.

    Nel 2008 torna a recitare in teatro interpretando il ruolo di un prete accusato di pedofilia, nel dramma, Premio Pulitzer, Il dubbio, per la regia di Sergio Castellitto.

    Durante il Festival di Sanremo del 2009, nella serata di mercoledì 18 febbraio, ricorrenza del compleanno del cantautore genovese Fabrizio De André, ha cantanto insieme alla P.F.M. e a un altro attore, Claudio Santamaria, la celebre canzone Bocca di Rosa, mostrando buone doti canore.

    Vita privata:
    Dopo una lunga storia con l'attrice Giovanna Mezzogiorno, adesso è il compagno della ex-modella e attrice francese Laetitia Casta, dalla quale il 21 settembre 2006 ha avuto il primogenito, Orlando. Recentemente è venuta al mondo la seconda figlia della coppia alla quale è stato dato il nome di Athena. Dall'inizio della sua relazione con la Casta, vive in Francia ed ha dichiarato di non essere intenzionato a tornare a vivere in Italia.
    filmografia

    Carriera

    Teatro:
    * La Maddalena lasciva e penitente, regia di Walter Pagliaro (1993)
    * Gli innamorati del teatro comico, regia di Nanni Garella (1994)
    * Sei personaggi in cerca d'autore, regia di Nanni Garella (1994)
    * Fagiolino e Biavati caduti dalle nuvole, regia di V. Franceschi/G.Comaschi (1995)
    * Ista laus pronativitate et passione domini (1995), regia di Nanni Garella (1995)
    * Le donne curiose, regia di Walter Pagliaro (1995)
    * Naja, regia di Angelo Longoni (1996)
    * Il dubbio di John Patrick Shanley, regia di Sergio Castellitto (2008/2009)

    Cinema:
    * Fratelli e sorelle, regia di Pupi Avati (1991)
    * Un posto, regia di Luigi Zanolio (1992)
    * Strane storie, regiia di Sandro Baldoni (1994)
    * Facciamo paradiso, non accreditato, regia di Mario Monicelli (1995)
    * Jack Frusciante è uscito dal gruppo, regia di Enza Negroni (1996)
    * Vesna va veloce, regia di Carlo Mazzacurati (1996)
    * La mia generazione, regia di Wilma Labate (1996)
    * Naja, regia di Angelo Longoni (1997)
    * I piccoli maestri, regia di Daniele Luchetti (1998)
    * Radiofreccia, regia di Luciano Ligabue (1998)
    * Ormai è fatta!, regia di Enzo Monteleone (1999)
    * Un uomo perbene, regia di Maurizio Zaccaro (1999)
    * Capitani d'aprile, regia di Maria de Medeiros (2000)
    * Tabloid, regia di David Blair (2001)
    * L'ultimo bacio, regia di Gabriele Muccino (2001)
    * Le fate ignoranti, regia di Ferzan Ozpetek (2001)
    * La stanza del figlio, regia di Nanni Moretti (2001)
    * Santa Maradona, regia di Marco Ponti (2001)
    * Un viaggio chiamato amore, regia di Michele Placido (2002)
    * Ovunque sei, regia di Michele Placido (2004)
    * L'amore ritrovato, regia di Carlo Mazzacurati (2004)
    * Provincia meccanica, regia di Stefano Mordini (2005)
    * Romanzo criminale, regia di Michele Placido (2005)
    * Triplice inganno (Les brigades du tigre), regia di Jérôme Cornuau (2006)
    * Tutta colpa di Fidel (La faute à Fidel!), regia di Julie Gavras (2006)
    * Saturno contro, regia di Ferzan Ozpetek (2007)
    * Solo un bacio per favore (Un baiser s'il vous plaît), regia di Emmanuel Mouret (2007)
    * Les deux mondes, regia di Daniel Cohen (2007)
    * La jeune fille et les loups, regia di Gilles Legrand (2008)
    * Baby Blues, regia di Diane Bertrand (2008)
    * Je ne dis pas non, regia di Iliana Lolitch (2009)
    * Baciami ancora, regia di Gabriele Muccino (2010)
    * Nous trois, regia di Renaud Bertrand (2010)
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    Televisione:
    * Voci notturne, regia di Pupi Avati e Fabrizio Laurenti - Miniserie TV - Rai Uno (1995)
    * Più leggero non basta, regia di Elisabetta Lodoli - Film TV - Rai Due (1999)
    * Come quando fuori piove, regia di Mario Monicelli - Miniserie TV - Canale 5 (2000)
    * Il giovane Casanova, regia di Giacomo Battiato - Film TV - Canale 5 (2002)
    * Le ragioni del cuore, regia di Anna Di Francisca, Luca Manfredi e Alberto Simone - Miniserie TV - Rai Uno (2002)

    Cortometraggi:
    * Un giorno ideale per i pescibanana, regia di Francesco Merini e Federico Scagliarini (1995) - Durata 19' ca. - Vincitore del "Concorso Iceberg"

    Pubblicità e videoclip:
    * Gelato Maxibon Motta, regia di Daniele Luchetti (1994)
    * Senza averti qui e Una canzone d'amore degli 883 (1995)

    fonte Wikipedia

     
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  2. tomiva57
     
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    Chapeau Accorsi




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    Molti i ruoli interpretati sul grande schermo, tra cui anche il commissario Scialoja in Romanzo criminale. L’attore Stefano Accorsi racconta di sé, del suo lavoro e del rapporto con la polizia

    di Antonella Fabiani

    Attore tra i più popolari del grande schermo, Stefano Accorsi ha l’accento dolce della parlata bolognese, un talento e una versatilità nascosti dietro modi riservati e gentili. Interprete intenso di moltissimi ruoli ormai nell’immaginario del pubblico (a partire da L’Ultimo bacio di Gabriele Muccino nel 2001 che fece esplodere la sua popolarità) da molti anni vive e lavora a Parigi. Una scelta che se ha fatto rimpiangere la sua presenza nel nostro Paese, non gli impedisce di ritornare spesso per continuare a seguire progetti teatrali e cinematografici. Di passaggio a Roma, si concede in una lunga intervista, per parlare di sé, del suo rapporto con il cinema, con i giovani e la polizia.

    La tua la passione per la recitazione è iniziata da quando eri piccolo, guardando i film di Sergio Leone. Rispetto ad allora come è cambiato il rapporto tra la passione e la professione?
    Ho desiderato fare l’attore da quando ero ragazzino. Mi piaceva il cinema ma lo identificavo con gli attori perché ancora non sapevo che c’era un Maestro, uno sceneggiatore, uno scenografo. In fondo anche se ero ancora un bambino avvertivo la genialità di un regista come Sergio Leone, perché quando una storia è raccontata bene piace a tutti, anche a quelli che non sono esperti di cinema. Comunque, sì, la mia passione è rimasta la stessa. Assolutamente. A vent’anni ho fatto un provino che è andato bene e mi ha dato la possibilità di fare un film Fratelli e sorelle negli Stati Uniti. Ritornato in Italia ho fatto una scuola di teatro per due anni e poi ho cominciato a lavorare velocemente nel cinema.

    Come era la situazione del cinema italiano quando hai cominciato?
    Non c’erano molti ruoli per attori della mia età: in televisione c’erano i Ragazzi del muretto, al cinema i film di registi ...
     
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  3. tappi
     
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  5. gheagabry
     
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    Veloce come il vento




    locandina


    Un film di Matteo Rovere. Con Stefano Accorsi, Matilda De Angelis, Roberta Mattei, Paolo Graziosi, Lorenzo Gioielli.


    Con intelligenza, sensibilità e gusto Rovere si butta a rotta di collo lungo un tracciato pieno di curve pericolose tenendo ben saldo il volante.
    Paola Casella


    Giulia De Martino vive in una cascina nella campagna dell'Emilia Romagna con il fratellino Nico. Sua madre se ne è andata (più volte) di casa, e suo fratello maggiore Loris, una leggenda dell'automobilismo da rally, è diventato un "tossico di merda" parcheggiato in una roulotte. Quando anche il padre di Giulia, che aveva scommesso su di lei come futura campionessa di Gran Turismo usando come collaterale la cascina, la lascia sola, Giulia si trova a gestire lo sfratto incipiente, il fratellino spaesato e il fratellone avido dell'eredità paterna. Ma la vera eredità dei De Martino è quella benzina che scorre loro nelle vene insieme al sangue e quel talento di famiglia, ostinato e rabbioso, per le quattro ruote.
    Dopo due regie da rampollo di buona famiglia - Un gioco da ragazze e Gli sfiorati - Matteo Rovere finalmente esce dai Parioli e riscopre le sue radici romagnole, con tanto di unghie sporche di terra e imprecazioni in quel dialetto sanguigno che domina il mondo del motor sport italiano. Con intelligenza, sensibilità e gusto Rovere si butta a rotta di collo lungo un tracciato pieno di curve pericolose tenendo ben saldo il volante, con il sostegno di una bella sceneggiatura scritta a sei mani, oltre che da lui, da Filippo Gravino e Francesca Manieri. Lo spunto è una storia vera raccontata al regista da un meccanico scomparso l'anno scorso, cui sul grande schermo dà il volto segnato e la recitazione misurata l'ottimo Paolo Graziosi. Lo stile è quello del film di genere, ma più che al motor movie stile Rush Rovere attinge all'underdog movie di matrice atletica alla Rocky o alla Flashdance, aggiungendo un pizzico della follia da race movie farsesco alla Quei temerari sulle macchine volanti.
    Volano davvero, le auto da corsa di Veloce come il vento, così come sono davvero matti e disperatissimi i loro piloti (il che ispira la battuta migliore del film), giovani o vecchi, maschi o femmine. Perché uno dei (tanti) pregi del film di Rovere è che racconta (senza mai sottolinearlo con facile retorica e ancor più facile piaggeria nei confronti del pubblico femminile) un mondo dove le pari opportunità sono reali: Giulia gareggia da sempre insieme ai piloti uomini, e tutto ciò che conta è l'asfalto che brucia e la grinta che sa dimostrare al volante.
    Matilda De Angelis, al suo esodio cinematografico, è perfetta nei panni di una 17enne che ha il motore nel dna ma anche responsabilità adulte e piedi ben piantati per terra. Il suo sguardo sotto il casco mescola terrore e adrenalina, il suo corpo acerbo comunica fragilità e determinazione. La sua recitazione sobria e autentica, che ben si sposa con quella di Grazioli e del piccolo Giulio Pugnaghi nei panni di Nico, fa da contraltare e da contenitore a quella sopra le righe di Stefano Accorsi, che sulle prime pare gigioneria e invece conquista gradualmente dignità e carisma, per diventare la brillante caratterizzazione di un uomo in equilibrio su un crinale scosceso, un perdente glorioso degno di quell'universo epico e spaccone che è il mondo delle corse, siano esse su circuito di Formula Uno o su strada sterrata. Passato il mezzo del cammin della sua vita Accorsi sciacqua saggiamente i panni nel Po e non solo rispolvera il suo accento (pre Maxibon) ma acquisisce anche una postura da contadino della Bassa, e attinge alla fame di vita del Vasco prima maniera e alla poesia anarchica del Liga (Antonio, più che Luciano). Le riprese di gara sono convincenti e si lasciano seguire anche da chi non le conosce né le apprezza, e non privilegiano mai l'abilità tecnologica rispetto alla dimensione umanistica del racconto. In questo senso Veloce come il vento è più analogico che digitale, e gli effetti speciali sono vintage come il codice d'onore di Loris De Martino.
    Il film di Rovere fa parte di quella rinascita del cinema italiano che affronta il genere per trascenderlo, e affonda le radici nei localismi dopo aver appreso a fondo la lezione (cinematografica) della globalizzazione. Soprattutto, fa qualcosa di grande: mostra alle giovanissime generazioni, per bocca di un quarantenne che si è bruciato e che ha distrutto l'automobile con cui correva vent'anni fa (una datazione non casuale), che si debba, e si possa, correre dei rischi, che si possa, e si debba, aggiustare ciò che abbiamo (o è stato) fatto a pezzi, che è lecito farsi (del) male ma anche (auto)ripararsi. Dimostra che aver paura di tagliarle il cordolo (o il cordone ombelicale) allontana dal traguardo, e che le ragazze non sono condannate ad essere colibrì dalle ali azzurre, ma possono diventare contendenti.


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4 replies since 24/11/2010, 17:05   2963 views
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