De Gregori lancia nuovo sito Online premiere esclusiva del dietro le quinte nuovo tour 02 luglio 2011
(ANSA) - Verra' lanciato lunedi' 4 luglio il nuovo sito web di Francesco De Gregori. Per l'occasione i cantautore romano proporra' a tutti i suoi fan alcuni video estratti da Dress Rehearsal. Una premiere esclusiva del dietro le quinte di Francesco e la sua Band ripreso durante le prove del nuovo Tour 2011, in un video pensato, realizzato e prodotto esclusivamente per il web. Prossimamente sara' in onda la versione completa di Dress Rehearsal sul nuovo sito ufficiale.
Bufalo Bill è un album del 1976 di Francesco De Gregori.
Il disco
La copertina del disco è un ritratto di Gil Elvgren dal titolo Aiming to Please, preso da una rivista statunitense del 1948; De Gregori avrebbe voluto in origine la stampa a puntasecca American Riding Act (1922) di Otto Dix dalla quale aveva preso ispirazione per la title track, ma dovette rinunciarvi per questioni di diritto d'autore. Pur non essendo un concept-album, De Gregori ha dichiarato che il filo conduttore del disco è l'America, ed i riferimenti sono presenti in particolare nella title track, in Ninetto e la colonia e in Disastro aereo sul canale di Sicilia.
...e un contratto con il circo "Pace e bene" a girare l'Europa... L'album è stato registrato e mixato da Ubaldo Consoli negli studi RCA di Roma. Arrangiamenti e produzione sono dello stesso De Gregori. L'album entrò nelle classifiche di vendita quando ancora non ne era uscito l'LP precedente Rimmel. Vi rimase per 33 settimane, arrivando fino al primo posto in una sola settimana (dal 20 al 27 giugno 1976).
Le canzoni
Giovane esploratore Tobia
Composta, per la musica, da De Gregori insieme a Lucio Dalla, è l'unica canzone dell'album non interamente dell'artista romano, e la seconda scritta a quattro mani dai due dopo Pablo, incisa da De Gregori l'anno precedente. Il testo, come ha spiegato lo stesso De Gregori, nel raccontare la vicenda di un giovane boy scout, si riferisce all'inconcludenza di chi crede che facendo la buona azione quotidiana (nella canzone, "tira l'allarme e salva la ferrovia") l'impegno sia finito lì.
L'uccisione di Babbo Natale
Canzone eseguita dal solo De Gregori alla chitarra acustica, racconta in forma di favola la storia di due giovani degli anni '70 (Dolly del mare profondo e il figlio del figlio dei fiori) che uccidono Babbo Natale; si tratta di una metafora della distruzione dei miti e dei valori del passato da parte dei ragazzi del decennio successivo al Sessantotto. Nel 2001 Fiorella Mannoia ne ha realizzato una cover, cantata insieme allo stesso De Gregori nell'album Fragile.
Disastro aereo sul canale di Sicilia
Su una musica introdotta dal coro delle Baba Yaga, il testo racconta la caduta di un aereo guidato da un soldato americano nel canale di Sicilia, con riferimenti alla vicenda di Mauro De Mauro ("la tomba di un giornalista ancora difficile da ritrovare")
Ninetto e la colonia
Il testo nasce dalla lettura di Rulli di tamburo per Rancas di Manuel Scorza, « Racconta la triste storia di un bambino che si trova in un cinema al momento in cui entrano dei marines, che mettono tutti al muro e li fucilano, anche Ninetto. Dopo i marines arrivano i signori della Chiquita che raccolgono le banane che prima erano di Ninetto e dei suoi amici » Nel testo figura anche la citazione di un brano inedito (sconosciuto dunque al grande pubblico) del cantautore, dal titolo 5 milioni di risate: « Questa del Circo di Brema è una cosa che scrissi circa tre anni fa, una canzone che si chiamava 5 milioni di risate, che cominciava dicendo: "Il magico 4 per 4 del circo di Brema / aspettava sconsolatamente qualcuno / che gli riportasse la valigia dicendo a tutti quanti / non è che fosse una bella valigia / ma c'erano 5 milioni di risate" » Una cover del pezzo, ancora ad opera di Fiorella Mannoia, è stata registrata dal vivo e pubblicata nell'album Certe piccole voci (1999).
Ipercarmela
Secondo quanto ha raccontato De Gregori, la canzone (la descrizione della vita di una coppia di emigranti del sud, lui operaio e lei casalinga) era già scritta per l'album Rimmel, ma non venne poi inclusa in quel disco. Nell'inciso del brano, De Gregori usa una melodia di Passion Flower (che a sua volta cita Per Elisa di Beethoven). Nel 2012 il cantautore ha ripreso il brano nel disco dal vivo Vola vola vola, realizzato con Ambrogio Sparagna, duettando con la cantante napoletana Maria Nazionale.
Festival
La canzone racconta la vicenda della morte di Luigi Tenco, con riferimenti alla figura del cantautore e al discutibile mondo dello show business circostante il Festival di Sanremo. Compare anche, entro il testo, il richiamo a una delle sue canzoni più note ("E lontano, lontano si può dire di tutto...")
« Tenco non è un personaggio vincente, non è una persona che ha agito bene, ed io non ho voluto fare una canzone per difenderlo, ho voluto parlare di Tenco perché è esistito. Oggi o non se ne parla mai o si fanno delle commemorazioni macabre »
Santa Lucia
Il brano conclusivo del disco venne contestato da alcuni critici musicali, a cui De Gregori rispose così, raccontando la nascita di questa canzone: « Mia madre, che è leggermente miope, quando cercava qualcosa e non riusciva a trovarla, quando la trovava diceva "Santa Lucia, santa Lucia, non l'avevo vista". La canzone è nata così, questa è una canzone per tutti quelli che non vedono. Non capisco perché debbo vergognarmi di aver usato questa mediazione cattolica...Se le critiche sono rivolte solo al fatto che si nomina una santa, non me ne vergogno... Poi si può dire che faccio delle canzoni commissionate dal Papa, nessuno è al di sopra di ogni sospetto » Nel 2010 Lucio Dalla ha detto di invidiare De Gregori per aver scritto questo brano reputando Santa Lucia la sua canzone preferita di De Gregori. In seguito alla morte del cantante bolognese, De Gregori renderà omaggio a Dalla nei propri concerti chiudendo l'esecuzione del brano con le note introduttive di Com'è profondo il mare. Nel 2012 il cantautore ha ripreso il brano nel disco dal vivo Vola vola vola, realizzato con Ambrogio Sparagna, duettando con la cantante napoletana Maria Nazionale.
Tracce
LATO A
Bufalo Bill (Testo e musica di Francesco De Gregori) - 4'29 Giovane esploratore Tobia (Testo di Francesco De Gregori; Musica di Lucio Dalla e Francesco De Gregori) - 3'25 L'uccisione di Babbo Natale (Testo e musica di Francesco De Gregori) - 2'50 Disastro aereo sul canale di Sicilia (Testo e musica di Francesco De Gregori) - 4'23 Ninetto e la colonia (Testo e musica di Francesco De Gregori) - 2'52
LATO B
Atlantide (Testo e musica di Francesco De Gregori) - 3'41 Ipercarmela (Testo e musica di Francesco De Gregori) - 3'07 Ultimo discorso registrato (Testo e musica di Francesco De Gregori) - 3'28 Festival (Testo e musica di Francesco De Gregori) - 4'34 Santa Lucia (Testo e musica di Francesco De Gregori) - 3'21
Video Bufalo Bill
Video
Giovane esploratore Tobia Giovane esploratore Tobia, quindici anni a Settembre, pressapoco un bambino. Scrive il suo nome nella grotta del bue marino, con la sua strana calligrafia, giovane esploratore Tobia. Giovane esploratore Tobia, nato da un padre d'acciaio e da una madre distratta. Alle spalle un'infanzia igienicamente perfetta, morbillo, tristezza e nessun'altra malattia, giovane esploratore Tobia. Giovane esploratore Tobia, parte per la gita scolastica e non sa che fare. Gira la testa e vede un vagone bruciare, tira l'allarme e salva la ferrovia, giovane esploratore Tobia.
La notte si annunciava chiara, la sera era serena, la gente nel cinema assisteva seria al magico "Quattro per quattro" del circo di Brema. Nel cielo all'improvviso si aprì un lampo, la pellicola di colpo si spezzò e apparve all'improvviso sullo schermo un pellegrino vestito di Schifon. E il silenzio piombò come un veleno e tutti cominciarono a pregare, levato il piccolo Ninetto scemo che continuò a giocare. Con una mano dentro ai pantaloni e un piede leggermente sollevato urlò nel cinema la sua domanda: "Chi è che ti ha mandato?". E il pellegrino si guardò le unghie e disse: "Così sia, facciamo presto, chi mi manda non parla questa lingua e non importa che sappiate il resto. È troppo tempo che cammino, vengo dalla montagna e vado al mare, è troppo tempo che cammino e questa sera mi vorrei fermare". E tre angeli nella notte, con le catene sotto il giaccone, facevano la guardia al ministero come rondini sul balcone. E nella notte, alle loro spalle, le loro voci diventavano fumo. Qualcuno cominciava ad aver paura, ma non parlava nessuno. E sotto un fondale di stelle gli impiegati della compagnia rubarono tutta la frutta dagli alberi e la portarono via.
(AGI) - Cosenza, 8 ago. - Ritorna a Corigliano un appuntamento ormai fissato nel calendario dei grandi eventi di musica nell'estate della provincia di Cosenza, per questo atteso non solo da chi si trova nelle localita' turistiche del territorio ma anche dal pubblico delle regioni vicine. E' il concerto al Porto della citta' jonica, come di consueto organizzato dalla Provincia di Cosenza guidata dal presidente Mario Oliverio che nell'edizione 2011, il prossimo 19 agosto, vedra' sul megapalco allestito nell'area portuale Francesco De Gregori nell'unica tappa calabrese del suo fortunato tour 2011. Dopo il grande successo condiviso insieme a Lucio Dalla nel lungo tour che li ha riportati insieme dai fasti di "Banana Republic", per questa sua nuova sortita con la sua band De Gregori ha scelto una scaletta che sfiora la perfezione, con i gioielli di casa come "Rimmel" , "La donna cannone", "Generale", "Viva l'Italia" e molti altri, sigillando un concerto elettroacustico di grande impatto, tra fisarmoniche, mandolini e steel guitar. Un live sostanzialmente diverso dalle ultime apparizioni di uno dei padri storici della canzone d'autore italiana. .....
(AGI) Ros
Francesco De Gregori: due date sarde ad agosto
Due date sarde in questa estate 2011 per Francesco De Gregori. Il cantatutore si si esibirà nel campo sportivo di Oliena, in provincia di Nuoro il 23 agosto con ingresso gratuito e alla Fiera di Cagliari il 24.
De Gregori è un album del 1978 di Francesco De Gregori. L'album contiene il notissimo brano Generale. Raggio di sole è una canzone dedicata ai due figli gemelli Marco e Federico appena nati. La copertina dell'album è una fotografia dello stesso De Gregori ripreso mentre gioca al pallone in un prato.
Tracce
Testi e musica di Francesco De Gregori
Generale Natale L'impiccato Babbo in prigione Renoir Renoir (2a versione) Il '56 La campana Raggio di sole Due zingari
Da Wikipedia foto web
Video
Generale
Generale, dietro la collina ci sta la notte crucca e assassina, e in mezzo al prato c'è una contadina, curva sul tramonto sembra una bambina, di cinquant'anni e di cinque figli, venuti al mondo come conigli, partiti al mondo come soldati e non ancora tornati. Generale, dietro la stazione lo vedi il treno che portava al sole, non fa più fermate neanche per pisciare, si va dritti a casa senza più pensare, che la guerra è bella anche se fa male, che torneremo ancora a cantare e a farci fare l'amore, l'amore delle infermiere. Generale, la guerra è finita, il nemico è scappato, è vinto, è battuto, dietro la collina non c'è più nessuno, solo aghi di pino e silenzio e funghi buoni da mangiare, buoni da seccare, da farci il sugo quando è Natale, quando i bambini piangono e a dormire non ci vogliono andare. Generale, queste cinque stelle, queste cinque lacrime sulla mia pelle che senso hanno dentro al rumore di questo treno, che è mezzo vuoto e mezzo pieno e va veloce verso il ritorno, tra due minuti è quasi giorno, è quasi casa, è quasi amore.
"Stella guarda la luna, la luna guarda Stella, la notte è bella. E' bella e profumata, d'aranciata e di menta, Stella è contenta che babbo se ne è andato, che babbo è via lontano. E mamma lava i piatti e canta piano."
Video
Renoir Gli aerei stanno al cielo come le navi al mare come il sole all'orizzonte la sera come è vero che non voglio tornare a una stanza vuota e tranquilla dove aspetto un amore lontano e mi pettino i pensieri col bicchiere nella mano. Chi di voi l'ha vista partire dica pure che stracciona era quanto vento aveva nei capelli se rideva o se piangeva la mattina che prese il treno e seduta accanto al finestrino vide passare l'Italia ai suoi piedi giocando a carte con il suo destino. Ora i tempi si sa che cambiano passano e tornano tristezza e amore da qualche parte c'è una casa più calda sicuramente esiste un uomo migliore. Io nel frattempo ho scritto altre canzoni di lei parlano raramente ma non è vero che io l'abbia perduta dimenticata come dice la gente.
Raggio di sole Benvenuto raggio di sole, a questa terra di terra e sassi, a questi laghi bianchi come la neve, sotto i tuoi passi, a questo amore a questa distrazione, a questo carnevale dove nessuno ti vuole bene, dove nessuno ti vuole male. A questa musica che non ha orecchi, a questi libri senza parole benvenuto raggio di sole, avrai matite per giocare e un bicchiere per bere forte, e un bicchiere per bere piano un sorriso per difenderti e un passaporto per andare via lontano Benvenuto a questa finestra, a questo cielo sereno a tutti i clackson della mattina, a questo mondo già troppo pieno a questa strana ferrovia, unica al mondo per dove può andare ti porta dove tira il vento, ti porta dove scegli di ritornare A questa luna tranquilla, che si siede dolcemente in mezzo al mare c'è qualche nuvola ma non fa niente perché lontano passa una nave, tutte le luci sono accese benvenuto figlio di nessuno, benvenuto in questo paese.
Viva l'Italia è un album di Francesco De Gregori pubblicato nell'ottobre del 1979.
Il disco
L'album segue di pochi mesi il live Banana Republic. Per la produzione la RCA contattò Andrew Loog Oldham, noto principalmente per essere stato il primo produttore dei Rolling Stones, il quale coinvolse David Sinclair Whitaker per seguire gli arrangiamenti ed alcuni turnisti inglesi e americani (ai quali si aggiunse Lucio Dalla) per suonare nei brani. Il coinvolgimento del celebre produttore britannico era dovuto al fatto che la casa discografica aveva progettato un lancio internazionale di De Gregori, ed infatti vennero anche preparate alcune versioni cantate in lingua inglese di canzoni vecchie (Piccola mela, Rimmel e Generale, tra le altre, più una versione di Bufalo Bill cantata in coppia con Dalla) e nuove (Viva l'Italia); il progetto, però, abortì, e queste registrazioni circolarono in seguito sotto forma di bootleg. Le traduzioni in inglese erano state effettuate con la collaborazione di Susan Duncan Smith (promoter della RCA e, nello steso ambito, autrice dei testi inglesi per gli Oliver Onions), che infatti per questo motivo viene ringraziata nelle note dell'LP, e di Marva Jan Marrow. Il disco è stato registrato nello Studio "D" della RCA di Roma (nel famoso complesso situato al km. 12 della Via Tiburtina) dal 5 settembre al 4 ottobre; il tecnico del suono è Phil Chapman. In contemporanea con l'uscita dell'album, venne anche pubblicato il 45 giri Viva l'Italia/Banana Republic; il brano sul lato B è la registrazione in studio della canzone che De Gregori aveva già presentato in coppia con Dalla nel tour estivo (mentre qui la interpreta da solo), il lato A contiene invece la stessa registrazione presente sull'album. La title track venne anche pubblicata come 45 giri in Brasile: la traduzione in portoghese venne effettuata da Paulo Coelho, non ancora famoso come scrittore. Tra gli altri brani sono da ricordare Capo d'Africa (luogo geografico che in realtà non esiste, mentre a Roma esiste una via con questo nome), con una lunga introduzione strumentale, Buenos Aires, canzone probabilmente sui desaparecidos argentini, Stella stellina e Gesù bambino, che De Gregori aveva già presentato durante la tournée con Dalla (presentandola, però, con il titolo Gesù bambino e la guerra). Il brano conclusivo, Terra e acqua, è ispirato, per quanto riguarda il testo, al canto popolare del Polesine Tera e aqua, riproposto qualche anno prima anche dal Canzoniere Popolare Veneto. La canzone Eugenio, dedicata ad un amico del cantautore partito per il Sudamerica, era in realtà già stata registrata per il disco precedente, De Gregori, ma non era poi stata pubblicata; questa versione è reperibile solo su bootleg. La copertina del disco è opera di Francesco Logoluso. Il tour promozionale dell'album si svolse nei primi mesi del 1980: è da ricordare senza dubbio il concerto di Torino, svoltosi la sera del 4 marzo 1980, in cui dopo circa un'ora di esibizione venne portato sopra il palco un baule (davanti allo sguardo stupito di De Gregori, che nulla sapeva della cosa) da cui all'improvviso uscì Lucio Dalla, per ripetere con il collega, a pochi mesi di distanza, momenti del fortunato tour Banana Republic (e festeggiare nella maniera migliore il proprio trentasettesimo compleanno, che cadeva quel giorno).
Tracce
Capo d'Africa Buenos Aires L'ultima nave Eugenio Stella stellina Viva l'Italia Gesù bambino Terra e acqua
Testi e musica di Francesco De Gregori
Le canzoni
Viva l'Italia
Il brano elenca i molti pregi e difetti, del belpaese, passando anche attraverso i periodi più bui della sua storia, come il ventennio fascista. Proprio riguardo a ciò, l'ultimo verso elogia la Resistenza italiana, dicendo «Viva l'Italia, l'Italia che resiste». Particolare importanza ha anche il verso «Viva l'Italia del 12 dicembre», sottinteso del 1969: come ha spiegato spesso il cantautore, il riferimento è qui al modo in cui l'Italia ha saputo reagire alla strategia della tensione, che ebbe storicamente inizio proprio con la strage di piazza Fontana, il 12 dicembre 1969.
Buenos Aires Le donne vanno e vengono nel porto di Buenos Aires, hanno le ali ai piedi, ai piedi per volare. hanno le ali al cuore, al cuore per camminare. Le donne vanno e vengono nel porto di Buenos Aires. Amore ragazzino, amore volato via ho messo il tuo cappello, per farmi compagnia, ho messo il tuo cappello per non sentirmi sola, ho avuto un altro uomo, ma però ti aspetto ancora, ho avuto un altro uomo, ma però ti aspetto ancora. Le donne vanno e vengono nelle case di Buenos Aires, hanno le chiavi in mano, le chiavi per provare. Hanno le gambe lunghe e dolci, le gambe per amare Le donne si sorridono nelle case di Buenos Aires. Amore dimenticato, amore con la pistola, chissà dove sei stato e chissà dove sei ora. Amore da ringraziare e da tenersi stretto, amore da guardare e da portare a letto, amore da guardare e da portare a letto. Le donne vanno e vengono sul corso di Buenos Aires, fiori tra le dite, fiori da regalare. Matita sotto agli occhi, occhi da incatenare. Le donne si organizzano sul corso di Buenos Aires, amore interminabile, amore di poche ore, entra dalla finestra e senza far rumore. Amore di mezzanotte, amore con gli occhi belli, entra dalla finestra e scioglimi i capelli, entra dalla finestra e scioglimi i capelli. entra dalla finestra e scioglimi i capelli.
Video
L'ultima nave Oggi arrivano cinque navi, da terre molto lontane, guarda che belle bandiere e guarda che navi strane. La prima è già arrivata vicina vicina , però non c'è nessuno a bordo, oggi arrivano cinque navi ma la prima è già soltanto un ricordo. Oggi arrivano quattro navi, guarda che belle prue, chissà che potremo trovare sulla nave numero due. Dieci bambini magri magri e mezzo tozzo di pane, la nave per ora rimane al largo però m'è già passata la fame. Oggi arrivano tre navi cariche di caffè, ma guarda che strane persone a bordo della numero tre. Hanno le mani pulite pulite perchè non le usano mai, dev'essere gente pericolosa, gente che va in cerca di guai. E guarda che belle bandiere, guarda che belle chitarre, guarda che facce felici dietro a quelle sbarre. Sulla penultima nave, attori e musicisti, rubano una scialuppa e chi li ha visti li ha visti. E poi c'è la nave più piccola, la nave che non può affondare, la nave che arriva per ultima, la più bella in mezzo al mare, perchè sulla nave più piccola, quella che aspetto io, ci sta il tuo cuore di ragazza che ha catturato il mio
Titanic, del 1982, è l'ottavo album del cantautore italiano Francesco De Gregori.
Il disco
Durante i tre anni che separano questo disco dal precedente, De Gregori aveva elaborato un progetto duplice: da un lato, musicalmente, voleva portare avanti il discorso del recupero della tradizione popolare italiana (accennato in Terra e acqua da Viva l'Italia), mentre per quel che riguarda l'aspetto tematico voleva scrivere un concept album che affrontasse il problema dell'apocalisse, del disastro incombente sull'umanità. È appunto con questi obiettivi che sviluppa la trilogia del Titanic, la nota nave passeggeri britannica affondata per la collisione con un iceberg il 14 aprile 1912, che nel disco diventa una metafora dell'umanità che, divisa in classi, si dirige verso il disastro; l'idea di adoperare proprio questa metafora era nata nel cantautore dopo la lettura del volume di Hans Magnus Enzensberger L'affondamento del Titanic. Ma anche in altre canzoni riaffiora questo tema apocalittico: basti pensare a 150 stelle, con le bombe che vengono lanciate e che «nessuno se le aspettava», o a San Lorenzo, ricordo del bombardamento del 19 luglio 1943 avvenuto nel noto quartiere romano ad opera degli alleati. Musicalmente il recupero della tradizione folk è evidente in L'abbigliamento di un fuochista, ballata sull'emigrazione cantata insieme a Giovanna Marini, in I muscoli del capitano, in cui la musica cita esplicitamente il noto canto popolare Il tragico naufragio della nave Sirio, ed infine in Caterina, canzone dedicata alla folksinger Caterina Bueno, di cui De Gregori era stato chitarrista in un tour nel 1971. Il disco venne registrato presso lo studio Quattro 1 della RCA a Roma, nei mesi di aprile e maggio 1982, e venne pubblicato il mese successivo. Gli arrangiamenti sono opera di De Gregori, con la fattiva collaborazione di alcuni dei musicisti che suonano nell'album (per la precisione Locasciulli, Manusso e Caporello). La copertina, disegnata da Peter Quell, è basata sulla foto di un merluzzo su di un piatto in un frigorifero accanto a un limone tagliato fatta da De Gregori e colorata dall'artista italo-americano, mentre quelle presenti all'interno che raffigurano i musicisti sono state scattate da Armando Manni. Il disco ebbe un buon successo, restando in classifica per 23 settimane ed arrivando fino alla seconda posizione; dall'album non venne tratto nessun 45 giri. Anche la critica espresse un unanime giudizio positivo, esprimendosi in questi termini: «Con Titanic De Gregori ha compiuto il miracolo: è riuscito a fondere, e nel modo più convincente, la tradizione "leggera" (nella sua accezione migliore: quella dei cantautori) con la tradizione "militante" (a livello più alto e più puro: quello del canto popolare)».
Le canzoni
Belli capelli
È l'unica canzone d'amore dell'album; musicalmente è una ballata acustica, sorretta dal violino di Siliotto.
Caterina
Una delle canzoni più famose del disco, è una ballata in cui De Gregori suona l'armonica a bocca, dedicata alla folksinger fiorentina Caterina Bueno con cui il cantautore era stato in tour nel 1971, insieme al chitarrista Antonio De Rose. Nel testo viene citata anche una canzone tradizionale toscana incisa dalla Bueno: i versi «e cinquecento catenelle che si spezzano in un secondo» rimandano a «e cinquecento catenelle d'oro / hanno legato lo tuo cuore al mio / e l'hanno fatto tanto stretto il nodo / che non si scioglierà né te né io» cantati dalla cantautrice toscana. Talvolta, in concerto, De Gregori cambiava il verso finale «sopra i tetti di Firenze per poterti conquistare» in «per poterti consolare». Ovviamente, dopo aver chiesto un parere alla Bueno, ciò non è più avvenuto. « Viene Caterina in camerino le dico «Sei contenta? Ho fatto la tua canzone.» «Sì, sì, grazie però non mi piace che dici per poterti consolare». Io le dico «Caterina, ho capito, però tutti abbiamo bisogno di essere consolati nella vita». Lei mi ha guardato e mi ha fatto «Io 'un son mi(c)a tutti!». Ecco, questa è Caterina. » Dopo la morte dall'amica De Gregori ha cantato «per poterti ricordare». È stata anche inserita nei dischi dal vivo Musica leggera del 1990 e Bootleg del 1994, ed in quest'ultimo disco il cantautore introduce il brano dicendo «Questa prossima che faccio adesso parla di una donna che amo, si chiama Caterina».
La leva calcistica della classe '68
Canzone scritta nel 1980, racconta la storia di un provino effettuato presso una squadra di calcio da un ragazzo di dodici anni (nato appunto nel 1968, da cui il titolo) con il cuore pieno di paura; musicalmente ha una melodia molto simile (in determinate parti pressoché identica) ad una canzone di Elton John del 1969, The Greatest Discovery, e nel finale strumentale cita la canzone Vento nel vento di Lucio Battisti. La canzone è stata poi inserita da Gabriele Salvatores nella colonna sonora del film Marrakech Express, su sollecitazione di Diego Abatantuono, come ha dichiarato lo stesso regista: « È stato Abatantuono a caldeggiare molto la canzone di Francesco, dato che a lui piaceva molto, ed effettivamente parla quasi della stessa storia del film e calzava quindi a pennello. » Nel 2010 i Nomadi ne hanno realizzato una cover, inserita nell'album Raccontiraccolti.
L'abbigliamento di un fuochista
È la prima canzone della trilogia del Titanic, ed è una ballata che si richiama alla tradizione popolare, raccontando una storia di emigrazione; eseguita insieme a Giovanna Marini, verrà reincisa dai due nel disco in comune Il fischio del vapore. In La donna cannone De Gregori inserirà una canzone, La ragazza e la miniera, immaginando le vicende del fuochista una volta arrivato in America («Mamma chissà se valeva la pena/ fare tanta strada e arrivare qua....»).
Titanic
La seconda canzone della trilogia è quella dove è più evidente la metafora sociale, con la divisione in classi che accomuna la nave alla società; numerose nel testo le allusioni all'iceberg che affonderà la nave: «e con il ghiaccio dentro al bicchiere / faremo un brindisi tintinnante» «ci sembra quasi che il ghiaccio che abbiamo nel cuore / piano piano si vada a squagliare» «forse per via di quegli occhi di ghiaccio / cosi difficili da evitare». Musicalmente ha un arrangiamento molto vivace ed orecchiabile con influssi sudamericani, e che nella parte ritmica ricorda Buenos Aires, brano presente nell'album precedente, Viva l'Italia.
I muscoli del capitano
È il brano conclusivo della trilogia (in realtà in Scacchi e tarocchi il cantautore inserirà una canzone, Tutti salvi, che continua la narrazione delle vicende della nave). L'inciso strumentale della canzone è una citazione del canto popolare Il tragico naufragio della nave Sirio; il testo della canzone ha ispirato Pablo Echaurrenn per la realizzazione di una storia a fumetti. In alcuni versi della canzone: "La nave è fulmine, torpedine, miccia / scintillante bellezza, fosforo e fantasia / molecole d'acciaio, pistone, rabbia, / guerra, lampo e poesia / E in questa notte elettrica e veloce / in questa croce di novecento / il futuro è una palla di cannone accesa / e noi lo stiamo quasi raggiungendo" vi sono chiarissimi riferimenti al tipo di linguaggio e alle suggestioni poetiche del Futurismo, movimento culturale sviluppatosi proprio nel periodo dell'affondamento del Titanic, versi inseriti da De Gregori per sottolineare proprio la incondizionata fiducia della società dell'epoca nei confronti del progresso e della tecnologia, che verrà poi tragicamente smentita dalla realtà dei fatti. Proprio nelle parole finali che il capitano rivolge al mozzo di bordo, e che chiudono la canzone, "andiamo avanti tranquillamente", c'è tutta l'amara ironia nei confronti della visione ottimistica e presuntuosa di un futuro segnato dal progresso tecnologico, che di lì a poco si infrangerà nelle grandi tragedie del '900. Nel 1999 Fiorella Mannoia ne ha realizzato una cover nell'album dal vivo Certe piccole voci.
Centocinquanta stelle
Canzone rock, metafora della guerra e dei bombardamenti.
Rollo & his Jets
Divertente brano di rock'n'roll, arricchito dai fiati di Sal Genovese e Gianni Oddi; il testo racconta gli anni '50, con una delle orchestre tipiche di quegli anni; inoltre viene citata la celebre trasmissione radiofonica "Il Discobolo", condotta da Salvatore Biamonte e Vincenzo Micocci alla fine degli anni '50. Nel testo ci sono due riferimenti al "bassista mezzo messicano soprannominato chicco di caffè" (Peppe Caporello) e al "chitarrista con quel nome strano" (Marco Manusso) riferito ai suoi due musicisti che avevano suonato sul disco. Gli arrangiamenti dei fiati sono di Peppe Caporello che chiese come ricompensa un paio di Superga bianche.
San Lorenzo
Il brano conclusivo è suonato dal solo De Gregori al pianoforte, e rientra nel filone tipico di alcuni suoi brani, quello che descrive episodi emblematici della storia, come ad esempio 1940 da Alice non lo sa o, anni dopo, Il cuoco di Salò in Amore nel pomeriggio.
Racconta uno dei bombardamenti più feroci subiti dalla città di Roma, avvenuto alle 11 di mattina del 19 luglio 1943 sul noto quartiere San Lorenzo ad opera degli alleati («Cadevano le bombe come neve/ il 19 luglio a San Lorenzo»). Nella seconda strofa viene ricordata la visita che il papa Pio XII fece alle popolazioni colpite il giorno dopo («E il papa la mattina da San Pietro/ uscì tutto da solo tra la gente,/ e in mezzo a San Lorenzo spalancò le ali:/ sembrava proprio un angelo con gli occhiali»). Il verso «Oggi pietà l'è morta, ma un bel giorno rinascerà» cita il noto canto partigiano Pietà l'è morta, scritto dal cuneese Nuto Revelli. È stata presentata da De Gregori solamente nei tour del 1982 e del 1983.
Tracce
Testi e musiche di Francesco De Gregori
LATO A
Belli capelli Caterina La leva calcistica della classe '68 L'abbigliamento di un fuochista
LATO B
Titanic I muscoli del Capitano Centocinquanta stelle Rollo & his Jets San Lorenzo
Caterina Semplicemente volando col cuore.. Arrivò il mattino e col mattino un angelo e quell'angelo eri tu. Con due spalle da uccellino in un vestito troppo piccolo e con gli occhi ancora blu. La chitarra veramente la suonavi molto male però quando cantavi sembrava Carnevale. E una bottiglia ci bastava per un pomeriggio intero a raccontarlo oggi non sembra neanche vero. E la vita Caterina lo sai non e' comoda per nessuno quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo. Devi rischiare la notte il vino e la malinconia, la solitudine e le valigie di un amore che vola via. E..cinquecento catenelle.. che si spezzano in un secondo, non ti bastano per piangere le lacrime di tutto il mondo.. Chissà se in quei momenti ti ricordi della mia faccia quando la notte scende e ti si gelano le braccia. Ma se soltanto per un attimo potessi averti accanto forse non ti direi niente ma ti guarderei soltanto.. Chissà se giochi ancora con i riccioli sull'orecchio, o se guardandomi negli occhi mi troveresti un po' più vecchio. E quanti mascalzoni hai conosciuto, e quanta gente, e quante volte hai chiesto aiuto ma non ti e' servito a niente. Caterina questa tua canzone la vorrei veder volare per i tetti di Firenze per poterti conquistare..
Video
La leva calcistica della classe '68
Mise il Cuore dentro alle scarpe e corse più veloce del vento..Sole sul tetto dei palazzi in costruzione, Sole che batte sul campo di pallone e terra e polvere che tira vento e poi magari piove Nino cammina che sembra un uomo, con le scarpette di gomma dura, dodici anni e il cuore pieno di paura Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia. E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori tristi che non hanno vinto mai ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro e adesso ridono dentro al bar, e sono innamorati da dieci anni con una donna che non hanno amato mai Chissà quanti ne hai veduti, chissà quanti ne vedrai Nino capì fin dal primo momento, l'allenatore sembrava contento e allora mise il cuore dentro alle scarpe e corse più veloce del vento. Prese un pallone che sembrava stregato, accanto al piede rimaneva incollato, entrò nell'area, tirò senza guardare ed il portiere lo fece passare Ah Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal Coraggio, dall'Altruismo e dalla Fantasia Il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette, quest altro anno giocherà con la maglia numero setteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeEeeeee
Figlio con quali occhi, con quali occhi ti devo vedere, coi pantaloni consumati al sedere e queste scarpe nuove nuove. Figlio senza domani, con questo sguardo di animale in fuga e queste lacrime sul bagnasciuga che non ne vogliono sapere. Figlio con un piede ancora in terra e l'altro già nel mare e una giacchetta per coprirti e un berretto per salutare e i soldi chiusi dentro la cintura che nessuno te li può strappare, la gente oggi non ha più paura, nemmeno di rubare. Ma mamma a me mi rubano la vita quando mi mettono a faticare, per pochi dollari nelle caldaie, sotto al livello del mare. In questa nera nera nave che mi dicono che non può affondare, in questa nera nera nave che mi dicono che non può affondare. Figlio con quali occhi e quale pena dentro al cuore, adesso che la nave se ne è andata e sta tornando il rimorchiatore. Figlio senza catene, senza camicia, così come sei nato, in questo Atlantico cattivo, figlio già dimenticato. Figlio che avevi tutto e che non ti mancava niente e andrai a confondere la tua faccia con la faccia dell'altra gente e che ti sposerai probabilmente in un bordello americano e avrai dei figli da una donna strana e che non parlano l'italiano. Ma mamma io per dirti il vero, l'italiano non so cosa sia, eppure se attraverso il mondo non conosco la geografia. In questa nera nera nave che mi dicono che non può affondare, in questa nera nera nave che mi dicono che non può affondare.
Cadevano le bombe come neve, il diciannove luglio a San Lorenzo. Sconquassato il Verano, dopo il bombardamento. Tornano a galla i morti e sono più di cento. Cadevano le bombe a San Lorenzo e un uomo stava a guardare la sua mano, viste dal Vaticano sembravano scintille, l'uomo raccoglie la sua mano e i morti sono mille. E un giorno, credi, questa guerra finirà, ritornerà la pace e il burro abbonderà e andremo a pranzo la domenica, fuori Porta, a Cinecittà, oggi pietà l'è morta, ma un bel giorno rinascerà e poi qualcuno farà qualcosa, magari si sposerà. E il Papa la domenica mattina da San Pietro, uscì tutto da solo tra la gente, e in mezzo a San Lorenzo, spalancò le ali, sembrava proprio un angelo con gli occhiali. E un giorno, credi, questa guerra finirà, ritornerà la pace e il burro abbonderà e andremo a pranzo la domenica, fuori porta, a Cinecittà, oggi pietà l'è morta, ma un bel giorno rinascerà e poi qualcuno farà qualcosa, magari si sposerà.