CIBI AFRODISIACI

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  1. gheagabry
     
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    I CIBI di AFRODITE



    Nella mitologia greca, Afrodite era una presenza che incuteva reverenza, perché provocava nei mortali e nelle divinità l’innamoramento ed il concepimento di una nuova vita. L’archetipo Afrodite determina il piacere che certe donne provano per l’amore, la bellezza, la sensualità e la sessualità. Ella rappresenta la spinta a garantire la continuazione della specie in quanto dea dell'amore, della bellezza, e della lussuria.
    Un afrodisiaco, dal nome della dea greca Afrodite (Venere per i romani), è una qualsiasi sostanza assunta allo scopo, di migliorare le prestazioni sessuali da non confondersi con i filtri d'amore. Sono molte le sostanze (erbe, cibi, bevande) che la tradizione considera in grado di riaccendere la fiamma della sessualità, anche se, va precisato che, non è mai stata provata una vera relazione scientifica. Ostriche e molluschi, champagne e caviale, tartufo e vino rosso. Ma anche lardo, acciughe, nocciole, punte di asparago, gingseng, fichi, mandorle, zafferano, cioccolato, vaniglia, chiodi di garofano e zenzero.
    Questa è solo una parte degli alimenti a cui vengono riconosciute proprietà afrodisiache naturali. E la lista si allunga di giorno in giorno. Alcuni di questi fanno presenza fissa nella dispensa di casa e da sempre vengono degustati con piacere, senza minimamente sospettare delle loro particolarità seduttive che, in alcuni casi, sono note da diversi millenni, da quando furono associati ad Afrodite, la dea greca dell’amore e della bellezza, che la mitologia fa nascere dalla spuma marina. Sempre gli antichi greci ritenevano che il tartufo fosse un dono degli dei, frutto della fusione tra acqua, terra e fulmine e, quindi, portatore di poteri miracolosi. Poi l’anice era ritenuta “stuzzicante” da greci e romani. Gli Atzechi poi ritenevano afrodisiaci il cioccolato, il peperoncino rosso e l’avocado.
    Durante il Medioevo i cibi afrodisiaci si arricchirono soprattutto delle spezie. Dopo la scoperta dell’America, dal XVII sec. si iniziò ad attribuire anche a pomodori, patate, peperoncini e soprattutto al cacao, una valenza afrodisiaca. La medicina Settecentesca giudicò stimolanti i tonici (alcol, corteccia di chiana, assenzio), tutti i cibi piccanti e le spezie dall’odore intenso come noce moscata, cannella o vaniglia. Nell’Ottocento s’iniziò a considerare afrodisiaci anche i cibi ricchi di fosforo quali uova, pesce e formaggi.


    Sono diversi i personaggi che direttamente o indirettamente si sono interessati a questi nutrimenti.
    Si racconta che il grande Solimano I°, sultano Ottomano fra il 1520 e il 1565, avrebbe fatto un curioso esperimento sul valore rinvigorente di carne e pesce.L’esame consisteva nel rinchiudere due guerrieri in una stanza, alimentarli con alcuni cibi, per poi offrirgli le attenzioni di due donne. Nel primo esame i nutrimenti erano carne ed acqua, ed il risultato fu un blando entusiasmo maschile. Nel secondo esperimento il vitto consisteva in pesce e vino, e la conseguenza fu un grande appetito amatorio.
    Anche celebri sovrane come Cleopatra e Caterina de' Medici pare ricorressero a rinvigorenti come cardo, scalogno, sedano, fave, cipolle. Cleopatra usava una crema per la pella fatta di miele e mandorle, Giuseppina Bonaparte prediligeva i tartufi, Caterina di Russia l'omelette al caviale, Caterina Sforza elogiava l'estratto di verga d'asino essiccata, mentre Papa Leone X ricorreva ampiamente all’aiuto delle spezie. Il Marchese De Sade confidava nelle proprietà dei tartufi; dello stesso pensiero anche Madame du Berry, Napoleone e Luigi XIV.
    La Marchesa de Pompadour, una delle più celebri amanti del re di Francia Luigi XV, accorgendosi dopo i trent’anni di provare una crescente debolezza di fronte alle esigenze di sua maestà, cominciò a nutrirsi di cioccolata, tartufi e champagne. La storia non ci conferma se questi rimedi ebbero l’effetto desiderato, di sicuro la Marchesa passò alla storia come il ministro in sottana più famoso dell’epoca.
    Tra i personaggi che hanno avuto uno stretto legame con i nutrimenti corroboranti non possiamo dimenticare Casanova. Per lui era dai sapori forti che si riceveva la giusta forza vitale. Per evidenziare il suo pensiero vi riportiamo questa frase tratta dalle celebri memorie:
    "Ho molto amato anche la buona tavola ed insieme a tutte le cose che eccitano la curiosità... Ho amato i piatti dal sapore forte...”.
     
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12 replies since 16/10/2010, 00:24   2493 views
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