CIBI AFRODISIACI

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  1. ZIALAILA
     
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    Il Tartufo, afrodisiaco naturale





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    Sappiamo bene ormai quali siano le qualita gastronomiche del tartufo, con i "Tuber Terrae", come venivano chiamati dagli antichi Romani, si preparano piatti gustosi e particolari, ma allo stesso tempo leggeri. Anche i Greci attribuivano al tartufo poteri miracolosi e nei tempi antichi si credeva che il tartufo si generava al cadere dei lampi sulla crosta terrestre e con ciò si giustificava la sua enorme carica energetica che risvegliava anche sensi, per alcuni, ormai dimenticati.
    In effetti nel tartufo sono racchiuse in un unico frutto, tutte le fragranze e gli odori del bosco, il suo gusto e intenso ma delicato e il suo odore e a dir poco " stuzzicante".


    Il tartufo, una questione di ormoni




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    Le sostanze odorose presenti nei tartufi, agiscono a livello olfattivo, non solo in alcuni animali ma anche sull'uomo, provocando uno stato di benessere generale e di attrazione verso l'altro sesso. Le virtu afrodisiache del tartufo hanno un fondamento e non sono solo leggenda.
    Nel tartufo sono stati individuati composti di tipo steroideo, delta-16-steroidi, e anche ormoni in tutto simili a quelli sessuali, 5-alfa androst-16-cn-3-alfa-olo.
    Se si uniscono queste proprieta chimico-organiche al naturale piacere che si prova gustando piatti stuzzicanti a base di tartufo, che coccolano il palato e cullano la fantasia, accompagnati da un buon bicchiere di vino e da una dolce compagnia, si ottiene quel fantastico mix di sensazioni, che rendono l'uomo e la donna piu rilassati e intraprendenti.



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    Plinio le inseriva fra le piante prodigiose, e Apicio le proponeva nella sua raccolta di ricette.

    In Europa, per quasi tutto il Medioevo i tartufi non vennero considerati, ma dalla seconda metà del Quattrocento vi fu un’inversione di tendenza : divennero in Italia un cibo ricercato e molto apprezzato dai potenti.
    Numerosi fonti indicano che si utilizzavano le scrofe per cercarli, e che erano cotti sotto la cenere o saltati in padella, per essere poi mangiati senza una precisa collocazione durante il pasto.
    In quel tempo ai tartufi s’iniziarono ad attribuire anche virtù afrodisiaca, e il medico Michele Savonarola li consigliava come alimento ideale per i vecchi che avevano una bella moglie.

    Platina, erudito dell’epoca, non solo assegnò al tartufo un alto potere nutritivo, ma lo definì:
    “un eccitante della lussuria… servito spesso nei pruriginosi banchetti di uomini ricchi e raffinatissimi che desiderano essere meglio preparati ai piaceri di Venere”.

    L’efficacia dei tartufi era così proverbiale da meritare una testimonianza letteraria di Pietro Aretino, riferita ad un vecchio che non riusciva a godere dei piaceri amorosi .

    I trattati italiani di gastronomia del Seicento parlano del potere rinvigorente del tubero come un fatto scontato, e la sua virtù non viene dimenticate neppure nelle memorie di Casanova.

    Secondo Brillat Savarin fino al 1780 il tartufo scarseggiava sopra le mense francesi, ma nel 1825 anno di pubblicazione della Fisiologia del Gusto, grazie alla corroborante fama il suo consumo era ormai diffuso.

    In Italia, nella seconda metà dell’Ottocento, Paolo Mantegazza nel libro “Igiene dell’amore”, elencando gli alimenti afrodisiaci, metteva in cima i tartufi.

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12 replies since 16/10/2010, 00:24   2493 views
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