RICETTE ..DA VECCHI LIBRI DI CUCINA

....come cucinavano...

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    Pasta del marinaio con aglio e olio - da una ricetta di Nonna Peppa











    Cosa ha di diverso questa pasta? Subito detto: viene condita in maniera particolare,il pangrattato viene ricavato da panini del giorno prima e con una tecnica particolare: sfregando gli stessi su di un colapasta ricavando così un pangrattato molto grossolano, che tostato in padella, servirà poi a condire gli spaghetti.Forse in barca mancava la grattugia,quindi è stato adottato questo espediente






    Ingredienti x 4 persone






    500 gr. di spaghetti
    Olio di oliva di frantoio
    Un paio di spicchi di aglio di Nubia
    Un bel mazzetto di prezzemolo
    Una sarda salata, pulita e diliscata
    4 panini del giorno prima
    Sale pepe
    Un pizzico di zucchero






    Preparazione






    Preparate il pangrattato sfregando i panini nella parte interna del colapasta ottenendo cosi un grossolano,pangrattato. versatelo in una padella con fondo antiaderente e con un goccio, di olio fatelo tostare . verso la fine aggiungete un pizzico di zucchero. Nel contempo sbucciate l’aglio e tagliatelo a fettine sottili. Fatelo imbiondire in olio sufficiente con la sarda salata pulita e diliscata. Prima di toglierlo dal fuoco versate il prezzemolo triturato. Appena gli spaghetti sono cotti,al dente, condite con l’olio e gustateli con una buona spruzzata di pepe e di pangrattato tostato.

     
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    Dal ricettario di Pellegrino Artusi











    TRIGLIE COL PROSCIUTTO











    Non è sempre vero il proverbio: Muto come un pesce, perché la triglia, l'ombrina e qualche altro, emettono suoni speciali che derivano dalle oscillazioni di appositi muscoli, rafforzate da quelle dell'aria contenuta nella vescica natatoria.
    Le triglie più grosse e saporose sono quelle di scoglio; ma per cucinarle in questa maniera, possono servire triglie di mezzana grandezza che nella regione adriatica chiamassi rossioli o barboni. Dopo averle nettate e lavate asciugatele bene con un canovaccio e poi ponetele in una scodella da tavola e conditele con sale, pepe, olio e agro di limone. Lasciatele così per qualche ora e quando sarete per cuocerle, tagliate tante fettine sottili di prosciutto grasso e magro larghe come le triglie e in quantità uguale al numero di esse. Prendete un vassoio o un tegame di metallo, spargete in fondo al medesimo qualche foglia di salvia intera, involtate bene le triglie nel pangrattato e disponetele in questa guisa: addossatele insieme ritte e frapponete le fettine di prosciutto fra l'una e l'altra, spargendovi sopra altre foglie di salvia.
    Per ultimo versate sopra le medesime il condimento rimasto e cuocetele fra due fuochi. Se volete che questo piatto riesca più signorile, levate la spina alle triglie da crude aprendole dalla parte davanti, richiudendole poscia.

     
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    Agnolotti alla piemontese











    tipico piatto dei giorni di festa ricetta del 1800






    Tritate degli avanzi di buona carne (arrosto, lesso, volatili) con della verdura, mettetela in un piatto con del formaggio, un po' di mollica di pane bagnata nel latte cotta un momento perchè resti spessa, aggiungere un po' di prezzemolo fritto nel burro, sale, pepe, spezie e delle uova intere mescolare bene affinchè si formi una pasta. Fate una pasta con mezzo chilo di farina bianca, 30 grammi di burro, 1 uovo, salate e aggiungete un po' di acqua, quanto basta per ottenere una pasta molle e cedevole al tatto. Spolverizzate il tavolo con della farina e spianate la pasta formando un foglio molto sottile; tagliatelo in due parti e spennellateli con l'uovo sbattuto. Fate con il ripieno tanti mucchietti grossi come una nocciola ugualmente distanti ed in linea retta sopra una parte del foglio; con l'altro copriteli, premete con le dita intorno al ripieno e tagliateli quadrati. Buttateli in acqua bollente salata e fateli cuocere adagio perchè restino interi. Cotti teneri sgocciolateli bene, metteteli in un tegame di terra con burro, formaggio e spezie. Serviteli con un po' di sugo o con un po' di burro fritto di color biondo spolverizzandoli con formaggio grattugiato.






    fonte saporidelPiemonte
     
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  4. arca1959
     
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    grazie Silvana
     
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    Zuppa alla Ricasoli











    Un ricettario dell’800 del cuoco fiorentino Ferdinando Grandi ci parla di una zuppa rustica di fagioli cavolo e pane, graditissima al Barone Bettino Ricasoli.
    Ingredienti
    Cavolo bianco – olio d’oliva – fagioli – pancetta di maiale – salsiccia – brodo – sale – pepe – pane raffermo
    Preparazione
    Tagliate a strisce sottili un cavolo bianco, fatelo insaporire in olio d’oliva e tiratelo con dell’acqua fino a metà cottura.
    Aggiungete alla verdura dei fagioli precedentemente lessati, pezzetti di pancetta, salsiccia spellata, e terminate la cottura aiutandovi con del brodo. Aggiustate di sale e di pepe.
    Quando la zuppa sarà pronta, versatela in una zuppiera in cui avrete adagiato delle fette di pane abbrustolito.







    fonte taccuinistorici
     
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    grazie,io uso anche oggi questa ricetta!aaahhaaa
     
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  7. arca1959
     
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    grazie Silvana
     
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    Antiche ricette negli Iblei....Pasta del Principe











    Ingredienti






    Spaghetti
    Prezzemolo
    Menta
    Aglio
    Acciughe sott'olio
    Tonno sott'olio
    Pangrattato
    Buccia di limone grattuggiata
    Olio extra vergine d'oliva
    Pepe nero






    Procedimento






    In un mortaio pestare il prezzemolo, la menta e l'aglio.
    In un tegamino tostare il pangrattato con un po' d'olio.
    Spezzettare in una terrina il tonno e le acciughe, aiutandosi con una forchetta per rendere il composto omogeneo.
    Aggiungere le erbe precedentemente pestate, il pangrattato tostato, l'olio un po' di buccia di limone grattugiata. Assaggiare e regolare di sale e pepe nero.
    La consistenza della salsa sarà piu' cremosa del pesto.
    Cuocere la pasta, scolarla al dente e condirla con la salsa preparata mescolando bene. Alla fine spolverare con mandorle tritate tostate.






    fonte comunediragusa.gov.it
     
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  10. gheagabry
     
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    Sciroppo di tamarindo

    Quando, ieri sera, ho porto a mio marito (che rincasa sempre assetato) il solito bicchierone d'acqua fresca addolcita con uno dei miei soliti sciroppi, egli mi ha detto: - Cara Petronilla, se di mangiar ogni giorno pernici s'è stancato persino quel tal frate, ospite del re di Francia, avrò ben ragione anch'io d'averne abbastanza dei tuoi sciroppi di vino o di caffè, che però son sempre gli stessi. Sii dunque gentile, e compera una bottiglia di sciroppo di tamarindo, chè a me piace molto il sapore acidetto ed esotico del frutto! - Comperare una bottiglia di sciroppo? - mi son chiesta. - Ma sarebbe questo degno di una donnina economa, nonchè di una cuoca esimia, quali...son io?
    Ho così tosto concluso che avrei fatto ricorso ai miei lumi cucinari, e il mattino appresso, subito, mi son dunque messa all'opera.
    ***
    Mentre io stessa (chè di certe operazioni mi fido delle sole mie mani) andavo sgrassando, con acqua e soda, un certo mio tegame di terraglia, e mentre lo risciacquavo poi con acqua fredda, ho mandato la servetta a comperare, in farmacia, un etto di frutto di tamarindo. Ho messo il frutto sbriciolato nel tegame ormai sgrassato; ho aggiunti 4 etti di acqua fredda; ed ho stemperato lungamente quello in questa, fino ad averne una poltiglia omogenea e piuttosto acquosa. Ho posto, allora, il tegame a fuoco; e mentre il mio sciroppo in formazione
    si riscaldava e andava in bollore, ho pesato un'insalatiera vuota. Quando, ormai da 20 minuti; il tamarindo bolliva, l'ho colato nell'insalatiera, passandolo per un fitto telo per toglierne fibre e semi; ho ripesata l'insalatiera per aver così, dalla differenza fra i due pesi, quello esatto del tamarindo cotto e filtrato; ho pesato il doppio di zucchero; ho versato zucchero e tamarindo nel tegame di terraglia; ho rimesso questo sul fuoco; ed ho continuato a mescolare con cucchiaio di legno fino a che lo sciroppo ha bollito per 20 minuti. L'ho lasciato allora raffreddare; l'ho poi imbottigliato; ed ecco così il signor marito, per mesi e mesi, servito di tamarindo.
    ***
    Allorchè, la sera, dopo aver sorbita la bibita ghiacciata e nerastra, egli ha esclamato e chiesto: - Squisito! Dove l'hai comperato? E allorchè, con il mio sorriso di modestia falsa, ho risposto che io stessa, sui fornelli della cucina, lo avevo fabbricato; il marito... Se anche voi tutte voleste sentirvi dire dal marito... ormai sapete cosa dovete comperare, e come dovete stemperare, cucinare, filtrare, pesare, ricucinare e imbottigliare.




    le ricette di Petronilla
     
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  11. tomiva57
     
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    grazie gabry..è molto buono ...d'estate poi dissetante allungato con acqua!
     
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    Grazie Gabry ☺.♥...
     
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71 replies since 9/10/2010, 11:19   2106 views
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