Grace Kelly

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    Grace Kelly




    Grace Patricia Kelly, conosciuta anche come Sua Altezza Serenissima Principessa Gracia Patricia di Monaco (Filadelfia, 12 novembre 1929 – Monte Carlo, 14 settembre 1982), è stata un'attrice statunitense.

    Fu la moglie del principe Ranieri III di Monaco e la madre del principe regnante Alberto II di Monaco.


    Biografia



    Le origini

    Nacque a Filadelfia nello stato americano della Pennsylvania, da John Brendan Kelly Senior (4 ottobre 1889 - 20 giugno 1960) e Margaret Majer; la sua famiglia cattolica di origine irlandese era importante in città benché di recente ricchezza.

    Suo padre fu un milionario self-made-man, vincitore di tre medaglie d'oro nella specialità del canottaggio a due olimpiadi, e suo fratello Jack seguì questa tradizione. La strada di Filadelfia Kelly Drive è intitolata a John Junior, che fu membro del consiglio comunale.

    Il cinema

    Nonostante l'opposizione della famiglia al suo desiderio di lavorare nel cinema, Grace Kelly, unanimemente ritenuta una delle più belle attrici mai apparse sullo schermo, iniziò come indossatrice ed ebbe la sua prima parte nel film La quattordicesima ora (Fourteen Hours, 1951) all'età di 22 anni. L'anno seguente fu co-protagonista con Gary Cooper del film Mezzogiorno di fuoco (High Noon, 1952).

    Il film seguente fu Mogambo (Mogambo, 1953) un film drammatico ambientato nella giungla del Kenia incentrato sul triangolo Kelly, Clark Gable e Ava Gardner. Questo film fece guadagnare a Grace la nomination all'Oscar per il titolo di miglior attrice non protagonista, che invece andò a Donna Reed per la sua interpretazione in Da qui all'eternità (From Here to Eternity).

    I film con Hitchcock

    Grace interpretò tre film per la regia di Alfred Hitchcock: Il delitto perfetto (Dial M for Murder, 1954), La finestra sul cortile (Rear Window, 1954) e Caccia al ladro (To Catch a Thief, 1955). Sul set di quest'ultimo film, girato nel Principato di Monaco, conobbe il futuro marito. A proposito di Hitchcock è da ricordare l'ossimoro che creò per definirla: Ghiaccio bollente per sottolineare l'algida bellezza e la sensualità che sprigionava dal grande schermo.

    Nel 1955 le fu assegnato il premio Oscar come miglior attrice protagonista per il film La ragazza di campagna (The Country Girl). Durante le riprese del film ebbe una breve relazione con il protagonista Bing Crosby, a cui non fu fatta pubblicità per proteggere la reputazione di entrambi.

    La principessa di Monaco

    Nel 1956 nel film Il Cigno (The Swan), Grace Kelly interpreta il ruolo di una principessa al fianco di Alec Guinness e Louis Jourdan, un ruolo che diverrà poi per lei reale un paio di anni dopo. La commedia musicale Alta società (High Society, 1956), infatti, fu il suo ultimo film: il suo matrimonio con il Principe Ranieri III di Monaco segnò il suo ritiro dalle scene.

    Prima del suo matrimonio ebbe relazioni con gli attori Clark Gable, Gary Cooper, Bing Crosby, Ray Milland, William Holden e Jean-Pierre Aumont, e con lo stilista Oleg Cassini.

    Fu sorpresa dalla richiesta di Ranieri di lasciare completamente la sua carriera di attrice, ma seguì le sue volontà.

    La fede cattolica e l'abilità nel crescere i bambini furono i fattori principali per cui Ranieri la scelse come sposa. Infatti il Principato di Monaco sarebbe passato alla Francia in assenza di un erede (non é più così dal 2002, dopo un trattato con la Francia), e anche se non è indispensabile la celebrazione di un matrimonio con rito religioso, non è pensabile che un principe cattolico divorzi per risposarsi, se la moglie non riuscisse a dargli figli. Prima di Grace Kelly, Ranieri ebbe un fidanzamento di sei anni con l'attrice francese Gisèle Pascal, che lasciò quando una visita medica la trovò non fertile (in seguito si sposò ed ebbe comunque un figlio).

    Il principe Ranieri e la principessa Grace hanno avuto tre figli:

    * Principessa Carolina Luisa Margherita, nata il 23 gennaio 1957
    * Principe Alberto Alessandro Luigi Pietro, Marchese di Baux, nato il 14 marzo 1958 e principe regnante di Monaco come Alberto II di Monaco
    * Principessa Stefania Maria Elisabetta, nata il 1° febbraio 1965




    La prematura scomparsa

    La tomba della principessa Grace di Monaco, nella cattedrale di San Nicola, Monte Carlo, Monaco
    La tomba della principessa Grace di Monaco, nella cattedrale di San Nicola, Monte Carlo, Monaco

    All'eta di 52 anni, nel settembre 1982, la Principessa ebbe un incidente stradale che causò due emorragie cerebrali, una lieve, l'altra più seria. L'incidente pare avvenne su un tratto di strada su cui era stato girato Caccia al ladro, anche se i figli hanno sempre smentito. Morì il giorno dopo l'incidente, senza aver ripreso conoscenza. La figlia Stephanie era in auto con lei, ma riportò solo ferite lievi. Alcuni ritengono che proprio quest'ultima fosse al volante, ma la leggenda è falsa: guidava la Principessa, diversamente dalla solita abitudine di farsi accompagnare dall'autista. Ciò è dovuto al fatto che Grace Kelly la sera seguente doveva presenziare a un ricevimento, pertanto aveva fatto stirare un abito dalla governante e, per far sì che non si sciupasse, l'aveva fatto adagiare sui sedili posteriori; così facendo non vi era posto per una terza persona (cioè l'autista) e lei e la figlia dovettero viaggiare da sole.

    Prima della sua morte Grace Kelly stava lavorando ad un nuovo film, Rearranged di Robert Dornhelm, 26 anni dopo la sua ultima apparizione sul grande schermo. Il film rimase incompleto per la scomparsa improvvisa dell'attrice, e il Principe Ranieri non volle che il film, del quale era stato girato già oltre un'ora, fosse rilasciato.

    Curiosità

    Nel 2007 il cantante Mika le dedica una canzone intitolata proprio Grace Kelly.

    I piatti preferiti da Grace Kelly: pollo fritto, hamburger e sanguinaccio.


    filmografia

    La quattordicesima ora (Fourteen Hours) (1951)
    * Mezzogiorno di fuoco (High Noon) (1952)
    * Mogambo (Mogambo) (1953)
    * Il delitto perfetto (Dial M for Murder) (1954)
    * Fuoco verde (Green Fire) (1954)
    * La finestra sul cortile (Rear Window) (1954)
    * La ragazza di campagna (The Country Girl) (1954)
    * I ponti di Toko-Ri (The Bridges at Toko-Ri) (1954)
    * Caccia al ladro (To Catch a Thief) (1954)
    * Il cigno (The Swan) (1956)
    * Alta società (High Society) (1956)
    * Rearranged (1982) - incompleto

    In Caccia al ladro



    Ne La finestra sul cortile
     
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  2. gheagabry
     
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    Il delitto perfetto





    Titolo originale Dial M for Murder
    Paese Stati Uniti d'America
    Anno 1954
    Durata 105 min
    Colore colore
    Audio sonoro
    Genere thriller
    Regia Alfred Hitchcock
    Soggetto Frederick Knott
    Sceneggiatura Frederick Knott
    Fotografia Robert Burks
    Montaggio Rudi Fehr
    Musiche Dimitri Tiomkin
    Scenografia Edward Carrere, George James Hopkins

    Interpreti e personaggi

    Ray Milland: Tony Wendice
    Grace Kelly: Margot Mary Wendice
    Robert Cummings: Mark Halliday
    John Williams: Capo Ispettore Hubbard
    Anthony Dawson: Charles Alexander Swann
    Leo Britt: Narratore
    Patrick Allen: Detective Pearson
    George Leigh: Detective Williams
    George Alderson: Detective
    Robin Hughes: Sergente di polizia
    Doppiatori italiani
    Augusto Marcacci: Ray Milland
    Dhia Cristiani: Grace Kelly
    Stefano Sibaldi: Robert Cummings
    Mario Pisu: John Williams
    Lauro Gazzolo: Anthony Dawson

    Premi
    2 National Board of Review Awards 1954: miglior attrice (Grace Kelly), miglior attore non protagonista (John Williams)


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    « Non esiste il delitto perfetto. »


    Il delitto perfetto (Dial M for Murder) è un film del 1954 diretto da Alfred Hitchcock. Il film fu girato originariamente in 3D, per contrastare la nascente popolarità della televisione.
    Come in tutte le sue opere, Hitchcock fa la sua consueta breve apparizione, comparendo fra i partecipanti ad un banchetto universitario, ritratti in una fotografia appesa alla parete di casa Wendice.
    Ne è stato girato un remake nel 1998, Delitto perfetto, diretto da Andrew Davis ed interpretato da Michael Douglas e Gwyneth Paltrow.

    Trama



    Londra. Tony Wendice, un ex campione di tennis che ora gestisce un negozio di articoli sportivi, scopre che la ricca moglie Margot lo tradisce con un amico, Mark Halliday, uno scrittore americano di romanzi gialli. Wendice decide pertanto di sbarazzarsi della moglie per ereditare a tempo debito la sua piccola fortuna.
    Per evitare qualunque sospetto a suo carico, Wendice per quasi un anno si dedica alla scrupolosa e attentissima elaborazione dell'omicidio, trovando infine il sicario ideale in Swann Lesgate, un suo ex compagno di college, già colpevole di furto, che ora vive mantenuto da anziane signore. Con il ricatto e con una promessa di denaro, Wendice costringe Swann ad uccidere per lui la moglie Margot, orchestrando così un delitto apparentemente perfetto.
    Ma gli eventi non vanno come previsto: per garantirsi un alibi incontestabile, Wendice si reca con Halliday a un ricevimento, mentre alla stessa ora Swann s'introduce nell'appartamento dove l'ignara Margot sta dormendo. All'ora prefissata, Wendice chiama la moglie al telefono per far scattare la trappola: Margot va a rispondere e viene aggredita alle spalle da Swann, sbucato da dietro le tende, il quale tenta di strangolarla.
    Una strenua difesa e una disperata resistenza consentono però a Margot di liberarsi del maldestro killer, dopo una lunga colluttazione, conficcandogli nella schiena un paio di forbici, il che ne provoca la morte. Wendice, che da quanto ha sentito al telefono ha compreso ciò che è accaduto, rientra immediatamente a casa ed approfitta della situazione per sfruttare l'uccisione di Swann a suo vantaggio. Con freddezza e cinismo, riesce a inquinare le prove in modo da far accusare la moglie di omicidio (alcune lettere ricattatorie anonime, mandate dallo stesso Wendice, sarebbero state la prova dell'odio della donna per Swann). Margot viene condannata così al patibolo, ma uno zelante ed intelligente ispettore di Scotland Yard, Hubbard, dopo l'iniziale scetticismo sull'innocenza di Margot, comprende a poco a poco che nella vicenda c'è qualcosa di poco chiaro e, grazie ad uno stratagemma, trova le prove per scagionare definitivamente Margot ed incolpare il marito-mandante.

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    Hitchcock indicò espressamente che nel film Grace Kelly doveva indossare all’inizio vestiti chiari e poi, via via che la vicenda procedeva, abiti sempre più scuri

    Girato in soli 36 giorni


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    Delitto perfetto è un altro dei film per cui Hitchcock pareva non nutrire particolare affezione, un lungometraggio realizzato con poche idee solo per onorare un accordo con la casa di produzione della Warner.
    La verità è che Dial M resta a tutt’oggi uno dei film registicamente più sorprendenti del maestro, secondo, da questo punto di vista, solo al successivo Rear Window (assoluto capolavoro del Mago del brivido) e al più sperimentale Nodo alla gola.
    Proprio come questi altri due film infatti Delitto Perfetto è ambientato tutto in interni (con l’eccezione di alcune scene in un ristornate, e delle oniriche e visionarie sequenze del processo a Grace Kelly) ed è, sostanzialmente, un film basato sui dialoghi, in cui l’azione è ridotta al minimo (se si eccettua la splendida sequenza dell’omicidio); peccato solo che il finale sia un po’ cervellotico (si poteva sfruttare di più il mistero della chiave scomparsa, invece di rivelarlo solo alla fine così frettolosamente).



    Ottimi tutti e 5 gli interpreti: Grace Krelly resta una delle attrici più brave di sempre (oltre che una delle più belle), Ray Milland (un “Cary Grant meno famoso”, per dirla alla Peter Bogdanovich) sciorina un’interpretazione mefistofelica ed ambigua (nonostante interpreti il cattivo ci si ritrova più volte a fare il tifo per lui piuttosto che per l’amante Robert Cummings), Anthony Dawson e il simpatico John Williams (attore feticcio di Hitchcock), sono perfetti nei ruoli rispettivamente del killer e del detective.



    A dare ulteriore risalto alla valenza dell’opera sta il fatto che il film fu girato per essere proiettato in 3d: lo dimostra il fatto che quasi sempre fra la cinepresa e l’interprete vi è interposto un qualche oggetto, ad esempio una lampada, o una bottiglia, o un tavolo (oggetti che dovevano “sembrar uscire fuori dallo schermo”): eppure Hitchcok non si lascia “limitare” da questa esigenza, ma anzi la asservisce al suo scopo realizzando riprese straordinarie (la telecamera che si avvicina alla chiave in mano al detective, i piani sequenza nell’appartamento con la vista dello spettatore "ostacolata" dai vari oggetti in primo piano, l’uso geniale dei colori), come solo un Genio sa fare.


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    GRAZIE....BELLISSIMA
     
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  4. gheagabry
     
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    TUTTO IL FASCINO E L'ELEGANZA DI GRACE, STAR DEL GRANDE SCHERMO E PRINCIPESSA DEL MONDO



    Il fascino della principessa del grande schermo diventata principessa nella realtà. Aveva la regale sembianza e la naturale eleganza delle eroine delle fiabe, e rappresentava uno degli ideali di bellezza femminile. Ora, per la prima volta a Roma, a Palazzo Ruspoli – fino a domenica 28 febbraio 2010 -, una mostra di portata internazionale rende omaggio alla Principessa Grace. In stretta collaborazione con i servizi del Palazzo del Principato di Monaco, che hanno accettato di esporre per la prima volta degli oggetti inediti, la mostra rintraccia tutti i momenti e tutti gli aspetti della sua vita, dalla star hollywoodiana Grace Kelly alla Principessa monegasca impegnata quotidianamente a valorizzare il ruolo internazionale di un Principato che l’ha adottata ed amata fin dalla sua prima apparizione sulla Rocca, nell’ormai lontano 1956. Un principato che grazie a lei ritrovò una rinomanza internazionale, una popolarità inaudita in tutto il mondo, e non più e non solo nel jet set dell’epoca.

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    “La Principessa Grace ci ha lasciato l’immagine di un’eleganza inalterabile - spiega il curatore della mostra, Frédéric Mitterrand -. Si può non aver visto nessuno dei suoi film, non avere mai visitato il Principato di Monaco, questa immagine resta presente nella mente di tutti come una risposta necessaria alla durezza del mondo in cui viviamo”.

    “Eleganza di una ragazza ricca di Filadelfia – prosegue – che incarnava il sogno americano; eleganza della debuttante delle riviste sofisticate e delle commedie sentimentali che esprimevano l’ottimismo dell’immediato dopoguerra; eleganza del glamour hollywoodiano in technicolor, eleganza della donna innamorata che sceglie liberamente di cambiare il corso della sua esistenza, eleganza di una principessa appartenente ad una delle più antiche dinastie d’Europa, eleganza di una madre irremovibile e di una sovrana che si dispensa efficacemente e senza riserve per i suoi, eleganza di un riserbo sorridente che affascinava i media e di uno stile di vita ipersensibile e poetico che conservava una parte di mistero, eleganza di una bellezza preservata dal perdurare di un fascino giovanile, eleganza di un’epoca della quale fu la passeggera e di cui tutti proviamo nostalgia. La morte prematura della Principessa Grace, avvenuta venticinque anni orsono, l’ha iscritta nella tragica serie dei destini da leggenda, conferendole il risalto intemporale delle favole. Da tempo sappiamo che le favole non sono scritte per i bambini, ma che dicono la verità e interessano tutti. Tuttavia quella di cui la Principessa Grace è l'eroina – conclude il curatore - è certamente una delle più commoventi, perché è l'ultima dei tempi passati e la prima dell’epoca moderna”.

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    Completamente immerso nei ricordi degli “Anni di Grace Kelly” il visitatore - come sfogliando un album di fotografie – scoprirà la vera Grace attraverso lettere, oggetti personali, abiti ed accessori di moda, bande sonore, estratti di film, reportages d’attualità, foto di scena, manifesti. Una donna sensibile ed altruista, dall’algida bellezza ma ben diversa da alcune sue interpretazioni dal ‘gelido fascino’ oppure dall’ingenua ragazza indifesa; l’eterna ragazza Grace (Patricia Kelly) che ha continuato a frequentare e sentire amici del calibro di Alfred Hitchcock, Cary Grant, David Niven, oppure i grandi del pianeta come Jackie Kennedy, Maria Callas …

    “Tutto questo dovrebbe permettere di ritrovare l’universo incomparabile della Principessa Grace - dice ancora Mitterrand - e di evocare il significato che comporta , per ognuno di noi, la sopravvivenza del suo ricordo”.



    La Fondazione Memmo rende così omaggio alla Principessa Grace di Monaco, accogliendo la mostra già presentata al Grimaldi Forum durante l’estate 2007, che ripercorre momenti ed aspetti diversi della vita di Grace Kelly. Da Hollywood a Montecarlo, il viaggio (la traversata atlantica sulla nave, con al seguito la famiglia e i giornalisti) e la vita di una donna meravigliosa, dal destino eccezionale.

    La mostra, abilmente curata da Frédéric Mitterrand - dal 23 giugno 2009 Ministro della Cultura e della Comunicazione della Repubblica Francese -, si propone di condurre il visitatore nel vivo dei ricordi degli “anni Grace Kelly, Principessa de Monaco”.




    Una mostra-omaggio che sfoglia un album di immagini firmate dai più grandi nomi della fotografia (Howell Conant, Cecil Beaton, Irving Penn), una manifestazione che svela la corrispondenza scambiata da Grace con i suoi amici – e affettuosamente conservata -, una galleria che presenta degli oggetti personali, una parte del suo guardaroba (tra cui gli abiti da sposa, matrimoni civile e religioso), e quelli dei balli di beneficenza, dei gioielli e numerosi accessori di moda, come la celebre borsa Kelly firmata Hermès.

    Il cinema, la sua prima vita, è ovviamente largamente rappresentato. Montaggio di sequenze dei suoi film più importanti, la notte degli Oscar (vinto) per "La ragazza di campagna" di George Seaton nel 1955, largo spazio dedicato ai film di Alfred Hitchcock, “La finestra sul cortile” ma anche a “Delitto perfetto” e “Caccia al ladro” che – involontariamente – fece incontrare la star e il principe Ranieri III; ma anche estratti di filmini di famiglia girati dalla stessa Grace e che permettono di penetrare nell'intimità della sua vita quotidiana, di una donna eccezionale ma al tempo stesso ‘come tutte le altre’.
    Attraverso una donna scomparsa troppo presto, si delinea tutta un’epoca. Un’epoca che vuole dimenticare i lutti della seconda guerra mondiale e dove tutti pretendono di sognare, sullo schermo e fuori. Un’epoca in cui una donna, Grace Kelly, lascia la sua America natale e le preferisce, per amore, la vecchia Europa.

    José de Arcangelo

    dal web

     
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    Mezzogiorno di fuoco



    Titolo originale - High Noon
    Paese - USA
    Anno - 1952
    Durata - 85 min
    Colore - B/N
    Genere - western
    Regia - Fred Zinnemann
    Soggetto - John W. Cunningham
    Sceneggiatura - Carl Foreman
    Produttore - Stanley Kramer
    Casa di produzione - United Artists
    Distribuzione (Italia) DAI Regionale (1953)
    Fotografia - Floyd Crosby
    Montaggio - Elmo Williams
    Musiche - Dimitri Tiomkin
    Tema musicale - Do Not Forsake Me, Oh My Darlin
    Scenografia - Murray Waite

    Interpreti e personaggi

    Gary Cooper: Sceriffo Willy Kane
    Grace Kelly: Amy Fowler Kane
    Thomas Mitchell: Sindaco Jonas Henderson
    Lloyd Bridges: Vice-sceriffo Harvey Pell
    Katy Jurado: Helen Ramírez
    Otto Kruger: Giudice Percy Mettrick
    Lon Chaney Jr.: Martin Howe
    Harry Morgan: Sam Fuller
    Ian MacDonald: Frank Miller
    Eve McVeagh: Milfred Fuller
    Morgan Farley: Dr. Mahin, ministro
    Harry Shannon: Cooper
    Lee Van Cleef: Jack Colby
    Robert J. Wilke: Jim Pierce
    Sheb Wooley: Ben Miller


    Mezzogiorno di Fuoco (High Noon) è un film western del 1952 diretto da Fred Zinnemann.
    Il film fu scritto da John W. Cunningham e Carl Foreman, basato su un cortometraggio pulp, The Tin Star. Fu diretto da Fred Zinnemann, una scelta controversa, perché i produttori non erano sicuri che un austriaco-ebreo avrebbe potuto dirigere il quintessenziale genere americano, il western.[senza fonte]
    Lo stesso Zinnemann fu influenzato - nella realizzazione - da un libro di Karl May che aveva letto da bambino. Lo scrittore del soggetto - Carl Foreman - fu anche il produttore, ma non fu accreditato perché facente parte della "lista nera" della MPAA.
    C'è anche qualcosa di controverso nella scelta di Gary Cooper come attore protagonista. Nonostante avesse vinto un Oscar ne Il sergente York, era considerato troppo anziano per il ruolo, ed era infatti trent'anni più vecchio di Grace Kelly, la moglie nel film.

    « Ma che razza di donna siete? Come potete lasciarlo così? Il suono delle pistole vi fa tanta paura?
    No, signora Ramirez. Ci sono abituata. Mio padre e mio fratello sono stati uccisi in una sparatoria. Erano dalla parte della ragione, ma questo non servì a nulla quando iniziarono a sparare. Mio fratello aveva diciannove anni. L'ho visto morire. Fu allora che divenni una quacchera. Non mi importa chi ha torto e chi ha ragione. Dev'esserci un modo migliore per concepire la vita. »
    (Amy risponde alla domanda di Helen)




    Trama

    Mezzogiorno di fuoco è ambientato nella cittadina di Hadleyville, dopo la Guerra di Secessione e narra la vicenda di Will Kane, uno sceriffo che si sente moralmente obbligato ad affrontare un manipolo di fuorilegge che giunge in città. Il personaggio di Cooper viene tradito e abbandonato da tutti i cittadini di Hadleyville.
    Will Kane (Gary Cooper), dopo aver riportato la legge e l'ordine nella cittadina di cui è sceriffo, sposa la quacchera Amy Fowler (Grace Kelly). Subito dopo il matrimonio, come previsto, Kane dà le dimissioni, e la cittadina attende per il giorno successivo l'arrivo del nuovo sceriffo. Ma Kane viene a sapere da un telegramma che con il treno di mezzogiorno arriverà Frank Miller (Ian MacDonald), un uomo da lui arrestato cinque anni prima e condannato a morte, ma che è stato rilasciato in libertà condizionata da un'amministrazione cittadina corrotta. Ad attendere Miller alla stazione ci sono altri tre banditi che lo aiuteranno a portare a termine la promessa vendetta contro lo sceriffo. Kane cerca di formare una squadra di agenti giurati per affrontare Miller, ma, con un pretesto o con un altro, tutti i cittadini preferiscono abbandonare Kane al suo destino e molti gli chiedono di lasciare la cittadina per evitare la sparatoria, che darebbe a Hadleyville una cattiva reputazione. Qualcuno, il titolare di un albergo-saloon, per esempio, arriva a rimpiangere i tempi in cui Miller spadroneggiava spavaldamente in città, prima che Kane lo arrestasse e ponesse fine all'anarchia ed alle prepotenze del bandito e della sua banda.
    La giovane moglie Amy, che è di religione quacchera e professa avversione nei confronti di ogni genere di violenza, vorrebbe che il neo-marito lasciasse subito la città ma Kane rifiuta, consapevole che Miller, assetato di vendetta, lo cercherà per ucciderlo e prima o poi lo troverà. Amy decide quindi di partire da sola con il treno, pur essendo combattuta dal desiderio di restare con il suo uomo quando questi dovrà affrontare i fuorilegge. Sarà la ex amante di Kane, Helen Ramirez (Katy Jurado) a convincerla a non abbandonare il marito, e sarà poi proprio Amy l'unica ad aiutare lo sceriffo, sparando ad uno dei banditi.
    Alla fine Kane riesce ad avere la meglio e solo allora, sulle strade deserte, si riversano i cittadini. Senza una parola, prima di allontanarsi in calesse con Amy, Kane getta con disprezzo nella polvere la sua stella di sceriffo.




    Critica

    Caratteristica piuttosto rara del film è la coincidenza del tempo nella narrazione e quella del tempo in cui essa si svolge: la vicenda inizia alle 10 e 30 di mattino e termina poco dopo le 12, esattamente, o quasi, quanto dura il film. Film molto apprezzato, e considerato generalmente un capolavoro assoluto, la sua comparsa sugli schermi americani destò polemiche e perplessità. Fu infatti interpretato da alcuni come un'allegoria del fallimento degli intellettuali contemporanei nel riuscire a debellare l'insorgenza della paura isterica del comunismo. Inoltre, nel contrasto fra il coraggio del protagonista, spinto dalla sua onestà di tutore della legge e lealtà nei confronti del proprio dovere, e la codardia dei concittadini, che al momento di rischiare la propria incolumità per difendere anche se stessi, lo lasciano solo contro un nemico agguerrito e numericamente più forte, per poi accodarglisi quando le cose volgono a suo favore, ci fu chi vide un'allegoria del clima conformista e pavido creatosi nel periodo del maccartismo, in confronto al coraggio dei (pochi) che affrontarono a testa alta la caccia alle streghe rimettendoci la carriera.
    Eccellente il clima di suspense che il regista mantiene per quasi tutta la durata del film, dalla frustrante ricerca, da parte di Kane, di volontari che lo aiutino ad affrontare il vilain, alla inutile e controproducente lite fra lo stesso Kane ed il suo vicesceriffo Harvey, l'unico che lo aiuterebbe efficacemente ma che pretende in cambio la proposta della sua nomina a sceriffo da parte dello stesso Kane, quando lascerà il paese (onesto fino all'autolesionismo, Kane rifiuta, ritenendo in coscienza Harvey inidoneo ad assumere la responsabilità di sceriffo) ed alla spasmodica attesa di Kane, da solo, che i quattro nemici giungano dalla stazione ferroviaria in paese.
    Il tutto scandito dall'ottima musica di Dimitri Tiomkin il cui motivo principale, la canzone Do Not Forsake Me, Oh My Darlin (anche nota come High noon, titolo originale del film), cantata nel film dal celebre cantante country Tex Ritter, e diventata molto popolare soprattutto nella successiva versione tenorile dell'italo-americano Frankie Laine.



    1953 - Premio Oscar

    Miglior attore protagonista a Gary Cooper
    Miglior montaggio a Elmo Williams e Harry W. Gerstad
    Miglior colonna sonora a Dimitri Tiomkin
    Miglior canzone (Do Not Forsake Me, Oh My Darlin) a Ned Washington e Dimitri Tiomkin
    Nomination Miglior film a Stanley Kramer
    Nomination Migliore regia a Fred Zinnemann
    Nomination Migliore sceneggiatura non originale a Carl Foreman

    1953 - Golden Globe

    Miglior attore in un film drammatico a Gary Cooper
    Miglior attrice non protagonista a Katy Jurado
    Migliore fotografia a Floyd Crosby
    Miglior colonna sonora a Dimitri Tiomkin
    Nomination Miglior film drammatico
    Nomination Miglior attrice debuttante a Katy Jurado
    Nomination Migliore sceneggiatura a Carl Foreman

    1952 - New York Film Critics Circle Award

    Miglior film
    Migliore regia a Fred Zinnemann






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    Le nozze con Ranieri di Monaco



    Il 19 aprile 1956 Montecarlo era parata a festa: la splendida e algida attrice hollywoodiana sposava il principe Ranieri. Le nozze sui cui era puntato lo sguardo curioso e pettegolo del mondo furono il primo evento della neonata era televisiva: la cerimonia venne trasmessa in diretta da tutti i paesi del mondo, portando, ricorda Maria Venturi, nelle nostre brutte case immagini di bellezza e di sogno.
    Trenta milioni di telespettatori seguirono l’evento che fu filmato anche dalla Metro Goldwyn Mayer che ne fece un documentario.
    Pochi minuti prima del mezzogiorno di una giornata tiepida appena ventosa si concludeva l’avventura romantica del principe di Monaco e dell’attrice di Filadelfia.
    Ecco la cronaca di quel giorno: Il sole ha avuto la meglio sulle nubi che stamattina si inseguono nel cielo, sfrangiate da una brezza tiepida. Sono le 11,50 del 19 aprile del 1956. Con soli cinque minuti di ritardo sulla rigorosa tabella di marcia prevista dal cerimoniale di corte, Ranieri III principe di Monaco e la neo principessa Grace compaiono sulla soglia della cattedrale. Da 52 minuti sono marito e moglie, e si apprestano ora a raccogliere l’omaggio degli amici sudditi, come li chiama Ranieri nei messaggi ufficiali.



    Quella che i francesi malcontenti avevano subito chiamato “Glace Kelly”, l’impeccabile ragazza dall’aspetto fragile ma dalle mani forti e il mento ostinato, la fidanzata che anche i cronisti trovarono giusto di paragonare fin dai primi giorni alla “Fata delle Nevi”, durante la cerimonia religiosa ebbe finalmente un attimo di debolezza come tutte le donne del mondo quando stanno per sposarsi, quando stanno per dir di si in tutta semplicità davanti all’altare e l’organo tace.Dopo aver sbattuto le palpebre con un ritmo vertiginoso come se le bruciassero gli occhi, Grace, a metà della cerimonia, si sfilò in fretta un fazzolettino da una manica di pizzo, e se lo passò prima sulla punta del naso e poi sulle ciglia. E il fatto, ripetuto di bocca in bocca, che Ranieri III non avesse saputo infilare la fede sul pallido anulare della sposa, ma lei avesse dovuto aiutarlo in questo facile compito, finì col conquistare anche i critici più ostinati dell’intera vicenda.



    Quel lontano mattino fece da cornice ad una favola che per due mesi i rotocalchi avevano raccontato in ogni particolare: l’incontro tra il principe solitario e la diva, durante le riprese di Caccia al ladro con Cary Grant, il colpo di fulmine, il bacio che risvegliò la vergine di Hollywood, il viaggio di Ranieri a Philadelphia per chiedere Grace in sposa alla sua ricca e cattolica famiglia, il trepido arrivo di lei sulla costa, dopo aver rinunciato al trono d’America per quello di un principato esteso su un territorio che neppure raggiungeva la metà del Central Park di New York.
    Figlia di un muratore diventato “re del mattone” e di un’ambiziosa ex fotomodella tedesca, Grace Kelly era cresciuta con un ferreo insegnamento: aspirare al meglio e puntare al massimo. Arrivò ad Hollywood poco più che ventenne con un book del celebre Pierre Galante e il carisma di una intimidatoria raffinatezza: lo star system impazzì per quella ragazza che vestiva come vestivano le poche americane eleganti: con molta semplicità ed armonia, attenti dettagli, lino bianco ai polsi ed al collo quando l’ora e la circostanza non permettevano le perle.
    Fu l’unica attrice che diventò star senza ma essere stata una stellina. Ma fu anche l’unica, racconta sempre la Venturi, che dopo aver vinto un Oscar cominciò ad avere dei problemi. Era esploso l’astro della carnale Marilyn Monroe; Audrey Hepburn stava incantando le platee; Liz Taylor fu preferita a Grace per il film Il gigante.
    Ranieri Grimaldi, principe di Monaco, era in quegli anni uno dei miglior partiti del mondo.



    Di media statura, robusto, con i baffetti che, secondo gli americani, tutti gli europei specialmente mediterranei debbono portare, poliglotta con educazione ed accento inglesi, era alla ricerca della principessa: “la mia ragazza ideale ha capelli lunghi e spioventi liberi al vento, dal colore delle foglie d’autunno. I suoi occhi, azzurri o castani che siano, debbono essere punteggiati d’oro”. Era il ritratto di Grace Kelly.
    Forse il mondo sapeva, quel giorno di aprile del 1956, incollato ai televisori nelle case e dentro ai bar per un’interminabile ripresa diretta, di assistere all’ultimo matrimonio veramente fiabesco del ventesimo secolo. Per bella, ricca ed elegante che fosse, Grace Kelly era pur sempre un’attrice. Per piccolo e cartolinesco, Monaco era pur sempre un principato. E Ranieri, che fino a quel momento aveva battuto la cavallina ed era legato ad un’attrice francese, Gisèle Pascal, era pur sempre un principe. Tutto dal loro primo incontro al giorno delle nozze, bastava a far credere che non sempre le favole stanno soltanto nei libri per bambini innocenti.
    Si attrassero a prima vista e, vivendo insieme, finalmente finirono per amarsi.
    L’attrice riuscì ad imporre il suo stile al principe e al Principato.



    Rigorosa, cattolica, moralista, sicuramente conscia di un dovere importante, fece la fortuna di Ranieri. Capì da subito che Monaco sarebbe potuto diventare un centro mondano elegante e ricchissimo ed impose al suo regno uno stile sorridente ma anche molto severo. Via per sempre, tanto per cominciare, dai giornali pettegoli e dal Principato, una sorella ed uno zio di Ranieri piuttosto irrequieti. Via la Callas ed Onassis nel preciso momento in cui diventarono pubblici adulteri.
    In pochi anni Montecarlo divenne quel Paradiso fiscale che tutti oggi conoscono e l’eleganza della principessa Grace, fu più efficace di qualsiasi opera di pubbliche relazioni. Intorno all’attrice, stella di Hollywood e regina di Montecarlo, cominciarono a gravitare i miliardari americani, i divi d’oltre Oceano, i personaggi del jet set internazionale.
    L’armonia dorata del matrimonio fu coronata ben presto dalla nascita degli eredi, Carolina, Alberto(futuro erede) Stephanie.
    Tre figli bellissimi che per tanti anni furono la cornice ridente e felice di un matrimonio fiabesco.
    Un fiaba però che si è sottratta alla legge del “lieto fine”.
    La tragica e, per certi versi, oscura morte ha risparmiato a Grace le amarezze, i lutti, gli scandali e i dolori che il principe ha dovuto subire. Come scrisse Edgarda Ferri: è morta la principessa delle favole, prima che la favola definitivamente conoscesse la parola fine ed entrando lei sola in quella
    che resterà per sempre la favola.





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    LA DONNA DEL GIORNO: Grace Kelly


    sabato, novembre 12th, 2011


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    LA PRINCIPESSA DI MONACO – Care lettrici, la giornata di oggi la dedichiamo a una delle principesse amatissime che il mondo non dimenticherà mai. Grace Kelly è stata e rimarrà un’icona di stile e di bellezza, la fonte d’inspirazione per molte donne del passato ma anche del presente. Ripercorriamo oggi, insieme a voi, le tappe più importanti della sua vita .Grace Patricia Kelly, più conosciuta come Grace Kelly, simbolo di eleganza per un’intera generazione, nacque il 12 novembre 1929 a Filadelfia, terza di quattro figli. Dopo essersi diplomata alla scuola superiore, si recò a New York per frequentare l’American Academy of Dramatic Arts. Qui, dopo aver ottenuto il diploma, apparve in varie produzioni televisive e teatrali. Il suo primo film fu “14esima Ora” (1951), del regista Henry Hataway, in cui ebbe solo una piccolissima parte. La sua prima grande prova d’artista arriva l’anno successivo nel leggendario “Mezzogiorno di Fuoco”, dove la giovane attrice interpretava l’altrettanto giovane moglie di uno sceriffo, impersonato da Gary Cooper. Il suo film successivo , “Mogambo” (del 1953) in cui il suo partner fu il mitico Clark Gable, le procurò un contratto con l’importante casa di produzione MGM.Diventata star internazionale a tutti gli effetti, Grace cattura l’attenzione del maestro della suspense, Alfred Hitchcock, che un anno dopo le affidò il ruolo di protagonista in “Delitto Perfetto”. In seguito, girano insieme anche “La finestra sul Cortile” e “Caccia al Ladro”. Quest’ultimo fu ambientato sulla costa Azzurra, un luogo che cambierà la vita della giovane attrice. Il successo dei film del Maestro del brivido, la sua presenza scenica e la sua bellezza le fruttarono il soprannome di “Ghiaccio bollente”. Nel 1954 vinse anche l’Oscar come migliore attrice per il ruolo nel film “Ragazza di Campagna” di George Seaton, in cui actuò insieme a Bing Crosby.Un’anno dopo, durante la sua partecipazione al film festival di Cannes, Grace venne invitata a un incontro con il Principe Ranieri di Monaco. Ranieri, invaghitosi pazzamente di lei al primo incontro, fece di tutto per conquistarla, coprendola di attenzioni e di lettere d’amore. Entro la fine di quello stesso anno, il 5 gennaio per l’esattezza venne ufficialmente annunciato il loro fidanzamento.Erano momenti di grande felicità per l’attrice. Tuttavia, dietro le quinte, sul piano professionale si stava consumando la rottura con la Mgm, che le chiese di girare almeno un altro film, “High Society”, e di avere l’esclusiva sulle riprese del suo matrimonio. All’inizio del 1956 Grace girò quindi il suo ultimo film non solo con la Mgm ma in assoluto, che vedeva come protagonisti anche Bing Crosby e Frank Sinatra. Il matrimonio era fissato per il mese di aprile, così Kelly disse per sempre addio al set cinematografico e se ne andò in Francia dall’amato Ranieri.Il fastoso matrimonio venne fissato per la primavera e segnò l’addio di Grace non solo al set ma anche all’America. Le loro furono definite dalla stampa di tutto il mondo “le nozze del secolo”. La cerimonia civile venne celebrata il 18 aprile, mentre quella religiosa il giorno successivo in St. Nicholas Church. Non occorre dire che quel giorno la chiesa, e i suoi dintorni, venne letteralmente presa d’assalto da giornalisti e telecamere da tutto il mondo. Grace nascose al meglio il suo nervosismo, cercando di essere sempre affabile e naturale, malgrado in seguito avesse confessato di aver profondamente detestato quella cerimonia, a causa naturalmente dell’eccessivo clamore che suscitò e dalla poca discrezione dei mezzi d’informazione. Da quel giorno Grace divenne per tutto il mondo la Principessa Grace di Monaco.Il 23 Gennaio 1957 diede alla luce Caroline mentre l’anno successivo, il 14 marzo, nacque il suo secondogenito, il Principe Alberto. Sette anni dopo, il primo di febbraio, fu la volta della Principessa Stephanie. I suoi figli ancor’oggi riempiono spesso le pagine dei tabloid del tutto il mondo. Hanno avuto da giovani i caratteri forti e combattivi e fino a quando fu in vita, Grace cercò sempre di farli crescere come ragazzi normali, dando a loro l’educazione ed insegnamenti giusti. Spesso non è stata d’accordo con le loro scelte, soprattutto quelle fatte da Stephanie, l’eterna ribelle della casa, ma le ha sempre rispettate.Il 13 settembre 1982, Grace e la figlia Stephanie furono coinvolte in un terribile incidente stradale mentre con la propria macchina si dirigevano dalla Francia a Monaco. Stephanie riuscì a uscire in tempo dalla vettura precipitata in un pendio, a differenza della madre che venne ritrovata priva di sensi. Era già in coma quando fu trasportata in ospedale, dove morì 36 ore dopo, all’età di 52 anni.Erano le 23,45 del 14 settembre 1982 quando Telemontecarlo diffuse il flash della notizia della morte di Grace Kelly.Finiva così la favola della principessa – attrice, la donna dell’intramontabile bellezza e fascino che vive ancora nei racconti, nelle foto e film, e che il mondo ricorderà per sempre.

     
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    1947, Grace Kelly, con la famiglia a una regata di suo fratello
    (Photo by Evening Standard/Getty Images)

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    1948: Grace Kelly con suo fratello e sua sorella a una regata a Henley-on-Thames (Photo by Evening Standard/Getty Images)


    Il 13 settembre 1982 la principessa Grace di Monaco stava guidando la sua Rover di ritorno dalla tenuta di campagna di Roc Agel, in Francia, diretta verso Monaco. Con lei c’era la figlia Stephanie, che aveva allora diciassette anni. La principessa guidava perché la macchina era ingombra di bagagli e avevano deciso che con l’autista non ci sarebbe stato posto sufficiente: il tragitto era peraltro piuttosto breve. Ma intorno alle 10,30 del mattino l’auto uscì di strada su una delle molte curve, nei pressi della cittadina di La Turbie, e si schiantò precipitando. Grace di Monaco fu portata in ospedale nel principato, gravemente ferita – benché dapprima si disse che le sue condizioni non erano preoccupanti – e Stephanie fu curata delle ferite più leggere.

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    (Hulton Archive/Getty Images)

    La principessa morì in ospedale il giorno dopo, il 14 settembre 1982, a neanche 53 anni. Già in quei giorni circolò una notizia mille volte smentita negli anni successivi, che a guidare fosse Stephanie, che non aveva la patente.

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    David Niven e Grace di Monaco all’Opera di Monaco (AP Photo)

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    Grace de Monaco e sua figlia Caroline a Vienna, 1974. (AFP/Getty Images)

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    Il principe Ranieri e Grace di Monaco con i figli caroline e Alberto, 1958 (STF/AFP/Getty Images)

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    1957, il principe Ranieri e Grace di Monaco (STF/AFP/Getty Images)

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    Il principe Ranieri e Grace di Monaco a Losanna, 1957 (DSK/AFP/Getty Images)

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    Il principe Ranieri e Grace di Monaco, 1956 (AFP/Getty Images)

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    Grace kelly diretta a Monaco per il matrimonio, aprile 1956 (AP Photo)

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    Il principe Ranieri e Grace Kelly con i genitori di lei dopo l’annuncio del fidanzamento, 1956 (AFP/AFP/Getty Images)


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    Grace Kelly sul set di “Caccia al ladro” (Photo by Keystone/Getty Images)



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    ELEGANZA E PASSIONE



    «La scuola di perfezionamento è stata un errore: l’hanno troppo perfezionata», diceva nel film Caccia al ladro Jesse Royce Landis, riferendosi alla sua figlia cinematografica, interpretata da Grace Kelly. E davvero nessuna meglio di Grace ha saputo incarnare il perfezionismo dell’America anni Cinquanta. Era lontana dal tipo di bellezza che andava per la maggiore a Hollywood in quell’epoca: la maggiorata, appunto, come Marilyn Monroe, o come Sophia (con il ph) Loren. Sottile ed elegante, raffinata ed eterea, la divina Kelly era una creatura angelica che pareva appartenere a un paradiso irraggiungibile: così perfetta da risultare quasi irreale. E tuttavia, sotto quella superficie levigata, si intravedeva una donna appassionata e vibrante, forse inquieta, capace di decisioni imprevedibili e di una determinazione d’acciaio.



    Ancora oggi, 30 anni dopo la sua scomparsa avvenuta il 14 settembre 1982, quando aveva appena 52 anni, Grace Kelly rimane un’icona indelebile nell’immaginario collettivo: il cantante Mika le ha intitolato il suo primo successo, Madonna l’ha citata nella canzone Vogue, una delle più belle borsette di Hermès porta il suo nome e Janye Bryant, la costumista del telefilm Mad Men, ha dichiarato: «Il suo look classico, sobrio ma spettacolare, è per me una costante ispirazione». Ora Nicole Kidman si appresta a interpretare Grace in un film per la regia di Olivier Dahan (quello de La vie en rose su Edith Piaf), che racconterà i giorni in cui l’ex attrice dovette mediare fra il marito Ranieri e Charles de Gaulle per salvare le sorti del principato di Monaco.



    Grace Kelly era nata a Filadelfia il 12 novembre 1929. Il padre John era un ricchissimo costruttore di origini irlandesi che si era fatto da solo, un mito: tre medaglie d’oro olimpiche nel canottaggio, sconfitto per un soffio nelle elezioni a sindaco e, stando ai giornali dell’epoca, «il più bell’esempio di maschio americano». La madre Margaret era una ex mannequin tedesca ed ex campionessa di nuoto allegra e disinibita, ma pronta a convertirsi al cattolicesimo per accontentare il marito. Grace era la terza figlia, la meno considerata: seconda femmina dopo l’attesa primogenita e l’ancor più atteso maschio, non eccelleva nello sport né negli studi. Neppure la sua bellezza, nel contesto di quella famiglia di semidei, sembrava degna di nota. «Vi sembro attraente? Dovreste vedere i miei genitori», ripeteva ai giornalisti.



    La sua passione per la recitazione, comparsa per la prima volta al liceo e incoraggiata dal fratello del padre, il commediografo premio Pulitzer George Kelly, non era vista di buon grado. «Per papà — raccontò — le attrici erano solo un gradino più in alto delle donne di strada». Di qui la reazione scandalizzata della famiglia quando, appena ventenne, decise di trasferirsi a New York per frequentare l’Accademia di recitazione. Eppure a Grace non interessava il glamour del mondo dello spettacolo: fuori scena indossava abiti da collegiale, si truccava pochissimo e portava occhiali spessi dovuti alla forte miopia. «Molti pensano che abbia un’espressione altera, quando invece non vedo a un palmo dal mio naso», avrebbe confessato.




    Ma la sua bellezza era innegabile. Un impresario teatrale le suggerì di presentarsi ai provini per gli spot pubblicitari e gli sceneggiati in tv. Era unmodo per rendersi indipendente e Grace cominciò ad alternare al palcoscenico i set fotografici e gli studi televisivi. Più avanti, quando avrebbe negoziato, senza l’aiuto di un agente, un contratto di sette anni con la Mgm, avrebbe ottenuto di tornare al teatro fra un film e l’altro: l’ennesima prova del suo temperamento deciso e passionale.



    Dopo il breve ruolo della sposa di Gary Cooper in Mezzogiorno di fuoco e quello della mogliettina modello che perde la testa per Clarke Gable in Mogambo, sua prima candidatura all’Oscar, arrivò l’incontro fatale: Alfred Hitchcock la scelse come interprete de Il delitto perfetto e poi ancora per La finestra sul cortile e Caccia al ladro. Grace incarnava l’ideale erotico del regista: un’apparenza algida dietro la quale si intravedeva un fuoco di passione. «Ghiaccio bollente» fu il soprannome che «Hitch» diede alla sua musa, facendo leva su quella contraddizione stuzzicante così tipica dell’America puritana: «In Caccia al ladro ho filmato la sua silhouette e il suo profilo purissimo, sottolineandone la bellezza classica e distante», disse a François Truffaut nel libro-intervista Il cinema secondo Hitchcock. «Poi però, quando Cary Grant la accompagna alla porta della sua camera d’albergo, lei gli si butta addosso e lo bacia appassionatamente. È il tipo di sensualità chemi stuzzica: quella che non ti aspetti, da una brava ragazza».




    Ispirati dall’immaginario hitchcockiano, i biografi si sono scatenati ad elencare gli amanti che l’attrice avrebbe inanellato, quasi tutti i suoi partner sul set, da Ray Milland a Gary Cooper, da Clarke Gable a Bing Crosby e Frank Sinatra, oltre allo stilista Oleg Cassini, fidanzato ufficiale prima di Grimaldi. Naturalmente l’elenco è emerso solo dopo la sua morte e quella della maggior parte dei presunti amanti, tutti dai 15 ai 30 anni più anziani di lei. Secondo Grace, l’unico colpo di fulmine era stato Ranieri, principe diMonaco, incontrato sul set di Caccia al ladro: un corteggiamento breve e discreto prima dell’annuncio del fidanzamento e poi, il 19 aprile del 1956, il matrimonio da favola, il primo grande evento mondano seguito dalle tv di tutto il mondo.



    Poi la prima gravidanza concepita, come da copione, durante il viaggio di nozze, con Grace che nascondeva il pancino dietro la borsa, poi soprannominata «Kelly bag», e i figli Caroline, Alberto e Stephanie. «Ha trovato il ruolo della sua vita», aveva commentato Hitchcock e di fatto Grace, che era già stata principessa nel film Il cigno, lo era diventata davvero. Del resto sembrava nata per la parte, con quel portamento dovuto ad anni di lezioni di ballo, la voce impostata dal lieve accento britannico (frutto di un tenace lavoro sulla dizione) e l’atteggiamento cortese ma distaccato.




    La sua immagine angelica, controbilanciata dal sano pragmatismo yankee, si adattava perfettamente al nuovo incarico istituzionale: celestialema concreta, accessibile ai mass media, ma capace di mantenere un ferreo riserbo sulla propria vita privata, apparentemente remissiva nei confronti del marito e in realtà dolcemente dominante. Tuttavia la vita dorata del Principato di Monaco le costò il sacrificio della vocazione artistica, già consacrata da un Oscar proprio per l’interpretazione meno principesca, La ragazza di campagna. Dopo il matrimonio, Grace rifiutò «con grande rammarico» almeno due ruoli da protagonista: in Marnie di Alfred Hitchcock e in Due vite, una svolta di Herbert Ross.




    La sua prematura scomparsa, in un incidente d’auto lungo la Costa Azzurra (che per anni diede adito a speculazioni su chi fosse davvero al volante, se Grace o la figlia Stephanie) ha reso immortale la bellezza di quella donna che non voleva invecchiare davanti ai riflettori di Hollywood, «una città spietata, dominata dal terrore delle rughe». La scelta di Nicole Kidman nei panni di Grace è azzeccata quanto contraddittoria: simile nella qualità di «ghiaccio bollente» ma tanto diversa nel non saper accettare il passare del tempo, con l’ineffabile grazia che la principessa aveva iscritta nel nome.

    Paola Casella




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