MARIO TIENGO..padre della terapia del dolore

ricordo e tributo

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  1. tomiva57
     
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    «Sento, capisco, soffro»



    Un ricordo di Mario Tiengo, padre della terapia del dolore in Italia


    MILANO - Il 3 settembre scorso è mancato a 88 anni il professor Mario Tieno, considerato il padre della terapia del dolore in Italia. Qui di seguito pubblichiamo il ricordo e il tributo di Paolo Grossi, presidente per l'Italia dell'ESRA (European Society of Regional Anesthesia and Pain Treatment), che risponde ai lettori di Corriere.it attraverso il forum sulla terapia del dolore.

    Buongiorno e benvenuti al mio sito dedicato alla Fisiopatologia e alla Terapia del dolore per i medici di base e il pubblico generale. Mi chiamo Mario Tiengo, Professore Emerito, Fisiopatologia e Terapia del Dolore, Università Statale di Milano…… Ecco, mi sembra così di sentire la sua voce, cordiale, decisa, e di vedere il suo sguardo, sempre attento, allegro se si può così definire, tipico di una persona che sa molto più di te ma che è felice di trasmettere il suo sapere, di insegnare : maestro vero. Lo vedo che mi accoglie nel suo studio, al blocco operatorio della Clinica Mangiagalli, che mi invita amichevolmente a sedermi, nell’autunno del ‘78, per preparare la mia Tesi di Laurea , che era evidentemente basata su ricerche nella neurofisiologia del dolore. Nei nostri incontri traspariva la sua soddisfazione nell’aiutarmi a preparare, a rifinire, a suggerire , senza farmi sentire lo “studentello” che ero, ma facendomi complice della comprensione dei meccanismi del dolore che intendeva capire e svelare. La sintesi finale di anni di elaborazione sulla fisiopatologia del dolore, l’ho ritrovata in una sua frase, pronunciata durante un incontro al quale era stato da me invitato per una lettura magistrale, uno tra gli innumerevoli ai quali partecipò. Presentava una semplice diapositiva con questa frase : “Sento, capisco, soffro” Come tutte le persone di genio riusciva a colpire nel segno con una constatazione sintetica ma completa nella sua essenza, comprensibile a tutti, frutto di una vita di ricerca. Il PROFESSORE , tutto maiuscolo, ha sempre meritato questo attributo accademico, al quale sono stati associati , durante tutto il suo percorso, riconoscimenti Nazionali e Internazionali di altissimo livello, fino ad una sua possibile nomination a Stoccolma per il Nobel. Ma essendo grande era anche modesto e semplice nelle sue conferenze e presentazioni sia di fronte agli specialisti nel campo del dolore, che agli studenti, o al pubblico, a scopo divulgativo.

    «BACCO TABACCO E FEMORE
    » -Negli ultimi anni, spesso pronunciava un’altra sua frase ricorrente, dopo aver salito gli scalini del podio di oratore: “alla mia età ora devo stare attento a tre cose: bacco, tabacco e …femore”. Questo incipit bastava a catalizzare l’attenzione e la simpatia di tutto il pubblico, che poi seguiva la sua presentazione, sempre bellissima, leggera per forma e profonda nel contenuto, con piacere, come assistendo ad un film dove la triste realtà della condizione di dolore cronico vedeva la burrasca, il coraggio degli interpreti, paziente e curante, le difficoltà ambientali, il mistero, le incomprensioni. Ma poi avveniva qualcosa, un gesto, un trattamento adeguato, una brillante interpretazione della malattia, e si poteva così arrivare al controllo del dolore, alla fine di una battaglia, alla speranza di vincere la guerra che segue l’uomo fin dagli inizi : il sollievo dalla sofferenza. Alla fine Mario ringraziava il pubblico …scusandosi, e ancora una volta un applauso scrosciante esprimeva la gratitudine, l’affetto e il bisogno di poterlo ascoltare ancora presto, per ricevere una carica di energia che sempre veniva emanata dall’ascoltarlo. Mario suscitava una innegabile simpatia, e in tutti i club, le associazioni, gli incontri sul tema dolore, veniva desiderato, ascoltato e soprattutto capito.

    LA POESIA


    -

    Tanto era personaggio che addirittura ispirò la poetessa Annalisa Cima, che a lui ha dedicato queste parole:
    Miriadi di sinapsi conducono
    sogni, suoni, pulsioni,
    collegando i nostri neuroni.
    Esprimono il sé
    lanciando messaggi,
    s’unificano in nuovi divenire.
    Così la vita di giorno in giorno provoca stupore.
    Cervello e mente creano motivi d’arte
    nei cieli dell’impossibile
    dove ruota il pensiero dominante.



    «PARLO SOLO DI QUELLO CHE SO BENE» -Tante volte ho ascoltato il Maestro, e tante frasi o citazioni mi hanno colpito. Ancora una sua frase che mi piace ricordare (citava Radetzkj ): “Io parlo solo di quello che so e quello lo so bene. Ma sto alla larga da quello che non so perché è difficile e pericoloso” . La pronunciava durante alcune sue prese di posizione molto decise, ma sempre consolidate da fatti e dati incontrovertibili, e da citazioni di grandi medici del passato che rappresentavano per lui una dote di cultura da conoscere e custodire. Il 3 settembre 2010 ci ha lasciato, un anno particolare per La Terapia del Dolore, un anno che a marzo ha visto la pubblicazione di una legge fondamentale, la n. 38, che prevede il riconoscimento di una rete di Terapia del Dolore, che a livello nazionale vuole e deve riuscire a completare l’attuale sporadicità ed eccentricità di Centri di altissimo livello, posizionati in zone talvolta poco strategiche per il paziente, che convivono con realtà assolutamente inadatte in Ospedali di grandi città. Per fare ciò e per migliorare la conoscenza ai medici di base e agli specialisti sono stati stanziati fondi speciali e dedicati che sicuramente porteranno ad una miglior visibilità ed efficacia dei Centri di Terapia del Dolore, divisi in Centri Hub di riferimento regionale e centri Spot Base, sul territorio, che agiranno di concerto con i Medici del Territorio per la creazione di un sistema di rete veramente efficiente. Questa Legge è arrivata ora, Mario, e vorrei che ti fosse dedicata in qualche modo per tutto ciò che ci hai insegnato, stimolato a studiare e a farci capire dei meccanismi che provocano o annullano la percezione del dolore. Avremmo ancora tutti necessità di persone come te, sapienti, competenti, capaci di esprimere anche al pubblico non esperto i contenuti più profondi dei meccanismi del dolore, capaci di lavorare in gruppi, associazioni, di essere maestri, veri.


    Paolo Grossi
     
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