FIORI E PIANTE VELENOSE o NOCIVE

TUTTO QUELLO CHE C'E DA SAPERE..

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  1. gheagabry
     
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    "... Intanto sul far del giorno,
    il farmacista di Sua Maestà entrò in camera mia
    con una pozione di giusquiamo,
    oppio, cicuta, elleboro nero e aconito ...".
    (Voltaire, in "Zadig")


    GIUSQUIAMO NERO

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    Il Giusquiamo nero è una pianta piuttosto rara e anche escluso dall’uso erboristico per la sua tossicità. Fa parte infatti della Famiglia delle Solanacee, e come tutta questa Famiglia, è caratte-
    rizzata dalla presenza di alcaloidi atropinici, in modo particolare della scopolamina, diventata famosa per essere un famoso e molto usato anticinetico contro il mal di mare e il mal d’auto. La pianta in passato fu usata per i suoi effetti farmacologici. Nell'antichità e nel Medioevo aveva fama di erba magica ed era usato come narcotico o per favorire la pioggia. Il primo a descrivere e a classificare la specie fu Carl von Linné (Linneo).
    Il nome botanico di questa pianta, Hyoscyamus niger L. fu dato per il fatto che i maiali (dal greco kys) si cibavano delle sue fave (kyamos) nere. Da questo, deriva il nome volgare italiano fava porcina; altri invece hanno derivazione regionale, come pilingella, erba apollinaria, erba da piaghe, cassilagine, dente de vecia, cungarelle, folla de opus.
    Il nome particolare di questa pianta fa si che se anche si pronuncia “hyoscyamus” sia in un francese, un inglese, un tedesco o uno spagnolo capirà di che pianta state parlando, sebbene abbiano i loro nomi propri (jusquiame, henbane, bilsenkraut, beleño).

    È una pianta erbacea, che può essere annuale o biennale. E' alta dai 40 ai 60 cm, con una presenza di radici lunghe e fusiformi, ha fusto eretto, semplice o spesso ramificato, rivestito di lunghi peli molli vischiosi presenti anche nelle altre parti verdi della pianta, che se stropicciate sono maleodoranti.
    Le foglie sono ovato-oblunghe, acutamente lobate di color verde-grigiastro opaco; quelle superiori sono amplessicauli, le inferiori sono picciolate.
    I fiori sono solitari o in gruppi poco numerosi, e poiché non sbocciano simultaneamente, alla fine della fioritura risultano densamente raggruppati all’apice dei fusti e dei rami, in diverse fasi di fioritura. Sono di color giallo pallido con reticolo di venature e interno del tubo di color violetto-vinoso scuro.
    Il frutto è una capsula a pisside racchiusa nel calice, che si apre superiormente per permettere la disseminazione dei numerosi piccoli semi.

    Le parti in passato impiegate in terapia erano le foglie e i semi. Hanno proprietà sedative, spasmolitiche, analgesiche e narcotiche, pericolose anche a bassi dosaggi. Il giusquiamo bianco (Hyoscyamus albus), con fiori più piccoli, anche questi anulati di violetto, ha le medesime proprietà. Data la notevolissima tossicità, l'uso farmacologico anche se molto rigorosi è comunque rischioso. Per estrazione, dalla pianta si ricava la ioscina. H. albus (giusquiamo bianco) è diffuso nelle zone ruderali di tutto il Sud Europa, mentre H. niger (giusquiamo nero) cresce in luoghi ricchi di azoto, presso ricoveri di animali, immondezzai e incolti in tutta Europa, tranne che nelle aree più settentrionali.

    ...storia, miti e leggende...


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    Il giusquiamo è ricordato nel papiro di Ebers come calmante per il mal di denti ed è menzionato anche come una medicina nel Papiro di Ossirinco, datato I secolo d.C. Era utilizzata già dagli antichi Assiri e dai Babilonesi per le sue proprietà sedative, calmanti e analgesiche, ed il padre della fitoterapia Dioscoride, ne conosceva ed apprezzava le proprietà narcotiche.Le sacerdotesse di Delphi lo utilizzavano nei loro riti magici e profetici. Sacra a Giove, se utilizzata il giovedì nell'ora diurna di Giove nelle operazioni occulte, apporterebbe illuminazione e prosperità. L’impiego del giusquiamo nell’antica Roma era limitato ai funerari, dove ornavano le tombe dei defunti. Si conoscevano già gli effetti tossici, come la sterilità, le convulsioni nei neonati che venivano allattati da donne che assumevano le sue bacche, pazzia e follia.
    I Celti la consideravano sacra al dio Belenus, divinità della luce, uno dei maggiori e più influenti tra gli Dei antichi; questo la lega fortemente alla festività di Beltane. I guerrieri lo utilizzavano per avvelenare la punta delle armi.
    Nel Medioevo,la pianta secca e i suoi semi venivano fumati come sigarette ma fu associata al demonio perchè veniva utilizzata nei riti magici per invocare il diavolo. Curiosi incantesimi sono stati descritti nella farmacopea cinquecentesca: "un filtro composto da giusquiamo, Hermodactylus tuberosa e solfuro di arsenico naturale era creduto capace di uccidere istantaneamente un cane rabbioso, o di far esplodere un calice d'argento se versato al suo interno; se mischiato al sangue di lepre, e posto nella pelle della lepre stessa, poteva essere usato per attirare e catturare altre lepri." Era l'erba prediletta dalle streghe e dagli avvelenatori per le sue proprietà allucinogene. Ci furono casi di donne condannate per stregoneria e per devozione a Satana solamente perché nei loro giardini cresceva spontanea. Si tratta di una tra le più importanti piante delle streghe della tradizione europea. Già nel XIII sec. A. MAGNO considerava il giusquiamo una pianta delle streghe, il cui uso dimostrava che una persona praticava la stregoneria, fatto riportato anche da A. LONICER nel Kreüterbuch del 1582:
    “Le vecchie donne abbisognano di questa erba per incantesimi, esse dicono, chi portava con sé la radice era solito restare invulnerabile” .
    Le streghe erano accusate di usarla in riti magici, divinazioni, per compiere azioni malvagie, scatenare tempeste, controllare gli spiriti e come afrodisiaco. Un esempi citati, "..in caso di grande siccità si immergeva il gambo della pianta in una fonte e la si spargeva sulla terra arida, mentre durante i riti iniziatici le streghe davano da bere ai giovani una bevanda preparata con il giusquiamo... In un processo del 1648 una strega fu accusata di aver dato questa pianta a un contadino per ritrovare un bue perso. Inoltre si riporta che una strega della Pomerania aveva reso pazzo un uomo dopo aver messo dei semi di giusquiamo nella sua scarpa e in un processo una strega ammise di averli sparsi tra due amanti, in modo che si odiassero. Per indurre febbri, si ponevano sotto il letame (in estate e con la luna calante) giusquiamo e alloro; alla successiva luna calante, i lombrichi che ne erano nati venivano ridotti in polvere e così impiegati. Le streghe sfruttavano anche il fumo dei semi per addormentare le galline e rubarle."
    Le proprietà afrodisiache e psicoattive del giusquiamo erano ben conosciute durante il periodo dell’Inquisizione, tanto che le streghe, prima di essere bruciate, bevevano a scopo narcotico una pozione preparata con i semi della pianta.
    Nel tardo medioevo si preparavano pozioni e unguenti che se usati davano allucinazioni e la sensazione di volare, per questo il giusquiamo è ritenuto ingrediente del famoso unguento delle streghe. Nella medicina popolare era usato per combattere il mal di denti, mettendo la pianta sotto il cuscino o respirando il fumo dei semi posti su carboni ardenti e sembra che questa pratica inalatoria fosse diffusa. Nell'Amleto di Shakespeare il re, padre di Amleto, viene ucciso per avvelenamento da giusquiamo versatogli nell'orecchio durante il sonno.
    Nel 1800 entrò a far parte della prima ricetta anestetica per interventi chirurgici. La “spongia soporifera” era una spugna imbevuta di oppio, succo di mandragora, succo dell’erba verde di Matala (Creta) e succo di giusquiamo. Una volta imbevuto di questi succhi, veniva lasciata asciugare, dopodichè la si immergeva in acqua e il malato doveva annusarla.
    Nel Romanzo di Nostradamus scritto da Valerio Evangelisti; bevendo un infuso a base di Giusquiamo miscelato alla Pilosella, Michel de Nostre-Dame, riusciva ad accedere all'Ottavo Cielo, L'Abrasax, fonte meravigliosa ed altrettanto terribile delle sue funeste profezie.
    Pianta fu utilizzata anche come siero della verità, perchè la scopolamina,un alcaloide presente nella pianta,ha proprietà allucinogene,e provoca la perdita di controllo della mente. La direttiva del Ministero della Salute (Luglio 2009), NON consente di inserire negli integratori alimentari le sostanze e gli estratti vegetali di questa pianta,in particolare cita foglia, pianta erbacea, seme.


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    Edited by gheagabry1 - 7/2/2022, 16:21
     
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17 replies since 22/9/2010, 13:56   32269 views
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