Cos'è la Mitologia?

la nascita dei miti

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  1. gheagabry
     
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    LA MITOLOGIA "VERDE"


    ABETE - In Grecia l'abete bianco - elate - era sacro alla dea Artemide, cioè alla luna, protettrice delle nascite, in onore della quale si sventolava nelle feste dionisiache un suo ramo intrecciato con edera e coronato sulla punta da una pigna. Portava lo stesso nome dell'abete bianco Elàte, la dea della luna nuova, detta anche Kaineides (da kainizo che significa rinnovare, recare cose nuove). Riguardo a Kaineides c'è anche una leggenda. Un giorno la ninfa Cenide fu posseduta da Poseidone, che in cambio le chiese cosa desiderasse come dono d'amore. Ed ella chiese di essere trasformata in un guerriero invincibile. Prese il nome di Cineo, divenne un imbattibile guerriero e fu proclamato re dei Lapiti. Diventò così superbo da piantare nel centro della piazza la sua lancia realizzata con legno di abete e chiese ai sudditi di dedicarle dei sacrifici. Zeus, per punirlo, spinse i Centauri ad ucciderlo, Percuotendolo con tronchi di abete e conficcandolo al suolo come se fosse un albero. Da allora presso molte popolazioni in primavera si verifica un rituale, durante il quale un palo di abete viene conficcato al centro della piazza del mercato (Metamorfosi, Ovidio). Il mito adombra probabilmente un rito in onore della Grande Madre che doveva consistere nell'innalzamento di un abete nella piazza del mercato e in una cerimonia rituale in cui uomini nudi, armati di magli, percuotevano sul capo un'effigie della Madre Terra per liberare lo spirito dell'anno nuovo.
    ACERO PALMATO - In autunno le foglie dell' Acer palmatum diventano rosso sangue dopo essere trascolorate dal giallo all'arancio. Il vermiglio fece attribuire a questo albero un carattere funesto, sicchè fu dedicato a Fobos, il dio della paura figlio di Ares, di cui era l'accolito nelle battaglie col fratello Deimos, il panico. Per questo motivo i Greci, come d'altronde i Romani, all'acero preferivano come pianta ornamentale il platano le cui foglie non assumevano quel colore funesto. Nel folklore europeo divenne invece un albero prezioso per allontanare i pipistrelli, che, secondo una convinzione infondata, succhiavano il sangue ai bambini. Una fiaba ungherese narra che sul terreno dove una principessa era stata sepolta dal suo assassino nacque un acero che servì ad un pastore per fabbricare un flauto parlante, che denunciò il colpevole. Dalla favola si spiega come il legno degli aceri sia adatto alla fabbricazione di strumenti musicali. Fu Antonio Stradivari ad utilizzare per la prima volta un ponte d'acero per sostenere le corde.
    ALLORO -Dafne, ninfa inutilmente amata da Apollo, da lui perseguitata, chiese aiuto agli dei per sfuggirgli e fu trasformata in alloro (in greco daphne). Da allora la pianta d'alloro fu sacra ad Apollo e con le sue foglie venivano coronati i poeti e gli eroi.
    ANEMONE - Anemone era una divinità ed apparteneva alla corte di Chloris. Della sua bellezza si innamorarono due venti: Zefiro e Tramontana. Chloris ne fu gelosa e la trasformò in un fiore condannato ad aprirsi quando soffia il vento.
    CIPRESSO - Bellissimo giovane amato da Apollo, per errore uccise un cervo da lui allevato e al quale era molto affezionato. Non sopportò il rimorso il dolore per la sua perdita e si diede la morte. Apollo lo trasformò in un albero che, da allora, è il simbolo del dolore e della tristezza, il cipresso.
    EDERA – Il dio Dioniso, per impedire che un suo giovane amico, Cisso, potesse perdere la vita nelle acrobazie spericolate che eseguiva nelle feste in suo onore, lo trasformò in una pianta simbolo di attaccamento e fedeltà. A questa pianta, fin dall’antichità, venivano attribuite virtù terapeutiche contro l’ebbrezza del vino. Dioniso era spesso raffigurato con una corona d’edera sul capo.
    GIACINTO - Era un bellissimo giovane, figlio di Diomede, che amava molto Apollo. Zefiro, invidioso della sua preferenza per il dio, mentre i due gareggiavano nel lancio del disco, deviò la traiettoria del disco, che colpì il giovane, uccidendolo. Dal suo sangue sgorgò il fiore del giacinto. Secondo un'altra leggenda, Aiace Telamonio, grande guerriero acheo, alla morte di Achille ne reclamò le armi e, poiché Ulisse ebbe la meglio, impazzì e fece strage delle mandrie dei Greci, scambiandole per guerrieri. Quando rinsavì, per la vergogna, si uccise con la propria spada. Dal suo sangue sgorgò un fiore, il giacinto.
    GIGLIO (Lilium) – Secondo la mitologia greca, il giglio nacque dal latte di Giunone. Mentre la dea nutriva Ercole, concepito insieme a Giove, una goccia di latte, caduta dal suo seno, diede origine al giglio. Venere, gelosa del candore di questo fiore, fece cadere nel suo calice lunghi stami gialli, il cui polline macchia le dita di chi lo coglie.
    LECCIO - Il leccio è chiamato anche quercia verde perché appartiene al genere Quercus comune a tutte le querce. Nell'antica Grecia il leccio era sacro a Giove. A poco a poco però non solo fu sostituito dalle altre querce, ma divenne un albero sinistro, consultato soltanto per gli oracoli funesti e annoverato tra quelli funerari. Effettivamente un boschetto di lecci non evoca immagini solari. Forse è questo il motivo per cui i Greci lo consacrarono alla dea Ecate narrando che le tre parche funerarie si coronassero con le sue foglie. Questa nomea sinistra è arrivata fino a noi. Lo prova una leggenda delle isole ioniche. Essa racconta come gli alberi avessero deciso, dopo la condanna di Cristo, di non offrire il legno per la Croce. Solo il leccio si prestò ad offrire il suo legno per la Passione di Cristo e da allora il leccio fu considerato il simbolo vegetale di Giuda.
    MELOGRANO - E' legato al mito di Orione, famosissimo per la sua bellezza, il quale sposò Side, una fanciulla tanto vanitosa da credere di essere più bella anche di Era. La dea la punì scaraventandola nell’Ade, dove si trasformò in melograno.
    Secondo altre leggende, il frutto sarebbe nato dal sangue di Dioniso.
    MIRRA - Figlia del re di Cipro, si innamorò del proprio padre, lo sedusse con l'inganno e generò con lui Adone. Per evitare la collera del padre, fuggì in Arabia, dove gli dei la trasformarono nell'albero della mirra.
    NARCISO - Narciso, figlio della ninfa Liriope e del dio del fiume Cefiso, quando nacque, il veggente Tiresia gli profetizzò che sarebbe vissuto fino a tarda età, purché non conoscesse mai se stesso. Chiunque si sarebbe innamorato di Narciso e, quando ebbe raggiunto i sedici anni, si era lasciato alle spalle una schiera di amanti respinti d'ambo i sessi, poiché era caparbiamente geloso della propria bellezza. Tra gli altri spasimanti vi era la Ninfa Eco, che non poteva più servirsi della propria voce se non per ripetere stupidamente le ultime parole gridate da qualcun'altro. Fu punita da Era perché la distraeva con lunghe favole mentre le concubine di Zeus, sfuggivano ai suoi occhi per mettersi in salvo. Un giorno, a Donacone, nella regione di Tespia, Narciso stava passeggiando e si avvicinò a una fonte chiara come l'argento né mai contaminata da armenti, uccelli, belve o rami caduti dagli alberi vicini. Non appena sedette sulla sponda di quella fontana si innamorò della propria immagine. Dapprima tentò di abbracciare e baciare il bel fanciullo che gli stava davanti, poi riconobbe che era se stesso e rimase ore a fissarsi nell'acqua. L'amore gli veniva al tempo stesso concesso e negato, egli si struggeva per il dolore e insieme godeva del suo tormento, ben sapendo che almeno non avrebbe tradito se stesso. Eco, pur non avendo perdonato Narciso, soffriva con lui e ripeté le ultime parole che Narciso proclamò mentre si trafiggeva il petto con una spada. Dalla terra inzuppata di sangue nacque il narciso bianco dalla corolla rossa
    NINFEA - Era il nome di una ninfa delle fonti che, innamorata di Ercole e non corrisposta, morì dal dolore. Gli dèi, impietositisi, la tramutarono in uno splendido fiore. Cara agli Egizi,la ninfea fu da loro utilizzata per adornare le tombe.
    Per gli antichi Greci invece era il simbolo della castità e dell'amore platonico
    non corrisposto.
    ROSMARINO – Nelle “Metamorfosi”di Ovidio si parla di una principessa, Leucotoe, figlia del re di Persia Laocoonte, della quale si innamorò Apollo, dio del sole. Questi entrò con l’inganno nella stanza della giovane e la sedusse. Il padre, venuto a conoscenza dell’onta subita, si infuriò e, non potendo prendersela con Apollo, che sempre Dio del Sole era, punì con la morte la debolezza della figlia. I raggi del sole irradiati sulla sua tomba trasformarono il corpo della giovane in una splendida, odorosa pianta che si ergeva verso il cielo, simbolo di eternità, ma ancora legata alla terra da possenti radici, quasi a voler esorcizzare la caducità della vita.
    TAGETE - Era una divinità etrusca. Un giorno un contadino che arava un campo nei pressi del fiume Marta, in quei di Tarquinia, vide una zolla sollevarsi dal solco e assumere le sembianze di un fanciullo. Lo chiamò Tagete. Il fanciullo era dotato di grande saggezza e di virtù profetiche (per cui talvolta viene raffigurato con i capelli bianchi). Visse soltanto il tempo necessario per insegnare agli Etruschi, accorsi sul luogo dove era nato, l’arte di predire il futuro, scomparendo poche ore dopo la sua miracolosa apparizione. Le norme da lui dettate furono trascritte e raggruppate su tre serie di libri sacri: gli Aruspicini, i Fulgurali e i Rituali. Il tutto ci viene raccontato da Cicerone (Cic. de Div. 2.23), e pure da poeti, tra i quali Ovidio (Ov. M. 15, 558).
    TIGLIO - Un mito greco racconta che la ninfa Filira, figlia di Oceano, viveva nell' isola del Ponto Eusino che porta il suo nome. Un giorno Crono si unì a lei ma, sorpreso dalla moglie Rea, si trasformò in uno stallone allontanandosi al galoppo. Quando Filira ebbe partorito si accorse che il neonato, Chitone, era un mostro mezzo uomo e mezzo cavallo. Ne provò una tale vergogna che chiese al padre di essere mutata nell'albero che da allora porta il suo nome. Il figlio divenne un celebre guaritore grazie al potere ereditato dalla madre trasformata nell'albero dalle tante virtù medicinali e fu maestro di Achille.
     
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13 replies since 6/7/2010, 16:59   2583 views
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