Cos'è la Mitologia?

la nascita dei miti

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  1. gheagabry
     
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    Ibridi, natura e saggezza





    Gli ibridi col mondo vegaetale sono un numero minimo rispetto agli ibridi animali, nella mitologia e nel genere fiabesco.

    Più spesso sono trasformazioni salvifiche, mutazioni che gli déi accordano per salvarli ad alcuni mortali in pericolo.
    Così Dafne si tramuta in alloro per sfuggire alle mire sessuali di Apollo.

    Si può pensare che la mutazione vegetale sia meno ricorrente perché sembra portare ad un essere inanimato, raramente portatore di significati ulteriori, una trasformazione definitiva, nella quale l'anima umana resta imprigionata invece di recuperare valori nascosti all'umanità come avviene nel caso dell'ibrido animale.



    Una eccezione è quella del personaggio di Barbalbero nell'epopea del Signore degli Anelli di Tolkien, definito l'essere più antico della Terra Mezzo, il pastore di alberi. Barbalbero (o Fangorn) e portatore di valori di saggezza, allontamento dalla approssimazione e superficialità della vita che vede scorrere intorno a lui, consapevole di un modo di vivere il tempo diverso. Lento.
    Ma anche triste, perché appartenente inesorabilmente ad un mondo che non c'è più, ad una razza, gli Ent, cui è stata negata la possibilità di amore e di continuità, con l'allontanamento delle Entesse, la loro metà femminile.


    “sembrava vi fosse dietro le pupille un enorme pozzo, pieno di secoli di ricordi e di lunghe, lente, costanti meditazioni; ma in superficie sfavillava il presente, come sole scintillante sulle foglie esterne di un immenso albero, o sulle creste delle onde di un profondo lago”.

    J.R.R.TOLKIEN








    L'idea di un essere che assommi in sé le caratteristiche di due diverse specie e, in particolare, di un essere in parte uomo e in parte animale, percorre tutta la storia dell'immaginario umano: strutturato in racconti mitologici o sublimato nella fiaba.

    Questi esseri immaginari vengono spesso rivestiti di poteri speciali, religiosi, maieutici, profetici o magici.
    E l'uomo, nelle civiltà antiche, tenta di propiziarseli e di attirarne i favori con la loro adozione a propettori di una famiglia o etnia (il clan e il suo totem).

    Nella mitologia classica, basti ricordare che da una primigenia, mostruosa donna, Echidna, con la parte inferiore del corpo a forma di serpente, nacquero numerosi di questi ibridi: la Sfinge (volto di donna e corpo di leone), le Arpie (uccelli), l'Idra di Lerna (mostro a nove teste), la Chimera (risultata di una combinazione tra un serpente, una capra e un leone), Cerbero (cane con tre teste) e il Leone di Nemea.
    Altri ibridi molto noti, sempre in mitologia, erano le Esperidi, le Gorgoni (donne con serpenti al posto dei capelli e zanne di cinghiale), i Centauri (metà uomini e metà cavalli), le Sirene (mezze donne e mezzi uccelli, nella tradizione più antica; poi diventate per metà pesci), i Satiri (metà uomini e metà capre), i Sileni (uomini e asini), i Tritoni (uomini e mostri marini) e il famoso Minotauro del labirinto di Creta (metà uomo e metà toro).

    Nelle fiabe non c'è quasi mai la raffigurazione dell'ibrido come elemento abnorme delle natura, fisso e determinato e spesso malvagio, ma piuttosto l'ibrido è un essere che incarna il passaggio, la mutazione.
    Sono ibridi famosi la bestia (de La Bella e la Bestia), il rospo (de Il principe-rospo), Pinocchio, il brutto anatroccolo (destinato a trasformarsi in cigno), la Sirenetta.
    In alcuni di questi personaggi per un evento magico iniziale (spesso già avvenuto all'inizio della fiaba), la vera natura è stata trasformata e solo la realizzazione di una cluasola, il superamento di un limite, potrà annullare la trasformazione.
    In altri è ancora più chiaro che di una trasformazione interna al personaggio si tratta: una crescita, da crisalide a farfalla.

    In tutto l'immaginario dell'ibrido comunque si ritrova una compresenza tra il dramma esistenziale dell'essere spesso prigioniero in corpo in cui non si riconosce e una specie di consapevolezza dell'essere umano, che continua nel tempo a sentirsi imparentato con l'animalità. E questo di solito avviene nella perdita di controllo razionale sulla corporeità e gli istinti.
     
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13 replies since 6/7/2010, 16:59   2583 views
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