IL GATTO

...un nostro grande amico...

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  1. gheagabry
     
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    Chiunque sia indifferente alla bellezza, all’eleganza, all’intelligenza, all’affetto di cui è capace un gatto, è povero come chi, passeggiando d’estate per una strada di campagna è cieco ai fiori e sordo al canto degli uccelli ed al ronzio degli insetti.
    (E. Hamilton)


    L' HIMALAYANO




    I gatti di questa specie sono conosciuti con nome diversi a seconda del luogo... “Color point”o il gatto “kashmir”..Il gatto Himalayano è uno dei più popolari tra tutti i Persiani. Essi hanno una testa rotonda, naso corto, grandi occhi rotondi, orecchie piccole e un'ossatura pesante, il corpo del cobby Persiano ha punti colorati come i siamesi. Una delle più sorprendenti caratteristiche è il loro colore degli occhi, che è blu vivido.
    Il pelo del gatto Himalayano adulto è tra i più lunghi rispetto a tutte le atre razze di gatti; presenta dei forti contrasti cromatici che possono variare dal colore nero al guscio di tartaruga o lynx. Si presenta folto e voluminoso, ricoprendo l'intero animale. E' stato riscontrato nell'Himalayano , come nel Birmano e nel Siamese, una particolare predisposizione a succhiarsi la lana, si pensa ad una abitudine ereditaria. Un'altro effetto del gene Himalayano sono i meravigliosi occhi che variano dall'azzurro al blu. Il colore del mantello tende a scurirsi con l'età. La maschera tende ad essere più estesa nei maschi.

    Sono gatti tranquilli e docili, ma a differenza degli altri Persiani, hanno la fama di essere molto vivaci e chiacchieroni, caratteristiche che gli derivano dall’incrocio col Siamese. Presenta una voce gradevole, mai invadente. Molto giocherellone. Affettuoso e tranquillo, non bisogna però scordare che in questa varietà di Persiano scorre anche il sangue del gatto Siamese; quindi, pur essendo tranquillo, ama giocare e a volte combinare "guai". Non aspettatevi, dunque, un sonnacchioso compagno; l’Himalaiano, lasciato solo per troppo tempo, s’intristisce e necessita del contatto umano e delle attenzioni del suo proprietario.





    .......la storia.......



    Il gatto Color Point o Himalayano (così viene chiamato in America) deriva da complicati incroci tra gatti di razza Siamese, Birmana e Persiana, che un allevatore svedese riuscì a realizzare. Più precisamente nel 1920 un genetista svedese, il Sig. Tjbbes, selezionò, in seguito a delle ricerche scientifiche, il gene colourpoint, detto anche Himalayano. In seguito, nel 1935, allevamenti americani selezionarono e stabilizzarono questa varietà, grazie a dei programmi di selezione. Dall’accoppiamento di un Persiano nero e un Siamese nacquero 3 gattini neri a pelo corto. Due di questi gattini furono incrociati tra loro, ottenendo una gattina a pelo lungo che chiamarono Debuttante. Essa fu accoppiata col padre ed ebbe un cucciolo a pelo lungo, ma con le mascature siamesi. Questa selezione portò alla luce alcuni fattori: si dimostrò che la colorazione solida e il pelo corto sono fattori dominanti. L’ultimo gattino nato fu portatore di due geni recessivi: il gene del pelo lungo e quello Himalayano. Non per tutte le Associazioni feline l’Himalayano è considerato una vera e propria razza, ma viene riconosciuto come sottorazza o varietà di Persiano.



    .... una notizia curiosa ....



    Un gatto himalayano dal pelo lungo ha percorso in aereo migliaia di chilometri dal nordest tropicale dell'Australia per ricongiungersi ai suoi padroni nella temperata isola di Tasmania, a sud del continente. Il micio di nome Clyde, che ora ha quattro anni, era scomparso misteriosamente tre anni fa e i proprietari avevano affisso avvisi con la sua foto in tutta la regione senza risultato...è stato identificato grazie alla microchip inserita sotto pelle da un veterinario di Cloncurry, a 3800 km di distanza, che ha rintracciato i proprietari. Un'infermiera che aveva adottato Clyde quattro mesi fa, dopo averlo visto aggirarsi per il terreno del locale ospedale, lo aveva consegnato al veterinario perchè doveva trasferirsi...Il gatto era scomparso quando la sua padroncina, Ashleigh Phillips che ora ha 19 anni, era partita in vacanza, ma solo lui sa come sia finito fino a Cloncurry. Si suppone che sia saltato in un'auto, o più probabilmente si sia nascosto in una roulotte di vacanzieri in partenza per un lungo viaggio nel continente. Clyde, dopo il lungo volo, riposerà in una pensione per gatti a Hobart, prima dell'eccitazione del ricongiungimento con la sua Ashleigh.
    (corriere.it, 15.9.2009)





    ...quando il gatto parla.....




    Rispetto a cani e cavalli i gatti sono gli animali che possiedono il maggior numero di voci.
    Vent'anni fa circa i veterinari e gli etologi avevano classificato ben sedici tipi di versi usati dai gatti, ma gli studiosi di oggi assicurano che sono molti di più. Sono infatti stati scoperti molti altri suoni. Si possono suddividere in tre categorie e cioè in "mormorii", "vocalizzi" e "vibrazioni forti”. Solitamente, i mormorii sono le fusa e indicano normalmente uno stato d'animo affettuoso e rilassato. I vocalizzi, o miagolii, sollecitano attenzione oppure esprimono un disagio. Le vibrazioni forti, che sono i soffi ed i ringhi, scandiscono azioni quali l'attacco, la difesa e l'amore. Per poter comprendere al meglio i loro comportamenti, si deve far caso non solo alle espressioni vocali ma anche al tono della voce e come abbiamo detto in precedenza, ai movimenti che le accompagnano. E’ soprattutto con l’essere umano che il gatto “parla” perché, con i suoi simili, utilizza principalmente il linguaggio del corpo come la posizione delle orecchie, della coda e l’aprirsi oppure il socchiudersi degli occhi.





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  2. gheagabry
     
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    Credo che i gatti siano spiriti venuti sulla terra.
    Un gatto, ne sono convinto, può camminare su una nuvola.
    Jules Verne


    Il MANX
    ...il gatto dell' isola di Man...



    Il Manx possiede una testa larga, rotonda e con guance paffute; anche il corpo è muscoloso, con la schiena corta e le zampe posteriori più lunghe di quelle anteriore. Nel punto in cui dovrebbe esserci la coda, c’è un avallamento a volte coperto da un ciuffetto di pelo. Il pelo del mantello è lucido e sottile, con un sottopelo abbondante e spesso.

    In natura esistono mutazioni spontanee che generano animali a volte bizzarri. E quando queste mutazioni persistono nelle varie generazioni, si crea una razza. E’ quanto è avvenuto nel Manx, un gattone davvero particolare perché non possiede la coda. Il Manx è originario dell’isola di Man, nel Mar d’Irlanda. E’ massiccio, ha il pelo soffice come quello dei conigli e proprio ai conigli assomiglia per la forma rotondeggiante e la sua tipica andatura saltellante. Non tutti i Manx però sono privi di coda. Esiste la varietà “Rumpy”, che è quella totalmente priva di appendice, con una fossetta alla base della colonna vertebrale, la varietà “Stumpy” che invece possiede un breve moncone di coda e poi la varietà “Longy” che invece la coda ce l’ha quasi normale. Il fatto curioso è che i gatti Manx senza coda non possono riprodursi fra loro perché generano cuccioli con gravi malformazioni che non sopravvivono al parto. Così, i gatti “Rumpy” (senza coda) devono accoppiarsi solo con esemplari di altre varietà per poter avere piccoli e portare avanti nel tempo la mutazione genetica.

    Il Manx è un gatto molto affettuoso e giocherellone. Ma anche il suo comportamento presenta qualche bizzarra sfumatura, proprio come tutti gli altri aspetti che lo riguardano. Infatti, per certi versi, questo micione assomiglia ad un cane. L’attaccamento quasi morboso che dimostra nei confronti del padrone, che segue ovunque passo passo, è molto “canino” e così pure l’abitudine di riportare gli oggetti che gli si lancia, di scavare e seppellire i giocattoli, di ringhiare quando sente un rumore sospetto. La sua passione perà è del tutto felina: la caccia ai topi. Il Manx è un cacciatore formidabile, rapido, letale e instancabile e per questa ragione è il gatto preferito da chi abita in aperta campagna dove abbondano i piccoli roditori. Attenzione però. Questo non significa che il Manx ami stare sempre all’aperto perché, come tutti i gatti, apprezza moltissimo le comodità, il divano, il tepore del calorifero o della stufa e una ciotola bella piena di pappa.



    ......la storia.....


    Il gatto di razza Manx venne diffuso dai Fenici in Malesia, in Giappone e in Cina; fu però nel corso di un naufragio di un galeone dell’Armata Spagnola sull’isola di Man che questi gatti, portati a bordo per combattere il proliferare dei topi, si riprodussero sulla terra ferma, senza incrociarsi con le specie locali.
    Essendo un gatto irlandese, ed essendo gli irlandesi un popolo che ama le fiabe, il Manx è circondato da leggende affascinanti. Si racconta, ad esempio, che questo micio un tempo avesse la coda, bella e folta. Ma quando ci fu il Diluvio Universale, il gatto arrivò in ritardo all’Arca di Noè, proprio quando le porte si stavano chiudendo. Per non restare a terra fece un gran balzo, entrò nell’Arca ma in quel momento la porta si chiuse e gli mozzò la coda. Un’altra storia invece spiega che fu un cane a tagliare, con un morso, la lunga appendice del Manx. Cane e gatto erano nemici anche sull’Arca di Noè e il cane, per dispetto, staccò di netto la coda al micio. Questo, vergognandosi dell’amputazione subita si gettò in mare e a nuoto raggiunse l’isola di Man, da cui poi prese il nome. Ma si dice anche che nel 1801 una nave abbia fatto naufragio proprio davanti a Jurby Point, sulle coste dell’isola di Man, e che un gatto senza coda si sia tuffato in acqua e abbia nuotato fino a riva. Esiste poi una leggenda celta che racconta come la scrofa magica Henwen un giorno si trasformò in un gatto e dal momento che i maiali hanno la coda corta ecco spiegato la ragione del curioso aspetto del Manx. Ma si narra anche che il Manx fosse un gatto pigro e affettuoso durante il giorno ma di notte si trasformasse nel re degli elfi e percorresse i sentieri di campagna su di un carro di fuoco alla ricerca di quegli uomini che bastonano i gatti e vendicare le offese recate ai piccoli felini..... Un’altra leggenda narra che, essendo in uso presso i guerrieri dell’isola di Mandi adornare il proprio elmo con code di gatto, le madri per evitare ai piccoli la futura amputazione, tagliassero esse stesse le code ai cuccioli; quindi, nel tempo, per mutazione genetica, tutti i gatti dell’isola nacquero senza coda.
    (Roberto Allegri)



    .....un racconto.....


    La vidi per la prima volta che camminava sotto la pioggia, con i capelli scompigliati dal vento e la sua eterna aria distratta. Era un giorno freddo e io cercavo un angolino come riparo. All’improvviso anche lei mi vide e il suo sguardo, da perso e lontano che era, si riempì di tenerezza. Forse perché ero poco più che un cucciolo. Forse perché nei miei occhi grandi e impauriti ha rivisto se stessa. O forse perché la solitudine porta ad affezionarsi anche ad un gatto randagio. Mi ha preso in braccio e mi ha portato con sé. Da quella sera ho scoperto il calore di una casa, il profumo del cibo buono, le carezze leggere di una mano. E ho capito che non c’è male peggiore dell’essere soli. Lei era di una bellezza malinconica, proprio come la sua casa, pulita, ordinata, ma piena di silenzi e ricordi. Miriadi di foto sulle quali spesso si soffermava, con dolore. La nostalgia riesce ancora a pungere, nonostante gli anni. Aveva un’altra vita, un tempo: il suo sorriso, catturato dal flash e impresso su quelle pareti, raccontava tutto. Ma dal giorno in cui mi aveva portato con lei, ho rivisto accendersi qualcosa. Il fatto di scoprirla compiaciuta mentre gustavo il mio pranzo, di scorgerle un mezzo sorriso se giocavo col mio gomitolo di lana e di vederla sollevata quando rientrava in casa e mi trovava nella mia cesta, tutto questo mi diceva che riuscivo anch’io ad accarezzarle il cuore. Era nato un rapporto fatto di sguardi complici, di pomeriggi trascorsi sul divano, accovacciato sulle sue ginocchia, di gesti pieni d’affetto di cui entrambi avevamo bisogno. Io non so quanto bene possa averle fatto, ma so quello che lei ha fatto a me. Poi è arrivato il giorno in cui sentivo che presto me ne sarei dovuto andare; è per questo che mi sono attaccato a lei più intensamente. Le stavo sempre vicino, non smettevo mai di cercare le sue carezze, ogni tanto la guardavo con i miei occhi senape per poterle sussurrare addio. Ma noi gatti non abbiamo le parole e non lo so se riusciamo, con lunghi silenzi e pochi miagolii, a raccontarvi il nostro mondo.
    (Debora Pascuzzi)



    Alla mattina me lo ritrovavo con la testa sul mio petto. Appena percepivo la sua presenza mi sentivo in pace. E’ completamente idiota. La complicità è difficile da spiegare. Il gatto rappresenta la libertà, quello che vuoi essere. Capisce tutte le tue pazzie, ti segue. Quando sei al colmo della felicità c’è sempre un gatto dietro.
    Gérard Depardieu




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  3. gheagabry
     
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    Un gatto è un gentiluomo: elegante nell’atteggiamento, dalle maniere squisite e con una passione per i combattimenti corpo a corpo, sfrenate storie d’amore, duelli al chiaro di luna e canti di gioia.
    (Pam Brown)


    Il gatto SOMALO



    La prima impressione che si ha di un Gatto Somalo è quella di avere di fronte un piccolo animale selvatico: una volpe o un puma, che si muove per la vostra casa con movimenti fluidi e misteriosi....Il Somalo è un gatto a pelo semilungo, in cui sia ben visibilie il ticking, di corporatura media e di aspetto regale, ben proporzionato. E' un gatto snello, forte e muscoloso, attivo e vivace, con una spiccata curiosità per tutto ciò che lo circonda e ben equilibrato di carattere.
    Otto sono i colori riconosciuti; il classico lepre, il blu, il rosso, il crema e il silver nero, blu, rosso e crema.
    Caratteristica comune a tutte le varietà e tipica del pelo è il ticking determinato dal fatto che ogni singolo pelo ha una o più bande di colore con l' estremità scura.

    Il suo carattere è dolcissimo: affettuoso ed espansivo con i suoi conviventi umani, il Gatto Somalo si comporta quasi come un cagnolino seguendoli dovunque e partecipando sempre alla vita della famiglia. Sono agilissimi e delicati, capaci di spiccare balzi di due metri senza sfiorare alcun appoggio. I Somali sono duttili e molto intelligenti: se educati fin da piccoli possono imparare ad andare al guinzaglio, ad esempio, proprio come un cagnolino, o ad aprire le porte... La loro curiosità è proverbiale!! La voglia di giocare li accompagna per tutta la vita e così anche l'insaziabile desiderio di imparare di tutto... magari anche ad intrufolarsi nella vostra auto per accompagnarvi al lavoro! I Somali restano con la madre fino ai tre mesi di vita, ma fin da subito la piccola tribù dei cuccioli diventa una banda i cui unici scopi sono il gioco e l'osservazione degli umani di casa.



    ......la storia......


    Questa razza ha origine negli Stati Uniti e non in Somalia, come il nome potrebbe far pensare. Il Somalo altro non è che un abissino a pelo lungo che nasce tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, quando un gruppo di allevatori provò ad accoppiare alcuni abissini con soggetti a pelo lungo. Nacquero, ovviamente, solo cuccioli con pelo corto e del tutto simili all'abissino e questi accoppiamenti sperimentali, che apparentemente sembrarono non aver avuto alcun successo, vennero abbandonati. La prima guerra mondiale, poi, decimò il patrimonio felino europeo e gli abissini rischiarono l'estinzione. Nel 1939, per scongiurare questo pericolo, nei libri genealogici vennero ammessi anche gli abissini senza pedigree. Tra questi c'era sicuramente qualche linea portatrice del gene recessivo pelo lungo, discendente da quei primi accoppiamenti sperimentali. Naturalmente, poco dopo, in alcune cucciolate, cominciarono a comparire soggetti con il pelo lungo che gli allevatori si affrettarono a regalare come gatti da compagnia o comunque a sterilizzare per evitare di diffondere il difetto. Solo verso la fine degli anni Sessanta, se ne promosse la diffusione e il riconoscimento. Nel 1978 la razza fu riconosciuta e nel 1982 vene nominato Somalo per sottolineare la sua stretta parentela con l'abissino.



    .........un racconto......


    In una siepe di pitosforo, battuta dal vento e dalle mareggiate, tra i rami lividi e nodosi intrecciati alla rete arrugginita, un gattino stanco ed affamato soffia e mostra disperatamente gli artigli: ha freddo e i continui attacchi dei gatti adulti lo hanno definitivamente messo k.o. Il vento di fine ottobre fischia quasi gelido fra i rami, il pelo ancora rado del gattino si apre in ciuffi scomposti che ne lasciano intravvedere la pelle rosea di cucciolo. Ogni tanto smette di soffiare e chiude gli occhi, esausto, mentre la testa gli pesa come un sasso e lui rischia di scivolare a terra addormentato... ma sa che non può, perchè sarebbe immediatamente assalito dai gatti adulti, così riapre gli occhi a fatica e malfermo sulle zampe oppone la sua strenua resistenza. Improvvisamente si accorge che i gattacci, che fino a quel momento ha visto passare avanti e indietro incessantemente in cerca di un varco nella siepe, non ci sono più... è esausto, ma gli sembra di non sentire neppure i loro lamenti guerreschi , ne' l'acre odore della loro supremazia territoriale. Prendendo coraggio cerca di uscire dal suo angolino, ma non sente più forza nelle zampette, è solo, stanco, affamato, rassegnato ad una silenziosa fine. Poi qualcosa di caldo e confortevole, che lui non sa ancora essere una mano, lo estrae dal suo nascondiglio gelato; il piccolo gatto esausto fa appena in tempo a percepire il calore buono di quella mano, poi si addormenta sfinito, mentre intorno scende la sera. Dorme così profondamente da non accorgersi di venire adagiato delicatamente in un confortevole cestino... e continua a dormire per due giorni interi.
    (Kiro, dal web)




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  4. gheagabry
     
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    Ho visto guarire più persone grazie alla compagnia di un gatto di quanto non abbiano fatto tonnellate di medicine.
    (Enzo Jannacci)


    l' AMERICAN SHORTHAIR



    L’American Shorthair, ovvero il gatto americano a pelo corto, deriva dai gatti domestici portati in America dagli emigranti europei; la razza venne fissata in modo definitivo a alcuni allevatori americani e la il capostipite di questa specie nacque nel 1904 e venne chiamato Buster Brown.
    La testa di questo gatto e rotonda, con le guance piene, dotata di mascelle possenti e forti vibrisse; anche il corpo è molto robusto e le zampe sono dotate di piedi forti e adatti a tutti i terreni, la coda possiede una base pesante ed è di media lunghezza. La pelliccia è fitta ma non lanosa, ed è adatta a sopportare climi invernali anche rigidi. L’American Shorthair è il gatto che in assoluto viene riconosciuto con la più vasta gamma di colori.

    E' un gatto intelligente, affettuoso, casalingo, amico dei bambini. Eccellente arrampicatore e saltatore, l'istinto della caccia è in lui irrefrenabile. Anche quando ha mangiato a dovere, è sempre pronto ad acchiappare topi di ogni dimensione. E' perciò addirittura considerato un gatto "da lavoro". Si affeziona senza distinzioni a tutti i membri della famiglia, purché lo trattino con rispetto e lo lodino quando porta in casa dei "regalini" acchiappati al volo.
    Non disdegna la vita d'appartamento, purché gli venga ogni tanto concessa la libertà di muoversi su un terrazzo o di scorrazzare su un tetto. Ma sarà felice se potrà disporre di più ampi spazio. Anche se si allontana per qualche ora, il suo forte senso dell'orientamento e l'amore per la casa lo fanno puntualmente ritornare presso i padroni.


    .....la storia.....


    Nel 600 alcuni degli emigranti che lasciarono l'Europa in cerca di lavoro in America, chiudendo casa, col poco bagaglio si portarono dietro anche il gatto. Si trattava di animali senza pretese di nobiltà, ma simpatici e domestici. Un gruppo di appassionati selezionatori, unendo con maestri a il sangue di alcuni buoni soggetti, riuscì a "fissare" una nuova razza forte, bella, originale, subito ammirata e più tardi accolta con successo alle esposizioni. Il comune gatto europeo che aveva viaggiato al seguito degli emigranti ottenne così con un pò di gloria la nuova nazionalità. Il primo American shorthair, Buster Brown, nacque nel 1904 da un incrocio tra un British shorthair e un gatto americano a pelo corto.



    ...il gatto nella letteratura.....


    I gatti sono gli animali più amati, protagonisti di tanti libri, favole, storie, a loro sono dedicati moltissimi libri e poesie di famosi autori di ogni epoca.
    Edgar Allan Poe - "Il Gatto nero", 1840
    "Il gatto nero" fa parte dei numerosissimi racconti di Edgar Allan Poe raggruppati inizialmente sotto il nome di "Racconti del grottesco e dell'arabesco".
    Il gatto Pluto "... era un animale di notevoli proporzioni e bellezza, tutto nero e dotato di intelligenza sbalorditiva."
    In italiano il nome Pluto era tradotto come Plutone (nome della divinità romana degli inferi).
    Il gatto è preso nel racconto come simbolo di superstizione, modello di sfortuna, malvagità, terrore e morte.

    Hoffmann Ernst T. - "Considerazioni filosofiche del Gatto Murr", 1820 - 1822
    Un gatto letterato, divertente e presuntuosissimo, racconta la storia della sua vita un po' selvatica, infarcendo di abborracciate citazioni e di descrizioni esilaranti le vicende della sua iniziazione alla cultura moderna.
    R. Kipling - "Il gatto che se ne andava per i fatti suoi", 1907
    "Se ne andava per conto suo, e tutti i luoghi erano uguali per lui." Kipling definisce il gatto "il più selvatico di tutti gli animali selvatici". Pur discendendo da un antenato sfuggente e del tutto selvatico, spaventato a morte dagli esseri umani, il gatto domestico, quello che vive con noi, ha imparato a creare uno dei più profondi e misteriosi legami tra l'uomo e un animale che si sia mai visto.

    versioni di G. F. Straparola, C. Perrault, Fratelli Grimm - "Il gatto con gli stivali"
    Una fiaba popolare europea. Narra la storia di un corraggioso e buffo gatto che indossa dei lunghi stivali. Pero, condannato per aver salvato un topo, fugge dal Clan dei Gatti e da qui cominciano le sue avventure.
    Doris Lessing - "Gatti molto speciali"
    Mikhail Bulgakov - "Maestro e Margherita", 1929-1940
    Gatto Behemot (Кот Бегемот) è il più importante gatto letterario del 20mo secolo. Il diretto erede delgli aiutanti delle streghe medievali e del gatto Murr di Hoffmann.
    Porta con se l'inizio vivente, ricorda dell'imprevedibilità della vita, la quale irrompe il mondo schiavo degli sfortunati costruttori del futuro roseo.
    Ivan Genzler - "La biografia del gatto Vassilij Ivanovich"
    Nikolaj Vagner - "Fiabe del gatto Murlyka"
    Howard Phillips Lovecraft - "I gatti di Ulthar", 1920
    "Si racconta che a Ulthar, la città oltre il fiume Skai, la legge proibisca di uccidere i gatti. A me basta osservarli quando fanno le fusa accanto al fuoco per capire il perché: il gatto è misterioso e affine alle cose invisibili che l'uomo non potrà mai conoscere; è l'animo dell'antico Egitto, è il depositario di racconti che risalgono alle città dimenticate di Meroe ed Ophir, è parente dei signori della giungla ed erede dei segreti dell'Africa oscura e misteriosa. La Sfinge è cugina del gatto, che parla la stessa lingua ma è più antico e ricorda cose che essa ha dimenticato."

    Joseph Sheridan Le Fanu - "Il gatto bianco di Drumgunniol", 1992
    "C’è una storia famosa su un gatto bianco che ci narrano da bambini e che conosciamo tutti molto bene. Quella che intendo raccontare io, parla di un gatto bianco molto diverso dall’amabile Principessa incantata che assumeva questo aspetto quattro mesi l’anno. Il mio gatto bianco è un animale molto più sinistro."


    I Pascià amano le tigri e le linci. Io amo i gatti. I gatti sono le tigri dei poveri diavoli.
    All'infuori dei gatti, io non amo nient'altro.
    (Théophile Gautier)




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  5. gheagabry
     
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    "...si chiama Munchkin, in omaggio ai nani di Munchkin del film "Il mago di Oz"


    MUNCHKIN



    Molto prima che intervenisse la selezione diretta dell’uomo, esistevano già differenze di aspetto nelle diverse popolazioni feline. Nei paesi caldi la taglia è più piccola, il pelo corto, il fisico snello. Nei climi più rigidi le dimensioni sono maggiori, la pelliccia più folta, la struttura più compatta.
    Gatti di colore e di aspetto differente si sono diffusi in diverse regioni e paesi seguendo gli spostamenti dell’uomo: il gatto era una presenza abituale sulle navi, infestate dai topi e dai ratti. Nel 1800 le importazioni di gatti diventano però intenzionali. Gli appassionati europei e americani iniziano ad allevare differenti varietà, selezionando le caratteristiche che trovano più desiderabili, anche per fare fronte alla crescente domanda di mici blasonati. Si formano i primi Club di razza, che registrano i soggetti selezionati, e nel 1871 viene organizzata la prima esposizione felina, al Crystal Palace a Londra. La competizione, legata al giudizio di merito espresso durante le esposizioni, e ai titoli vinti dai campioni, è una fortissima spinta a selezionare mici sempre più belli o particolari.

    Il gatto Munchkin o Munchkin cat ha origine negli Stati Uniti.... negli anni 30, fu avvistato in Inghilterra ma per lungo tempo non furono più notati. Il nome di questi animali deriverebbe dai nani Munchkin del paese immaginario di Oz, descritto nel film “Il Mago di Oz” di Fleming (1939). Gli attuali Munchkin sono originari della Luisiana (1982). Il gene dominante di questa mutazione naturale è il responsabile delle zampe corte. E’stato soprannominato nel 1991, in occasione di una esposizione al Madison Square Garden di New York, gatto Teckel o gatto bassotto....La T.I.C.A. lo ha riconosciuto come razza nel 1995.
    Il Munchkin è un gatto dagli arti molto corti, del peso di 2,2 – 4 kg. Il mantello si presenta a pelo corto o semilungo.
    Il carattere genetico “zampe corte”, infatti, è sorto spontaneamente, un po’ come la giraffa dal collo lungo, e non è opera di manipolazioni genetiche. Gli allevatori hanno deciso di conservare questa caratteristica, non senza polemiche, allevando e incrociando fra loro i gatti e “fissando” così il carattere che rende tanto speciale la razza.
    Il Munchkin è un gatto vivace e giocherellone, molto incline alle relazioni sociali e all’attività fisica: dimostra infatti una grande agilità nonostante le corte zampe.



    .....la storia.....


    L’origine di questi straordinari e buffi gatti, divenuti di recente molto popolari, è recente. Risale infatti al 1944, se ne parla infatti nel diario di un medico. Egli descriveva un gatto nero dalle zampe corte che visse per più di 11 anni, senza nessun problema, anzi, generando prole con la stessa peculiarità.
    Recentemente (1983) la razza è stata selezionata, partendo da due gatti trovati per strada nello Stato della Louisiana (Stati Uniti) che presentavano le zampe cortissime.
    La femmina era gravida e poco dopo diede alla luce quattro cuccioli, due dei quali presentavano le stesse zampe corte dei genitori. Da questi soggetti prese il via un programma di selezione e allevamento, effettuando incroci con gatti comuni opportunamente scelti.



    ...storie di gatto....


    Ricordo ancora quel mattino di maggio di molti anni fa. La colazione mi aspettava invitante sotto il portico, con il latte caldo ed i biscotti fatti in casa avvolti nel cestino di vimini posto al centro di una tavola imbandita con amorevole cura da mia madre. Nel giardino le rose avevano da poco aperto i loro petali lasciando il profumo libero di espandersi nell’aria. Mio padre apparve sulla soglia della porta con un sorriso generoso come le sue muscolose braccia da meccanico che, con incredibile dolcezza, tenevano un tenerissimo micio. Fu l’inizio di un’ amicizia sincera e senza confini, in cui ogni gesto, ogni sguardo donavano affetto. Ricordo la neve del piccolo paese dove sono nato, i miei calzoni corti e la cartella di scuola più rande di me, la strada del ritorno e quel cancello che si apriva, la corsa senza fiato verso il mio amico che mi aspettava per un dolce e caloroso abbraccio. Ricordo quegli anni ingenui, i miei
    sentimenti ed i miei sogni da bambino che mi piaceva raccontare al mio nuovo, piccolo compagno. Ricordo i giorni di primavera, i raggi di sole che entravano nella stanza e la noia delle ore di studio. Erano gli anni della mia adolescenza e qualche sogno stava già scomparendo, inghiottito dagli impegni della vita che da lì a poco avrei assunto. Lui, il mio amico peloso, amava curiosare fra i miei libri, camminarci in mezzo, per poi sdraircisi sopra. Ed io che fingevo di scansarlo ma poi lo accarezzavo per avvolgerlo in affettuose coccole che mi riportavano indietro a quegli anni così ingenui e veri. Tutto questo fa parte di me, dei miei ricordi, delle mie nostalgie. Per questo oggi, ho regalato a mio figlio un gattino, per donargli le stesse dolcezze, gli stessi pomeriggi, gli stessi attimi che hanno riempito di felicità tanti miei giorni.
    (dal web)




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  6. gheagabry
     
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    Per me, uno dei piaceri della compagnia del gatto è la loro devozione alla comodità.
    (Compton Mackenzie)


    ORIENTALE A PELO LUNGO (OLH)
    O JAVANESE



    © photo Alan Robinson


    Il Javanese, snello e aggraziato, con la testa cuneiforme, ha le caratteristiche dell’Orientale dal quale deriva. Ha gli occhi orientali obliqui in direzione del naso, orecchie larghe e aperte con punte arrotondate, la testa cuneiforme con naso diritto che continua fino alla fronte. Gli occhi espressivi sono decisamente a mandorla, il colore è verde smeraldo.

    È un gatto dalla linea elegante, vivace, molto agile e molto giocherellone, ma che non ama né l’agitazione né il rumore. Ha bisogno di un ambiente sereno.
    Dolce, molto affettuoso, ipersensibile, è molto attaccato al suo padrone, pur essendo un gatto indipendente. Può diventare geloso del suo padrone e reclama molto amore e attenzione. Come altri gatti ama far sentire la sua voce per comunicare con i suoi simili e con i suoi padroni. Molto intelligente, riesce a colpire subito le persone che lo circondano, con un solo sguardo.



    ......la storia......


    Nonostante il suo nome, questo gatto non è direttamente originario di Giava. Nel corso dei programmi di allevamento che hanno permesso di creare il Balinese (Siamese a pelo lungo), degli allevatori americani hanno ottenuto un Orientale a pelo lungo che fu ribattezzato Javanese, per dargli un nome in analogía con gli altri gatti del IV gruppo.
    il Javanese è conosciuto anche col nome di Mandarino o gatto Orientale a pelo lungo (OLH - Oriental Long Hair). Qualcuno sostiene che questo gatto provenga originariamente dalla Tailandia e pur avendo origini molto antiche, questa razza fu riconosciuta solo nel 1977.
    La questione principale, però, è quella di sapere se il Javanese è veramente una nuova razza o una semplice varietà del Balinese: questa domanda divide le associazioni feline...Tutti i Javanesi comunque hanno alle spalle antenati Orientali e Angora che hanno lavorato insieme per creare questa stupenda razza caratterizzata dal look orientale e dal pelo lungo degli Angora.



    .....racconti di gatti.....


    Il letterato transalpino aveva l’abitudine di lanciare, durante i pasti, una mollica di pane al suo micio, il quale la rincorreva oppure la prendeva al volo e, solitamente dopo averci giocato un po’, la mangiava golosamente. Fin qui nulla di straordinario, ma il caso volle che il quadro appeso nella sala da pranzo, posto di fronte al tavolo di Chanpfleury, si fosse distaccato nella parte superiore dalla parete a causa dell’eccessiva lunghezza del chiodo utilizzato. A forza di lanciare palline accadde che una di queste, un giorno, finì proprio dietro al quadro in questione, lasciando il micio confuso sulla scomparsa della mollica. Sul pavimento non c’era, così come nel resto della stanza, quindi, dopo la vana ricerca, fissò il proprio padrone con aria interrogativa. Insomma il gatto aveva visto partire la pallina ma perché non era ricaduta come al solito sul pavimento? Lo scrittore confezionò così un’altra pallina e, secondo il suo racconto, riuscì immediatamente ad indirizzarla dietro al quadro. Il gatto osservò la traiettoria del lancio, si avvicinò al quadro, ebbe un attimo di riflessione, poi, deciso, si alzò sulle due zampe posteriori e con quelle anteriori lo colpì in modo da farlo scostare per un attimo dal muro. Le palline caddero in terra per la gioia e la golosità del micio. Fu così che il gatto di Chanpfleury scoprì la gravità un po’ come Newton, solo che al posto dell’albero e della mela questa volta c’era un quadro e due molliche di pane.
    (Chanpfleury, scrittore francese)




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  9. gheagabry
     
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    TURCO VAN


    Noto anche come “gatto di Allah”, le leggende narrano che quando finì il diluvio universale, mano a mano che l’arca si avvicinava alle appena riemerse pendici del monte Ararat, Noè avesse non poche difficoltà a mantenere la calma tra i suoi passeggeri a quattro zampe. Due gatti bianchi riuscirono a sfuggire al suo controllo, lanciandosi in acqua e nuotando verso la terra ferma. Via,via che le acque si ritiravano, i mici cominciarono a scendere a valle, e quando lasciarono le montagne per unirsi agli uomini, Allah li benedisse toccandoli sulla testa affinché aiutassero gli uomini a cacciare i topi. E dove Allah li toccò, vi lasciò, in rosso, le impronte della sua mano.
    Un’altra leggenda racconta che Allah, di passaggio al lago Van, vide un gatto tutto bianco in acqua. Credendo che stesse affogando, lo prese per la testa e la coda portandolo in salvo. Poco tempo dopo, vide altri gatti bianchi tuffarsi nel lago ed iniziare a nuotare, così capì che in realtà il gatto da lui salvato non era affatto in difficoltà; lì dove era stato toccato da Allah, il pelo del gatto si colorò di rosso.
    In realtà le origini di questo gatto si perdono nella notte dei tempi, ma grazie ad alcune raffigurazioni sappiamo che era già noto ai tempi dell’occupazione romana dell’Armenia, tanto che, appunto, le tribù del luogo avevano dipinti gatti di questa varietà sui loro vessilli di guerra e sulle loro armature. Al di là di questo dettaglio, la storia antica del Turco Van si fonde e si confonde con quella del Turco Angora, perché nel loro paese d’origine la distinzione tra le due razze non è percepita uniformemente.
    Una serie di documenti, comunque, ci spiegano che intorno al 1400, in vicino Oriente, si tenevano fiere di animali, alle quali partecipavano anche gatti a pelo semilungo provenienti da diverse regioni mediterranee e asiatiche, tra cui i gatti originari della Turchia caratterizzati dal pelo setoso e fluente. Più tardi, attorno al 1600, questi gatti vennero portati in Europa, omaggi per i nobili e le casate reali da parte dei sultani turchi. E Piacquero talmente che in Francia, verso la metà del secolo, nacque un vero e proprio allevamento ad opera di Fabri de Peiresc. I suoi gatti vennero acquistati addirittura dai reali francesi e da Richelieu, ma con il passare degli anni i gatti “francesi” (ormai noti come gatti d’Angora) spopolarono nei ceti alti di tutta Europa, approdando anche in America. Due secoli dopo, però, il gusto dei gattofili di tutto il mondo si orientò verso gatti più rotondi e massicci, e gli Angora vennero incrociati con altri gatti per creare il Persiano.
    La sua nascita portò l’Angora all’estinzione in Europa e in America, mentre il Turco Van ha continuato a vivere in stato semi-domestico nelle sue regioni d’origine. Nella variante completamente bianca (Vankedisi) è stato protetto e allevato come Angora Turco, perché il governo, stimolato da una credenza popolare, secondo cui il grande statista Ataturk si sarebbe reincarnato in un gatto a pelo semilungo bianco, dichiarò la varietà bianca tesoro nazionale, e fece internare tutti gli esemplari negli zoo turchi promuovendo un rigoroso programma di protezione ed allevamento.
    Oggi dobbiamo la presenza dei turco Van in Europa a due signore inglesi che nel 1955 ne portarono due esemplari in Patria dopo una vacanza in Turchia, perché affascinate da quelli che assomigliavano moltissimo ai vecchi gatti d’Angora inglesi ormai perduti da mezzo secolo.
    Dal carattere bizzarro e scaltro, il Turco Van è un gatto che si sceglie un padrone, all’interno della famiglia, e che “tollera” gli altri componenti, ma senza riservare loro particolari slanci affettivi, tutti per l’umano prediletto, con il quale è sempre leale e affettuoso, arrivando a seguirlo alla stregua di un cagnolino. Dotato di grande intelligenza e di grandi doti di comunicazione, è un gatto relativamente facile da addestrare. La sua vivacità è proverbiale, e bisogna fornirgli ampi strumenti e mezzi di sfogo, o sfogheranno la loro voglia di vivere su quel che capita! Si tratta, però, di un gatto territoriale ed egocentrico, che non ama l’invasione dei suoi ambienti da parte di altri animali e/o di nuovi esseri umani. Occorre quindi prestare molta attenzione quando vengono introdotti bambini nella famiglia in cui vive.
    (B.P., petpassion.tv)
     
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    Partire con la zampa giusta, un gatto in famiglia

    consigli-gattino

    Ci siamo: finalmente avete ceduto alle insistenti richieste dei vostri figli e un gatto è entrato a far parte della famiglia. O ancora, avete deciso di rispondere al miagolìo straziante di qualche trovatello in strada e ora vi ritrovate con un batuffolino di pelo tremante in mano. O più semplicemente vi siete recati in un negozio specializzato e avete acquistato il vostro animale da compagnia. Qualunque sia il modo in cui il misterioso felino è entrato nella vostra vita, la stravolgerà inevitabilmente. In positivo, ovviamente. Anche se questo dipenderà in gran parte dall’atteggiamento adottato verso il vostro animale domestico.
    Un gatto è per sempre. Ed è a tutti gli effetti un membro della famiglia. Non farà soltanto le fusa, riscaldando le fredde serate d’inverno con il suo morbido pelo. Avrà delle esigenze da soddisfare, un percorso di crescita, di maturazione, e di invecchiamento da compiere insieme a voi, e non sempre la convivenza sarà facile. Ma con un po’ di pazienza, lo spirito e i consigli giusti, un gatto in casa può diventare un’esperienza indimenticabile, un compagno di cui non potrete più fare a meno.

    Appena approdato in una nuova casa, il vostro gatto avrà bisogno di tempo per adattarsi al nuovo territorio e sentirsi completamente a suo agio. Ecco alcuni consigli pratici da seguire per partire sin da subito con la zampa giusta:
    Provare a spendere più tempo a casa per i primi giorni per aiutare il vostro gattino ad adattarsi al suo nuovo ambiente
    I gatti a volte posso avere paura se messi a contatto con nuovi spazi troppo grandi: prendete in considerazione l’idea di farlo soggiornare in una sola stanza per un paio di giorni, quando è solo, lasciandolo libero di esplorare altre parti della vostra casa quando siete presenti anche voi e potete controllarne i movimenti.
    Il vostro gattino dorme per la maggior parte del giorno, fino a sedici ore, garantitegli un posto tranquillo ed isolato che gli permetta di allontanarsi da altri animali domestici, dai bambini e dai posti più rumorosi della casa
    Trovate un posto adatto per posizionare le ciotole di acqua e cibo e per la lettiera. Non mettete questi elementi vicini, perchè il gatto può rifiutarsi di mangiare se la lettiera è troppo vicina al cibo. (Chi vuole cenare in bagno, dopo tutto?)
    Il gatto partirà all’esplorazione della sua nuova dimora e… di quanto contiene! Togliete dalla circolazione piccoli oggetti che il vostro animale potrebbe inghiottire, come tamponi di cotone, fermagli,bottoni,elastici ecc. Non lasciate cavi elettrici scoperti e in vista. Assicuratevi che i prodotti per la pulizia domestica siano fuori portata.
    Il gatto affilerà i suoi artigli sui vostri mobili a meno che non gli offriate un’alternativa valida. Comprate un robusto tira graffi e incoraggiatelo con dolcezza ad utilizzarlo ogni volta che lo vedete in procinto di salire o graffiare un mobile. Lodatelo e premiatelo quando lo utilizza.
    I gatti hanno bisogno di giocare per rimanere sani ed utilizzare la loro energia in modo appropriato. Forniteli di giocattoli come palline, topolini di gomma e quant’altro possa stuzzicare la loro vitalità.


    Domenica, è sempre domenica: il lungo sonno del gatto

    gatto-che-dorme-13
    gatto-che-dorme-3Rinascerei gatto: chi di noi non lo ha mai detto o pensato almeno una volta, osservando le abitudini per così dire soporifere del nostro amico a quattro zampe? Per i nostri felini domestici è sempre domenica. Mangiare, giocare e… soprattutto sonnecchiare, sono le tre azioni che scandiscono le loro giornate. I gatti trascorrono gran parte del loro tempo a dormire. Dormono mediamente per 13-18 ore al giorno. Il numero esatto può cambiare in base all’età del gatto e alla personalità, più o meno vivace/selvatica. Gatti che trascorrono la giornata da soli a casa tendono a dormire tutto il giorno. Se con loro c’è un altro o più esemplari, beh allora la vita si fa più movimentata e tendono a giocare di più, rincorrendosi e stimolandosi l’un l’altro (e aggiungerei, per esperienza personale, i nostri soprammobili sono meno al sicuro!)
    I gattini appena nati passano la maggior parte del loro tempo a dormire. In realtà, questo è il modo della natura per assicurarsi che i cuccioli non si muovano fuori dal loro rifugio, o facciano un qualsivoglia rumore che possa attrarre i predatori, mentre mamma gatta è lontana per la caccia. Con il passare delle settimane, i gattini inizieranno a dormire sempre meno fino a raggiungere lo stesso numero di ore di sonno tipico degli esemplari adulti, che come abbiamo visto è comunque tantissimo.
    gatto-che-dorme-7Essendo predatori notturni, i gatti tendono a dormire durante il giorno e a stare svegli durante la notte. Tuttavia, si possono in qualche modo influenzare i tempi di riposo del nostro gatto. Se gli si fornisce abbondanza di stimoli durante il giorno, sotto forma di giocattoli o con un altro gatto come compagno, il gatto è più probabile che stia sveglio durante il giorno e poi trascorra la notte a dormire (è più probabile, con i miei gatti, ahimè, non si verifica!). Se si desidera ridurre le attività notturne del nostro gatto, gli esperti consigliano di cercare di trascorrere del tempo con lui facendolo giocare con trastulli molto impegnativi prima di andare a letto.

    gatto-che-dorme-10A differenza dei cani o degli esseri umani, i gatti possono trascorrere molte ore immersi in un sonno relativamente leggero. Un semplice rumore, o un debole richiamo può attirare la loro attenzione, sempre vigile, e svegliarli in una manciata di secondi, anche quando ci sembrano profondamente addormentati. Spesso è possibile vedere il gatto seduto con gli occhi socchiusi, o addirittura aperti, che si gode un breve pisolino.
    I gatti per dormire cercano un posto che li faccia sentire al sicuro e che abbia la giusta temperatura: durante le calde giornate estive, cercheranno i posti più alti della casa e ombreggiati. In inverno, lo vedremo sonnecchiare nei luoghi in cui arriva qualche raggio di sole o vicino a un calorifero. La temperatura influisce anche sulla posizione dei gatti mentre dormono. Quando fa freddo, i gatti tendono ad arricciarsi e a mettere la loro faccia tra le zampe per ridurre la perdita di calore del corpo. (e io che l’ho sempre scambiato per un atteggiamento nato con il preciso intento di farmi tenerezza e prendersi le coccole!)
    È possibile creare un bel letto morbido per il nostro gatto, o acquistare una delle tante alcove di peluche di tutte le forme e colori disponibili nei negozi specializzati. Molti felini preferiscono un giaciglio specifico presente in casa: il nostro! Per il gatto, il nostro letto è intriso di profumi gatto-che-dorme-9confortanti e familiari e spesso è il luogo ideale dove dormire. Condividere il letto con uno o più gatti può contribuire a rafforzare lo speciale legame tra l’uomo e il micio, per non parlare dell’effetto calorifero che ha la pelliccia del nostro felino domestico. Il buon umore è assicurato ma la soluzione non è tanto pratica. Vi lascio con una photogallery che testimonia il carattere soporifero del nostro amico gatto! Non resta altro da aggiungere, se non buona domenica di riposo a tutti, felini e non, e sogni d’oro!

     
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    I gatti sanno cosa vogliono e come ottenerlo

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    Chiunque abbia mai avuto gatti in casa sa quanto possa essere difficile portarli a fare qualcosa contro la loro volontà. Ma a quanto sembra loro non hanno certo gli stessi problemi con noi. Al contrario, sanno bene cosa vogliono e come ottenerlo. A dirlo è un recente studio pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Current Biology.
    I nostri amici felini per attirare l’attenzione quando hanno fame sono piuttosto scaltri, e modulano il loro richiamo ottenendo una sorta di segnale misto, che è insieme un grido di urgenza e un tenero miagolìo. Accompagnato dalle fusa, tanto per ingraziarsi ulteriormente il padrone. Il risultato è un invito difficilmente ignorabile da noi umani, che ci lasciamo suggestionare e commuovere dai gatti e riempiamo immediatamente la loro ciotola del cibo.
    Karen McComb, esperta in comunicazione dei mammiferi della University of Sussex, autrice dello studio, spiega che questo particolare richiamo prevede

    l’inserimento di un grido di tonalità leggermente più alta e lamentosa all’interno di uno miagolìo per suscitare una risposta immediata da parte del padrone. La sollecitazione tramite le fusa verrebbe poi impiegata dal gatto perchè probabilmente più accettabile per gli esseri umani di un insistente miagolìo, che li farebbe immediatamente buttare fuori dalla stanza. Con questa forma di comunicazione il gatto invia una sorta di messaggio subliminale, attingendo alla sensibilità intrinseca degli esseri umani che come gli altri mammiferi sono particolarmente attenti al nutrimento della loro prole.

    Insomma i gatti sanno cosa vogliono e come ottenerlo. Con una voce suadente, una sorta di miagolìo dell’intimità riservato al rapporto con il loro padrone:

    È una sorta di messaggio subliminale perché il miagolio è un grido, una richiesta di aiuto, mentre le fusa sono associate a soddisfazione e piacere. È un po’ come se il gatto mitigasse lo sgradevole “miao” di richiesta comunicando in anticipo la soddisfazione che gli verrà dalla nostra attenzione. Nell’emettere questo suono i gatti non toccano solo i nostri sentimenti, ma innescano la caratteristica, tipica dei mammiferi, di rispondere con prontezza ai bisogni della prole. Il suono infatti va a toccare gli stessi tasti che nelle madri inducono alla cura dei piccoli.

     
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    Gatto geloso del nuovo micio, che fare?

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    Il gatto può essere geloso? I mici si sa, sono animali abitudinari che poco amano le novità, specie se improvvise e che destabilizzano la loro autonomia ed autorità: il gatto caratterialmente è un animale indipendente che sta bene da solo, ma questo non significa che non possa essere geloso dell’arrivo di un nuovo micio in famiglia. Anche perché il gatto non accetta le coccole, le concede, non è il “vostro” pet, ma un animale che ha deciso di stare con voi … insomma il proprietario è lui e guai a chi tocca le sue cose ed il suo spazio!
    I gatti sono abituati nella maggior parte dei casi ad essere al centro dell’attenzione della famiglia e quindi un nuovo arrivo (cane, gattino, bambino) può farli sentire meno sicuri: da qui la gelosia. Ma come la manifesta? Come saperla riconoscere? Tutto dipende dalla personalità dell’animale: un micio dal carattere dominante ad esempio potrebbe iniziare a fischiare e graffiare, ad essere aggressivo e a non farsi più avvicinare; di contro, un gattino più riservato potrebbe nascondersi, mettersi da parte rattristato; altri caratteri porterebbero i mici a farsi coccolare in continuazione , a camminare tra i piedi del proprietario o a fargli le fusa in un qualunque momento, altri ancora smettono di mangiare….

    Rendersi conto di questa manifestazione di affetto (apparentemente atipica per un gatto) per il proprietario è sicuramente piacevole, ma deve anche indurre a trovare una soluzione per non lasciare il proprio devoto animale crogiolarsi nella sua sofferenza ed insicurezza. La gelosia del gatto può essere evitata mostrandogli che nulla è cambiato. Le cure, l’amore e le coccole sono le stesse, così come lo spazio ed il tempo a sua disposizione: il nuovo arrivato non va mai vezzeggiato in presenza del vecchio, né gli vanno offerti giochi del primo gatto di casa. Questo, non va rimproverato duramente se ha mostrato aggressività nei confronti del gattino, ma rassicurato. Se il micio capisce che è sempre amato e nulla cambia, presto cesserà di essere geloso. In pratica come avviene con i bambini, non trovate?

     
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  13. gheagabry
     
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    bellissimo gatto il Maine Coon

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    by Ileina in Pastel drawings





    ..lui è in attacco..


    by Barbara Bamberger

     
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    Il gatto delle sabbie – (Felis Margarita)

    Felisi-Margarita

    Il gatto del deserto o gatto delle sabbie – (Felis Margarita)
    Questo delizioso felino è una specie poco conosciuta e vive negli aridi deserti africani e asiatici. Di taglia piccola, pesa mediamente 2 o 3 kg, è lungo circa 50 cm la coda è lunga 30 cm. Le orecchie sono larghe, il pelo piuttosto lungo, lo protegge dai forti sbalzi termici del deserto, ha sfumature color sabbia che lo mimetizzano bene nell’ambiente in cui vive. Le zampe sono abbastanza corte. Cacciatore notturno, cattura roditori, uccelli, insetti, rettili. Non necessita di molta acqua. Vive in media 13 anni
    Questo felino è stato inserito nel 2002 nella lista degli animali in via d’estinzione pare ne siano rimasti forse 200 esemplari nel deserto arabico ed in quelli del Pakistan e dell’Iran. La “micetta” nel primo riquadro della foto è il primo esemplare nato in cattività presso il parco Ramat Gan Safari di Tel Aviv, questo avvenimento fa sperare si possa salvare la specie.

     
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    Gatto sphynx, allevamento e prezzo

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    Lo Sphynx è un gatto di origine canadese nato attorno agli anni Settanta. La sua caratteristica principale è l’assenza di pelo. Il suo aspetto insolito suscita reazioni di grande ammirazione o di repulsione. I primi riconoscimenti ufficiali per la razza sono arrivati negli anni Ottanta, e nel 2001 è stato riconosciuto anche dalla FIFe (Federazione Felina Europea).


    Gatto Sphynx: caratteristiche
    Lo Sphynx ha una corporatura media e muscolosa, con la testa triangolare, più lunga che larga, il muso tondo e sviluppato, la fronte alta e il cranio tondeggiante. Le orecchie sono grandi e larghe alla base, gli occhi grandi e con gli angoli superiori allungati verso il bordo esterno delle orecchie. Gli arti sono lunghi e la coda lunga e affusolata. Il corpo è ricoperto da una peluria cortissima e sottile, talvolta può essere più accentuata su orecchie, muso, coda e zampe.


    Il gatto Sphynx ha un carattere molto particolare, è estremamente affettuoso e intelligente, ama la compagnia della famiglia e vive bene con gli altri gatti e il cane. È buono e pacifico, allegro e amante del gioco, ma soffre di solitudine, perciò non deve essere lasciato solo per troppo tempo. Ha bisogno di continue attenzioni da parte del proprietario: carezze e piccole attenzioni.

    La pelle di questi gatti ha una produzione sebacea da tenere sotto controllo. Una mancata igiene, infatti, causa l’insorgenza di cattivi odori e untuosità della pelle. Per questo motivo è necessario fare il bagnetto ogni 15 giorni usando uno shampoo neutro. Ma non c’è da temere, questo gatto, infatti, come pochi, ama essere lavato. Inoltre, il padiglione auricolare va pulito ogni settimana con bastoncini di cotone poiché la produzione di cerume è abbondante. I gatti Sphynx, essendo nudi, soffrono particolarmente il freddo, quindi non vanno esposti a correnti d’aria. Sono indicati anche i cappotti.

    Gatto Sphynx: allevamento
    In Italia non esistono molti allevamenti di questa razza, quelli riconosciuti dall’Anfi e dal FIFe sono:

    Allevamento Tao del Miao: di Sferza Marina in via della Bellavista 73 34134 Salita Conconello, in provincia di Trieste.
    Danaan’s Sphynx Cattery: di Laura Bocchi a Verona. Per contattarli potete inviare una mail a: [email protected]
    Allevamento Oldcolours Sphynx: di Fanciulli Silvia in via Brusati, 26 Travagliato, in provincia di Brescia.
    Gatto Sphynx: prezzo
    Il gatto Sphynx ha un costo elevato, un cucciolo o un adulto viene venduto a non meno di 1500 euro. Un gatto da riproduzione sui 2000-2500 euro.

     
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