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.AMICI..APRIAMO OGGI..UN NUOVO POST..
PARLIAMO DI ANIMALI..CHIUNQUE DI VOI..PUO'..APPROFONDIRE L'ARGOMENTO..DEL GIORNO..
CON IMMAGINI..RACCONTI..E..NOZIONI..
AGGI..PARLIAMO..DEL..
LA STORIA DEL GATTO
Nei secoli della storia dell'uomo sicuramente il gatto è l'animale che più di tutti, ha mutato più volte il suo rapporto ed il suo ruolo nella società.
Dalla consacrazione come dio alla persecuzione del cristianesimo, ha attraverso i secoli tra pregiudizi ed ignoranza, adattandosi a diverse e difficili condizioni ambientali, si è diversificato nel corpo e nel mantello, tuttavia è rimasto sempre un gatto: forte, agile ed intelligente capace di sedurre gli uomini come pochi animali:
PREISTORIA
Ancora non si sa con precisione quando o come il gatto apparve sulla Terra.
Si ritiene che il suo più antico antenato, forse in comune con il cane.
Si chiama miacis e viveva nel Miocene, inizio del Terziario, circa 50 di milioni di anni fa.
Da esso, 30 - 40 di milioni di anni fa, evolse due antichi mammiferi: l'hoplophoneus ed il dinictis la cui differenza principale era la mascella ed i denti.
Nel primo, lungo anche più di un metro, i denti diventarono lunghi come pugnali con adeguamento della mascella per aprirsi enormemente.
Il dinictis, di dimensioni leggermente più piccole, sviluppò una bocca molto muscolosa con dentatura tipica dei carnivori.
Questo antico mammifero è considerato un antenato diretto dei felini e probabilmente da esso discende direttamente il puma.
Il dinictis aveva un caratteristica tipicamente felina: la terza palpebra (nictitante).
Ambedue assomigliavano a grossi gatti: corte zampe, cranio da carnivoro ma con cavità cranica molto piccola e camminavano sulle dita (digitigradi).
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ZIALAILA.
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CURIOSITA'
Il 17 febbraio è il giorno della Festa nazionale del gatto. Iniziativa nata dalla fervida mente della giornalista e gattofila Claudia Angeletti che nel 1990, attraverso le pagine della rivista "Tuttogatto", promosse un referendum tra i lettori per scegliere il giorno dell'anno più adatto a festeggiare questo nostro straordinario amico.
E' stato scelto il mese di febbraio perché è nel segno dell'Acquario, segno zodiacale degli spiriti liberi, intuitivi ed anticonformisti come solo i gatti sanno essere. Il giorno 17, numero scaramantico perché si può leggere 1 e 7, una vita per sette volte e il gatto, per tradizione popolare, ha sette vite.
Il gatto - Di Apollinaire
Io mi auguro di avere in casa mia:
una donna provvista di prudenza,
un gatto a passeggio fra i libri,
e in tutte le stagioni amici
di cui non posso far senza.
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ALCUNE..RAZZE DI GATTO..
Gatto Abissino
American Shorthair
Angora Turco (Turkscy Angora)
Gatto Bengal
Gatto Blu di Russia
Gatto Bombay
Burmese
Certosino
Gatto Europeo (Soriano)
Japanese Bobtail
Korat
Maine Coon
Persiano
Sacro di Birmania
Scottish Fold e Highland Fold
Siamese
Siberiano delle foreste
Somalo
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ZIALAILA.
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La grande nobiltà
del gatto qualunque
Vi ricordate gli Aristogatti? Quando la bella micia Duchessa - tale di nome e di fatto - e i suoi cucciolini Minou, Matisse, e Bizet, si trovano nei guai, incontrano sulla loro strada un eroe in carne, baffi ed artigli: Romeo, Gatto-Der-Colosseo nonché Soriano DOC. E' il Soriano il re della strada, il gatto che tutti prima o poi hanno trovato sul loro cammino. Nei vicoli di Genova, sulle barche di Capri, lungo le calli e nei campielli di Venezia si trovano Soriani coraggiosi, simpatici, dall'occhio furbo e dalla zampa lesta, esemplari belli che nulla hanno a che invidiare ai gatti di gran razza. E' il Soriano il gatto che tutti vorrebbero avere. Geneticamente socievole, adattabile a ogni situazione, aperto con furbizia con gli umani, grande compagno geloso della sua indipendenza. Il sodalizio del Soriano con la razza umana ha radici molto ma molto lontane...
SORIANI NELLA STORIA
Era un avo dei Soriani di oggi quel Felis Sylvestris Lybica, diffusosi nel Nordafrica, che venne addomesticato nel 2000 avanti Cristo in Egitto. In seguito penetrò e si stabilì clandestinamente in Europa e attraverso le navi fenicie sbarcò sulle coste a noi più vicine. Tempi duri vennero poi per lui nel Medio Evo, epoca terribile in cui riuscì a ritagliarsi uno spazio solo grazie alle sue capacità di cacciatore e acerrimo nemico dei topi.
UN TOCCASANA "FELINO"
Oggi che, salvo alcuni casi sporadici, il Soriano non è più indispensabile alla sopravvivenza, sa comunque conquistarsi un posto di tutto rispetto nella casa di città. I gatti comuni, più semplici e a portata di tutti, rispetto ai cugini blasonati, vengono considerati dai sempre più frenetici uomini e donne anni '90 come compagni rasserenanti che poco chiedono e molto danno.
I GATTI PARLANO!
I gatti emettono tantissimi suoni, ognuno dei quali ha un ben preciso significato. Le fusa (chi non lo sa?) indicano uno stato di felicità e benessere, il miagolio esprime spesso uno stato di insoddisfazione (freddo, fame, voglia di coccole...), un grido acuto può essere un segnale di paura. I nostri amici non usano solo la voce per comunicarci le loro emozioni : se tirano indietro le orecchie e rizzano il pelo significa che sono molto arrabbiati, se muovono la coda stanno salutando degli amici uomini o gatti, indifferentemente. -
susacrie.
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il musical cats
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Complimenti vivissimi per questo spazio ... sarò felicissimo di poter intervenire e leggere tanti contributi ... un'altra faccia di questo meraviglioso e unico diamante chiamato Isola Felice ... Grazie a chi ha pensato questo luogo e a chi parteiperà per farlo cresce ... Un abbraccio forte,
Claudio. -
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.gatti..filmati divertenti..
Consigli utili su come curare il gatto e sul suo comportamento
Ci sono delle regole da conoscere prima di decidere di adottare un gatto o un animale di qualsiasi genere:
non si compra o non si accetta in regalo un gatto se non si è assolutamente sicuri di potersene occupare al meglio per tutta la durata della sua vita
In altre parole:
decidere di vivere con un gatto equivale alla decisione di adottare un bambino,con tutti gli obblighi (oltre ai piaceri) che questo comporta; un gatto NON E' UN GIOCATTOLO che si trascura o si abbandona quando non diverte più o da' qualche problema
hai..uno..o piu'..gatti?...
Molte donne credono sia difficile trovare un uomo propenso alla vita familiare, e nel resto delle specie viventi non va poi tanto meglio, tutt’altro: pensate che in oltre il 95 per cento delle specie di mammiferi, il maschio non ha alcun ruolo nella crescita dei cuccioli e delega l’intero compito alla madre. Così, quando un micio di poche settimane si ritrova senza la sua mamma, è effettivamente privo di ogni attenzione dei genitori e rimane solo al mondo.
Un gattino riceve un sacco di attenzioni, cure e istruzione da mamma gatta. E’ chiaramente nel migliore interesse del gatto stesso riuscire a sganciarsi dalla dipendenza genitoriale il prima possibile e imparare a cavarsela da solo. Lo scenario peggiore che si può prospettare è che il gatto sia lasciato senza alcuna risorsa, insieme al resto della cucciolata, affamato e indifeso. Dal punto di vista del danno psicologico, c’è da dire però che un gattino orfano che goda ancora della compagnia dei suoi fratellini, non subisce conseguenze poi così gravi. L’unione fa la forza.
Nel caso in cui uno dei gattini venga adottato, può anche accadere che si attacchi eccessivamente all’umano che lo svezza e cresca indisciplinato e viziato sin da piccolo.
I gattini isolati dal resto della cucciolata e dalla madre piangono e sviluppano sentimenti di profonda tristezza e solitudine.
I gattini che non ricevono i vantaggi offerti dal crescere con mamma gatta (protezione, cure, nutrimento) si sviluppano più lentamente e non al loro pieno potenziale. Il lato positivo è che saranno in grado di godere maggiormente dell’amicizia degli altri gatti presenti in casa attraverso il gioco e altre interazioni reciproche e si ritroveranno con adeguate competenze sociali rispetto ad altri membri della stessa specie.
Se le persone sono riconosciute dal gatto come amichevoli dipende dal grado e dal tipo di interazioni uomo-animale domestico che si verificano in questo momento. Il periodo sensibile per conoscere le interazioni sociali per i gattini è compreso tra le 2 e le 7 settimane di età. I gattini che sono stati allevati per 7 settimane senza contatto umano non saranno mai completamente a loro agio in presenza delle persone.
COME COMPORTARSI SE SI TROVANO DEI GATTINI NEONATI
Spesso capita di trovare in giro dei gattini minuscoli, dei neonati, senza la loro mamma e ci si trova in serie difficoltà perché non si sa come affrontare una situazione simile.
Questa vuole essere una piccola guida esplicativa per allevare un micino neonato o per trovare consigli utili che non devono comunque escludere ripetuti controlli dal veterinario.
Innanzitutto sarebbe bene, quando si trova un gattino di pochi giorni, capire se la madre si sia allontanata solo per breve tempo (ad esempio per trovare del cibo) o se sia davvero sparita, magari chiedendo in giro o aspettando un po’ di tempo per vedere se ritorna.
Se il gattino comunque piange in modo disperato o vedete che spurga dagli occhietti o è debole o ancora, se il tempo è poco clemente e il piccolo non si trova ben riparato, fareste bene a prenderlo con voi tenendo comunque presente che allevare un gattino è un’impresa molto complessa e il più delle volte ha esito negativo perché si può dire di essere “fuori pericolo” solo dal 45° giorno circa. Fino ad allora il tasso di mortalità è elevatissimo.
Quindi al massimo se il gattino è in difficoltà e voi non vi sentite pronti per un’esperienza simile, contattate il veterinario o il rifugio gatti della vostra zona il più presto possibile.
Sono due le cose fondamentali per un neonato: il cibo e il caldo. La mancanza di uno di questi due elementi può portarlo ad una morte davvero rapida.
il suo cuore..batte..
ricorda..che...e' vivo..
trattiamolo..bene...
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LA...PAPPAAAAAAAA!!!!!!
E..LA NANNA......................!!!!
CIAO..GINA.........BELLI VERO?
POI..IL PROSSIMO ANIMALE..METTO IL CANE..COSI'..MI AIUTI UN PO'...
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ZIALAILA.
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GATTI ..... hanno ispirato uno dei musical più famosi di Broadway ..
[/URL] . -
gheagabry.
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Il gatto
Vieni bel gatto, vieni sul mio cuore amoroso;
trattieni i tuoi artigli
ch'io mi sprofondi dentro i tuoi begli occhi d'agata e metallo.
Quando a bell'agio le mie dita a lungo
ti carezzan la testa e il dorso elastico,
e gode la mia mano ebbra al toccare il tuo corpo elettrico,
vedo in spirito la mia donna:
profondo e freddo come il tuo, il suo sguardo, bestia amabile,
penetra tagliente come fosse una freccia,
e dai piedi alla testa
una sottile aria, rischioso effluvio,
tutt'intorno gira al suo corpo bruno.
Charles Baudelaire
Il nome dei gatti
Mettere un nome ai gatti è un'impresa difficile,
Non un gioco dei tanti che fate nei giorni di festa;
Potreste dapprima anche pensare che io sia matto da legare
Quando vi dico che un gatto deve avere TRE NOMI DIVERSI.
Prima di tutto, c'è il nome che la famiglia usa ogni giorno,
Come Pietro, Augusto, Alonzo o Giacomo,
Come Vittorio o Gionata, Giorgio o Bill Baley -
Tutti nomi sensati da usare ogni giorno.
Ma se pensate che vi suonino meglio ci sono nomi più fantasiosi,
Alcuni per i signori, altri per le dame:
Come Platone, Admeto, Elettra o Demetrio -
Sempre nomi sensati da usare ogni giorno.
Ma io vi dico che un gatto ha bisogno di un nome che sia particolare,
Caratteristico, insomma, e molto più dignitoso,
Come potrebbe altrimenti tenere la coda diritta,
O mettere in mostra i baffi, o sentirsi orgoglioso?
Nomi di questo tipo posso inventarne mille,
Come Munkustrap, Quaxo o Coricopat,
Come Bombalurina o Jellylorum -
Nomi che non appartengono mai a più di un gatto alla volta.
Ma oltre a questi c'è ancora un nome che manca,
Nome che non potrete mai indovinare;
Nome che nessuna ricerca umana potrà mai scovare -
Ma il GATTO LO SA, anche se mai vorrà confidarlo.
Quando vedete un gatto in profonda meditazione,
La ragione, io vi dico, è sempre la stessa:
La sua mente è perduta in estatica contemplazione
Del pensiero, del pensiero, del pensiero del suo nome:
Del suo ineffabile effabile
Effineffabile
Profondo e inscrutabile unico Nome.
Thomas Stearns Eliot
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gheagabry.
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Ode al gatto
Gli animali furono imperfetti,
lunghi di coda,
plumbei di testa.
Piano piano si misero in ordine,
divennero paesaggio,
acquistarono nèi, grazia, volo.
Il gatto,
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso: nacque completamente rifinito,
cammina solo e sa quello che vuole.
L'uomo vuol essere pesce e uccello,
il serpente vorrebbe avere le ali,
il cane è un leone spaesato,
l'ingegnere vuol essere poeta,
la mosca studia per rondine,
il poeta cerca di imitare la mosca,
ma il gatto
vuole essere solo gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda,
dal fiuto al topo vivo,
dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.
Non c'è unità
come la sua,
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione:
è una sola cosa
come il sole o il topazio,
e l'elastica linea del suo corpo,
salda e sottile, è come
la linea della prua di una nave.
I suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola fessura
per gettarvi le monete della notte.
Oh piccolo
imperatore senz'orbe,
conquistatore senza patria,
minima tigre da salotto,
nuziale sultano del cielo
delle tegole erotiche,
il vento dell'amore
all'aria aperta
reclami
quando passi
e posi
quattro piedi delicati
sul suolo,
fiutando,
diffidando
di ogni cosa terrestre,
perché tutto è immondo
per l'immacolato piede del gatto.
Oh fiera indipendente della casa,
arrogante vestigio della notte,
neghittoso, ginnastico
ed estraneo,
profondissimo gatto,
poliziotto segreto
delle stanze,
insegna
di un irreperibile velluto,
probabilmente non c'è enigma
nel tuo contegno,
forse sei mistero,
tutti sanno di te ed appartieni
all'abitante meno misterioso,
forse tutti si credono padroni,
proprietari, parenti
di gatti, compagni, colleghi,
discepoli o amici
del proprio gatto.
Io no.
Io non sono d'accordo.
Io non conosco il gatto.
So tutto, la vita e il suo arcipelago,
il mare e la città incalcolabile,
la botanica,
il gineceo coi suoi peccati,
il per e il meno della matematica,
gl'imbuti vulcanici del mondo,
il guscio irreale del coccodrillo,
la bontà ignorata del pompiere,
l'atavismo azzurro del sacerdote,
ma non riesco a decifrare il gatto.
Sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d'oro stanno nei suoi occhi.
Pablo Neruda
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ZIALAILA.
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....sapete che le principali razze ufficialmente riconosciute sono 52 ? . -
gheagabry.
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Le petit chat
E' un gattino nero, sfrontato, oltre ogni dire,
Lo lascio spesso giocare sul mio tavolo.
A volte vi si siede senza far rumore,
Quasi un vivente fermacarte.
Gli occhi gialli e blu sono due agate.
A volte li socchiude, tirando su col naso,
Si rovescia, si prende il muso tra le zampe,
pare una tigre distesa su di un fianco.
Ma eccolo ora - smessa l'indolenza -
Inarcarsi - somiglia proprio ad un manicotto;
E allora, per incuriosirlo, gli faccio oscillare davanti,
Appeso ad una cordicella, un mio turacciolo.
Fugge al galoppo, tutto spaventato,
Poi ritorna, fissa il turacciolo, tiene un po'
Sospesa in aria - ripiegata - la zampetta,
poi abbatte il turacciolo, l'afferra; lo morde.
Allora, senza ch'egli la veda, tiro la cordicella,
ed il turacciolo si allontana, e il gatto lo segue,
descrivendo dei cerchi con la zampa,
poi salta di lato, ritorna, fugge di nuovo.
Ma appena gli dico "Devo lavorare,
vieni, siediti qua, da bravo!" si siede..
E mentre scribacchio sento
che si lecca col suo lieve struscio molle.
Edmond Rostand
Il giornale dei gatti
I gatti hanno un giornale
con tutte le novità
e sull'ultima pagina
la "Piccola Pubblicità".
"Cercasi casa comoda
con poltrone fuori moda:
non si accettano bambini
perchè tirano la coda".
"Cerco vecchia signora
a scopo compagnia.
Precisare referenze
e conto in macelleria".
"Premiato cacciatore
cerca impiego in granaio."
"Vegetariano, scapolo,
cerca ricco lattaio".
I gatti senza casa
la domenica dopo pranzo
leggono questi avvisi
più belli di un romanzo:
per un'oretta o due
sognano ad occhi aperti,
poi vanno a prepararsi
per i loro concerti.
Gianni Rodari
27/10/08 - Gatti: certezze e leggende!
Gatti: certezze e leggende!
L'inizio della domesticazione del gatto (Felis catus) avviene in Egitto circa 6000 anni fa, tra il 4000 ed il 2000 a.C. da Felis silvestris libyca. Sulle origini del gatto domestico ci sono tutt'oggi ferventi discussioni. In particolare, dei rinvenimenti di resti di piccoli felini associati ad insediamenti umani (Gerico: 7000 a.C., Cipro: 6000 a.C.), fanno supporre che l'associazione del gatto con l'uomo sia antecedente alla civiltà Egizia.
In Egitto il gatto, inizialmente sfruttato per l'abilità nel cacciare i topi, diviene un animale sacro e simbolo di bellezza. A testimoniare l'importanza che la "figura felina" rivestiva per la cultura egizia, ritrovamenti di immensi cimiteri di gatti mummificati. Come i faraoni, i gatti predisponevano anche di speciali vivande nelle tombe per facilitare il passaggio all'aldilà. A partire dal 1600 a.C. diventa molto comune in raffigurazioni, sculture, geroglifici, dipinti delle case egiziane. In ogni casa vi era un gatto, trattato con ogni cura per omaggiare la dea Bastet (divinità protettrice della fertilità e delle gioie terrene e dea della salute) di cui il gatto era il rappresentante terreno. Oltre alla sua utlità nella difesa delle derrate alimentari contro i topi, non si esclude un suo utilizzo come pet, ossia come animale da compagnia. Ci sono molte incisioni in cui gatto e padrone sono ritratti in atteggiamenti scherzosi e affettuosi.
L'introduzione in Europa avviene probabilmente grazie ai Fenici che lo contrabbandarono dall'Egitto dove l'esportazione era proibita. Probabilmente gatti già addomesticati si incrociano con il gatto selvatico europeo Felis silvestris (silvestris dell'Europa dell'ovest e lybica dell'Europa dell'est).
Gatti: certezze e leggende!
Senza contare le sottospecie, le razze di gatti riconosciute sono più di cinquanta. Le caratteristiche morfologiche di base sono ovviamente comuni agli altri mammiferi. E' classificato nell'ordine dei Carnivori, per cui lo scheletro, l'apparato muscolare, gli organi di senso hanno subito nel corso della sua evoluzione modificazioni atte al miglioramento delle sue capacità di predatore.
In particolare, l'occhio dei gatti è stato selezionato in modo da ricevere più efficientemente la luce. Sono in grado di vedere anche in condizioni di penombra grazie alla massima dilatazione della pupilla. La visione è binoculare: il campo visivo di un occhio si sovrappone parzialmente con l'altro. Ciò consente l'acquisizione di immagini tridimensionali, adattamento fondamentale per un animale cacciatore.
La differenza fra le svariate varietà che l'uomo ha selezionato riguarda in primo luogo il tipo di pelliccia e la/e colorazione/i. Così si distinguono razze a pelo lungo, semilungo e corto
Fra quelle a pelo lungo il conosciutissimo gatto persiano da cui deriva Il chinchillà selezionato in Inghilterra e l'Himalayano riconosciuto come sottorazza del persiano. Fra le razze a pelo semilungo, il gatto birmano (o il gatto sacro di Birmania) dalla storia leggendaria. Ma la selezione artificiale si è sbizzarrita nelle varietà a pelo corto, che conta la maggior parte delle razze. Molto diffusi il gatto certosino, siamese, abissino, bengala...
Anche il gatto Europeo o comune rientra in quest'ultima categoria. Nonostante il nome è la razza più diffusa non solo
in Europa, ma anche in America. Cosa curiosa è che fino a un ventennio fa, c'erano due razze con il nome Europeo: una ottenuta incrociando gatti comuni con persiani a pelo lungo in Gran Bretagna, l'altra scandinava selezionata esclusivamente da gatti comuni. Dal 1982 solo quest'ultima è stata riconosciuta ufficialmente come gatto Europeo, mentre l'altra è stata denominata British Schortair.
Ciò che mi ha colpito maggiormente durante la mia ricerca bibliografica sul gatto sono le innumerevoli leggende, storie di superstizioni, stranezze che ruotano attorno a loro. Data la loro abbondanza ho deciso di dedicare il prossimo articolo interamente su questi argomenti per conoscere qualcosa in più sui nostri amici gatti, andando anche oltre le nozioni puramente scientifiche.
A cura di Valeria Marasco. -
ZIALAILA.
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IL GATTO SIAMESE
Narra una leggenda, che il primo gatto siamese fosse strabico e che avesse la coda piegata. Questo perchè le principesse di sangue reale Thai, prima di fare il bagno, infilavano i loro preziosi anelli nella coda del gatto, annodandola, in modo che non andassero perduti. La conseguenza fu che la coda rimase piegata mentre lo strabismo era dovuto al fatto che il gatto controllava costantemente gli anelli.
Sempre a proposito dei gatti siamesi, quelli che vivevano alla Corte di Pragadi Pok, il re del Siam, erano custoditi così gelosamente che vigeva la pena di morte per coloro che tentassero di rubarli. Alla morte del sovrano, fu rispettata la sua volontà di preservare questa razza principesca, finché un inglese, Owen Gould, riuscì a corrompere un guardiano con un congruo compenso, ottenendo una bellissima coppia di gatti reali che nel 1891 furono esposti per la prima volta al pubblico al Crystal Palace di Londra.
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gheagabry.
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Nel vasto e multiforme pantheon egiziano Bastet è la dea gatta, rappresentata come donna dalla testa di gatto o come una gatta nera.
Il suo luogo di culto più importante era la città di Per Bast, che i Greci chiamavano Bubastis, nei pressi dei delta del Nilo, a circa 80 km a nord-est del Cairo,
dove furono ritrovati molti templi a lei dedicati.
Dalla VI dinastia il culto si diffuse nell’Egitto, da locale che era inizialmente, e sotto il regno di Pepi II si immaginava Bastet come l’equivalente della Hathor di Dendera; Bastet aveva il potere di stimolare l’amore e la sessualità, e questa è una delle ragioni per cui il suo culto fu così popolare.
Il giorno dedicato alla dea Bastet, giorno di festa dove la gioia giungeva all’estasi, era il 31 Ottobre. Si beveva e si ballava a dismisura, e i bambini non potevano partecipare. Sul Nilo galleggiavano chiatte piene di donne, fiori e vino. Si dice che si trattasse di riti sensuali, pieni di musica e danze.
Erodoto così racconta “Arrivano in barca, uomini e donne assieme, in gran numero su ogni imbarcazione; mentre camminano molte donne fanno musica con dei sonagli, degli uomini suonano il flauto, mentre altri cantano e battono le mani. Quando incontrano una città lungo il fiume portano la barca a riva, ed alcune donne continuano a suonare, come ho detto prima, mentre altre lanciano insulti alle donne del luogo ed iniziano a ballare agitando i loro abiti in tutti i sensi.
All’arrivo celebrano la festa con dei sacrifici, e si consuma in questa occasione più vino che in tutto il resto dell’anno”
Lo stesso Erodoto afferma che il tempio di Bastet, costruito in granito rosso, era il più bello del paese e che vantava il maggior numero di fedeli, parlando di almeno 700000 persone, “bambini esclusi”. L’importanza di queste feste sembrava poco realistica agli egittologi del tardo ‘800, ma nel 1887 un archeologo di nome Henri Édouard Naville, scoprì il sito e dimostrò la veridicità dei resoconti di Erodoto.
A Bubastis è stata rinvenuta una grande necropoli di gatti e, sempre Erodoto, ci dice:
“I gatti defunti vengono portati a Bubastis, dove sono mummificati e sepolti dentro delle urne sacre”
Migliaia di felini furono sepolti in gallerie sotterranee della città e dei dintorni di modo che potessero portare il messaggio del loro padrone fino agli dei.
Naville fece ricerche sia nel sito del tempio di Bubastis sia nelle catacombe dei gatti, oltre che in alcune sepolture faraoniche, e provò così che si trattava eventi religiosi considerevoli, i cui devoti erano di ogni classe sociale della popolazione egizia.
Bastet nasce come divinità solare, personificando il calore benefico del sole, al contrario di Sekhmet che ne incarna il calore bruciante; solo in epoca greca venne assimilata ad Artemide, diventando così una dea lunare.
Ad Efeso era così adorata soprattutto come dea della fertilità. Infatti mentre le statue greche la ritraggono come una giovane con arco e frecce, le statue provenienti da questa zona la mostrano con il busto coperto di protuberanze rotondeggianti che sono state interpretate sia come seni che come testicoli di toro.
E’ proprio l’arco di Artemide a simboleggiare, nel periodo post classico, la falce lunare.
La vergine dea della caccia, della selvaggina e dei boschi, era infatti adorata anche come dea del parto e della fertilità perché si diceva avesse aiutato la madre a partorire il fratello Apollo.
Dalla II dinastia Bastet fu rappresentata come un gatto selvatico o come una leonessa; e solo dal 1000 a.e.c. ebbe la forma di un gatto domestico, ed in epoca greca divenne anche più comune la raffigurazione come donna dalla testa di gatto; inoltre fu associata al dio leontocefalo Mihos, venerato a Bubastis assieme a Thot, in qualità di sua madre e ad Atum, il demiurgo, come sposa, anche se secondo altre fonti, Mihos sarebbe figlio di Ptah e Sekhmet.
Il gatto era un animale sacro in tutto l'antico Egitto e ad esso venivano dedicati templi, poesie e invocazioni, mentre i resti mortali ne venivano mummificati, ponendo acccanto alle mummie dei topi perché avessero cibo per l’eternità.
Era onorato perché proteggeva i granai dai topi e quindi il popolo dalla carestia, ma per quanto addomesticato, non era un animale abituato all’uomo come oggi.
Si dice che l’abissino incarni il vero gatto egiziano, ma il gatto egiziano per eccellenza resta il Mau, dallo splendido manto maculato, la corporatura agile, le fattezze simili a quelle trovate nelle pitture parietali delle tombe e nelle statue.
Gli egizi divennero talmente devoti alla dea Bastet e ai gatti che promulgarono leggi per impedirne l’esportazione ma i mercanti fenici riuscirono a contrabbandarne alcuni nei paesi del Mediterraneo. Era altresì severamente punito chi attentava alla vita di un gatto.
Bastet è indicata figlia di Ra, oltre che come uno dei suoi “occhi”, ossia che veniva inviata per annientare i nemici dell’Egitto e dei suoi dei.
È una dea dal duplice aspetto, pacifico e terribile: nella sua forma di gatta o di donna gatto è la dea benevola, protettrice dell’umanità, dea della gioia e delle partorienti; nel suo aspetto feroce è nota per le sue collere, rappresentata con testa leonina, ed identificata con Sekhmet, la Possente, dea della guerra (oltre che della medicina). Come tutti i felini è attraente e pericolosa assieme, dolce e crudele: è il simbolo della femminilità, la protettrice del focolare e della maternità, ma è anche pronta a lottare quotidianamente col serpente Apophis, colui che contrasta la corsa della barca solare e delle forze benigne della creazione. In una delle tombe della valle delle regine è raffigurata portando dei coltelli per proteggere il figlio del re, e si dice che abbia partorito ed allattato il faraone, del quale sarebbe la dea protettrice.
Suo attributo era il sistro, strumento musicale creato da Iside, e detenuto anche da Hathor; uno degli appellativi della dea gatta era “Signora delle Bende”.
Una leggenda dice che Ra, offeso dall’umanità, inviò Hathor per punirla e sterminarla; la dea, una volta assunta la forma di Sekhmet, iniziò la strage; in seguito Ra, mosso a più miti consigli anche dagli altri dei, cercò di richiamare la dea furiosa: a questo scopo fece preparare della birra mischiata con ocra rossa per avere una liquido simile al sangue, e lo fece versare sul terreno. Sekhmet lo vide e lo bevve, ed ubriaca si addormentò, calmandosi. Passata la collera la dea assunse la forma di Bastet; un’altra variante del mito afferma che Bastet si bagnò nel Nilo e che in seguito tornò a Bubastis: sembra i devoti egiziani ripercorressero questo viaggio in onore della dea e come venerazione per i gatti.
I riti in onore di Bastet erano incentrati sull’idea della purificazione e la profumazione, con riferimento alla purificazione femminile durante il ciclo mestruale.
Dopo la fine della lunga era faraonica furono scoperte moltissime statue di Bastet, adorne di ori, con le code che accompagnano il corpo girate verso destra, doni, profumi e tesori.
Bastet seduce e incanta, in lei vi sono il maschile solare e il femminile lunare, la forza luminosa a tutti palese e la potenza indipendente e misteriosa, segreta, femminina, lunare.
Bastet era la Signora dell'amore, della gioia, del piacere, della danza e del canto e sotto la sua protezione erano posti gli animali a lei sacri, i gatti, ma anche chi incarnava questi aspetti di indipendenza e di fascino misterioso, di fragilità e di bellezza, quindi i bambini e le donne.
Ella era venerata e invocata dalle donne per avere in dono la fertilità e per proteggere poi la gravidanza.
Bastet incarna ciò che di più intimo e femminile è rinchiuso dentro di noi e attende, a volte, unicamente di emergere: la sensualità e la dolcezza, il fascino e la generosità, l’amore e la passione, il desiderio e il piacere, la vita che rifulge in tutta la sua pienezza.
Testo e ricerca di Mauro Melon.