SCENDIAMO ANCORA PIU’ A SUD ... SIRACUSA..AUGUSTA..NOTO..PACHINO..FINO A PORTOPALO DI CAPO PASSERO..

Venerdì 9 Aprile 2010

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  1. ringo47
     
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    Pachino




    « ...Meglio è con lungo indugio e lunga volta
    girar Pachino e la Trinacria tutta,
    che, non ch'altro, veder quell'antro orrendo,
    serntir quegli urli spaventosi e fieri
    di quei cerulei suoi rabbiosi cani...
    ...Rademmo di Pachino i sassi alpestri,
    scoprimmo Camarina, e 'l fato udimmo,
    che mal per lei fôra il suo stagno asciutto... »
    (Virgilio, Eneide, III-1095)




    « ...E la bella Trinacria, che caliga
    tra Pachino e Peloro, sopra 'l golfo
    che riceve da Euro maggior briga... »
    (Dante Alighieri, Paradiso, VIII-1316)




    Pachino (Pachinu in siciliano) è un comune di 21.792 abitanti[1] della provincia di Siracusa.

    Il nome deriverebbe dal fenicio pachum, che significa "guardia". Secondo il Fazello, l'origine deriverebbe invece dal greco paxus, che significa "fertile". Esistono però altre teorie: secondo monsignor Sultano, il significato risale al nome greco Paxus Oinos, che significa "terra abbondante di vino"; il Figura, riferendosi all'isola di Capo Passero, lo fa derivare dal greco Paxeia Nesos, ovvero "isola dalla larga circonferenza".
    Pachino è la città che ospita la coltivazione IGP del pomodoro ciliegino detto, appunto, Pachino.
    Ha dato i natali, altresì, al grande scrittore novecentesco Vitaliano Brancati del quale si può trovare ancora la casa natale nei pressi della piazza.


    Ciesa del SS. Crocificco
    Chiesa Madre SS. Crocifisso: edificata nel 1790 dal marchese Vincenzo Starrabba per la comunità cristiana, si presenta con una semplice struttura comprendente una sola navata con una cappella a destra dell’abside; vi si conservano i resti di Gaetano e Vincenzo Starrabba


    Pachino è anche produttore dei famosi pomodori

    Pomodori pachino



    Edited by loveoverall - 11/8/2011, 11:34
     
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    CIAO..RINO...CIAO..A TUTTI..GLI ABITANTI DELLA MONGOLFIERA....PARTO CON LA MIA RICERCA...

    SIRACUSA..

    Siracusa


    L'antica città di Siracusa fu fondata nel 734 o 733 aC da coloni greci provenienti da Corinto e la città crebbe e prosperò Tenea.The, e per alcuni secoli, si ergeva come il potente città greca più in tutto il Mediterraneo. Siracusa cadde sotto il dominio romano nel 213 aC, rimanendo un importante scalo per il commercio.
    Dopo un periodo di dominazione dei Vandali, nei secoli seguenti Siracusa è stata dominata, a sua volta da un lato dai bizantini, poi nel 878 i musulmani, sempre nel 1038 dai Bizantini , i Normanni nel 1085 e dopo un breve periodo di dominazione genovese (1205-1220), i Normanni riconquistarono Siracusa in forma di Federico II, la cui morte portò un periodo di disordini e di anarchia feudale.
    Il terremoto del 1693 cambiò per sempre l'aspetto di Siracusa, così come tutta la Val di Noto, le cui città sono state ricostruite secondo le linee tipiche del barocco siciliano, considerata una delle espressioni più tipiche d'arte del Sud Italia.
    Siracusa oggi ha numerose attrazioni per i visitatori interessati a siti storici come l'importante Museo Archeologico e il Teatro. L'edificio, modificato dai romani, è oggi utilizzato per rappresentazioni teatrali.


    teatroGrecoSiracusa



    Edited by loveoverall - 11/8/2011, 11:38
     
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    CITAZIONE (ginakarlo @ 9/4/2010, 11:01)
    (IMG:https://faccine.forumfree.net/winksmiley.jpg) buon venerdì..sorellone mio e a tutti isolani..bok bok..

    Ciao Gina ... sorellona mia, ti chiedo scusa, ero sicuro di averti salutato ... perdonami, oggi è una giornata un pò complicata per me ... BUONA GIORNATA AMICA MIA ... TI ABBRACCIO FORTISSIMOOOOOOOO!!!

     
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  4. Ispa
     
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    BUON POMERIGGIO CLAUDIO E A TUTTI I VIAGGIATORI CHE MI HANNO PRECEDUTO O CHE MI SEGUIRANNO..................


    I PUPI SICILIANI!!!

    L'Opera dei Pupi (Òpra dî Pupi in siciliano) è un tipo di teatro delle marionette, i cui protagonisti sono Carlo Magno e i suoi paladini. Le gesta di questi personaggi sono trattate attraverso la rielaborazione del materiale contenuto nei romanzi e nei poemi del ciclo carolingio. Le marionette sono appunto dette pupi (in siciliano "pupazzi"). L'opera è tipica della tradizione siciliana dei cuntastori ("cantastorie" in italiano).
    L'Opera dei Pupi si affermò nell'Italia meridionale e in particolare in Sicilia tra la seconda metà del XIX secolo e la prima metà del XX.


    Il pupo e il puparo
    Riccamente decorati e cesellati, con una struttura in legno, i pupi avevano delle vere e proprie corazze e variavano nei movimenti a seconda della scuola di appartenenza in palermitani o catanese. La differenza più evidente stava nelle articolazioni: leggeri e snodabili i primi (comunque difficili da manovrare), più pesanti e con gli arti fissi i secondi (ma più semplici da manovrare).
    Il puparo, curava lo spettacolo, le sceneggiature, i pupi, e con un timbro di voce particolare riusciva a dare suggestioni, ardore e pathos alle scene epiche rappresentate. I pupari, pur essendo molto spesso analfabeti, conoscevano a memoria opere come la Chanson de Roland, la Gerusalemme liberata e l'Orlando furioso.
    Ogni pupo rappresentava tipicamente un preciso paladino, caratterizzato per la corazza ed il mantello e gli spettatori usavano parteggiare per uno.
    Generalmente si contrapponevano, fra tutti, i sostenitori delle due figure più amate:

    •Orlando
    •Rinaldo

    altre figure di rilievo:

    •Carlo Magno
    •Angelica
    •Gano di Maganza (il traditore)
    i saracini (saraceni):
    •Rodomonte
    •Mambrino
    •Ferraù
    •Agramante
    •Marsilio
    •Agricane

    Spesso la rappresentazione, si chiudeva con la farsa, uno spettacolo di marionette di tono licenzioso e buffo, con temi tratti dai personaggi delle tradizioni favolistiche siciliane.
    A volte i pupari, per trasmettere contenuti non graditi alle autorità si servivano di un gergo (comune ai malavitosi) detto baccagghiu (baccaglio).

    L'Opera oggi
    Nell’era della tecnologia e della multimedialità, parlare di pupi siciliani evoca immediatamente immagini d’altri tempi, di spettacoli di piazza, fra il vociare di piccoli e grandi ed il rumore delle armature, di minuscoli teatrini polverosi.
    Ancora oggi sopravvivono alcuni pupari che cercano di mantenere viva la tradizione, alcuni proponendo rappresentazioni per turisti e altri hanno una vera e propia rassegna teatrale. Tra le storiche famiglie di pupari troviamo: Cuticchio, Argento, Mancuso e Greco di Palermo, Canino di Cinisi, Crimi, Trombetta e Napoli di Catania, Pennisi, Macrì e Grasso di Acireale, Profeta di Licata, Vaccaro-Mauceri di Siracusa, e gli Immesi di Barletta.

    Recentemente l'UNESCO ha dichiarato il Teatro dell'Opera dei Pupi Capolavoro del patrimonio Orale e Immateriale dell'Umanità.


    Nelle città

    Palermo
    Oggi, la più ricca collezione di Pupi si può ammirare al Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino ed al Museo Etnografico Siciliano Giuseppe Pitrè di Palermo. Fra i pupari palermitani in attività si ricordi Mimmo Cuticchio, impegnato anche nell'altra tradizione orale siciliana il cuntu (raccontastorie), apparso fra l'altro nel film Il padrino - Parte III di Francis Ford Coppola.

    Messina
    Di notevole rilievo storico è la Famiglia Gargano, ultima famiglia "oprante" rimasta a Messina (e Provincia). Con le sue cinque generazioni consecutive la Famiglia Gargano è tra le più antiche esistenti e oltre ad una ricca collezione di pupi possiede rari manoscritti di fine '800.

    Catania
    La compagnia più importante è quella dei fratelli Napoli[2], fondata a Catania nel 1921 da Gaetano Napoli e oggi, giunta alla sua quarta generazione, senza interruzioni, rappresenta la più significativa realtà del tradizionale teatro dei pupi di tipo catanese. La compagnia aveva sede in via Consolazione, nel quartiere del Borgo, ma si è poi trasferita nei pressi di piazza Federico II.
    Provincia di Catania

    Acireale
    Esposizione di Pupi di pregevole fattura presso il Museo dell'Opera dei Pupi Turi Grasso sito in via nazionale nella frazione Capomulini di Acireale. Inoltre in centro città, nella via Alessi è presente un Teatro dell'Opera dei Pupi dedicato a Emanuele Macrì dove si tengono ancora spettacoli.

    Giarre
    A Giarre è presente un museo-teatro dell'Opera dei Pupi nella sede della Pro loco. Gli spettacoli vengono rappresentati su richiesta a cura della compagnia Zappalà.

    Caltagirone
    A Caltagirone ne è un illustre esempio il Teatro-Museo dei Pupi siciliani di via Verdumai. Il Teatro Stabile della Primaria compagnia dell’Opera dei Pupi di Caltagirone nasce in tempi difficili, alla fine del primo conflitto mondiale, per opera di Giovanni Russo. Dopo di lui l’Opra passa in eredità ad altri uomini, i quali superano le difficoltà che un’attività come questa comporta, grazie alla loro tenacia: Gesualdo e Salvatore Pepe, Eugenio Piazza e, oggi, la Società Eliotour. Nel 1978, il Comune di Caltagirone, prendendo spunto dal grande successo di pubblico che la Compagnia aveva riscosso nel corso di una rassegna di Pupi ad Acicastello, le affida il locale di via Verdumai. Restaurato ed adattato all’uopo, il teatro ospita oggi, oltre alla sala per gli spettacoli, una mostra dei pupi siciliani, appartenuti alla collezione di Gesualdo Pepe, ed un’esposizione di locandine e di libri storici.
    La collezione di pupi comprende settanta soggetti di dimensioni che variano da 1,20 a 1,45 metri, interamente costruiti in legno, e cinquanta teste di ricambio che consentono di avere a disposizione un gran numero di personaggi. I pupi sono vestiti da abiti in raso e velluto e dotati d’armature in rame e ferro lavorati a mano.
    Gli spettacoli, che ripropongono le gesta eroiche dell’epopea cavalleresca rinnovate di volta in volta dalla fantasia e dall’estro degli artisti, si svolgono sul palcoscenico dotato di numerosi fondali intercambiabili dipinti a mano. Manovratori ed oratori danno vita e voce ai pupi mentre gli aiutanti assicurano l’avvicendarsi dei vari personaggi. Affiatamento, bravura interpretativa, esperienza e capacità d’improvvisazione sono gli elementi che concorrono alla buona riuscita dello spettacolo, oltre ad una grande passione per quest’arte.

    Randazzo
    Esposizione di Pupi di pregevole fattura presso il Museo Civico Vagliasindi di Randazzo.
    In una sala del Castello Carcere è collocata la collezione di Pupi Siciliani della famiglia Russo composta da 37 marionette che rappresentano i personaggi dell’epopea storica della chason de Roland. La collezione fu realizzata tra il 1912 e il 1915 dallo scultore Emilio Musumeci e utilizzata dal puparo messinese Ninì Calabrese. Collezione di grande valore che è servita per allestire una rappresentazione alla presenza del Re Umberto II.

    Siracusa
    A Siracusa la tradizione è stata recentemente rinnovata grazie a sovvenzioni Europee. Con questi contributi è stato riaperto nel centro storico di Ortigia, un piccolo teatro e una bottega dell'opera dei pupi gestita dagli eredi dell'antica famiglia Mauceri. Inoltre è stato aperto un museo dei pupi che espone la tradizione aretusea presenta già dalla metà dell'ottocento.

    In provincia di Siracusa sono presenti alcune compagnie tra le quali spicca la Compagnia della Famiglia Puglisi di Sortino di Sortino, guidata dall'ultimo discente dei Puglisi, Ignazio Manlio Puglisi, che effettua rappresentazioni riguardanti episodi tratte dalle più note edizioni cavalleresche popolari dell’Ottocento e del Novecento come:
    •La Storia Dei Paladini Di Francia di Giusto Lo Dico
    •Erminio della Stella d’Oro e Gemma della Fiamma di Patanè
    •Il Figlio di Bradamante di Emanuele Bruno
    •La Storia di Trabazio Imperatore di Grecia e Guido di Santacroce

    Seguiti da una brillante farsa dialettale recitata a soggetto imperniata sul personaggio buffo di Peppannino, sempre in atto unico, per una durata complessiva di due ore circa.
    Tutto il materiale storico della Famiglia Puglisi è conservato nel Museo Civico dell'opera dei Pupi di Sortino "Fondo Don Ignazio Puglisi". Recentemente la soprintendenza di Siracusa ha iniziato un restauro dei cartelloni e del materiale bibliografico, in particolare i manoscritti di scena di Don Ignazio Puglisi.









    Edited by loveoverall - 11/8/2011, 11:42
     
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    Siracusa-Catacombe-S.-Giova

    . Siracusa possiede forse il più importante complesso di ipogei tardoantichi dopo Roma. Tra questi particolarmente importante il, gruppo delle catacombe, che si dispongono secondo un arco interno a quello formato dalle Latomie, da nord - ovest a sud-est. La localizzazione di queste aree cimiteriali è particolarmente interessante per quanto riguarda la storia urbanistica della città nel periodo tardoimperiale: esse, infatti, si inseriscono all'interno della Neapolis, lungo i margini di Acradina.

    SIRACUSA..PANORAMA SUL MARE...
    siracusa%2Bpanorama%2Bporto



    Edited by loveoverall - 11/8/2011, 11:43
     
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    siracusa_IT08SR796

    siracusa-noto1

    Siracusa Ortigia - Palazzo Beneventano del Bosco (foto Jacquelinecsmith)
    Nella prima metà del Settecento, dopo le devastazioni causate dal terremoto del 1693, in tutta la Sicilia orientale iniziò un'imponente opera di ricostruzione. In questa occasione si sviluppano le capacità progettuali e architettoniche già espresse dal grande barocco secentesco, con alcune caratteristiche ricorrenti che ben si possono osservare per le vie di Noto. Le facciate, sia delle chiese che dei palazzi, assumono un'importanza fondamentale e fiorisce una attenzione al particolare, alla scultura e alla decorazione di prospetti e balconi. Il trionfo del barocco nel centro della città è unico, e una visita dei principali monumenti è fonte di continue sorprese anche se, a causa dell'incuria e per le caratteristiche della tenera pietra da costruzione utilizzata, molti sono i crolli e i fenomeni di degrado, come quello che ha interessato la cupola della Cattedrale nel 1996. La ricostruzione è stata eseguita con gli stessi materiali e con l'ausilio delle medesime tecniche del Settecento; utilizzando le pietre locali, assemblate però con moderni metodi antisismici. I lavori sono stati completati e la cattedrale è stata riaperta al pubblico nel 2007. Molti i palazzi e le chiese di Noto, tra cui il Palazzo Nicolaci Villadorata, il Palazzo Trigona, il Palazzo Landolina, la Chiesa di San Domenico, il Monastero del SS. Salvatore, il Palazzo Ducezio, la Chiesa di Santa Chiara, la Chiesa di San Francesco.



    Edited by loveoverall - 11/8/2011, 11:44
     
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    Santuario%20Siracusa

    Siracusa_seascapeWjetty240

    Siracusa_CityCntrOnCoast260



    Edited by loveoverall - 11/8/2011, 11:45
     
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    IL CARRETTO SICILIANO!!

    Il Carretto siciliano (in siciliano carrettu) è un mezzo a trazione equina adibito al trasporto merci, in uso in tutto il territorio siciliano dal XIX secolo fino alla seconda metà del XX secolo, quando divenne obsoleto a causa della crescente motorizzazione del lavoro nelle campagne. Costruito con diverse qualità di legno, spesso fregiato da intagli bucolici e sgargianti decorazioni pittoriche, al giorno d'oggi è divenuto oggetto d'arte artigianale, nonché uno dei simboli dell'iconografia folcloristica siciliana.


    Struttura
    carretto è composto dal fonnu di càscia, cioè il pianale di carico prolungato anteriormente e posteriormente da due tavulàzzi, sul quale sono montati parallelamente due masciddàri (dal siciliano mascidda, "mascella") ovvero le sponde fisse del carretto, e un puttèddu (portello posteriore) removibile per agevolare le operazioni di carico e scarico. Ogni masciddaru è suddiviso equamente in due scacchi (i riquadri in cui vengono dipinte le scene), nel putteddu invece vi è uno scacco centrale fra due scacchi più piccoli. Gli scacchi sono divisi da un segmento verticale che congiunge i pannelli al fonnu di cascia: 6 in legno chiamati barrùni equamente divisi fra masciddari e putteddu, due in metallo denominati centuni presenti solo sui masciddari.

    Questa sezione "contenitiva" sormonta il gruppo portante del carretto chiamato traìno, il quale comprende le aste e la cascia di fusu, a sua volta costituita da una sezione di legno intagliato sormontata da un arabesco di metallo. Nei carretti alla patrunàli meno pregiati, la preziosa cascia di fusu viene sostituita dalle balestre.

    Fra le aste sotto i tavulazzi vengono montate due parti in legno chiamate chiavi, una anteriore ed una posteriore. La prima altro non è che una semplice barra ricurva, la seconda invece consiste in un bassorilievo intagliato rappresentante una scena, solitamente cavalleresca, che può assumere diversi gradi di pregevolezza.

    Sponda alla palermitana Sponda alla catanese Sponda stile VittoriaCiascuna delle due ruote è composta da 12 raggi definiti in siciliano iammòzzi (iammi, "gambe") che congiungono il mozzo al cerchione, spesso arricchiti da intagli a fitte sezioni parallele (impòsti) o addirittura soggetti scolpiti quali fiori, aquile, sirene, o teste di paladino.


    Stili del carretto
    Il carretto assume caratteristiche diverse a seconda della zona in cui viene prodotto.

    Nel palermitano il carretto presenta sponde trapezoidali, una tinta di fondo gialla e decorazioni prevalentemente geometriche. I temi rappresentati sugli scacchi variano tra cavalleresco e religioso, realizzati nelle tonalità basilari del rosso, del verde, del giallo e del blu, le sfumature sono ridotte all'essenziale e la prospettiva bidimensionale. Spesso nel palermitano le balestre sono preferite alla cascia di fusu, intagli e pitture mantengono l'aspetto naif tipico del carretto siciliano.

    Nel catanese le sponde sono rettangolari, la tinta di fondo rossa come la lava dell'Etna e gli intagli e le decorazioni si presentano più ricercati e meglio rifiniti, allontanandosi dallo stile semplice del palermitano per ricercare una raffinatezza maggiore. nelle produzioni più moderne i quadri contemplano la tridimensionalità prospettica, la gamma di tonalità si arricchisce e le sfumature e i chiaroscuri si fanno più incisivi.


    Meno conosciuto è lo stile Vittoria, in cui il carretto presenta una struttura simile al catanese, riprende il rosso come colore di fondo, ma nelle tonalità si distingue per la sua caratteristica gradazione scura. Le pennellate, sia nei quadri che nelle decorazioni, sono caratterizzate da un tratto netto, "istintivo", in contrapposizione alla ricercata pennellata sfumata del catanese.

    Esiste anche uno stile trapanese, che però non ha raggiunto la stessa diffusione del palermitano e del catanese.


    Le maestranze del carretto
    Sono ormai rari i maestri (mastri) che mantengono vivo il carretto siciliano. Alla sua realizzazione partecipano diversi artigiani, ciascuno col proprio mestiere. La prima fase è competenza del carradore, colui che costruisce il carretto e ne intaglia i fregi. Altro compito importante del carradore è la ferratura della ruota, pratica particolarmente pittoresca. In provincia di Catania, a Belpasso, lavora "l'ultimo carradore", il maestro Alfio Pulvirenti, che applica ancora l'arte del legno tramandata dai suoi avi maestri.
    La seconda fase è affidata al fabbro, che forgia le parti metalliche quali i centuni, le estremità delle aste e il pregiato arabesco della cascia di fusu.
    Quando la costruzione del carretto è ultimata il lavoro passa al pittore, che veste il carretto di colore e vivacità. Egli esegue inoltre i quadri rappresentanti le gesta cavalleresche, mitologiche, storiche o romanzesche che caratterizzano il carretto siciliano. Patria indiscussa del carretto siciliano è la cittadina di Aci Sant'Antonio (CT), che vanta il nome di pittori di carretti quali Domenico di Mauro e Nerina Chiarenza. Sempre in provincia di Catania, a Riposto, opera un giovane mastro pittore, Damiano Rotella, che custodisce la pittura catanese. A Ragusa lavora il maestro Biagio Castilletti, che fra l'altro applica un altro mestiere relativo al carretto in via di estinzione: il bardatore, colui che produce le bardature dei cavalli.


    Il carretto siciliano, sebbene in via di estinzione, esiste ancora. A Canicattì in occasione della festa del Santissimo Crocifisso che si celebra il 3 maggio, si svolge una manifestazione: "La Rietina" dove sfilano per la città decine di carretti siciliani tradizionali. A Terrasini, in Provincia di Palermo, esiste un "Museo del Carretto Siciliano". A Vizzini e a Trecastagni annualmente si organizzano sfilate dedicate al carretto siciliano.
    Lo si può trovare ancora nei centri storici della Sicilia come attrattiva per turisti, durante eventi popolari quali sfilate, esposizioni e feste pubbliche, nelle cerimonie folcloristiche e, soprattutto, nelle botteghe degli ultimi artigiani del carretto.




    Sponda alla catanese



    Sponda alla Ragusana



    Sponda alla Palermitana



    Edited by loveoverall - 11/8/2011, 11:47
     
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  9. maurizio5
     
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    Siracusa
    Orecchio di Dionisio e Grotta dei Cordari

    L'Orecchio di Dionigi è una grotta artificiale, imbutiforme, scavata nel calcare, alta circa 23 m. e larga dai 5 agli 11 m., con una singolare forma, vagamente simile ad un padiglione auricolare, che si sviluppa in profondità per 65 m., con un insolito andamento ad S e con sinuose pareti che convergono in alto, in un singolare sesto acuto. La grotta è, inoltre, dotata di eccezionali proprietà acustiche (i suoni vengono amplificati fino a 16 volte).



    Queste caratteristiche acustiche e la forma indussero Michelangelo di Caravaggio, che visitò Siracusa nel 1608 in compagnia dello storico siracusano Vincenzo Mirabella, a denominarla Orecchio di Dionigi, dando così forza alla leggenda cinquecentesca secondo la quale il famoso tiranno Dionisio avesse fatto costruire questa grotta come prigione e vi rinchiudesse i suoi prigionieri per ascoltere, da un'apertura dall'alto, le parole ingigantite dall'eco.



    In effetti, anche se a danno delle suggestioni e della leggenda, è opportuno sapere che la forma della grotta è semplicemente dovuta al fatto che lo scavo iniziò dall'alto, seguendo il piano di fondo di un acquedotto serpeggiante, e andò sempre più allargandosi in profondità, essendosi rinvenuta un'ottima qualità di roccia. A prova di ciò sulle pareti sono chiaramente osservabili le tracce degli strumenti di lavoro dei cavatori di pietra e, in senso orizontale, i piani di stacco dei blocchi estratti.



    Verso est, contigua all'Orecchio di Dionigi, troviamo la Grotta dei Cordari, così detta perchè qui, a partire dal XVII° secolo, alcuni artigiani lavoravano la canapa e producevano corde di ogni tipo, favoriti dalla naturale umidità (la tradizione si è estinta solo pochi decenni fa).



    Di amplissime proporzioni, con una successione di pareti e di spazi, dalla volta sorretta da alti pilastri rocciosi, questa grotta è sicuramente la più suggestiva della latomia del Paradiso. Questi effetti vengono maggiormente esaltati quando il fondo è coperto di acque meteoriche o di falda che provengono da infiltrazioni della volta. Notevoli e distintissimi sono i segni dell'estrazione della pietra, sulle pareti e sui soffitti si osserva la successione dei piani di stacco dei blocchi asportati dal banco roccioso.



    Segue verso est la grotta del Salnitro la cui imboccatura è in parte coperta da un gigantesco masso crollato dalla volta, sul quale sono visibili, in forma quasi di gradinate, i piani di stacco dei blochi calcarei.



    Grazie Claudio per le belle parole, un abbraccio a te ed a Lussy thumbup1thumbup1thumbup1

    Edited by loveoverall - 11/8/2011, 11:49
     
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    AMICI..DEVO USCIRE...CIAO..MAGHETTO...CIAO..A TUTTI..QUELLI CHE..PASSERANNO DI QUA...CI SENTIAMO..PIU'..TARDI..SMACK...image...........

    MAURIZIO..SCUSA..NN TI AVEVO VISTO..CIAO..ANCHE A TE..DOLCE AMICO..E..GRAZIE...SEI BRAVO....
     
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  11. zara67
     
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    buon pomeriggio c'e qualcuno sull'isola sono appena arrivata
     
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  12. neny64
     
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    AMICI VI SALUTO......... BUONA SERATA E BUON FINE SETTIMANA......... VI ABBRACCIO FORTE....... :wub: :rolleyes:

    Sandro
     
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  13. zara67
     
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    ciao sandro buon week end
     
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  14. zara67
     
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    ragazzi mi allontano ci vediamo stasera ciaooo
     
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    CITAZIONE (zara67 @ 9/4/2010, 17:21)
    ciao sandro buon week end

    CIAO..ZARA...SONO APPENA TORNATA..CI SENTIAMO QUESTA SERA...SMACK..CIAO..SANDRO..A DOMANI.... :wub:
     
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