6 gennaio LA BEFANA

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  1. gheagabry1
     
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    Le filastrocche della Befana

    I CAMMELLI DELL'EPIFANIA
    Epifania, nell’aria quieta
    guizza la coda d’una cometa
    ferma all’ingresso d’una capanna
    dove dolcissima canta una mamma.

    Canta una mamma, lunghi ha i capelli,
    immensi gli occhi tranquilli e belli,
    lunghi capelli come di seta,
    come la coda della cometa.

    E tre cammelli, lungo la via
    giungono proprio all’Epifania.
    Tre re, tre magi portan con loro
    in dono: mirra, incenso e oro.

    Incenso mirra e una coppa d’oro
    per un minuscolo, grande tesoro.
    Anche se lunga, dolce e’ la via
    ai tre cammelli dell’Epifania.
    (Dal Web)



    EL ROSCON DE REYES (Ciambellone dei Re)



    Forse è il dolce tipico dell'Epifania più diffuso in Europa tuttora, soprattutto in Francia e in Spagna dove si chiama appunto "Roscón de Reyes", sia proprio questa "ciambella dei Re" in memoria dei tre Re Magi che partirono in pellegrinaggio per venerare Gesù Bambino.

    Secondo l'antropologo spagnolo Julio Caro Baroja (1914-1995) la tradizionale focaccia a forma di soffice ciambellone, detto Roscón de Reyes, che si consuma in Spagna il 6 gennaio ha le sue origine a Roma, durante i Saturnali, le feste dedicate al dio Saturno al solstizio d'inverno, un'ipotesi condivisa da tanti altri studiosi europei. Quei giorni i Romani nascondevano una fava secca all'interno di una focaccia e se veniva trovata da uno schiavo costui rimaneva in libertà durante i giorni della festa; oppure se a trovare la fava era un uomo libero veniva nominato "Re del festino" con ampi poteri decisionali.
    Allo stesso modo all'interno del Roscón de Reyes, come ho accennato, viene nascosta una "sorpresa" che una volta era una fava secca, poi di porcellana o di metallo e infine un piccolo oggettino, in genere una figurina di porcellana che raffigura uno dei Re: chi la trova viene incoronato "Rey por un dia", "Re per un giorno"e verrà incoronato con la coroncina di cartone che orna di solito la ciambella. In alcuni luoghi, specialmente in Latino America, sono due gli oggetti nascosti nel ciambellone: una figurina e una fava: chi trova la figurina sarà appunto il "Re" e chi la fava dovrà pagare il dolce per tutti. L'usanza è anche molto diffusa in Francia dove il Roscón de Reyes si chiama Galette des Rois. Mentre in Portogallo, dove tuttora in alcune regioni sono proprio i Re Magi a portare i regali ai bambini, si chiama il "Bolo Rei", la "Corona dei Re", che si può degustare dal 15 dicembre e fino al 15 gennaio. Il "Bolo Rei"è confezionato con la pasta delle brioche ma arricchita con tartufi di cioccolato e decorato con i frutti canditi e lo zucchero a velo: un vero e proprio inno al solstizio d'inverno!
    Ma ecco invece la ricetta del nostro (spagnolo) Roscòn de Reyes (come quello della foto) per la colazione o il pranzo di domani 6 gennaio.




    "Capita di poter ascoltare i nostri animali che parlano in questa notte magica della'Epifania o della Befana, quando una volta si credeva anche che i morti s'incarnassero. Viene detta anche "La Dodicesima notte" (Shakespeare) : una notte che conclude il periodo di passaggio dal vecchio anno al nuovo cominciato col Natale. Si tratta dunque di una sorta di capodanno, e come ogni "capo dell'anno" è colma di sortilegi, e perciò, come dice il proverbio:
    "La notte della Befana nella stalla parlano il il bue e la cavalla". Ma anche i gatti e i cani e i criceti e gli uccellini...Perciò state attenti a quel che diranno questa notte: in genere sono pettegolezzi su di noi umani..."


    Il Sole Invitto, la Notte senza Tempo e l’Epifania della natura!



    Conosciamo tutti il significato che la religione cattolica ha dato alla festività dell’Epifania, ma forse non tutti sappiamo che dietro la storpiatura che ha trasformato il termine Epifania in “Befana”, c’è una serie di tradizioni antiche che sono riuscite, faticosamente, a sfidare i millenni ed a giungere fino a noi.
    L’origine della Befana è nel mondo agricolo e pastorale. Anticamente, infatti, la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura di Madre Natura. In questa notte Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l’anno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, una luna nuova. Per meglio capire questa figura dobbiamo andare fino al periodo dell’antica Roma. Già gli antichi Romani celebravano l’inizio d’anno con feste in onore al dio Giano (e di qui il nome Januarius al primo mese dell’anno) e alla dea Strenia (e di qui la parola strenna come sinonimo di regalo). Queste feste erano chiamate Sigillaria; ci si scambiavano auguri e doni in forma di statuette d’argilla, o di bronzo e perfino d’oro e d’argento. Queste statuette erano dette “sigilla”, dal latino “sigillum”, diminutivo di “signum”, statua. Le Sigillaria erano attese soprattutto dai bambini che ricevevano in dono i loro sigilla (di solito di pasta dolce) in forma di bamboline e animaletti. Questa tradizione di doni e auguri si radicò così profondamente nella gente, che la Chiesa dovette tollerarla e adattarla alla sua dottrina. In molte regioni italiane per l’Epifania si preparano torte a base di miele, proprio come facevano gli antichi Romani con la loro focaccia votiva dedicata a Giano nei primi giorni dell’anno Giano Bifronte.
    Usanza antichissima e caratteristica è l’accensione del ceppo, grosso tronco che dovrà bruciare per dodici notti. E’ una tradizione risalente a forme di culto pagano di origine nordica: essa sopravvive l’antico rito del fuoco del solstizio d’inverno, con il quale si invocavano la luce e il calore del sole, e si propiziava la fertilità dei campi. E non è un caso se il carbone che rimane dopo la lenta combustione, che verrà utilizzato l’anno successivo per accendere il nuovo fuoco, è proprio tra i doni che la Befana distribuisce (trasformato chissà perché in un simbolo punitivo).La tradizione è ancora conservata in alcune regioni d’Italia, con diverse varianti: a Genova viene acceso in alcune piazze, e l’usanza vuole che tutti vadano a prendere un tizzone di brace per il loro camino; in Puglia il ceppo viene circondato da 12 pezzi di legno diversi. In molte famiglie, il ceppo, acceso la sera la sera della Vigilia, deve ardere per tutta la notte, e al mattino le ceneri vengono sparse sui campi per garantirsi buoni raccolti.
    In epoca medioevale si dà molta importanza al periodo compreso tra il Natale e il 6 gennaio, un periodo di dodici notti dove la notte dell’Epifania è anche chiamata la “Dodicesima notte”. È un periodo molto delicato e critico per il calendario popolare, è il periodo che viene subito dopo la seminagione; è un periodo, quindi, pieno di speranze e di aspettative per il raccolto futuro, da cui dipende la sopravvivenza nel nuovo anno. In quelle dodici notti il popolo contadino credeva di vedere volare sopra i campi appena seminati Diana con un gruppo più o meno numeroso di donne, per rendere appunto fertili le campagne.
    Nell’antica Roma Diana era non solo la dea della luna, ma anche la dea della fertilità e nelle credenze popolari del Medioevo Diana, nonostante la cristianizzazione, continuava ad essere venerata come tale. All’inizio Diana e queste figure femminili non avevano nulla di maligno, ma la Chiesa cristiana le condannò in quanto pagane e per rendere più credibile e più temuta questa condanna le dichiarò figlie di Satana! Diana, da buona dea della fecondità diventa così una divinità infernale, che con le sue cavalcate notturne alla testa delle anime di molte donne stimola la fantasia dei popoli contadini. Diana, Dea della Caccia, della Luna, delle partorienti. La Befana è spesso ritratta con la Luna sullo sfondo. Di qui nascono i racconti di vere e proprie streghe, dei loro voli e convegni a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. Nasce anche da qui la tradizione diffusa in tutta Europa che il tempo tra Natale ed Epifania sia da ritenersi propizio alle streghe. E così presso i tedeschi del nord Diana diventa Frau Holle mentre nella Germania del sud, diventa Frau Berchta. Entrambe queste “Signore” portano in sé il bene e il male: sono gentili, benevole, sono le dee della vegetazione e della fertilità, le protettrici delle filatrici, ma nello stesso tempo si dimostrano cattive e spietate contro chi fa del male o è prepotente e violento. Si spostano volando o su una scopa o su un carro, seguite dalle “signore della notte”, le maghe e le streghe e le anime dei non battezzati.

    La Festa della Dodicesima Notte ispirò tra gli altri William Shakespeare che scrisse la omonima commedia che ebbe la prima rappresentazione il 6 Gennaio del 1601 al Globe Theatre di Londra. Daniel Maclise: La Dodicesima Notte, Malvolio e la Contessa.
    Strenia, Diana, Holle, Berchta,… da tutto questo complesso stregonesco, ecco che finalmente prende il volo sulla sua scopa una strega di buon cuore: la Befana. Valicate le Alpi, la Diana-Berchta presso gli italiani muta il suo nome e diventa la benefica Vecchia del 6 gennaio, la Befana, rappresentata come una strega a cavallo della scopa, che, volando nella dodicesima notte, lascia ai bambini dolci o carbone. Come Frau Holle e Frau Berchta, la Befana è spesso raffigurata con la rocca in mano e come loro protegge e aiuta le filatrici.
    Nella Befana si fondono tutti gli elementi della vecchia tradizione: la generosità della dea Strenia e lo spirito delle feste dell’antica Roma; i concetti di fertilità e fecondità della mite Diana; il truce aspetto esteriore avuto in eredità da certe streghe da tregenda (spostamento); una punta di crudeltà ereditata da Frau Berchta. Ancora oggi un po’ ovunque per l’Italia si eseguono diversi riti purificatori simili a quelli del Carnevale, in cui si scaccia il maligno dai campi grazie a pentoloni che fanno gran chiasso: il 6 gennaio si accendono i falò, e, come una vera strega, anche la Befana viene qualche volta bruciata…
    (altracalcata-altromondo)

    ...le usanze nel mondo...


    In Francia il giorno dell'Epifania si prepara un dolce speciale, all'interno del quale si nasconde una fava. Chi la trova diventa per quel giorno il re o la regina della festa....In Islanda il 6 gennaio viene chiamato il tredicesimo, perchè da Natale fino a questa data trascorrono 13 giorni. I festeggiamenti iniziano con una fiaccolata, alla quale partecipano anche il re e la regina degli elfi. A metà strada arriva anche l'ultimo dei Babbo Natale, il tredicesimo (il primo Babbo Natale arriva l'11 dicembre e poi ne arriva uno ogni giorno fino a Natale, dal 25 dicembre in poi invece, ne va via uno al giorno). Tutto ha fine con un falò e fuochi d'artificio....In Spagna la sera del 5 gennaio i bambini attendono i doni dei Re Magi e mettono davanti alla porta un bicchier d'acqua per i cammelli assetati, qualcosa da mangiare e una scarpa. In molte città si tiene un corteo durante il quale i Re Magi sfilano per le vie su dei carri riccamente decorati...Anche in Germania i Re Magi sono protagonisti. Le persone di religione cattolica vanno a messa. Ma il 6 Gennaio non è un giorno festivo, si lavora come al solito e i bambini vanno a scuola...In Romania i bambini attendono l'arrivo dei re Magi e il 6 gennaio propongono racconti in cambio di qualche spicciolo....In Ungheria i bambini si vestono da Re Magi e poi vanno di casa in casa portandosi dietro un presepe e in cambio ricevono qualche soldo....In Russia torna protagonista la Befana, chiamata "Babuschka", una vecchina che, accompagnata da Padre Gelo, distribuisce regali a tutti i bambini.


    Le filastrocche della Befana

    LA BEFANA VIEN DI NOTTE
    La Befana vien di notte
    con le scarpe tutte rotte
    col vestito alla romana:
    Viva viva la Befana!"
    "La Befana vien di notte
    con le scarpe tutte rotte,
    con la scopa di saggina:
    viva viva la nonnina!"
    "La Befana vien di notte
    co le scarpe tutte rotte
    le calzette a la romana
    tira giu' la cappellana.
    La Befana vien di notte
    con le scarpe tutte rotte
    un ciuffone tutto blu
    fichi e noci butta giu'.
    La Befana zitta zitta
    quando vien la neve fitta
    passa riempie la calzina
    oh, che bella Befanina!"

    "La Befana vien di notte
    con le scarpe tutte rotte
    il suo sacco è pien di toppe
    e le ossa ha tutte rotte.
    La Befana vien di notte
    con le scarpe tutte rotte,
    il vestito trulla là, la Befana:
    "Eccomi quà!!!"
    "La Befana vien di notte,
    con le scarpe tutte rotte,
    le sue guance son pagnotte,
    i suoi occhi fanno a botte.

    Ti va bene se ci credi,
    perché troverai bei doni.
    Ti va male se la vedi
    mentre passa a mezzanotte,
    perché troverai carboni
    con cipolle cotte!"
    "Vien dai monti a notte fonda.
    Com'è stanca! La circonda
    neve, gelo e tramontana.
    Viene, viene la Befana!
    (Dal Web)




    Discesi dal lettino son là presso il camino,
    grandi occhi estasiati,
    i bimbi affaccendati a metter la scarpetta
    che invita la Vecchietta
    a portar chicche e doni per tutti i bimbi buoni.
    Ognun, chiudendo gli occhi, sogna dolci e balocchi;
    e Dori, il più piccino, accosta il suo visino
    alla grande vetrata, per veder la sfilata
    dei Magi, su nel cielo, nella notte di gelo.
    Quelli passano intanto nel lor gemmato manto,
    e li guida una stella nel cielo, la più bella.
    Che visione incantata nella notte stellata!
    E la vedono i bimbi, come vedono i nimbi
    degli angeli festanti ne' lor candidi ammanti.
    Bambini! Gioia e vita son la vision sentita
    nel loro piccolo cuore ignaro del dolore.
    (Guido Gozzano)

    clicca...è una magia della befana




    La Befana, molto più tradizionalmente "italiana" della figura di Babbo Natale, ha il compito di allietare una commemorazione importante agli occhi dei bambini, rendendo loro la festa assai più allegra e facendoli anche avvicinare al significato primo della festa: quello di festeggiare Gesù nascituro, nella figura di ogni bambino, e l'importanza simbolica dell'aver ricevuto ricchi doni da parte dei Tre Magi.
    Oltre che in Italia troviamo il culto della Befana in varie parti del mondo.

    Ma la tradizione francese ad esempio non conosce la figura della Befana : rappresenta in maniera più significativa i personaggi dei Re Magi, personaggi soltanto sfiorati dalla tradizione italiana .


    Il 6 Gennaio in Francia si festeggiano i Tre Re Magi con un dolce tradizionale: il "gâteau des Rois" ("dolce dei Re"): un dolce la cui ricetta cambia da regione a regione, ma mai il contenuto sostanziale: al suo interno è dissimulato un seme e colui che, mangiando il dolce, lo trova è dichiarato Re della festa, e indossa una graziosa coroncina di cartone.


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    In Spagna Il 6 gennaio tutti i bambini spagnoli si svegliano presto e corrono a vedere i regali che i Re Magi hanno lasciato.
    La sera i bambini preparano un bicchierino di liquore per ciascuno dei tre Re perchè riprendano le forze per il lungo viaggio che li aspetta . È tradizione preparare anche cibo e acqua per i cammelli.

    Secondo la tradizione, Melchiorre (Melchor) è un personaggio di carnagione chiara che porta ai bambini dei gingilli; è vestito come un sovrano medioevale e, nonostante sia il più giovane dei tre, è bianco di barba e di capelli, per la punizione ricevuta da Gesù per aver dato eccessivo risalto alla sua forza e giovinezza. Gaspare (Gaspar) è anche lui di carnagione chiara, con un costume simile ma ha i capelli castani e porta con sé i giocattoli. Baldassarre (Baltasar) è invece di carnagione scura ed è vestito come un arabo o un moro. Il suo compito è quello di lasciare un pezzo di carbone ai bambini che sono stati cattivi.


    In molte città si tiene il corteo dei Re Magi, in cui i Re sfilano per le vie cittadine su carri riccamente decorati. In molte città le parate sono notturne a cavallo, ed i re coi loro servitori percorrono le vie della città lanciando dolciumi ai bambini (e ai grandi) che fanno ala alla manifestazione.


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    In Islanda Il 6 gennaio viene chiamata la Dodicesima notte di Natale ( the Twelfth day of XMAS )perché da Natale fino a questa data trascorrono 12 giorni.
    Questo è l'ultimo giorno del periodo festivo , nel quale si dice addio al Natale.



    Si inizia con una fiaccolata, alla quale partecipano anche il re e la regina degli elfi. A metà strada arriva anche l'ultimo dei Babbo Natale, il tredicesimo ( il primo Babbo Natale arriva l'11 dicembre e poi ne arriva uno ogni giorno fino a Natale, poi dal 25 dicembre in poi ne va via uno al giorno). La fiaccolata finisce con un falò e con dei fuochi d'artificio.
     
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9 replies since 3/1/2020, 14:53   1104 views
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