LA STORIA DELL'UOVO

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    La terra è un elemento posto al centro dell’universo: ha infatti una posizione non dissimile da quella che il tuorlo ha nell’uovo: intorno ad essa vi sono l’acqua e l’aria, come intorno al tuorlo c’è l’albume e la membrana che lo rinchiude. All’esterno, a contenere il tutto, c’è il fuoco come all’esterno dell’uovo c’è il guscio.
    (San Beda il Venerabile)



    La storia dell'UOVO




    Che dall’uovo venisse fuori un essere vivente, l’uomo se ne accorse subito, fin dalla preistoria, osservando la nascita di rettili e uccelli. Che dall’uovo, o meglio dalla rottura del grande uovo cosmico, abbia preso vita l’universo, diviso fra cielo e terra, l’affermarono subito, per analogia, le filosofie orientali prima e la mitologia greca poi. Che l’uovo di gallina dia, se non la vita, almeno una grande vitalità ed energia a chi lo mangia è la conclusione cui giunsero immediatamente le antiche civiltà: egiziani, persiani, greci e romani. E da allora non è stata più messa in dubbio.
    Proprio perché sorgente di energia, l’uovo fu considerato a lungo un alimento pregiato ed esclusivo: in Egitto, era addirittura monopolio di faraoni, sacerdoti e nobili. Nell’antica Roma appariva sulle tavole più importanti - fra le altre, quelle di Giovenale, Marziale e Plinio il Giovane - ed era riservato agli ospiti di maggior riguardo, anche se cucinato secondo le ricette tramandate da Marco Gavio Apicio nel suo "De re coquinaria", difficili da accettare per il gusto moderno: fritte in salsa acida di vino, lesse con salsa di pesce, olio e vino puro, e così via.
    Le uova continuarono ad esser considerate preziose anche nel Medioevo, tanto che sotto Carlo Magno venivano accettate dai feudatari in pagamento del canone d’affitto delle terre. E questo loro carattere elitario cominciò a porre problemi di galateo quando nel Cinquecento i tempi si fecero più gentili. Nel mangiare l’uovo alla coque, per esempio, bisogna ripulire o no l’interno del guscio con le dita? No, risponde Erasmo da Rotterdam, il famoso umanista: meglio con la crosta di pane o col coltello.
    Tanta attenzione era, comunque, spesa per una buona causa. Nessuno, infatti, dubitava che cibarsi di uova facesse un gran bene alla salute. Già per il medico Antimo, vissuto alla corte di Teodorico il Grande a Ravenna fra il quinto e sesto secolo, se uno mangia a digiuno uova di gallina "quante ne potrà, otterrà un vigore fisico superiore a quello assicurato da ogni altro cibo".
    Vigore anche nell’attività amorosa: "Le uova di gallina ristorano rapidamente, confortano, moltiplicano il seme maschile, rinvigoriscono l’amplesso", si leggeva nel libro di una famiglia patrizia veronese di fine Trecento. E duecento anni dopo Alessandro Tassoni, nella sua "Secchia rapita", scriveva che dopo una notte d’amore con Venere in una locanda, per "tirarsi su" Marte bevve un centinaio di uova del pollaio dell’oste.
    Si potrebbe dire che questo alimento conferisca anche un’energia "rivoluzionaria": pare, infatti, che Giuseppe Mazzini si cibasse quasi solo di uova sode. Ma lo faceva perché non amava perdere troppo tempo né in cucina, né a tavola.
    -taccuinistorici.it-





    ......l'uovo cosmico.....




    Nelle cosmogonie di molti popoli è presente l'immagine dell'uovo del mondo. L'induismo vede il cosmo a forma ovale, diviso in una parte inferiore, composta di sette ripiani, al di sotto dei quali c'è l'inferno, e di una parte superiore che comprende la terra e l'atmosfera sino al sole, il cielo stellato e quattro cieli di materia sempre più sottile. Nell'antico Egitto si riteneva che la potenza demiurgica Knef, la grande anatra, avesse prodotto dalla bocca un uovo in cui erano contenuti tutti gli elementi necessari alla creazione: ne uscì Thot, dalla testa di ibis, il dio saggio e sapiente che divenne l'Ermes dei greci.
    Secondo un'altra tradizione, l'uovo primordiale era un uovo madre, la Querchet, da cui nacquero il dio sole e tutte le forze vitali. Secondo la popolazione Bambara del Mali gli elementi necessari alla creazione sono stati liberati dopo lo scoppio dell'uovo cosmico: lo spirito si innalza nello spazio grazie alla rotazione di una vibrazione sonora. La tradizione indiana vede l'uovo cosmico, covato da un'oca, nascere dalle acque: è il soffio divino. Una volta divisosi ha dato vita al cielo e alla terra, all'uomo e alla donna. In Finlandia è di nuovo un'anatra a deporre e consegnare alla vergine le sette uova che, rompendosi al contatto con l'acqua, creano il mondo. La cosmogonia cinese origina con l'apertura di un uovo contenente il caos. Ne fuoriescono elementi pesanti Yin e leggeri Yang, che costituiscono la terra che sostiene e il cielo che copre. Un'altra tradizione, quella Hun-tien, raffigura la terra e il cielo come il tuorlo e guscio di un grande uovo, il cui albume corrisponde all'oceano primordiale.....l'uovo, che è proprio ciò da cui nasce ogni singolo individuo, è da sempre simbolo potente dell'universale, e porta in sè sia l'origine da cui tutto proviene che la ciclicità dell'eterno ritorno.



    ....la storia in cucina.....



    L'uovo è fin dai tempi più antichi un simbolo vitale e positivo. Emblema di vita nuova, metafora di rinascita dei corpi e della natura. Questi significati gli sono stati attribuiti in tutti i continenti e nelle tradizioni più antiche, tanto che per celebrare l'arrivo della bella stagione (primavera) si usava mangiare uova.
    Presente già nella cucina egizia, l'uovo è cibo antichissimo. I Greci lo consumavano fin dall'età di Pericle. I Romani lo usavano sia per i dolci che per i contorni di salse, oltre a considerarlo un eccellente alimento di colazione. E' probabile che anche gli Etruschi avessero le stesse abitudini, dal momento che nelle scene tombali di banchetto si ammirano i commensali mentre tengono in mano un uovo, metafora sia alimentare che dell'inizio di un percorso del defunto nell'oltretomba.
    L'espressione "de ovo usque ad mala" ovvero "dall'uovo alla mela" indica la completezza di una azione, alludendo alla tradizione classica di cominciare il banchetto con un uovo e concluderlo con la mela. I primi cristiani raffiguravano come metafora della Resurrezione un pulcino nell'atto di uscire dall'uovo, e nelle tombe dei martiri rinchiudevano forme ovoidali per alludere alla rinascita dopo la morte. L’uso delle uova andò sempre più diffondendosi nel corso drel Medioevo. Per la nota duttilità del loro impiego venivano utilizzate sia per legare e insaporire le varie pietanze in cucina, sia come pietanza a sé preparate nelle forme più varie. Visto il largo consumo e l’ottimo gradimento sorse la necessità della loro conservazione per i periodi di scarsa prolificità delle galline. Molte erano a tal fine le pratiche. Innanzitutto occorrevano uova non fecondate, prodotte da galline che non avessero avuto contatti da almeno 30 giorni con il gallo. Questa tipologia di uovo, per impedire l’evaporazione delle sostanze interne attraverso i pori del guscio, veniva messa sotto segatura, cenere, sale, sabbia, olio, o acqua e calce. Si credeva che uno dei metodi più sicuri fosse impastarle con cenere e acqua marina, o grasso di montone disciolto al calore e lasciato intiepidire. Come è facile intuire, accorgimenti di questo genere aprivano gli orizzonti alle sperimentazioni più fantasiose.
    Nel Rinascimento le uova venivano ritenute alimento ideale per il periodo post parto, e più in generale per la convalescenza dei malati.

    In Occidente l’abitudine di regalare uova beneauguranti viene fatta risalire al 1176, quando re Luigi VII tornò a Parigi dopo la seconda crociata: per festeggiarlo, il capo dell’abbazia di Saint Germain des Pres gli regalò metà dei prodotti delle sue terre, compresa una grande quantità di uova che poi vennero distribuite alla popolazione.
    Leggenda narra che molte di queste uova vennero prima dipinte con una croce rossa in onore dei cavalieri e poi mangiate in un particolare modo, rassodate.





    ....modi di dire....



    L' uovo è presente in molti modi di dire della tradizione popolare.
    Eccone qui di seguito alcuni.
    Gallina che canta ha fatto l'uovo : si dice di qualcuno che nasconde, dietro un atteggiamento allegro, qualche malefatta.
    Uovo di Colombo : si dice di trovata semplicissima che risolve un problema da tutti considerato irrisolvibile.
    Rompere le uova nel paniere : si dice di qualcuno che poco opportunamente si intromette per ostacolare l'operato di un'altra persona.
    Essere pieno come un uovo : avere mangiato così tanto da non potersi muovere.
    Cercare il pelo nell'uovo : Essere estremamente minuzioso e cercare sempre anche i minimi difetti nelle cose.
    Meglio un uovo oggi che una gallina domani : è più sicuro accontentarsi di quello che si ha al momento e non rischiarlo per avere sempre di più.
    Non si può far la frittata senza rompere le uova : sin dice quando per ottenere uno scopo bisogna pagare un prezzo più o meno lecito
    Fare una frittata : si ci riferisce ad una cosa malriuscita o ad un disastro sia pratico che figurato.
    Rigirare la frittata : si dice quando qualcuno rigira un argomento di discussione in tutti i modi, pur di avere ragione.



    ...........l'uovo a Pasqua.......



    L'uovo è sicuramente il simbolo più rappresentativo della Pasqua, per eccellenza la festa della primavera. La tradizione di scambiarsi le uova come segno benaugurale è antichissima, precedente addirittura al Cristianesimo. Simbolo della vita che si rinnova, infatti, l'uovo veniva donato un tempo quando la Pasqua coincideva con i riti primaverili per la fecondità: i Persiani, per esempio, già 3000 anni fa consideravano l'uovo di gallina un segno augurale simbolo della natura che si rinnova; analogamente gli Egizi erano soliti donare all'inizio della primavera uova dipinte ad amici e parenti come augurio di rinascita. I Romani erano soliti dire Omne vivum ex ovo, mentre risale alla tradizione orientale (Cina) l'idea che le origini della Terra vadano fatte risalire a un uovo gigante. Secondo la tradizione cristiana, invece, le uova sono il simbolo della Resurrezione di Cristo. La leggenda narra che Maria Maddalena, di ritorno dal Santo Sepolcro rimasto vuoto, tornando a casa per raccontare il miracolo ai discepoli, si imbatté in Pietro che non le credette schernendola: "Ti crederò solo se le uova che porti nel cestello si coloreranno di rosso". Immediatamente le uova assunsero un colore purpureo e lo scettico Pietro fu costretto a piegarsi davanti a cotanto miracolo. Da allora, alla fine di ogni Messa pasquale, venivano donate ai fedeli uova benedette dipinte di rosso a testimonianza del sangue versato da Gesù. Nel corso del Medioevo la tradizione voleva che uova sode dipinte a mano fossero servite a pranzo e donate ai servitori, mentre nel XV secolo si diffuse l'usanza di servire per colazione un'omlette preparata con le uova deposte dalla gallina il giorno del Venerdì Santo. Contrastanti Sempre nel Medioevo, durante la Quaresima, era vietato mangiare le uova cibo di origine animale, così si affermò l'uso di colorarle durante la settimana santa con disegni geometrici in prevalenza dai toni rossi e azzurri. Queste uova nel giorno del Venerdi o del Sabato Santo venivano poi portate in chiesa per essere benedette al fine di diventare: sia un simbolo da consumare o regalare ai poveri, sia un premio per i giochi casalinghi fatti tra grandi e piccini. La mattina di Pasqua, uova assodate sposate ai salumi, costituivano il primo alimento consumato, ed avevano il sapore delle cose a lungo desiderate. Sempre in epoca medievale fra i cavalieri divenne comune l'uso di offrire alla dama del cuore gioielli e scrigni che avessero forme ovoidali. Edoardo I, nel 1290, incluse nei suoi conti la spesa di centinaia di uova adornate che dovevano essere distribuite alle sue cameriere.
    Fu in Russia che la tradizione dell’uovo decorato raggiunse le sue vette. L’orafo Peter Carl Fabergè, gioielliere alla corte degli zar dal 1885 creò, ogni anno per Pasqua, uova cerimoniali tempestate di diamanti, incise in oro, argento e platino, ispirandosi alle vicende dell'imperatore Alessandro III e dei suoi familiari.




    ....l'uovo di cioccolato.....



    Le uova di cioccolato e di zucchero si iniziarono a produrre nel '600, da subito ci fu nascosta anche una sorpresa, giustificata con il fatto che l'uovo in natura conteneva il seme della vita. Luigi XV arrivò addirittura a regalare a Madame Du Barry (la sua favorita) un uovo di cioccolato con una gigantesca statuetta di Cupido. altri, invece, sostengono che l'usanza provenga dalle Americhe poiché il cacao è una pianta originaria del Messico.

    La tradizione dell’uovo con all’interno la sorpresa, nacque nel XIII secolo, quando giunsero dal nuovo continente, le uova di struzzo, inizialmente utilizzate nelle cerimonie sacre come contenitori di reliquie.
    L’uovo di cioccolato é nato per imitazione delle uova di struzzo e grazie all’idea dei cuochi del Re Sole, nel XIV secolo, iniziò a contenere un dono al suo interno...Il primo uovo con sorpresa fu donato a Francesco I e conteneva al suo interno un’incisione raffigurante la Passione di Cristo.L’uovo di cioccolato cominciò anche ad impreziosirsi al suo esterno. Famosissime furono quelle dell’orafo Fabergé, che, nel 1883, realizzò per lo zar di Russia un uovo di platino, che ne conteneva uno d’oro, in cui era racchiuso un pulcino con coroncina, anch’essi d’oro.
    Le uova odierne invece sono il prodotto dell’industria dolciaria. Essendo dedicate principalmente ai bambini, le sorprese contenute al loro interno infatti, sono regali che raffigurano spesso personaggi dei cartoni animati o supereroi di fumetti.



    ....in America....



    Alla tradizione pasquale americana appartengono giochi come le “eggs rolling” e la ricerca delle “Easter Eggs”, a cui partecipano tutti i bambini. Il primo gioco consiste nel far rotolare le uova senza romperle ,percorrendo la maggiore distanza possibile. Il secondo gioco invece rappresenta una “caccia alle uova”, nascoste nei giardini o nei luoghi pubblici da un coniglietto dispettoso, Easter Bunny.



     
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