CHEF RUBIO - Gabriele Rubini

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    Intervista a Chef Rubio
    “La cucina è uno strumento per parlare di cultura”


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    Incontrando Chef Rubio, la prima sensazione che si ha non è sicuramente quella di trovarsi di fronte a uno dei soliti divi della tv, quelli che dopo aver avuto un po’ di visibilità cominciano a soffrire di quello strano ed epidemico disturbo di scollamento dalla realtà.

    Al contrario lui risulta una persona schietta e affabile che parla del proprio lavoro e progetti con rispetto e pragmatismo, come di chi mette molta cura in tutto ciò che fa.

    Eppure di motivi per vantarsi ne avrebbe. 3 edizioni di Unti e Bisunti su DMAX , in cui ha fatto conoscere tradizioni e cucina di strada di tutta Italia, I re della Griglia, Il cacciatore di tifosi, il programma in 6 puntate E’ uno sporco lavoro e 3 edizioni (l’ultima delle quali conclusasi a fine settembre 2017) della web serie dal titolo Cucina in tutti i Sensi. Video-ricette inclusive, rivolte a tutti e tradotte in Lingua dei Segni Italiana dalla LIS coach, istruttrice e attrice sorda Deborah Donadio (ISSR), per una cucina senza barriere, oltre ogni disabilità.

    Novità dell’edizione 2017 è stata, poi, quella d’aver reso accessibile il programma anche alle persone cieche, grazie all’integrazione di una serie di applicazioni screenreader, che convertono le immagini e i testi in contributi audio per l’utenza cieca e all’aver incluso, nella squadra ai fornelli, anche la Sous Chef ipovedente Serena Sacco (L’Altro Spazio).

    Avete mai pensato, ad esempio, al suono di una zucchina quando viene tagliata? E a quello di un peperone?
    Inconfondibile, ve lo garantisco! Basta chiudere gli occhi e provare, per un momento, questa esperienza sensoriale.

    Come più volte ha precisato Rubio: “La cucina è uno strumento per parlare di cultura, di popoli. L’arte culinaria è solo un tramite, mentre il punto di partenza e quello di arrivo sono sempre le persone, il loro vissuto, la loro storia, il territorio”.
    Tablet Roma ha avuto il piacere di incontrarlo e intervistarlo al Cooking show Aran che si è tenuto a Roma, venerdì 13 ottobre, presso l’Aran Store Gregorio VII a Roma, in una serata divertente, conviviale e ricca di spunti, che ha coinvolto anche il numeroso pubblico non udente, con domande e tantissime curiosità.

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    Buonasera Chef Rubio, possiamo chiederti chi ti ha trasmesso l’amore per il cibo e la cucina?

    Diversi fattori. La famiglia, il mondo, le esperienze che ho avuto da ragazzino. O sono stato fortunato o ero predisposto al mondo gastronomico.

    Grazie al tuo lavoro e ai tanti programmi che hai condotto, ricordiamo Unti e Bisunti, I re della griglia e tanti altri, hai potuto testare tante cucine, tra le quali anche quelle tradizionali italiane. Ce n’è una che reputi la migliore?

    Direi di no. Sono tutte interessanti e varie, da Nord a Sud. Ci sono piatti estremamente semplici, ma proprio perché vanno nella direzione della semplicità, sono difficili da eseguire.
    Chi li fa bene non è un improvvisato, anche se non ha la qualifica di chef, ma è una persona che conosce bene la materia prima e la maneggia con tutte le attenzioni di questo mondo. Ovunque si va in Italia, se si trova il giusto interprete, si può mangiare bene.

    E delle cucine un po’ più innovative, tipo quella fusion, cosa ne pensi?

    Tutte le cucine sono interessanti e vale la pena osservarle. Poi ce ne sono di più solide e di meno solide.

    Tra i tuoi ultimi programmi c’è la web serie Cucina in tutti i sensi, in cui hai preparato alcune ricette conosciute, con la traduzione in Lingua dei Segni, grazie a Deborah Donadio – insegnante LIS all’Istituto Statale per Sordi di Roma e in questo caso anche tuo Sous Chef – che ti ha affiancato nel programma. Ci vuoi raccontare com’è nata questa idea?

    E’ nata dallo studio della Lingua dei Segni. Ho frequentato il primo corso di LIS presso l’ISSR (Istituto Statale Sordi di Roma). Prima è cominciata la passione per la lingua e poi mi sono detto, perché non fare dei video destinati anche a loro?
    Da lì è stato poi abbastanza facile, perché comunque avevo fatto amicizia con Deborah Donadio, che è l’assistent coach, ma è anche un’attrice, quindi molto portata a stare di fronte al video ed è stato poi semplice coinvolgerla e fare questa cosa insieme.

    Quindi conosci bene la LIS?

    No, è un qualcosa che va sempre rinfrescato. Se smetti due o tre mesi già cominci a perdere i vocaboli. La lingua la comprendo, ma se non mi esercito ogni tanto è difficile riuscire a parlare in maniera fluida.

    A maggio 2016 sei stato nominato dal Comitato Paralimpico Italiano, Chef Ufficiale di Casa Italia alle Paralimpiadi di Rio (6 al 17 settembre 2016). Visto il tuo impegno sociale, potremmo dire che sei diventato il portabandiera di questo messaggio di integrazione?

    Ma se ce n’è pure un altro non mi dispiace…anzi!

    Intervista di Barbara Donzella
    https://tabletroma.it
     
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3 replies since 8/9/2019, 17:11   131 views
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