MUSICA

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  1. gheagabry
     
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    ... IL “MUSICANTE” …
    ... “Datemi un suono; voglio stordirmi, inebriarmi lasciandomi cullare sulle note.” Viale chiaro scuro di un paesino della provincia; la nebbia costeggiava l’unica strada sterrata perdendosi tra le fronde degli alberi che circondavano il caseggiato. Sul viale principale, lontano dalla taverna, l’unico locale aperto che illuminava con la fioca luce del lampione ad olio davanti la sua porta, passeggiava un uomo. Lo chiamavano “musicante”, nel paese tutti lo conoscevano perchè quell’uomo aveva un dono prezioso; quando si avvicinava a chi soffriva improvvisamente il dolore svaniva e la mente si riempiva di note e melodie ed un senso di delicato benessere riempiva cuore ed anima. A volte l’uomo raccontava ciò che la sua mente involontariamente creava; “un giorno mi ha rapito un nuvola; bianca soffice corsi sulla suo manto bianco e ad un tratto caddi, scivolai in basso; un enorme pentagramma frenò la caduta e fui proiettato in un mondo di colori e note musicali. Fui cullato e poi avvolto dai suoni dai colori; ogni mia parola, ogni mio gesto in quel mondo diventava suono. Muovevo un braccio e una sinfonia di archi mi carezzava; ogni singolo muscolo del mio corpo produceva suoni, ogni mia parola si trasformava in melodia”. Magia in quei suoni mentre scivolavo sul pentagramma; la mia caduta si arresto davanti ad un enorme tempio fatto a forma di orecchio. Attesi tempo davanti a quella porta chiusa; ogni attimo che passava nella mia mente i suoni divenivano parole, i pensieri suoni e ogni singolo gesto del mio essere assumeva sembianze musicali. Sospeso nel suono; questa forse è la definizione che meglio mi desrive. Scese un grandissimo telo di fianco al grande orecchio, il tempio maestoso di fronte al quale ero scivolato involontariamente. Immagini incomprensibili che raccontavano le violenze piccole o grandi di tutti i giorni apparivano sul bianco telo; incredulo seguivo quel doloroso scorrere di immagini di sofferenza e violenza. Usci una lacrima dal mio volto, dapprima silenziosa, poi le successive nel loro scorrere sulle mie guance emettevano singoli suoni che, tutti insieme, creavano una melodia di dolcezza indicibile. Le immagini sul grande telo scomparvero dissolte dalla melodia prodotta dalle mie lacrime. “Sei pronto” tuonò una voce dall’alto, “ora il mondo avrà l’antitodo alle violenze, ora il mondo e gli uomini si dissolveranno nella dolce melodia che produrrà la tua esistenza”. Scivolai di nuovo attraversando cumuli di nubi bianche e soffici e quando mi svegliai ero su un grande covone di fieno. Scesi con i piedi in terra; il mio cuore era un tripudio di suoni, e fiero afforntai il mondo convinto di donare ad esso melodie e dolcezza da sconfiggere violenza e brutture. Ancora una fiaba, una invenzione … questo è il solo rimedio che conosco per ribellarmi a chi uccide una anziana vecchietta per rubare 10 euro per il bisogno di un pacchetto di sigarette; oppure chi uccide una donna proprietaria di una tabaccheria e, non pago del delitto ruba anche dei gratta e vinci. Ci vorrebbe il “musicante” per far sparire questo bruttume, per spazzar via quelle persone cattive e avvolgere tutti e tutti in una dolce melodia d’amore .… (Claudio)






    La poesia è la musica dell'anima
    La poesia è la musica dell'anima...
    Tutto possiede in sè della poesia.
    I poeti altro non sono che dei musicisti
    che suonano le melodie che
    provengono dal cuore,
    con strumenti diversi da quelli convenzionali..
    Uomini che sanno trarre dalle cose
    un significato profondo,
    un afflato sensibile solo a pochi,
    non percepibile da tutti
    e lo trasformano in parole...
    Alchimisti dell'anima.
    (Fabrizio De André)
     
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  2. gheagabry
     
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    La musica, la migliore religione al mondo
    in cui non ci sono minacce o promesse.
    (Minou Drouet)

     
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1 replies since 3/9/2016, 16:05   46 views
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