IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 7° ... SETTIMANA 032 ...

LUNEDI' 08 AGOSTO - DOMENICA 14 AGOSTO 2016

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    BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …


    Edizione Giornale Anno 7° SETTIMANA 032 (08 Agosto – 14 Agosto 2016)





    BUONGIORNO GIORNO … BUON LUNEDI’ ISOLA FELICE …


    Lunedì, 8 Agosto 2016
    S. DOMENICO CONF.

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    Settimana n. 32
    Giorni dall'inizio dell'anno: 221/145
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    A Roma il sole sorge alle 05:12 e tramonta alle 19:19 (ora solare)
    A Milano il sole sorge alle 05:16 e tramonta alle 19:40 (ora solare)
    Luna: 10.40 (lev.) 22.17 (tram.)
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    Proverbio del giorno:
    Chi dorme d'agosto, dorme a suo costo.
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    Aforisma del giorno:
    L'unica difesa contro il mondo è conoscerlo bene.
    (John Locke)









    RIFLESSIONI



    ... Yusra Mardini …
    ... Il simbolo di Rio 2016 .. L’immigrazione finora ci ha portato solo storie di morte; lei, inaspettatamente, ce ne consegna una di vita.
    In questa ragazzina di appena diciotto anni è racchiusa tutta la tenacia, salda oltre ogni limite, di un’esistenza che sopravvive e resiste, persino nelle condizioni più impensabili.
    Quando, esattamente un anno fa, il barcone su cui erano a bordo Yusra e sua sorella, assieme a una ventina di altre persone, iniziò a imbarcare acqua per un’avaria al motore, questa rischiava di diventare una delle tante storie che abbondano sulle pagine delle nostre cronache più recenti: l’ennesima tragedia in mare. E forse Yusra sarebbe stata semplicemente un’altra delle persone senza volto né nome che approdano alle nostre coste ormai prive di vita, tradite dalla fede in una speranza illusoria.

    Ma non è andata così. Perché, quando il suono del mare si è fatto impetuoso e le acque più scure, Yusra si è tuffata senza esitare e quel barcone l’ha tratto in salvo. Ha lottato contro i flutti amari del mare con tutte le sue forze; per se stessa, per la sua vita; per tutte le persone indifese, spaventate e sconosciute che l’accompagnavano in un comune destino fatto di speranza e terrore, che si traduceva in una fuga disperata dalla guerra, dalla distruzione, dalla morte. Tutto quel carico pesante di vite, fiducia e preghiere sussurrate a mezza voce premeva sulle sue piccole spalle e su quelle della sorella, Sarah, anche lei abile nuotatrice.
    Si sono fatte coraggio a vicenda, le due ragazze, nell’affrontare il mare arrabbiato, furioso, che minacciava di affogarle entrambe, onda dopo onda.
    Nuotavano per resistere e non c’era traccia di terrore nei loro occhi; perché la paura ormai si era già consumata tutta quando le bombe avevano abbattuto la loro casa, in Siria, costringendole a scappare. La guerra si era portata via ogni cosa: la loro quotidianità, innanzitutto, fatta di mattinate a scuola, allenamenti in piscina, amici. Avevano visto morire molte altre persone nel corso dei combattimenti, tra cui la maggior parte dei giocatori della squadra di calcio che si allenava nel loro stesso centro sportivo.
    Le sorelle in Siria erano considerate due nuotatrici brillanti, il loro futuro si preannunciava luminoso: Yusra aveva perfino partecipato ai Mondiali di nuoto a Istanbul, facendosi notare con la sua prestazione. Il comitato olimpico siriano di Damasco le aveva dato il suo supporto.

    Poi era arrivata la minaccia delle bombe e l’imperversare dei conflitti ad annullare tutto. Non potevano più allenarsi, il centro sportivo ora aveva dei buchi grandi come crateri sul soffitto. Così si erano lasciate alle spalle una città fantasma per approdare a un campo di rifugiati in Libano. Da qui era iniziato il viaggio verso la salvezza che le aveva condotte a Smirne, in Turchia, per tentare la traversata dall’Egeo. Questo mare che ora ruggiva, con un rombo bestiale, minacciando di tramutare le loro prospettive di liberazione in un naufragio. Yusra e Sarah hanno trascinato il barcone in acqua per tre ore, aiutate anche da un’altra donna, l’unica fra tutti i passeggeri che, oltre a loro, sapesse nuotare. Hanno percorso quasi cinque chilometri fino ad approdare a riva, all’isola di Lesbo.

    A chi oggi le domanda cosa le abbia dato il coraggio di affrontare la traversata, Yusra risponde con semplicità: «Ho pensato che sarebbe stata una vera vergogna se fossi affogata, proprio io che ero una nuotatrice». E poi c’erano tutte quelle persone atterrite a bordo della barca che avevano gettato in mare tutti i loro bagagli per non affondare e la guardavano con occhi pieni di fiducia, riponendo in lei ogni speranza, loro che non sapevano nuotare.
    Un anno dopo, Yusra è ben lontana da quel mare che la avviluppava con i suoi flutti, trascinandola a fondo. Le è rimasto solo un ricordo agghiacciante; oggi confessa che il mare aperto le fa paura. Continua a nuotare, ma nell’acqua dai riflessi fluorescenti di una piscina. Ha ottenuto l’asilo in Germania, dove ha potuto riprendere gli allenamenti con la sorella nel centro sportivo di Spandau. Qui, sotto l’ala dell’allenatore Sven Spannekrebs, Yusra si è qualificata per le Olimpiadi di Rio 2016. Parteciperà alle gare dei 100 m stile libero e farfalla. Non nuoterà per il paese in cui è nata, la Siria, ma entrerà a far parte della squadra dei rifugiati; novità olimpica di quest’anno. Un fatto innovativo, nella storia delle Olimpiadi non si era mai visto nulla di simile: mai prima d’ora era stato assemblato un team di rifugiati.

    Un drammatico segno di evoluzione, a dimostrazione che i tempi stanno cambiando e il fenomeno dell’emigrazione oggi entra anche nelle dinamiche dello sport.
    (storiedisport.it)

    … Sarà il fuso orario, sarà il caldo forte in queste torride giornate di agosto, fattostà che le vie sono vuote, dalla mattina alla sera; dalle case i televisori lanciano immagini e suoni costantemente orientati sullo sport. Di notte, le luci delle tv fuoriescono dalle fineste lasciate aperte per il caldo e proiettano immagini dal Brasile. Rio2016, le parole più ricorrenti in questi giorni; tutti commissari tecnici, tutti esperti di quello piuttosto che quell’altro sport e intanto l’estate, che non fa sconti col caldo, trascorre inersorabile. Le Olimpiadi sono il tormentone di tutti in tutto il mondo in questi giorni; i telegiornali sono imperniati su notizie da Rio e le cattive notizie sembrano essersi fermate, sembrano aver anche loro ceduto il passo allo sport. Oggi siamo tutti, ciclisti, nutatori, tuffatori e sportivi, oggi sembra che l’avversario di fronte non sia quello da abbattere, come la cronaca ci racconta tutti i giorni, oggi l’avversario è da battere, sconfiggere sul campo. E allora viva lo sport e viva tutti questi fantastici interpreti che con le loro gesta sportve ci ricordano che forse si può viviere felicemente rispettando regole e gli altri … Buon Agosto amici miei …
    (Claudio)






    Olimpiche

    Fiore dolce d’imprese eccelse
    e di ghirlande olimpiche accogli
    con cuore ridente, figlia dell’Oceano:
    doni di Psaumis
    e del carro dai piedi instancabili.

    Lui, o Camàrina, accrebbe la tua città
    popolosa, quando i sei duplici altari
    onorò alla festa suprema dei Numi
    con sacrifici di armenti
    e in lotta in gare di cinque giorni:

    quadriga e mule e cavallo montato. Ed a te
    dedicò vincitore una gloria
    soave e il nome del padre bandì –
    di Ákron – e della patria or ora risorta.

    Viene dall’amabile terra
    d’Oinòmaos e Pelope, e canta, o Pallade
    poliade, il tuo bosco puro
    e il corso dell’Óanos e
    il lago di questo paese,

    e i sacri canali onde l’Hìpparis
    bagna le genti e veloce
    salda una selva di tetti
    robusti, traendo un’intera
    città dalla penuria alla luce.

    Sempre combattono tesi al successo
    sforzo e denaro, a una meta per sempre
    velata di rischio. Ma è saggio
    anche per i concittadini chi riesce.

    Zeus salvatore alto tra i nembi,
    tu che abiti il colle Kronios e onori
    il maestoso Alfeiòs e l’antro augusto
    sull’Ida, supplice tuo cantando,
    al suono di flauti lidî io giungo:

    adorna, ti prego, di schiere di forti
    questa città. E a te, vincitore
    d’Olimpia, conceda il dio tra i cavalli
    di Poseidone la gioia d’un’età
    fino in fondo serena, attorniato

    di figli, o Psaumis. Chi irriga
    una sana fortuna
    e ai beni, appagato, aggiunge
    la gloria, non chieda di farsi dio..
    (Pindaro)




    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    POESIE A TEMA

    Poesie e racconti sulla Estate …

    L'uomo dei gelati

    Quando l'estate viene in città
    l'uomo dei gelati
    con puntualità
    eccolo... appare... è là!,
    fedele all'appuntamento
    col suo magico assortimento
    di gelati colorati
    di ghiaccioli sciroppati.
    tutta una meraviglia:
    crema, nocciola, vaniglia,
    fragola, pistacchio, limone...
    «Piano, non fate confusione! .
    Quando l'estate viene in città
    l'uomo dei gelati
    con pochi soldi ti dà
    un sorso di ristoro
    e di felicità.
    (M. Sendak)




    FAVOLE PER LA NINNA NANNA …

    Cippo e la sua stella

    Anche questo giorno sta per giungere al termine…….
    E si sa….. (pausa) La notte è fatta per sognare e soprattutto per ricordare…..
    Ma ricordare cosa?
    Una settimana appena trascorsa, vissuta da Cippo, il nostro protagonista, che per caso incontrò una giovane fanciulla in visita sulla terra.
    Questo racconto narra di un potere magico, capace di raggiungere ogni cosa….
    Anche la più lontana…..
    Il potere di un amore e di una amicizia.
    Desiderio è il nome di questa emozione, il nome di una giovane fanciulla che viveva in un posto molto lontano, un pianeta chiamato Venere, distante dalla casa di Cippo appena 9 mila anni luce…
    Il nostro amico ha appena deciso che avrebbe raggiunto la dolce fanciulla in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, e che avrebbe fatto di tutto per riabbracciare il suo Desiderio.
    Gli ostacoli da superare non erano pochi…. Il mezzo di trasporto era la prima tappa da superare.
    Venne in mente a Cippo di andare a rovistare tra i ferri vecchi che stavano nel suo garage ormai da anni, e cosi… trovò delle vite che avvitò e il pistone sistemò,carburatore e con il filo di frizione aggiungendo il radiatore il motore scoppiettante fece un balzo esilarante….
    Poiché ogni cosa di valore necessità un nome, cosi decise di chiamare il suo bolide RUN TO LOVE (correre per amare)
    Il secondo ostacolo che il nostro amico dovette superare fu imparare a guidare il suo bolide…..
    Si iscrisse ad un corso di scuola guida per conseguire la patente.
    Imparare rispettare le regole degli incroci e le relative precedenze, la segnaletica stradale, servi a Cippo capire quanto fosse importante saper vivere in mezzo al traffico di tutti i giorni, per non farsi del male e non procurare del male agli altri….
    I giorni passarono veloci per Cippo preso dai mille impegni che si era prefissato…
    Intanto il giorno dell’esame arrivò, anche il suo bolide era pronto, bellissimo, bianco come la purezza dell’amicizia e rosso come la passione che lui nutriva per lei…
    Non perse altro tempo, accese il bolide come accese la speranza che l’esame andasse bene, l’unico suo obbiettivo era quello di rivederla al più presto…..
    Durante il tragitto ripassò tutto quello che aveva imparato…….
    CON IL ROSSO IO MI STOPPO
    CON IL VERDE VADO Su
    SE IL DIVIETO INCONTRERò, MAI Più AVANTI IO ANDRò
    UN SEGNALE TRIAGOLARE TI AVVERTE di Ciò CHE STA PER ARRIVARE, NON SFIDARE MAI LA SORTE IL PERICOLO E ALLE PORTE
    QUELLI TONDI CON IL ROSSO SON DIVIETI A Più NON POSSO
    QUELLI TONDI CON IL BLU SONO OBBLIGHI… E NON SI DISCUTE Più….
    Quando finì l’esame, Cippo senti un senso di inquietudine, il timore di avere sbagliato qualche domanda lo terrorizzava.
    Ormai non c’era più tempo per riflettere sulle domande e capire dove avesse sbagliato, perché si trovò di fronte l’esaminatore.
    L’attesa dell’esito furono momenti infiniti.
    L’esaminatore lo guardò e con un sorriso pronuncio la frase che aveva voluto sentire da tanto tempo.
    LEI HA SUPERATO L’ESAME.
    Quelle parole non furono mai più dimenticate…..
    Gli ostacoli più importanti, il permesso di guida e il suo mezzo di trasporto, non erano più motivo di preoccupazione, adesso quello che rimaneva da fare era preparare tutto il necessario per affrontare il suo primo viaggio nello spazio.
    Dopo un paio di giorni sentì che il momento era arrivato, la felicità era immensa, era riuscito a mantenere la promessa che le aveva fatto quando lei era partita….
    Senza pensare più a nulla accese il bolide e diede il massimo del gas….
    Tutto filava liscio come l’olio, il suo bolide andava velocissimo e calcolò che con quella andatura in poco tempo avrebbe rivisto Desiderio..
    Uno strano rumore che veniva dal motore attirò la sua attenzione, dopo un po’ ne ebbe la conferma, una spia rossa segnalava un guasto….
    Cosa aveva causato quel guasto? Questo ed altri interrogativi gli vennero in mente.Mentre cercava una risposta, il bolide perse quota e si inabissò nel mare.
    Il sogno si infranse, quel viaggio così sofferto era giunto al capolinea,Desiderio sembrava lontana e si chiese se l’avrebbe rivista.
    Ebbe l’impressione di udire la sua voce, fu in quel momento che capì di non doversi abbattere.
    Si ricordo la prima domanda che si fece,quando per la prima voltra sentì il rumore.
    Cosa poteva averlo causato?
    Si rese conto che la spia rossa era il segnale che del carburante…..
    La sua amica Desiderio aveva occupato cosi tanto i suoi pensieri, e la voglia di rivederla era stata così grande che egli si era dimenticato di controllare se nel bolide c’era il carburante….
    L’abilità del nostro protagonista nel costruire un motore che non inquinasse , si rivelò un gran successo.
    Aveva costruito un motore che funzionava ad acqua, e lui era immerso in un mare d’acqua.
    Bastò tirare con una mano la leva per aprire il tappo del serbatoio,e pian piano si riempì facendo riprendere forza al motore.
    Spinse al massimo dei giri il motore , sfrecciando uscì dal mare, destinazione lo spazio….
    Appena raggiunta l’orbita terrestre si immise nel traffico, e segui la segnaletica.
    Per primo incontrò un satellite: la luna
    Poi si diresse verso un pianeta Saturno la cui caratteristica sono i tanti anelli
    Passò poi per Giove, Marte ed infine raggiunse il pianeta Venere.
    Sul pianeta Venere si narra una leggenda, dicono che lì vivono le donne più belle dell’universo.
    Il cuore gli batteva tanto, l’emozione di rivederla era fortissima.
    Ricordava il suo sorriso, i suoi dolci occhi e la sua simpatia.
    Non si stupì quando la vide in mezzo a tanta gente che la guardava con ammirazione, tutti erano stregati dal suo fascino.
    Arrivò il momento che aspettava da tanto tempo si trovava a pochi metri da lei.
    Ma una cosa lo intristì, vide un giovane bello e muscoloso che le mise un braccio intorno al collo, pensò che forse si era dimenticata di quel ragazzo conosciuto sulla terra.
    L’idea di andare fin lì senza sapere se lei ci tenesse a rivederlo, gli parse sbagliata.
    Decise di andare via…..
    Ma in quel preciso istante Desiderio lo vide e corse subito per fermarlo.
    Capirono quello che viveva dentro i loro cuori non era solo un’ amicizia ma un grande amore.
    Si abbracciarono e dal quel giorno non si lasciarono mai……
    QUELLO CHE STO PER DIRE E' MOLTO IMPORTANTE
    UNA GUIDA SICURA VI PORTERA' NELLE STELLE PIU' LONTANE…

    (Carlo D'oro)



    ATTUALITA’


    Olimpiadi Rio 2016, Alex Schwazer squalificato otto anni: "sono distrutto".

    Accolta richiesta Iaaf. Il marciatore in silenzio per 45 minuti. La notte tra mercoledì e giovedì segna anche la fine della carriera di Alex Schwazer, squalificato per otto anni per doping.

    "Sono distrutto": e' la prima reazione del marciatore alla notizia della squalifica di otto anni per doping decisa dal Tas. Quando gli e' stata comunicata la sentenza, Schwazer - fanno sapere dal suo entourage - ha pronunciato queste parole e poi e' rimasto in silenzio per 45' minuti.

    "Ci vuole rispetto per le persone": così Schwazer ha risposto ai giornalisti che lo hanno avvicinato all'interno di un bar dove, con lo sguardo perso nel vuoto ed evidentemente teso, ha atteso la fine di una conferenza stampa organizzata nella serata brasiliana dal suo entourage per commentare la notizia della lunga squalifica. In particolare, l'allenatore del marciatore, Sandro Donati, ha detto che "era un verdetto che ci attendevamo. Abbiamo cercato di dissuadere Alex dalla volontà di andare avanti, ma lui voleva inseguire fino all'ultimo il sogno di correre a Rio. Ora torneremo il prima possibile in Italia". Donati - che durante la conferenza stampa ha più volte attaccato la Federazione internazionale di atletica - ha poi sottolineato che "ora Alex ha l'equilibrio per affrontare la vita oltre l'atletica: ci aveva già detto che comunque avrebbe smesso di correre dopo Rio".

    Il Tas non gli ha creduto. Era venuto a Rio convinto di poter marciare la sua Olimpiade, e invece dal Tas arriva una mazzata. Otto anni di squalifica per Alex Schwazer, il pesante verdetto dei giudici del Tribunale arbitrale che non hanno creduto alla difesa matta e disperatissima del marciatore altoatesino: una sentenza arrivata dopo quasi due giorni di camera di consiglio e un dibattimento fiume, e che mette la parola fine alle speranze dell'atleta. Anzi gli infligge un'altra batosta su una carriera già pesantemente funestata dai quasi quattro anni di stop, per la positività all'epo, allora alla vigilia dei Giochi di Londra. Cambia scenario e quadriennio, ma il macigno per Schwazer diventa ancora più pesante: il Tas ha infatti accolto in pieno la richiesta della Iaaf che voleva un bando di otto anni - vista la recidività - per la positività agli steroidi riscontrata a gennaio scorso.

    Schwazer si era subito professato innocente, dicendo che al contrario di 4 anni fa - quando ammise le sue responsabilità - stavolta non aveva mai fatto ricorso a sostanze proibite. E aveva annunciato battaglia, professando la sua innocenza: si era spinto fino a Rio con il pool di legali e il suo tecnico, Sandro Donati, per tentare il tutto per tutto e dimostrare che in quella positività c'erano troppe anomalie. Due giorni fa Schwazer era comparso davanti al panel, i legali, Donati e poi lo stesso atleta erano stati sentiti a lungo. Schwazer era apparso motivato e convinto di poter gareggiare nella prova di marcia olimpica: "è abituato a vincere le sue gare" avevano detto i legali, senza nascondere però un certo pessimismo. "La sentenza è già stata scritta" si erano lamentati i suoi avvocati. La federazione internazionale non aveva però battuto ciglio, ribadendo la volontà di punire l'atleta alla seconda positività: otto aveva chiesto e otto anni il Tas ha inflitto. Per Schwazer cala il sipario. Da Rio l'addio è amaro.
    (Ansa)





    Pronto lo 'specchio' del Dna umano.

    E' sintetico e permette analisi e diagnosi più accurate. Realizzato lo 'specchio' del Dna: è una copia speculare sintetica della molecola della vita, chiamata Sequina. Può aiutare a esplorare meglio il Dna e a rilevare le mutazioni genetiche più rare responsabili di malattie. La tecnica, pubblicata sulla rivista Nature Methods e resa disponibile gratuitamente a tutta la comunità scientifica, è stata messa a punto in Australia, dal gruppo del Garvan Institute of Medical Research guidato da Tim Mercer.

    Il genoma umano è una complicata sequenza di oltre 6 miliardi di 'lettere' del Dna. Anche se ora è possibile sequenziare, abbastanza velocemente ed economicamente, quello di una persona, la sua analisi è molto difficile, tanto che con i metodi attuali molte aree del genoma non possono essere analizzate a fondo e la funzione di molti geni resta sconosciuta. Per superare questi ostacoli i ricercatori australiani hanno messo a punta una tecnica basata su sequenze di Dna sintetico, ottenute cioè in laboratorio, speculari rispetto al Dna umano.

    Le Sequine vengono utilizzate nell'analisi del Dna, aggiungendole ai campioni biologici di un individuo e funzionano come un controllo interno che permette di valutare sensibilità e accuratezza dell'analisi. L'idea alla base è semplice, dice Mercer: ''l'immagine-specchio del Dna''. Confrontando cioè il Dna naturale con il Dna specchio accade qualcosa di simile a quando facciamo combaciare le dita delle mani: queste ultime sono specularmente diverse, ma a ogni dito ne corrisponde uno analogo.

    Un'area in cui le Sequine potranno essere impiegate è la diagnosi dei tumori, secondo i ricercatori. ''Incorporandole nei test diagnostici - conclude - se ne migliorerà l'affidabilità e si ridurranno le diagnosi errate''. ‬
    (Ansa)





    Il riscaldamento globale sta già facendo salire il mare.

    Esperti, non rilevato da satelliti per colpa eruzione vulcanica. Il cambiamento climatico ha già impresso un'accelerazione all'innalzamento del livello del mare, anche se i satelliti non l'hanno rilevata. È quanto sostiene un team di scienziati capitanato dal Centro statunitense per la ricerca atmosferica, che dà la colpa alla potente eruzione del vulcano Pinatubo, nelle Filippine.

    Le osservazioni satellitari, iniziate nel 1993, indicano che il livello del mare è salito in modo costante di 3 millimetri ogni anno. I ricercatori, tuttavia, contestano il dato, sostenendo che a causa del riscaldamento globale in atto gli oceani si sono innalzati più rapidamente.

    La ragione va ricercata nell'eruzione del Pinatubo del 1991, che ha temporaneamente ridotto il riscaldamento del Pianeta per via del pulviscolo vulcanico che ha bloccato i raggi del sole.

    L'evento, in altre parole, avrebbe abbassato il punto di partenza delle osservazioni satellitari, distorcendo i calcoli nei due decenni a seguire.

    "Usando un modello climatico per rimuovere l'effetto dell'eruzione del Pinatubo, abbiamo visto che nelle nostre simulazioni l'innalzamento del livello del mare accelerava", spiegano gli studiosi, secondo cui "ora che gli effetti del Pinatubo si sono affievoliti, l'accelerazione risulterà evidente già nelle misurazioni del prossimo decennio".
    (Ansa)




    ANDIAMO AL CINEMA!!!!




    Tom à la ferme




    locandina


    Un film di Xavier Dolan. Con Xavier Dolan, Pierre-Yves Cardinal, Lise Roy, Evelyne Brochu, Manuel Tadros.


    Dramma esistenziale che deraglia nel thriller psicologico.
    Marzia Gandolfi


    Tom ha amato Guillaume di un amore grande che adesso vorrebbe condividere con i suoi cari. Lasciata Montréal alla volta della campagna canadese, Tom raggiunge la fattoria della famiglia di Guillaume per partecipare l'indomani al suo funerale. Molto presto si rende conto che Agathe, madre di Guillaume, ignora l'omosessualità del figlio. Informato dei fatti è invece Francis, fratello maggiore e omofobico del defunto, che costringe Tom a mentire sulla sua natura e sulla natura della sua relazione con Guillaume. Imprevedibile e violento, Francis esercita su Tom sgomento e attrazione. Indeciso se andare o restare, Tom chiede aiuto a Sara, una collega spacciata per la fidanzata di Guillaume.
    I film di Xavier Dolan, enfant prodige del cinema canadese, hanno la bellezza estenuata della bocca dopo un bacio, di un rossetto sbavato oltre la linea di contorno, che dice così bene della crudeltà dell'amore, della vita e della difficoltà di viverla. Al suo quarto lungometraggio, Xavier Dolan è già fenomeno da seguire. Provocatorio e tagliente, come le foglie di mais d'estate che 'spezzano' i polsi di Tom in fuga da Francis, Dolan realizza un dramma esistenziale che deraglia nello psychological thriller, contempla elementi horror ed è a suo modo un mélo patologico, la drammatizzazione di una patologia (l'omofobia) che prende la forma filmica del melodramma.
    Privo degli eccessi barocchi, del gusto kitsch e dello sfarfallio dell'estetica queer di Laurence Anyways, Tom à la ferme denuncia con forza narrativa e scarti sonori la rimozione in nome della pacificazione. L'idea di pacificazione, sostenuta da Francis per proteggere il genitore dalla verità circa l'omosessualità del figlio perduto, sostituisce la testimonianza con la negazione delirante della realtà, che rischia di inghiottire il protagonista. Portatore di una natura (in)quieta e di tracce femminili sull'asprezza maschile, il Tom del titolo è apertura erotica all'altro e di conseguenza minaccia, sfida e provocazione per Francis, che incarna l'ostinazione ottusa della massa e di una mentalità che nella pulsione gregaria cerca riparo dalla solitudine della libertà e della responsabilità individuale. In balia di una precarietà economica, sociale ed esistenziale, Francis sprofonda in un'angoscia insopportabile che sfoga sul corpo di Tom, a cui guarda con sospetto risentito e desiderio malcelato.
    Tom à la ferme diventa a poco a poco, e in un modo perturbante, la perlustrazione di un microcosmo della provincia, che rivela un malessere latente e una profonda crisi di ruoli, rapporti e relazioni. In assenza di figure paterne poi il male circola in maniera strisciante, impalpabile, quasi metafisica. Tom, interpretato da Xavier Dolan, è il principio di realtà che Francis, impegnato a negarsi, combatte. Tom è un rimosso che vorrebbe cancellare e che invece ritorna nella forma dell'incubo, spaventandolo a morte, irritandolo a morte. Ma come sa bene Tom, per generare un autentico cambiamento è necessaria la memoria della nostra provenienza. Da qui il viaggio in direzione di una regione rurale (e simbolica), dentro i segreti della provincia, gli orrori della porta accanto, la solitudine dolente dei personaggi che hanno cancellato la relazione con quella memoria, l'hanno falsificata rigettando qualsiasi obiezione.
    Con distanza ironica e stile appariscente anche quando indossa 'abiti' dimessi, Tom à la ferme esclude il sacrificio fanatico del suo protagonista, ritrovando la strada per la 'civiltà' e il colore giusto per avanzare. Nonostante lo strappo mai ricucito e rimasto lì, aperto e slabbrato, come una piccola finestra sul male che ancora insidia Tom.


    Video


    (Lussy)





    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …



    “È una scoperta archeologica travolgente.
    Reperti distesi sul fondo del mare, ricoperti e protetti dalla sabbia,
    sono stati stupendamente conservati per secoli”.
    (Prof. Barry Cunliffe, archeologo dell’Università di Oxford)


    HERACLEION


    Heracleion, nota anche come Thonis, era una città dell'antico Egitto situata nel Delta del Nilo, le cui rovine si trovano sommerse nella baia di Abukir, a 6,5 km al largo della costa, in un’area di ricerca di 11 per 15 km, a 20 km da Alessandria. Era un importante città portuale dell’antico Egitto costruita probabilmente tra il VII e VI sec. a.C.

    La città si trovava in origine su una delle isole del Delta del Nilo, ed era attraversata da una rete di canali. Possedeva diversi ancoraggi ed un grande tempio dedicato a Khonsu, che i greci identificarono con Eracle. Era anche il luogo della celebrazione dei Misteri di Osiride, che si compiva ogni anno durante il mese di khoiak. Il dio nella sua barca cerimoniale veniva portato in processione dal tempio di Amon cittadino fino al suo santuario a Canopo.
    Heracleion prosperò particolarmente tra il VI ed il IV secolo a.C. come dimostrano numerosi ritrovamenti archeologici: in questo periodo fu probabilmente il principale porto d'Egitto. Il faraone Nectanebo I, che regnò dal 380 al 362 a.C., ordinò molte aggiunte al tempio.
    La città affondò nel VI o VII secolo d.C., probabilmente a causa di grandi terremoti e/o inondazioni. Le rovine della antica Heracleion furono trovate sui fondali della Baia di Abukiralle foci del Nilo.

    …miti e leggende…



    Fino a tempi recenti, la città di Heracleion era nota solamente da poche fonti letterarie ed epigrafiche. Nel periodo greco le origini leggendarie di Heracleion venivano fatte risalire al XII secolo a.C.. Secondo la tradizione, Paride ed Elena vi rimasero bloccati durante la loro fuga da Menelao, prima che iniziasse la guerra di Troia.
    Tra le testimonianze storiche antiche, la città viene citata da Diodoro Siculo (1.9.4) e Strabone (17. 1.16), oltre che da Erodoto (2.113). Questa città misteriosa, secondo Diodoro Siculo fu chiamata così in onore di Ercole, salvatore della città da un’alluvione del fiume Nilo, ma non esistevano prove che dimostrassero la sua reale esistenza sua eccezionale scoperta.
    Una fonte riferisce che la città fosse un emporion, allo stesso modo della più famosa Naucratis. Tra i reperti che la menzionano c'è la Stele di Naucratis, realizzata sotto Nectanebo I: nella stele si specifica che un decimo delle tasse d'importazione delle merci giunte a Thonis/Heracleion spettava al santuario di Neith a Sais. Una copia identica di tale stele è stata ritrovata proprio nel sito subacqueo dove sorgeva Heracleion.Viene citata anche nel Decreto di Canopo, onorante Tolomeo III.
    Sprofondò quasi sicuramente a causa di un maremoto provocato da un forte terremoto, circa 1.200 anni fa. A conferma vi è il fatto che le mura e le colonne caddero tutte dalla stessa parte.

    Heracleion per gli antichi Greci, Thonis per gli Egizi, prima della fondazione di Alessandria nel 331 a.C., conobbe momenti gloriosi. Nel XII secolo A.C., la città già fiorente conobbe un periodo di straordinaria ricchezza. Fu una tappa obbligatoria per chiunque volesse entrare in Egitto, come tutte le navi provenienti dal mondo greco. Ebbe anche grande importanza religiosa, probabilmente a causa del tempio dedicato ad Amon, con il suo ruolo importante nei riti connessi con la continuità dinastica.
    Aveva grandi bacini ed era il cuore pulsante degli scambi commerciali tra Mediterraneo e Nilo. Tra le strade sommerse della città sono stati trovati numerosi reperti preziosi fra cui monete e gioielli, che testimoniano che la popolazione residente doveva avere un elevato tenore di vita, oltre ai preziosi riaffiorarono resti di case, templi, strade, infrastrutture portuali, una statua di Isis di un metro e mezzo, la testa della statua di una sfinge, un colosso di granito rosso di sette metri, una stele in granito nero con inciso il nome di Heracleion, una muraglia lunga 50 metri con delle travi in legno. Fu una città misteriosa, al confine tra leggenda e realtà, fino al 2000, anno in cui fu ritrovata. Ad effettuare la straordinaria scoperta, è stato il famoso archeologo francese Franck Goddio presidente e fondatore dell’Institut Européen d’Archéologie Sous Marine di Parigi. Goddio si imbatte accidentalmente nelle navi da guerra impiegate da Napoleone nella battaglia del Nilo del 1798, quando venne sconfitto dall’ammiraglio britannico Nelson.

    Tra gli altri ritrovamenti ci sono: amuleti dell’epoca tolemaica raffiguranti le divinità egizie di Iside, Osiride e Horus, monete d’oro, stele giganti, scritte egiziane e in greco antico; la stele del faraone Nactanebo I, che ricorda nell’aspetto quella di Naucrati, custodita presso il Museo Egizio del Cairo; santuari ben conservati nel cuore della zona del tempio, oggetti votivi, gioielli, cimiteri di navi a circa un miglio dalla foce del Nilo; almeno 10 relitti, forse uno stratagemma per bloccare le navi nemiche all’ingresso della città portuale; inoltre, più di 700 ancoraggi, pesi commerciali per attribuire valore alle monete, e pesi in piombo, alcuni di provenienza ateniese (è la prima volta che pesi come quelli vengono rinvenuti in terra d’Egitto). Il grande tempio di Amon e di suo figlio Khonsou. Ed ancorae 60 navi sepolte nella sabbia da uno spesso strato di argilla sul fondo del mare,Monete d’oro e pesi realizzati in bronzo e pietra; grandi statue di 16 metri e centinaia di piccole statue di divinità minori; lastre di pietra con incisioni in greco e egiziano antico; diversi piccoli sarcofagi di calcare che si crede potessero contenere animali mummificati.

    (Gabry)





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    ‪Miguel Bosé - Super Superman



    Miguel Bosé (o meglio Miguel Luchino González Bosé) divenne l’idolo di tutte le teenagers italiane a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 grazie al fisico piacente. Figlio d’arte (la mamma attrice, il papà torero) ha raggiunto la notorietà in terra italica grazie alle sue imprescindibili performance vocali che lo portarono a vincere il Festivalbar nel 1980 con la magnifica “Olympic Games”.

    Il suo capolavoro però rimane l’insuperabile “Super Superman” dove il belloccio iberico dal capello biondo, su una piacevole base disco, decanta le doti del supereroe con la sua flebile vocina. Ahimé il buon Miguel non parla di super-udito, super-forza e così via, ma di super-touching e super-loving trasformando il pezzo in un magnifico inno gay degno dei migliori Village People: “Super superman, how do you feel among the young men? Super-dancing, Super-moving, Super-touching, Super-loving”......


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