IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 7° ... SETTIMANA 031 ...

LUNEDI' 01 AGOSTO - DOMENICA 07 AGOSTO 2016

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    13,795

    Status
    Offline





    BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …


    Edizione Giornale Anno 7° SETTIMANA 031 (01 Agosto – 07 Agosto 2016)






    BUONGIORNO GIORNO … BUON LUNEDI’ ISOLA FELICE …


    Lunedì, 1 Agosto 2016
    S. ALFONSO

    -------------------------------------------------
    Settimana n. 31
    Giorni dall'inizio dell'anno: 214/152
    -------------------------------------------------
    A Roma il sole sorge alle 05:05 e tramonta alle 19:27 (ora solare)
    A Milano il sole sorge alle 05:08 e tramonta alle 19:50 (ora solare)
    Luna: 3.34 (lev.) 18.18 (tram.)
    --------------------------------------------------
    Proverbio del giorno:
    Agosto ci matura il grano e il mosto.
    --------------------------------------------------
    Aforisma del giorno:
    Gelosia e ira accorciano i giorni,
    la preoccupazione anticipa la vecchiaia.
    (Siracide)









    RIFLESSIONI



    ... La conchiglia corallo …
    ... In un mondo aldilà della fantasia, dentro una bottiglia di vetro
    c’era una piccola spiaggia, con sabbia dorata ricca di palme di cocco
    piante di banane e ananas ed
    un mare cristallino, pieno di belle conchiglie
    Ogni conchiglia era più bella delle altre
    e ognuno curava la propria bellezza

    Quella spiaggia era molto frequentata, da scimmie e pappagalli
    c’era un grande frastuono tutto il giorno
    ed anche di notte c’èra rumore

    perchè pappagalli suonavano in un locale di moda
    e le scimmie facevano ginnastica

    con musica ad alto volume
    saltando i rami degli alberi urlando a più non posso

    Le conchiglie erano le più tranquille
    stavano nelle beauty farm a farsi belle
    con massaggi saune e trucchi

    In quel mondo di favola

    non si lavorava
    tutto era solo divertimento e gioco

    Una mattina Concy

    una conchiglia la più svampita di tutte
    decise di cambiare colore sl suo corpo e al suo involucro incolore

    disse voglio diventare tutta rossa
    cosi’ tutti i pappagalli e le scimmie

    mi guarderanno
    ammirate e mi invidieranno perchè, sono diventata più bella di loro

    Cosi’ Concy si tinse la sua bella conchiglia tutta rossa
    La sera tutte le sue amiche
    andarono a ballare nel famoso locale dove suonavano le scimmie Blusy…

    I pappagalli si misero tutti

    a corteggiare le belle conchiglie, offrendo loro spremete di banane e ananas

    Non fu offerto nulla a Concy, perchè non la riconobbe nessuno
    tutta rossa come era

    sembrava un gamberetto cosi’ fu lasciata in disparte

    Tutta sola se ne ritornò a casa

    Al buio nascosta dietro una montagna di alghe, c’èra un’ostrica
    era molto grande

    che scambiandola per un gamberetto….si mangiò Concy
    Il giorno seguente non videro più Concy
    la cercarono ma non la trovarono la cercarono per un pò

    e poi non ci pensarono più
    e da quel giorno fu dimenticata

    La bottiglia pian piano il mare la trasportò su una spiaggia sconosciuta
    in questa spiaggia abitavano una tribù di piccoli nanetti rossi

    erano dei nanetti rossi perchè avevano il nasino rosso

    Una bimba alta più di un pollice

    la trovò una mattina in spiaggia
    svitò il tappo di sughero della bottiglia e vi
    trovò l’ostrica grande che dormiva
    abbracciata alla piccola conchiglia rossa

    La bimba ne fece una bella collana e se la mise al collo
    felice di aver trovato un grande tesoro
    tutto colorato di rosso
    venuto chissà dove…

    da un mondo lontano che non esiste

    Da quel giorno cosi’ è nato il corallo rosso
    da un capriccio di una conchiglia Svampita

    di vover diventare rossa

    Mi chiedete dove sono finiti i pappagalli e le scimmie?
    Be” loro….che io sappia
    sono rimasti ancora in quella spiaggia
    a suonare, bere e a corteggiare le altre conchiglie rimaste
    fra banane e noci di cocco..
    (Fiaba di: Rosy)

    … Camminare sul bagnasciuga è un esercizio che abbiamo fatto tutti; quel vento che carezza i capelli, il suono ripetitivo e continuo delle onde che finiscono la loro corsa sulla spiaggia e da essa, come in un moto perpetuo, ripartono per un'altra corsa verso un'altra spiaggia. Spesso dalla sabbia escono colorate e dale forme più fantasiose, i gusci delle conchiglie. Sono levigati dall’incessante carezza del mare ed odorano proprio di esso … metti una conchiglia all’orecchio, poggiala delicatamente, vedrai ti racconterà storie fantastiche … Buon Agosto amici miei …
    (Claudio)






    In compagnia del mare

    La spiaggia ormai è deserta, silenziosa,
    a piedi nudi amo passeggiare
    sulla battigia, proprio dove l'onda,
    increspandosi e sussurrando lieve,
    viene a baciar la riva, in don lasciando
    qualche conchiglia, un gonfio legnetto,
    alghe strappate ad un lontano scoglio.
    Affondo il piede nel mollo arenile,
    corre un'onda a richiuder la ferita,
    in un balen scompare la mia orma
    ed il geloso mar torna a giocare.
    Ora il sole già basso all'orizzonte,
    un purpureo saluto manda al cielo
    e sembra il mar, col suo perenne moto,
    voler essere culla al suo riposo
    e l' onde acquieta ed addolcisce il canto.
    A sera poi l'abbraccio della luna
    calmo lo troverà e allor le stelle,
    testimoni di questo idillio arcano,
    lo scintillio del pelago godranno.
    ( Ignazio Amico)




    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    POESIE A TEMA

    Poesie e racconti sulla Estate …

    Sabbia

    Lo chiamiamo granello di sabbia.
    Ma lui non chiama se stesso né granello, né sabbia.
    Fa a meno di nome
    generale, individuale,
    instabile, stabile,
    scorretto o corretto.
    Non gli importa del nostro sguardo, del tocco
    Non si sente guardato e toccato.
    E che sia caduto sul davanzale
    è solo un’avventura nostra, non sua.
    Per lui è come cadere su una cosa qualunque,
    senza la certezza di essere già caduto
    o di cadere ancora.
    (Wislawa Szymborska)




    FAVOLE PER LA NINNA NANNA …

    Paffi e il suo cuore

    Moltissimo tempo fa, in una abitazione ai margini del bosco, viveva la piccola Paffi, bimba robusta e piccolina, dal cuore grande grande. Era una bambina molto generosa, per lei il bene degli altri aveva sempre la precedenza sui propri interessi e non riusciva a capire come potessero esistere individui pronti a desiderare il male degli altri. Nel suo animo non esistevano sentimenti come l’invidia o la gelosia e sconosciuto le era qualsiasi desiderio di primeggiare o di offendere chiunque: al contrario, era sempre ben felice se poteva essere d’aiuto ai suoi amici e gioiva per le loro gioie, ed era triste per i loro insuccessi. Paffi era molto intelligente e bravissima a scuola e la maestra non perdeva occasione per lodare la sua buona volontà e diligenza, e soprattutto il suo carattere docile e buono, indicandola ai compagni come un esempio da seguire. Paffi, dicevamo, era altruista: appena poteva correva a dare una mano a chiunque avesse bisogno, nella contrada la amavano e rispettavano tutti, perfino gli animaletti del bosco le volevano sinceramente bene, affetto prontamente ricambiato dalla piccola. Spesso si arrestava a dialogare con i maestosi alberi che abitavano la radura: all’ombra delle querce, dei faggi, dei pini e degli abeti Paffi sentiva di essere veramente se stessa e di non poter desiderare di più, ma… la casetta di Paffi era molto misera: piccolissima e modesta, la abitava con il suo amato cagnolino, Terremoto, che amava più di se stessa. Alle pareti non c’erano quadri, ma disegni realizzati da Paffi, i soffitti erano privi di lampade, al loro posto luminosi raggi di sole che lei raccoglieva al tramonto e utilizzava per dar luce all’abitazione, in sostituzione alle finestre Paffi aveva disposto lunghe file di rametti tenuti insieme da un abile lavoro di cucitura cosi che la riparassero dal caldo dell’’estate e dai rigori dell’inverno. I letti erano costruiti con la paglia, le sedie ricavate dagli avanzi di matita che Paffi sapeva lavorare fino a farli diventare assi per sedere, al posto dei rubinetti ampi secchi d’acqua trasportata ogni mattina dal vicino ruscello… Gli abiti di Paffi erano miseri almeno quanto la sua abitazione: non possedeva i bei vestiti colorati o le linde scarpine di seta tutte nastri e paillettes che adornavano i corpi delle sue amiche: lei doveva accontentarsi di cenci e stracci, di paglia colorata al posto delle gonne e di fango lasciato asciugare invece delle suole di scarpe. Insomma, Paffi era molto povera, la più povera del paese ma questa sua condizione sembrava non interessare nessuno degli amici della bimba, che le volevano bene con tutto il cuore per la sua bontà e generosità. Paffi invece soffriva moltissimo per la sua povertà, spesso inventava scuse per non andare alle festicciole delle amiche ed evitare così l’amarezza del confronto e della vergogna. Ormai la sua povertà era divenuta un’ossessione per lei e, nonostante il suo animo non avesse mai conosciuto l’invidia e la gelosia, in cuor suo cominciò a desiderare di divenire ricca, ricchissima. Si sentiva talmente fuori posto per i suoi abiti dimessi, per la sua misera abitazione che la sera, di nascosto da sguardi indiscreti, si nascondeva nel bosco a piangere e ad invocare l’aiuto della sua cara nonna, morta poco dopo che anche i suoi genitori se ne erano andati. Un giorno, sconsolata dopo l’ennesimo confronto a scuola con le amiche meglio vestite di lei, fu presa da un pianto talmente lungo e doloroso i cui singhiozzi la sospinsero in un punto del bosco che lei non aveva mai visto: e lì il suo pianto commosse tutta la radura, gli uccellini le si fecero incontro per darle consolazione, gli alberi spinsero i loro rametti per asciugarle le lacrime, i pini si piegarono per accarezzarla e perfino il sole fece capolino tra le nuvole per dare tepore a quella creatura indifesa.
    Pianse talmente a lungo e in modo così incontrollato che, vinta dalla stanchezza e dall’abbattimento, si addormentò e nel sonno vide la sua nonna che cercava di consolare quel dolore senza fine. La nonna le chiede se puo’ esserle d’aiuto e Paffi riesce solo a rispondere: “nonna, tu mi manchi immensamente, io quaggiù sono sola, vorrei tanto essere li’ con te, mi vergogno tanto per la mia povertà.. Se potessi diventare una bambina ricca, con una casa meravigliosa, bei vestiti, lustrini, scarpe da far invidia a tutti e un carattere degno della mia nuova condizione…”
    Dovete sapere che in punto di morte la nonna di Paffi promise alla nipote: “Sappi che di qualsiasi cosa tu avrai bisogno io ti sarò sempre vicina…chiedimi qualsiasi cosa e l’avrai!”.
    La nonna dall’alto dei cieli ascoltò la supplica di Paffi e…appena la bimba si svegliò dei suoi abiti dimessi non c’era più traccia, la vestivano un lungo abito azzurro degno di una principessa, tra i capelli un nastro rosa, ai piedi scarpine zeppe di cristalli preziosi…corse a casa e al posto della sua vecchia abitazione un castello con tanto di torri d’avorio, al suo interno saloni immensi con mobili antichi, quadri di pregio, tappeti di valore, oro e broccato ovunque, 8 bagni arredati con raffinatezza, 5 cucine con ogni specialità di cibi e bevande e ancora…. una sala giochi con le migliori attrazioni per bambini, un enorme parco giochi con altalene, scivoli, un campo di calcio e uno di pallavolo. Paffi non poteva essere più felice, saltellava su e giù per la contrada, canterellava, faceva girotondi e sentiva che finalmente non le mancava più nulla.
    Passò la notte senza dormire tanto era eccitata dagli avvenimenti di quella giornata e quando arrivò a scuola, la mattina seguente, i suoi compagni restarono a bocca aperta nel vedere quella ragazzina così riccamente abbigliata. Paffi si sentiva una vera regina ed era sicura che nessuno ormai le avrebbe negato il rispetto che desiderava.
    Fu con enorme sorpresa che Paffi apprese che nessuno, ma proprio nessuno era in grado di riconoscerla…tutti si chiedevano chi fosse quella bella ragazza così ben vestita e si mostrarono incuriositi, molti presero ad invidiarla e si domandavano”Chi sara’ mai questa bimba che par una principessa?”. Nei giorni seguenti Paffi quasi non degnò di uno sguardo i suoi vecchi amici perchè ormai si considerava superiore a loro e non sembrava piu’ importarle della loro compagnia e affetto.
    Al suo ritorno a casa si accorse che anche il suo amato cagnolino stentò a riconoscerla e addirittura ritrasse le sue zampine quando lei gli si avvicinò per accarezzarlo e quando gli preparò la scodellina con il cibo da lui preferito questi si allontanò sconsolato perché era da sempre abituato ad accettare cibo solo dalla sua adorata Paffi, e proprio non riusciva a riconoscere la sua amata padroncina in quella bambina così diversa. Ben presto Terremoto si ammalò di tristezza e, a forza di rifiutare il cibo, divenne magro magro da non riuscire quasi piu’ a camminare; riusciva solo a trascinarsi sulle sue zampine.
    In un giorno di lampi e tuoni Terremoto, nel suo vagare senza meta, si spinse fino al limitare della foresta dove si imbatte’ in un enorme leone dai denti affilati che aveva tutta l’aria di volerlo divorare: Terremoto, gia’ abbattuto di per suo, si spavento’ a tal punto che, nel cercar di sfuggire dalle grinfie del felino, si mise a correre all’impazzata e si ritrovo’ sull’orlo di un dirupo; Paffi,non si sa come, si trovo’ esattamente nel punto in cui Terremoto stava per cadere e gli si mette davanti urlando: “Terremoto, sono qua, aggrappati a me e ti salverai.....” ma Terremoto non sa riconoscere la sua padroncina tutta agghindata com’e’ nei suoi fastosi abiti e si lascia cadere nel dirupo. Paffi, per la disperazione, si mette ad urlare con tutta la forza che ha in se’ e a quel punto fu come se il tempo si fermasse e tutto intorno divenne immobile......il leone non si muoveva piu’, i fiori colorati divennero pietre e Terremoto rimase in bilico a mezz’aria tra il cielo e la terra In quello stesso istante Paffi scorse tra le nuvole il volto dell’amata nonna che le parlo’ dolcemente: “Paffi, so che stai soffrendo per il tuo amato cagnolino, io ti sono venuta in aiuto fermando il tempo così che Terremoto sia per il momento salvo, ma il tempo riprendera’ a scorrere normalmente al calar del sole: tu in questo arco di tempo dovrai dimostrare di credere ancora nel valore dell’amicizia e dell’umilta’ e dovrai per questo compiere tre atti di bonta’ lungo il percorso da qui a casa. La vita di Terremoto e’ nelle tue mani!”
    Paffi non se lo fa ripetere due volte e, presa la direzione di casa scorge un fiore tutto piegato su se stesso, quasi morente e privo di colore che le sussurra: ”Aiutami, sono tutto secco,una tempesta mi ha ridotto in fin di vita, non potresti portarmi un po’ di acqua cosi’ che possa rialzare il capo?” Paffi fu felice di trasportare un po’ di acqua dal vicino ruscello, che depose in foglie secche per rendere il compito meno pesante. Il fiore riprese presto il perduto colore e gambo e stelo si fecero ritti quasi a sfiorare il cielo.
    Ripresa la marcia, Paffi si ritrova immersa in una fitta nebbia dove a malapena ode il richiamo di una tartarughina che, nelle pieghe dei rami dell’ albero su cui e’ posata, a fatica compie il suo faticoso cammino alla ricerca di un luogo per la notte: “se non ti e’ di disturbo, bimba bella, mi daresti una spintarella su su in cima a quest’abete che’ io possa godere di un po’ di riparo per la notte?” chiede la tartaruga alla bambina. Paffi con mano pronta sospinge la tartarughina in un luogo isolato e protetto e regala cosi’ alla creaturina una nottata al riparo dal vento e dai malintenzionati che la notte popolano i boschi. Uno sguardo fugace sulla linea dell’orizzonte annuncia alla bimba il sopraggiungere della sera e Paffi sa che, a tempo scaduto, per Terremoto non ci sara’ piu’ speranza. Tre minuti, due, uno, Paffi urla con tutta la forza che ha in se’:”Terremoto, perdonami, e’ stata colpa mia se tu ora ti trovi in questa situazione, io e la mia mania di diventare ricca! Se fossi rimasta la tua Paffi questo non sarebbe successo! Non m’importa di essere ricca se per questo devo rinunciare ai miei amici e a te!” Al pronunciare queste parole Paffi si sente avvolta da un vortice che le spazza via i suoi abiti lussuosi, via l’abitino lungo, le scarpe preziose, le collanine ed ecco ricomparire il vecchio abbigliamento di sempre, scarpe scucite, grembiulino corto, ciabatte rattoppate... in un lampo e’ trasportata presso il dirupo con Terremoto a mezz’aria e con il tempo che ha ripreso la sua corsa, il cane ora riconosce la sua Paffi e accetta il suo aiuto.
    Il cagnolino e’ salvo, il cuore rinnovato della piccola ha fatto il miracolo e la nonna nei Cieli gioca a rincorrere le nuvole; sotto, nel bosco, gli animaletti disposti in girotondo cantano e danzano la loro gioia per la ritrovata famiglia.

    (Mariagrazia Tumbarello)



    ATTUALITA’


    Gelato artigianale a Londra parla fiorentino, apre Badiani.

    'Campione d'Europa' a Mercato Metropolitano,vicino London Bridge. Parlerà fiorentino d'ora in poi il gelato artigianale a Londra. La gelateria Badiani di Firenze apre nella capitale inglese il suo primo punto vendita e lo fa all'interno del Mercato Metropolitano ad Elephant and Castle, quartiere in grande sviluppo a due passi dal centralissimo London Bridge. I prelibati gusti "Buontalenti" e "Dolcevita" che hanno fatto di Badiani campione d'Europa al Europeo Gelato Festival 2015 come il "caramello salato" "sono già un grandissimo successo" sottolinea con soddisfazione gelatiere fiorentino Paolo Pomposi, recente nominato Ambasciatore del Gelato Festival in Europa, premio concesso per il suo impegno nel diffondere l'alta qualità del gelato Italiano nel mondo.

    Badiani è una insegna storica nella città toscana, attiva dal 1932 propone gelateria e pasticceria d'autore. "Badiani è una formula pronta per essere esportata all'estero", dice Pomposi. "Dopo aver visto l'avventurarsi sul mercato di vari marchi di "fantasia", basati spesso solo sul marketing, abbiamo deciso di portare - continua il gelatiere toscano - nel mondo la storia della gelateria, l'italianità, la toscanità, la fiorentinità". L'idea è quella di far conoscere il marchio Buontalenti di cui è artefice e proprietaria. Dal 1969, questa specialità a base di panna e crema ha conquistato il cuore dei fiorentini e di tutti gli amanti del buon gelato.

    Questo gusto si presenta di colore chiaro, senza aggiunta di coloranti e i suoi ingredienti fondamentali comprendono panna e crema. Il nome è dedicato a Bernardo Buontalenti, un eclettico fiorentino vissuto alla fine del '500.
    (Ansa)





    Campagna Polizia contro truffe anziani '#chiamateci sempre'.

    L'iniziativa è stata lanciata tramite un video pubblicato sulle pagine ufficiali Social. "Non siete soli #chiamateci sempre" è il claim che la Polizia di Stato ha scelto di legare alla nuova campagna contro le truffe agli anziani L'iniziativa è stata lanciata tramite un video pubblicato sulle pagine ufficiali Twitter e Facebook della Polizia di Stato e dell'Agente Lisa. Il progetto ha quest'anno un testimonial d'eccezione, Gianni Ippoliti, ideatore degli spot che, in questi giorni, verranno lanciati sui canali social della Polizia di Stato.
    Il conduttore televisivo, con la collaborazione degli attori Fabiana Latini e Giovanni Platania, lancia un semplice e preciso messaggio agli anziani: diffidate degli estranei e chiamate la Polizia. Sono purtroppo tanti i casi di anziani che, soprattutto nel periodo estivo, vengono avvicinati e raggirati. Il fenomeno, infatti, ha avuto un sensibile aumento negli ultimi 3 anni, facendo registrare il picco nel 2015 con circa 15.000 casi accertati di truffe ai danni di over 65. Tra le regioni più colpite risultano la Lombardia, la Campania ed il Lazio.

    La casistica è infinita. Tra le truffe più ricorrenti ci sono quelle in casa che iniziano sempre con una scusa per entrare: controllo del gas, lettura della luce, consegna di un pacco o, addirittura, finti appartenenti alle forze dell'ordine. In strada gli anziani vengono avvicinati in prossimità delle banche o degli uffici postali dopo aver ritirato denaro oppure vicino casa da sconosciuti che si fingono conoscenti di vecchia data, i quali, con modi gentili, si fanno invitare a casa per svuotarla dei preziosi. Una terza tipologia è la telefonata di un falso parente o di un falso amico di un famigliare che richiede soldi preannunciando l'arrivo di un incaricato per il ritiro. In tutti questi casi, come dice Gianni Ippoliti "Non siete soli...#chiamateci sempre". ‬
    (Ansa)





    E' arrivata la tempesta magnetica, con aurore mozzafiato.

    Ne sta già arrivando un'altra. E' arrivata, come previsto, la tempesta magnetica annunciata il primo agosto e provocata da una straordinaria eruzione solare: la nube di particelle emessa dal Sole ha colpito questa mattina il campo magnetico terrestre e sta provocando spettacolari aurore nei cieli polari. Le luci colorate sono state osservate in Antartide e nei paesi del Nord, dall'Estonia, alla Svezia fino alla Danimarca e alla Germania. Per il momento la tempesta è di intensità bassa, di classe G1 nella scala che va da 1 a 5, ma comunque in grado di disturbare le comunicazioni radio.

    Se la nube di particelle fosse arrivata contemporaneamente a un flusso veloce di vento solare, ossia di particelle emesse normalmente dal Sole, come previsto inizialmente, ''la tempesta sarebbe stata certamente più intensa'', ha detto all'ANSA Mauro Messerotti, dell'Osservatorio di Trieste dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dell'università di Trieste.

    Ma non è finita qui:, la raffica di vento solare ancora non ha raggiunto la Terra e quando lo farà, probabilmente tra questa notte e il 4 agosto, si prevede un'altra tempesta magnetica. L'agenzia statunitense per l'atmosfera e gli oceani (Noaa) prevede con una probabilità del 55% che si verifichi una seconda tempesta entro 24 ore.

    ''La corrente di particelle solari in arrivo - ha spiegato Messerotti - è collegata a un buco coronale, ossia una regione di bassa luminosità nei raggi X e nell'estremo ultravioletto nella quale i campi magnetici del Sole sono aperti verso lo spazio e accelerano la velocità del vento solare''. In pratica è ''come avere uno zampillo rotante che se colpisce la Terra può generare tempeste magnetiche''.

    Il Sole si sta avviando verso un periodo di quiete che arriva ogni 11 anni dopo un periodo più attivo ed è normale, ha rilevato l'esperto, ''che in questa fase si formino con più frequenza del solito buchi coronali''.
    (Ansa)




    ANDIAMO AL CINEMA!!!!




    David Bowie Is




    locandina


    Un film di Hamish Hamilton. Titolo originale David Bowie Is. Documentario,


    Documentario pubblicitario ma al tempo stesso operazione autentica nel cogliere e riflettere la seducente comunicatività di un artista che ha felicemente rivoluzionato le vite di molti.
    Raffaella Giancristofaro


    23 marzo 2013: apre al Victoria & Albert Museum di Londra David Bowie Is Happening, la più grande mostra mai realizzata sull'artista britannico, composta da materiali provenienti dal suo archivio personale: oltre 300 oggetti tra costumi, foto, testi autografi, bozzetti, artwork, distribuiti lungo circa 50 anni di carriera. Una mostra che non può che essere multidisciplinare, tra moda, musica, cinema, teatro, grafica. Il successo dell'esposizione (che poi andrà "in tour" in tutto il mondo fino a primavera 2016) è tale da spingere gli ideatori a documentare l'esperienza in video, a vantaggio di chi non potrà visitarla.
    Sono i due co-curatori, Victoria Broackes e Geoffrey Marsh, e la loro assistente Kathryn Johnson, a introdurci nella galassia Bowie, in una formula che sta tra il documentario e la ripresa live di un evento, con tanto di competenti guest star (lo scrittore Hanif Kureishi, lo stilista Kansai Yamamoto, il leader dei Pulp Jarvis Cocker, tra gli altri) a ribadire il ruolo cruciale di Bowie come musicista, icona di stile, sperimentatore di linguaggi interdisciplinari, alfiere della liberazione sessuale e incarnazione vivente di identità multiple. Al di là dell'indiscutibile ricchezza e leggibilità dell'installazione, lo stile registico adottato è immediato.
    In omaggio alla versatilità con cui Bowie si è mosso tra arti performative differenti, David Bowie Is si presenta in parte come indubbio veicolo autopromozionale per l'istituzione ospitante, ma anche come una sorta di concert movie o di diretta tv di premio musicale: se l'urgenza dei curatori è dare, in rigoroso ma mai noioso ordine cronologico, tutte le definizioni possibili di chi Bowie sia stato e di cosa abbia rappresentato di volta in volta nei decenni, non ci si dimentica infatti di intervistare - come fossero a bordo palco o all'uscita da un'esibizione - i visitatori/fan, di raccoglierne l'entusiasmo e le reazioni. Si cattura così il coinvolgimento emotivo, vale a dire ciò a cui ogni espressione artistica tende; oltre e nonostante ogni interpretazione chiusa o letterale, contro cui il perenne trasformismo di Bowie lavora da sempre.
    Altro espediente efficace è l'effetto che "congela" i visitatori nella loro osservazione mentre un flusso continuo di sounds and visions continua a dare spettacolo. Bowie non si è concesso ad hoc ma ogni oggetto e intervento ne testimonia la lucida consapevolezza nella costruzione della propria immagine, lo spirito di collaborazione profuso nel processo e la curiosità creativa (i disegni preparatori di Hunger City, progetto cinematografico da 1984 di George Orwell che non ha mai visto la luce). Documentario pubblicitario ma al tempo stesso operazione autentica nel cogliere e riflettere la seducente comunicatività di un artista che, da quella sua leggendaria epifania androgina a Top of the Pops (1972) ha felicemente rivoluzionato le vite di molti.


    Video


    (Lussy)





    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …



    “Nessun uomo può compiere il delitto perfetto, ma il caso si.”

    LOLITA


    Titolo originale Lolita
    Paese di produzione Regno Unito, USA
    Anno 1962
    Durata 153 min
    Colore B/N
    Audio RCA Sound Recording
    Rapporto 1.66:1
    Genere drammatico
    Regia Stanley Kubrick
    Soggetto Vladimir Vladimirovič Nabokov (romanzo)
    Sceneggiatura Vladimir Vladimirovič Nabokov
    Produttore James B. Harris
    Fotografia Oswald Morris
    Montaggio Anthony Harvey
    Musiche Nelson Riddle
    Scenografia William Andrews, Syd Cain

    Interpreti e personaggi

    James Mason: Humbert Humbert
    Shelley Winters: Charlotte Haze
    Sue Lyon: Dolores Haze detta "Lolita"
    Peter Sellers: Clare Quilty
    Diana Decker: Jean Farlow
    Jerry Stovin: John Farlow
    Suzanne Gibbs: Mona Farlow
    Gary Cockrell: Dick Schiller
    Marianne Stone: Vivian Darkbloom
    Cec Linder: medico
    Lois Maxwell: l'infermiera Mary Lore
    William Greene: Mr. Swine
    C. Denier Warren: Mr. Potts
    Isobel Lucas: Louise
    Maxine Holden: addetto alla reception dell'ospedale
    James Dyrenforth: Mr. Beale Sr.
    Roberta Shore: Lorna
    Eric Lane: Roy
    Shirley Douglas: Mrs. Starch
    Roland Brand: Bill
    Colin Maitland: Charlie Holmes
    Irvin Allen: assistente ospedaliero
    Marion Mathie: Miss Lebone
    Craig Sams: Rex
    John Harrison: Tom
    Maxine Holden: Miss Fromkiss



    Lolita è un film del 1962 diretto da Stanley Kubrick, tratto dall'omonimo romanzo di Vladimir Vladimirovič Nabokov, autore in prima persona anche della sceneggiatura della pellicola.

    TRAMA


    Nel 1947, il professor Humbert arriva in una piccola città del New England dove lo attende un posto di insegnante di letteratura francese. Cercando alloggio, gli capita una stanza in casa della vedova Charlotte. Il posto non sarebbe molto di suo gusto, ma decide di fermarsi dopo aver visto in giardino la figlia dodicenne di Charlotte, Lolita, dalla quale subito rimane affascinato. Charlotte corteggia Humbert che alla fine, pur di stare accanto a Lolita, accetta di sposare la donna. Dopo qualche tempo, Charlotte muore in un incidente, Humbert e Lolita, che hanno ormai avviato un rapporto amoroso, decidono di lasciare la cittadina e cominciano un viaggio attraverso l'America. Questo viaggio è contrassegnato da momenti sempre più burrascosi e da avvenimenti sempre più esagitati. Lolita ha il controllo della situazione, Humbert dà spesso in escandescenze. Lei un giorno decide di andarsene con un altro. Humbert la ritrova quando aspetta un figlio, le dà dei soldi, poi va dall'uomo che ha determinato il distacco tra loro due. La resa dei conti è crudele e brutale, e Humbert muore in preda ai rimorsi.

    ...recensione...


    Lolita è il quarto film di Kubrick noto al grande pubblico, particolar-
    mente difficile sia nella gestazione che nell’ accoglienza. Su di lui pendeva, infatti, l’obbligo del confronto con l’omonimo romanzo di Nabokov, divenuto un cult dopo gli iniziali problemi di censura. Il trailer dell’epoca recitava: How did they ever make a movie of Lolita? Come a mettere già le mani avanti sulle possibili polemiche. Venne riabilitato successivamente sulla scia del principio di autorialità ma a molti critici Lolita sembrò meno degno di nota rispetto alla metafisica di 2001 o ai classici capolavori come Arancia meccanica e Barry Lyndon.
    La gestazione fu altrettanto controversa: nel 1960 venne proposto a Nabokov di trarre lui stesso la sceneggiatura dal suo romanzo ma il risultato fu un testo di 400 pagine (equivalenti a sette ore di proiezione) che Kubrick dovette rifiutare. Ne venne allora tratta una versione più condensata che copriva solo una parte del romanzo. Alla prima del film, il 13 giugno 1962, Nabokov riconosce il merito del regista e degli attori ma ammette anche che il film è infedele allo script originale come una traduzione di Rimbaud o di Pasternak fatta da un poeta americano (la fonte è Michel Sineux in Positif, n. 277, pag. 59).
    Quando uscì nel 1962 le critiche fioccavano da tutti i giornali: squilibri, mancanza di coerenza nella narrazione, virtuosismi degli attori o attori fuori parte, come Sue Lyon, considerata incolore e senza charme né perversità o come Sellers, figura invadente rispetto all’ombra furtiva che è il personaggio di Quilty nel romanzo. La cosa di cui il film pareva più carente e che premeva di più per problemi di censura era l’analisi oggettiva della malata psicologia di Humbert. Infatti la prima parte del romanzo – che contribuisce a far comprendere la sua perversione adolescenziale – nel film scompare del tutto, tanto da far apparire Lolita non come l’ennesima ninfetta ma come unico oggetto dell’amore di Humbert.
    Kubrick, del resto, non ha mai avuto l’intenzione di trasporre il romanzo (come forse fece Lyne) ma si limitò a farsene, in un certo senso, assorbire portando le tematiche e le “intenzioni” di Nabokov verso le sue personali ossessioni: follia e sublimazione artistica, sesso e colpa, sogno e normalità. Eliminò alcuni personaggi e, soprattutto, cambiò il ritmo pur mantenendo la sequenza narrativa, condensando alcune scene – come il primo incontro tra Lolita e Humbert – e dilatando altre figure caricaturali come Quilty/Sellers. Nella scena del primo incontro, per esempio, Kubrick evita superficiali similarità col romanzo – carico di riferimenti al bagno di sole di Lolita e a metafore marine – e cerca di trovarne di più profonde anche se spesso virate verso il grottesco. La trasformazione emotiva subita da Humbert, descritta nel romanzo come un’onda marina che cresce sotto il suo cuore, è concentrata nel film sul semplice primo piano di Humbert, seguito da una sequenza di riprese più strette di una fin troppo perspicace Lolita montate sulla voce-over del professore che sta già mentendo, a causa di lei, sulla decisione di rimanere. La vis comica emerge nella sequenza immediatamente successiva che rompe completamente la catena degli eventi: Lolita, la madre e Humbert sono in un drive-in e stanno guardando la scena dello smascheramento del mostro nel film di Fisher, La Maschera di Frankenstein, la scena è violenta e i tre gridano scioccati; segue, così, la gag delle mani che condensa la relazione che intercorre fra i tre in maniera perfetta, ovviamente in chiave comica. Potrebbe essere azzardato ma qui sembra che Kubrick giochi a prendere in giro la possibile reazione dello spettatore alla scena precedente (Humbert che guarda Lolita ricambiato, mentre l’ottusa madre non si accorge di nulla) e lo shock emotivo/percettivo che ha innescato. Quello scambio di sguardi pieni di sottintesi è tutt’altro che una manifestazione di quieta normalità e probabilmente ha fatto gridare lo spettatore allo scandalo tanto quanto una scena di smascheramento.
    Dobbiamo anche dire che a scandalizzare lo spettatore può essere solo il tema della pedofilia dal momento che la massima espressione della sessualità che si consuma fra i due è data dalla verniciatura delle unghie dei piedi di Lolita. La cosa non riguarda solo la censura (addirittura per trovare l’avvallo della censura un primo script proponeva di mostrare l’unione di Humbert e Lolita in uno stato americano che autorizzasse il matrimonio con una minorenne ma Kubrick vi rinunciò subito. Ne dà notizia Régine Hollander in CinémAction n. 114, 2005, pag.123) ma è, in effetti, molto kubrickiana, se si pensa alle circostanze o alle impotenze che nei vari film (Eyes Wide Shut, Arancia meccanica, Dr Stranamore) spiegano l’ellissi di un atto che, comunque, quando è mostrato, è più fattore di frustrazione che di gioia. Ma se è pur vero che lo spettatore viene privato, come si disse allora, della “voluttà estetica” e della “croccantezza” (nel senso del gusto del torbido) presenti nel romanzo, è anche vero che questa assenza diventa paradossalmente un valore aggiunto perché segna la profondità e l’acume del film. Tutte le volte che Humbert indossa i panni del padre amorevole, col suo linguaggio gentile e protettivo suona ovviamente falso (noi sappiamo che loro due vanno a letto insieme per cui la sua è evidentemente solo gelosia di un amante) ma l’assenza dell’atto, in fondo, rende Humbert simile a qualsiasi altra variante di maschio, emblema, quasi, di una generale mascolinità in quella società puritana che basava il rapporto ancora sullo schema patriarcale. Per cui il film di Kubrick oltre a rappresentare un’acuta analisi psicologica di un intellettuale debole e doppio – moralista in vetrina ma perverso dietro le mura di casa – ha anche la finezza di un’analisi sociologica in cui si visualizza il possibile destino del maschio nella società patriarcale. In fondo questi opposti – assenza totale e ossessione del sesso – sono i segni di una società schizofrenica che, non riuscendo a padroneggiare la propria onnipresente sessualità (Charlotte, l’insegnante di piano, la vicina di casa nella seconda parte), si trova costretta a tamponarla sotto la coltre della pruderie. Lolita è, poi, un film sulla condizione umana: basterebbe pensare alla derisione da parte di Quilty alla lettura del componimento poetico che Humbert porta con sé nella scena iniziale in cui cerca di esprimere la sua disperazione; quella stessa derisione che Humbert metterà alla lettura della lettera di Charlotte in cui lei gli esprime i suoi sentimenti. Il mondo non sembra essere il posto giusto in cui collocare effusioni e lirismi; prima o poi ciascuno si troverà di fronte alla notte dei sentimenti e alla mancata reciprocità di affetti.
    Nel film ogni personaggio vive replicato nel suo doppio, che rappresenta le sue ossessioni e paure o l’attrazione. Quilty (cioè guilty, colpevole) incarna perfettamente le forme contemporanee della legge – la polizia che controlla la “normalità” di Humbert come nella scena del congresso di polizia (e non di medici come indicava Nabokov) all’Hotel Enchanted Hunters e la psicologia che tende a castrarlo come nella scena del Dr Zemph – ma, nello stesso tempo, è anche guidato dagli stessi suoi istinti, è un clownesco pornografo. Freudianamente è l’Io e il Super-Io di Humbert, la sua natura profonda e la censura sociale. Nella dimensione metafisica e fantastica della seconda parte (dalla morte di Charlotte) Quilty rappresenta perfettamente i diversi gradi della sua paranoia. Anche Lolita ha un suo alter ego nella madre, fonte di repulsione e di rifiuto di ciò che è dozzinale. Nonostante il tema della pedofilia, Lolita è più carnefice che preda del potere dell’adulto/padre/maschio ed è lei stessa a decidere liberamente di affidarsi al suo giovane sposo nel finale. Eppure, così occhialuta e infagottata, con le ciabatte e il ferro da stiro sembra già prefigurare quel futuro da matrona che segnava anche l’odiata madre.
    Il film ha numerose scene alquanto spassose. Le scene di gag che rappresentano il lato grottesco del film sono supportate tutte dallo straordinario Sellers che nella scena iniziale improvvisa un fantastico tour di tutti i generi cinematografici (nel film è un cacciatore di talenti recitativi), facendosi prima senatore romano poi pugile poi ancora macchietta western con l’accento southern. Le altre due scene che valgono tutto il film: Humbert ubriaco, a mollo nella vasca con un improbabile bicchiere galleggiante che accetta con uno sguardo ebete le condoglianze degli amici; Lolita, bimbetta perversa che imbocca dall’alto Humbert con l’uovo della colazione. Da vedere anche solo per questo.
    Recensione in evidenza
    (Costanza Salvi -19 Giugno 2009, http://sentireascoltare.com/)

    (Gabry)





    domina-musica


    Le canzoni dell'estate degli anni 78/84


    summermusic0708_header


    La musica del cuore



    251235291376--00013811
    foto:mediagallery.areavintage.it



    Gloria - Umberto Tozzi


    La canzone tratta dall'album omonimo del 1979, sia il testo che la musica sono state scritte dallo stesso Tozzi e da Giancarlo Bigazzi. Ottenne un enorme successo in tutta Europa, soprattutto in Italia (seconda posizione), Belgio (quinta posizione), Francia e Spagna (prima posizione) e Svizzera (prima posizione per quattro settimane); venne premiata con sette dischi di platino per un totale di circa 700.000 copie. In Austria arrivò alla quarta posizione e in Germania in ottava.

    Il testo italiano è articolato sulla doppia valenza semantica del titolo, inteso sia come sostantivo, sia come nome di donna:

    « ...per me che senza gloria,
    con te nuda sul divano faccio stelle di cartone
    pensando a Gloria. »

    L'esplosivo ritornello, interpretato magistralmente dall'interprete risulta ancora oggi molto coinvolgente:

    « Gloria manchi tu nell'aria, manchi come sale, manchi più del sole.
    Sciogli questa neve che soffoca il mio petto,
    t'aspetto Gloria.
    Gloria, chiesa di campagna,
    acqua nel deserto, lascio aperto il cuore.
    Scappa senza far rumore dal lavoro e dal mio letto,
    dai gradini di un altare, t'aspetto Gloria. »


    Viceversa sono la struttura melodica e l'arrangiamento che rendono questa canzone una delle più conosciute tra quelle italiane del secolo. Il valore del pezzo viene riconosciuto anche negli ambienti della musica colta. Famoso è l'aneddoto dell'allora critico di musica colta del Corriere della Sera, che raccontò di come il grande direttore d'orchestra Von Karajan interruppe un'intervista per ascoltare Tozzi alla radio. E successivamente fu la London Symphony Orchestra a concedere a "Gloria" l'onore di una trasposizione sinfonica di grande effetto che il cantautore inserirà nel 1987 nella raccolta Minuti di un'eternità.

    Gloria è una delle canzoni in lingua italiana più famose e vendute nella storia della musica, oggetto di numerose cover e rivisitazioni nel corso del tempo.

    Nel 1982 ne è stata realizzata una celebre versione da Laura Branigan che raggiunse la posizione #2 nella Billboard Hot 100. Il brano fu cantato in inglese dalla Branigan, con testo curato da Trevor Stanley Veitch, che otterrà anche il primo posto nella classifica dei singoli americana "Cash Box", nel 1983. Risultato prestigioso, riuscito solo ad un altro italiano: Domenico Modugno con Nel blu dipinto di blu.
    Gloria è stata cantata in spagnolo dallo stesso Umberto Tozzi con il testo curato da Oscar Basilio Gómez Diaz, mentre la cantante Sheila interpretò nel 1982 Glori Gloria, la versione in francese curata da Claude Carrère e Jean Schmitt.
    Lena Valaitis (1982) e Tanja Lasch (2011) interpretarono la versione in tedesco curata da Michael Kunze. Una versione in olandese fu cantata da Jo Vally nel 2012.

    Tra gli interpreti italiani si segnalano i Ricchi e Poveri e Fiorello che la incisero nel 1992.
    Versioni strumentali del brano furono interpretate assieme alle loro orchestre da Paul Mauriat (1979) e da Franck Pourcel (1980).
    La fama internazionale di "Gloria" fu consolidata quando apparve citata nella pellicola Flashdance.
    Nel 2013 Martin Scorsese la sceglie come sottofondo per una scena del suo film The Wolf of Wall Street
    Nella traccia These Boots contenuta nell'album Killing Is My Business... And Business Is Good! dei Megadeth, è avvertibile la canzone "Gloria" per alcuni brevi istanti.
    Nel 2014 la canzone in versione inglese viene inclusa nello show-musical Glee, cantata da Adam Lambert, Naya Rivera e Lea Michele.
    La cover di Gloria/Aria di lei della cantante Laura Branigan, è presente nel videogioco del 2015: Metal Gear Solid V: The Phantom Pain. Il gioco è ambientato nel 1985.



    fonte: wikipedia. org