IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 7° ... SETTIMANA 029 ...

LUNEDI' 18 LUGLIO - DOMENICA 24 LUGLIO 2016

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    BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …


    Edizione Giornale Anno 7° SETTIMANA 029 (18 Luglio – 24 Luglio 2016)






    BUONGIORNO GIORNO … BUON LUNEDI’ ISOLA FELICE …


    Lunedì, 18 Luglio 2016
    S. CALOGERO, S. FEDERICO V.

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    Settimana n. 29
    Giorni dall'inizio dell'anno: 200/166
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    A Roma il sole sorge alle 04:52 e tramonta alle 19:40 (ora solare)
    A Milano il sole sorge alle 04:52 e tramonta alle 20:06 (ora solare)
    Luna: 3.29 (tram.) 18.21 (lev.)
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    Proverbio del giorno:
    Dio manda il freddo secondo i panni
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    Aforisma del giorno:
    Se colpisci un bambino, bada di farlo quando sei arrabbiato, anche a costo di storpiarlo
    per tutta la vita: uno schiaffo a sangue freddo non può, né dovrebbe, essere perdonato.
    (George Bernard Shaw)










    RIFLESSIONI



    ... ANGURIA-COCOMERO …
    ... Marco aveva sei anni, ed era in vacanza dai nonni in campagna.
    Gli piaceva tantissimo zappettare nell'orto, raccogliere i pomodori, tagliare l'insalatina.
    Ma la cosa che lo affascinava di più era veder crescere e maturare i cocomeri.
    Erano pochi, una decina, ma grandi e turgidi, e aspettava con ansia il momento in cui sarebbero comparsi a merenda sotto forma di fette rosse e gocciolanti.
    Le mangiava in calzoncini, tuffandoci la faccia e scolandosi addosso quel succo profumato e appiccicoso che sapeva di estate, e poi correva sotto il getto dell'irrigatore per sciacquarsi.
    Poi andava a leggere fumetti appollaiato tra i rami del fico.
    Leggeva Topolino, di solito. Ma fu il giorno in cui gli capitò in mano anche un libriccino dei Peanuts di proprietà dello zio che scoprì il Grande Cocomero. Quello che un fiducioso Linus attendeva invano da sempre.
    Era la vigilia di San Giovanni, la notte dei fuochi. E Marco pensò fosse quella giusta.
    Quando, dopo i festeggiamenti intorno ai falò, tutti se ne andarono a dormire, lui sgattaiolò nell'orto, e si mise ad aspettare.
    Lo trovarono lì, la mattina dopo, addormentato abbracciato a un cocomero, il visino sporco di terra rigato da lacrime secche.
    ''Non è venuto, nonno. Ma perché? Tu sei sempre sincero, e anch'io..''
    Lo zio Mario ci mise un po' a spiegargli che i cocomeri in realtà erano zucche, e che la stagione era quella sbagliata, e che quelle cose succedevano solo in America.
    In braccio al nonno, la testa che ciondolava, Marco disse solo ''io da grande voglio andarci, in America''. E si riaddormentò.
    (Gea)

    … Estate, vestiti colorati, leggeri svolazzanti. Estate, mare per chi ama il caldo, i tuffi in mare e le spiagge assolate. Estate, montagna, per chi invece fugge dal caldo cercando, tra paesaggi e silenziosi angoli, un po’ di refrigerio e di tranquillità. Estate fatta di simboli, oggetti, luoghi oppure cibo. Estate = Cocomero o anguria o melone, come meglio siete abituati a chiamarlo. Credo che una fetta di anguria l’abbiamo mangiata almeno una volta nella vita. Colorata, rinfrescante uno dei simboli dell’estate che maggiormente amo … Buon Luglio amici miei …
    (Claudio)






    Il cocomero

    Il cocomero bianco rosso e verde
    l'ho amato, bimbo, nei barconi quando
    lo recavano in Istria a vele aperte,
    assumendo il mio stesso avo il comando.
    Pianta, strisciando giu per la grillaia
    ti contorcevi nel mutarti in frutto,
    e il bimbo ti vedeva anche dall'aia
    per riportarti nella scia del flutto.
    Il trabàccolo aveva la sua pena
    come la maggior vela un rosso cuore:
    Gesu Cristo, in due nomi: Salvatore
    era l'avo e sua sposa Nazzarena.

    Il cocomero allora era l'Italia
    co' suoi colori bianco rosso e verde. ..
    E quanto a me, tornavo ora da balia
    con la coccarda bianca rossa e verde.
    Oh tempi ancora strani, ancora baldi,
    oh i piu bei giorni della nostra vita
    quando si ricordava Garibaldi
    che viene a noi con la morente Anita.
    Egli è fuggiasco, egli ha tutto donato,
    tutto perduto ed or la donna perde.
    La donna ha sete e non le sarà dato
    che un cocomero bianco rosso e verde..
    (Marino Moretti)




    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    POESIE A TEMA

    Poesie e racconti sulla Estate …

    Il papavero orgoglioso

    In mezzo al biondo grano
    spiccava da lontano.
    Il vento lo cullava...
    lui si pavoneggiava.
    La corolla scarlatta
    di seta parea fatta,
    come lieve vestina
    di gaia ballerina.
    « Del campo sono il re!
    Qual fior simile a me?


    Tu umile pianticella
    sei troppo miserella! ».
    Rispose il fiordaliso
    con tremulo sorriso:
    « È modesto il mio stelo
    ma guardo sempre il cielo.
    Il desiderio mio
    è lodare il buon Dio ».
    I Il papavero con boria
    i disse: «lo vo' la gloria! ».
    In quella. una ventata...
    La corolla è strappata.
    E ogni petalo vano
    si disperde lontano.
    Finì la breve vita:
    la superbia è punita.
    Il fior modesto, invece,
    più degna fine fece;
    un bimbo tutto in riso
    raccolse il fiordaliso;
    e sull'altar di Dio
    depose il fiore pio.
    (L. A. Carini)




    FAVOLE PER LA NINNA NANNA …

    Gino, ZimZim e la casa dei sogni

    C’era una volta in una casina abbandonata un topino di nome Gino dai baffi lunghi e il pelo nero nero.
    Gino se ne stava tutto il giorno a guardare la tv, rosicchiava mobili e non poteva essere più felice, perché aveva trovato finalmente la casa dei suoi sogni. La quiete però non durò a lungo, una mattina mentre squittiva una delle sue canzoni preferite Gino avvertì un rumore dalla cucina, poi dei passi in fondo al corridoio ed ancora delle voci, il cuore gli balzò presto in gola ed andò a nascondersi.
    Con tutto il fracasso che facevano i nuovi inquilini il topino si sentiva triste e non poteva più uscire dalla sua tana.
    Una notte mentre tutti dormivano la zanzara Zim Zim sentì piangere il topino, che nel frattempo si diceva: “Povero me, non potrò più squittire, rosicchiare mobili o saltare sulle pareti”.
    La zanzara premurosa disse: “Non preoccuparti, ti aiuterò io”.
    I gatti randagi appropriandosi della casa avevano preparato trappole per topi ed avevano già inquinato l’aria per far morire zanzare ed insetti.
    Zim Zim e Gino escogitarono un piano, la mattina seguente andarono alla ricerca di uno sciame d’api in grado di farli scappare via.
    La sera quando tutti erano intenti a dormire, le api invasero tutte le stanze dalla soffitta fino al giardino.
    Ai gatti ed ai suoi amici non rimase che correre via il più in fretta possibile. Il topino Gino e la zanzara Zim Zim felici della loro impresa ripresero le loro vite nella casa dei sogni.

    (Maria Teresa La Porta)



    ATTUALITA’


    Pronto R1, il robot che entrerà nelle case.

    Progettato dall'Iit, per essere prodotto su larga scala. Si chiama R1 il robot destinato alla produzione industriale su larga scala per entrare nelle case per lavorare al fianco dell'uomo. Progettato dal gruppo di Giorgio Metta, nell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), R1 è fatto per il 50% di un materiale economico come la plastica, è alto 125 centimetri e può 'allungarsi' fino a 140, magari per afferrare un oggetto su una mensola con le mani a forma di pinza e rivestite di pelle artificiale; non ha gambe ma ruote, ha un corpo bianco e slanciato e la sua faccia è un display scuro che può assumere espressioni stilizzate, come un emoticon.
    Il robot per la casa, rileva l'Iit, , costerà inizialmente come una piccola automobile e in futuro, come prodotto sul mercato, poche migliaia di euro.

    Il nome completo del robot domestico è R1-your personal humanoid ed entro il 2017 il è in programma la messa a punto del modello di produzione e commercializzazione su larga scala, la cui produzione è legata al coinvolgimento di investitori privati.
    Della squadra dell'Iit che lo ha progettato fanno parte 22 giovani ricercatori e tecnici guidati da Giorgio Metta, il 'papà' di iCub, e un gruppo di designer e esperti di entertainment e illustratori di Milano e Barcellona.

    Pesante circa 50 chilogrammi, R1 e è realizzato per il 50% in plastica e per il 50% in fibra di carbonio e metallo. E' il 'fratellino' del famoso iCub, il robot umanoide con il volto di un bambino utilizzato per la ricerca in molti laboratori di robotica di tutto il mondo ed è stato concepito per lavorare nelle case. Potrebbe anche essere utilizzato negli ospedali.

    R1 è unico nel suo genere: hardware e software sono stati sviluppati insieme ed è stato progettato 'su misura' per poter interagire con l'uomo nel modo più produttivo, senza suscitare ansia o paure. Anche il suo corpo è frutto della collaborazione con un gruppo di psicologi.
    (Ansa)





    Al via 'Floranet Life', progetto per salvare 7 fiori rari.

    Presenti nei Parchi Abruzzo Appenninico in pericolo d'estinzione. Conservazione nel proprio ambiente, riduzione dell'impatto turistico e una campagna di sensibilizzazione. Da oggi sette fiori in pericolo di estinzione dell'Appenino hanno un alleato in più: è il progetto "Floranet Life" per la salvaguardia e la valorizzazione di sette specie vegetali rare, dal Giaggiolo della Marsica all'Astragalo Aquilano, presenti nei Parchi Naturali dell'Abruzzo Appenninico.

    Lo comunica Legambiente tra i partner del progetto, cofinanziato tramite lo strumento LIFE della Commissione Europea, insieme al Parco Nazionale della Majella che ne è il capofila, al Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, al Parco Naturale Regionale Sirente Velino e all'Università di Camerino.

    I lavori di 'salvaguardia' si svolgeranno nelle aree Natura 2000 dei tre Parchi dell'Appennino centrale: Majella, Abruzzo e Sirente Velino. Le specie, di interesse comunitario (Direttiva Habitat (92/43/CEE), al centro del progetto oltre al Giaggiolo della Marsica (Iris marsica) e all'Astragalo Aquilano (Astragalus aquilanus) sono: "Scarpetta di Venere" (Cypripedium calceolus); "Adonide Ricurva" (Adonis distorta); "Androsace di Matilde" (Androsace mathildae); "Serratula" con foglie di erba-sega (Klasea lycopifolia); "Senecione" dell'isola di Gotland (Jacobaea vulgaris subsp.gotlandica). Oremo Di Nino, direttore del Parco Nazionale della Majella e responsabile del progetto, ricordando che "si tratta del primo progetto life sulle specie vegetali di Direttiva" nell'Appennino abruzzese spiega che "l'iniziativa rappresenta un concreto passo per la salvaguardia della biodiversità vegetale in Abruzzo, regione verde d'Europa".

    Tra le attività sono previste analisi dei processi di germinazione del germoplasma (i semi) delle specie bersaglio, raccolti nei siti dei parchi della regione Abruzzo e nell'ambiente circostante, una riorganizzazione dei flussi turistici vicino ai siti di crescita e attività di formazione nelle scuole, realizzando aiuole con le specie interessate. ‬
    (Ansa)





    Al via Cantiere d'arte di Montepulciano, Tra natura e tecnologia.

    Dedica ricordi a Hans Werne Henze. Si è aperto il quarantunesimo Cantiere Internazionale d'Arte che quest'anno si è dato un tema musicalmente particolare ''Tra natura e tecnologia'', per interrogarsi in che punto siamo noi uomini oggi tra questi due poli, come spiega il direttore artistico Roland Boer, e tra gli eventi più originali è previsto domani sera ''Suoni Stampati Suoni Impressi'', performance allestita presso la Tipografia Madonna delle Querce di Montepulciano, con i tipografi diventano musicisti con le loro vecchie macchine da stampa che interagiscono con un quartetto di ottoni Free Chamber Brass, che ideato e esegue l'evento. Alle ritmiche ostinate delle rotative si accompagnano i suoni improvvisati di trombe, flicorni, corni e tromboni per un concerto inedito: ''La tipografia è il luogo dove si replica il pensiero - spiegano gli autori - e questo processo produce rumore, un rumore che talvolta può essere breve e intenso, talvolta denso, continuo e assordante. La presenza della musica, dei suoni, è allo stesso tempo un collante, un elemento conciliante e una finestra verso la peculiare raffinatezza del pensiero umano. Ogni momento è un momento creativo ed espressivo, la performance sarà la sintesi di un percorso artistico, nel momento in cui accade, un continuum musicale fra improvvisazione e composizione''.
    Al centro della manifestazione quest'anno un ricordo del compositore Hans Werner Henze, suo fondatore e creatore scomparso nel 2012 e che avrebbe compiuto quest'anno novanta anni. Tra le altre cose sarà riprposta anche la sua celebre favola in musica ''Pollicino'', nata proprio per Montepulciano nel 1980 e che avrà questa volta la regia di Marina Bianchi il 29, 30 e 31 luglio. Sabato 23 invece sarà al volta del balletto di Henze ''L'usignolo dell'imperatore'' eseguito dall' RNCM-Royal Northern College of Music di Manchester Ensemble diretto da Alessandro Ferrari, con Gioele Del Santo primo ballerino e coreografie e costumi di Maria Stella Poggioni. Altro appuntamento di rilievo sabato 22 luglio, il ''Dido e Aeneas'' di Purcell in un allestimento di quest'opera mitologica pensato per lo stupendo Tempio rinascimentale di San Biagio, ai piedi del colle di Montepulciano, che avrà la regia di Michael Kerstan pensata per coinvolgere e immergere lo spettatore i n modo totalizzante nei suoni dei solisti, del coro e dell'orchestra Modus Ensemble guidata da Mauro Marchetti.
    Ad aprire il cartellone è stata il 15 e 16 luglio la prima assoluta al Teatro Poliziano di ''Icarus'', un'opera commissionata dal Cantiere a David Blake (che festeggia gli 80 anni) e Keith Warner (che firma ance la regia) e che vedrà sul podio lo stesso Boer con la Rncm Chamber Orchestra, cui seguirà un recital del soprano Susan Bullock su arie sempre di Blake e Warner. Stessa orchestra e direttore per il concerto di chiusura in piazza con musiche di Beethoven, Honnegger e altri. Per le vie del centro storico di Montepulciano sino al 31 luglio vive l'allestimento di ''Reincarnazioni'', esposizione di sculture realizzate con materiali di recupero dal senese Gianni Fanello, che con lamiere saldate, rame levigato e pezzetti di metallo compone piante bizzarre ed eccentrici animali. Il Cantiere è sostenuto da Comune di Montepulciano, MiBACT, Regione Toscana, Banca Valdichiana, Conad, Consorzio Nobile di Montepulciano, Terme di Montepulciano, Estra, Cantine Contucci.
    (Ansa)




    ANDIAMO AL CINEMA!!!!




    Un mercoledì di maggio




    locandina


    Un film di Vahid Jalilvand. Con Niki Karimi, Amir Aghaei, Shahrokh Foroutanian, Vahid Jalilvand, Borzou Arjmand.


    Vahid Jalilvand riesce a conferire ai suoi personaggi una statura umana quanto simbolica, senza cadere nella predica fine a se stessa.
    Marco Chiani


    Su un quotidiano di Teheran appare uno strano annuncio: un uomo di nome Jalal vuole donare una grossa somma di denaro ad un bisognoso. Intanto che la polizia cerca di tenere a bada la folla desiderosa di ricevere il premio, conosciamo le precarie condizioni di vita di due donne: Leila, ex fidanzata di Jalal, ha bisogno di quei soldi per pagare le cure del marito gravemente malato mentre Setareh, una giovane sposata all'insaputa dei suoi tutori, con la stessa somma potrebbe far rilasciare il compagno ingiustamente detenuto in carcere.
    La fiducia nell'uomo che, vedendosi nei bisogni dell'altro, tenta di alleviarne le sofferenze è il tema di un film in cui la critica sociale si mescola ad un discorso tanto vasto da sembrare eccessivamente teorico. In due parole, Un mercoledì di maggio è un chiaro invito a fare, ad impegnarsi per superare le mancanze di un ordinamento statale e di una struttura culturale che negano o sono incapaci di assistere e di dare libertà.
    Con un pizzico di furberia e una certa scioltezza di racconto, Vahid Jalilvand riesce quasi sempre a conferire ai suoi personaggi una statura umana quanto simbolica, senza cadere nella predica fine a se stessa: un po' meno, in realtà, gli riesce con Jalal, differentemente dalle due donne, più imparentato con una qualità morale tout court che con il respiro di un uomo vero. Ma il sapore dell'allegoria sofferta, alla lunga, si fa sentire ed ingolfa il ritmo di un lavoro troppo alla ricerca di situazioni significative e di caratteri esemplari per dimostrare la sua tesi sulla "social catena". Difatti, più che i percorsi dei tre personaggi principali, tamponati da quello sguardo tipico del cinema iraniano contemporaneo, viene a galla un sentire morale che si riflette sulla descrizione di una contingenza storica e geografica precisa eppure universale. Ognuna delle persone che aspetta sotto all'ufficio di Jalal, del resto, è latrice di una vicenda di ingiustizia o di un bisogno, e potrebbe essere in quello stesso momento e in quel luogo così come in qualsiasi altro.
    Ancora un cinema di donne, di storie private che si aprono al pubblico riuscendo invero a rivelarlo fino in fondo, quello di Vahid Jalilvand fa tesoro di situazioni già ampiamente sfruttate dai film di illustri connazionali, spingendo di più sulla partecipazione sentimentale che sul realismo fenomenologico. Peccato che la parte finale, dedicata a Jalal e alle sue motivazioni, sia sfibrata e inadatta a chiudere degnamente il cerchio.


    (Lussy)





    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …



    UN LIBRO...UN AUTORE


    “Dove c’è dolore c’è anche rimedio,
    dove c’è solitudine possono nascere nuove amicizie;
    dove c’è rifiuto, si può trovare di nuovo l’amore.”


    Innamorarsi. Istruzioni per l'uso


    di Cecilia Ahern


    Christine ha trentatré anni, una faticosa rottura sentimentale in corso, qualche difficoltà sul lavoro e un’abnorme fiducia nei consigli dei manuali di autoaiuto. Ma quando sull’Ha’penny Bridge di Dublino, una sera d’inverno, vede un uomo disperato sul punto di buttarsi nel fiume Liffey, le tocca mettere da parte le proprie insicurezze e affrontare quelle altrui. Perché quella notte, nei confronti dello sconosciuto che vuole farla finita, ha una reazione istintiva, e senza neanche sapere come si trova a stringere con lui un patto folle. Il bellissimo Adam accetta di vivere fino al trentacinquesimo compleanno, e Christine ha solo due settimane di tempo per dimostrargli che non è mai troppo tardi per potersi innamorare ancora. Della vita, e forse non solo. Tra ex fidanzate che rivogliono quello che hanno perso e segreti di famiglia rivelati dopo anni, lacrime di commozione e abbracci che comunicano quello che a parole non si riesce a dire, vivremo assieme a Christine le due settimane più inaspettate ed emozionanti della sua vita. E ogni volta che lei avrà addosso lo sguardo blu ghiaccio di Adam, sentiremo il nostro cuore battere forte assieme al suo.

    “Dove saremmo senza i domani? Ci resterebbero solo gli oggi. E se dovesse succedere questo con te, vorrei che il giorno più lungo fosse oggi. Riempirei il giorno di te facendo tutto ciò che amo. Potremmo ridere, parlare, ascoltare e imparare, e amare, amare, amare. Farei in modo che tutti i giorni fossero oggi e li passerei tutti con te, e non mi preoccuperei mai del domani, di quando non sarò con te. E quando arriverà per noi il temuto domani, sappi per favore che non volevo lasciarti, o essere lasciata indietro, e che ogni singolo istante passato con te è stato il più bello della mia vita.”


    ..recensione..



    Sono convinta che ognuno di noi ha già un destino prestabilito fin da quando nasce. Possiamo ribellarci, far finta di nulla, ma poi lui prepoten-
    temente si presenta e a noi non resta altro che piegarci alla sua volontà. Per quanto riguarda Adam, penso che questo sia ciò che lo riguarda. Prendere atto che la vita non è quella che si è sempre pensato fosse, o potesse essere, ma accettare che qualcosa di nuovo, nel suo caso specifico ciò che non si è mai voluto, sia il suo futuro. Una variazione che non è disposto ad accettare ma che invece lo porterà a vedere la vita in modo diverso.
    Christine è un’anima che in un momento di cambiamento definitivo della sua esistenza si ritroverà ad essere nel posto giusto al momento giusto (la penso proprio così, non ho sbagliato a scrivere!). Queste coincidenze le permetteranno, sicuramente di aiutare gli altri, ma soprattutto di fare un’attenta valutazione di se stessa.
    Affrontare il suo passato, le sue scelte, mettersi a volte in stand by per assistere gli altri, essere sempre disposti a sostenere gli amici in caso di bisogno, essere disposte a esporsi per salvare qualcuno. Ma alla fine chi protegge chi? Ci sono domande che troveranno risposte nel mentre della lettura. Due per me fondamentali. Perché si ritrova in quei posti a tarda notte? Cosa la spinge ad affrontare quelle persone mai viste prima?


    Tra calcoli di probabilità e manuali d’istruzione si alterneranno momenti drammatici, in cui è necessario chiedere aiuto e aggrapparsi a qualcuno che non si conosce ma che improvvisamente comprende il proprio dolore, le proprie paure, le proprie sconfitte, a momenti di condivisione delle proprie aspettative e di ciò che si è realmente, a quelli divertenti in cui è impossibile non ridere, per arrivare a quelli infinitamente romantici.
    La Ahern come autrice ha una delicatezza nel narrare temi delicati che non infastidiscono la lettura ma anzi la rendono particolarmente affascinante, arrivandoti dritta al cuore. Un viaggio introspettivo, con un tocco di puro romanticismo che l’ha reso ancora più bello. Per nulla scontato sono riuscita dalle parole a fantasticare d’immaginazione e dare “vita” a ciò che accadeva. (http://crazyforromance.blogspot.it/)



    CECELIA AHERN è nata a Dublino nel 1981 e ha scritto a soli ventun anni il suo primo romanzo, P.S. I love you, che ha ottenuto uno straordinario successo internazionale e da cui è stato tratto l’omonimo film con Hilary Swank. Da allora Cecelia non ha mai smesso di scrivere. I suoi romanzi, tutti bestseller, sono disponibili nel catalogo BUR: P.S. I love you, Scrivimi ancora, Se tu mi vedessi ora, Un posto chiamato Qui, Grazie dei ricordi, Il dono, Il libro del domani, Cose che avrei preferito non dire e I cento nomi.

    (Gabry)





    domina-musica


    Le canzoni dell'estate degli anni 78/84


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    La musica del cuore


    triangolo
    foto:significatocanzoni.it


    Renato Zero - Triangolo

    Triangolo/Sesso o esse è un singolo di Renato Zero pubblicato nel 1979 dalla RCA Italiana - Zerolandia in formato 7", estratto dall'album Zerolandia.

    Triangolo è una delle più celebri canzoni del cantautore italiano. Il brano deve la sua notorietà alla grande presenza di doppi sensi, non nuovi nei testi dell'artista, e alla trasgressività del testo. La prima trasmissione radiofonica del brano risale al 10 ottobre 1978. Il brano rimase in classifica per 13 settimane complessive, fino al 6 gennaio 1979. Il brano, scritto da Renato Zero per il testo e da Renato Zero-Mario Vicari per la musica, è caratterizzato da un ritmo ballabile e una musica pop caratteristica del periodo.

    Il testo racconta di un uomo che accetta un invito a casa da parte di una donna. L'uomo immagina che la serata si concluderà con un piacevole rapporto amoroso tra i due («...il pretesto, lo sai, quattro dischi e un po' di whisky...»). Tuttavia, a casa della donna trova anche un altro uomo. Dapprima, il protagonista si mostra scandalizzato dalla proposta indecente dell'esperienza del triangolo sessuale ("Ora spiegami, dai! / l'atteggiamento che dovrò adottare... / mentre io rischierei, / di trovarmi al buio fra le braccia lui... / ... non è il mio tipo!!"), mentre sul finale della canzone si dimostra possibilista («..Si potrebbe vedere... si potrebbe inventare...») e finisce per ammettere "Il triangolo io lo rifarei... / Lo rifarei!".

    È stato utilizzato nella colonna sonora del film Ma l'amore... sì!, diretto da Tonino Zangardi e Marco Costa nel 2006.


    fonte: wikipedia.org