IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 7° ... SETTIMANA 026 ...

LUNEDI' 27 GIUGNO - DOMENICA 03 LUGLIO 2016

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    BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …


    Edizione Giornale Anno 7° SETTIMANA 026 (27 Giugno – 03 Luglio 2016)






    BUONGIORNO GIORNO … BUON LUNEDI’ ISOLA FELICE …


    Lunedì, 27 Giugno 2016
    S. CIRILLO D'ALESS.

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    Settimana n. 26
    Giorni dall'inizio dell'anno: 179/187
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    A Roma il sole sorge alle 04:38 e tramonta alle 19:49 (ora solare)
    A Milano il sole sorge alle 04:36 e tramonta alle 20:16 (ora solare)
    Luna: 11.54 (tram.)
    Luna: ultimo quarto alle ore 19.21.
    --------------------------------------------------
    Proverbio del giorno:
    Chi non risica, non rosica.
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    Aforisma del giorno:
    Ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo
    al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata.
    (S. Paolo)










    RIFLESSIONI



    ... CIAO BUD …
    ... Non c’è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo.

    Ho bisogno di credere perché – nonostante il mio peso – mi sento piccolo di fronte a quello che c’è intorno a me. Se non credo sono fregato. A una conferenza ho detto: “Non esiste al mondo un uomo o una donna che non ha bisogno di credere in qualche cosa”. Un ragazzo si è alzato dicendo: “Io sono ateo!”. “Bene”, gli ho risposto, “lei allora crede che Dio non esiste, quindi crede in qualche cosa”.

    Non ho mai rincorso le donne degli altri perché non riesco a entrare negli armadi quando i mariti tornano all’improvviso.

    La mia regola di vita è “Futtetinne”.

    Nella vita non ho più ambizioni perché ho fatto davvero di tutto, tranne il ballerino classico e il fantino.

    Mia moglie Maria è un carro armato! Complementari e sempre affiatati, non abbiamo mai litigato in modo serio in vita nostra.
    In amore occorre essere sicuri dei propri sentimenti e mettere in conto che è impossibile sapere se l’altro ti ama davvero o meno.
    bud-spencer1Anche gli angeli mangiano fagioli…
    “Mangio, dunque sono”, perché non solo siamo quello che mangiamo, ma se non mangiamo non siamo e non pensiamo.

    Ho sempre rifiutato le offerte teatrali, perché ritengo che il vero attore sia quello di teatro, che apre il palcoscenico e, se sbaglia una sillaba, viene buttato fuori dal pubblico. Nel cinema, al quarantesimo ciak, anche una scimmia riesce a fare bene la scena.

    Io distinguo due tipi di successo: quello che ho avuto nello sport e quello nel cinema. Il primo è mio e non me lo leva nessuno. Il secondo è quello che il pubblico ha deciso di darmi e che mi ha permesso di fare 120 film.
    (Lina Tridenti).

    … Spesso l’aspetto fisico inganna; a volte dietro esili figure si nascondono persone e personalità complesse, spigolose e forti; altre dietro fisiscità imponenti ed importanti cuori gentili, mani sempre spalancate per abbracci e per sostenere quando sei in difficoltà. Il cuore non è proporzionale alle dimensioni del fisico, la profondità dell’anima è totalmente svincolata da esse. Passavo le mie ore al cinema, poi in tv, a guardare quelle spalle enormi, quei movimenti a volte goffe di un uomo gigantesco nelle movenze e negli slanci di cuore. Pugni, erano quelli che lo resero famoso; ma la sua bellezza di animo e gentilezza faceva si che chi vedeva quei pugni roteare e stendere i nemici sul set del film non pensava alla violenza, ma ad una divetita e divertente voglia di far sorridere. Bud Spencer era l’amico buono di tutti, era il gigante che tutti avrebbero voluto avere al proprio fianco. Senza il pericolo di essere retorico, dico che “ci mancherai”; ogni volta che vedo in questi giorni in tv un suo film provo un magone ed un nodo alla gola. “Si può essere leggeri anche se si ha un fisico così imponente; si può essere delicati anche se si usano pugni. Un uomo che riesce a trasmettere pensieri positivi in tutti nessuno escluso, non può non essere ricordato in eterno. Ciao Bud … gigante buono sei andato via un attimo fa e già sembra una vita! … Buon Giugno amici miei …
    (Claudio)






    Bud Spencer, un'onda di commozione popolare per il gigante buono

    Tanti ricordi d'infanzia sui social, domani a Roma i funerali. In tanti scrivono dalla Germania, dagli Stati Uniti, dalla Slovacchia, dalla Spagna, mio eroe, mia adolescenza, grazie. La scomparsa di Carlo Pedersoli, Bud Spencer, a 86 anni, sembra riportare indietro nel tempo tutti. La sua popolarità è stata enorme, la morte la riaccende in un impeto di commozione popolare e nostalgia che davvero colpisce. Un abbraccio a quel gigante buono e gentile che ha fatto sorridere, riempito i cinema e sbancato gli ascolti tv nella coppia con Terence Hill. ''Ho perso il mio amico più caro, sono sconvolto" ha detto lunedì sera Terence che per venti anni si era dato botte, finte, con Bud senza mai litigare davvero, formando uno di quei duo artistici immortali, i nostri Stanlio e Ollio.
    Su Facebook e Twitter è un continuo affiorare di ricordi, immagini, battute, foto. La famiglia Pedersoli, ringrazia di tanta attenzione, forse persino più di quella che potevano immaginare. Ecco così oltre la camera ardente di oggi al Campidoglio, dalle 10 alle 19, anche i funerali giovedì alle 12 saranno nel luogo dell'affetto popolare, la Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo. Il lutto arriva a riguardare un'intera cittadina, Schwaebisch Gmund, del Baden Wuerttemberg che aveva intitolato all'attore italiano la piscina comunale che lo stesso Carlo Pedersoli, ex campione di nuoto, aveva inaugurato. I giornali stranieri lo ricordano con affetto e anche l'Osservatore Romano, il giornale della Santa Sede, pubblica un articolo su Spencer e il suo 'pugno di risate'.
    Persone ricordano di aver visto per 10 giorni di fila al cinema un loro film, altri associano Bud Spencer direttamente ai giorni felici dell'adolescenza quando si rideva spensierati, altri rammaricano un pezzo d'infanzia che se ne va. ''Ricordo i tuoi film che vedevo con il mio nonno..e come Rideva.!! Hai reso la mia infanzia più felice e ti ricorderò per sempre grande Bud!!..ti voglio bene!'' si legge tra le migliaia di messaggi postati sulla pagina Bud Spencer Official.
    Mentre l'America aveva Spiderman il nostro supereroe era Bud Spencer, per niente distante però ma quasi un amico di famiglia, certamente uno con cui passare pomeriggi interi di sane risate spensierate. Twitter si riempie di ricordi di personaggi noti, l'hashtag #ciaobud e #BudSpencer è più forte dell'Italia a Euro 2016 e anche il portierone della nazionale, Gigi Buffon twitta: ''Nei miei ricordi di bambino c'eri tu''. Dall'America Russell Crowe che proprio a Cannes per The Nice Guys lo aveva citato scrive 'my heart goes out to your family', e poi politici - da Renzi a Gasparri, al ministro tedesco degli esteri - sportivi - dalla Lazio di cui era tifoso a Filippo Magnini e tantissimi colleghi. Alessandro Gassmann scrive 'grazie per il divertimento che mi hai regalato da bambino', Lorenzo Jovanotti ricorda 'una vita a farci sentire bene', Gabriele Muccino ringrazia 'per l'infanzia solare nella quale ci hai accompagnati'. Ma è solo una parte dell'onda d'affetto per Bud il gigante.
    (Ansa)




    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    POESIE A TEMA

    Poesie e racconti sulla Estate …

    Afa

    Tintinnano le api nei campi fra il gran saraceno,
    fra i cetriuoli e le aiuole d'aneto.
    Languisce dall'afa il ponte di ferro,
    ne tralucono i perni arroventati.
    Non si alzano uccelli nel cielo,
    né nubi dalla fronte tondeggiante.
    Come una serpe striscia al fiume a dissetarsi
    il giallastro sentiero tutto macchie.
    Il caldo arrossa nei sentieri dell'estate
    solo una guancia alle rotonde mele.
    (V. Bokov)




    FAVOLE PER LA NINNA NANNA …

    Il fiore, l'albero e la luna

    C’era una volta un piccolo fiore nato sotto le fresche fronde di un ciliegio, che lo riparava dalla grandine e dalla pioggia. I due si volevano molto bene e passavano intere giornate a raccontarsi storie e a descrivere ciò che vedevano. Il ciliegio raccontava fantastiche storie di stelle cadenti che lasciavano una scia dorata nel cielo, di arcobaleni colorati che illuminavano l’orizzonte e della luna che, come una mamma affettuosa, contemplava dall’alto tutte le creature della terra; il fiore invece descriveva la stupenda vita del suolo, ricca d’incontri con animali interessanti, parlava del bruco che progettava di diventare farfalla, del grillo che rallegrava le giornate col suo canto. Sembrava andare tutto bene ma non molto tardi il piccolo fiore s’intristì, anche lui desiderava ammirare la luna, le stelle e l’arcobaleno dopo una giornata di pioggia.
    Un giorno una bimba che abitava lì vicino si andò a fermare proprio sotto l’albero di ciliegio e vide ai suoi piedi il bel fiorellino e le sembrò peccato che un cosi bel fiore dovesse rimanere nascosto dalla folta chioma dell’albero e decise di coglierlo e di portarlo a casa sua. Arrivati a casa, il fiore fu messo in un vaso e poggiato sul davanzale della finestra. All’inizio era impaurito ma, arrivata la sera, non poté credere ai suoi occhi: di fronte a lui la luna splendeva di una luce chiarissima e allegra che avvolgeva l’intero paesaggio.
    Passò la prima notte, la seconda, la terza e il fiore era felicissimo della sua nuova vita, poteva conoscere tutto quello che fino ad allora aveva solo potuto immaginare, fin quando scorse lontano il suo amico albero, dall’aria triste. La notte successiva il fiorellino chiese alla luna: "Oh luna, tu che sei così in alto e che osservi tutti, sai dirmi perché il mio amico albero è cosi triste?" e lei rispose: "Caro fiorellino, il tuo amico è cosi triste perché adesso si sente solo, non c’è nessuno che gli racconti la straordinaria vita del suolo che a lui piace tanto ma che purtroppo non potrà mai vedere". Il fiore si senti cosi male per il suo amico che la notte seguente chiese di nuovo aiuto alla luna: "Oh luna, tu che sei cosi buona, ti prego, aiuta il mio amico albero a non sentirsi più solo", così la luna diresse i suoi raggi ai piedi dell’albero e in un batter d’occhio spuntò dal terreno un piccolo fiore.
    Finalmente adesso anche il ciliegio è felice perché c’è di nuovo qualcuno che possa raccontargli e descrivergli ciò che lui non può vedere e ancora oggi il fiorellino, dall’alto del davanzale, parla con la luna che racconta fantastiche storie di pianeti e costellazioni lontane…

    (Marco Tarantino)



    ATTUALITA’


    Dalle api ai rospi, animali che profumano come cibi.

    Feromoni, tossine e ghiandole producono effetti 'a sorpresa'. Passeggiare nella natura e sentire profumo di popcorn o burro d'arachidi: non ci sono chioschi di fast food inaspettati, ma potrebbero semplicemente essere nei dintorni determinati animali. Sono tante le specie che "profumano" come cibi, dalle api ai rospi.

    Le formiche gialle - conosciute non a caso anche col nome di formiche citronella - non sono solo invadenti e indesiderate ospiti dei giardini di casa ma se uccise o attaccate emettono una sostanza che profuma di limone.

    Di agrume, di mandarino per la precisione, sa l'alca minore crestata, un uccello che vive sulle coste sul Pacifico di Russia, Giappone, Alaska, Nord America, Messico. Un odore talmente forte, emesso in particolare nella stagione degli amori, che è percepibile dagli umani anche a distanza.

    Non tutti sanno che le api rilasciano un feromone che sa di banana, ma se capitasse di sentirlo meglio correre ai ripari perché la sostanza serve da richiamo ad altre api in situazioni di pericolo.

    Una particolare specie di rospo americano emette invece un odore che mai ci si aspetterebbe da un anfibio: se sotto stress produce una secrezione che profuma di burro d'arachidi. Ma l'effetto sull'uomo non è piacevole in quanto altamente irritante, soprattutto per gli occhi. A esalare odore di popcorn è l'urina di un particolare mammifero asiatico: il binturong (o gatto orsino), che vive in Cina, Indocina, Indonesia e Filippine.

    Gli insetti stecco nemmeno sono molto invitanti, ma ce n'è uno in particolare, di colore verde bluastro che vive in Australia, che quando è disturbato spruzza una sostanza lattiginosa dal forte odore di menta. Decisamente poco attraente anche il millepiedi a macchie gialle (popola le foreste della costa nordamericana sul Pacifico): la sua tossina (non pericolosa per l'uomo) ha l'odore dolciastro delle mandorle.

    Dolce, ma solo nel profumo, è anche l'estratto delle ghiandole anali di castoro: sa di vaniglia. Viene usato nelle preparazioni di profumi e sigarette, ma anche in cibi e bevande indicato come "aroma naturale".

    Il testa di rame, una specie di serpente velenosa che si trova in Nord America, se toccato (ma è meglio non provarci) emette un odore che sa di cetriolo.

    Lo stesso profumo ha un animale completamente diverso: è il raro pesciolino californiano "Delta smelt", la cui popolazione è stata fortemente decimata dalla siccità che sta colpendo lo Stato americano.

    Il kakapo, un pappagallo notturno neozelandese, incapace di volare, è facile da "seguire" (anche da parte dei predatori purtroppo) perché profuma di miele.

    Vera piaga per chi se le ritrova in casa, le cimici da letto producono un feromone che sa di coriandolo: chi sente questo odore in camera farebbe meglio a fare una disinfestazione.

    Di tutt'altro sa la farfalla ammiraglio: si nutre dei fiori di Gaultheria odorosa, pianta chiamata anche "Wintergreen", e per questo ne prende il caratteristico profumo.
    (Ansa)





    L'Italia in prima fila per realizzare uno spazioporto.

    Primo passo l'accordo fra Enac e Asi con agenzia aviazione Usa. L'Italia è in prima fila in Europa per 'aprire' ai voli del futuro, da quelli suborbitali capaci di collegare Roma e New York in un'ora fino al turismo spaziale. Ad aprire la via è il memorandum di cooperazione firmato oggi a Roma dal presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston, e dal vicedirettore generale dell'Ente Nazionale Aviazione Civile (Enac), Benedetto Marasà, con George Nield, direttore associato per il Trasporto spaziale commerciale dell'Agenzia federale degli Stati Uniti per l'Aviazione (Faa).

    L'incontro, al quale ha partecipato il responsabile per le attività spaziali del ministero degli Affari Esteri, Fabrizio Nicoletti, è stato organizzato da Roberto Vittori, astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), generale di brigata dell'Aeronautica Militare e addetto per le attività spaziali presso l'Ambasciata Italiana a Washington. "L'aerospazio è destinato a un'evoluzione analoga a quella del trasporto aereo", ha rilevato Vittori.
    "Impossibile prevedere i tempi per realizzare uno spazioporto in Italia, potrebbero essere necessari da 3 a 5 anni: tutto dipende dal sistema di reazioni a livello politico, tecnologico e dell'industria capaci di porre l'attenzione su questo tema", ha detto Battiston a margine dell'incontro.
    L'industria, dal canto suo è decisamente interessata: "abbiamo identificato due o tre possibili siti nelCentro e nel Sud Italia", ha detto a margine dell'incontro Vincenzo Giorgio, amministratore delegato della Altec, la società nata dalla collaborazione fra Thales Alenia Space (Thales-Leonardo Finmeccanica) e Asi.
    Si apre così anche per il nostro Paese la prospettiva di essere fra i protagonisti di un settore con un volume di affari per miliardi di dollari e che Nield ha definito "un'area quanto mai entusiasmante".

    Il primo passo è trovare un'intesa a livello di regolamenti: "Insieme alla Faa e all'Asi ci incontreremo per adeguare regole comuni", ha rilevato Marasà. E' il primo passo per collaborare con i privati attivi in questo campo molti dei quali hanno già contratti con la Nasa, come Virgin Galactic, Blue Origin, Bigalow, Space X, Orbital Atk. ‬
    (Ansa)





    Maturità: colloquio orale, quando sarà?

    Ecco come si organizza il calendario. Ormai gran parte dell’esame è stato svolto: manca ancora l’ultimo ostacolo, il più temuto: il colloquio orale. Ad aumentare l’ansia dei ragazzi contribuisce il fatto che, per il colloquio orale, non esiste una data di inizio uguale per tutte le scuole: a dare tutte le indicazioni, poco prima della data fatidica, è la commissione. E’ proprio questa infatti a stabilire, tramite sorteggio, il calendario degli esami orali. Tutte le indicazioni riportate da Skuola.net.

    L’INIZIO DEGLI ORALI – Le date dei colloqui sono solitamente decise dalla commissione d’esame in seduta plenaria, che avviene pochi giorni prima dell’inizio della maturità. In genere i colloqui iniziano una settimana dopo la fine degli scritti e ne viene data comunicazione tramite affissione nella bacheca della scuola.

    CHI SARÀ IL PRIMO? - Per quanto riguarda l’ordine dei candidati che dovranno presentarsi al colloquio, qualche giorno prima dell’inizio degli esami, la commissione estrae a sorteggio la lettera che corrisponde all’iniziale del cognome del candidato a cui toccherà l’amara sorte di dare il via ai colloqui. Da quella lettera si procede seguendo un ordine alfabetico. Secondo quanto indica il regolamento ministeriale delle prove dell'esame di Stato: "Durante la riunione plenaria o in una successiva, appositamente convocata, le commissioni definiscono la data di inizio dei colloqui per ciascuna classe/commissione e, in base a sorteggio, l'ordine di precedenza tra le due classi/commissioni e, all'interno di ciascuna di esse, quello di precedenza tra candidati esterni ed interni, nonché quello di convocazione dei candidati medesimi secondo la lettera alfabetica. È, altresì, determinata la data di pubblicazione dei risultati, che deve essere unica per le due classi/commissioni. AI fine di evitare sovrapposizioni e interferenze, i presidenti delle commissioni che abbiano in comune uno o più commissari interni concordano le date di inizio dei colloqui senza procedere a sorteggio della classe".

    COLLOQUI INTERROTTI - Come in ogni cosa, esistono dei casi particolari. Per esempio, può accadere che i colloqui vengano interrotti da prove suppletive degli scritti. In questo caso, i colloqui riprenderanno il giorno successivo la loro fine, anche se questo corrispondesse al sabato.
    (Ansa)




    ANDIAMO AL CINEMA!!!!




    La pazza gioia




    locandina


    Un film di Paolo Virzì. Con Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Tommaso Ragno, Bob Messini.


    Paolo Virzì fonde ironia, buonumore e dramma in un on the road movie che guarda al mondo femminile con una sensibilità non usuale.
    Giancarlo Zappoli


    Beatrice Morandini Valdirana ha tutti i tratti della mitomane dalla loquela inarrestabile. Donatella Morelli è una giovane madre tatuata e psicologicamente fragile a cui è stato tolto il figlio per darlo in adozione. Sono entrambe pazienti della Villa Biondi, un istituto terapeutico per donne che sono state oggetto di sentenza da parte di un tribunale e che debbono sottostare a una terapia di recupero. È qui che si incontrano e fanno amicizia nonostante l'estrema diversità die loro caratteri. Fino a quando un giorno, approfittando di una falla nell'organizzazione, decidono di prendersi una vacanza e di darsi alla pazza gioia.
    Paolo Virzì, con la collaborazione di Francesca Archibugi alla scrittura, ha lasciato il freddo Nord di Il capitale umano per tornare nell'amata Toscana che gli consente di fondere, come solo lui sa fare, ironia, buonumore e dramma muovendosi tra le diverse temperature emotive con una sensibilità che si fa, film dopo film, sempre più acuta e partecipe delle sorti dei personaggi che porta sullo schermo. Si sono già scritte nel passato pagine e riflessioni su un Virzì erede della commedia italiana degli Anni d'Oro ma quello che si può aggiungere ora è che al suo personale capitale di autore si è aggiunta una capacità di sguardo sul mondo femminile che nel cinema italiano diretto da uomini non è per nulla usuale.
    Sarà forse perché sa scegliere le sue interpreti (Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti sono entrambe straordinarie, ognuna a suo modo, nello scavare in personaggi non facili da rendere tenendo la retorica a dovuta distanza). Sarà perché nel film si sente la verità iniettata (questo è il termine giusto visto che di medicinali si tratta spesso) grazie a una lunga ricerca sul campo su un disagio sociale che si traduce in un disagio psichico. Sarà anche perché si avverte l'attenzione partecipata ad ogni singolo dettaglio in un film in cui si capisce che anche l'ultima comparsa si è sentita parte di un progetto condiviso. Un progetto che vuole porre in evidenza la condizione di questo particolare tipo di donne condannate da una vita in cui hanno sbagliato trovandosi poi però dinanzi a terapeuti ed assistenti sociali che ogni giorno gli sono accanto e combattono con le loro patologie ma anche con visioni banalmente punitive che nulla hanno a che vedere con il recupero sociale. Riuscire a dire tutto ciò (e anche molto di più) in un on the road in cui si ride, si sorride e ci si commuove non era impresa facile. A Paolo Virzì è riuscita da maestro.


    Video


    (Lussy)





    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …



    "Essere senza parole è dire niente e dire tutto."

    Il "Codex Seraphinianus"

    scritto e illustrato da Luigi Serafini


    Il Codex Seraphinianus è un libro scritto e illustrato con oltre mille disegni dall'artista italiano Luigi Serafini tra il 1976 e il 1978. La prima edizione fu pubblicata nel 1981 da Franco Maria Ricci. Negli anni è diventato famoso in tutto il mondo per una nicchia di appassionati, affascinati sia dall’oggetto in sé sia dal mistero che lo circondava. Il Codex, ha circa 360 pagine ed è l’enciclopedia di un mondo fantastico, scritto in una lingua inventata e senza significato, in un alfabeto indecifrabile. Tra i suoi estimatori vi furono Roland Barthes, che lo lesse in anteprima, quando non era ancora stato pubblicato, e Italo Calvino. Dal 1981 il Codex ha venduto circa 70mila copie in tutto il mondo. E’ stato ripubblicato dalla Rizzoli nel 2006 e nel 2013. La fama del Codex si è in qualche modo diffusa attraverso Internet; in rete vi era una versione del Codex digitalizzata in modo amatoriale, una scannerizzazione dall’edizione americana del 1983, pubblicata dalla casa editrice Abbeville Press. Grazie a internet, il Codex è stato conosciuto in tutto il mondo, anche grazie al fatto che, essendo scritto in una lingua non decifrabile, può essere letto e interpretato nei vari idiomi.
    Caratterizzato da una lunga serie di curiose metamorfosi grafiche, si presenta come un'enciclopedia surreale. L'autore, in una conferenza alla Oxford University Society of Bibliophiles tenutasi l'8 maggio 2009, dichiarò che l'alfabeto usato è interamente asemico, e non trascrive alcuna lingua esistente o immaginaria. Il Codex, che Serafini scrisse e disegnò in due anni e mezzo a partire dal 1976, è diviso in più parti che trattano diversi argomenti, come una normale enciclopedia: ci sono la botanica, la zoologia e la mineralogia, la moda, la gastronomia e la tecnologia. Del finale del Codex Seraphinianus Italo Calvino, nel 1982, scrisse:
    «Alla fine (è l’ultima tavola del “Codex”) il destino d’ogni scrittura è di cadere in polvere, e pure della mano scrivente non resta che lo scheletro. Righe e parole si staccano dalla pagina, si sbriciolano, e dai mucchietti di polvere ecco che spuntano fuori gli esserini color arcobaleno e si mettono a saltare. Il principio vitale di tutte le metamorfosi e tutti gli alfabeti riprende il suo ciclo».

    “Oggi è di nuovo importante perché questo è un libro che parla della crisi, della comunicazione soprattutto che è un po' l'esperienza che stiamo vivendo ora. Inoltre c'è un senso di apocalisse, un sentimento che credo sia fortemente percepito da chi vive in questo momento. Il Codex come la Rete è un luogo dove può succedere di tutto. Il nostro futuro è sicuramente iconico, per un fatto di velocità e risparmio. L'immagine permette di fare a meno della parola. C'è un testo come Nadja di Breton che in questo è stato profetico, un viaggio attraverso Parigi in cui invece di perdere tempo a descrivere alcune situazioni le disegna direttamente. Quando la scrittura è vicina ad un immagine si pensa subito che le due cose siano in correlazione, questo cercare il nesso può diventare una trappola mentale. Provare a toccare zone non conosciute è da sempre l'obiettivo di scrittori e artisti”


    ... la storia del Codex ...


    Luigi Serafini racconta che a un certo punto nel ’76 si mise a disegnare le illustrazioni del Codex senza sapere bene cosa stesse facendo. Aveva studiato architettura e si manteneva lavorando per vari studi di Roma. Le creature del Codex si «muovevano sui fogli come se fossero tavole di un’enciclopedia» e così gli venne spontaneo «aggiungere una scrittura inventata» ai disegni, per spiegarli senza farlo davvero. Poi una sera un amico gli chiese di andare al cinema e senza pensarci Serafini gli rispose che non poteva perché era impegnato a “scrivere un’enciclopedia”: prima di questo momento non si era reso conto che stava di fatto lavorando a un libro. Decise allora che non avrebbe proposto il Codex a una galleria d’arte per una mostra, ma a una casa editrice. Dopo qualche tentativo, Serafini decise di proporlo a Franco Maria Ricci, perché si era reso conto che si trattava di una casa editrice particolare. Incontrò Ricci e gli mostrò alcune tavole del Codex. Ricci si convinse a pubblicarlo in due volumi e il Codex Seraphinianus, fu presentato nel novembre del 1981. Per volere di Serafini, non vi era il nome dell’autore sulla copertina; solo leggendo il colophon si scopriva l’identità dell’illustratore, scritta in latino. Italo Calvino scrisse un saggio sul Codex sulla rivista della casa editrice FMR; Vittorio Sgarbi collaborò alla mostra di presentazione realizzata a Palazzo Grassi a Venezia. La prima libreria ad esporre il Codex fu Parigi: lì il libro fu acquistato da un giornalista olandese, Maarten Assceher, che ne scrisse su un quotidiano olandese. L’articolo di Assceher ebbe grande risonanza nei Paesi Bassi: il giornalista ha poi raccontato a Serafini che molte persone lo contattarono per chiedergli dove trovare il libro.
    Le prime edizioni internazionali furono quella americana (per Abbeville Press), quella tedesca (per Prestel Verlag) e quella olandese (per Meulenhoff/Landshoff), furono pubblicate nel 1983. Nel 1993, Franco Maria Ricci pubblicò una nuova edizione, con il saggio di Calvino come prefazione. Le due edizioni Rizzoli hanno venduto 12mila copie. La copertina delle nuove edizioni è avorio e oro, come richiesto da Serafini; quella del 2013 si distingue da quella del 2006 perché le coccinelle che ci sono raffigurate arrivano molto più lontano sulla pagina. Esistono anche nuove edizioni internazionali: una americana, pubblicata da Rizzoli, una ucraina e una cinese.
    (fonte:ilpost.it)

    ...la scrittura asemica...


    La scrittura asemica è una forma di scrittura semantica aperta senza parole. La parola asemica significa "senza nessuno specifico contenuto semantico". Con la non specificità del significato, la scrittura asemica lascia un vuoto che permette al lettore di riempire e interpretare. Questo processo è simile al modo in cui si dedurrebbe il significato da un'opera d'arte astratta. Un testo asemico può essere "letto" in maniera simile indipendentemente dalla lingua madre del lettore. Può comprendere pittogrammi o ideogrammi, i cui significati sono talvolta, ma non sempre, suggeriti dalle loro forme. La scrittura asemica cerca di far fluttuare il lettore in uno stato tra la lettura e la visualizzazione.
    Può essere vista anche come una percezione relativa, che fa risorgere lingue sconosciute e alfabeti dimenticati fornendo modelli e piattaforme per nuove modalità di espressione. Vi possono essere influenze nelle pitture rupestri, negli scarabocchi, nei disegni di bambini; usa tutte le possibili forme della creatività.
    Nella letteratura e nell'arte di avanguardia ha forti radici nelle più antiche forme di scrittura. Un esempio moderno di scrittura asemica è il Codex Seraphinianus di Luigi Serafini. Scrittori e artisti la creano in molti paesi in tutto il globo. Un artista, che stava praticando la scrittura asemica fin dai primi anni 1970, è la defunta Mirtha Dermisache (1940-2012) dell'Argentina. Dermisache ripeteva intensamente che i suoi grafismi non avevano alcun significato, ma che anche senza significato mantenevano pienamente i diritti di un'opera autonoma. In Cina, durante gli anni 1990, ebbe origine un movimento di calligrafia astratta conosciuto come "calligrafismo", uno dei cui principali aderenti fu Luo Qi. Il calligrafismo è un movimento estetico che mira a sviluppare la calligrafia come un'arte astratta.
    I caratteri non hanno bisogno di mantenere le loro forme tradizionali o di essere leggibili come parole. In Vietnam, durante il 2000, apparve un gruppo calligrafico chiamato la Banda dei Cinque Zenei. Per questo gruppo di giovani artisti, “senza parole” significa ciò che non può essere detto, ciò che appare prima la denominazione. Essere senza parole è dire niente e dire tutto.
    La scrittura asemica è apparsa in libri, opere d'arte, film e in televisione, ma è stata distribuita specialmente via internet. Recentemente ci sono stati modelli di architettura che utilizzano la scrittura asemica nel processo di progettazione.

    Un brano citato di un recente messaggio di posta elettronica del poeta visivo Jim Leftwich (stava spiegando sé stesso a un artista di nome Billy Bob Beamer):
    « 30 anni fa stavo scrivendo sillabe come modo di creare modelli ritmici diversi dal verso metrico tradizionale, e tentare di perdere l'influenza di eliot, breton e berryman. Un giorno a metà degli anni 90, probabilmente il 97, un poeta visivo di nome john byrum mi spedì una cartolina in risposta a una serie di poesie che gli avevo mandato. le poesie erano variazioni letterali di poesie di John M. Bennett. in un p.s. in fondo alla cartolina, byrum scrisse qualcosa come "se continui in questa vena presto scriverai poesie asemiche". questa era la prima volta che vedevo la parola "asemico".

    tim gaze mi contattò intorno allo stesso periodo. stavo pensando all'asemia puramente testuale. tim stava pensando a una forma di scrittura più calligrafica. il mio lavoro testuale era più letterale, e il mio lavoro visivo stava scomponendo le forme delle lettere e diventando una poesia di segni quasi- o sub-letterali. cominciai a fare lavori quasi-calligrafici e mandarli in giro a riviste di poesia - e a chiamarli asemici. tim stava facendo qualcosa di molto simile. questo fu l'inizio di quello che ora è chiamato “il movimento asemico”. promossi la pratica (e la parola stessa) molto energicamente per parecchi anni (8 - 10 anni o giù di lì). tim è stato perfino più energico e ambizioso, e sta ancora andando forte. c'è una storia lunga e complessa che precede tutto questo, naturalmente, ma questo è il modo in cui l'attuale "movimento" mi mise in moto. »

    Satu Kaikkonen, un artista/scrittore asemico contemporaneo, ebbe da dire questo sulla scrittura asemica:
    « Come creatore di asemica, mi considero un esploratore e un cantastorie globale. L'arte asemica, dopo tutto, rappresenta un tipo di lingua che è universale e riposta in profondità nelle nostre menti inconsce. Indipendentemente dall'identità della lingua, i tentativi iniziali di ogni essere umano di creare una lingua scritta sembrano molto simili e, spesso, alquanto asemici. In questo modo, l'arte asemica può servire come una sorta di lingua comune — anche se una astratta, post-erudita — che possiamo usare per capirci l'un l'altro indipendentemente dal retroterra o dalla nazionalità. Con tutta la sua zoppicante funzionalità, la lingua semantica fin troppo spesso divide e conferisce potere in modo asimmetrico, mentre i testi asimmetrici non possono non fare altro che mettere le persone di tutti i livelli di erudizione e le identità su un piano di parità. »

    (Gabry)





    domina-musica


    Le canzoni dell'estate degli anni 78/84


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    La musica del cuore



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    foto:cdandlp.com



    Umberto Tozzi - Tu


    Tu, singolo dell'omonimo album di Umberto Tozzi dell'estate 1978, fece da traino per le vendite dell'album ai primi posti delle classifiche.
    Sul resto del 45 giri "Perdendo Anna"



    Video

    Tu

    (coro) dan
    dabadan, dabadan
    babadan, bam, bam, bam,bam...
    Tu stiamo qui stiamo là
    c'è l'amore a cena e tu
    dimmi sì se ti va
    il mio letto è forte e tu
    pesi poco di più della gommapiuma
    tu perchè tu non ci sei
    e mi sto spogliando.
    Tu quanti anni mi dai
    ho un lavoro strano e
    tu ma va là che lo sai
    vista da vicino tu
    sei più bella che mai
    baci da un minuto
    tu non ne dai, non ne dai
    chi ti ha fatto entrare.
    Tu, chi mi brucia sei tu
    e anche la mia marcia in più
    ed un po' di follia
    quanto basta perchè tu
    come lei non sei mia
    se mi fai l'amore
    ti canterò
    come se fossi una canzone.
    Canterò e camminando sveglierò chi sta
    sognando più di me
    al mondo siamo io e te ragazza triste.
    Canterò la pioggia perchè venga giù il
    vento che si calmi un po'
    il cielo perchè sia più blu e mi sorrida tu.
    (coro) dan .
    dabadan, dabadan
    babadan, bam, bam, bam, bam...
    Tu, non sarai mica tu
    una saponetta che
    scivolando non c'è
    dimmi che da un'ora tu
    hai bisogno di me
    che ti ossigeno di più
    dimmi che non sei tu
    un miraggio, ma sei tu.
    (coro) dan
    dabadan, dabadan
    babadan, bam, bam, bam,bam...
    Canterò e camminando sveglierò chi sta
    sognando più di me
    al mondo siamo io e te ragazza triste.
    Canterò la pioggia perchè venga giù il
    vento che si calmi un po'
    il cielo perchè sia più blu e mi sorrida tu.
    (coro) dan
    dabadan, dabadan
    babadan, bam, bam, bam,bam...
    Tu, non sarai mica tu
    una saponetta che
    scivolando non c'è
    dimmi che da un'ora tu
    hai bisogno di me
    che ti ossigeno di più
    dimmi che non sei tu
    un miraggio, ma sei tu.


    (Ivana)





    RUBRICHE






    (Redazione)





    L’ISOLA NELLO SPORT


    CRONACA SPORTIVA


    Rio: Phelps strappa l'ennesimo record.

    Sarà il primo nuotatore Usa a partecipare a 5 Olimpiadi di fila. Michael Phelps diventa il primo nuotatore statunitense a qualificarsi per cinque Olimpiadi consecutive. Ai Trials di Omaha, in Nebraska, il fuoriclasse di Baltimora, alla vigilia del suo 31/o compleanno, ha ottenuto il miglior tempo (1'54"84) nei 200 metri farfalla ed ha conquistato così l'accesso a Rio 2016.
    Phelps è già l'atleta olimpico più medagliato della storia: 22, di cui 18 d'oro. Dopo la sconfitta ai Giochi di Londra del 2012, aveva deciso di ritirarsi dalle competizioni, ma poi nel 2014 era tornato alle gare.
    (Ansa)




    Basket: Gallinari, PreOlimpico vale Rio.
    Domani Azzurri in amichevole con Porto Rico, poi si fa sul serio. "Il PreOlimpico a Torino è la situazione giusta per centrare il pass per Rio. La pressione? Nella carriera di un giocatore ti misuri con la pressione, altrimenti è meglio che cambi lavoro". Carica l'ambiente azzurro Danilo Gallinari, stella della Nazionale e dei Denver Nuggets della Nba. L'ala è impegnata con la Nazionale nel raduno di Torino, che precede il PreOlimpico in programma sempre nel capoluogo piemontese dal 4 al 9 luglio. "Siamo contentissimi di poter essere in Italia, tra la nostra gente, i nostri tifosi: sarà un vantaggio, so come sarà il PalaAlpitour, sarà caldissimo". Gli azzurri scenderanno in campo domani sera, alle 20.30 al Forum di Biella, per un'amichevole contro Porto Rico, ultimo appuntamento prima del PreOlimpico.
    (Ansa)




    Pantani: legale, la battaglia prosegue ricorriamo in Cassazione.
    La mamma: 'voglio verità'. Ricorso in Cassazione sulla morte di Marco Pantani. "Non chiedevamo che ci dessero ragione, chiedevamo di sapere la verità. E la verità ancora non ce l'hanno ancora detta. Per questo la nostra battaglia è tutt'altro che finita". Con queste parole l'avvocato Antonio De Rensis e Tonina Pantani hanno risposto alla Procura di Rimini, che ha archiviato l'inchiesta bis relativa alla morte del Pirata, avvenuta il 14 febbraio 2004, stabilendo che il decesso del campione avvenne per overdose.

    "Ricorreremo in Cassazione - ha spiegato De Rensis in occasione della presentazione del film 'Il Caso Pantani', ieri sera al Palazzo del Ridotto - e lo faremo per illogicità delle motivazioni. Dopo anni di attesa ci ritroviamo con argomentazioni che ci lasciano basiti". Anche mamma Tonina ha commentato la sentenza: "Il caso chiuso mi ha fatto infuriare. Più mi scontro con situazioni come queste, più mi viene voglia di andare avanti. Non ci fermeremo: voglio la verità. Spero che ora qualcuno dica quello che sa".
    (Ansa)

    (Gina)





    GOSSIPPANDO!!!




    MotoGP gossip, Iannone fa coppia con Belen Rodriguez?







    MotoGP news – Prende quota il gossip secondo cui sarebbe appena sbocciata una love story tra il pilota Ducati Andrea Iannone e la showgirl Belen Rodriguez. Lei ha da poco iniziato a seguirlo su Instagram e lui tempo fa aveva confessato: “È perfetta quasi quanto la mia moto”
    MotoGP gossip, Iannone fa coppia con Belen Rodriguez?
    Sarà amore?
    Per i piloti del Motomondiale sono giorni di "pausa": il prossimo GP sarà la prossima settimana ad Assen. Libero da impegni sportivi, Andrea Iannone è andato a passare qualche giorno in Liguria, a Sestri Levante, in compagnia di amici e Belen Rodriguez. È bastata la foto dei due seduti vicini al ristorante, per far scatenare i siti di gossip, che hanno visto una possibile love story tra il pilota e la showgirl, fresca di separazione dal marito Stefano De Martino. I due si conoscono da tempo, vivono entrambi a Milano e sui social erano già apparse foto di Iannone a casa di Belen, insieme a mamma e sorella della bella argentina. Il ducatista, inoltre, è amico del fratello di Belen, Jeremias, e recentemente la stessa Belen ha iniziato a seguire Iannone su Instagram. Il ventottenne, che nel Gran Premio di Catalunya è stato al centro di roventi polemiche a causa dell'incidente con Jorge Lorenzo, aveva già espresso la sua "ammirazione" per Belen, in un'intervista a Oggi di due anni fa: “Sono pazzo di lei!" Aveva confessato "È perfetta quasi quanto la mia moto”. Nell'ultimo periodo le uscite tra i due sono state piuttosto frequenti, alcune settimane fa sono arrivati insieme a una festa al Petit Bistrot, a Milano, e anche sabato scorso sono stati visti uscire insieme dall'Osteria del Corso, sempre a Milano. Insomma gli indizi sono parecchi, se son rose, fioriranno...


    fonte:http://www.insella.it/


    (Lussy)





    … TRA CURIOSITA’ E CULTURA …



    dal 29 giugno al 31 luglio
    dal 18 agosto al 26 ottobre 2016


    «Ivi dimando Misericordia», questa è l’iscrizione, significativa per la tematica giubilare, presente nella tarsia collocata dietro l’altare maggiore del Duomo e che si unisce ai quattro tondi allegorici raffiguranti le virtù cardinali.

    In occasione dell’Anno Santo, L’Opera della Metropolitana di Siena, intende offrire ai visitatori di tutto il mondo una grande opportunità, la scopertura del Pavimento del Duomo di Siena dal prossimo 29 giugno fino al 31 luglio, che si aggiunge a quella consueta dal 18 agosto fino al 26 ottobre. Si tratta della prima occasione di visita al pavimento anche nei giorni del Palio dedicato alla Madonna di Provenzano, un’ulteriore opportunità per i numerosi visitatori presenti in città per la Festa senese.

    L’iniziativa va a valorizzare il percorso giubilare Maria Mater Gratiae, Mater Misericordiae già attivo presso il Complesso museale del Duomo di Siena e che vede come opera simbolo La Madonna col Bambino e quattro cherubini di Donatello.
    La magnifica Cattedrale di Siena conserva il Pavimento a commesso marmoreo, un capolavoro unico, non solo per la tecnica utilizzata e la sua organicità, ma anche per il messaggio delle figurazioni, un invito costante alla ricerca della Sapienza.
    Abitualmente, il prezioso tappeto di marmo è protetto dal calpestio dei fedeli, ma ogni anno, per alcuni mesi, viene “scoperto” all’ammirazione costante e in progressiva crescita dei visitatori. È il risultato di un complesso programma iconografico realizzato attraverso i secoli, a partire dal Trecento fino all’Ottocento. La tecnica adoperata durante i secoli passati è quella del graffito e del commesso con marmi di provenienza locale come il broccatello giallo, il grigio della Montagnola, il verde di Crevole e il rosso di Gerfalco.


    I cartoni preparatori per le cinquantasei tarsie furono disegnati da importanti artisti, quasi tutti “senesi”, fra cui il Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi, oltre che da un pittore “forestiero” come l’umbro Pinturicchio, autore, nel 1505-1506, del celebre riquadro con il Monte della Sapienza, raffigurazione simbolica della via verso la Virtù come raggiungimento della serenità interiore.

    Il percorso completo nel Complesso monumentale del Duomo di Siena permette, oltre alla visita del Pavimento in cattedrale, quella al Museo dell’Opera ove si potranno ammirare, nella Sala delle Statue, i mosaici con i simboli delle città alleate di Siena e le tarsie originali di Antonio Federighi con le Sette età dell’Uomo. Nella Sala dei Cartoni, il cui ingresso fiancheggia la magnifica Maestà di Duccio, è visibile la celebre pianta del Pavimento del Duomo delineata da Giovanni Paciarelli nel 1884, che consente di avere un quadro d’insieme delle figurazioni e dell’itinerario che, dall’ingresso, conduce fino all’altar maggiore.

    (Gabry)





    SUMMER
    foto:quotesideas.com


    MARE MARE MARE!!!



    Le più belle località balneari italiane... e non solo...



    spiaggia
    foto:lucianabartolini.net



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    foto:ilquotidiano.it


    Fregene


    Fregene (6 445 abitanti) è una frazione del comune di Fiumicino sul mar Tirreno; si tratta di uno dei centri balneari più noti del litorale romano. Situata circa 25 chilometri a ovest di Roma, fino al 1992 era una zona della Capitale, ma ne fu forzosamente separata quando il territorio dell'ex Circoscrizione XIV, di cui Fregene era parte, decise la trasformazione nel comune autonomo di Fiumicino a seguito di un referendum che vide le frazioni circoscrizionali di Maccarese, Ara Nova, Palidoro e la stessa Fregene votare contro la scissione da Roma.

    Prima un porto e una famosa salina etrusca raggiunse un importante posizione economica in Etruria poi venne in seguito rasa al suolo e distrutta dall'impero romano e fatti schiavi i loro abitanti, Fregene venne scordata da tutti quando un popolo di pescatori venne ad abitare in quella zona, da quel momento risorse intorno al 1928, appena terminata la bonifica della zona paludosa detta del Maccarese (nell'immediato entroterra), come centro per residenze estive sul mare.

    In seguito ad alcuni ritrovamenti archeologici, si è avanzata l'ipotesi che la zona di Fregene fosse conosciuta anche in antichità, probabilmente per la presenza di un porto fluviale situato alla foce del piccolo fiume Arrone, che dopo essere uscito dal lago di Bracciano si getta in mare proprio nel territorio della piccola cittadina.

    Nel 1666 papa Clemente IX dispose la messa a dimora della pineta, poi divenuta monumentale, per la difesa dei campi coltivati dai venti marini e per rendere salubre il terreno acquitrinoso circostante.

    Nel ventunesimo secolo è diventata una località turistico balneare di livello medio-elevato e piuttosto conosciuta (nota come la perla del litorale laziale), e negli ultimi decenni ha raggiunto una crescente visibilità per via di numerose frequentazioni del mondo dello spettacolo e della cultura, come ad esempio Federico Fellini, che qui spesso amava soggiornare e dove peraltro aveva girato il suo secondo film a colori Giulietta degli spiriti (in una nota villa di recente abbattuta per lasciare il posto ad alcune nuove costruzioni), Alberto Moravia (proprietario di una caratteristica villa curiosamente installata alla foce dell'Arrone), Walter Chiari, Costanzo Costantini, Marcello Mastroianni, Ettore Scola, Giulio Turcato e tanti altri.

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    foto:listaromaexplorer.it

    Dopo la moda degli anni '90 per le discoteche, l'estate di Fregene è oggi scandita dagli aperitivi al tramonto in spiaggia ed i vari tornei di beach volley - beach tennis.

    Urbanisticamente si presenta divisa nelle due parti, settentrionale e meridionale, con ampi lotti destinati a ville private, ed una via centrale (viale Castellammare) con la presenza di diverse attività commerciali.

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    foto:placesonline.com

    Nella parte settentrionale sorge il caratteristico "Villaggio dei Pescatori", nato spontaneamente con la costruzione di capanne direttamente sulla spiaggia da parte dei pescatori alla fine della seconda guerra mondiale e poi negli anni '50 trasformato abusivamente nel luogo più esclusivo di Fregene, in quanto prediletto da molti letterati e cineasti dell'epoca.

    Vive di due anime, quella estiva più modaiola e quella invernale più riservata, anche se sia le attività residenziali che le attività ristorative e di spiaggia tendono ad essere presenti durante tutto l'anno.

    A sud di Fregene si trova la riserva faunistica dell'Oasi di Macchiagrande.

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    foto:prolocofregene.com
    D'estate accoglie i lavori e le premiazioni del noto Premio Fregene (letterario) e la pineta monumentale, riaperta al pubblico dopo la chiusura per un periodo dovuto a problemi di sicurezza legati al pericolo di caduta dei pini secolari ormai giunti al termine del loro ciclo vitale, ha ospitato due edizioni che non hanno più avuto seguito di un talk show Fregenius (politica).

    Nell'agosto del 1943 fu teatro di una oscura vicenda legata alla morte del gerarca fascista Ettore Muti.

    Nel 1992 diviene parte del neo-costituito comune di Fiumicino.


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    foto:meteoweb.eu

    fonte: wikipedia.org


    (Ivana)





    BALLERINI FAMOSI!!!




    Yelena Andrienko


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    Yelena Andrienko ( russo : Елена Андреевна Андриенко) è un russo solista di Bolshoi , Artista Onorario di Russia .


    Biografia
    In origine, Andrienko è nato 24 marzo 1972 in una capitale di Ucraina , Kiev dove ha frequentato Kiev Ballet School . Dopo la laurea da lì, lei è stato addestrato da Sofia Golovkina alla Moscow State Academy of Choreography . Dal 1993 al 1995, è apparsa in molti Yuri Grigorovich commedie s ', come del 1994 di Giselle , dove ha svolto un ruolo di Myrtha, e The Golden Age , dove è comparso come Rita. Nel 1995, ha svolto un ruolo di Musa in un gioco chiamato Paganini e nello stesso anno ha assunto un ruolo di Biancaneve in un gioco con lo stesso nome. Nel 1996, ha giocato come Gamzatti nella Bayadère e nello stesso anno ha partecipato alla Lago dei cigni di Vladimir Vasiliev come incantesimo del lago.

    tumblr_m53xjylHIt1rvc1pto1_500Il prossimo anno, ha partecipato a un gioco chiamato bella addormentata dove ha svolto un ruolo di Fata di disattenzione e nello stesso anno ha giocato come Kitri in Don Chisciotte e in un gioco comico chiamato La bisbetica domata dove ha giocato come Katarina. Nel 1998, ha svolto un ruolo di Marie in Lo schiaccianoci e nello stesso anno ritratta come la Principessa Florine in una reincarnazione di Bella Addormentata.

    Nel 2000, ha svolto un ruolo di Magnolia in Cipollino e due anni dopo è apparso in un ruolo di Odette-Odile nel Lago dei cigni. Nel 2003, ha partecipato a un gioco chiamato Il limpido ruscello dove ha giocato come un Balerina e nello stesso anno è apparso come Clemence in Raymonda . Nel 2006, ha giocato in Cenerentola e il prossimo anno ha partecipato come solista per Nel Cenacolo . Lo stesso anno, ha giocato in Le Corsaire danza classica e nel 2009 è apparso in La Sylphide e come allievo nella lezione seguente per un ruolo di Beranger in un balletto chiamato Esmeralda .


    (Lussy)











    combinazioni-alimentari-ok
    foto:vitaesalute.org



    Salute e Benessere



    alloro
    foto:ilgiardinodeltempo.altervista.org


    Alloro


    L’alloro è una pianta molto diffusa e dagli svariati utilizzi: è utile sia per profumare l’ambiente che per insaporire i cibi ma è anche molto utilizzato come rimedio naturale grazie alle sue numerose proprietà benefiche per la nostra salute. L’alloro appartiene alla famiglia delle Lauraceae e si presenta come un arbusto con folte foglie verde scuro, dure, lucide sopra ed opache sotto. I fiori – che compaiono in primavera – sono di color giallo, riuniti ad ombrello mentre i frutti si presentano come drupe nere. L’alloro cresce principalmente sulle coste del Mediterraneo, in Spagna, in Grecia e anche nell’Asia Minore. È una pianta sempre verde che, quindi mantiene il suo colore naturale per tutto l’anno.

    Le proprietà dell’alloro
    Già anticamente si conoscevano le diverse proprietà dell’alloro: i greci infatti usavano bruciare le foglie di alloro sul fuoco perché ritenevano che questa pratica riuscisse a metterli “in comunicazione” con gli dei. L’alloro veniva anche bruciato per allontanare le negatività o per scongiurare i temporali. Per i romani, invece, la pianta dell’alloro era simbolo di pregio, di vittoria e di gloria: era infatti utilizzata per coronare il capo dei vincitori o dei poeti più illustri.
    Ancora oggi, l’alloro intrecciato viene utilizzato per cingere il capo dei neo laureati che, tra l’altro, prendono il loro nome proprio dalla pianta (Laurus), simbolo di sapienza. Solo con il passare del tempo, furono compresi alla perfezione anche i benefici medici ed officinali della pianta dell’alloro che è estremamente indicata per curare i disturbi di stomaco e pancia, la sindrome premestruale, febbre, coliche e tosse. L’alloro è anche molto utilizzata nella preparazione di pediluvi e bagni rilassanti nonchè per aromatizzare carne e pesce e per respingere le tarme.
    Le foglie dell’alloro possono essere raccolte tutto l’anno, ma risultano particolarmente rigogliose durante l’inverno ed all’inizio della primavera o comunque in prossimità della bella stagione.

    I benefici dell’alloro

    Le foglie e le bacche della pianta di alloro contengono oli essenziali quali geraniolo, cineolo, eugenolo, terpineolo, fellandrene, limonene, eucaliptolo e pinene. Questa straordinaria pianta è anche particolarmente ricca di vitamine A, B, C, potassio, rame, calcio, manganese, ferro, selenio, zinco, magnesio. Le foglie sono ricchissime di acido folico, fondamentale per la sintesi del DNA ed essenziale nel corso della gravidanza perché previene la comparsa di gravi patologie nel bambino.
    La pianta dell’alloro è, inoltre, un vero e proprio toccasana anche per il mantenimento della salute della vista, della pelle e delle mucose: è un valido aiuto per il sistema immunitario, per quello nervoso e per il metabolismo. L’alloro è ricco anche di sali minerali – perfetti per mantenere sotto controllo la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca – e di ferro necessario per la produzione dei globuli rossi.
    Tra gli impieghi più comuni dell’alloro come rimedio naturale per la nostra salute, ricordiamo la preparazione di liquori: le bacche vengono raccolte, poi essiccate e pestate, l’estratto viene trasferito in apposite botti. Attraverso questo procedimento, viene ottenuta una bevanda dalle grande proprietà antinfiammatorie, emostatiche ed astringenti, utile contro traumi, artrosi, reumatismi e dolori dei muscoli.
    L’alloro è anche il principio attivo di molti sciroppi efficaci per contrastare i sintomi dell’influenza, del raffreddore e della tosse grassa, in quanto contribuiscono all’espulsione del muco dalle vie respiratorie. L’alloro – essendo ricco di sostanze battericide – è in grado di eliminare il catarro e di alleviare bronchiti e faringiti. Inoltre, l’eugenolo ed il limonene in esso contenuto, conferiscono alla pianta proprietà antisettiche, antiossidanti, digestive ed anticancro. L’alloro ha anche effetti antivirali, stimola il sistema immunitario e favorisce la guarigione delle ferite. È tutta siciliana, invece, l’usanza di bere il decotto di alloro come digestivo, diuretico ed espettorante, per distendere i nervi e cercare riposo e relax o per curare gli spasmi addominali. Le foglie dell’alloro possono anche aiutarci a stimolare l’appetito e a purificare tutto l’apparato gastrointestinale, in quanto aiuta l’organismo ed espellere i gas in eccesso.

    Alloro: gli utilizzi e le controindicazioni
    Per beneficiare di tutte le proprietà legate alla pianta dell’alloro, si possono preparare con le sue foglie, degli ottimi infusi casalinghi che rappresentano, senza dubbio, uno dei più validi ed efficaci rimedi naturali. Per preparare un ottimo infuso all’alloro, mettiamo tre o quattro foglie di alloro a bollire in un contenitore con dell’acqua per circa dieci minuti: dopo averlo filtrato, l’infuso potrà essere sorseggiato e consumato.
    Consigliamo di bere l’infuso di alloro dopo i pasti in modo da favorire la digestione. L’infuso di alloro può essere sorseggiato anche per alleviare i disturbi connessi a forme catarrali, bronchiti o influenze. Altra bevanda calda, dai principi rilassanti, è quella a base di 40 gr di foglie di alloro e di 20 gr. di foglie di malva, 20 gr. di fiori di camomilla e 20 gr. di semi di anice.
    Un ottimo rimedio antinfluenzale è quello che si prepara con circa 10 grammi di foglie fresche: mettiamo le foglie dell’alloro in infusione in acqua bollente per almeno 5 minuti. Questa bevanda può essere consumata e sorseggiata circa 2 volte al giorno.
    L’alloro può essere utilizzato anche al momento del bagno, per donarci una pausa anti-stress: prendiamo 5 o 6 manciate abbondanti di foglie, immergiamole in 2 litri d’acqua, lasciamole bollire per un quarto d’ora. Versiamo l’infuso nella vasca da bagno ed immergiamoci per un bagno rilassante e caldo.
    La pianta dell’alloro può rivelarsi un vero e proprio toccasana contro i disturbi circolatori e per prevenire processi sclerotici come i reumatismi e l’artrosi. Può ancora essere impiegato per la preparazione di un ottimo pediluvio contro i sudori estivi o come bagno rivitalizzante per la pelle dei nostri piedi. L’alloro può essere anche applicato sulla fronte, per combattere sinusite, ascessi e nevralgie o sulle zone interessate per fare massaggi antireumatici o per rimediare a crampi muscolari, contratture e contro la stanchezza.
    L’alloro è protagonista anche nel settore della cosmesi: qui è utilizzato per la preparazione di deodoranti, creme e lozioni profumate.
    Non sono da segnalare particolari controindicazioni per il suo utilizzo, se non quella di tenerlo, ovviamente, lontano dalla portata di soggetti sensibili o predisposti ad irritazioni. Bisogna, però, prestare particolare attenzione a non confonderlo con il tipo lauroceraso, che è tossico.


    fonte:salutebenessere.tv


    (Ivana)





    STRISCIA FUMETTO






    ... LA NATURA SULL'ISOLA ...

    <i>SCOPERTURA STRAORDINARIA
    DEL PAVIMENTO DEL DUOMO DI SIENA

    IN OCCASIONE DEL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA



    L’AGLIO ORSINO


    L’Aglio orsino (Allium ursinum L.) è una pianta officinale comme-
    stibile, bulbosa, erbacea, perenne, eretta non molto alta, con fiori bianchi e foglie larghe, delicate e setose, dall'odore pungente di aglio. Il Sistema Cronquist assegna la famiglia delle Liliaceae all'ordine Liliales mentre la moderna classificazione APG III colloca il genere nella famiglia delle Amaryllidaceae (sottofamiglia Allioideae) dell'ordine Asparagales. Prima ancora di Linneo, questo genere era già catalogato fra le Monocotiledoni con circa 250 specie tra cui l'Allium ursinum. Il nome dell'aglio orsino deriva dal latino anhelare "respirare". In Italia se ne trovano una trentina di specie diverse del genere Allium, quasi tutte accomunate dall'odore pungente che deriva da un olio essenziale volatile ricco di solfuri.
    È’ facile trovarlo nei fossi, nei boschi o nei prati, in luoghi umidi. Predilige infatti le zone vicine a fiumi, torrenti, canali e depressioni dove l'acqua piovana stagna più a lungo. La pianta è priva di un fusto vero e proprio, sia le foglie sia i fiori partono direttamente dal bulbo al livello del suolo. Il bulbo oblungo è bianco e le foglie, di solito due o raramente una, sono piane, acute ad entrambi le estremità, fiorisce a maggio-giugno con dei piccoli fiori bianchi, a forma di stella, di solito in numero di 6/20, di un verde lucente e consistenza carnosa. Il frutto del tipo schizocarpo ha la forma di una capsula composta da tre vani. Al momento opportuno si aprono longitudinalmente lasciando fuoriuscire dei semi quasi rotondi. Gli insetti sono molto importanti nel ciclo vitale dell'aglio orsino. L'impollinazione avviene ad opera delle api e la dispersione dei semi ad opera delle formiche.
    E’ distribuita in tutta Europa e nell'Asia setten-
    trionale. Nel territorio italiano si trova dalla pianura al piano fino a 1500 m s.l.m.
    L´aglio orsino è il "fratello selvatico" del piú comune aglio. Le foglie hanno un aroma più delicato del bulbo dell'aglio coltivato, mentre i fiori sono più forti. Nel periodo in cui i fiori maturano i semi, il sapore si accentua ulteriormente.
    Per molti è divenuta un´autentica tradizione culinaria, dato che oltre ad un gusto piú debole rispetto a quello dell´aglio comune, che si avvicina a quello dell´erba cipollina, si adatta come condimento per ogni tipo di pietanza e si distingue per le sue innumerevoli proprietá terapeutiche. Medici ed esperti di alimentazione ne riconoscono la capacitá di abbassare il tasso del colesterolo, di purificare il sangue, di agire da antibiotico ed anti micotico disintossicando l´organismo da parassiti (funghi e batteri nocivi) ma anche dai metalli pesanti. Oltre a ció contiene vitamine e minerali in quantitá.
    Bisogna porre molta attenzione perché le foglie di aglio orsino assomigliano molto a quelle di mughetto e crocus, che sono invece piante velenose. Nel dubbio basta schiacciarle fra le dita ed annusarle, oppure affidarsi a persone più esperte.

    ..storia..


    La denomina-
    zione Allium non è facilmente ricostruibile dato l'uso e la coltivazione nota da almeno 3000 anni a.C. Se ne sono addirittura ritrovate delle tracce in abitazioni risalenti al Neolitico. Il termine era già in uso presso le popolazioni romane. Si pensa che l'origine sia celtica, dalla parola "all" . Anche i Greci conoscevano questa pianta "bruciante" a causa del suo forte odore e con "allis" si riferivano probabilmente la spata che copre l'infiorescenza. Il nome della specie ursinum deriva quasi sicuramente dagli orsi che alla fine del letargo si cibano con questa pianta per depurare l'organismo dopo il lungo sonno invernale. L'aglio ursino è stato usato in passato come apotropaico. Nel medioevo, la pianta era considerata superiore all'aglio comune e veniva largamente prescritta. Ritenuta una pianta magica, era associata alla magia bianca. Gettata in un fiume permetteva di purificare l'acqua, mentre portata dalle donne gravide aveva la funzione di proteggere il nascituro. Secondo credenze popolari aveva il potere di scacciare spiriti maligni e streghe. Il fratello dell'aglio orsino si chiama Allium moly, dal greco "magica erba" che, come narra Omero nell'Odissea, l'intraprendente Ulisse, su indicazione di Hermes, avrebbe dato ai suoi compagni trasformati in porci dalla maga Circe perché riacquistassero sembianze umane.

    (Gabry)





    POESIE DI STAGIONE


    GIUGNO

    Giugno
    E' il mese dei prati erbosi e delle rose;
    il mese dei giorni lunghi e delle notti chiare.
    Le rose fioriscono nei giardini, si arrampicano
    sui muri delle case. Nei campi, tra il grano,
    fioriscono gli azzurri fiordalisi e i papaveri
    fiammanti e la sera mille e mille lucciole
    scintillano fra le spighe.
    Il campo di grano ondeggia al passare
    del vento: sembra un mare d'oro.
    Il contadino guarda le messi e sorride. Ancora
    pochi giorni e raccoglierà il frutto delle sue fatiche.


    (M. Comassi)




     
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