IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 7° ... SETTIMANA 022 ...

LUNEDI' 30 MAGGIO- DOMENICA 05 GIUGNO 2016

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    BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …


    Edizione Giornale Anno 7° SETTIMANA 022 (30 Maggio – 05 Giugno 2016)






    BUONGIORNO GIORNO … BUON LUNEDI’ ISOLA FELICE …


    Lunedì, 30 Maggio 2016
    S. FELICE I PAPA, S. FERDINANDO

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    Settimana n. 22
    Giorni dall'inizio dell'anno: 151/215
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    A Roma il sole sorge alle 04:38 e tramonta alle 19:37 (ora solare)
    A Milano il sole sorge alle 04:38 e tramonta alle 20:03 (ora solare)
    Luna: 1.05 (lev.) 12.55 (tram.)
    --------------------------------------------------
    Proverbio del giorno:
    C'è chi semina e chi miete.
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    Aforisma del giorno:
    Siano in molti coloro che vivono in pace con te,
    ma i tuoi consiglieri uno su mille.
    (Siracide)










    RIFLESSIONI



    ... RICORDI DI MATURITA’ …
    ..."Eppure lo sapevo”. Pagine che volano e dita che velocemente le sfogliano, a volte il dito si sofferma su una riga e lo sguardo lo segue per imprimere con ancora maggiore forza le parole ed i concetti che il dito cerca di fermare puntando con forza su esse. Iniza la stagione calda e non è piacevolissimo restare in casa a leggere, studiare mentre da fuori voci di ragazzi che giocano e ridono fa salire il desiderio di scendere in strada. “Ora provo a ripassare, vediamo come espongo le cose”; dalla stanza chiusa il suono delle parole dette a voce alta risuonano come una bella melodia; la mamma in religioso silenzio ascolta felice di quel figlio che parla in quel bel modo di cose che non comprende appieno, però è contenta di quel impegnarsi e “faticare”per ottenere il miglior risultato possibile nell’esame più duro e significativo della sua vita. Prefigura un futuro luminoso per quel figlio cresciuto in un lampo che oggi è già davanti alla prima prova importante della sua giovane vita. Un pasto veloce e poi di nuovo sui libri; ci sono tante cose da studiare tante pagine da leggere e soprattutto tanti concetti e idee da fermare nella mente. Squilla il telefono, un compagno di classe chiama per raccontare la sua situazione di studio, per confrontarla e soprattutto per verificare a che punto della preparazione si è giunti e per una parola di incoraggiamento da scambiarsi in quel momento di grande sforzo mentale e di concentrazione. Arriva la sera, il papà rientra a casa dal lavoro. La mano carezza leggermente la testa piegata sui libri, un filo di voce: Tutto bene? Come procede, sei stanco?”. Avrebbe voluto continuare a fare domande preoccupate ma la voce della mamma dalla cucina lo richiama e va via chiudendo la porta con delicatezza. Dopo cena, nella quale si scambiano poche parole mai però sull’argomento del vicino esame. Squilla di nuovo il telefono, un gruppo di amici chiama per andare a prendere un gelato. “Va bene dai un gelatino veloce e poi a casa, domani altro giorno di studio e ripetute”. Chiude dietro di se la porta della casa dopo aver salutato i genitori che hanno negli occhi l’orgoglio per quel figlio e nelle intenzioni cento domande, ovviamente non pronunciate, sull’andamento di quello studiare intenso e sulle aspettative per quell’esame oramai alle porte … Ho raccontato un pezzo della mia vita, in prossimità degli esami di maturità. Auguro a tutti coloro che si accingono a questo importante passo la stessa emozione che ho provato io , le stesse aspettative e la stessa consapevolezza dell’importanza di quell’esame per la vita a venire … Buon Maggio amici miei … (Claudio)






    Maturità: pochi giorni all'esame, è corsa a tesina sul web

    Skuola.net: 'C'è chi la fa, chi la copia e anche chi la compra'. C'è chi prende la tesina da portare all'esame orale di maturità piuttosto seriamente, c'è chi invece non farà a meno di un aiuto dal web. Circa il 56% infatti si rivolgerà a Internet anche solo per trovare un'idea originale da sviluppare, ma tra i cybernauti della tesina non manca chi ricorrerà al copia e incolla. E se gli spunti della rete non bastano, gli studenti sono disposti a mettere mano al portafogli. Lo evidenzia una ricerca di Skuola.net realizzata su 2 mila maturandi. Se il 44% degli intervistati dichiara di non avere intenzione di cercare un aiuto su internet, la maggioranza (il 56%) cederà alla tentazione, ma con alcune differenze. Infatti, di questi cybernauti della tesina, 2 su 3 dichiarano di voler prendere solo ispirazione da lavori già fatti per trovare le idee e i collegamenti, per poi lavorarci su in autonomia, mentre 1 su 4 circa adopererà una tesina già fatta come "scheletro", per poi adattarla alle sue esigenze.

    Uno su dieci, invece, confessa: si dedicherà senza remore al copia e incolla. Secondo i dati della web survey realizzato dal sito, i più ligi al dovere sono i ragazzi del liceo, che vanno ad affollare la percentuale di chi "fa da sé", senza ricorrere al web. D'altro canto, al polo opposto, i ragazzi dei professionali sembrano maggiormente intenzionati al copia-copia dal web rispetto agli altri studenti. Tendenze divergenti anche per maschi e femmine. Le seconde, infatti, appaiono meno disposte a copiare o prendere spunto da lavori già fatti presenti in rete. Pur con queste differenze, una cosa è sicura: trovare una tesina (o un percorso, o un progetto) bella e pronta da portare alla maturità è un vantaggio non da poco per uno studente sotto esame.

    Un vantaggio per cui non pochi investirebbero la propria paghetta, se fosse necessario. E' circa 1 su 4 dell'intero campione a confessare di essere disposto a comprare un lavoro già pronto dal web, mentre una netta minoranza, il 3%, dichiara di averne già messo nel carrello uno già fatto. Ma c'è chi arriva a soluzioni ben più raffinate. Perché acquistare una tesina già pronta, con il rischio di essere "beccati", se si può pagare qualcuno - magari studenti universitari o professori - per farsene fare una originale e su misura? Uno su 5 circa dichiara che sarebbe disposto a mettere mano al portafogli per essere aiutato a finirla per tempo (13%) o perché qualcun altro la scriva al posto suo (6%). Un altro 4% dell'intero campione ha già pagato per farsi confezionare la tesina che porterà all'esame, interamente o solo in parte.
    (Ansa)




    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    POESIE A TEMA

    Poesie e racconti sulla Primavera …

    Non piove più

    Non piove più! Sui prati
    sotto il raggio del sole,
    fra l’erba luccicante,
    s’aprono le viole.
    Tra i rovi della siepe
    l’azzurra vinca sboccia;
    ad ogni fiore in seno
    brilla una pura goccia.
    Le galline sull’aia
    ritornano a beccare,
    e i fanciulletti garruli
    riprendono a saltare.
    L’aria odora di terra,
    su, nel cielo sereno,
    con sette bei colori
    brilla l’arcobaleno.
    (O. Grossi Mercanti)




    FAVOLE PER LA NINNA NANNA …

    IL VIAGGIO DI PALLINO

    Era arrivato un pomeriggio di agosto, piccolo, spelacchiato, smarrito. Era nato da appena un mese, aveva vissuto in un immenso giardino, o per lo meno a lui sembrava tale, felice con i fratellini e la sua mamma dalla quale lui, insieme ai fratelli e quasi a gara, si ciucciava il latte.
    Nel giardino correva e giocava tutto il giorno, e poi, sfinito, crollava dalla stanchezza e si addormentava aggrovigliato ai fratelli e alla mamma.
    Un giorno qualcuno lo prese e lo infilò dentro una scatola con alcuni fori da dove però non riusciva a vedere nulla. Era curioso di capire ma aveva tanta paura e così cominciò a miagolare, sembrava un cinguettio, tanto era flebile! Fuori gli dicevano “Fai il bravo che ora arriviamo” ma lui non capiva e rifugiatosi in un angolo della scatola continuava a miagolare. Poi la macchina si fermò, qualcuno prese la scatola e la diede a qualcun altro che la aprì.
    La donna sembrava felice di vederlo, quasi lo conoscesse “quanto sei carino” diceva “vieni dalla mamma, ti chiamerò Pallino perché sembri un batuffolo tondo così raggomitolato” lo tirò fuori dalla scatola e cominciò a saltellare dalla gioia stringendolo e accarezzandolo. Pallino non capiva nulla, era spaventato.
    Quel giorno e i giorni a venire graffiò diverse volte la sua mamma, a onor del vero continuò a faro anche dopo, ma quel giorno aveva troppa paura, per di più, c’era anche i rumore fastidioso di una macchina che una signora usava che lo faceva impazzire!
    Col tempo Pallino si affezionò alla signora che ogni tanto veniva per usare quell’attrezzo che la mamma chiamava aspirapolvere, anzi quando c’era lei lui era contento, andava dove andava lei, camminava sulla spazzatura, sul pavimento bagnato, saliva e scendeva le scale, si divertiva tanto, e la signora non si seccava! Man mano che il tempo passava, Pallino si abituò alla sua nuova vita, era bello stare lì, girare per la casa, salire sui mobili, sulle poltrone, sulle sedie: certo la mamma lo sgridava, ogni tanto si prendeva qualche scappellotto, però lo voleva bene, Pallino aveva imparato anche a fare le carezze e quando le faceva la mamma era felice, non lo sgridava, lo chiamava “amore”. Era bello vedere la mamma allegra, tante volte non lo era e lui non sapeva cosa fare e allora si metteva a guardarla e poi si addormentava.
    Quando passarono sei mesi dal suo arrivo, Pallino aveva più voglia di girare, un giorno saltò il muretto del terrazzino e salì sui tetti. Pallino si sentì libero e felice e anche se la mamma lo chiamava lui non si voltava, tanto la sentiva. Cominciò ad uscire ogni giorno e ogni giorno stava fuori un po’ più a lungo, girava per i tetti delle case vicine, si fermava a guardare gli uccellini che passavano, inseguiva le lucertole, guardava da lontano la signora che stendeva la biancheria come la mamma, ma non era la sua mamma, la sua mamma aveva i capelli lunghi e biondi, e poi gli fischiava e lo chiamava “Pallichicco vieni ti do i croccantini”, lui ne era ghiotto! Quando aveva fame tornava di corsa a casa, si metteva dietro la porta e cominciava a miagolare fino a quando la mamma non veniva ad aprirgli.
    Quando la porta si apriva Pallino entrava di volata e andava subito in garage dove c’era la sua cuccia, la mamma lo rincorreva “Vagabondo, dove sei stato? Hai lasciato la mamma sola, monello!” e lo chiudeva fuori. Ma Pallino sapeva, ormai, che dopo un poco gli avrebbe aperto e lo avrebbe coccolato nuovamente, e dopo lui si sarebbe messo a dormire beato davanti alla stufa. Un giorno Pallino, più in vena del solito di scorribande, ne combinò una più grossa del solito. Senza che la mamma se ne accorgesse, proprio mentre lei chiudeva il garage dopo aver uscito la macchina, sgattaiolò fuori e in men che non si dica fu avvolto dal buio.
    Era elettrizzato da quella nuova esperienza, cominciò a correre anche perché una macchina, proprio quella della mamma, cominciò ad inseguirlo, lui fulmineo con un balzo saltò su un muretto e in breve si trovò in un giardino. Aveva un po’ di timore, ma imperterrito continuò il suo viaggio. Dopo un poco, arrivò su uno spiazzale dove c’era un pollaio, quelle galline appena lo videro cominciarono a starnazzare e si muovevano tutte verso la sua direzione, all’inizio Pallino si divertì a farsi rincorrere, ma poi, vedendosele tutte quasi addosso, cominciò ad avere paura e prese a fuggire, anche perché erano più alte di lui e lo beccavano tanto da fargli male.
    Dopo aver saltato un muretto, Pallino pensò di essere al sicuro, era stremato, era caduto pure su una cosa che faceva lo stesso odore di quando la mamma accendeva la stufa e si era sporcato tutto di nero. Così cominciò a pulirsi e non si accorse che nel frattempo era sopraggiunto un cane. Quel cane odiava i gatti perchè lo stuzzicavano e gli rubavano il cibo mentre lui dormiva, vedendo Pallino lo scambiò per un randagio e cominciò ad abbaiare ferocemente per azzannarlo. Pallino, dallo spavento, fece un salto incredibile, non capiva cosa volesse da lui quell’energumeno con le fauci spalancate come se volesse mangiarselo, lui non era stato monello, non gli aveva fatto nulla. Cominciò a miagolare disperato, non sapeva come uscire da quel posto, dov’era la sua mamma? Cominciò a correre con il cane che lo inseguiva, si rifugiava in un angolo e poi in un altro sempre con il cane alle costole.
    Poi qualcuno cominciò a gridare, voleva che il cane la smettesse, “maledetto cane, se ti prendo ti rompo le ossa!”. Queste urla fecero spaventare ancora di più il povero Pallino, il quale pensava alla mamma e a perché non lo aiutava.
    Intanto, dato che il cane non smetteva di abbaiare, l’uomo usci dalla casa e con un bastone cominciò ad inseguirlo, poi si accorse di Pallino e anche l’uomo, senza che gli avesse fatto nulla, se la prese con lui. Pallino cominciò a nascondersi dietro i cespugli, il suo cuoricino batteva forte forte, si graffiò, gli faceva male ma non si poteva fermare per leccarsi la ferita. Poi miracolosamente trovò un buco, ci entrò dentro e di colpo si trovò sulla strada, ma Pallino non sapeva dove andare, non sapeva più dove era la sua casa! Provò ad andare avanti, indietro, passavano le macchine veloci, no, non sapeva proprio cosa fare, aveva ragione la mamma lui era piccolo! Disperato si appiatti sul pavimento della strada e cominciò a miagolare, si sentiva perduto.
    La mamma, intanto, era tornata a casa e, entrando la macchina in garage, si accorse che Pallino non c’era, pensò che si fosse nascosto come faceva di solito, lo chiamò, gli mise i croccantini nella ciotola ma lui non usci. Non capiva, inizialmente, cosa fosse successo, poi si rese conto che il suo gatto, approfittando di una sua lieve distrazione era scappato. Era fuori di sé, come era potuto accadere, dov’era Pallino, lo aveva perduto per sempre? Non poteva certo rassegnarsi, così, uscì fuori e cominciò a cercarlo, prima lungo una strada, poi per un’altra: ma di Pallino neppure l’ombra. Rassegnata tornò a casa, salì in terrazza, lo chiamò, gli fischiò come faceva spesso per chiamarlo: nulla! Scese in soggiorno e lasciò aperta la porta che dava sulla strada sperando di sentirlo miagolare, si affacciava continuamente ma Pallino non si vedeva.
    Dopo una mezz’oretta sentì un miagolio disperato, sperò fosse il suo gatto. Uscì per strada ma dopo averne percorso un tratto non c’era e non lo sentiva più miagolare. Tornò indietro e percorse l’altra, lo sentì nuovamente però non capiva da dove arrivava il miagolio, lo chiamò, gli fischiò, non lo vedeva.
    “E se si trova su un muro – pensava – come farò a prenderlo?” Poi lo vide, era ad un metro dal muro, appiattito a terra con gli occhi chiusi e miagolava disperato. Luisa lo prese, timorosa che fosse gravemente ferito, non sembrava, se lo strinse al petto e si avviò verso casa: il cuoricino di Pallino batteva a più non posso.
    “Tranquillo Pallino, sei con la mamma!” lo rincuorava. Arrivata a casa si accorse che, a parte lo sporco, aveva solo dei graffietti da nulla, tutto sommato erano stati fortunati lei e Pallino, poteva finire peggio. Lo adagiò su un tappeto, con un panno cominciò a pulirlo, gli disinfettò le ferite e poi cominciò ad accarezzarlo per acquietare lei e lui.
    Quando lo vide più sereno gli versò del latte nella ciotola e Pallino lo bevve. Era tranquillo ormai Pallino, il suo viaggio era finito, la sua mamma era venuto a salvarlo, poteva ricominciare la sua vita abituale con le sue solite monellerie e i graffi alla mamma! Avrebbe fatto il bravo gattino, proprio come voleva la mamma, promesso. Promesso?...

    (Mariella Di Mauro)



    ATTUALITA’


    Nuovi ragni 'pavone', si comportano come cani e gatti.

    Scoperti da biologo nel tempo libero, 'creature straordinarie'. Ragni che "si comportano come cani o piuttosto gatti": curiosi e attenti osservatori di ciò che li circonda, che si "appostano" prima di lanciarsi sulla preda cercando di non essere visti. Così il biologo australiano Jurgen Otto descrive le peculiarità delle sette nuove specie di ragni "pavone" - aracnidi coloratissimi che sul web sono stati resi noti dai video delle loro danze di corteggiamento - che ha scoperto nel Western e South Australia e descritto insieme ai colleghi David Knowles e David Hill sulla rivista Peckhamia.

    "Seguono ogni cosa che li circonda", spiega Otto in un colloquio con l'ANSA, "sono creature molto 'visuali', avendo due grandi occhi frontali e altri 6". "Percepiscono il loro ambiente in modo molto simile al nostro. Puoi vedere come reagiscono l'uno verso l'altro, ad esempio. Ti guardano, si guardano a vicenda, fissano una mosca che stanno per catturare. Le si avvicinano lentamente, cercando di non farsi scoprire", "si spingono in avanti sulle zampe per vedere meglio qualcosa, a volte ruotano la testa per avere una prospettiva differente".

    Comportamenti, dice, che "piuttosto ricordano un gatto che quelli della maggior parte dei ragni". I ragni pavone, lunghi pochi millimetri, appartengono al genere di ragni che saltano e le loro quantità di veleno sono assolutamente innocue per gli uomini. "E a dire la verità non ci pensano nemmeno a mordere un essere umano", spiega il ricercatore, "un orsacchiotto di peluche è più pericoloso". Quella di Otto per questo genere di aracnidi è una passione che va oltre il suo lavoro, che è quello di esperto di acari per il governo australiano, all'interno del Dipartimento di Agricoltura e Risorse idriche. A casa dice di aver "perso il conto" dei ragni che "nutre e cura" a scopo scientifico, dovrebbe averne circa 200. "Ai ragni mi dedico nel tempo libero, la sera o nei fine settimana. Trascorro migliaia di ore osservandoli, fotografandoli e filmandoli". "È dura, ci vuole un sacco di pazienza", ma sono creature "straordinarie".

    Jurgen Otto ha un canale YouTube particolarmente gettonato dove pubblica i filmati dei ragni pavone che studia. Il video più visto, pubblicato circa 3 anni fa, ha raggiunto oltre 5 milioni di visualizzazioni. La sua pagina Facebook "Peacock Spider" ha oltre 61 mila follower.
    (Ansa)





    In Australia massiccio sbiancamento della Grande Barriera Corallina.

    Il mare troppo caldo ha ucciso il 35% delle sue sezioni settentrionali e centrali. Un massiccio sbiancamento dei coralli provocato dall'acqua del mare troppo calda ha ucciso il 35% della Grande Barriera Corallina nelle sue sezioni settentrionali e centrali, al largo della costa nordest dell'Australia, il tutto aggravato dal fenomeno ciclico El Niño che influenza le correnti oceaniche. Lo rivela una ricerca aerea e subacquea dei 2300 km della Barriera, sito del patrimonio mondiale Unesco, condotta dalla James Cook University di Townsville. La Grande barriera corallina è il più grande ecosistema vivente al mondo, che ospita la più ampia diversità di banchi corallini e numerose specie minacciate, come il dugongo e la tartaruga verde.

    Fortunatamente è stata risparmiata per il 95% la sezione meridionale della Barriera, a sud di Cairns, importante meta turistica, grazie a un forte ciclone tropicale, accompagnato da copertura nuvolosa e forti piogge che hanno raffreddato le acque. Il corallo si sbianca quando l'acqua è troppo calda per troppo tempo. Si stressa ed espelle le colorite alghe da cui dipende per ricevere energia. L'entità del danno, avvenuto in massima parte negli ultimi due mesi, ha gravi implicazioni per le altre creature che dipendono dai banchi corallini per cibo e riparo, riferisce il responsabile della ricognizione Terry Hughes, direttore del Centre of Excellence for Coral Reef Studies dell'ateneo.

    I coralli sbiancati non ancora morti possono riprendersi se diminuisce la temperatura dell'acqua, ma i coralli più vecchi richiedono più tempo per recuperare prima che intervenga un nuovo episodio di sbiancamento. La capacità di ripresa è inoltre ostacolata dall'inquinamento delle acque causato dagli scarichi agricoli, spiega ancora Hughes. "Questa è la terza volta in 18 anni che la Grande Barriera Corallina subisce uno sbiancamento di massa a causa del riscaldamento globale, e l'evento corrente è estremo, molto più esteso di quanto sia stato misurato finora", aggiunge. "Il danno è parte di une massiccio evento di sbiancamento che colpisce i banchi corallini attorno al mondo già da due anni. Alcune isole del Pacifico hanno riportato tassi di mortalità dei coralli sopra l'80%. In tutti i casi, le aree che soffrono il peggiore sbiancamento sono quelle in cui l'acqua è stata più calda più a lungo", spiega ancora lo scienziato.

    Lo scorso anno il Comitato Unesco per il patrimonio mondiale ha minacciato la sua inclusione nella lista nera dei siti 'in pericolo', esortando il governo di Canberra a compiere un programma sostanziale di conservazione. "Lo sbiancamento dei coralli è legato direttamente al cambiamento climatico", dichiara in un comunicato il Wwf Australia. "Il riscaldamento globale, alimentato dalla bruciatura di combustibili fossili, aumenta la temperatura delle acque, mentre il loro inquinamento indebolisce i coralli rendendoli più vulnerabili e meno capaci di riprendersi. I leader dell'Australia devono affrontare le gravi minacce all'ecosistema e agire seriamente per combatterle", aggiunge l'organizzazione ambientalista. ‬
    (Ansa)





    Greco al classico, Aristotele e Platone in pole position.

    I maturandi scommettono sulle prove d'esame in un sondaggio di Skuola.net. Platone o Aristotele? Ecco la scommessa dei maturandi del classico per la seconda prova, la tanto temuta versione di greco. Secondo un’indagine di Skuola.net su 1000 studenti di quinta del liceo Classico, la maggioranza, il 20%, punta tutto su Aristotele. Ma Platone segue a ruota al 19%.

    IL TOTO-AUTORE 2016 – Altri nomi vengono citati dai ragazzi dopo Platone e Aristotele: Erodoto (13%), Plutarco (12%), Tucidide (10%): tutte opzioni realistiche per la prova d’esame. Ma anche Demostene (9%), Polibio (8%) e Luciano (6%) sono stati indicati come possibili protagonisti delle tracce. Chi la spunterà? Di sicuro i maturandi hanno fiuto per le scommesse: un sondaggio simile svolto lo scorso anno indicò Tacito per la traccia di latino del 2015. E Tacito effettivamente fu.

    VECCHIE CONOSCENZE- In effetti, indovinare si può. Infatti, il ministero tende a riproporre autori già usciti negli anni precedenti. Platone e Luciano sono ormai degli affezionati alla versione di greco agli Esami di Stato. Entrambi, negli ultimi anni, sono usciti due volte: il primo nel 2004 e nel 2010, il secondo nel 2008 e nel 2014. Motivo in più per credere che si possa tornare sui classici, e lo stesso Aristotele è una vecchia conoscenza, protagonista del 2012, così come Plutarco, autore della versione del 2006.
    (Ansa)




    ANDIAMO AL CINEMA!!!!




    Alice attraverso lo specchio




    locandina



    Un film di James Bobin. Con Johnny Depp, Anne Hathaway, Mia Wasikowska, Helena Bonham Carter, Sacha Baron Cohen.



    Le porte della percezione restano socchiuse e le cose non appaiono infinite come realmente sono.
    Andreina Di Sanzo


    Dopo molto tempo passato a bordo della nave Wonderland, il capitano Alice Kingsleigh torna sulla terra ferma londinese, rigida e ottusa.
    Alice, una sempre splendida Mia Wasikowska, lascerà presto la noia del mondo aristocratico per una nuova avventura. Attraverso uno specchio magico, con l'aiuto del Brucaliffo, tornerà dai suoi amici del Sottomondo, questa volta per salvare il Cappellaio Matto (Johnny Depp) e viaggiare nel tempo.
    Il sequel di Alice in Wonderland di Tim Burton, qui in veste di produttore, vede la nostra protagonista affrontare una vera e propria odissea spazio-temporale in cui il tempo che viene personificato (Sacha Baron Cohen) sarà il suo nemico-amico da cui trarre insegnamento e a cui insegnare qualcosa. Perché sì, il soggetto prioritario del film di James Bobin è proprio chronos in persona, l'elemento dalla duplice natura, tiranno e prezioso, cinico e amichevole, come risulta proprio il personaggio interpretato brillantemente da Baron Cohen.
    Diversamente dal romanzo di Lewis Carroll (Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò) che gioca tutto sul tema degli scacchi, qui questa tematica viene leggermente sfiorata in favore di una morale più semplicistica, ovvero ciò che si può imparare dal tempo, dagli errori o dalle esperienze del passato. Alice, per salvare il Cappellaio che lentamente si sta lasciando morire, deve recuperare la cronosfera e viaggiare nel tempo per cercare di cambiare alcuni avvenimenti e salvare la famiglia del suo amico. Dopo aver incontrato i compagni del Sottomondo, la Regina Bianca (Anne Hathaway), il Bianconiglio, Pincopanco e Pancopinco, Bayard e così via, la ragazza decide di intraprendere quest'impresa che la porterà di nuovo al cospetto della perfida Regina Rossa, anche in questo episodio interpretata da Helena Bonham Carter.
    Alice attraverso lo specchio è film in cui i personaggi di questo mondo fantastico vengono visibilmente umanizzati: l'appiglio è sempre la famiglia. L'ambiente domestico è quel locus (non sempre) amoenus da cui nascono gioie e dolori, cambiamenti e trasformazioni, ma resta in ogni caso un punto verso cui tendere. Persino la Regina Rossa, non del tutto così cattiva, sembra avere un conto in sospeso proprio con ciò che accadde tra le mura domestiche.
    Il motivo conduttore del viaggio psichedelico, molto presente nel film di animazione del 1951, e sicuramente elemento cardine dell'opera visionaria di Lewis Carroll, viene completamente abbandonato, cosa che accadde anche per il precedente film di Burton - per fortuna qui ci siamo risparmiati le lotte con i draghi. Non bastano gli abiti bizzarri e dai colori sgargianti per ricreare l'atmosfera lisergica.
    Il viaggio di Alice si fa banalmente momento di crescita in cui ancora una volta trionfano i buoni sentimenti e ci si discosta dall'intenzione carrolliana della comprensione dell'universo mentale attraverso il sogno e l'immaginazione. Nonostante si parli di viaggi nel tempo e cortocircuiti temporali, il tema portante non basta a ricreare l'atmosfera onirica e allucinata. Qui le porte della percezione restano socchiuse e le cose non ci appaiono infinite come realmente sono, ma ritratte con approssimazione e banalità.


    Video


    (Lussy)





    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …



    IL BUCO DI VISO, traforo alpino



    Il Buco di Viso o Buco delle Traversette, chiamato anche “Tunnel du sel”, è una galleria lunga circa 75 metri, scavata nella roccia, che collega l'Italia con la Francia, alle pendici del monte Granero, sotto il versante che separa la valle Po da quella francese del Queyras, ad un'altitudine di 2.882 m s.l.m. poco più in basso del colle delle Traversette a quota 2.950 m. È stato il primo traforo alpino della storia e rappresenta una delle più antiche opere di ingegneria civile realizzate in alta montagna. Il percorso per raggiungerlo parte dal Pian del Re, dove nasce il fiume Po, a circa 2.020 metri di altitudine, imboccando il sentiero che porta al colle delle Traversette. La galleria in origine misurava circa 100 metri di lunghezza mentre attualmente è lunga circa 75 a causa dell'erosione dei fianchi della montagna. Le cronache del tempo riportano che la galleria fu scavata con «ferro, fuoco, acqua bollente ed aceto», pertanto il tracciato è leggermente curvo e in pendenza verso la parte italiana, poiché nello scavo si sono seguite le zone di foliazione della roccia formata prevalentemente da scisti cloritici anfibolici.
    L'interno è privo di illuminazione e ha un'altezza media di 2,5 metri per circa 2 di larghezza, ovvero dimensioni appena sufficienti a far passare un mulo caricato da due some laterali. Il transito è libero e si può effettuare agevolmente solo nei mesi estivi. L'entrata sul versante italiano è più agevole di quella francese, che è più angusta poiché ostruita da rocce e dalla neve fino ad estate inoltrata.
    Le difficoltà tecniche di realizzazione dell'opera furono notevoli. A quell'epoca i mezzi esplosivi erano totalmente sconosciuti oltre alla non conoscenza delle tecniche di rilievo topografico, lo scavo del traforo fu portato avanti procedendo verosimilmente da una sola estremità, a grande discapito della velocità esecutiva. L'esiguità dell'unico cantiere, consentiva un utilizzo limitatissimo di manodopera, con un impiego di massimo due o tre uomini nel fronte di avanzamento. Il procedimento utilizzato fu quello antico descritto da Diodoro Siculo che consisteva nell'accatastare contro la parete rocciosa una pila di legname a cui si dava fuoco; la roccia, intaccata dalle fiamme, subiva un primo processo di calcinazione, a seguito del quale si screpolava e si fendeva frammentandosi gradualmente. I minatori, quindi, inondavano la roccia con grandi masse di una soluzione di acqua bollente e aceto gettata con forza al fine di disgregarla anche internamente. A quel punto la roccia diveniva sufficientemente friabile per essere attaccata con successo da martelli e picconi che venivano inseriti a forza e fatti agire nelle fessure che si erano venute a formare.

    …storia…



    Alla fine del 400, sotto la guida di Ludovico II, il Marchesato di Saluzzo si apprestava a toccare l’apice del suo splendore. Il piccolo regno esercitava da secoli un ruolo tutt’altro che secondario sul territorio cisalpino occidentale, e così pure sulla scena internazionale. La politica saluzzese aveva alternativamente seguito le linee dei Savoia e dei francesi e la strategica posizione territoriale rendeva il Marchesato particolarmente ambito dai due governi. Preso il potere nel 1475, Ludovico II invi¨° una richiesta ufficiale al Parlamento di Grenoble per realizzare una galleria che rendesse più agevole il passaggio tra le sue terre e il Delfinato. Poichè la risposta si faceva attendere, nel 1477 il marchese decise di scrivere al re di Francia Luigi XI e a Jean d’Aillon, governatore del Delfinato. Il passaggio individuato è strategico, in quanto consente di evitare le gabelle imposte, più a nord sui colli controllati dal Ducato di Savoia e, più a sud (Val Varaita e Val Maira), su colli già interamente situati nei territori del Delfinato. A rendere ancora più necessaria l’opera contribuì, probabilmente, l’avvento di una piccola era glaciale. Tale irrigidimento climatico creava condizioni avverse su tutti i valichi alpini principali e il Colle delle Travesette non faceva certo eccezione La realizzazione del traforo fu un'opera necessaria che metteva in comunicazione il piccolo territorio del Marchesato di Saluzzo con le regioni della Provenza e del Delfinato. Ludovico II ebbe un orientamento politico filofrancese e ostile ai Savoia, estipulò un accordo con il re di Napoli Renato d'Angiò, che ricopriva anche la carica di conte di Provenza e vassallo del re di Francia Luigi XI.
    Lo scopo del Buco di Viso fu quello di incremen-
    tare i traffici commerciali permet-
    tendo un passaggio più agevole alle carovane mercantili che necessi-
    tavano attraversare le Alpi. Fu un’ alternativa al pericoloso Colle delle Traversette, inoltre il transito, realizzato ad una quota più bassa del valico, avrebbe aumentato i giorni utili per i passaggi delle merci dato che già con le prime nevicate il Colle diveniva impraticabile. All’epoca non era impresa da poco forare le dure rocce della catena del Monviso, ma i vantaggi per entrambe le parti sarebbero stati notevoli. Il commercio del sale in arrivo dalla Provenza era fiorente, e sotto la galleria sarebbero potute passare anche le colonne di muli con le merci più disparate. C’è da supporre che furono i disegni espansionistici a convincere il re di Francia e il parlamento transalpino: con la nuova galleria, infatti, il percorso sarebbe stato più sicuro anche per l’eventuale passaggio degli eserciti. Il punto in cui realizzare l’opera, un po’ a nord del Monviso, fu individuato sotto il Colle delle Traversette. L'accordo per la sua realizzazione venne sancito ad Arles il 22 settembre, e la realizzazione dell’opera affidata agli impresari Baldassare di Alpiasco, oggi Piasco, e Martino di Albano.
    L’intero costo, calcolato in dodicimila fiorini, era da dividere in eguale misura tra il Delfinato e il Marchesato di Saluzzo. Si concluse un accordo che prevedeva la sistemazione delle strade di avvicinamento sul versante francese a cura del governo transalpino. Si considerò anche che dallo stagno di Berre, vicino Marsiglia, si sarebbero potute produrre 5300 olle l’anno di sale e si stabilì che la parte per il Marchesato avrebbe avuto un prezzo minore. Per evitare speculazioni, si stilarono precise regole che i mercanti dovevano rispettare.
    Dal completamento dei lavori, vi fu un aumento del traffico commerciale e il Buco di Viso divenne un percorso strategico per il transito delle merci. Le esportazioni del marchesato comprendevano vino, riso, canapa e olio di noce,]viceversa, le importazioni dalla Francia verso Saluzzo riguardavano prevalentemente stoffe, broccati e cavalli, Il piccolo marchesato non aveva sbocchi sul mare e il traforo permise l'importazione del sale dalle saline di Aigues-Mortes. Dal 1482 la gabella di Revello registrava un transito annuo di oltre 20.000 sacchi di sale, oltre a svariata altra merce.
    Il Buco di Viso fu utilizzato anche per ragioni militari e nel 1486 fu lo stesso marchese Lodovico II a servirsi del traforo per organizzare la sua fuga in Francia e, successi-
    vamente, se ne servirono anche i sovrani francesi. Nel 1494 transitò il re di Francia Carlo VIII con il suo esercito e l'artiglieria, accorrendo in sostegno alle truppe del marchesato nella Battaglia di Fornovo. Nel 1499 lo percorse Luigi XII e nel 1525 il successore Francesco I, che con il suo esercito si diresse in Italia per combattere contro l'imperatore Carlo V. In quest'occasione il traforo e il sentiero vennero anche ampliati per renderli più praticabili al passaggio dell'artiglieria.
    In seguito al Trattato di Lione del 1601 il Marchesato di Saluzzo, che aveva difeso la sua indipendenza per oltre tre secoli, venne annesso al Ducato di Savoia e pertanto il Buco di Viso perse la sua importanza strategica, vedendo alternare sporadiche aperture a lunghi periodi di chiusura. Successivamente il duca Carlo Emanuele I di Savoia, per non compromettere il flusso di traffico commerciale dei valichi del Moncenisio e del Monginevro, sui quali i Savoia esercitavano diritti daziali da lungo tempo, ne ordinò l'ostruzione; malgrado ciò dalla parte francese venne riaperto ma fu nuovamente richiuso su ordine dei Savoia.
    Nel corso degli anni successivi il Buco di Viso rimase chiuso; a questo contribuirono anche frane dovute agli eventi stagionali e al disgelo ma anche ragioni politico-militari come la guerra della Grande Alleanza e la Guerra di successione spagnola che contrappose il Ducato di Savoia al Regno di Francia. Tuttavia non mancarono richieste di riapertura come testimonia una delibera dell'attiguo comune di Crissolo del 1781 che recita:
    « [...] il passaggio nella galleria sarebbe di grandissimo vantaggio non solo a questo luogo
    oltre a tutto il Piemonte pel comodo commercio.»

    Ciò nonostante per tutto il XIX secolo il passaggio rimase impraticabile e si dovette attendere il 1837 quando, anche per via di un crescente flusso migratorio verso la Francia, vi fu un parziale e sommario ripristino su iniziativa volontaria degli abitanti della valle Po. Il traforo fu riaperto ma il transito risultava difficoltoso poiché in alcuni tratti si poteva procedere soltanto a carponi ed era economicamente sconveniente poiché era impossibile portare con sé gli animali da soma. Vide la riapertura definitiva il 25 agosto del 1907 grazie al finanziamento del governo italiano e al contributo della sezione di Torino del CAI presieduta da Ubaldo Valbusa.Nell'autunno del 1998 sono stati nuovamente effettuati alcuni lavori di rimozione dei detriti lapidei finanziati dalla sezione di Saluzzo del Rotary Club, grazie ai quali il transito all'interno della galleria è tornato ad essere praticabile.

    (Gabry)





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    La Musica del Cuore




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    I Grandi Cantautori Italiani



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    foto:televisionando.it


    Jovanotti




    Jovanotti, nome d'arte di Lorenzo Costantino Cherubini (Roma, 27 settembre 1966), è un cantautore, rapper e disc jockey italiano.

    Diventa famoso alla fine degli anni ottanta, lanciato da Claudio Cecchetto. Dalla commistione di rap dei primi successi, tuttavia, Jovanotti si discosta ben presto avvicinandosi gradualmente al modello della world music (sempre interpretata in chiave hip hop e funky). All'evoluzione musicale corrisponde un mutare dei testi dei suoi brani, che, nel corso degli anni, tendono a toccare temi sempre più filosofici, religiosi e politici, più tipici dello stile cantautorale italiano.
    Parallelamente aumenta anche il suo impegno sociale e politico. Pacifista attivo, ha frequentemente collaborato con utilità come Emergency, Amnesty International, Lega anti vivisezione, Nigrizia e Data, ha contribuito alle manifestazioni in favore della cancellazione del debito negli anni novanta e più recentemente ai movimenti Niente scuse e Make Poverty History, partecipando al Live8.
    Lorenzo Cherubini è nato a Roma il 27 settembre 1966 da Mario Cherubini (1934-2015),] facente parte della gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, e Viola Cardinali (1935-2010). È il terzo di quattro fratelli: il primo è Umberto, istruttore di volo della scuola Touchandgo, morto il 22 ottobre 2007 in un incidente aereo a Latina. A lui Lorenzo ha dedicato la canzone "In orbita" e, dopo la sua morte, la canzone "Fango" («io lo so che non sono solo, anche quando sono solo»). Il secondo è Bernardo, che ha lavorato nel mondo dello spettacolo come attore (ad esempio nel film Panarea) e come presentatore; e la quarta è Anna. Di famiglia toscana, originaria di Cortona, in provincia di Arezzo, nel corso della sua infanzia, Lorenzo torna spesso in quella cittadina, mentre adesso vi risiede stabilmente e gli è stata persino conferita la cittadinanza onoraria.
    A Roma ha studiato presso il liceo Malpighi. Il 6 settembre 2008 ha sposato a Cortona, nella chiesa di Santa Maria Nuova, la compagna Francesca Valiani con la quale conviveva da parecchi anni. I due avevano già una figlia, Teresa, nata il 13 dicembre 1998, alla quale il cantautore ha dedicato la canzone "Per te".

    Nel giugno del 1980 il fratello presenta Lorenzo ad un disc jockey di Radio Foxes di Cortona, dove inizia a muovere i primi passi come DJ. Nel 1982 inizia a fare il disc jockey anche per la discoteca Tuchulcha di Cortona. Nel 1983 lavora durante la settimana per Radio Antenna Musica a Roma. Propone sia musica dance che hip hop, genere non molto noto in Italia. Nel 1984 lavora per il Paper Moon di Roma; lascia Radio Antenna Musica per poi fondare Radio Jolly. Nel 1985 inizia a lavorare per il Veleno, uno dei locali più importanti della capitale. Qui conosce Fiorello e il produttore Giancarlo Meo. Durante l'estate fa un provino per Deejay Television, ma non viene assunto. Nel 1986 inizia a lavorare al Piper.
    L'esordio musicale vero e proprio avviene nell'aprile del 1987 con il singolo Walking, già con il nome di Jovanotti, a cui fa seguito Reggae 87, entrambi pubblicati dalla Full Time Records; inizialmente il nome d'arte che Lorenzo sceglie è "Joe Vanotti", ma il tipografo a cui commissiona una locandina promozionale per una serata in discoteca commette un refuso: anziché scrivere "Joe Vanotti" scrive "Jovanotti", un errore che però Lorenzo trova provvidenziale e decide quindi di tenere. Viene proposto dalla Full Time a Claudio Cecchetto, che però rifiuta di assumerlo. A giugno inizia a lavorare al Lanternone di Palinuro. Qui viene notato da Marina Cecchetto (ex moglie di Claudio) che lo propone all'ex marito, che questa volta decide di metterlo sotto contratto come presentatore a Deejay Television e come disc jockey a Radio Deejay.
    Cecchetto in un primo momento gli boccia il nome "Jovanotti" ma poi lo trova adatto al personaggio e gli consiglia di tenerlo; in questo periodo diventa uno dei personaggi di spicco di Radio Deejay: nella notte di Capodanno tra il 1987 e il 1988 tiene una diretta radiofonica per otto ore di fila. Nel 1988 pubblica un singolo di grande successo, È qui la festa?, seguito dal suo primo album, Jovanotti for President, contenente il singolo Gimme Five, e partecipa come unico artista italiano alla compilation di Radio Deejay Deejay rap. Questo è un periodo d'oro per il neonato Jovanotti, visto che immancabilmente tutti i suoi singoli finiscono nelle prime posizioni delle classifiche italiane, tanto che a settembre viene invitato al Festivalbar come ospite d'onore. Pur avendo già adottato lo pseudonimo di Jovanotti, nello stesso periodo si propone al pubblico anche con lo pseudonimo di "Gino Latino", pubblicando tre singoli : Yo, Welcome e Latino. Il progetto, ideato con Albertino di Radio Deejay, sarebbe dovuto sfociare in un album che però non vede mai la luce.
    Un altro pseudonimo utilizzato da Jovanotti in quel periodo è "Jeronimo", con il brano The Indian. I brani pubblicati come "Gino Latino" e "Jeronimo" sono presenti nella raccolta Jovanotti Special. In questo primo periodo, oltre a parlare regolarmente dai microfoni di Radio Deejay, Jovanotti fa le prime esperienze in televisione con le trasmissioni Dee Jay Television e 1, 2, 3, Jovanotti!. Inoltre pubblica il suo primo libro, Yo, brothers and sisters: siamo o non siamo un bel movimento?. Nel dicembre del 1988 inizia il servizio militare presso la caserma Turinetto di Albenga, in provincia di Savona. Questa esperienza porta, in seguito, alla nascita della canzone Asso, colonna sonora della serie televisiva Classe di ferro. Jovanotti in seguito dichiarerà di aver scritto la canzone unicamente perché in cambio gli venisse concessa una licenza di una settimana.
    Il giorno prima della partenza presenta a Fantastico il brano Sex No Drugs and Rock 'n Roll; nello stesso mese fonda, insieme a Cecchetto, la linea di abbigliamento "Yo". Nel 1989 pubblica l'album La mia moto, il cui singolo Vasco (omaggio a Vasco Rossi, suo idolo e per una generazione intera), viene presentato al Festival di Sanremo 1989, durante il quale è protagonista di una clamorosa gaffe. La mia moto vendette circa 600.000 copie. Al Festival si presenta con la fidanzata Rosita Celentano, figlia di Adriano Celentano, e affitta una discoteca dove, dopo le serate del Festival, riceve amici. Lo stile dei primi album di Jovanotti è caratterizzato da un divertente e festaiolo groove in stile italo disco (che domina la scena musicale in quegli anni) e il rap. L'ispirazione viene da grandi artisti hip hop come i Run DMC, Public Enemy e Beastie Boys.
    Nel 1990 Jovanotti realizza l'album Giovani Jovanotti, ancora ricco di spunti spensierati (Ciao Mamma), ma in cui iniziano ad apparire brani che anticipano una nuova linea artistica, come Gente della notte. Il mutare delle mode e la prolungata assenza dai media nazionali (causata dal servizio militare) provocano un'inesorabile caduta della notorietà di Jovanotti. Nello stesso anno partecipa come ospite fisso allo show Fantastico condotto da Pippo Baudo. Per un'inversione di tendenza si deve attendere il 1991, con la pubblicazione di Una tribù che balla. Risale a questo periodo l'episodio in cui Red Ronnie, durante una piovosa serata di "Vota la voce" dice a Vasco Rossi "Tutti dicono che Jovanotti è finito..." e Vasco risponde: "Secondo me Jovanotti comincia adesso!" Il nuovo album di Jovanotti, Una tribù che balla, dà inizio a un periodo artistico decisamente diverso, spesso descritto dai critici come una svolta (sebbene lo stesso Jovanotti in diverse occasioni affermi di non percepire una particolare discontinuità in questa sua fase artistica). Iniziano ad apparire nei suoi testi, inizialmente in sordina, i temi dell'impegno politico e sociale che caratterizzeranno in modo sostanziale la sua produzione successiva (tutte le vecchie realtà sono finite; e allora muoviti, muoviti).
    Nel 1992 realizza Cuore in memoria di Giovanni Falcone, composto di getto pochi giorni dopo la sua uccisione: il brano è solamente destinato all'airplay e mai pubblicato su disco. Nello stesso anno esce Lorenzo 1992: primo album che, pur mantenendo il suo pseudonimo, porta il suo vero nome nel titolo, nell'intento di segnalare in modo esplicito la discontinuità con le origini. L'album contiene numerosi brani che diventano celebri, a partire da Non m'annoio e Ragazzo Fortunato, ed è seguito da un tour con Luca Carboni (Carboni-Jovanotti in concerto 1992). Esso spazia inoltre su vari temi come la violenza, la contraccezione, la politica, con una presa di posizione contro l'aborto, subito rinnegata
    Con Penso positivo Jovanotti gareggia nel MTV Europe Music Awards 1995 nella categoria "Miglior videoclip dell'anno", arrivando terzo.
    Prese di posizione che ricordano scuole di pensiero sulla convivenza delle religioni e che in realtà erano già state annunciate nel precedente disco Ho perso la direzione, contenuto nell'album Lorenzo 1992, dove il cantautore si scaglia contro il sistema politico del tempo. Contenuti di questo genere si trovano in numerosi altri brani dell'album, da Barabba a Dobbiamoinventarciqualcosa. L'album è reso celebre anche dalle molte canzoni d'amore di successo, da Piove a Serenata rap; quest'ultimo brano, in particolare, si classifica come video più trasmesso in Europa e persino in Sudamerica. Nel 1994 Jovanotti è in tour per l'Europa insieme a Pino Daniele e Eros Ramazzotti. Nello stesso anno vede la luce la sua etichetta discografica Soleluna.
    Nel 1995 esce il singolo L'ombelico del mondo, con il quale Jovanotti partecipa anche agli MTV Europe Music Awards 1997 a Rotterdam. Il brano viene pubblicato nella raccolta Lorenzo 1990-1995, insieme all'inedito Marco Polo: la raccolta, come suggerisce il titolo, non comprende i brani dei suoi primi due album. Nel 1995 scrive con Zucchero il brano Alleluja, contenuto nell'album Spirito DiVino.
    L'album del 1997, L'albero, segna una nuova svolta nello stile musicale di Jovanotti; vi dominano elementi di musica etnica e di world music, e un ulteriore approfondimento dei testi (si pensi a Questa è la mia casa, una sorta di moderno Cantico delle creature multireligioso, o alla lirica introspezione de La linea d'ombra ispirata a The Shadow Line di Joseph Conrad). La pubblicazione dell'album viene accompagnata dalla distribuzione di un film omonimo. Nello stesso periodo Jovanotti inizia una serie di attività che riflettono un periodo di ricerca interiore. Inizia a occuparsi di pittura (le sue opere vengono esposte al Brescia Music Art), nel 1998 recita nel film I Giardini dell'Eden di Alessandro D'Alatri, partecipa a due tribute album in onore rispettivamente di Robert Wyatt e George Gershwin, e prende a girare il mondo, in particolare l'America latina (celebre la sua attraversata della Patagonia in bicicletta).
    In riguardo a questa esperienza commenta: «uno è attratto dai posti in fondo al mondo perché pensa che lì potrà trovare quello che è in fondo a sé stesso». In una notte di quel viaggio nasce il testo di Stella cometa, canzone d'amore per la sua ragazza lontana. L'amore per l'America latina lo porta anche a collaborare all'album Artisti Uniti per gli Zapatisti del Chapas, un album benefico i cui incassi vengono devoluti alla costruzione di un ospedale in Messico. Le vicende dei suoi viaggi sono raccontate nel libro Il grande boh!, pubblicato nel 1998. Nello stesso anno Jovanotti diventa padre; la sua gioia è raccontata nella ninna nanna Per te, uno dei successi dell'album Capo Horn (1999). Nello stesso album compare anche Un raggio di sole, con cui Jovanotti vince il Festivalbar. Sempre nel 1999, durante la Guerra del Kosovo, Jovanotti partecipa a un progetto comune con Piero Pelù dei Litfiba e Luciano Ligabue per il brano pacifista Il mio nome è mai più, il cui video viene girato da Gabriele Salvatores, e i cui proventi vengono devoluti interamente a Emergency; il singolo è il più venduto in Italia in quell'anno.
    L'impegno di Lorenzo non finisce qui. Memorabile la sua esibizione al Festival di Sanremo 2000 con il brano inedito Cancella il debito. L'esibizione di Lorenzo scuote gli animi di Sanremo (e non solo) e porta alla ribalta il problema del debito estero dei paesi del terzo mondo. A giugno Lorenzo ripropone una nuova versione di Dolce fare niente, presente già in Capo Horn. Nello stesso periodo interviene al concerto-tributo al Teatro Carlo Felice di Genova, dedicato a Fabrizio De André (da cui è tratto il doppio CD Faber, amico fragile), interpretando il brano La cattiva strada. Nello stesso anno partecipa attivamente al movimento per la cancellazione del debito ai paesi del Terzo Mondo cantando, nelle vesti di ospite, al Festival di Sanremo un brano inedito intitolato, appunto, Cancella il debito, assieme ad altri colleghi internazionali, tra cui Carlinhos Brown. A questo periodo risale la sua rottura del decennale sodalizio artistico con il chitarrista e produttore Michele Centonze, coautore della maggior parte dei brani di Lorenzo.
    L'album del 2002, Lorenzo 2002 - Il quinto mondo, conferma, anche per mezzo dei suoi singoli, l'equidistanza e l'equilibrio dei due poli della lirica di Jovanotti; la canzone d'amore (Ti sposerò) e l'impegno politico e sociale (Salvami). Salvami, in particolare, copre un ampio spettro di temi, dal pacifismo, alla globalizzazione e la necessità di giustizia nei confronti del Terzo Mondo, all'ambientalismo, e viene citata da Tiziano Terzani nell'introduzione alle sue Lettere contro la guerra. Il video di Salvami è un collage di tutte le apparizioni nei programmi televisivi dove Jovanotti aveva presentato il singolo. L'intenzione è quella di dimostrare che i media, e la televisione soprattutto, possono essere usati per buoni fini.
    Il tour di Quinto mondo, iniziato ad Ancona il 17 aprile e concluso a Roma il 1 giugno, è caratterizzato dalla presenza sul palco di 17 musicisti: Jovanotti viene accompagnato da basso, batteria, chitarra, due tastieristi, tre coriste, quattro fiati e tre percussionisti. Il "Quinto Mondo Tour" viene presentato in una data extra il 30 luglio 2002 presso il Santuario di San Gabriele dell'Addolorata ad Isola del Gran Sasso in provincia di Teramo in occasione del concerto-evento "Una Montagna di Musica per l'Acqua", promosso dalle Province di Teramo, Pescara e Ascoli Piceno per la tutela delle acque del Gran Sasso e contro la costruzione del terzo traforo in concomitanza con l'anno internazionale della montagna promosso dall'ONU e dalla FAO.
    Il concerto si svolge su un palco di 231 m² con la presenza di circa 30.000 persone e con una super band di 17 elementi composta da Jovanotti, Saturnino Celani al basso, Pier Foschi alla batteria, Riccardo Onori alle chitarre, Giovanni Allevi al pianoforte, Stefano Cecere alle tastiere, Peu Meurray e Boghan Costa alle percussioni dirette da Ernestico Rodriguez, dalle coriste June Hamm, Lorraine Barnes e Paula Clarke e dalla sezione fiati composta da Dario Cecchini al sax e flauto, Luca Marianini al flicorno e tromba, Piero Odorici al sax alto e flauto e Giuseppe Di Benedetto al trombone tutti diretti da Marco Tamburini.[26] Per la sua partecipazione all'evento contrario al terzo traforo sotto il Gran Sasso la provincia dell'Aquila cancella il concerto di Jovanotti che si sarebbe dovuto svolgere all'interno dei festeggiamenti per la Perdonanza Celestiniana e lui risponde a questa "censura" con una lettera aperta.
    Il brano Una tribù che balla viene inserito come traccia musicale nel film di Harold Ramis del 2002 - Un boss sotto stress (Analyze That) interpretato da Robert De Niro e Billy Crystal. Nel 2003, sotto l'egida della sua casa discografica, Jovanotti dà vita a un progetto musicale alternativo, spiccatamente latino americano, dal nome Roma - Collettivo Soleluna, che ottiene un buon successo con il brano A vida (Roma). Nello stesso anno, un artista brasiliano di origini italiane, Franco Cava, riarrangia e traduce alcune canzoni di Jovanotti secondo i tempi e i modi della musica brasiliana dando vita a BossaJova. In questo album spiccano Chove (Piove) e Samba è (sul ritmo di Ciao mamma) che celebra l'elezione del presidente Lula.
    L'album Buon sangue (2005) secondo alcuni appare una conferma della maturità raggiunta dal cantante, che si avvale di collaboratori (Edoardo Bennato, ma anche i Planet Funk e Danilo dei Negramaro nel brano Falla girare) e balza al primo posto in classifica, trainato dal successo dei singoli (Tanto)³ e Mi fido di te; insieme alla versione standard di Buon sangue esce anche una limited edition composta da due cd: il già citato Buon Sangue, più Extra F.U.N.K, CD contenente arrangiamenti alternativi e spezzoni tagliati e canzoni che non hanno trovato posto nell'album originale. Nel 2006 esce Buon Sangue Live, un DVD con 40 minuti di contenuti e retroscena sull'ultimo tour del cantautore italiano e il concerto svolto a Milano. Nello stesso anno collabora per la seconda volta con Zucchero Fornaciari, diventando autore del testo del brano Troppa fedeltà, incluso nell'album Fly.
    Il 1º giugno 2007, in occasione dei 40 anni dall'uscita dell'album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles, durante la grande maratona musicale tenutasi nella Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, è stato proiettato un video inedito di Jovanotti, Ode al Sergente Pepe, un brano inedito ispirato al disco, scritto e interpretato appositamente per questo evento. Il video, realizzato da Oliviero Toscani, si avvale del montaggio di Leandro Manuel Emede: la scelta è quella di un velocissimo collage di immagini della carriera dei Beatles, una sorta di viaggio nel tempo dagli albori allo scioglimento dei Fab Four. Nello stesso anno co-produce e contribuisce (scrivendo e partecipando al brano Cade la pioggia) a La finestra, album della band italiana Negramaro. La collaborazione con i Negramaro riprende nell'album Safari con l'omonimo brano Safari.
    Il 22 ottobre 2007 il fratello, Umberto Cherubini, istruttore di volo della scuola Touchandgo, muore in un incidente aereo a Latina. Jovanotti dopo qualche mese dalla sua morte gli dedica la canzone Fango. Sempre nel 2007 scrive il testo della canzone Aria... non sei più tu, su musica di Danijel Vuletic, incisa da Adriano Celentano nel suo disco Dormi amore, la situazione non è buona. Il 18 gennaio 2008 esce il disco, Safari, registrato tra Cortona, Los Angeles, Milano, Hannover, Berlino e Rio de Janeiro, anticipato il 7 dicembre dal singolo Fango, che si avvale della collaborazione alla chitarra di Ben Harper. A maggio Fango si aggiudica la prima edizione del Premio Mogol, riconoscimento destinato all'autore del miglior testo dell'anno da una giuria presieduta dallo stesso Mogol.
    Il 7 marzo esce il singolo A te, secondo singolo di Safari. Questo brano ha grandissimo successo in Italia ed è in testa alle classifiche per molte settimane. Il 12 maggio parte da Rimini il Safari Tour, che attraversa palasport e stadi per tutta l'estate. Il 4 luglio esce il singolo omonimo dell'album, "Safari". Il 20 ottobre viene pubblicato il quarto singolo di Safari, "Come musica". Il 23 gennaio 2009 viene pubblicato il quinto singolo dell'album, "Mezzogiorno". Safari viene eletto album dell'anno 2008 e dal sito Rockol.it il miglior album del decennio. Gira anche il primo social-clip della storia su Mezzogiorno. Nello stesso anno riceve il Kids' Choice Awards per la difesa dell'ambiente. Jovanotti scrive il testo del brano Più sole, che gareggia al Festival di Sanremo 2009 cantato da Nicky Nicolai & Stefano Di Battista.
    Raduna insieme a Giuliano Sangiorgi dei Negramaro più di 50 star della musica italiana per incidere Domani 21/04.2009, brano dedicato ai terremotati dell'Abruzzo, in cui Lorenzo incide un rap. Il 15 maggio viene pubblicato il sesto singolo dell'album, Punto, con la partecipazione di Sérgio Mendes. Il 12 giugno esce il nuovo album di J-Ax "Deca Dance", con anche la collaborazione di Jovanotti, nella canzone Vecchia Scuola. Dopo un fortunatissimo tour a New York in estate, il 4 dicembre esce un CD+DVD delle serate intitolato "OYEAH" solo per il mercato americano (in Italia è acquistabile su ITunes). A fine anno partecipa, assieme ad altri 70 artisti, al doppio Q.P.G.A di Claudio Baglioni duettando con questi, e accompagnato dal trombettista Fabrizio Bosso, nel brano Con tutto il mio cuore.
    L'8 gennaio 2010 esce Baciami ancora, colonna sonora dell'omonimo film di Gabriele Muccino con la quale si aggiudica il David di Donatello come migliore colonna sonora originale. Collabora con Cesare Cremonini alla realizzazione del singolo Mondo, uscito il 23 aprile. Realizza inoltre con Marco Tamburini la nuova colonna sonora per il film Sangue e Arena con la produzione di Gianni Salvioni. Il film edito su DVD viene presentato oltralpe al CNC, Centre National de la Cinématographie che ne riconosce il valore culturale della versione rifatta con le musiche di Marco Tamburini e Lorenzo Jovanotti dando il proprio appoggio per la produzione e commercializzazione del titolo in Francia. Durante la preparazione del suo nuovo album intraprende due brevi tour nel Nordamerica: il primo dal 22 aprile al 6 maggio ha toccato Washington, New York, Boston, Filadelfia, Montreal, Toronto e Chicago (tutte le date sold out); il secondo dal 21 luglio al 31 luglio Viper room a Hollywood, Santa Monica, San Francisco e Central Park. Ad ottobre viene annunciata l'uscita nel 2011 dell'album intitolato Ora.
    Il tutto è anticipato da diverse iniziative online sul suo sito e sui social network ai quali è legato (Facebook, Ping e Twitter) come La fabbrica delle nuvole (una serie di fumetti scaricabili dal suo sito ufficiale) e i Jovaiku (video di breve durata realizzati da Lorenzo, trasmessi sul sito uno al mattino e uno al pomeriggio fino al 3 dicembre). Il 30 novembre esce nelle librerie Viva tutto!, libro formato dalla corrispondenza per e-mail fra Jovanotti ed il filosofo suo amico Franco Bolelli, inviate durante la produzione dell'album in uscita. Il 3 dicembre esce il singolo Tutto l'amore che ho, corredato da un video pubblicato in anteprima su Facebook il pomeriggio precedente. Il 25 gennaio 2011 esce l'album Ora. L'11 marzo esce il singolo Le tasche piene di sassi, che a giugno si aggiudica la quarta edizione del Premio Mogol. Il 16 aprile parte da Rimini Lorenzo Live - Ora in Tour 2011-2012, uno spettacolo, arricchito da una scenografia curata e particolare, con tanti effetti speciali, giochi di luce e cambi d'abito.
    Il tema presentato dallo stesso Jovanotti si pone come un viaggio nel cosmo, percorso attraverso le sue canzoni ed un insieme di video e giochi di luce. L'introduzione comincia proprio con un video in cui si vedono delle stelle muoversi secondo l'effetto cinematografico di una navicella in viaggio ed è presentato da un breve asporto di video registrato da Piero Angela, il conduttore televisivo del noto documentario Superquark. La famosa barca, rappresentata sulla copertina dell'album Ora e disegnata sulla faccia di Jovanotti, viene posta nel video all'inizio del concerto ed è formata con delle linee che uniscono varie stelle, per rappresentare – come affermato dallo stesso cantante – il simbolo del viaggio per eccellenza. Questo album del cantante romano mostra, attraverso la musica, un elevato contenuto di visione spirituale del mondo, data dal tranquillo, profondo e antico rapporto dell'uomo con il sole, la luna, le stelle e gli elementi della terra. Lo stesso Jovanotti durante il concerto ne espone il messaggio al pubblico.
    Il 21 novembre esce l'album di Adriano Celentano Facciamo finta che sia vero che contiene 3 brani in cui è inclusa la collaborazione di Jovanotti: La cumbia di chi cambia, scritta per musica e testo dal cantautore diventata uno dei cavalli di battaglia del Molleggiato, Fuoco nel vento col testo di Jovanotti e Non so più cosa fare (per il quale viene realizzato anche un video) cantata con Celentano, Sangiorgi e Battiato. Si sa, ormai dalle varie interviste, che l'"idolo" di Jovanotti è proprio Celentano verso cui nutre un profonda stima. Il 27 maggio 2011 esce il singolo Il più grande spettacolo dopo il Big Bang, che darà anche il titolo al varietà Il più grande spettacolo dopo il weekend di Fiorello; Jovanotti è ospite nell'ultima puntata della trasmissione. Il 1º giugno Lorenzo collabora con Michael Franti & Spearhead per la versione italiana del singolo The Sound of Sunshine che balza subito in classifica arrivando alla posizione numero 3.
    L'11 giugno Jovanotti è il primo italiano a suonare sul palco del Bonnaroo Music Festival a Manchester in Tennessee. Scrive anche il brano Tu mi porti su per la cantautrice italiana Giorgia, contenuto nel disco di inediti della cantante, Dietro le apparenze. Il 9 settembre esce il quarto singolo, La notte dei desideri. Il 25 novembre esce il quinto e ultimo singolo, Ora. Il 29 novembre esce l'album Ora nella versione Special Super Deluxe Box contenente anche il DVD live del tour e un documentario con il backstage diretti da Leandro Manuel Emede per la SUGARKANE productions. Jovanotti collabora nell'ultimo album di Adriano Celentano, Facciamo finta che sia vero componendo musica e testi e duettando in Non so più cosa fare. Lorenzo Live - Ora in Tour 2011-2012 subisce una brusca interruzione il 12 dicembre, quando durante i preparativi per la tappa di Trieste, in particolare durante il montaggio del palcoscenico, la struttura crolla travolgendo alcuni operai che in quel momento si trovavano al di sotto. Un operaio perde la vita in questa triste circostanza ed altri rimangono feriti. Jovanotti affida a Twitter le sue prime reazioni
    « Questa tragedia mi toglie il fiato e mi colpisce profondamente. Un tour è una famiglia e si lavora per portare in scena la vita e la gioia". Ancora riferendosi al povero ragazzo che ha sfortunatamente perso la vita:" "Il mio dolore è rivolto a Francesco Pinna, studente lavoratore, la cui vita si è fermata oggi nell'incidente che ha travolto la mia squadra. »
    Le date del tour sono state ovviamente rimandate; il tour si conclude nel marzo 2012 proprio a Trieste. Tiene poi dei concerti negli Stati Uniti d'America. Il 6 marzo esce nelle edicole l'album live Lorenzo in concerto per Jovanotti e Orchestra, testimonianza del concerto tenuto nel Teatro antico di Taormina il 3 settembre 2011, arrangiato e diretto da Paolo Buonvino con l'Orchestra Roma Sinfonietta. Contiene anche una bonus track registrata con l'orchestra in studio. Nella versione di iTunes è disponibile anche un video-documentario diretto da Nicolò Cerioni per la SUGARKANE productions. Il 7 agosto esce negli Stati Uniti la raccolta Italia 1988-2012. Il 22 settembre prende parte al concerto di beneficenza Italia Loves Emilia, organizzato da lui stesso insieme altri 20 artisti, in favore del terremoto dell'Emilia del 2012, che si è tenuto a Campovolo, nelle adiacenze dell'aeroporto di Reggio Emilia, assieme a 12 illustri colleghi quali Biagio Antonacci, Claudio Baglioni, Elisa, Tiziano Ferro, Giorgia, Ligabue, Litfiba, Fiorella Mannoia, Negramaro, Nomadi, Renato Zero e Zucchero.
    Il 27 novembre esce la raccolta Backup - Lorenzo 1987-2012 che celebra i 25 anni del cantante, ed è anticipato dal singolo Tensione evolutiva uscito il 9 novembre. Con il nuovo album di Greatest Hits, verranno realizzate quattro versioni della raccolta in: 2 CD, 4 CD, Deluxe Edition 7 CD + 2 DVD, Box Limited Edition e digital download. Nel Box Limited Edition è contenuto anche una chiavetta USB contenente l'intera discografia del cantante. La raccolta ad aprile viene certificata triplo disco di platino per le oltre 180.000 copie vendute. A maggio 2013 duetta con Clementino nell'album Mea culpa cantando Fratello e a giugno con Max Pezzali nell'album Max 20 cantando Tieni il tempo. Nello stesso mese parte il Backup Tour - Lorenzo negli stadi 2013. Il 4 agosto si esibisce in un concerto speciale a Cortona nella sua città come chiusura della manifestazione Mix Festival.
    Al concerto, dal prezzo simbolico di 2€ partecipano 2.000 persone in Piazza Signorelli e le restanti 3.000 nelle piazze adiacenti tramite schermi giganti. Ospite del concerto anche Roberto Saviano. Il 1º ottobre viene pubblicato il nuovo album di Luca Carboni Fisico & politico contenente il brano Ci vuole un fisico bestiale in duetto con Jovanotti. Il 19 novembre viene pubblicato l'album live Lorenzo negli stadi - Backup Tour 2013, tratto dall'omonimo Tour del 2013.
    Il 23 aprile 2014 Jovanotti è stato ospite del concerto-evento di Zucchero al Madison Square Garden di New York, facente parte dell'Americana Tour, seguito da 5000 spettatori e caratterizzato dalla partecipazione di ospiti d'eccezione come Sting, Elisa, Fiorella Mannoia, Fher dei Maná, Chris Botti, Sam Moore, Andrea Griminelli, Irene Fornaciari e un coro gospel. Per l'occasione Lorenzo ha eseguito Il mare in duetto con Zucchero improvvisando un medley rap.
    Il 16 dicembre 2014 è stato reso disponibile per l'ascolto il singolo Sabato, che anticipato sia il tredicesimo album in studio, intitolato Lorenzo 2015 CC. e pubblicato il 24 febbraio 2015,[37] sia il tour Jovanotti Tour 2015, partito da Ancona il 20 giugno 2015.
    Il 26 luglio 2015 si è esibito insieme a Eros Ramazzotti allo Stadio San Paolo di Napoli per rendere omaggio al cantautore Pino Daniele, scomparso sei mesi prima. Nello stesso periodo ha collaborato con i Tre allegri ragazzi morti alla composizione del brano In questa grande città (la prima cumbia), pubblicato come singolo il 25 febbraio 2016.




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