IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 7° ... SETTIMANA 017 ...

LUNEDI' 25 APRILE - DOMENICA 01 Maggio 2016

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    BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …


    Edizione Giornale Anno 7° SETTIMANA 017 (25 Aprile – 01 Maggio 2016)






    BUONGIORNO GIORNO … BUON LUNEDI’ ISOLA FELICE …


    Lunedì, 25 Aprile 2016
    S. MARCO EVANGELISTA

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    Settimana n. 17
    Giorni dall'inizio dell'anno: 116/250
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    A Roma il sole sorge alle 05:14 e tramonta alle 19:02 (ora solare)
    A Milano il sole sorge alle 05:19 e tramonta alle 19:22 (ora solare)
    Luna: 7.24 (tram.) 22.02 (lev.)
    --------------------------------------------------
    Proverbio del giorno:
    San Marco evangelista, maggio alla vista.
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    Aforisma del giorno:
    Immagina di abbracciare l'immensità del tempo e l'universo,
    e poi paragona all'infinito quella che chiamiamo vita umana:
    vedrei come è poca cosa questa vita che desideriamo e cerchiamo di prolungare.
    (Seneca)









    RIFLESSIONI



    ... IL LEMBO DI STOFFA …
    ...Soffia il vento, a raffiche forti ed è una gioia stare lì a lasciarsi carezare e scuotere da esso. Chiuso in una tasca tira fuori un brandello di stoffa, si sdraia sul prato e si lascia cullare dalle folate generose e sferzanti allo stesso tempo del vento. Mano nella tasca e tira fuori quel brandello di stoffa. Lo apre e pian piano lo porta sulla sua guancia. Delicato gesto, emozione forte; lentamente le folate del vento spostano il lembo di stoffa avvicinandolo al suo orecchio. Lui con gli occhi socchiusi non si accorge di quel leggero spostamento. Mescolato al suono delle raffiche di vento un sibilo, poi una voce flebile. “Grazie per avermi regalato questa gioia”; sorpreso riapre gli occhi cercando intorno qualcuno che avesse proferito quelle parole. Socchiuse di nuovo gli occhi sperando in cuor suo di ascoltare di nuovo quella voce nel vento e capire chi fosse. Un’altra folata di vento, il cuore batte forte. “Non temere sono io il lembo di stoffa che hai poggiato sul tuo viso”. Incredulo apre di nuovo gli occhi e carezza con un gesto istintivo quel lembo di stoffa; “il vento ha rappresentato nel mio passato la ragione mia di vita”; “sono una parte, quella sopravvissuta al tempo ed all’uomo, di una bandiera”. La sua mente cercava di razionalizzare quanto stava accadendo ma per quanto si sforzasse non comprendeva se stesse sognando oppure stava impazzendo. “ognuno di noi ha un destino, un percorso personale da compiere. Il mio è stato quello di rappresentare con la mia presenza, col mio affrontare il vento, un concetto che riuniva e nel quale si identificavano le persone.” Una bandiera, pensò, questa voce racconta cose giuste voglio ascoltarla ancora. “ Ascolto il tuo cuore, sento che si è aperto all’ascolto. Sono una parte di una bandiera, di un simbolo che univa le persone”. Lui parlò nella sua mente, “Dimmi come mai ti trovi da sola, che fine ha fatto l’altra parte della bandiera?” ti ascolto amico mio, “sono sopravvissuta al tempo, al crollo degli ideali di molti uomini, ma il mio esistere e resistere rappresenta la certezza che niente potrà mai cancellare ciò che sono stata e soprattutto che gli uomini alla fine sanno ascoltare.” Lui restò colpito ulteriormente dalle ultime parole di quel lembo di stoffa; “Dimmi cosa vuoi dire? Il cuore degli uomini che si apre?” Una raffica ancora più forte fece agiare il lembo di stoffa sul suo orecchio, “Tu hai aperto il tuo cuore e mi stai ascoltando. All’inizio eri incredulo, il tuo cuore era chiuso anche all’evidenza. Poi hai iniziato ad ascoltarmi e ora a dialogare.” Un sorriso illuminò il suo viso, “Hai ragione, dimmi cosa posso fare per renderti felice ed ascoltare la tua voce.” “Non devi far altro che lasciare che il vento mi carezzi e la mia voce si diffonderà con esso, perché il cuore dell’uomo non ha mai smesso di attendere di ascoltare le parole che riuscissero a carezzarlo facendolo aprire all’ascolto”.Lui tornò a casa facendo una promessa “Ti porterò sempre nel mio cuore e ogni volta che sentirò il vento soffiare lascerò che esso ti carezzi rendendo felice te e tutti coloro che apriranno il cuore alla tua voce.” Si racconta di un uomo disteso su un prato che sfidava il vento con un lembo di stoffa sul suo viso e del suo sorriso splendente e di quel prato che nel tempo si riempì di uomini distesi in terra che sorridevano.” Se vuoi credere a questo racconto apri il tuo cuore vedrai che tutto sembrerà immediatamente più bello … Buon Aprile amici miei … (Claudio)






    Vento e bandiere

    La folata che alzò l'amaro aroma
    del mare alle spirali delle valli,
    e t'investì, ti scompigliò la chioma,
    groviglio breve contro il cielo pallido;

    la raffica che t'incollò la veste
    e ti modulò rapida a sua imagine,
    com'è tornata, te lontana, a queste
    pietre che sporge il monte alla voragine;

    e come spenta la furia briaca
    ritrova ora il giardino il sommesso alito
    che ti cullò, riversa sull'amaca,
    tra gli alberi, ne' tuoi voli senz'ali.

    Ahimé, non mai due volte configura
    il tempo in egual modo i grani! E scampo
    n'è: ché, se accada, insieme alla natura
    la nostra fiaba brucerà in un lampo.

    Sgorgo che non s'addoppia, - ed or fa vivo
    un gruppo di abitati che distesi
    allo sguardo sul fianco d'un declivo
    si parano di gale e di palvesi.

    Il mondo esiste... Uno stupore arresta
    il cuore che ai vaganti incubi cede,
    messaggeri del vespero: e non crede
    che gli uomini affamati hanno una festa.
    (Eugenio Montale)




    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    POESIE A TEMA

    Poesie e racconti sulla Primavera …

    La violetta

    La violetta,
    che in sull'erbetta
    s'apre al mattin novella,
    tutta odorosa,
    dì, non è cosa
    tutta leggiadra e bella?
    Si certamente,
    ché dolcemente
    ella ne spira odori;
    e n'empie il petto
    di bel diletto
    col bel de' suoi colori.
    Vaga rosseggia,
    vaga biancheggia
    tra l'aure mattutine,
    pregio d'aprile
    via piu gentile;
    ma che diviene al fine'
    Alli, che in brev'ora,
    come l'aurora,
    lunge da noi sen vola,
    ecco languir,
    ecco perire
    la misera viola.
    Tu, cui bellezza
    .e giovinezza
    oggi fan si superba;
    soave pena,
    dolce catena
    di mia prigione acerba;
    deh, con quel fiore,
    consiglia il core
    sulla tua fresca etate;
    ché tanto dura
    l'alta ventura
    di questa tua beltate.
    (G. Chiabrera)




    FAVOLE PER LA NINNA NANNA …

    La principessa Matilde e la corona d'oro

    C'era una volta una principessa di nome Matilde, questa principessa aveva una corona d'oro magica con tre perle blu, rosse e rosa.
    Un giorno nella camera della principessa entrò un mago malvagio che rubò la splendida corona magica della principessa Matilde.
    La principessa pianse per tutto il giorno, arrivò una fata che le disse:"Cara Matilde per riavere la tua splendida corona devi superare le tre porte della morte in cima alla montagna".
    La principessa Matilde arrivò in cima alla montagna e per superare la prima porta doveva saltare sulla pancia dei coccodrilli che vivevano in un freddo e gelido lago.
    Matilde ci riuscì e vide la seconda porta, ma per superarla doveva mettere dentro le sue scarpette venti piccoli sassi e salire mille scalini.
    Finalmente Matilde arrivò all'ultima porta e vide la sua corona, ma purtroppo doveva dare da mangiare all'orso feroce.
    Matilde arrivò al suo traguardo e vide la sua luccicante corona su un cuscino azzurro.
    A un certo punto il mago la allontanò dalla sua bellissima corona, ma la principessa vide un libro magico che conteneva incantesimi per sconfiggere i più egoisti e cattivi, la principessa pronunciò la formula e una abbagliante luce di mille colori avvolse il mago che scomparve dicendo alla principessa :" Un giorno mi riprenderò la corona".
    Così la principessa tornò al castello accolta dagli applausi del suo popolo e regnò con la sua splendida corona per sempre con un bellissimo principe al suo fianco.

    (Francesca 9 anni)



    ATTUALITA’


    Scoperta una luna' di carbone' intorno a un pianeta nano.

    Orbita intorno a Makemake, ai confini del Sistema Solare. Scoperta una luna 'di carbone' attorno a Makemake, uno dei cinque pianeti nani del Sistema Solare. Le immagini scattate dal telescopio spaziale Hubble indicano che la piccola luna, chiamata Mk2, ha un diametro di 160 chilometri e appare scura come il carbone. L'ha scoperta Alex Parker, del Southwest Research Institute di Boulder in Colorado, e l'ha descritta sulla rivista Minor Planet Electronic Circular, pubblicata dall'Unione Astronomica Internazionale (Iau).

    Scoperto nel 2005, Makemake è un piccolo mondo ghiacciato che si trova nell'estrema periferia del Sistema Solare, in un'orbita ancora più lontana di quella di Plutone. Makemake, che deve il suo nome a quella che secondo la mitologia dell'Isola di Pasqua fu la divinità che creò l'umanità, è il terzo più grande dei pianeti nani. E' poco più piccolo di Plutone e Eris.

    Le recenti foto scattate da Hubble hanno permesso di vedere per la prima volta la presenza di un piccolo oggetto, finora sfuggito a tutte le osservazioni, in orbita attorno al mini pianeta. Secondo i primi dati, la luna avrebbe un diametro di 160 chilometri e un'orbita di 12 giorni e alla distanza di 21.000 chilometri da Makemake.

    La debole luminosità della luna, ben 1.300 volte più scura di Makemake, sarebbe dovuta alla sua scarsa forza di gravità, che non le permetterebbe di trattenere le particelle di ghiaccio. Di conseguenza queste ultime sublimano, passando dallo stato solido al gassoso, quando la luce solare è più intensa. Secondo gli astronomi Mk2 avrebbe quindi un aspetto molto simile alle comete scure che orbitano nelle cosiddetta fascia di Kuiper.
    (Ansa)





    Ha un volto l'Uomo di Altamura, presentata ricostruzione.

    Paleo-artisti olandesi svelano faccia dell'uomo di Neanderthal. Un corpo tarchiato, il bacino largo, una statura non elevata - circa 1 metro e 65 cm - la fronte sporgente, il cranio allungato posteriormente, il naso molto grande, anch'esso forse dovuto ad un adattamento alla penultima glaciazione: è l'Uomo di Altamura che da oggi ha un volto.

    Lo scheletro dell'antico Neanderthal ritrovato nella grotta di Lamalunga è stato infatti ricostruito a grandezza naturale dai paleo-artisti olandesi Adrie e Alfons Kennis, fra i più qualificati al mondo in ricostruzioni paleoantropologiche. La ricostruzione iperrealistica, con tanto di capelli lunghi, baffi e barba incolta, è stata presentata in un incontro con i giornalisti, ad Altamura.

    "La ricostruzione è totalmente ispirata alle informazioni raccolte finora dagli scienziati. Siamo solo all'inizio di un percorso", ha detto il paleoantropologo Giorgio Manzi della Sapienza Università Roma, che con il prof.David Caramelli Università di Firenze, coordina le ricerche sul mistero dello scheletro fossile scoperto da speleologi nel 1993 e ancora incastrato nella roccia.

    Il progetto della ricostruzione voluto dal Comune di Altamura e gestito in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Puglia - ha detto il sindaco, Giacinto Forte - rappresenta una "anteprima della Rete museale Uomo di Altamura, di prossima inaugurazione". L'operazione di ricostruzione iperrealistica dell'Uomo di Altamura, che si è avvalsa di tutti i dati raccolti dai ricercatori in 5-6 anni di lavoro e dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia, è costata circa 80-90mila euro ed ha impegnato i due esperti paleo-artisti olandesi per diversi mesi. Quello di Altamura è forse il più antico Neanderthal del mondo scoperto finora, vissuto circa 150mila anni fa.

    "Gli artisti - sottolinea il prof.Manzi - lo hanno rappresentato così, con una espressione che rivela quasi un ghigno, quasi voglia dirci 'sto aspettando che mi venite a liberare dalla mia prigione di calcare'". "E' una ricostruzione - aggiunge Manzi - straordinaria, molto suggestiva. Ma non significa che questo Neanderthal lo abbiamo capito totalmente. Lo scheletro, questo reperto di straordinaria importanza, deve ancora dirci tante cose".

    Nel corso dell'incontro è stata anche mostrata la ricostruzione 3D del cranio dell'Uomo di Altamura, estratto virtualmente dal suo scrigno carsico nell'ambito dello stesso progetto di ricostruzione. Un primo e unico frammento dello scheletro, estratto fisicamente nel 2009 da una scapola, ha consentito di raccogliere dati sul Dna, quantificare alcuni aspetti sulla morfologia e risalire ad una data: è stato così possibile collocare cronologicamente l'Uomo di Altamura in un intervallo finale del Pleistocene Medio compreso tra i 172 e i 130mila anni. ‬
    (Ansa)





    Il clima sconvolto 53 milioni di anni fa.

    Impennata di CO2 e temperature 14 gradi sopra la media. Le alte concentrazioni di anidride carbonica sono state all'origine del drammatico cambiamento climatico avvenuto fra i 53 e 34 milioni di anni fa, nell'epoca dell'Eocene, con una temperatura di 14 gradi superiore a quella attuale. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'università di Southampton grazie alle testimonianze conservate nei resti fossili dei microrganismi che allora popolavano gli oceani.

    Pubblicata sulla rivista Nature e coordinata da Eleni Anagnostou, la ricerca è importante sia per comprendere il clima del passato sia per prevedere quello futuro. Analizzando gli antichi sedimenti oceanici e i livelli di CO2 tuttora presenti, i ricercatori hanno confermato l'ipotesi che l'anidride carbonica ha causato l'estremo riscaldamento in quell'epoca remota. Quando i livelli si sono ridotti è avvenuto un raffreddamento che ha portato alla formazione delle attuali calotte polari.

    ''Non possiamo misurare direttamente le concentrazioni di CO2 di un tempo così lontano, ma dobbiamo affidarci in via indiretta a ciò che rimane negli attuali resti geologici", precisa Anagnostou. "In questo caso - prosegue - abbiamo usato la composizione chimica dei fossili di plancton rimasti nei sedimenti per ricostruire gli antichi livelli di anidride carbonica''.

    I fossili, chiamati foraminiferi, erano minuscole creature marine che vivevano vicino la superficie dell'oceano nel'Eoceno. Le loro conchiglie hanno 'catturato' la composizione chimica dell'acqua marina in cui vivevano. ''La sensibilità del clima alla CO2, che ha portato al riscaldamento nell'Eocene - aggiunge Gavin Foster, coautore dello studio - è simile a quella prevista dall'Ipcc (Intergovernamental Panel on climate change) per il nostro futuro''.
    (Ansa)




    ANDIAMO AL CINEMA!!!!




    Sole alto




    locandina


    Un film di Dalibor Matanic. Con Tihana Lazovic, Goran Markovic, Nives Ivankovic, Mira Banjac, Slavko Sobin.


    Un lavoro sincero, che guarda oltre la guerra dei Balcani e si iscrive nel ristretto gruppo di opere che hanno colto nel profondo lo specifico del conflitto.
    Giancarlo Zappoli


    1991. Jelena e Ivan si amano stanno per lasciare i paesi in cui vivono per trasferirsi a Zagabria. Ma lei è serba e lui croato e i primi segnali dell'esplodere dell'odio etnico non aiutano questo loro progetto. 2001. Dopo il conflitto la giovane serba Nataša torna con la madre nella casa in cui avevano vissuto e in cui la guerra ha lasciato profonde ferite che segnano anche gli animi. Ante, croato, accetta di lavorare nell'edificio per riattarlo ma la ragazza non sopporta la sua presenza. 2011. Luka, croato, torna al paese in occasione di una festa dopo una lunga assenza. Va a trovare i genitori che non vede da tempo ma, soprattutto, decide di recarsi a casa di Marija, serba con la quale ha avuto molto di più di una relazione.
    Sembra appartenere ad un lontano passato il conflitto che ha insanguinato i Balcani tanto che le generazioni più giovani spesso ne sanno poco se non addirittura nulla. È a loro in particolare che si rivolge Dalibor Matanic con questo film che si inscrive, senza ombra di dubbio, nel ristretto gruppo di opere che hanno saputo cogliere nel profondo lo specifico del conflitto che tra il 1991 e il 1995 insanguinò in maniera orribile l'ex Jugoslavia ma anche, e questo è il suo straordinario pregio, le dinamiche che sono proprie di ogni guerra civile. Lo fa attraverso tre storie in cui il rapporto amoroso diviene cartina al tornasole per evidenziare la sofferenza ma anche la possibilità di una speranza che tragga origine dall'accettazione dell'altro visto come persona e non come appartenente a questa o quella etnia o a questo o quello schieramento politico.
    Si potrebbe lecitamente pensare ad un archetipo narrativo classico, a un Romeo e Giulietta rivisitati nella contemporaneità ma non è così. Perche Matanic ha conosciuto sulla sua pelle la realtà che porta sullo schermo ed era pienamente consapevole del fatto che, nei Balcani, il film avrebbe potuto avere un'accoglienza contrastata perché i lutti non sono stati dimenticati e non tutte le ferite si sono rimarginate. Ma proprio perché questo film guarda oltre ha il coraggio di ricordarci, in un periodo in cui l'intolleranza sembra tornare a dominare le dinamiche mondiali, che si può guardare alla realtà in modo diverso. Lo fa con una scelta anche cinematograficamente non facile. Perché sceglie gli stessi due straordinari giovani interpreti per tutte e tre le storie costringendo lo spettatore a pensarli come diversi (con un diverso passato, con differenti modi di guardare al presente e al futuro in periodi cronologicamente ben distinti). Al contempo però ci chiede anche di pensarli 'uguali', uguali a milioni di ragazzi e ragazze che vivono o hanno vissuto in situazioni di conflitto in cui chi preferisce odiare pensa di semplificare la vita appiccicando ad ognuno un etichetta che lo renda immediatamente riconoscibile come amico o nemico e su questa base (e solo su questa) decidere se eliminarlo o affiancarglisi.
    Matanic non ci propone un embrassons nous retorico o quantomeno utopico. Conosce il prezzo che tutti debbono pagare prima, durante e dopo un conflitto ma pensa anche che sia possibile andare oltre pur non dimenticando il passato. Per fare questo è necessario che la luce sia allo zenit, che il sole sia alto, nonostante tutte le nubi che lo possono nascondere alla vista della società e dei singoli.


    Video


    (Lussy)





    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …



    «Sorella cara, so che è un vecchio luogo comune,
    ma è vero..
    La prima vittima della guerra è sempre la verità. […]»


    Il caso Jane Eyre

    di Jasper Fforde



    C’è un 1985 diverso: i libri sono il bene più prezioso, il tempo tende a flettersi all’improvviso e i confini tra realtà e fantasia sono molto morbidi.
    È il mondo di Thursday Next, trentaseienne dolce e coraggiosa, di professione Detective Letteraria.
    Thursday ha le sue ombre: non riesce a dimenticare il fratello Anton, caduto in Crimea (dove la guerra non è mai finita) e rimpiange un amore perduto. Ma è una donna piena di risorse. Fa bene il suo lavoro; la rallegrano gli incontri fortuiti con il padre, disertore della CronoGuardia, e le visite al laboratorio del vecchio e stravagante zio Mycroft.
    Zio Mycroft è un inventore, affascinato dall’elasticità del tempo, dello spazio, della realtà. Dopo lunghi esperimenti, ha trovato la chiave per entrare e uscire (fisicamente!) da un’opera letteraria. Ma l’invenzione cade nelle mani sbagliate.
    Acheron Hades, criminale diabolico, il terzo uomo più ricercato del pianeta, se ne appropria. Sottrae il manoscritto di Jane Eyre dalla casa natale di Charlotte Brontë, piomba nel romanzo sul più bello e rapisce la povera Jane Eyre in camicia da notte. Poi chiede un riscatto insostenibile… Milioni di fan di Charlotte Brontë sono disperati. Scende in campo Thursday Next. Le indagini la riportano a Swindon, dove vive il suo antico amore. Tra dilemmi sentimentali, pressioni della potentissima Goliath Corporation, sfide all’ultimo sangue con Acheron Hades… riuscirà a portare in salvo Jane Eyre e a rimettere in sesto la sua vita?
    (www.marcosymarcos.com/)

    "Scorrendo l’elenco telefonico di Londra si trovavano circa quattromila John Milton, duemila William Blake, un migliaio di Samuel Coleridge, cinquecento Percy Shelley, altrettanti Wordsworth e Keats, e una manciata di Dryden. Questi cambiamenti di nome di massa poetavano creare problemi ai tutori dell’ordine. Dopo un fattaccio in un pub in cui l’aggressore, la vittima, il testimone, il proprietario, l’agente che aveva eseguito l’arresto e il giudice si chiamavano tutti Alfred Tennyson, fu promulgata la legge che imponeva a ogni omonimo di farsi tatuare un numero di registrazione dietro l’orecchio. La legge non era stata accolta bene – i provvedimenti legislativi più sensati non lo sono mai."


    ...recensione...




    Lucas de Alcântara
    Sin dalle prime pagine il lettore viene catapultato in quella che è un’ucronia (ovvero un mondo in cui la storia ha seguito un corso alternativo rispetto al nostro) condita con invenzioni incredibili sempre a metà tra la scienza vera e propria e la fantasia più sfrenata. Come potrete immaginare, questo porta a sviluppi socio-politici ben diversi da quelli del nostro mondo: Fforde è bravissimo nell’introdurre i vari elementi in modo naturale, senza fare la parte del “maestrino” e senza risultare eccessivo.
    Un ottimo stratagemma che gli permette di delineare meglio il suo mondo, evitando l’infame infodump (ovvero la sensazione di leggere gli sproloqui di un autore sul mondo da lui creato), è l’inserimento di citazioni tratte da pseudobiblia all’inizio di ogni capitolo: interviste ai personaggi, biografie, manuali e saggi danno una sensazione di profondità e di credibilità, risultando spesso anche molto divertenti.
    Un concetto-cardine dell’universo di Fforde è quella che, leggendo, ho ribattezzato “follia letteraria”: in questa versione alternativa del nostro mondo, infatti, le questioni letterarie sono molto più che semplici dibattiti culturali – fanno parte della vita sociale quasi al livello di questioni di etica e morale, talvolta persino con delle sfumature religiose.[..]
    C’è da dire, tuttavia, che questo mondo può essere apprezzato totalmente solo se si ha almeno un’infarinatura di letteratura inglese, direi quella che si può ottenere con un buon professore al liceo. In questo modo si riescono ad apprezzare alcuni dei discorso e varie allusioni. E’ ovvio, inoltre, che chi ha letto Jane Eyre parte “avvantaggiato” e sicuramente si divertirà di più nel vedere certe modifiche che Fforde ha apportato…
    Tuttavia, le avventure di Thursday non sarebbe così piacevoli da leggere se lei non fosse una protagonista che vale la pena seguire: la nostra Detective Letteraria, infatti, è una donna molto sicura di sé, decisa e indipendente, simpatica sin dalle prime pagine. La storia è narrata principalmente dal suo punto di vista e questo ci permette di conoscerla meglio, di capire le sue reazioni e di iniziare a scavare nel suo passato; ho trovato l’approfondimento psicologico buono, anche se non eccellente. Thursday è sicuramente tridimensionale, ma in un certo senso mi è sembrato che l’autore abbia volutamente evitato di addentrarsi troppo in certi lati della nostra detective. Tuttavia, ho fiducia nel fatto che questo ottimo lavoro si approfondirà nei prossimi capitoli della saga.

    jake weidmann
    Inoltre, credo che questa mia impressione si sia creata anche a causa dello stile dell’autore, che è medio, piano: è perfetto, per la sua scorrevolezza e la semplicità, per descrivere, per le scene d’azione, per l’umorismo, mentre si presta meno a rendere le scene più drammatiche, o comunque riflessive.
    Altro personaggio che impedisce di staccarsi dalle pagine è Acheron Hades che, con un nome così, non può che essere il cattivo della storia. Assolutamente senza scrupoli, malvagio per il puro gusto di esserlo, le sue battute sono semplicemente mitiche e il compiacimento con cui porta a termine le proprie nefandezze è tale da risultare quasi comico. Si vede che l’autore spinge sull’acceleratore quando questo personaggi entra in scena: la sua caratterizzazione richiama fortemente quella dei cattivi dei cartoni animati della nostra infanzia, ovvero quegli antagonisti che non possono fare a meno di strapparci delle risate, pur ostacolando i buoni. Allo stesso tempo, però, alcune delle azioni di Hades sono tali da ridimensionare questa dimensione più comica, dandogli sfumature particolarmente inquietanti. Anche i suoi scagnozzi sono caratterizzati da questa duplicità: tra l’altro, la scena in cui li presenta mi è rimasta impressa per la sua ironia e mi ha fatto ridacchiare apertamente!
    I comprimari (il fratello di Thursday, suo padre, i colleghi, i già citati scagnozzi, eccetera) sono tutti molto interessanti, tratteggiati quel che basta per dargli personalità e renderli simpatici al lettore...aggiungeteci pure una trama non esente da colpi di scena e momenti di pathos (anche se è chiaro come il sole che si punta al classico “e vissero felici e contenti”), resa ancora più piacevole dalla natura quasi “episodica” del romanzo – ogni capitolo, come gli episodi di una serie tv, danno inizio e fine a certe avventure che portano, man mano, ad un avanzamento complessivo della trama principale.
    (http://bibliomaniarecensioni.blogspot.it/)


    Jasper Fforde


    Figlio di John Standish Fforde, ventiquattresimo cassiere capo della Banca d’Inghilterra (la cui firma appariva sulla cartamoneta britannica) e cugino dell’autrice Katie Fforde. Ha studiato presso la Dartington Hall School.
    Ha trascorso i primi anni della sua carriera come assistente operatore per l’industria cinematografica, dove ha lavorato per una serie di film, tra i quali Agente 007 – GoldenEye ed Entrapment.
    I romanzi di Fforde sono caratterizzati da allusioni letterarie, giochi di parole, una trama serrata e aderenza al genere tradizionale. I suoi lavori contengono di solito elementi di metanarrazione, parodia e fantasy.

    (Gabry)





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    La musica del cuore


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    I Grandi Cantautori Italiani



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    foto: ilgiorno.it


    Alice


    Alice, nome d'arte di Carla Bissi (Forlì, 26 settembre 1954), è una cantautrice italiana.

    Alice inizia la carriera giovanissima, con il suo vero nome, partecipando a vari concorsi per nuovi talenti: il primo di cui si ha notizia è il V Festival Internazionale dei Ragazzi, che si tiene a Sanremo il 17 e 18 luglio del 1965.

    È poi da ricordare Fuori la voce, tenutosi a Cesenatico nell'agosto 1967, in cui la non ancora tredicenne Bissi riesce a farsi notare e ad ottenere il primo trafiletto su uno dei più prestigiosi settimanali italiani, specializzato in musica beat e pop, Giovani.

    In questi anni è allieva di pianoforte e musica di Rosa Nisi, madre di Checco Marsella dei Giganti, nonché nota pianista e compositrice.

    Nel 1971 vince il Festival di Castrocaro con una personale interpretazione di Tanta voglia di lei, classico dei Pooh; la stampa le attribuisce, grazie ai suoi grandi occhi scuri, il soprannome la cerbiatta di Forlì.

    L'anno successivo partecipa di diritto al Festival della Canzone Italiana di Sanremo con la canzone Il mio cuore se ne va, ma non arriva in finale. La cantante affermerà più volte che il pezzo non la entusiasmava. Sempre nel 1972, con il brano La festa mia (scritto da Franco Califano), viene premiata con la "Gondola d'Argento" alla Mostra internazionale di musica leggera di Venezia.

    Nel 1973 incide la canzone "Il giorno dopo", versione italiana di "The Morning After", che l'anno precedente aveva vinto il premio Oscar come colonna sonora del film "L'avventura del Poseidon". Ritorna a cantare nel 1975 pubblicando per la CBS il suo primo album, La mia poca grande età, col nome di Alice Visconti. Seguono due singoli quali Io voglio vivere e Piccola anima, di Carla Vistarini e Luigi Lopez, che entrano in classifica. In quel periodo Alice si cimenta anche in veste di co-conduttrice radiofonica del programma L'uomo della notte, trasmesso dalle stazioni del Secondo Canale di Radio Rai.

    Nel 1978 viene pubblicato il secondo LP Cosa resta... un fiore, dal quale vengono estratti altri due singoli (…E respiro e Un'isola). Un'isola è scritta da Carla Vistarini e Luigi Lopez, come molti dei brani dell'album, la voce presenta un timbro particolare con i caratteristici toni bassi.

    Nel 1980 Alice abbandona il cognome Visconti, firma per la EMI e si affianca ad un nuovo team di lavoro, col produttore Angelo Carrara, lo stesso di Franco Battiato: dall'incontro con quest'ultimo, la giovane cantante inizia a perfezionarsi nella composizione delle sue canzoni; ed è assieme a Giusto Pio ed a Francesco Messina, che firma "Il vento caldo dell'estate", suo primo vero successo, che la spinge nelle zone alte dell'hit-parade. Esce anche un album dal titolo Capo Nord: chiaramente riconoscibile il tocco di Franco Battiato, presente come autore e negli arrangiamenti, particolarmente all'avanguardia.

    Nel 1981, Alice scrive assieme a Battiato e a Giusto Pio il pezzo "Per Elisa". Battiato suggerisce ad Alice di presentarlo al Festival di Sanremo e, come da pronostico, la canzone si classifica al primo posto, arrivando anche al vertice dell'hit-parade. Parte il suo primo tour europeo; Per Elisa e l'album Alice (uscito alcuni mesi dopo il Festival, frutto ancora una volta della collaborazione con Battiato), vengono pubblicati con successo anche in Germania, dove l'artista raggiunge subito una notevole popolarità: si può dire che Alice abbia venduto più dischi in Germania che in Italia. Nell'estate del 1981, infatti, la cantante ottiene un'altra importante affermazione con un altro brano, Una notte speciale, che rimane nelle classifiche tedesche per ben due anni.

    Nell'estate 1982 esce il singolo Messaggio, che raggiunge il quarto posto in hit-parade: autori, ancora una volta, Alice, Giusto Pio e Franco Battiato, che stavolta si cela sotto lo pseudonimo di Albert Kui. In autunno, Alice e Battiato duettano nel brano Chan-son egocentrique, ennesimo singolo di successo tratto dall'album Azimut. Nel 1983 vince, in coppia con Nada, la manifestazione televisiva Azzurro. In autunno esce l'album Falsi allarmi, nel quale spicca Notte a Roma, mentre il primo singolo estratto è Il profumo del silenzio.

    Nel 1984 Alice vende oltre un milione di copie, duettando col cantautore tedesco Stefan Waggershausen nel brano Zu nah am Feuer, e partecipa all'Eurofestival a Lussemburgo in coppia con Franco Battiato, presentando I treni di Tozeur, che si classifica al quinto posto nella rassegna. Il singolo raggiunge il terzo posto della hit-parade italiana, rimanendo ad oggi il più venduto di Alice nel suo Paese.

    Nel 1985 pubblica l'album Gioielli rubati, registrato tra Milano e il Power Station di New York, per l'ultima volta con la produzione di Angelo Carrara. Si tratta di un tributo a Franco Battiato, arrangiato con la collaborazione di Roberto Cacciapaglia: tra le riletture spicca la sua personale interpretazione di Prospettiva Nevski, il singolo estratto. L'album riscuote un buon successo: entra in classifica anche in Austria e Germania ed Alice ottiene il Premio Tenco quale migliore interprete dell'anno.

    Nel 1986 la svolta è rappresentata dall'album Park Hotel, primo frutto del sodalizio artistico e personale con Francesco Messina, che in questo periodo si occuperà della produzione di molti dei lavori di Alice. Uno dei singoli è Nomadi, brano di Juri Camisasca originariamente scritto per Giuni Russo. Nell'album hanno suonato musicisti di fama internazionale come Jerry Marotta, Phil Manzanera, Tony Levin e Lory Pallot, ex bassista dei Fenomenals. L'interesse del pubblico nei suoi confronti sembra ora essere maggiore all'estero, più che in Italia: infatti Park Hotel riesce a piazzarsi nelle top 20 degli LP più venduti in molti paesi europei, come Austria, Germania e Svezia.

    Nel 1987 la cantante realizza Elisir (Premio della critica, sempre in Germania): l'album raccoglie alcuni brani tratti dai precedenti lavori, rivisitati attraverso nuovi arrangiamenti, e due inediti. Vince in Germania il Goldene Europa per i successi ottenuti in terra tedesca e altri Paesi, mentre in Giappone esce un'altra raccolta, Kusamakura, che attinge proprio dagli ultimi due LP.

    Nello stesso anno l'artista si avvicina ad un repertorio ancora più colto attraverso alcuni concerti (come quello tenuto alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano) con l'accompagnamento al pianoforte di Michele Fedrigotti, nei quali Alice esegue composizioni di Satie, Fauré e Ravel: l'album Mélodie passagère (1988) è il risultato di quest'esperienza.

    Nel 1989 esce Il sole nella pioggia, album che apre le porte ad una dimensione maggiormente spirituale grazia anche all'apporto autorale di Juri Camisasca. Spiccano Tempo senza tempo, L'era del mito e Anìn à gris (da una poesia di Maria Grazia Di Gleria), uno stupendo omaggio al Friuli, dove l'artista vive tuttora. Visioni è il primo singolo estratto: l'album staziona in classifica per diverse settimane. Partecipano, tra gli altri, anche Paolo Fresu, Steve Jansen e Richard Barbieri (ex Japan), Dave Gregory degli XTC, John Hassell, Kudsi Erguner. Inoltre Alice duetta con Peter Hammill in Now and Forever, a conclusione dell'album. Seguirà il tour europeo, nel 1990.

    Nel 1992 esce Mezzogiorno sulle Alpi, album più ermetico, nel quale l'artista raggiunge il punto più alto, fino a quel momento, della propria maturazione artistica, e nel quale interpreta anche La recessione, un testo di Pier Paolo Pasolini musicato da Mino Di Martino. Segue una lunga tournée europea, che accresce la schiera di collaboratori internazionali: musicisti quali Danny Thompson, Gavin Harrison, Jakko Jakszyk dei Level 42. Il singolo di lancio dell'album è In viaggio sul tuo viso col quale Alice partecipa al Festivalbar.

    A maggio del 1994 è protagonista di alcuni concerti con l'orchestra sinfonica di Arturo Toscanini per il progetto Art & Decoration, che comprende musiche di Fauré, Ravel, Ives, Montsalvage e altri: il progetto non è mai stato pubblicato su disco.

    Dopo aver lasciato la EMI (che aveva pubblicato un remix di Chan-son egocentrique senza la sua approvazione), Alice approda alla WEA con l'album Charade (1995), mantenendosi sulla scia dei lavori precedenti: testi introspettivi (i singoli Non ero mai sola e Dammi la mano amore portano la firma dell'artista), melodie essenziali, suoni curatissimi[senza fonte] e parecchi musicisti di fama internazionale: (Trey Gunn, Steward Gordon, ancora Paolo Fresu, e il California Guitar Trio).

    Nel 1996 nuova tournée europea, accompagnata da Robby Aceto, Ben Coleman, Mick Karn e Steve Jansen. Nello stesso anno partecipa come interprete e coautrice all'album di Trey Gunn The third star, per quanto concerne il brano omonimo. Il 1997 è un altro anno di collaborazioni, con Francesco Messina e altri, nel progetto Devogue e nell'album Metallo non metallo dei Bluvertigo (Troppe emozioni).

    Nel 1998 esce Exit, album nel quale viene dato ampio spazio all'elettronica. Open Your Eyes, cantata in duetto con Skye dei Morcheeba, è il fortunato singolo di lancio. Il videoclip del brano viene registrato a Londra con la regia di Nick Small.

    Subito dopo nasce il progetto God Is My DJ, un percorso attraverso il quale l'artista intende ricondursi al sacro tramite la musica; all'album appartengono anche canzoni scritte da Battiato; molti concerti in questo periodo sono stati tenuti direttamente nelle chiese. Nel 1999 God Is My DJ diventa un album.
    Nel 2000 Alice partecipa al Festival di Sanremo con un brano di Juri Camisasca dal titolo Il giorno dell'indipendenza, classificandosi nona. Viene pubblicato l'album Personal Juke Box che, oltre alla canzone sanremese e ad altri due inediti, comprende i successi di Alice, alcuni dei quali riarrangiati (spicca la nuova versione di Chanson Egocentrique in duetto coi Bluvertigo).

    Nel 2002 nasce il progetto live Le parole del giorno prima: il programma, che spazia da Shakespeare a Pasolini (passando per Léo Ferré e molti cantautori italiani), è incentrato sull'importanza della parola e della poesia nell'attività musicale, e getta le basi per la realizzazione del successivo album.

    Nell'autunno del 2003 infatti viene pubblicato per l'etichetta indipendente Nun Entertainment Viaggio in Italia, un omaggio a cantautori quali Franco Battiato, Fabrizio De André, Francesco De Gregori, Francesco Guccini, Giorgio Gaber, Ivano Fossati; Alice interpreta anche due brani di Lucio Battisti con testi di Pasquale Panella (Cosa succederà alla ragazza ed Ecco i negozi, quest'ultima in duetto con Morgan). Al disco collaborano anche Paolo Fresu, Jakko Jakszyk e Tim Bowness dei No-Man.

    Nel 2004 partecipa al progetto degli Zerouno (con la produzione artistica di Luca Urbani) cantando nel brano Sospesa. Tra il 2006 e il 2008 tiene alcuni concerti con il nuovo progetto Lungo la strada, nel quale Alice pone l'attenzione su alcuni temi quali l'amore, la guerra, la poesia, la ricerca di sé stessi, la fede, costantemente al centro dell'esistenza. Si esibisce con Steve Jansen, Marco Pancaldi e Alberto Tafuri.

    Nel marzo 2009, Alice pubblica il suo primo disco dal vivo, intitolato appunto Lungo la strada live. L'album è distribuito dalla EMI, storica etichetta dell'artista. Il 21 giugno 2009 partecipa ad Amiche per l'Abruzzo, concerto benefico svoltosi allo Stadio San Siro di Milano e finalizzato alla raccolta di fondi per la popolazione dell'Abruzzo, a seguito del terremoto del 6 aprile 2009; all'evento hanno partecipato sul palco 43 artiste italiane; Alice si è esibita con Il contatto e Per Elisa. Sempre nel 2009, riceve il "Premio Mia Martini", in riconoscimento di una carriera portata avanti con straordinaria coerenza e con scelte artistiche coraggiose, spesso lontane da logiche commerciali. Partecipa, inoltre, al disco di Claudio Baglioni Q.P.G.A., nella canzone Una storia finita.

    Nel 2010, Alice torna a collaborare con Stefan Waggershausen nel brano Was soll ich dir sagen, contenuta nell'ultimo disco del cantautore tedesco, come autrice e interprete della parte italiana del testo.
    Nel settembre 2012 esce, dopo 14 anni dall'ultimo disco di inediti, l'album Samsara, il quale viene anticipato dal singolo Nata ieri, scritto da Tiziano Ferro. Il cd, pubblicato anche in Germania, contiene dodici canzoni e debutta alla decima posizione nella classifica FIMI dei dischi più venduti. Per l'occasione, Tiziano Ferro dichiara: "Alice è un emblema di stile e di integrità. È un esempio di come ci si dovrebbe comportare quando si fa musica: seguendo l'istinto e la passione, assecondando i propri tempi e le proprie sensibilità. Scrivere per lei è stata una delle sfide più stimolanti dei miei ultimi dieci anni da autore."

    Nell'estate 2013, Alice partecipa in veste di special guest ai concerti di Franco Battiato e Antony con la Filarmonica Arturo Toscanini: duetta con Battiato nella cover di Claudio Rocchi La realtà non esiste e in I treni di Tozeur, per poi eseguire da sola Il vento caldo dell'estate. La registrazione del concerto all'Arena di Verona si concretizza nell'album Antony / Battiato - Del suo veloce volo - featuring Alice, pubblicato a novembre 2013. Sempre nell'autunno del 2013, Luca Carboni celebra i 30 anni di carriera con l'album Fisico & politico; il disco racchiude le hit del cantautore, riproposte in duetto con diversi artisti: Alice partecipa nella canzone Farfallina.

    Il 19 e il 20 gennaio 2014, al Teatro Comunale di Bologna va in scena lo spettacolo di Marco Goldin su musiche di Franco Battiato La ragazza con l'orecchino di perla. La protagonista, rappresentata in due età differenti, è interpretata da Alice e Francesca Michielin, le quali duettano nel brano che dà titolo alla rappresentazione. Sabato 31 maggio 2014 partecipa a Sardegna chi_ama, concerto organizzato da Paolo Fresu all'Arena Grandi Eventi del Sant'Elia di Cagliari, i cui ricavati sono destinati alle scuole danneggiate dall'alluvione in Sardegna dell'autunno precedente. Il concerto viene trasmesso in diretta da Rai 3: Alice si esibisce cantando Madre Notte e Prospettiva Nevski. Il 23 settembre 2014 esce il nuovo album di Mario Venuti dal titolo ”Il tramonto dell'Occidente” che vede la partecipazione di Alice nel brano "Tutto appare".

    A novembre viene pubblicato l'album Weekend, che vede la collaborazione di Franco Battiato, Luca Carboni e Paolo Fresu. L'album contiene alcune cover (fra cui La realtà non esiste di Claudio Rocchi, in duetto con Battiato), alcuni inediti (come Veleni, brano scritto da Battiato e Manlio Sgalambro e scartato alle selezioni del Festival di Sanremo 2014) e alcune nuove versioni di brani propri (fra cui Da lontano, qui proposta in duetto con Luca Carboni).

    Durante l'estate 2015, Alice partecipa allo spettacolo ideato da Caterina Caselli La Dolce Vita, la musica del cinema italiano dove insieme a Morgan, Raphael Gualazzi, Tosca e alla filarmonica Arturo Toscanini esegue le arie più celebri del cinema italiano e internazionale, accompagnata da immagini suggestive e scene dei film. La regia è di Giampiero Solari.

    Da febbraio ad aprile 2016 Alice è impegnata con Franco Battiato in un tour italiano di trentadue date (quasi tutte sold out), accompagnati dalla Ensemble Symphony Orchestra. Lo spettacolo alterna momenti in cui i due artisti si esibiscono singolarmente a numerosi duetti (fra cui E ti vengo a cercare, Tutto l'universo obbedisce all'amore, I treni di Tozeur).


    fonte: wikipedia.org