Sharapova positiva al doping

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    Sharapova positiva al doping

    “Ho preso un farmaco diventato illegale”. Sponsor in fuga
    L’annuncio della tennista russa: «Commesso un errore, spero mi diano un’altra chance»



    Tutti pensavano avrebbe annunciato il suo ritiro, nessuno immaginava che Maria Sharapova avrebbe annunciato al mondo che aveva fallito un test antidoping. «Non voglio finire la mia carriera in un hotel di Los Angeles con questo brutto tappeto, ma ho commesso un errore, ho deluso i miei fan e creato un danno al tennis, e me ne assumo la responsabilità» ha spiegato aprendo la conferenza stampa che lei stessa aveva convocato.

    Agli ultimi Australian Open la attuale numero 7 del mondo è risultato positiva al Meldonium, un farmaco anti-ischemico che Maria sostiene di avere assunto per anni su consiglio del suo medico per curare i suoi numerosi infortuni. «Fino al primo gennaio di quest’anno non era compreso nella lista dei farmaci proibiti, ma a dicembre la lista è cambiata, la Wada ha comunicato la nuova lista e io non l’ho guardata», ha ammesso la russa trattenendo a stento le lacrime. Per l’assunzione del Meldonium erano già stati squalificati la pattinatrice Ekaterina Bobrova e il ciclista Vorganov.

    Inevitabile pensare allo scandalo che ha travolto la Russia dell’atletica, anche se Maria, che vive a Los Angeles, è da ormai 15 anni americana quasi a tutti gli effetti: alle Olimpiadi però avrebbe gareggiato per la Russia. Ora la attende una squalifica ancora da quantificare ma che potrebbe arrivare a due anni e oltre. «Spero che mi venga concessa un’altra chance», ha quasi implorato la ex-regina decaduta, la prima grande del tennis a cadere sotto la mannaia dell’antidoping.

    GLI SPONSOR L’ABBANDONANO
    A poche ore dall’annuncio, i principali sponsor sembrano già voler abbandonare la tennista russa. La prima è stata la Nike: «Siamo rattristati e sorpresi dalla notizia» ha detto un portavoce della multinazionale statunitense aggiungendo che il contratto è sospeso in attesa della conclusione dell’inchiesta.

    All’annuncio di Nike ha fatto seguito anche quello del marchio di orologi TAG Heuer, che ha annunciato l’intenzione di non rinnovare la partnership con la giocatrice russa, scaduta il 31 dicembre scorso. «A causa dell’attuale situazione - fa sapere il marchio svizzero - Abbiamo deciso di non rinnovare il contratto con Maria Sharapova». Anche la casa automobilistica Porsche ha preso le distanze dalla tennista siberiana. «Finché non emergeranno ulteriori e dettagli e non saremo in grado di analizzare la situazione abbiamo deciso di sospendere le attività previste», ha dichiarato Porsche in un comunicato.


    Sharapova perde 130 milioni di euro per lo scandalo doping
    Sponsor in fuga


    Maria Sharapova pagherà a caro prezzo lo scandalo doping venuto a galla in questi giorni, dopo le dichiarazioni fatte dalla stessa campionessa durante una conferenza a Los Angeles.


    La sportiva russa, trovata positiva al meldonium ad un controllo antidoping che risale agli Australian Open di Melbourne dello scorso gennaio, dovrà lottare per preservare l’immagine di sportiva glaciale e senza macchia, complice il suo stile sempre impeccabile e una grazie innata.

    In attesa di scoprire se la carriera della tennista numero 7 al mondo subirà una battuta d’arresto o meno, sono i brand di cui è ambasciatrice a tagliare la corda: Nike, Porsche e Tag Heuer hanno già sospeso il proprio rapporto di sponsorizzazione con la Sharapova.

    Orfana di sponsor, la bionda del tennis potrebbe perdere nei prossimi 4 anni fino a 130 milioni di euro, come stimato dall’esperto di marketing sportivo Nigel Currie. Un brutto colpo per l’atleta che è stata la più pagata al mondo per 11 anni.

    Lo abbiamo visto anche nella MotoGp che i brand non perdonano gli sportivi che commettono delle irregolarità. L’anno scorso Sector ha deciso di scaricare Jorge Lorenzo come brand ambassador in seguito al contatto tra Marc Marquez e Valentino Rossi sul circuito di Sepang che avrebbe agevolato la vittoria del pilota maiorchino della Yamaha.

    -_-
    "Non leggere la lettera mandata da wada,non avere il documento della sanità per il farmaco necessario per la salute,NON CI SONO SCUSE CHE TENGONO! :shifty: "gina karlo
     
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    Incredibile WADA: la squalifica di Sharapova potrebbe essere sospesa

    Spiraglio per Maria Sharapova. La WADA pensa all’amnistia per tutti gli atleti trovati positivi al Meldonium


    Ennesimo colpo di scena nello scandalo Meldonium. La WADA ha pubblicato un comunicato che potrebbe salvare tutti gli atleti trovati positivi al farmaco inserito nella lista delle sostanza proibite dal 1° gennaio. Il termine utile per poter usufruire di questa “grazia” sarebbe quello di non superare il limite di 15 microgrammi per millilitro di Meldonium nel test anti-doping effettuato sugli atleti prima del mese di marzo.

    La decisione è stata motivata dalla WADA con l’impossibilità, al momento, di stabilire con assoluta certezza scientifica quanto tempo impiega l’organismo per smaltire ogni traccia di Meldonium dopo l’assunzione. Inizialmente si pensava ad un tempo di eliminazione molto breve (24-48 ore), ma successive verifiche hanno mostrato che se da un lato il tempo di dimezzamento è molto breve (5-15 ore), quello di eliminazione totale può essere anche molto lungo (100 ore e più).

    Per questo motivo è stato deciso questo “periodo di grazia” (decisamente improprio dunque, parlare di amnistia): per non penalizzare gli atleti che avevano assunto Meldonium alla fine di dicembre del 2015 (quando ancora era legale) ed il cui organismo non lo aveva completamente smaltito.

    Vitaly Mutko, ministro dello sport russo, ha accolto con gioia e gaudio la decisione presa dall’agenzia mondiale anti-doping: “Il mio dicastero e tutto il governo russo sostiene e accoglie con favore la decisione presa dalla WADA, perché ha mostrato volontà di comprendere la situazione. Sono stati bravi a studiare quanto tempo servirà affinché il Meldonium venga eliminato dal corpo di uno dei nostri atleti. La WADA ha dimostrato imparzialità e obiettività nella lotta contro il doping”.

    Per quanto riguarda il lato prettamente tennistico della vicenda, a questo punto rimane solo da scoprire quante tracce di Meldonium siano state riscontrate dalle analisi del sangue e delle urine di Maria Sharapova e quali ammissioni siano già state fatte dalla campionessa russa alla WADA. Infatti, questa amnistia non vale per chi ha assunto la sostanza vietata dopo il 1° gennaio 2016, e se si crede alla linea difensiva della “email non letta” e della “svista”, si potrebbe inferire che la Sharapova avesse continuato l’assunzione anche dopo il 1° gennaio.

    Tuttavia la cinque volte campionessa di Slam non ha mai esplicitamente ammesso, almeno in pubblico, di aver assunto la sostanza in gennaio, ed è impossibile determinare (al di là dei quantitativi) se il Meldonium trovato nel suo sangue agli ultimi Australian Open risalisse al 2015 (e quindi era stato assunto legalmente) oppure fosse di assunzione più recente, per cui se le quantità trovate nei campioni ematici della Sharapova non dovessero superare i limiti descritti, è molto probabile che la russa potrà ritornare molto presto alle competizioni.

    L’avvocato della Sharapova, John Haggerty, attraverso la pagina Facebook della IMG, ha commentato: “Questo comunicato alquanto strano da parte della WADA dimostra come l’organismo abbia gestito malamente tutta la questione relativa al Meldonium. Dal momento che dozzine di atleti sono risultati positivi a questa sostanza, è chiaro come la WADA non abbia gestito la faccenda in maniera appropriata lo scorso anno ed ora stia tentando di rimediare. Rimangono molti dubbi legittimi sul procedimento seguito dalla WADA nel proibire l’uso del Meldonium e sulla maniera utilizzata per notificare gli atleti”.

    Intanto il Roland Garros si è portato avanti e ha inserito la russa nell’entry list del secondo slam stagionale. Che abbiano ragione loro? :o: -_-


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    Stangata alla Sharapova, due anni di squalifica: "Farò ricorso"

    sharapova_wimbledon-535x300

    09 Giugno 2016





    LONDRA. Addio Giochi e carriera a rischio. Pugno duro la federazione internazionale del tennis che ha deciso di squalificare Maria Sharapova per due anni: la 29enne giocatrice russa, trovata positiva al Meldonium lo scorso 26 gennaio durante gli Australian Open, potrà tornare a giocare soltanto il 25 gennaio del 2018.

    Una sentenza per certi versi inattesa visto che nei mesi scorsi la Wada aveva aperto ad una possibile sanatoria, in mancanza di dati certi sulla tempistica di permanenza del farmaco nell'organismo, per tutti gli atleti che hanno cominciato ad assumere il Meldonium prima dell'inizio 2016, quando la sostanza e' stata poi inserita nella lista proibita. Tanto che anche la federazione russa aveva ottimisticamente già inserito la Sharapova nella squadra per Rio 2016. Di certo una sanzione che non è andata giù alla cinque volte vincitrice di Slam che, con una lettera pubblicata sulla sua pagina facebook, ha immediatamente annunciato il ricorso al Tas.


    "Mi appellero' contro questa squalifica perché la ritengo dura e ingiusta - ha spiegato - il tribunale ha riconosciuto all'unanimità la mia condotta non intenzionale e che non ho usato il farmaco per migliorare le mie prestazioni". Toni duri soprattutto nei confronti della federazione internazionale: "Hanno speso tanto tempo e molte risorse per dimostrare che avevo violato intenzionalmente le regole dell'antidoping - ha aggiunto - fortunatamente il tribunale ha creduto alla mia buona fede rigettando così la richiesta della federazione che aveva chiesto di sospendermi addirittura per quattro anni''.

    Il caso Sharapova era esploso lo scorso 7 marzo, con la conferenza stampa convocata dalla tennista a Los Angeles. Lei stessa aveva dato la notizia della propria positivita' dopo un controllo eseguito agli Australian Open: "Sono 10 anni che prendo un prodotto contro il diabete - aveva ammesso - il Meldonium, ma quella sostanza dalla fine di dicembre è tra quelle proibite". Questo perche', nato per curare l'angina e prevenire l'infarto, il Meldonium e' pero' anche un modulatore del metabolismo, in grado di aumentare la resistenza alla fatica ed accelerare i tempi di recupero. E' inoltre considerato un "coprente" per l'Epo.

    Prodotto dalla Gridesk in Lettonia (la quale aveva precisato che la durata di un trattamento normale va da 4 a 6 settimane; non certo i 10 anni citati dalla Sharapova), e' utilizzato prevalentemente nei paesi del blocco ex-sovietico. Nelle motivazioni della sanzione inflitta alla russa, il tribunale della Itf precisa che ''la violazione delle regole antidoping'' da parte della Sharapova ''non è stata intenzionale in quanto non si è resa conto che il Mildronate (il farmaco assunto dalla tennista, ndr) contenesse una sostanza proibita dal primo gennaio 2016''. Tuttavia, secondo l'organismo, ''se lei non avesse nascosto l'uso del Mildronate alle autorità antidoping, ai membri del suo stesso team e ai dottori che ha consultato, la violazione sarebbe stata evitata''.

    I due anni di stop decorreranno dal 26 gennaio 2016, giorno in cui è stata riscontrata la positività. Oltre alla squalifica il tribunale Itf ha cancellato i punti e i premi in denaro conquistati dalla Sharapova nello Slam australiano (sconfitta ai quarti per mano di Serena Williams). ''Mi manca il tennis - conclude nella lettera la bella Maria - Mi mancano i miei fans. Il loro supporto mi è di conforto in questo momento. Lotterò perché ritengo di essere nel giusto e farò di tutto per tornare a giocare il prima possibile''.

    Fonte http://gds.it/2016/06/09/stangata-alla-sha...ricorso_523643/
     
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    Tennis, squalifica di Maria Sharapova: la sentenza del tribunale


    Sono passati tre mesi dall’annuncio shock di Maria Sharapova a Los Angeles quando, dopo avere indetto un’importante conferenza stampa, annunciò di essere risultata positiva a un controllo anti-doping effettuato il 26 gennaio scorso, in seguito alla sconfitta patita da Serena Williams ai quarti di finale degli Australian Open. Il 2 marzo la vincitrice di cinque titoli Slam aveva infatti ricevuto una lettera dall’ITF, che la accusava di aver violato il regolamento anti-doping, avendo assunto il Meldonium, una sostanza aggiunta alla Lista dei prodotti proibiti a partire dall’1 gennaio 2016.

    Nell’udienza tenuta a Londra nelle giornate del 18 e 19 maggio, il Tribunale della Federazione Internazionale del Tennis aveva ascoltato le due parti e raccolto tutte le prove: Maria Sharapova aveva ammesso di avere regolarmente utilizzato il Mildronate, il farmaco proibito, per oltre dieci anni, e non ha mai pensato di contravvenire al regolamento. Non è infatti consentito assumere la sostanza negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, ma ciò si può fare in Russia, Lettonia, Ucraina e altri Paesi dell’Est europeo; prodotto in Lettonia da JSC Grindeks, e fornito in confezioni di capsule da 250 o 500 mg, esso ha effetti anti-ischemici e cardioprotettivi. Inoltre, ha effetti positivi sul metabolismo energetico e sulla resistenza, e viene generalmente preso dagli atleti poco prima dello sforzo fisico.


    Il dottor Olivier Rabin, senior director della WADA, aveva dimostrato come il Mildronate migliori notevolmente le prestazioni degli sportivi e come esso abbia influito in maniera ampia nelle performance degli atleti che ne hanno usufruito ai Giochi Europei di Baku del 2015, quando il Meldonium non era ancora nell’elenco delle sostanze proibite. Tornando a Maria Sharapova, la russa nel 2005 accusava problemi, a causa del freddo, alle tonsille e nella parte superiore dell’addome: il padre decise di portarla dal Dottor Anatoly Skalny, al Centro di Medicina biotica di Mosca; dopo un’accurata analisi, considerata l’anamnesi familiare, che comprendeva diabete di tipo II e disturbi cardiaci, vennero notati elevati livelli di glucosio e di colesterolo, oltre a degli squilibri minerali. A tal proposito, Dott. Skalny concluse che fosse necessario rafforzare il sistema immunitario, proponendo un serrato regime di medicinali, che fin dall’inizio comprendeva in totale diciotto farmaci e integratori: tra questi era incluso il Mildronate, da assumere per periodi di 7-14 giorni, dai 500mg a 1g per giorno. Skalny seguiva quasi quotidianamente la sua assistita nei primi mesi del 2006, indicando sempre con precisione modalità e tempi di assunzione del farmaco: i miglioramenti registrati portarono il medico a consigliare un uso ormai periodico del Mildronate, risultato utile al trattamento delle frequenti malattie virali di Masha e, a quel tempo, non incluso nella lista delle sostanze proibite. La cura è durata dal 2006 al 2012, con controlli annuali e sempre con l’assunzione di farmaci autorizzati dal codice WADA: l’ultimo certificato, datato 11 marzo 2010, riporta come le sostanze prescritte da Skalny fossero aumentate da 18 a 30, tutte comunque acquistate presso rivenditori autorizzati.

    Dalla fine del 2012, la Sharapova aveva deciso di seguire un approccio nutrizionale diverso: smise infatti di collaborare col dottor Skalny, ritenendo inutile quel serrato regime di pillole e integratori, e assumendo nella sua squadra il nutrizionista Nick Harris; tuttavia prese autonomamente, senza consultare alcun medico e senza conoscere gli effetti collaterali, la decisione di continuare ad utilizzare tre delle sostanze prescritte da Skalny, ovvero Magnerot, Riboxin e Mildronate, pensando che proprio il medico di Mosca le ritenesse più importanti delle altre per proteggere il cuore e per la sua carenza di magnesio: non informò nessuno di questa decisione, nemmeno gli operatori della WTA nel momento in cui si è dovuta sottoporre a dei controlli, in quanto nessuno, secondo le sue affermazioni, le ha mai chiesto quali farmaci usasse.

    L’unico a conoscenza del fatto era il Dott. Sergei Yasnitsky, il medico del team olimpico russo, che nel 2015 non le sconsigliò l’uso del Mildronate: lei assumeva la sostanza tramite due capsule, nella mattina dei giorni delle partite, e mai trenta o quaranta minuti prima dei match, come le aveva prescritto originariamente Skalny. Dato curioso, come afferma il manager Eisenbud, è che nessuno del suo team sapesse del Meldonium, fatta eccezione per il padre e, dal 2013, per egli stesso: dal 2010, nessun documento attesta l’assunzione del farmaco da parte della giocatrice. Il 29 settembre del 2014 la WADA ha pubblicato sul proprio sito la lista di sostanze proibite del 2015 e, oltre a questa, quella dei farmaci sotto monitoraggio, per valutarne l’abuso e gli effetti: tra questi, proprio il Meldonium, che esattamente un anno dopo è stato aggiunto alla lista “nera” dell’anno corrente, il 2016, “a causa della prova del suo uso da parte di atleti con l’intento di migliorare le prestazioni”.

    Il 22 del dicembre del 2015 l’ITF aveva mandato una mail a diversi atleti, tra cui la Sharapova stessa, e ai rispettivi agenti: la comunicazione riguardava alcuni cambiamenti del Programma Anti-Doping del 2016, ma non vi era alcun riferimento diretto all’aggiunta di sostanze nella Lista proibita, ancor meno del Meldonium. L’ex numero 1 del mondo contesta di conseguenza che l’ITF non abbia avvertito in alcun modo gli atleti e non abbia preso misure speciali, pur sapendo che sia lei sia altri tennisti erano risultati positivi al farmaco durante l’anno precedente.

    Oggi, 8 giugno 2016, il Tribunale della Federazione Internazionale del Tennis si è riunito per stabilire il grado della condanna per la tennista siberiana. Il Tribunale riconosce l’involontarietà dell’azione, ma contesta la negligenza della campionessa che, se non avesse nascosto l’uso della sostanza alle autorità anti-doping e al suo stesso team, medici compresi, avrebbe evitato la violazione, ritenendo dunque Masha come l’unica autrice della propria sventura:

    è stata riscontrata la violazione dell’articolo 2.1 del TADP, in seguito alla presenza di Meldonium nei campioni di urina dell’atleta russa del 26 gennaio, dopo i quarti di finale agli Australian Open, e del 2 febbraio, a Mosca, lontana dalle competizioni;
    in base all’articolo 9.1, la Sharapova perde i 430 punti ottenuti a Melbourne e i 281.633 dollari guadagnati in quella competizione;
    la russa è stata inoltre squalificata per ben due anni, a decorrere dal 26 gennaio del 2016.
    La ventinovenne di Njagan potrebbe ancora, secondo l’articolo 12, appellarsi al Tribunale Arbitrale dello Sport.


    dott.Gina Karlo
    Usare la medicina per 10 anni e già molto discutibile e anche se solo da quest'anno e riconosciuta come la sostanza proibita,personalmente sono d'accordo con la decisione tribunale.
     
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