-
.
BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …
Edizione Giornale Anno 7° SETTIMANA 007 (15 Febbraio - 21 Febbraio 2016)
BUONGIORNO GIORNO … BUON LUNEDI’ ISOLA FELICE …
Lunedì, 15 Febbraio 2016
S. FAUSTINO
-------------------------------------------------
Settimana n. 07
Giorni dall'inizio dell'anno: 46/320
-------------------------------------------------
A Roma il sole sorge alle 07:06 e tramonta alle 17:42 (ora solare)
A Milano il sole sorge alle 07:25 e tramonta alle 17:49 (ora solare)
Luna: 0.43 (tram.) 11.22 (lev.)
Luna: primo quarto alle ore 08.48.
--------------------------------------------------
Proverbio del giorno:
Se febbraio non isferra, marzo mal pensa.
--------------------------------------------------
Aforisma del giorno:
Una Costituzione dovrebbe essere breve e oscura.
(Napoleone Bonaparte)RIFLESSIONI
... SAGGEZZA …
... Lavagna impolverata, un cancellino e un gessetto bianco. Dalle finestre le fronde di un albero segnano il cielo e muovendosi silenziose sembrano vogliano danzare. Emozione forte quando nella stanza risuona il suo nome. Bambina di talento a scuola, vesti antiche e libri grandi quanto il suo desiderio di imparare. Fuori il rumore dei trattori nelle campagne risuona forte insieme allo scandire delle ore del campanile della chiesa del vecchio paesino. Strade impolverate da percorrere cento e cento volte ogni mattina e poi dopo che la campanella ha segnato la fine della giornata scolastica. Lei sempre un po’ in disparte dagli altri in quelle camminate da e verso casa, osserva il mondo lo studia, vuole percepire ogni singolo dettaglio da esso. Un giorno un uomo, il farmacista del paesino, conosciuto dalla comunità per essere persona di cultura e saggezza, ferma quella ragazzina e le dice:”Nei tuoi occhi c’è la curiosità giusta di chi vuole imparare di chi ha milioni di domande a cui vuole dare risposte”. Fu come un segno, la traccia su cui orientò tutta la sua vita trascorsa a trovare le risposte a tutti quei perché nella sua mente. Passavano gli anni, mentre i suoi coetanei lentamente smettevano di cercare le risposte ai personali perché, lei imperterrita aveva in quello sguardo la curiosità di chi non vuole smettere mai di imparare. Un applauso, frastuono intornoa se; smette di vagare tra i ricordi, lo sguardo fisso nel vuoto ora cerca intorno a se di comprendere e realizzare dove fosse fisicamente. Seduta davanti ad un tavolo, una enorme levagna davanti a se, alle spalle di alcune persone che in piedi applaudono guardandola negli occhi. “Applaudono me?”; la persona davanti a lei in piedi le stringe la mano e le dice:”Dottoressa Anna Valanzano Carcaterra si è laureata col massimo dei voti 110 e lode!”.In un attimo il suo percorso di 88 anni diviene un fiume nella sua mente e torna per un attimo a quella lavagna impolverata, col cancellino e gessetto; pensa a quel farmacista saggio nella sua previsione. In un attimo passato e presente si uniscono con quel lungo applauso che ha premiato quella sua incessante ricerca di risposte ai suoi perché .… Buon Febbraio amici miei … (Claudio)
Si laurea a 88 anni con 110 e lode
'Scambiata spesso per docente. Conosciuto giovani eccezionali'. Esplode l'applauso per il 110 e lode di Anna Valanzano Carcaterra, 88 anni quasi, da oggi dottoressa in Filologia italiana, con laurea magistrale. Dopo una vita dedicata al suo lavoro di maestra, ai figli e alla famiglia, 5 anni fa la signora Anna ha deciso di realizzare un desiderio: laurearsi. Così si è iscritta alla Facoltà di Lettere dell'Ateneo Federico II. Il primo traguardo è stato chiudere i primi tre anni, poi la laurea magistrale. "Emozionata? Non lo ero, poi ho visto le telecamere, i giornalisti e mi sono detta: 'Allora è una cosa proprio importante'". Con lei oggi ci sono le sue amiche, i figli, i suoi nipoti. Tutti fieri di questa donna che ha mostrato la forza del suo carattere decidendo di laurearsi per realizzare un sogno.
"Mi hanno scambiata spesso per una docente - racconta - Soprattutto i primi tempi, quando entravo in aula i ragazzi pensavano che avrei tenuto io il corso". Poi l'hanno conosciuta e, con tanti di loro, è nata un'amicizia.
(Ansa)CAREZZE AL RISVEGLIO
... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
(Claudio)
POESIE A TEMA
Poesie e racconti sull’Inverno…
Un giorno d'inverno
Sempre sul farsi della tacit'ora
Crepuscolar m'invade una tranquilla
Malinconia, che dolcemente irrora
Questi occhi del dolor che da lei stilla.
Guardo il foco morente, e m'innamora
Tenervi intenta e risa la pupilla,
lnsin che appena qualche brace ancora
Tra la commossa cenere scintilla.
Il crepitar di quella ultima vita,
L'ombra addensata e la cadente neve
Di piu cupa tristezza il cor mi serra.
E prorompoll dall'anima atterrita:
Mio Dio, che sogno è questo viver breve!
Mio Dio, che solitudine è la terra!
(Giovanni Prati)
FAVOLE PER LA NINNA NANNA …
Uomini e nuvole
“Mi capita di veder solo nuvole… e in quei momenti mi sento piccolo e in balia degli eventi...”
“Pensi che il problema siano le nuvole?
Ma non farmi ridere… quelle ci sono da sempre: sono l’ombrello della terra durante le giornate di sole e la sua calda coperta nelle notti invernali.
No, non è colpa delle nuvole se questa notte non vedi le stelle e non sarà colpa loro se domani non vedrai il sole.
Vuoi sapere come stanno davvero le cose? …Bene, te lo racconto io.”
…Un tempo gli uomini non erano piccoli e tondi come sei tu oggi.
Erano veri giganti… magri, atletici e alti. Più alti delle nuvole!
Qualunque uomo adulto sorpassava con tutte le spalle il confine superiore delle nuvole. Da quell’altezza vedevano ogni giorno il sole e la notte la loro testa era immersa nelle stelle. Erano ottimisti e sognatori.
Solo i bambini, non essendo alti abbastanza, risentivano della presenza delle nuvole. Così il ruolo dei grandi era proprio quello di parlare ai bambini del sole e delle stelle quando essi, oppressi da un cielo nuvoloso, rischiavano di dimenticare quelle meraviglie.
A quei tempi, gli adulti erano i portatori dell’ottimismo, della fede e del coraggio.…Capitava ovviamente, camminando con la testa oltre le nuvole, a volte di inciampare…
Inciampa oggi, inciampa domani… alcuni iniziarono a predicare che fosse più prudente camminare muovendosi al di sotto delle nuvole.
E ben presto divenne abitudine comune. Quella piccola paura di inciampare portò gli uomini a camminare ricurvi e, ciò che è peggio, a perdere il contatto con il sole e le stelle.
I loro corpi si affaticarono e si indebolirono… tanto da iniziare a temere la pioggia. Fu così che iniziarono a ripararsi nelle grotte dapprima durante la notte, poi via via sempre più spesso.Quella piccola paura di bagnarsi portò gli uomini a rinchiudersi in luoghi angusti e bui e ad allontanarsi ancora di più dal sole e dalle stelle.
I loro corpi si atrofizzarono e si indebolirono ulteriormente… essi si sentivano fragili, insicuri, intimoriti.
Un giorno una piccola scossa di terremoto fece franare qualche sassolino dai soffitti delle grotte. Da allora essi iniziarono a sorreggere il tetto dei loro rifugi come se dovesse crollare da un momento all’altro…
Quella piccola paura di un terremoto portò gli uomini all’immobilità e ad una vita di fatica e paura.
Con l’andare del tempo, i loro corpi si logorarono ulteriormente… Le loro gambe e le braccia si accorciarono e poco per volta essi assunsero la formatozza che hanno attualmente.
Ora capisci perché sorrido vedendoti terrorizzato, stanco e sudato intento a sorreggere con tutte le tue forze il tetto del tuo inutile rifugio?
Ora capisci perché sorrido quando mi dici che se non vedi il sole è tutta colpa delle nuvole?
Esci di lì!
(Favole per Maya)
ATTUALITA’
Roman Graffiti: Roma caput della street art.
Al Quadraro Ron English, noto ai più per 'Abraham Obama', il celebre murales di Boston realizzato durante le presidenziali del 2008, in cui i volti dei Presidenti Obama e Lincoln si sovrappongono, ha disegnato un gigantesco Baby Hulk, The Temper Tot.
Sorpresa: Roma bellissima, caotica, opulenta, eterna e anche Capitale dell’Arte Urbana. La città con la più alta concentrazione di beni storici e architettonici al mondo, dal 2015 ha una vera e propria mappa di Street Art: “Un nuovo museo gratuito e aperto a tutti, turisti e cittadini, per riscoprire la città”. Il percorso turistico include 13 dei 15 municipi della Capitale e tocca 30 quartieri, da quelli storici e centrali come Testaccio a quelli periferici come San Basilio e Tor Bella Monaca.
Sono circa 150 le strade interessate, oltre 330 le opere realizzate.
Roma capitale dell’Archeologia dunque, ma anche dell’arte contemporanea e urbana, al pari delle grandi metropoli mondiali come Londra, Parigi, New York. Il Comune crede fortemente nel progetto. “Cambia prospettiva, la strada è il tuo nuovo museo” recita il claim del sito del turismo, con 50 mila copie della cartina street disponibile in tutti i PIT della città (www.turismoroma.it). Cosa vedere? Fatevi avanti.
Le opere sono veramente tante e realizzate da artisti internazionali di prima grandezza come Clemens Behr, Hebert Baglione, MOMO e italiani, perlopiù romani, come Hitnes, Alice Pasquini, Sten Lex, Agostino Iacurci, Serico.
Difficile decidere, ma da qualche parte bisogna pur cominciare e abituati come siamo a ricevere gli input d’oltreoceano, una delle prime opere street da visitare è sicuramente al Quadraro, a firma di un texano D.O.C. Ron English. In via dei Pisoni, storica zona di Roma, che vanta celebri lotte contro la prepotenza dei poteri forti, teatro di resistenza al nazifascismo durante la deportazione, English (noto ai più per aver realizzato Abraham Obama, il celebre murales di Boston realizzato durante le presidenziale del 2008, in cui i volti dei Presidenti Obama e Lincoln si sovrappongono) ha disegnato un gigantesco Baby Hulk, The Temper Tot. Il soggetto ha il volto di un bimbo di due anni e il corpo di Mister Universo ed è in 3D. Il contrasto tra la forza della struttura e l’immaturità del bambino è un richiamo, un monito ai paesi potenti con governi inadeguati. Accanto un inquietante Topolino con una maschera antigas grazie alla quale è immune dall’avidità del mercato, i toni usati sono quelli del pastello amati dai piccoli. La realizzazione del murales sul Baby Hulk rientra in una partnership realizzata da diversi artisti uniti dal progetto M.U.R.O. (museo a cielo aperto) capitanata da David Vecchiato, in arte Diavù ed è stata documentata da SkyArte..
(Ansa)
Da Milano a Ny, alla scoperta del bosco in città.
Da parchi reali a grattacieli-foresta, 10 mete nella natura. Vere e proprie foreste, nascoste tra i palazzi. Polmoni verdi a due passi dal centro dove dimenticare il traffico e riconciliarsi con la natura. Ma anche grattacieli e monumenti trasformati in nuovi paesaggi green. E' la riscoperta dei parchi urbani, che da Milano a New York potrebbero cambiare il volto e lo stile di vita delle metropoli del 2000. Tra il risveglio di una nuova cultura verde e il recupero del bosco nei progetti delle archistar. Se ne parlerà alle XII Giornate internazionali di studio sul paesaggio, il 18-19 febbraio alla Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso. Intanto ecco 10 boschi urbani, dove, in vacanza o nel week end, sarà bellissimo perdersi a contatto con la natura.
BOSCOINCITTA' e BOSCO VERTICALE - Due modi diversi di vivere il verde, per una stessa città: Milano. Nato nel 1972 per iniziativa di Italia Nostra, Boscoincittà, nella periferia Ovest, è il polmone verde della città, cresciuto da 35 a 110 ettari di terreno, tra boschi, radure, corsi d'acqua, piste ciclabili ed equestri, uno spazio riservato ai cani di 5 mila metri quadrati e la quattrocentesca cascina San Romano. Eletto Migliore Architettura del mondo nel 2015, il Bosco Verticale progettato da Boeri Studio svetta invece nel quartiere Porta Nuova con i due grattacieli ricoperti da più di duemila alberi ed arbusti.
REAL BOSCO di CAPODIMONTE (Na) - Progettato a metà del '700 dall'architetto Ferdinando Sanfelice tutto intorno al Palazzo reale, oggi Museo nazionale, riserva di caccia sin dai reali di Spagna, poi dei Borbone e dei Savoia, ancora oggi conta oltre 400 varietà di alberi secolari come querce, lecci, olmi, tigli e castagni. Sette i percorsi tra natura, storia e grandi architetture. Da non perdere le zone panoramiche su Posillipo, la collina di San Martino e il Vesuvio.
PARCO di MONZA - Istituito con decreto napoleonico nel 1805, è ancora il più grande parco circondato da mura d'Europa.
Affidato al progetto di Luigi Canonica e a lungo destinato anche ad uso agricolo (come testimoniano cascine e mulini) conserva il Bosco Bello, uno degli ultimi esemplari delle antiche foreste di pianura della Lombardia. Si può optare per percorsi lungo il fiume Lambro, alla scoperta delle Ville storiche, degli alberi secolari o della fauna tra scoiattoli rossi, picchi verdi, anatre mandarino e rapaci.
NATIONAL 9/11 MEMORIAL - L'acqua di due grandi piscine, i nomi delle quasi tremila vittime e un piccolo bosco di 400 querce bianche. Non solo Central Park. A New York non perdete il Reflecting Absence, che l'architetto Michael Arad e il paesaggista Peter Walker hanno realizzato per il Memorial Plaza dell'attacco dell'11 settembre, proprio nel cuore di Manahattan.
Con gli alberi metafora della vita che cresce e si rinnova.
QUAI BRANLY - Alberi, colline artificiali, specchi d'acqua e piante di ogni tipo. Siamo a Parigi all'ingresso del Quai Branly, il Museo (totalmente ecosostenibile) delle arti e civiltà d'Africa, Asia, Oceania e Americhe. Una fusione totale con la natura che ha il suo exploit nel muro vegetale di 800 metri quadri e 15 mila piante di 150 differenti specie da Giappone, Cina, Europa centrale e Stati Uniti. L'ideatore, l'artista botanico Patrick Blanc, ne ha creato un altro anche al Caixa Forum di Herzog e de Meuron a Madrid AMSTERDAM BOS - Meta di oltre 4,5 visitatori l'anno, il parco alle porte di Amsterdam alterna aree verdi, prati all'inglese, canali d'acqua percorribili in canoa, una zona dedicata ai nudisti (la Zonneweide) e il monumento in ricordo delle vittime uccise nel campo di concentramento di Dachau.
GRUNEWALD - Tra le città più verdi d'Europa, Berlino ospita una vera e propria foresta, soprattutto di conifere e betulacee, lungo la riva orientale dell'Havel. D'estate, fate come i tedeschi e tuffatevi nel fiume o nei suoi tanti laghi e stagni.
Ma non perdete un giro anche al Tiergarten, il parco più frequentato della città, quello del celebre Zoo.
HYDE PARK - A Londra, uno dei sette parchi reali di Gran Bretagna e uno dei più grandi al mondo, già riserva di caccia di Enrico VIII. Qui hanno suonato tutti, dai Pink Floyd ai Queen fino a Madonna, ma sopravvivono anche tradizioni come la Peter Pan Cup, gara di nuoto nel giorno di Natale nel Serpentine Lake, generalmente appannaggio degli over 60. Passeggiando si incontra la fontana in memoria della principessa Diana e soprattutto, a nord-est, lo Speakers' Corner dove ancora oggi chiunque può tenere discorsi ed esprimere la propria opinione al pubblico.
MONTELLO (TV) - Dopo molti decenni di uso militare, l'ex polveriera del Montello diventerà un "nuovo" bosco pubblico, restituito ai cittadini del comune di Volpago del Montello. Un nuovo paesaggio ri-creato con la natura, sul quale sta lavorando l'architetto paesaggista Thilo Folkerts.
GIARDINO DEI GIUSTI - Sin dal 1960 lo Yad Vashem, il modernissimo Museo della Shoah di Gerusalemme, accoglie il primo giardino dei Giusti al mondo. Un vero bosco nel mezzo del deserto per passeggiare e riflettere, dove ogni albero è piantato in memoria di un Giusto tra le nazioni, che salvò la vita ad ebrei negli anni delle persecuzioni.
(Ansa)
In vendita a 6.400 euro lo scooter Puch del 1951 di Zucchero Fornaciari.
Prodotto in Austria è stato completamente restaurato dall'attuale proprietario. Al celebre cantante Zucchero 'Sugar' Fornaciari le due ruote e gli scooter sono sempre piaciuti, come dimostrano una bellissima foto con Luciano Pavarotti a bordo di un 'cinquantino' e - ahimè - una multa di 78 euro che gli venne correttamente elevata nel 2009 dai Vigili di Pontremoli per essere alla guida del suo scooter (che utilizza spesso per muoversi dalla sua tenuta in Lunigiana) senza il regolamentare casco in testa. Ora un prezioso pezzo della collezione di Zucchero va in vendita dopo essere passato nelle mani di un anonimo acquirente, a cui era stato ceduto forse perché un po' troppo 'datato' rispetto alla voglia di ritmo e di movimento del celebre cantante.
Si tratta di un scooter 125 RL della Puch Motorcycles e prodotto in Austria nel 1951, un mezzo esteticamente molto particolare (secondo alcune fonti gli elementi di carrozzeria erano stati sviluppati in collaborazione con Lambretta) anche se non destinato a un utilizzo sportivo. L'esemplare è in vendita a 6.400 euro presso Classic Mania Garage di Alessandria ed è in perfette condizioni, appena uscito da un completo restauro ed è accompagnato dai documenti che ne possono permettere l'immatricolazione in Italia.
La Puch Motorcycles è una delle aziende europee produttrici di veicoli più vecchie, essendo stata fondata nel 1891 a Graz, in Austria, come Johann Puch & Comp dedicata allora alla produzione di biciclette. In tempi più recenti (1987) il settore due ruote è entrato a far parte del Gruppo Piaggio, mentre quello automobilistico fa ora parte - dopo diversi passaggi - del colosso della componentistica e della produzione per conto terzi Magna.
(Ansa)ANDIAMO AL CINEMA!!!!
Il viaggio di Norm
Un film di Trevor Wall. Con Bill Nighy, Heather Graham, Rob Schneider, Ken Jeong, Loretta Devine.
l potere universale della storia di base, felicemente eroica, distrae da una fattura non particolarmente brillante.
Marianna Cappi
L'orso polare Norm, erede al trono dell'Artico, non sa cacciare una foca, non prova nessun gusto nel dare spettacolo agli umani di passaggio e non sa bene che farsene della sua innata capacità di parlare "l'umanese". Quando, però, la società edile di Mister Greene si presenta sui suoi ghiacci con un prototipo di casa di lusso, intenzionata a colonizzare l'area, Norm capisce che, se qualcuno può scongiurare l'impresa, quello è soltanto lui.
Il viaggio del titolo porta quindi l'orso bianco dal Polo a New York, dove non fatica a farsi scambiare per un attore un po' bizzoso e ad ottenere il ruolo grazie al quale recapiterà il suo messaggio al mondo. Peccato, a questo punto, che il medesimo messaggio subisca una sorte insolita per un film di questo genere: fatte salve le eccezioni di alto livello, quali L'Era Glaciale e i capitoli successivi, non di rado, infatti, la tematica ambientalista rischia di coprire un peso maggiore, nell'economia del lungometraggio, rispetto alle dinamiche narrative e alle invenzioni visive, come se la gravità del tema scontasse in qualche modo l'impegno nella realizzazione tecnica dell'opera che lo illustra. Qui, invece, la gravità dell'impatto che un insediamento umano causerebbe sull'habitat del grande Nord, è data sostanzialmente per scontata, col risultato che il messaggio di Norm non arriva forte e chiaro come dovrebbe, specie alle orecchie del pubblico più adatto alla visione, quello dei piccoli spettatori, debuttanti del grande schermo come debuttante è la Splash Entertainment, società televisiva al suo primo lungometraggio per la sala.
E i "purtroppo" non sono finiti, perché anche sul fronte della cura dell'immagine e del plot, Il viaggio di Norm non si rivela un'avventura particolarmente brillante: ancora una volta, le intenzioni (la danza dell'orso, il ruolo comico dei lemming, il capitolo commovente del rapporto col nonno) sono migliori dei risultati finali.
Ciò detto, nella favola dell'orso senza qualità che riesce a salvare la propria casa alleandosi con una ragazzina tutta cuore e cervello, che lo aiuta a far fruttare il proprio dono di natura, c'è un contenuto di base così universalmente potente che la visione non deluderà in ogni caso i bambini e nemmeno chi, tra di loro, ha già una buona consuetudine con il cinema e non solo con la formula televisiva, normalmente più episodica e sintetica, che caratterizza questo prodotto animato.
Video(Lussy)
... CURIOSANDO E RACCONTANDO …
Io sono irlandese, lei è tedesco, ma cosa ci rende entrambi americani?
Una cosa sola, una, una, una: il manuale delle regole,
lo chiamiamo costituzione e ne accettiamo le regole.
È questo ci rende americani, solamente questo.
(James B. Donovan)IL PONTE DELLE SPIE
Titolo originale Bridge of Spies
Lingua originale inglese
Paese di produzione Stati Uniti d'America
Anno 2015
Durata 141 min
Colore colore
Audio Dolby Digital
Rapporto 2,35 : 1
Genere thriller, spionaggio, storico, drammatico
Regia Steven Spielberg
Sceneggiatura Matt Charman, Joel ed Ethan Coen
Produttore Kristie Macosko Krieger, Marc Platt, Steven Spielberg
Produttore esecutivo Jonathan King, Daniel Lupi, Jeff Skoll, Adam Somner
Casa di produzione Amblin Entertainment, DreamWorks SKG, Fox 2000 Pictures,
Marc Platt Productions, Participant Media, Reliance Entertainment,
Studio Babelsberg, Touchstone Pictures
Distribuzione (Italia) 20th Century Fox
Fotografia Janusz Kaminski
Montaggio Michael Kahn
Effetti speciali Andre Emme, Zoltan Toth
Musiche Thomas Newman
Scenografia Adam Stockhausen
Costumi Kasia Walicka-Maimone
Trucco Sanja Milic
Interpreti e personaggi
Tom Hanks: James B. Donovan
Mark Rylance: Rudolf Abel
Amy Ryan: Mary McKenna Donovan
Alan Alda: Thomas Watters
Austin Stowell: Francis Gary Powers
Scott Shepherd: agente Hoffman
Jesse Plemons: Murphy
Domenick Lombardozzi: agente Blasco
Sebastian Koch: Wolfgang Vogel
Eve Hewson: Carol Donovan
Will Rogers: Frederic Pryor
Dakin Matthews: giudice Mortimer W. Byers
Michael Gaston: Williams
Mikhail Gorevoy: Ivan Alexandrovich Schischkin
Peter McRobbie: Allen Dulles
Stephen Kunken: William Tompkins
Joshua Harto: Bates
Billy Magnussen: Doug Forrester
Burghart Klaußner: Harald Ott
David Wilson Barnes: Mr. Michener
John Rue: Lynn Goodnough
Petra Maria Cammin: Helen Abel
Jillian Lebling: Peggy Donovan
Noah Schnapp: Roger DonovanTRAMA
Il titolo del film, Il ponte delle spie, fa riferimento a un ponte realmente esistente a Berlino, che un tempo univa la zona est e quella ovest, oggi noto come Ponte di Glienicke. Il soprannome gli viene dal fatto di essere stato spesso teatro di scambi di prigionieri tra i servizi segreti americani e quelli della Germania Est. Il ponte delle spie racconta la storia di James Donovan (Tom Hanks), un famoso avvocato di Brooklyn che si ritrova al centro della Guerra Fredda quando la CIA lo ingaggia per un compito quasi impossibile: la negoziazione per il rilascio di un pilota statunitense, Francis Gary Powers, abbattuto nei cieli dell'Unione Sovietica mentre volava a bordo di un aereo spia U2....recensione...
Basta una sola visione per capire che Il ponte delle spie (Bridge of spies) è una pellicola senza tempo: un nuovo classico che ha tutte le carte in regola per fare incetta di premi, e che dimostra quanto la nostra epoca abbia un disperato bisogno di belle storie ben raccontate. [..] Il ponte delle spie è una spy story basata su fatti realmente accaduti ma è anche un dramma giudiziario intenso e vibrante, contaminato da un inaspettato tocco di black humor dovuto, chiaramente, alla revisione dello script originale di Matt Charman, realizzata dai terribili fratelli Cohen.
Il film si apre nella New York del 1957, più precisa-
mente a Brooklyn. Rudolf Abel (Mark Rylance), viene catturato dall’FBI con l’accusa di essere una spia sovietica. A difenderlo è chiamato l’avvocato James Donovan (Tom Hanks), scelto dal suo studio per essere un uomo dai saldi principi, perfetto per salvaguardare l’immagine degli Stati Uniti come del paese che agisce nel pieno rispetto dei diritti di tutti i cittadini, compresi quelli più scomodi.
Donovan è inizialmente riluttante ad assumere l’incarico per le ripercussioni che il processo potrebbe avere sulla sua immagine e sulla sua vita famigliare: essere l’avvocato di una spia russa, in piena Guerra Fredda, non è certo un compito molto ambito. [..] Se la regia del film è perfetta (incipit e finale lasciano senza fiato) a fare la differenza è certamente la mano dei Cohen brothers. Il loro contributo si palesa nei dialoghi incisivi e brillanti, nel sottile humour nero che permea tutta la pellicola e nella caratterizzazione di tanti comprimari, in particolare nella parte ambientata a Berlino: la pittoresca famiglia di Abel è 100% farina del loro sacco, così come i grotteschi negoziatori con i quali Donovan si trova a contrattare. Ma ad essere “coheniana” sino al midollo è soprattutto la figura del colonnello Rudolf Abel: personaggio sottilmente ironico e dall’aplomb ineccepibile, interpretato da uno stupefacente Mark Rylance, che, con una prova in sottrazione ed un interpretazione magnificamente compassata, rischia spesso di rubare la scena al pur ottimo Tom Hanks. Quest’ultimo, d’altra parte, il ruolo dell’everyman ce l’ha ormai cucito sulla pelle: chi meglio di lui avrebbe potuto interpretare l’avvocato James Donovan? Un uomo giusto che ama il suo Paese ma, ancor di più, i valori che esso dovrebbe incarnare, pronto a rischiare la vita pur di compiere il proprio dovere. Con Il ponte delle spie Spielberg è riuscito a fare incontrare il cinema classico e rassicurante di Frank Capra con la scrittura scoppiettante ed imprevedibile dei Cohen, veicolando un messaggio politico potente senza mai peccare di buonismo o superficialità.
Perché, quando Donovan legge negli occhi di Abel la sua stessa umanità e decide di fare la cosa giusta.
(http://sugarpulp.it/)SPOTLIGHT
Titolo originale Spotlight
Lingua originale inglese
Paese di produzione Stati Uniti d'America
Anno 2015
Durata 128 min
Colore colore
Audio sonoro
Rapporto 1,85 : 1
Genere thriller, storico, biografico, drammatico
Regia Tom McCarthy
Sceneggiatura Tom McCarthy, Josh Singer
Produttore Michael Bederman, Blye Pagon Faust, Steve Golin,
Nicole Rocklin, Michael Sugar
Produttore esecutivo Bard Dorros, Jonathan King, Peter Lawson,
David Mizner, Tom Ortenberg, Jeff Skoll, Patrice Theroux, Harold van Lier
Casa di produzione Anonymous Content, Participant Media, Rocklin / Faust
Distribuzione (Italia) BiM Distribuzione
Fotografia Masanobu Takayanagi
Montaggio Tom McArdle
Musiche Howard Shore
Scenografia Stephen H. Carter
Costumi Wendy Chuck
Trucco Teresa Young
Interpreti e personaggi
Mark Ruffalo: Michael Rezendes
Michael Keaton: Walter 'Robby' Robinson
Rachel McAdams: Sacha Pfeiffer
Liev Schreiber: Marty Baron
John Slattery: Ben Bradlee Jr.
Brian d'Arcy James: Matt Carroll
Stanley Tucci: Mitchell Garabedian
Jamey Sheridan: Jim Sullivan
Billy Crudup: Eric MacLeish
Gene Amoroso: Stephen Kurkjian
Maureen Keiller: Eileen McNamara
Paul Guilfoyle: Peter Conley
Len Cariou: cardinale Bernard Francis Law
Neal Huff: Phil Saviano
Jimmy LeBlanc: Patrick McSorley
Michael Cyril Creighton: Joe Crowley
Laurie Heineman: giudice Costance SweeneyTRAMA
Il caso Spotlight racconta la storia del team di giornalisti investigativi del Boston Globe soprannominato Spotlight, che nel 2002 ha sconvolto la città con le sue rivelazioni sulla copertura sistematica da parte della Chiesa Cattolica degli abusi sessuali commessi su minori da oltre 70 sacerdoti locali, in un'inchiesta premiata col Premio Pulitzer. Quando il neodirettore Marty Baron arriva da Miami per dirigere il Globe nell'estate del 2001, per prima cosa incarica il team Spotlight di indagare sulla notizia di cronaca di un prete locale accusato di aver abusato sessualmente di decine di giovani parrocchiani nel corso di trent’anni. Consapevoli dei rischi cui vanno incontro mettendosi contro un'istituzione com la Chiesa Cattolica a Boston, il caporedattore del team Spotlight, Walter "Robby" Robinson, i cronisti Sacha Pfeiffer e Michael Rezendes e lo specialista in ricerche informatiche Matt Carroll cominciano a indagare sul caso. Via via che i giornalisti del team di Robinson parlano con l'avvocato delle vittime, Mitchell Garabedian, intervistano adulti molestati da piccoli e cercano di accedere agli atti giudiziari secretati, emerge con sempre maggiore evidenza che l'insabbiamento dei casi di abuso è sistematico e che il fenomeno è molto più grave ed esteso di quanto si potesse immaginare...recensione..
Ha dell’ incredibile il lavoro di scrittura fatto da Thomas McCarthy e Josh Singer su Il caso Spotlight, una minuziosa rico-
struzione che fonde con eleganza e minimalismo il reale con il finzionale, ciò che è accaduto realmente, i fatti per come si sono svolti nel pieno rispetto delle vittime (e, grande forza, dei carnefici), con la necessità di dargli un andamento narrativo moderno e coinvolgente, la verità plasmata a forma di ragionamento filmico. Perchè è proprio quello che interessa a McCarthy: animare un gigantesco film che non solo mostri ma anche introduca nella testa dello spettatore la portata della sua storia e delle sue implicazioni. Il suo pregio invece è di saper lavorare su tempi lunghi, su una sceneggiatura che utilizza tutte le sue due ore di durata per arrivare al punto, non cercando mai piccoli trionfi o soddisfazioni intermedie. La particolarità di Il caso Spotlight nel cinema moderno sta proprio nell’essere un film-fiume, privo di scene madri e determinato a mettere in ombra se stesso rispetto alla storia.
In queste due ore sembra ci sia materiale per una serie televisiva, tanto sono dense eppur chiare. Lo scandalo di pedofilia interno alla comunità cattolica di Boston del 2002 (presto allargatosi) è visto dal punto di vista dei giornalisti del Boston Globe che l’hanno smascherato e raccontato, due azioni che nel film coincidono. Non esiste verità se non quella che può tramutarsi in narrazione, non esiste rivelazione che non possa essere raccontata, e così procede anche McCarthy, imitando i suoi giornalisti. La pedofilia è infatti forse l’ultimo degli interessi del film, ciò che ormai tutti sanno; il suo primo obiettivo è invece mostrare un percorso e un piccolo mondo dietro ad un grande scandalo con una commovente economia di retorica che si misura nelle controllatissime interpretazioni.
Il caso Spotlight racconta Boston, come lì il potere cattolico entri ovunque e penetri ogni struttura, come ogni istituzione dipenda dalle altre, non ultimo il suo giornale (il cui edificio, in una bellissima panoramica, “minacciato” da un gigantesco cartellone pubblicitario di una internet company, del resto era il 2001….). Il film ha un contenuto affascinante e potente ma non è niente rispetto alla posizione di ferro che prende nello scegliere come raccontarlo. Imitando i giornalisti McCarthy e Singer sembrano essersi domandati ad ogni scena come realizzare il massimo con il minimo, anche l’ottimo cast pare impegnato in una gara di sottrazione (tutti tranne Ruffalo, l’unico autorizzato a caricare la propria interpretazione e capace di farlo con maestria impressionante).
Il risultato è che questo grandissimo film riesce contemporaneamente a delineare un personaggio unico e sobriamente epico come il direttore del giornale di Liev Schrieber (compare poco e parla anche meno, sembra non contare niente ma è il motore di tutto, autorevole e statuario con il minimo sforzo) e architettare una storia molto complicata e complessa da chiarire, con lo scopo di portare a conclusione un ragionamento sulla responsabilità collettiva e individuale, permettendosi addirittura un colpo di scena finale che coinvolge il Robby Robertson di Michael Keaton (uno dei suoi ruoli migliori, finalmente controllato), unico momento di vera e meritata compassione.
Dall’altra parte invece il controllo sentimentale e il pudore umano nell’approcciarsi ad un tema come la pedofilia infantile sta tutto in uno dei molti colpi di Il caso Spotlight, nel piccolo momento in cui la giornalista di Rachel MacAdams, di famiglia cattolicissima, fa leggere a sua nonna il primo articolo con le grandi rivelazioni, quello che cerca di descrivere scene, abusi e violenze a dozzine ad una comunità che non ne aveva la minima idea. Nell’interpretazione dettagliata, lenta e misurata della comparsa che ha il ruolo della nonna e nella maniera in cui il film arriva a quel punto (con lo spettatore perfettamente conscio di che rivelazione spiazzante possa essere per i personaggi) c’è in sineddoche tutto il film, c’è la forza devastante del sommesso. ( Gabriele Niola, www.badtaste.it/)(Gabry)
La Musica del Cuore
I Grandi Cantautori Italiani
foto:ilfattoquotidiano.it
Rino Gaetano
Rino Gaetano, all'anagrafe Salvatore Antonio Gaetano (Crotone, 29 ottobre 1950 – Roma, 2 giugno 1981), è stato un cantautore italiano, ricordato per la sua voce ruvida, per l'ironia e i nonsense caratteristici delle sue canzoni, nonché per la denuncia sociale spesso celata dietro testi apparentemente leggeri e disimpegnati.
Rimasto profondamente legato alle sue origini calabresi, rifiutò ogni sorta di etichetta e, a differenza di numerosi suoi contemporanei, evitò di schierarsi politicamente. Nonostante questo, i suoi componimenti non mancano di riferimenti e critiche alla classe politica italiana: Gaetano arrivò in alcuni suoi brani a fare nomi e cognomi di uomini politici del tempo e non solo e, anche per questo, i suoi testi e le sue esibizioni dal vivo furono più volte segnati dalla censura.
Crocevia della sua carriera fu l'esperienza sanremese con il successo di Gianna; per molto tempo infatti gran parte del pubblico italiano lo ha ricordato solo per questo episodio e per questa canzone. I suoi lavori precedenti vennero quasi eclissati dal nuovo successo e ciò che giunse al grande pubblico delle sue canzoni – in primis Gianna – fu soprattutto il nonsense e non tutto ciò che si celava dietro di esso. Tragica e prematura la sua scomparsa: un incidente stradale lo portò via a soli trent'anni.
Il lavoro di Gaetano iniziò ad essere significativamente apprezzato diversi anni dopo la sua morte e molte delle sue canzoni vennero riscoperte soprattutto dopo il 2000, riscuotendo consensi sempre maggiori, in particolar modo tra le nuove generazioni, e conferendo all'ormai defunto cantautore lo status di artista di culto.
Salvatore Antonio Gaetano nacque a Crotone il 29 ottobre del 1950 da una famiglia originaria di Cutro. In famiglia era chiamato Salvatorino eccetto che dalla sorella maggiore Anna; lei preferiva il diminutivo Rino che in ultimo soppiantò il nome di battesimo. Nel marzo del 1960, quando l'artista calabrese aveva appena dieci anni, la famiglia si trasferì a Roma per motivi legati al lavoro dei genitori. L'anno dopo Gaetano venne mandato a studiare nel seminario della Piccola Opera del Sacro Cuore di Narni, in provincia di Terni. Tale decisione non fu presa col fine di avviare il ragazzo ad una carriera ecclesiastica; l'intento era probabilmente quello di assicurargli una buona cultura e di non lasciarlo troppo solo, visto che entrambi i genitori lavoravano. Lontano dalla famiglia Gaetano compose il poemetto E l'uomo volò e legò soprattutto con un insegnante, padre Renato Simeoni, che ricorda:
« [Gaetano] sentiva l'importanza dello studio, però aveva anche dei momenti di grande assenza, che non era vuoto. Era molto difficile trovare Rino in situazioni di "vuoto", era sempre mentalmente occupato. C'erano dei gusti, questo mi è sempre sembrato di lui, dei gusti all'interno di questa persona, delle ricerche sue personali che lo tenevano occupato. Lui è stato abbastanza un ragazzo sognante, molto sognante. »
Nel 1967 Gaetano tornò nella città capitolina dove visse il resto della sua vita, prima in via Cimone nei dintorni di piazza Sempione, nel quartiere di Monte Sacro e successivamente in via Nomentana Nuova. L'anno seguente, insieme a un gruppo di amici creò il quartetto dei Krounks, un gruppo musicale che eseguiva soprattutto cover. Gaetano suonava il basso all'interno della band e nel frattempo si dilettava a scrivere canzoni. I suoi artisti di riferimento in quegli anni erano cantanti italiani come Jannacci, De André, Celentano, i Gufi, Gian Pieretti e Ricky Gianco ma anche star internazionali, quali Bob Dylan e i Beatles, come si può leggere nel frontespizio di un quaderno che contiene accordi e canzoni scritte da Gaetano proprio in questo periodo.
Nel 1969 Gaetano si avvicinò al teatro e iniziò a frequentare il Folkstudio, noto locale romano dove si esibivano molti giovani artisti. Qui ebbe l'occasione di conoscere Antonello Venditti, Ernesto Bassignano e Francesco De Gregori. In questo ambiente emersero in maniera alquanto precoce quelle caratteristiche che differenziavano Gaetano da altri cantanti. La forte ironia dei suoi brani, il suo modo di cantare e di criticare furono mal sopportati da altri membri del Folkstudio.
Inoltre Gaetano si dimostrò sin da subito poco interessato agli ideali di sinistra e fu probabilmente anche per questo che faticò ad inserirsi nell'ambiente del Folkstudio: la militanza infatti era quasi un dogma per i cantautori in quegli anni. In quello stesso periodo Gaetano si esibì spesso insieme a Venditti in alcuni spettacoli di cabaret organizzati da Marcello Casco. Tra il 1970 e il 1971 inoltre prese parte a diverse rappresentazioni teatrali: recitò i poemi di Majakovskij e interpretò Estragone in Aspettando Godot di Samuel Beckett e la volpe in Pinocchio di Carmelo Bene.
Gaetano nel frattempo si diplomò in ragioneria. Per via dei problemi economici della famiglia, il padre cercò spesso di indirizzarlo verso una carriera ben retribuita e per questo motivo gli procurò un posto di lavoro in banca. Tuttavia i progetti di Gaetano per il proprio futuro divergevano profondamente da quelli del padre, col quale raggiunse un compromesso: avrebbe tentato per un ultimo anno a sfondare nel mondo della musica con la ripromessa che in caso di esito negativo avrebbe accettato di lavorare in banca. Nel 1972 si iscrisse alla SIAE e conobbe Vincenzo Micocci, proprietario della casa discografica It. Quello stesso anno incise un primo 45 giri con l'etichetta discografica milanese Produttori Associati, contenente i brani Jacqueline e La ballata di Renzo, ma il disco non venne mai stampato.
Nel 1973 Gaetano incise un 45 giri con la It, I Love You Maryanna/Jaqueline, prodotto da RosVeMon (acronimo delle iniziali dei cognomi di Aurelio Rossitto, Antonello Venditti e Piero Montanari). Il cantautore tuttavia preferì firmare il singolo con lo pseudonimo di Kammamuri's, in omaggio ad un personaggio dei Pirati della Malesia di Emilio Salgari. Secondo Micocci la scelta di utilizzare uno pseudonimo era probabilmente frutto della timidezza e dell'insicurezza di Gaetano. Il cantautore pareva essere alquanto dubbioso soprattutto riguardo alle sue abilità canore e quindi rispetto all'eventualità di cantare egli stesso i propri brani. Gaetano non era particolarmente intonato, basti pensare che ai tempi delle medie, a Narni, fu escluso dal coro del Seminario, ma è stato, secondo molti esperti del settore, proprio il suo modo di cantare naturale e "sporco" a conferire una tale intensità ai suoi brani.
Il 45 giri presentava testi comici e goliardici, caratterizzati dalla demenzialità e dal nonsense: Gaetano tentava in tal modo di dissacrare il mondo cantautorale impegnato. Sulla figura di Maryanna, destinataria dell'amore di Gaetano in una delle due canzoni, sono state fatte molte ipotesi. La più accreditata, sostenuta anche dalla sorella del cantautore, Anna Gaetano, è che la canzone fosse dedicata alla nonna Marianna. Secondo altri invece il brano alluderebbe provocatoriamente alla marijuana o ad un altro personaggio salgariano, Lady Marianna.
Il 1974 fu sicuramente un anno molto importante per Gaetano: scrisse i testi del suo primo album, Ingresso libero, poi pubblicato nel novembre dello stesso anno, ed incontrò Bruno Franceschelli, con il quale nacque poi un'intensa amicizia. Bruno ricorda così il loro primo incontro:
« Erano gli inizi degli anni Settanta, quando in un bar a Montesacro, il nostro quartiere, io e Rino ci incontrammo per la prima volta. In quel bar io «giocavo a dama» mentre Rino «beveva birra chiara in lattina», quel bar si chiamava il Barone. Potrei definire quell'incontro come il ritrovarsi di due che si cercano da tempo. »
Gaetano descrisse l'atmosfera del bar menzionato da Franceschelli nel brano Tu, forse non essenzialmente tu. Al momento dell'incisione del disco, però, il cantautore mostrò ancora delle perplessità tanto da arrivare a proporre un altro cantante per i propri testi; Micocci tuttavia riuscì a persuadere Gaetano a cantarli.
La copertina dell'album ritrae il cantante, in un'immagine volutamente sfocata, mentre cammina davanti a un muro di mattoncini della sua prima casa a Roma e su una porta è appeso un cartello «Ingresso libero». Il titolo allude all'entrata di Gaetano nel mondo della musica. Il disco non riscosse grande successo, mentre il 45 giri tratto dall'album Tu, forse non essenzialmente tu/I tuoi occhi sono pieni di sale ebbe maggior fortuna, catturando soprattutto l'attenzione di Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, che inserirono più volte i due brani nella scaletta del loro programma radiofonico Alto gradimento. Rispetto al primo 45 giri, le canzoni di questo nuovo album mostravano un maggiore impegno sociale ed abbracciavano temi quali l'emarginazione e l'alienazione industriale.
Gaetano, nello stesso anno, tramite la RCA, scrisse tre canzoni per Nicola Di Bari: Prova a chiamarmi amore, Questo amore così grande e Ad esempio a me piace... il Sud, incluse nell'album Ti fa bella l'amore. Nessuna delle tre canzoni ebbe gran fortuna. La canzone Ad esempio a me piace... il Sud partecipò quell'anno a Canzonissima ma venne eliminata nelle prime fasi, al contrario la versione spagnola Por ejemplo ottenne un notevole riscontro in America Latina.
Il successo arrivò l'anno successivo con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu. Si trattava in realtà di un 45 giri piuttosto atipico: esso conteneva una sola canzone divisa in due parti. Gaetano in questa canzone propose diversi spaccati di vita quotidiana, descrivendoli con ironia, luoghi comuni e contraddizioni.
Nel 1976 Gaetano incise il suo secondo album, Mio fratello è figlio unico. Con questo disco, il cantautore calabrese cercò di attrarre l'attenzione dell'ascoltatore proponendo argomenti drammatici, soprattutto la solitudine e l'emarginazione, i temi portanti dell'album. Grazie al nuovo linguaggio e alle nuove soluzioni musicali (come l'utilizzo del sitar, del banjo e del mandolino), Gaetano riuscì ad ottenere un album più complesso e maturo del precedente.
Qualche mese dopo l'uscita dell'album la It organizzò una tournée con i Perigeo. Questa scelta della casa discografica però non convinse il pubblico né la critica. In quello stesso anno Gaetano cedette una canzone inedita, Sandro trasportando, a Carmelita Gadaleta, un'altra cantante della It.
L'anno successivo Gaetano elaborò e incise il suo terzo album, Aida. La scelta del titolo voleva rifarsi all'opera di Giuseppe Verdi, inoltre per il cantante Aida rappresentava l'incarnazione di tutte le donne italiane e dell'Italia stessa. Tramite la figura di Aida, Gaetano ha effettuato una ricerca storica ripercorrendo taluni momenti della storia italiana con uno sguardo del tutto originale, quasi fotografico. Ad agosto, la rivista Ciao 2001 descrisse l'album come il «frutto di un piacevole incontro fra testi estemporanei, felici anche se un po' amari, e musichetta piacevole, poco invadente, fatta apposta per sottolineare dei momenti particolari».
Nello stesso anno, il cantante venne affiancato in tournée dai Crash, una band emergente. Per questa band Gaetano produsse l'album Exstasis e scrisse il brano Marziani noi. Con l'aumento della popolarità, arrivarono anche le prime apparizioni televisive per il cantante crotonese: sempre nel '77, infatti, presentò il suo brano Spendi spandi effendi a Domenica in, a quel tempo condotta da Corrado. In tale occasione fu costretto a tagliare la parola «coglione» dal testo della canzone.....
Il 31 maggio Gaetano fece la sua ultima apparizione in TV cantando E io ci sto nel programma Crazy Bus. In quei giorni incise alcune canzoni insieme ad Anna Oxa come Il leone e la gallina di Mogol e Lucio Battisti.
La carriera e la vita di Rino Gaetano si interruppero tragicamente il 2 giugno 1981 all'età di trent'anni in seguito ad un incidente stradale. Già l'8 gennaio un fuoristrada contromano aveva spinto la Volvo di Gaetano contro il guard rail: il cantante rimase incredibilmente illeso mentre la sua auto venne completamente distrutta. Gaetano aveva deciso poi di acquistare una nuova Volvo 343 grigio metallizzato. Quel 2 giugno, verso le tre di notte, dopo una serata passata nei locali, stava tornando a casa, da solo, a bordo della sua auto. Alle 3.55, mentre percorreva via Nomentana, a livello dell'incrocio di via Carlo Fea, cadde con la testa sul volante e la sua vettura invase la corsia opposta. Il camionista che sopraggiunse nell'altro senso di marcia provò a suonare il clacson, ma l'urto era ormai inevitabile. La parte anteriore e il lato destro della Volvo vennero distrutti, Gaetano batté violentemente la testa contro il vetro e il petto sul volante e perse conoscenza. L'autopsia rivelò un possibile collasso prima dell'incidente mentre il camionista raccontò di aver visto Gaetano accasciarsi di lato e iniziare a sbandare per poi riaprire gli occhi qualche attimo prima dell'impatto.
Arrivarono i soccorsi, Gaetano era in coma e giunto al Policlinico Umberto I riportava una frattura alla base cranica, varie ferite a livello della fronte, una frattura malare destra e una sospetta frattura allo sterno. Tuttavia il Policlinico non aveva un reparto per i craniolesi e il medico di turno, il dottor Novelli, tentò invano di contattare un altro ospedale dotato di un reparto di traumatologia cranica. Vennero contattati telefonicamente il San Giovanni, il San Camillo, il CTO della Garbatella, il Policlinico Gemelli e il San Filippo Neri, ma non si riuscì a trovare un posto disponibile. Così, Gaetano alle sei del mattino spirò. Vi furono successivamente molte polemiche per via del mancato ricovero e venne aperta anche un'inchiesta.
Il 4 giugno si tennero i funerali nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, quella in cui Gaetano avrebbe dovuto sposarsi da lì a poco. Alle esequie parteciparono parenti, amici, personaggi della musica, dirigenti della RCA e fan. Inizialmente venne sepolto nel piccolo cimitero di Mentana, poi il 17 ottobre venne trasferito al cimitero del Verano, dove la sua salma si trova tuttora.
Drammaticamente profetiche risultano le parole di La ballata di Renzo, una canzone scritta da Gaetano più di dieci anni prima della morte. Questo brano e soprattutto la sua versione iniziale, Quando Renzo morì io ero al bar (presente in uno dei quaderni in cui Gaetano raccoglieva le sue canzoni da adolescente), narrano la storia di un ragazzo di nome Renzo che muore in circostanze molto simili a quelle del cantautore:
« La strada era buia, s'andò al S. Camillo
e lì non l'accettarono forse per l'orario,
si pregò tutti i santi ma s'andò al S. Giovanni
e lì non lo vollero per lo sciopero. »
(da Quando Renzo morì io ero al bar - Rino Gaetano)
Renzo viene investito da un'auto e muore dopo essere stato rifiutato da molti ospedali di Roma per mancanza di posti, mentre i suoi amici sono al bar. Nella canzone vengono citati tre degli ospedali che rifiutarono Gaetano il 2 giugno 1981 per mancanza di letti: il Policlinico, il San Giovanni e il San Camillo.
Il 27 novembre 2007 Carlo Lucarelli ha parlato della morte del cantautore in DeeGiallo, un breve programma radiofonico in onda su radio DeeJay, nel quale lo scrittore ricostruiva in forma narrativo-documentaristica delitti irrisolti legati al mondo della musica. Nel 2013 viene pubblicato il libro Rino Gaetano. La tragica scomparsa di un eroe dell'avvocato Bruno Mautone. In questo libro Mautone porta avanti la tesi secondo cui Gaetano sarebbe stato ucciso dalla massoneria deviata. Gli elementi che l'avvocato porta a sostegno delle sue tesi sono talune presunte accuse velate ai massoni nelle canzoni di Gaetano e le sospette circostanze della morte del cantautore (anche l'avvocato traccia un parallelo con la canzone La ballata di Renzo).
Nel 1982, ad un anno dalla morte del cantautore, da un'idea di Pino Scarpettini nacque il premio Rino Gaetano, uno spettacolo per ricordare il cantautore calabrese e lanciare giovani voci nel panorama musicale. Nel corso degli anni l'iniziativa ha ottenuto un successo e un'importanza sempre maggiori.
Dal 4 all'8 settembre 2002 a Crotone si tenne la prima edizione di un festival in memoria di Gaetano e in tale occasione venne sancita anche la nascita di "Una casa per Rino", centro polifunzionale di musica per la Calabria e il Meridione, aperto ai nuovi artisti. Nel novembre del 2004 la giunta comunale di Roma, città d'adozione del cantante, gli intitolò una via a Vigne Nuove. Il 19 luglio 2008 la città di Crotone inaugurò, nella piazza già intitolata al cantante, una targa e una statua in bronzo. Tale statua raffigura Gaetano in cilindro, frac e ukulele, proprio come il cantautore si era presentato al Festival di Sanremo. Il 3 maggio 2010 a Cutro, paese d'origine della famiglia del cantautore, venne intitolata una piazza alla memoria di Rino Gaetano. Per l'occasione, inoltre, venne dipinta a mano una gigantografia di Gaetano che può essere ancora ammirata all'interno della sala consiliare dello stesso comune.
Il 7 giugno 2011 venne inaugurata una targa in onore del cantautore in via Nomentana a Roma, proprio all'entrata dell'edificio in cui Gaetano aveva vissuto fino al 1981. La targa recita: «Qui è vissuto dal 1970 al 1981 Rino Gaetano, grande autore e interprete della canzone italiana. Ma il cielo è sempre più blu.»
fonte: wikipedia,org(Ivana)
RUBRICHE
(Redazione)
L’ISOLA NELLO SPORT
CRONACA SPORTIVA
Roberta Vinci n. 13 del tennis mondiale.
Stabili Pennetta, Errani e Giorgi. In vetta sempre S.Williams. Roberta Vinci, trionfatrice ieri a San Pietroburgo, sale dal 16/o al 13/o posto, mentre prima delle italiane rimane Flavia Pennetta, stabile al 7/o nonostante si sia ritirata da oltre tre mesi, nella nuova classifica del tennis mondiale, sempre dominata - per la 157/a settimana di fila, la 280/a in totale - dalla statunitense Serena Williams. La 18enne svizzera Belinda Bencic, sconfitta dalla Vinci in finale nel torneo Premier russo, entra per la prima volta nella Top 10, passando dal numero 11 al 9, dove sostituisce la ceca Petra Kvitova, in ascesa all'8 e che a sua volta scalza la spagnola Carla Suarez Navarro, ora 11ma. Delle altre italiane, stabili Sara Errani e Camila Giorgi, rispettivamente 22/a e 40/a; scende invece dal 60/o al 63/o posto Karin Knapp, ferma da cinque mesi per un infortunio al ginocchio che ha richiesto l'intervento chirurgico.
(Ansa)
Moto: Rossi, futuro? 5-6 gare poi decido.
Pilota Yamaha, se continuo sarà per due anni. Cinque-sei gare per decidere se proseguire la sua straordinaria avventura di pilota. E' il traguardo che Valentino Rossi si è posto mentre si avvicina il via del Mondiale 2016. "E se continuerò, sarà per due stagioni", ha detto il 9 volte iridato in un'intervista a Sky Sport MotoGp HD. Che il 16 febbraio - in occasione del suo 37/o compleanno - avrà un palinsesto dedicato con alcune gare tra le più entusiasmanti della sua carriera, oltre a due speciali.
"A fine 2016 scadrà il mio contratto. Quindi dovrò decidere se continuare altre due stagioni o meno. Se continuo, continuo per due stagioni - spiega Rossi nell'anticipazione - funziona così adesso, tutti fanno i contratti per due anni. Quindi, se la Yamaha dice che siamo d'accordo per continuare, si continua per due". Dipende dal risultato in pista? "Sarà come il 2014, quando avevo detto: guardo le prime gare. Il mercato inizia prima, quindi bisogna guardare le prime 5-6 gare e poi cominciare a ragionare".
(Ansa)
Movistar, Adriano Malori torna in Europa.
Dopo la caduta in Argentina, prosegue la convalescenza in Spagna. Adriano Malori farà ritorno domani in Europa, precisamente in Spagna, dove proseguirà le cure in seguito all'incidente del 22 gennaio scorso al Giro di San Luis, in Argentina. Lo ha fatto sapere la sua squadra, la spagnola Movistar, precisando che il corridore emiliano era ora in condizione di affrontare il trasferimento da Buenos Aires, su un volo con equipaggiamento sanitario, fino a Pamplona, dove proseguirà la convalescenza presso la Clinica universitaria della Navarra.
Malori, che proprio durante i giorni di ricovero ha compiuto 28 anni, nella caduta aveva riportato fratture ad uno zigomo (poi operato), ad una clavicola e ad una scapola, oltre che un trauma cranico.
(Ansa)(Gina)
Gossip!!!
Kate Middleton e William d’Inghilterra, niente vacanze: “colpa” della scuola di George e… di un pancino sospetto
Kate Middleton e William d’Inghilterra: troppo impegnati per concedersi una vacanza. La notizia arriva fresca fresca dalla casa reale. Il Duca e la Duchessa di Cambridge non voleranno a Mustique per la loro tradizionale pausa invernale. Ecco perché…
PER VOCE DI SUA MAESTA' – La vacanza invernale sull’isola caraibica è ormai una tradizione per Kate e William: una pausa di pochi giorni, la maggior parte delle volte in compagnia dei genitori di lei, Carole e Michael, a cui la giovane coppia reale non ha mai rinunciato… nemmeno quando George aveva pochi mesi. Quest’anno però le cose sono cambiate. Buckingham Palace è in fermento per i festeggiamenti dei 90 anni della Regina e i Duchi di Cambridge sono parte attiva del progetto. E per Kate sarà un nuovo attestato di stima da parte di Elisabetta II: apparirà infatti per la prima volta come voce ufficiale della ‘Casa Reale’ in un documentario dedicato alla Sovrana. Insomma, un passo in più verso l’investitura ufficiale di principessa…
E GEORGE RESTA A SCUOLA - A trattenere in Inghilterra Kate e William, poi, ci sono le loro responsabilità da genitori. George ha iniziato l’asilo da poco più di un mese e proprio l’Istituto, il Westacre Montessori del Norfolk, ha fatto sapere che il terzo in linea di successione al trono britannico è bravissimo. “Si è inserito bene nel nuovo ambiente” fa sapere una fonte della scuola. E quindi i Duchi non vogliono che si assenti subito… anche perché non è ancora chiaro se il primogenito e la piccola Charlotte (che a maggio compie un anno – GUARDA) seguiranno in primavera Kate e William nel loro viaggio di stato in India e Bhutan (e che potrebbe coincidere con la nascita del primogenito dei sovrani più giovani al mondo
IL TERZO BEBÈ… – Ma la rinuncia forzata potrebbe essere dovuta ad un’altra ragione. Le voci che Kate sia di nuovo incinta corrono veloci… Pare che William lo abbia annunciato al pranzo di Natale a Sandringham (GUARDA) e dalle feste la Duchessa non si è più vista: durante i primi mesi delle sue due prime gravidanze ha sofferto molto e la rinuncia ad un viaggio intercontinentale potrebbe essere una scelta per non sottoporla ad ulteriore stress e stanchezza…
fonte:http://www.msn.com/(Lussy)
… TRA CURIOSITA’ E CULTURA …
PIERO DELLA FRANCESCA.
INDAGINE SU UN MITOdal 13 Febbraio al 26 Giugno 2016
Un evento artistico che è esso stesso un mito: non era mai stata ‘fatta’ una mostra come quella che da domani, 13 febbraio, aprirà ufficialmente i battenti a Forlì, nella prestigiosa sede dei Musei di San Domenico.
Si tratta di Piero della Francesca: indagine su un mito, forte di un percorso espositivo di circa 200 opere che ha, come tema conduttore, il mito nelle sue molteplici rivelazioni nell’arte, nella filosofia e nella religione. Piero è autenticamente il mito, il sogno realizzato dell’Arte Moderna, l’inizio del suo inizio, se si passa il calembour.
Insieme con Leon Battista Alberti, ben noto alla più nobile Storia dell’Arte Ferrarese, il Quattrocento, l’Umanesimo, precursore del fulgido Cinquecento, il Rinascimento, che proseguirà nella Città Estense grazie a Biagio Rossetti, di cui quest’anno si celebra il cinquecentenario della morte, fu a Ferrara – ma le tracce son scomparse, a differenza di quelle dell’Alberti cui è attribuito il campanile del Duomo di Ferrara, meraviglioso ed unico, nella sua incompletezza.
Entrambi furon grandi Umanisti teorici – autori di trattati fondamentali, come il De re ædificatoria, di Alberti, ed il De prospectiva pingendi, di Piero – ma pure geniali applicatori della loro arte e della loro tecnica, la ‘scoperta’ della prospettiva e l’inizio, come si diceva più sopra dell’Arte Moderna, quella che non ha ancora finito di ispirare tutti quelli che son venuti ‘dopo di loro’ – in ispecie Piero, cui l’esposizione è dedicata – a partire da Marco Zoppo, il ferrarese Francesco del Cossa, Luca Signorelli, Melozzo da Forlì, Giovanni Bellini per proseguire, dopo i ‘secoli dell’oblio’, nel moderno, coi Macchiaioli, Lega, Signorini, fin a giungere addirittura alla fondamentale riscoperta inglese del primo Novecento, legata in particolare a Roger Fry, Duncan Grant, tutti afferenti al rivoluzionario Bloomsbury Group, cui facevano capo talenti come Virginia Woolf ed il marito Leonard, la sorella, Vanessa Bell, e l’economista Maynard Keynes, padre della Macroeconomia.
Da dire che la fortuna novecen-
tesca dell’artista fu dovuta, in Italia, a Guidi, Carrà, Donghi, De Chirico, Casorati, Morandi, Funi, Campigli, Ferrazzi, confrontati con basilari artisti stranieri come Balthus ed Edward Hopper e le sue specifiche periferie metropolitane dell’anima.
Ma la correlazione va avanti alla Settima Arte: come dimenticare le stupende riprese di Michelangelo Antonioni nell’episodio di Aldilà delle nuvole, girato a Comacchio nel 1995 nel porticato del convento dei Cappuccini, visto ed immortalato con un’inquadratura ed una opposta, virata di 180°. Ma Antonioni aveva dichiarato il suo amore per Piero ben prima, nei suoi scritti e saggi giovanili, nei suoi articoli sulla rivista Cinema, negli anni Quaranta. Piero rimane dunque un’imprescindibile pietra miliare e la mostra di Forlì lo documenterà anche a chi, semplice amante dell’arte, vorrà ammirarne i capolavori.
E saranno proprio i ‘confronti’ con le opere in esposizione, quelle delle ‘generazioni artistiche a lui seguite’, che ne avvaloreranno la ancora estrema modernità, il suo essere antesignano davvero ante litteram.
L’evento è stato reso possibile grazie alla direzione generale di Gianfranco Brunelli e di un comitato scientifico internazionale presieduto da Antonio Paolucci, nel quale figurano, tra gli altri, Frank Dabell, Guy Cogeval, Fernando Mazzocca, Paola Refice, Neville Rowley, Daniele Benati, Ulisse Tramonti, James Bradburne, Marco Antonio Bazzocchi, Luciano Cheles, M. Cristina Bandera e Giovanni Villa.
E piace qui citare le parole dello stesso Paolucci riportate a voce e nel catalogo ufficiale della mostra pubblicato da Silvana Editrice: “A un certo momento, nella storiografia critica del Novecento, Piero della Francesca è sembrato la dimostrazione perfetta, antica e perciò profetica, di un’idea che ha dominato a lungo il nostro tempo, di come cioè la pittura, prima di essere discorso, sia armonia di colori e di superfici”. La mostra è organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì.
www.estense.com/FESTE e SAGRE
UN LIBRO..UN AUTORE
"Smettila soltanto di mentirmi su cos’è la vita, dice Elf.
Benissimo, Elf, smetterò di mentirti quando tu smetterai di cercare di ammazzarti.
Allora Elf mi dice che dentro di sé ha un pianoforte di vetro.
Ed è terrorizzata all’idea che possa rompersi. Non può permettere che si rompa...."I MIEI PICCOLI DISPIACERI
Elf è sempre stata la più bella. Ha stile, idee geniali, ti fa morir dal ridere; le capitali del mondo la ricoprono allegramente di dollari per farle suonare il pianoforte e gli uomini si innamorano perdutamente di lei. Yoli è la sorella squinternata. Ha messo al mondo figli con padri diversi, ha un amante avvocato, se si rompe la macchina fa sesso con il meccanico, ha il conto sempre in rosso e una carriera mancata. E cos'è adesso questa storia che Elf vuole morire? Proprio in questo momento, poi, a due settimane da un'importantissima tournée. "Elfie, ma ti rendi conto di quanto mi mancheresti?" Quali sono le cose giuste da dire per salvare una vita? Yoli la prende in giro, la consola, la sgrida, aggredisce lo psichiatra dell'ospedale, cammina lungo il fiume tumultuoso del disgelo, non sa più che pesci pigliare. Cospira con la madre, con zia Tina, con il tenero marito scienziato di Elf, con Claudio, il suo agente italiano, e tra cene alcoliche, sms di figli ed ex mariti, sorrisi e ultime frontiere del pianto, lottano tutti per convincere Elf a restare. E in questo lungo duello di parole, carezze, umorismo nero si celebra la grazia e l'energia che occorrono per accettare il dono fragile della vita....recensioni...
[..]I miei piccoli dispiaceri è una storia parzialmente vera di grandi, immensi dolori. Sull'amore più profondo, il senso segreto della vita, un male difficile da mettere a fuoco. Purtroppo si legge con attenzione altalenante: amare in una prima parte deliziosamente tragicomica, tollerare appena in una seconda metà superflua. Il romanzo ha un'ironia dissacrante che non ci si aspetta e pensieri fiume. Nella corrente, si perdono virgolette e voci, all'insegna di un utilizzo continuo del discorso diretto libero. Rendendo la lettura straordinariamente intensa ma poco agevole. Capitoli lunghi e un'assenza di dialoghi che pesa, elementi base di uno stile particolarissimo che o si ama o si odia. Inoltre, nonostante tra le pagine abbia trovato la descrizione forse più veritiera e dura del dolore, un dolore intimo esternato nell'immediatezza di uno sfogo scritto, qualcosa si perde a causa di personaggi sui generis e situazioni a me poco familiari. L'infanzia delle due sorelle, così come quella dell'autrice, trascorsa infatti nelle cerchie di una comunità mennonita in Canada. Un'esistenza girovaga nei primi anni di vita, tra le imposizioni maschiliste di un gruppo culturale normativo e gli stimoli di genitori pazienti e sempre con il naso in un libro.
Lo stile nuovo distrarrà pure, ma I miei piccoli dispiaceri al solo pensiero mi commuove. E, nel mezzo, ha scene da leggere e rileggere, sui personaggi stretti attorno al capezzale della musicista con un pianoforte di vetro nel petto, l'estenunante lotta contro i medici, la guerra civile contro sé stessi. Il pensiero vago di regalarle un viaggio in Svizzera e l'eutanasia: una morte dolce. Soluzione estrema a cui si è favorevoli, solitamente, quando c'è di mezzo una malattia incurabile. E se la malattia incurabile c'è, ma è invisibile e radicata, non diagnosticabile, che ne è dell'opinione pubblica e degli interrogativi etici? [..](http://diariodiunadipendenza.blogspot.it/)“Perché ci dicono sempre che se crediamo in lui Dio risponderà alle nostre preghiere? Perché non può essere lui a fare la prima mossa?”
Jane Crowther
Con I miei piccoli dispiaceri, Miriam Toews supera se stessa e ci regala uno di quei romanzi rari e stupefacenti che riempiono di commozione e gioia profonda. La storia è semplice e nasce da un’esperienza dolorosa di Miriam: il suicidio dell’amatissima sorella. Ma proprio qui Miriam rivela tutto il suo genio e la sua umanità. La narrazione di una sventura si tramuta sempre più in un inno incredibile alla vita, alla debolezza e al coraggio, alla musica del mondo che ci chiama. E tutto senza un filo di sentimentalismo, anzi, con un umorismo che colpisce al cuore, con una lucidità che è un dono inestimabile.Yoli, la sorella dalla vita sgangherata, Elfie, la sorella pianista di successo, Nora, la quattordicenne favolosa, la nonna, discepola della vita, fagotto rubensiano di carne e cicatrici, Nic, che piange senza saperlo, Claudio, che crede nella musica come medicina universale… diventano, per trecento pagine, i nostri amici più veri. I miei piccoli dispiaceri è un capolavoro che ha conquistato premi, recensioni e classifiche sia in Canada che negli Stati Uniti. Bibliotecari, librai, critici severissimi della rete, del Washington Post e del New York Times l’hanno celebrato tra i romanzi più belli del 2014. La versione italiana è scritta da Maurizia Balmelli, grande traduttrice che su questo romanzo ha lasciato pezzi di cuore. (Raffaele Cecoro, http://scrignodistelle.altervista.org/)MIRIAM TOEWS
Miriam Toews è una scrittrice canadese, nata nel 1964 vicino a Winnipeg, nella provincia di Manitoba in una famiglia di culto mennonita, la maggiore tra le chiese anabattiste. In tutti i suoi libri, Miriam Toews racconta il modo in cui la libertà individuale è limitata e influenzata dalla comunità in cui si cresce. Toews ha scritto sei romanzi, cinque dei quali tradotti in italiano: il primo, Un complicato atto d’amore, A complicated kinderness, nel 2005 da Adelphi, tutti gli altri da Marcos y Marcos. Oltre alle opere di narrativa, Toews ha scritto anche Swing Low: A Life, la biografia di suo padre Melvin che il 13 maggio 1998 si suicidò buttandosi sotto un treno. Dodici anni più tardi, nella primavera 2000, a suicidarsi fu Marjorie, la sorella di Miriam, una brava pianista che aveva fatto concerti in Europa.(Gabry)
NEONATI E L'ACQUA!!!
Acquaticità neonati
E’ risaputo che i neonati hanno una straordinaria confidenza con l’acqua. Vediamo allora in cosa consistono e a cosa servono i corsi in piscina per i più piccoli.
Vedere un bimbo di pochi mesi stare a suo agio e divertito immerso in acqua è una delle immagini più belle. E’ ormai noto che i neonati hanno una naturale confidenza con l’acqua, non la temono e sanno muoversi spontaneamente, probabilmente perché hanno il ricordo del tempo passato nella pancia della mamma a “galleggiare”. Può essere interessante allora sfruttare da subito questa spontanea tendenza del neonato e organizzarsi per fare insieme un corso di acquaticità in piscina.
Sono corsi proposti dalle piscine, comunali o private, di molte città. Viene messo a disposizione un membro dello staff che guida i genitori e i loro pargoli attraverso la conoscenza dell’ambiente acquatico e, in modo graduale, alla confidenza con esso. Nonostante, come abbiamo detto, ci sia una spiccata predisposizione dei più piccoli per lo stare in acqua, non bisogna però pensare che basti farli tuffare e il gioco è fatto: come in ogni ambito, il modo più corretto è procedere per gradi.
Ecco i passaggi principali a grandi linee:
Corsi acquaticità neonati0-4 mesi -> I genitori devono iniziare a verificare se i piccoli apprezzano stare in acqua, durante il bagnetto serale. Non forzare mai la mano, ma permettere loro di sentirsi a proprio agio e non lasciarli ovviamente mai da soli. La temperatura dell’acqua deve essere calda, intorno ai 36°.
4-6 mesi -> Generalmente parte da questa età il primo ingresso in piscina, poiché i bambini avranno sviluppato la capacità di adattarsi a temperature dell’acqua anche un po’ inferiori ai 36°. Se quindi i bambini hanno dimostrato di gradire l’ambiente acquatico, si può provare a portarli in qualche centro che offre corsi specifici per neonati. Qui i genitori si immergeranno con i bimbi in acqua e, guidati da un esperto, cominceranno la prima fase di ambientamento, in cui i piccoli sono solitamente messi su un tappetino galleggiante, per far loro scoprire il nuovo modo in tutta sicurezza.
Corsi acquaticità neonati7-12 mesi-> Quella che segue è la seconda fase di galleggiamento: tolto l’ausilio galleggiante, i bimbi verranno messi in acqua e dapprima tenuti dai genitori, poi impareranno a muovere gambe e braccia autonomamente per rimanere a galla. Segue quindi la terza fase di immersione, in cui i piccoli impareranno a stare sott’acqua per brevi istanti. Generalmente non serve insegnare loro il concetto di apnea e respirazione, perché è proprio quello che faranno istintivamente.
12-18 mesi -> Di norma l’assenza di paure e timori che caratterizza i primi mesi di vita, appare intorno ai 12 mesi. Se quindi si presenterà una sorta di paura dell’acqua, non stupitevi, ma seguite l’istruttore che farà giocare i bimbi con salvagenti o galleggianti e prediligerà attività vicine al bordo della vasca.
Benefici dell’attività in acqua
Il bambino imparerà a muoversi autonomamente in un ambiente privo dei molti pericoli esterni e quindi acquisterà maggiore fiducia in se stesso e nelle sue capacità.
Inoltre i bimbi in acqua non stanno mai fermi ma, incuriosendosi e sentendosi liberi, girano da una parte e dall’altra, agitano gambe e braccia, spruzzano, guardano ovunque e sperimentano questa nuova realtà giocando. Questo moto continuo è molto benefico a vari livelli:
livello muscolare, poiché tonifica
livello posturale, poiché permette ai bimbi di acquisire diverse posizioni, ancora impossibili all’asciutto
livello scheletrico, poiché rafforza l’intera struttura ossea
livello cardiorespiratorio, poiché accelera i battiti cardiaci e mette in moto respiro e circolazione
Il contatto pelle a pelle tra genitori e bimbi, condividendo un momento di gioco e allegria, ne rafforza l’unione, la fiducia e la complicità. E il fatto che ci siano altri bambini e si debbano seguire basilari regole insegna loro le basi del socializzare e dello stare con altri in modo corretto ed educato.
Infine, cosa non da poco, questa attività permette loro di stancarsi in un modo buono, quindi di fare delle lunghe e sane dormite.
Come scegliere
Corsi acquaticità neonatiSe prendete in considerazione un corso di acquaticità per i vostri figli, scegliete ovviamente il meglio e non accontentatevi.
L’istruttore deve essere una persona qualificata, che sappia trattare con i bambini e che abbia competenze specifiche in merito alla disciplina del nuoto e di corsi di questo genere.
La struttura deve essere pulita, calda e accogliente. La pelle dei piccoli è molto delicata e soggetta ad irritazioni, inoltre la loro capacità di termoregolazione interna non è ancora sviluppata al massimo, bisognerà quindi asciugarli con cura e stare attenti agli sbalzi di temperatura. Infine, se la vasca è piena di oggetti colorati e stimolanti, sarà un piacere per i bimbi immergersi in questo mondo quasi magico ai loro occhi.
Ci sono strutture che permettono delle lezioni di prova, prima dell’iscrizione. Se così è approfittate della possibilità offerta, per verificare che il corso piaccia al bimbo. Se il genitore trasmette entusiasmo e sicurezza dell’acqua è facile che anche il piccolo sia felice dell’attività, ma seguite comunque le sue preferenze.
Da ultimo un suggerimento: seguite i vostri bambini passo per passo esortandoli sempre e regalando loro dei gran bei sorrisi. Non rimanete delusi se non li vedete subito muoversi in acqua perfettamente, è qualcosa che devono imparare e deve essere soprattutto fonte di gioco e soddisfazione per loro, quindi siate sempre i loro più grandi sostenitori!
fonte:http://www.amando.it/(Lussy)
Salute e Benessere
foto:sienafree.it
Terme Antica Querciolaia
Conosciuta fin dall'antichità e da sempre utilizzata per le sue proprietà benefiche, la sorgente dell'Antica Querciolaia trova la sua collocazione ideale proprio nel cuore della Toscana, in un territorio dove arte, storia e natura si fondono indissolubilmente.
Le nostre terme si trovano in una posizione unica, a soli due passi da Siena, Pienza e Montepulciano, in un territorio, quello delle Crete Senesi, dove forme e colori ispirano, da sempre, perfezione, e dove pace e silenzio rimandano atmosfere primordiali, fuori dal tempo.
Proprio questa sua collocazione, unita al comfort e alla funzionalità di una struttura moderna, fanno sì che le Terme Antica Querciolaia diventino il luogo ideale in cui poter rigenerare corpo e mente; un luogo che fa del benessere termale uno stile di vita globale, in cui le virtù benefiche dell'acqua si sposano con la sapienza di mani esperte.
foto:tripadvisor.com
Il centro benessere delle Terme Antica Querciolaia offre ai suoi clienti una vasta gamma di trattamenti mirati al recupero di una perfetta forma psico-fisica; trattamenti per la bellezza del viso e del corpo, massaggi di tradizione orientale ed occidentale con finalità estetiche e curative.
Offriamo colloqui con un medico di indirizzo, compreso per qualsiasi trattamento, per tutti i nostri ospiti.
foto:sienafree.it
I servizi
foto:radiocorriere.tv
. BALNEOFANGOTERAPIA
. CURE INALATORIE
. FANGOTERAPIA
. INALAZIONI
. TRATTAMENTI E CURE TERMALI
. CURE DI FISIOKINESITERAPIA
. IDROCHINESITERAPIA
. MASCHERE DI FANGO TERMALE
. CURE DI FISIOTERAPIA
. DOCCE NASALI
. IDROMASSAGGIO
. TRATTAMENTI ESTETICI
. PISCINE TERMALI
. CONVENZIONI CON IL SSN
. ATTIVITA' CONNESSE ALL'ESTETICA
foto:sienafree.it
da: termeanticaquerciolaia.com(Ivana)
... PARLIAMO DI ...
"...vent'anni nell'oblio..."
IL CASTELLO DI SAMMEZZANO
Il castello di Sammez-
zano, circondato da un ampio parco si erge sopra al paese di Leccio. L'edificio principale è una costru-
zione eclettica in stile moresco ed è stata edificata nel 1605 per volere della famiglia Ximenes D'Aragona. La tenuta passò in eredità a Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona che lo riprogettò tra il 1853 e il 1889 facendone il più importante esempio di architettura orientalista in Italia. Nonostante Ferdinando non si fosse mai recato in oriente, grazie alle fonti bibliografiche e alla sua grande immaginazione, riuscì a creare 365 sale con architetture moresche e orientaleggianti, un ibrido di stili e di gusti. Ceramiche, archi, arabeschi e colori sgargianti realizzati nelle stanze interamente ornate di decorazioni geometriche da una squadra di abilissimi muratori e artigiani diretti da Ferdinando. Il marchese, esperto ed appassionato non solo di architettura ma anche di botanica, realizzò un’ampia area di circa 65 ettari, il cosiddetto Parco Storico, dove collocò oltre 130 piante rare ed esotiche che dovevano introdurre gli ospiti alle meraviglie dello stile “moresco” della Villa-Castello. Dopo la morte di Ferdinando Sammezzano, il castello perde la sua anima. Razziato dai nazisti, durante la seconda guerra mondiale che rubarono statue e fontane, dal 1970 al 1990 venne adibito a hotel di lusso senza grande successo. Nonostante la vendita all’asta del 1999, vinta da una società inglese, e alcuni urgenti lavori di restauro, oggi è in stato di abbandono, vittima di sciacalli. Grazie al gruppo di volontari, il castello è stato reso visitabile una o due volte all’anno, richiamando curiosi da tutta Europa. Oggi il degrado di Sammezzano è visibile dall’esterno, testimoniato dai danni dei vandali e del tempo. Una bellezza inestimabile che rischia di scomparire se non verrà salvata da qualcuno.
Fu il Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona a progettarne l’aspetto attuale, realizzando tra il 1853 e il 1889 un’insolita e splendida struttura in stile moresco, l’arte islamica diffusasi nel Mediterraneo Occidentale tra la fine dell'XI secolo e la fine del XV. Il risultato fu un castello dall’architettura visionaria, coloratissima, che catapulta in uno scenario da Mille e una Notte. Se la facciata richiama alla mente il mausoleo indiano Taj Mahal, gli interni si ispirano nelle decorazioni all'Alhambra di Granada. Numerose e tutte diverse sono le stanze che racchiude al suo interno: tra queste spiccano la sala dei Pavoni, la galleria fra la sala degli Specchi e l'ottagono del Fumoir, la sala Bianca e persino una piccola cappella, andando a creare un incredibile labirinto di colori. Le pareti rivestite di mattoni, stucchi, piastrelle che furono realizzate “in loco” con mano d'opera locale seguendo l'onda della corrente culturale definita “Orientalismo” che si diffuse in tutta Europa dall'inizio dell'Ottocento e che vide in Firenze uno dei principali centri, Ferdinando iniziò a modificare la struttura esistente e realizzare nuove sale: la Sala d’'ngresso nel 1853, nel 1862 il Corridoio delle Stalattiti, la Sala da Ballo nel 1867 fino alla Torre centrale che riporta scolpita la data del 1889.….il parco….
Il parco è tra i più vasti della Toscana, venne costruito a metà dell'Otto-
cento sfruttando terreni agricoli attorno alla sua proprietà e un ragnaia di lecci. Vi sono una grande quantità di specie arboree esotiche, come sequoie e altre resinose americane, mentre l'arredamento architettonico fu realizzato con elementi in stile moresco quali un ponte, una grotta artificiale (con statua di Venere), vasche, fontane e altre creazioni decorative in cotto. Il parco è un patrimonio botanico inestimabile formato non solo dalle specie arboree introdotte ma anche da quelle indigene. Solo una piccola parte delle piante ottocentesche è giunta ai giorni nostri: già nel 1890 delle 134 specie botaniche diverse piantate alcuni decenni prima, ne erano sopravvissute solo 37. Recentemente si è iniziato a rimettere in dimora alcune delle essenze andate perdute in un progetto di restauro che valorizzi la ricchezza botanica originale: sono presenti oggi esemplari di araucaria, tuja, tasso, cipresso, pino, abete, palma,yucca, querce, aceri, cedro dell'Atlante, cedro del Libano, bagolaro, frassino, ginepro, acacia, tiglio e numerose piante di interesse floriculturale. Nel parco si trova il più numeroso gruppo di sequoie giganti in Italia, con ben 57 esemplari adulti, tutti oltre i 35 metri; fra queste la cosiddetta "sequoia gemella", alta più di 50 metri e con uno circonferenza di 8,4 metri, che fa parte della ristretta cerchia dei 150 alberi di "eccezionale valore ambientale o monumentale".….FERDINANDO PANCIATICHI XIMENES…..
Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, fu uomo protagonista della vita culturale, sociale e politica di Firenze, dal 1850 al 1870 quando divenne capitale d’Italia.
Fu Socio onorario dell’Ordine degli Architetti e Ingegneri di Firenze, collezionista botanico, bibliofilo, imprenditore, politico e intellettuale poliedrico. Fece donazioni o collaborò con le istituzioni culturali di Firenze: l’Accademia di Belle Arti, il Museo del Bargello, gli Uffizi, l’Accademia dei Georgofili, la Società Toscana di Orticultura. Il suo archivio avente rilevanza pubblica fu donato nel 1888 alla Biblioteca Nazionale. In campo politico fu un combattente durante i moti del ’48 e un fedele sostenitore della causa nazionale. Fu inoltre Consigliere della Comunità di Firenze fino al 1865, di Reggello e Rignano sull’Arno, membro del Consiglio Compartimentale poi Consiglio Provinciale dal 1860 al 1864 e Deputato del Regno nella IX e X Legislatura fino al 1867, anno in cui rassegnò le proprie dimissioni.
La sua figura è, infatti, legata soprattutto al Castello di Sammezzano al quale dedicò metà della sua vita. Nella “Sala Bianca” del Castello di Sammezzano campeggiano due frasi in spagnolo: “Nos contra Todos – Todos contra Nos” (Noi contro Tutti – Tutti contro di Noi), quasi un programma e una promessa...storia, miti e leggende..
La storia del luogo viene fatta risalire all'epoca romana. Lo storico Robert Davidsohn, nella sua Storia di Firenze, afferma che nel 780 potrebbe esserci passato Carlo Magno di ritorno da Roma, dove aveva fatto battezzare il figlio dal Papa. Nel 1878 è documentata una visita da parte del re Umberto I. Appartenuto alla famiglia fiorentina dei Gualtierotti fino al 1488, il castello divenne poi proprietà di Bindo Altoviti e di Giovanni de' Medici. Nel 1564 il Granduca Cosimo I stabilì la bandita di Sammezzano, un ampio territorio dove era proibito pescare o cacciare senza permessi, per poi donare la tenuta al figlio Ferdinando, futuro Granduca di Toscana. Durante il ‘600 il castello venne acquistato dagli Ximenes d'Aaragona, per poi passare in eredità ai Panciatichi nel 1816.
In un cabreo redatto dall'ingegnere Giuseppe Faldi nel 1818 il castello appare come una struttura di consistente volumetria, con bastione e scalinata d'entrata, nella parte opposta a quella delle attuali scale di accesso e di cui oggi non c'è più traccia. Quando passò in eredità a Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona, lo riprogettò tra il1853 e il 1889. In circa quaranta anni il marchese progettò, finanziò e fece realizzare il parco e il castello di Sammezzano, il più importante esempio di architettura orientalista in Italia.
Nel dopoguerra è stato adibito a hotel di lusso. Nonostante la vendita all'asta del 1999 e alcuni urgenti lavori di restauro, è in stato di abbandono. . Nell'ottobre 2015 il castello è stato nuovamente messo all'asta a causa del fallimento della società italo-inglese che lo acquistò nel 1999
Nell’ attuale degrado e sciacallaggio fu rubato uno dei due ”leoni piangenti” di terracotta risalenti al 1887, nonostante sia colpito da un’antica maledizione che predice a chi li viola, una morte analoga a quella subita dal padrone Ferdinando, deceduto nel 1897 per una paralisi progressiva.(Gabry)
STRISCIA FUMETTO
... LA NATURA SULL'ISOLA ...
IL ROADRUNNER
Il corridore della strada (Geococcyx californianus Lesson, 1829), conosciuto anche con il nome inglese roadrunner, è un uccello della famiglia Cuculidae dell'ordine dei Cuculiformi. Vive nel sudovest degli Stati Uniti, in una linea che comprende tutti gli stati tra la California e la Louisiana. È presente anche nel nord e nel centro del Messico; vive quasi esclusivamente nelle zone desertiche e semidesertiche o dove la vegetazione è limitata a bassi cespugli e pochi ciuffi d'erba, ma è stato avvistato anche al limitare dei boschi e in zone di erba alta.
Il corridore della strada è lungo 52-60 centimetri, pesa 230-342 grammi e ha un'apertura alare di 45-60 centimetri. Il piumaggio è biancastro sul petto e sul ventre, mentre capo, dorso, ali e coda, sono vistosamente striate di bianco, nero, e marrone scuro. Una linea bianca risalta posteriormente agli occhi gialli. Sul capo porta una cresta nera e bruna. Il becco è lungo, adunco sulla punta e grigio-bluastro. Le zampe sono robuste e anch'esse bluastre. La coda è molto lunga e viene usata come bilanciere, come timone e come freno nelle corse. Non c'è dimorfismo sessuale nella livrea.
Come la maggior parte dei cuculi, il corridore della strada possiede un vasto repertorio di suoni. Quello classico è un susseguirsi di sei cuu bassi e lenti, in tono discendente, in serie da 6 a 8, simili a quelli di una colomba che tuba
;il segnale di allarme è una serie di schiocchi, prodotti dallo sbattere del becco. In altre occasioni, come nel periodo riproduttivo, il maschio emette una specie di suono ronzante per attirare la femmina.
Nonostante sia in grado di volare, il roadrunner preferisce spostarsi a terra dove raggiunge velocità di oltre trenta chilometri orari. È un uccello curioso che non esita ad avvicinarsi agli uomini. Il deserto è un ambiente famoso per le forti escursioni termiche tra giorno e notte. Quando la temperatura durante la notte scende sotto i livelli di guardia, il corridore della strada riesce ad entrare in uno stato di completa ipotermia rallentando al minimo i battiti cardiaci e il metabolismo, in modo da dissipare meno calore corporeo possibile. All'alba si riprende con dei "bagni di sole", sistemandosi in modo da assorbire più calore possibile, cioè con le piume nere rivolte ai raggi; al contrario, durante il pomeriggio, quando il calore è quasi insopportabile, riduce le sue attività della metà.
Quando corre, ha un'andatura divertente, con il busto rigido quasi verticale, le zampe, lunghe e robuste, che si muovono vorticosamente e la coda che fa da timone. Se avverte un pericolo, spicca un volo piuttosto breve per poi ricominciare a correre. Si procura il cibo inseguendo a gran velocità le sue prede che uccide con un colpo del becco o, nel caso di prede troppo grandi, sbattendole contro una roccia. In modo particolare si nutre di lucertole, di serpenti, di piccoli uccelli come quaglie, passeri e colibrì, e di piccoli mammiferi quali topi e altri roditori. Non disdegna gli insetti, gli aracnidi come grossi ragni, scorpioni e tarantole, e i miriapodi. Nelle sue prede vi è anche i serpenti a sonagli; per catturarli prima allarga le ali a formare un “mantello dei toreri”, poi all'improvviso afferra il serpente e ne sbatte la testa per terra sino a ucciderlo, infine cerca di ingoiarlo intero.I suoi predatori sono falchi, aquile, moffette, procioni, gatti domestici e coyote sono i suoi predatori naturali.
La riproduzione inizia in primavera e si conclude a settembre. Il maschio attrae la femmina mostrandole e porgendole varie prede e se questo non è sufficiente agita la coda davanti alla femmina, mentre emette vari suoni. Una volta formata, la coppia rimane insieme per la vita. Il nido viene costruito dalla femmina su cespugli, cactus o bassi alberi, con rametti, piume, erba e foglie recuperati dal maschio. La femmina depone dalle due alle otto uova di un giallino chiaro, che hanno un periodo di incubazione di circa venti giorni. Le schiuse sono asincrone, ma i genitori si prendono cura di tutti i piccoli che diventeranno indipendenti a circa due mesi dalla nascita.....BEEP BEEP....
Wile E. Coyote e Beep Beep sono che personaggi animati creati da Chuck Jones nel 1948 per la Warner Bros. Il primo cartoon dedicato esclusivamente ai due personaggi risale al 1949 con l'episodio Fast and Furry-ous.
Il coyote è impegnato nel maniacale, e mai fruttuoso, inseguimento del Road Runner che essendo sconosciuto in Europa veniva chiamato "Bip-Bip lo struzzo corridore", in realtà si tratta dell'uccello dei deserti americani il cui nome scientifico è Geococcyx californianus.
Il Road Runner è la preda agognata da Wile E. Coyote: famoso per la sua rapidità, nonostante gli innumerevoli e sempre più ingegnosi tentativi di cattura riesce puntualmente a sfuggire, in modo anche irridente, al suo cacciatore. Le sfide fra i due protagonisti si risolvono, quindi, sempre a favore del velocissimo e astuto pennuto dai colori sgargianti.
Il cartone è ambientato nelle gole della Monument Valley dove Wile E. Coyote sperimenta di tutto per catturare Beep Beep, servendosi molto spesso di strani arnesi, regolarmente difettosi o d'uso impossibile, forniti dalla ACME Inc., azienda fittizia ideata dal regista Chuck Jones e che, nei disegni animati dei Looney Tunes fornisce strambe attrezzature di alta tecnologia sia a Wile E. Coyote che ad altri personaggi.
Puntualmente il coyote cade vittima del suo stesso ingegno e, spesso, le sue avventure si concludono con l'inevitabile volo in una gola del canyon oppure con l'investimento del malcapitato da parte di un treno o di un camion.(Gabry)
POESIE DI STAGIONE
FEBBRAIO
Febbraio
Cosa ci porti, corto febbraio?
Si, dietro l'uscio vi è primavera
con la sua veste dolce e leggiera,
col suo sorriso limpido e gaio.
Tu ci porti le mascherine
coi lieti giorni del carnevale;
empi di canti le gaie sale,
e la tua gioia par senza fine.
C'è chi ti dice, febbraio, amaro
perchè talvolta di pioggia e neve
non sei di certo un mese avaro,
col tuo cappuccio di nubi, greve.
Ma cosa importa? Fresca e leggiera
a te dappresso bionda nel sole,
tutta sorriso, tutta viole,
ecco che appare la primavera.(Zietta Liù)
... FOTO E IMMAGINI DAL WEB ...
... Il giornale non poteva prescindere da quella che è una usanza che ha unito generazioni intere. Chi di noi non ha almeno una volta passato ore alla ricerca di immagini da inviare alle persone care? Quante volte ci siamo trovati nel bar del luogo di vacanza con una pila di cartoline da mandare alla famiglia, ai parenti, ad amici e conoscenti … ebbene in questo nostro luogo di sogno, dalla nostra isola felice, ci piace raccogliere cartoline dal mondo e pubblicarle sul nostro giornale e, in questo modo sognare insieme guardando quelle immagini di luoghi da sogno del nostro meraviglioso pianeta ...
(La redazione)
Published in Photography inspirationIl fuoco è un simbolo naturale di vita e passione,
sebbene sia l’unico elemento
nel quale nulla possa davvero vivere.
(Susanne K. Langer). -
.
Buon Mercoledì, un abbraccio a tutti.
. -
.
Buon Giovedì, un abbraccio a tutti.
. -
..
-
.
Buon Venerdì, un abbraccio a tutti.
. -
.
Buon Sabato, un abbraccio a tutti.
. -
.
Buona giornata, buona Domenica, un abbraccio a tutti.
. -
barbarart.
User deleted
Carissimo Claudio, carissimi amici, sono stata lontana da questo Forum, per lungo tempo, a dir la verità sono stata lontana anche dal mio Forum di "appartenenza", chiamiamolo così!
Ero molto giù, non tanto per la mia storia clinica, che mi pare avevo raccontato a Lussy, ma perchè un'amica cara è venuta a mancare e solo entrare in un social o in un Forum, mi sembrava mancarle di rispetto, il solo distrarmi mi sembrava un divertimento, mentre lei non c'era più!
Sono legata storicamente al mio forum e continuerò a restare lì, perchè comunque nel tempo ho stretto belle amicizie, ragazze che ho potuto conoscere di persona, però questa confessione è giusto che io la faccia a voi, che mi siete altrettanto cari!
Non a caso voi siete quelli di sempre per sempre!
Ogni volta che torno qui non trovo il classico Forum, ma trovo cultura, trovo collaborazione, trovo, che dopo tanti anni, ancora partecipate attivamente alla vita di questo Forum! Non solo notizie, messe lì a caso, giusto per aggiornare e restare alti in classifica!
Io qui mi trovo troppo bene, sono a casa e specialmente in questa particolare sezione, il Diario di bordo mi calza pennello!
Claudio apprezzo tantissimo quello che scrivi, si vede che ci metti il cuore in quello che fai!
Non posso promettere che sarò qui tutti i giorni, ho poco tempo, ma non vi mancheranno i miei saluti e ogni tanto scriverò qualcosa di più!
Vi abbraccio!
Buona domenica a tutti!
Barbara. -
.
Cara Barbara, è una gioia riabbracciarti qui.
Sai, penso che singolarmente siamo tutti piccole flebili fiammelle ma che,
se ci uniamo, possiamo illuminare il mondo intero.
Augusto
BUON INIZIO SETTIMANA, UN ABBRACCIO A TUTTI.
. -
barbarart.
User deleted
Ciao Augusto, è bello vedere che ti ricordi di me!
Quello che ho scritto a Claudio, vale anche per te,
ci mettete davvero il cuore in quello che fate! Bravi!
Ci avviciniamo all'8 Marzo, quindi oggi voglio lasciarvi questi pensieri:Un urlo di sofferenza,
una richiesta di aiuto
a volta è muta,
è fatta di sguardi,
è fatta di segnali,
che spesso non vengono colti!
E quando una donna capisce
che doveva reagire,
che doveva urlare più forte...
...a volte è troppo tardi!
Davanti allo specchio mi guardo.
Odio me stessa per
Non aver saputo reagire, per
Non aver creduto in me
E nella mia forza per combattertiDonne, è ora di svegliarvi dal
vostro letargo,
è ora di gridare BASTA!
Non scambiate la vostra sottomissione,
la vostra accettazione,
la vostra comprensione
per amore!
Chi vi fa così male non vi ama
e non merita il vostro amore!
Riprendetevi la vostra vita,
meritate di VIVERLA!
Barbara
Edited by gheagabry - 22/2/2016, 20:42. -
gheagabry.
User deleted
Ciao Augusto, è bello vedere che ti ricordi di me!
Quello che ho scritto a Claudio, vale anche per te,
ci mettete davvero il cuore in quello che fate! Bravi!
Ci avviciniamo all'8 Marzo, quindi oggi voglio lasciarvi questi pensieri:Un urlo di sofferenza,
una richiesta di aiuto
a volta è muta,
è fatta di sguardi,
è fatta di segnali,
che spesso non vengono colti!
E quando una donna capisce
che doveva reagire,
che doveva urlare più forte...
...a volte è troppo tardi!
Davanti allo specchio mi guardo.
Odio me stessa per
Non aver saputo reagire, per
Non aver creduto in me
E nella mia forza per combattertiDonne, è ora di svegliarvi dal
vostro letargo,
è ora di gridare BASTA!
Non scambiate la vostra sottomissione,
la vostra accettazione,
la vostra comprensione
per amore!
Chi vi fa così male non vi ama
e non merita il vostro amore!
Riprendetevi la vostra vita,
meritate di VIVERLA!
Barbara
ciao Augusto grazie di essere sempre presente.
ciao Barbara ben tornata!
. -
barbarart.
User deleted
Gabry, che bello rincontrarti!
Ognuno di voi mi ha lasciato un'ottimo ricordo!
Oggi vi lascio questo pensiero di Paulo Coelho
Ogni giorno è diverso dall’altro, ogni alba porta con sè il suo speciale miracolo, il suo istante magico, in cui si distruggono gli universi passati e nascono nuove stelle. I Navajo, infatti, insegnano ai loro bambini che ogni mattina il sole che sorge è un sole nuovo. Nasce ogni giorno, vive solo per quel giorno, muore alla sera e non ritornerà più. Dicono ai loro piccoli: il sole ha solo questo giorno, un giorno. Vivi bene la tua vita in modo che il sole non abbia sprecato il suo tempo prezioso.
Barbara
. -
.
Cara Gabry,
a costo di apparire smodatamente smielato, ti voglio confessare che da quando ti
ho conosciuta, ti sei appropriata di una parte del mio cuore, lì ti sei accomodata,e lì potrai
rimanere per sempre, se lo vorrai.
Buon Martedì, un abbraccio a tutti.
. -
.Carissimo Claudio, carissimi amici, sono stata lontana da questo Forum, per lungo tempo, a dir la verità sono stata lontana anche dal mio Forum di "appartenenza", chiamiamolo così!
Ero molto giù, non tanto per la mia storia clinica, che mi pare avevo raccontato a Lussy, ma perchè un'amica cara è venuta a mancare e solo entrare in un social o in un Forum, mi sembrava mancarle di rispetto, il solo distrarmi mi sembrava un divertimento, mentre lei non c'era più!
Sono legata storicamente al mio forum e continuerò a restare lì, perchè comunque nel tempo ho stretto belle amicizie, ragazze che ho potuto conoscere di persona, però questa confessione è giusto che io la faccia a voi, che mi siete altrettanto cari!
Non a caso voi siete quelli di sempre per sempre!
Ogni volta che torno qui non trovo il classico Forum, ma trovo cultura, trovo collaborazione, trovo, che dopo tanti anni, ancora partecipate attivamente alla vita di questo Forum! Non solo notizie, messe lì a caso, giusto per aggiornare e restare alti in classifica!
Io qui mi trovo troppo bene, sono a casa e specialmente in questa particolare sezione, il Diario di bordo mi calza pennello!
Claudio apprezzo tantissimo quello che scrivi, si vede che ci metti il cuore in quello che fai!
Non posso promettere che sarò qui tutti i giorni, ho poco tempo, ma non vi mancheranno i miei saluti e ogni tanto scriverò qualcosa di più!
Vi abbraccio!
Buona domenica a tutti!
Barbara
Ciao Barbara,
sentirti di nuovo qui, leggerti mi ha dato emozioni forti forti come sempre. In questo luogo abbiamo creato la magia che è quel filo tanto invisibile quanto forte indistruttibile che fa sentire parte di questo luogo sempre ovunque e comunque. Questi anni mi hanno fatto conoscere il dolore, quello vero, ho perso mamma. Il 27 dicembre 2013 mamma in silenzio è andata via. Sto cercando di rimettere insieme i pezzi della mia vita e l'Isola Felice è il luogo dove mi rifugio ogni volta che posso. Grazie per le parole sui miei pensieri scritti; noi siamo quelli di sempre, quelli che ci sono e ci saranno sempre. Tu Barbara sei una di noi, ed io sarò felice di poter leggerti, scriverti ogni volta che sarà possibile.
Grazie davvero di cuore, saperti con noi mi ha reso felice mi ha regalato una carezza indimenticabile.. -
barbarart.
User deleted
Caro Claudio anch'io quando ti leggo mi emoziono,
sapere che anche tu hai vissuto dei momenti terribili
e la consapevolezza che la tristezza non potrà mai scomparire del tutto,
mi rattrista e mi avvicina ancor più a te!
Per ognuno di noi i genitori sono persone forti, immortali
e quindi non si è mai preparati quando vanno via!
Il mio papà ormai è andato via da tanti, troppi anni,
prematuramente ed improvvisamente,
ma non c'è giorno che non lo pensi e che non mi manchi!
Lo so che in questo modo non sono granché di aiuto,
ma in questi casi so bene che nessuna parola può essere di conforto!
Dalle mie parole puoi solo capire che l'amicizia
può nascere anche su un social o un Forum,
puoi sentire tutta la mia comprensione e solidarietà
e se riesco a regalarti anche solo un piccolo sorriso con la mia presenza,
allora cercherò di esserci quanto più possibile!
Un affettuoso abbraccio
Barbara
Edited by loveoverall - 23/2/2016, 13:40.