IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 6° ... SETTIMANA 035 ...

LUNEDI' 24 AGOSTO - DOMENICA 30 AGOSTO 2015

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    13,795

    Status
    Offline

    BUONGIORNO GIORNO ... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE …


    Edizione Giornale Anno 6° SETTIMANA 035 (24 Agosto – 30 Agosto 2015)






    BUONGIORNO GIORNO … BUON LUNEDI’ ISOLA FELICE …


    Lunedì, 24 Agosto 2015
    S. BARTOLOMEO AP.

    -------------------------------------------------
    Settimana n. 35
    Giorni dall'inizio dell'anno: 236/129
    -------------------------------------------------
    A Roma il sole sorge alle 05:28 e tramonta alle 18:57 (ora solare)
    A Milano il sole sorge alle 05:35 e tramonta alle 19:15 (ora solare)
    Luna: 14.34 (lev.)
    --------------------------------------------------
    Proverbio del giorno:
    L'ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza.
    --------------------------------------------------
    Aforisma del giorno:
    Chi ha carico di casa non può dormire quando vuole.
    (G. Verga)









    RIFLESSIONI



    ... LACCI INVISIBILI …
    ... Sognare è la forza che fa vivere; perseguire una strada, per quanto essa sia irta e cosparsa di difficoltà, fino alla fine affrontando avversità ed insidie sempre col sorriso sulle labbra e lo stesso sguardo luminoso che ispira sorriso e allegria è tipico di chi sognando vive e non abbassa mai la guardia, non si butta mai giù. L’aveva vista crescere in quel prato vicino alla mamma che amorevolmente la accudiva. Aveva seguito ogni su passo; spesso con un laccio legato al suo collo, doveva essere leggero come un soffio e lieve come una piuma per non farle sentire la stretta del comando e l’umiliazione della sudditanza. Quel laccio era soltanto una guida per impedirle di smarrirsi in strade sconosciute e lasciare il fianco di quello che era divenuto col tempo il suo amico. In quelle lunghe passeggiate nei boschetti intorno casa, lui parlava tanto, le raccontava la sua vita, le sue gioie e dolori pur consapevole che lei non poteva rispondere con la parola degli umani, ma era perfettamente in grado di comprendere le parole e le emozioni che attraverso esse prendevano le forme. Nel paese dove vivevano tutti parlavano di quel giovane che passeggiava con la sua piccola mucca uniti da un laccio lieve come una nube, leggero come il soffio, tenero come una carezza. Quando giunse il momento in cui la sua giovane amica poteva donargli il latte, scattò ancora più forte quel legame; solo lui poteva mungerla perché lui aveva la mano delicata come quel laccio, e quel latte era il dono della sua giovane amica per tutti quei racconti che lui le faceva nelle passeggiate. La mattina appena sveglio il giovane beveva quel latte, e come per magia ad ogni sorso un brivido lo riportava a quei racconti; questa volta erano visti con gli occhi della giovane mucca e attraverso essi lui riusciva a vedere soluzioni oppure le emozioni che essa provava. In questo c’era la magia di quel sogno, al delicato laccio col quale il giovane ragazzo guidava delicatamente con rispetto ed amore la giovane amica, lei utilizzava un “laccio” altrettanto delicato per dialogare con lui, il latte, frutto del suo affetto attraverso il quale poteva comunicare e mostrare le sue emozioni. Gli anni passarono e questo magico legame aumentò, chi vedeva l’uomo andare tra i boschi con la sua mucca, sembrava scoregere tra i due un bagliore, una luce bella, attraente. Un laccio ed una strada fatta di candido latte erano il simbolo di quella immagina. Finalmente giunse il giorno. Sveglia! Risuonò una voce nella casa; la moglie lo svegliò; si vestì lentamente, felice di ciò che doveva fare da lì a poco; nella stalla lievi rumori, la mucca stava preparandosi e salutava i giovani vitellini; riapparve il “magico” laccio, uno zaino sulle spalle e iniziò il viaggio. Ottocento chilometri da fare insieme per partecipare ad una gara di mungitura. Ci sarà tempo per parlare, per dare attraverso il latte le risposte e contracambiare le emozioni. Il sogno continua dando senso e peso alla vita. Felici scomparsero all’orizzonte, legati da quel sogno comune; perché ognuno di noi è lagato con un laccio lieve ed invisibile a qualcuno con cui condividere sogni ed emozioni. Il segreto della felicità è riconosce e trovare tutti i lacci che ci lagano alle persone. Buona ricerca e… Buon risveglio … Buon Agosto amici miei … (Claudio)






    800 km con la vacca per partecipare al campionato di mungitura

    Il 20 settembre a Lenna (Bergamo) la seconda edizione del campionato mondiale; tra i concorrenti che arriveranno col proprio animale un mungitore foggiano. Dall'estero attesi indiani, olandesi, svizzeri, romeni e austriaci“.800 km con la vacca per partecipare al campionato di mungitura
    Arriverà direttamente da San Nicandro Garganico, in provincia di Foggia, dopo aver percorso con la sua vacca 800 chilometri: a poco più di 30 giorni dall'evento, un ventisettenne pugliese è a oggi il concorrente “vacca – munito” che arriverà da più lontano per partecipare alla seconda edizione del Campionato del mondo di mungitura a mano. Attraverserà l'Italia con la sua fedele mucca pur di poter mungere il proprio animale alla sfida mondiale che si disputerà il 20 settembre all'agriturismo Ferdy di Lenna, in Val Brembana, provincia di Bergamo. Perché, come ben sa ogni mungitore, la vacca riconosce il proprio padrone ed è certo meglio disposta a fornirgli latte.

    L'anno scorso presero parte concorrenti anche da India, Romania e Svizzera e da una decina di regioni italiane, Sicilia compresa. Con le vacche, per evidenti ragioni di distanza e per i problemi legati al superamento delle dogane, fornite dal comitato organizzatore.

    E l'eco mediatica del campionato fu internazionale, dall'America all'Australia. Quest'anno il parterre di concorrenti stranieri si arricchirà di mungitori olandesi e di lingua tedesca.

    Obiettivo: superare gli 8,7 litri munti in due minuti, performance di Gianmario Ghirardi di Malonno (Brescia), vincitore lo scorso anno del trofeo “Secchio d'oro – Formaggi Principi delle Orobie”. Patrocinato dal padiglione Italia di Expo 2015 e organizzato dall'associazione “San Matteo – Le Tre Signorie”, il campionato mira a valorizzare una pratica antica, quindi un'agricoltura sana e sostenibile. Vacche, mungitori e formaggi saranno i protagonisti. Quest'anno la sfida si inserirà in una due giorni di festa, dedicata alla biodiversità delle Prealpi Orobie (vacche, capre e mais autoctoni), con contorno di sapori e tradizioni.
    (bresciatoday.it)




    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto da più di un anno mi è piaciuto e credo sia piaciuto a molti. Per cui continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)





    POESIE A TEMA

    Poesie e racconti sull’Estate…

    Arriva l'estate

    Arriva l'estate. E' incoronata di spighe mature
    e tutta vestita d'oro; i suoi grandi occhi color
    del fiordaliso sfavillano. Diffonde intorno a sé
    lo splendore e allegria del sole.
    Dinanzi a lei tutti si presentano con fiducia, e
    i poveri specialmente la tengono per loro grande
    amica: il buon caldo allora non costa nulla!
    Quando arriva nell'aia, l'estate si siede
    su un mucchio di grano falciato e canta.
    Gli uomini la guardano e le dicono:
    «Benedetta, tu ci porti il pane! ».
    (Giuseppe Fanciulli)




    FAVOLE PER LA NINNA NANNA …

    Come il cavallo perse le ali

    Tanto tempo fa, in un paese molto lontano, viveva il re Lulù che aveva una figlia che desiderava un cavallo alato.
    Il papà andò da suo cugino Nepele, per chiedergli se aveva un cavallo alato.
    Nepeò le rispose di averne uno ma che doveva regalarlo a suo figlio il giorno successivo visto che era il suo compleanno. Quella sera il papà Lulù andò di nascosto nella stalla del cugino Nepele prese il cavallo alato e con lui volò verso casa.
    La mattina la figlia di Lulù vedendo il cavallo si meravigliò molto e cominciò ad accarezzarlo, poi chiese al padre se pensava che il nome Pegaso fosse adatto al cavallo e il padre rispose di sì!
    Essendo il compleanno del figlio Nepele andò nelle stalle ma non trovò il cavallo, ebbe subito il sospetto che suo cugino l'avesse rubato e quindi andò da Lulù e gli chiese se aveva visto il suo cavallo. Lui rispose di no, perché non voleva restituirlo, sapendo che la figlia si era affezionata molto a Pegaso e lui non sopportava di vederla soffrire.
    Un giorno il cavallo, stanco di stare rinchiuso, volò nella foresta vicina e lì incontrò un uccello che non aveva più le ali e che zoppicava: - Sto male! - disse - Non posso né volare, né camminare; come farò a procurarmi il cibo? Se solo potessi aiutarmi!
    Pegaso ebbe compassione di lui, lo mise in groppa e lo portò a casa sua, poi gli diede le sue ali che si rimpicciolirono e così il piccolo potè volare via ed essere libero.
    Quando la ragazza vide Pegaso senza le ali fu molto contenta perché così le piaceva di più.
    Nepele, non trovando più il suo cavallo, regalò al figlio l'uccello con le ali e, da quel giorno, i cavalli non ebbero più le ali.

    (isaefrenk)



    ATTUALITA’


    Nuova casa Ronaldo a New York ha ispirato '50 sfumature di grigio'.

    In condominio su Quinta Strada. Investimento da 18,5 mln di dlr. E' una casa con vista su New York e soprattutto il lussuoso appartamento che ha ispirato la famosa scena del 'bondage' nel film 'Cinquanta sfumature di grigio': anche il New York Post dà spazio al gossip sul nuovo acquisto immobiliare di Cristiano Ronaldo, già noto sui media europei come segnale di un possibile futuro calcistico nel soccer Usa. Secondo il giornale di New York, il calciatore portoghese, attaccante del Real Madrid e considerato uno dei più' forti al mondo, ha acquistato l'immobile al prezzo di 18 milioni e mezzo di dollari. L'appartamento e' stato di proprietà' dell'immobiliarista italiano Alessandro Proto e si trova in un condominio Trump sulla Quinta Strada con vista su Central Park. Secondo indiscrezioni, sembra che la scelta di Ronaldo di acquistare un appartamento a New York sia dovuta ad un suo desiderio di giocare in una squadra di calcio americana una volta che nel 2018 sarà' scaduto il suo contratto con il Real Madrid. Proto, tra le altre cose partner di Donald Trump, ha trovato case per Tom Cruise, Leonardo Di Caprio, Madonna, Brad Pitt e il principe William.
    (Ansa)





    Uruguay si prepara alla sua festa.

    Commissario Carambula annuncia concerti, parate, tamburi. Martedì 25 agosto si celebra la festa nazionale dell'Uruguay, in occasione dell'anniversario della dichiarazione di indipendenza della piccola Nazione sudamericana, e sarà "festa grande" anche a Expo. Lo ha annunciato il commissario del padiglione uruguaiano, Antonio Carambula, che è anche segretario esecutivo di Uruguay XXI, l'organismo ufficiale responsabile della promozione del Paese.

    "In questa giornata celebreremo il nostro orgoglio di essere uruguaiani, e per questo abbiamo pensato di invitare tutti gli uruguaiani di Milano perché si avvicinino e festeggino con noi", ha detto Carambula all'ANSA, sottolineando che per l'occasione "dopo le cerimonie protocollari, la sera faremo festa insieme a due artisti molto celebri e amati nell'Uruguay ma anche nel mondo".

    Si tratterà infatti di un concerto di Jorge Drexler, il cantautore uruguaiano che ha vinto l'Oscar per la miglior canzone originale nel 2005 - per "Al otro lado del rio", dal film "I diari della motocicletta" - accompagnato da Luciano Supervielle, tastierista e DJ del noto gruppo Bajofondo (ex Bajofondo Tango Club).

    "Drexler è l'ambasciatore del brand 'Uruguay Natural', e questo concerto rappresenta allo stesso tempo un riconoscimento del suo lavoro artistico e del ruolo che disimpegna come emissario della nostra cultura", ha spiegato Carambula, che ha promesso uno "spettacolo che sarà un momento di emozione per i compatrioti, ma anche per tutti gli altri".

    Comunque, ha aggiunto, "ore prima del concerto, dopo la cerimonia ufficiale al mattino, tutti sono invitati a sfilare lungo il Decumano insieme a una delle più note delle nostre 'cuerdas de tambores", le batterie di percussione che suonano il candombe, il ritmo originale della comunità afro-uruguaiana.

    In quanto all'impegno di Uruguay XXI nella Expo Milano 2015, Carambula lo ha definito "un grande orgoglio e una grande responsabilità", perché anche se l'organismo ha coordinato la presenza uruguaiana per le Expo di Shanghai 2010 e Yeosu nel 2012 "qui la sfida era più importante, perché per prima volta avevamo un padiglione costruito da noi e inoltre ci potevamo inserire comodamente nell'asse tematico della Expo, l'alimentazione e l'energia. Due temi che sembrano fatti apposta per l'Uruguay".

    "Il cosiddetto brand paese è quello che differenzia ogni paese, lo rende unico. E noi, con questa identità insostituibile, vogliamo festeggiare insieme alla diversità di tutte le culture e la nazioni presenti alla Expo, riaffermando il nostro impegno a favore dell'equità, la qualità della vita, con quel gusto così uruguaiano del saper conciliare tradizione e tecnologia all'avanguardia, per potere guardare il futuro senza perdere i valori del passato", sottolinea Carambula, secondo il quale "questi non sono valori nuovi, sono quelli che ci hanno segnato dai nostri inizi, e consideriamo che sia giusto celebrarli".
    (Ansa)





    Arriva dagli Usa la prima fibbia intelligente salva-bambini.

    Mamma-ingegnere risolve problema dei piccoli dimenticati in auto. Si chiama Nabi, è la prima fibbia-allarme intelligente destinata ai seggiolini per bimbi.

    Grazie a un sensore e a un sistema miniaturizzato di comunicazione Bluetooth, questo semplice elemento aggiuntivo del seggiolino può 'dialogare' con un normale smartphone avvertendo - se per distrazione - si è lasciato il piccolo passeggero legato con le cinture all'interno dell'auto. L'invenzione è di una mamma-ingegnere a Intel, è stata presentata al Ces di Las Vegas e sarà in commercio dall'inverno.

    L'allarme scatta se dalla lettura di diversi parametri (come la temperatura all'interno dell'abitacolo, il movimento del bambino e la chiusura della fibbia) viene rilevata la presenza di un piccolo passeggero a bordo. Il dispositivo è ora in fase di pre-industrializzazione e sarà a breve in commercio ad un prezzo non superiore ai 50 dollari, permettendo a chiunque utilizzi un seggiolino per bambini nella propria automobile di fare un 'upgrade' e rendere così le cinture intelligenti e a prova di distrazione. Questa importante invenzione arriva dagli Stati Uniti e si deve ad un'intraprendente ex ragazza pon pon della squadra degli Arizona Cardinals, Marcie Miller, ora ingegnere alla Intel nel settore dell'internet delle cose. Sulla spinta emotiva dei molti incidenti che accadono nel mondo a seguito della 'dimenticanza' del bambino nelle auto parcheggiate (uno di questi ha proprio riguardato un collega della Miller alla Intel) è così nato questo interessante progetto che per la sua semplicità supera l'efficacia degli altri dispositivi in vendita.
    (Ansa)




    ANDIAMO AL CINEMA!!!!




    Quando c'era Marnie




    locandina


    Un film di Hiromasa Yonebayashi. Con Sara Takatsuki, Kasumi Arimura, Nanako Matsushima, Susumu Terajima, Toshie Negishi.


    Quintessenza di uno stile filosofico, emotivo e morale dai colori e dai giochi di luci e ombre che raggiungono vette stupefacenti.
    Emanuele Sacchi


    Anna soffre di asma, ma i suoi problemi sono di natura psicologica: non riesce ad accettare se stessa e ad amare la propria madre adottiva. Quest'ultima manda Anna in vacanza da dei parenti in Hokkaido, nella speranza che ritrovi salute e serenità. Inspiegabilmente attratta da un maniero che si vocifera sia infestato dai fantasmi, la ragazza vi conoscerà Marnie, una coetanea che sembra provenire da un'altra epoca.
    Solo il futuro potrà rivelare se Quando c'era Marnie sarà destinato a rappresentare il testamento dello Studio Ghibli, l'atto finale di un'epopea impareggiabile. Primo titolo (e forse ultimo) privo di ogni contributo da parte delle due anime dello studio, Takahata Isao e Miyazaki Hayao, il film rimane quintessenza di uno stile filosofico, emotivo e morale forgiato nei decenni e via via perfezionato dal punto di vista tecnico. I colori e i giochi di luci e ombre in Quando c'era Marnie raggiungono vette stupefacenti, come esige una ghost story britannica, scritta da Joan G. Robinson nel 1967 e trapiantata da Yonebayashi Hiromasa (Arrietty - Il mondo segreto sotto i pavimento) nel paesaggio naturale dell'Hokkaido.
    Come già negli ultimi capolavori dello studio, Si alza il vento e La storia della principessa splendente, i personaggi sono scossi da emozioni profonde e brutali, quando non autodistruttive. Il primo segmento di Marnie è scioccante per il verismo con cui racconta di uno stato di depressione e di incapacità di interagire con l'altro da sé; ma il secondo non è da meno, mettendo in scena un'amicizia tra le due ragazze che ha tutte le caratterisitiche della storia d'amore e che sembra indirizzare la vicenda verso un epilogo imprevedibile e spiazzante. Il prosieguo spiegherà le ragioni di un legame così profondo, ma l'impressione di un'analisi psicologica audace e senza precedenti, specie per un film di animazione, resta.
    Anna e Marnie, un tomboy e una bambina bionda di un'altra epoca, sono apparentemente opposte per aspetto e ambiente di appartenenza ma complementari come lo yin e lo yang e si attraggono inesorabilmente in un mondo che non accetta l'una per la sua singolarità e l'altra perché non appartiene al piano convenzionalmente inteso come realtà. In Marnie vivono un po' di Cenerentola e un po' della sua omonima hitchcockiana, nella sua famiglia la Belle Époque spettrale di Shining e il gotico delle sorelle Brontë; ma per quanti riferimenti cinematografici o letterari si possano cogliere Quando c'era Marnie è soprattutto Studio Ghibli, bildungsroman di una ragazzina più difficile di Chihiro e Kiki, più sola e malinconica di Kaguya. E, benché si avverta in qualche momento l'assenza della supervisione dei due maestri, segreto dell'incolmabile sarebbe quello di un mondo senza più Ghibli.


    Video


    (Lussy)





    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …



    "Non tutti possono diventare grandi artisti,
    ma il grande artista può trovarsi ovunque.".

    RATATOUILLE


    Titolo originale Ratatouille
    Lingua originale inglese
    Paese di produzione USA
    Anno 2007
    Durata 117 min
    Colore colore
    Audio sonoro
    Rapporto 2,39:1
    Genere animazione, commedia
    Regia Brad Bird, Jan Pinkava
    Soggetto Jan Pinkava, Jim Capobianco, Brad Bird, Emily Cook e Kathy Greenberg
    Sceneggiatura Brad Bird
    Produttore Brad Lewis
    Casa di produzione Walt Disney Pictures, Pixar Animation Studios
    Distribuzione (Italia) Buena Vista Distribution
    Art director Harley Jessup
    Animatori Pixar Animation Studios
    Fotografia Sharon Calahan, Robert Anderson
    Montaggio Darren T. Holmes
    Musiche Michael Giacchino



    Doppiatori originali

    Patton Oswalt: Rémy
    Lou Romano: Alfredo Linguini
    Janeane Garofalo: Colette Tatou
    Peter Sohn: Émile
    Brad Garrett: Auguste Gusteau
    Ian Holm: Skinner
    Brian Dennehy: Django
    Peter O'Toole: Anton Ego
    Will Arnett: Horst
    Julius Callahan: Lalo, Francois
    James Remar: Larousse
    John Ratzenberger: Mustafà
    Teddy Newton: Avv. Talon Labarthe
    Tony Fucile: Pompidou
    Jake Steinfeld: Git
    Brad Bird: Ambrister, domestico di Anton Ego
    Stéphane Roux: narratore tv

    Premi

    2008 - Premio Oscar
    Miglior film d'animazione a Brad Bird
    2008 - Golden Globe
    Miglior film d'animazione
    2008 - Premio BAFTA
    Miglior film d'animazione a Brad Bird


    TRAMA



    Il protagonista del film è un topo di nome Remy che ha un sogno impossibile, quello di diventare un rinomato cuoco in un ristorante francese a cinque stelle. Assieme allo sguattero, Linguini, percorre il proprio percorso creativo per diventare il maggiore cuoco di Parigi.
    Per tutta la vita, Remy ha mostrato un olfatto dotatissimo e il sogno più inusuale possibile per un topo: cucinare in un ristorante rinomato. Senza preoccuparsi dell'evidente difficoltà di emergere nella professione che ha maggiore paura dei topi al mondo, per non parlare degli inviti della sua famiglia ad accontentarsi del suo stile di vita (fatto di mucchi d'immondizia), le fantasie di Remy sono ricche di flambé e sauté. Ma quando le circostanze fanno arrivare Remy nel ristorante parigino reso famoso dal suo eroe culinario, Auguste Gusteau, il cui motto "chiunque può cucinare" ha ispirato Remy per tutta la vita, capisce improvvisamente che venire scoperto in una cucina può essere decisamente pericoloso se si hanno dei baffi e una coda.
    Nel momento in cui i sogni di Remy sembrano sul punto di andare in fumo, trova quello di cui ha bisogno, un amico che crede in lui: l'addetto alle pulizie del ristorante, un ragazzo timido e isolato che sta per essere licenziato. Ora, non avendo nulla da perdere, Remy e Linguini formano la più improbabile delle coppie, con il goffo corpo di Linguini che canalizza la mente creativa di Remy, mettendo Parigi completamente sottosopra e si ritrovano entrambi a vivere un'incredibile avventura fatta di svolte comiche, sviluppi emotivi e il più improbabile dei successi, che i due non avrebbero mai potuto vivere senza l'aiuto reciproco.

    ....recensione....



    La storia è quella di Remy, un ratto che vive in campagna, insieme al padre, al fratello Emil e a tutta la loro colonia, ma che, come il gabbiano Jonathan Livingston, non si accontenta di quello che ha, né di quello che è, vorrebbe di più. Lui non vuole mangiare spazzatura, né avanzi, vuole mangiare bene e per questo impara a cucinare.
    La fortuna o la sfortuna lo faranno arrivare in uno dei migliori ristoranti di Parigi, dove riesce a far diventare chef, Linguini, un semplice sguattero che di cucina non capisce nulla.
    La storia del ratto che volle farsi cuoco ha un ritmo e una verve irresistibili, che faranno ridere moltissimo i bambini ma che conquisteranno anche gli adulti con una storia intelligente, originale e creativa. La sceneggiatura è scritta benissimo, divertendo tocca temi non banali: la volontà di affermare se stessi, l’importanza della famiglia, la discriminazione femminile, l’importanza di apprezzare ciò che ci circonda, non ingoiando distrattamente tutto ciò che ci viene dato, ma gustando e assaporando lentamente. Niente è inserito forzatamente nella narrazione, non ci sono momenti morti, né personaggi o avvenimenti inutili. I personaggi sono tutti ben delineati e sfaccettati, non è scontato che l’imbranato Linguini perda la testa quando diventa famoso e rinneghi il suo burattinaio, pensando di poter fare da solo. Meraviglioso il ritratto del terribile critico Anton Ego, la sua epifania è degna di una madeleine di Proust e le sue considerazioni sul ruolo del critico fanno riflettere. A tanta cura nella creazione dei personaggi e della storia si aggiunge altrettanta perfezione tecnica. La realizzazione di Ratatouille è impressionante: la colonia di ratti che deve scappare dalla casa che sta crollando è fin troppo realistica, i movimenti, i peli della pelliccia sono realizzati con una tale precisione che sconcertano. Le scene di inseguimento nella cucina con una visuale a livello topo sono fantastiche, con un ritmo incalzante e mozzafiato.
    (Elisa Giulidori, http://filmup.leonardo.it/


    Ratatouille: piatto tradizionale provenzale a base di verdura stufata, origina-
    riamente consumato da contadini poveri, preparato prevalen-
    temente in estate con verdure fresche. Ricetta culinaria fatta di sapori ed odori che è difficile immaginare più semplici e genuini. "Ratatouille", opus n. 8 realizzata in computer grafica dalla Pixar, dice cose semplici e profonde utilizzando, però, mezzi visivi che di semplice hanno ben poco.
    La fluidità ottenuta dall'animazione digitale, attraverso i movimenti di Remy in casette di campagna, sotterranei umidi e cucine chic, raggiunge inauditi livelli adoperando determinate tecniche cinematografiche inedite fino a qualche anno fa.
    Dietro la maniacale cura del dettaglio c'è un cuore, proprio della famosa casa di produzione, difficilmente riscontrabile su pellicola, non solo di fattura animata. Temi noti, si dirà, eppure affrontati con nuove chiavi di lettura, attraverso trovate geniali, che appartengano al cinema comico dell'era muta, omaggiato con rispetto ed originalità, o direttamente all'attuale iper-tecnologico mezzo filmico.
    Sono pochi i film statunitensi che hanno fornito un quadro personale e credibile di Parigi (ma il discorso potrebbe estendersi alla gran parte delle città europee): guardando "Ratatouille", passando da citazioni colte come quelle dedicate a "Cyrano de Bergerac" (partendo dall'enorme naso di Alfredo Linguini) è impossibile non pensare a "Un americano a Parigi" di Vincente Minnelli. Sebbene i riferimenti alla capitale francese siano concentrati soprattutto nei relativamente piccoli spazi del ristorante, geniale è la carrellata che accompagna il primo impatto di Remy con la grande città, dove fulminee e taglienti annotazioni (la coppia di amanti che passano in un istante dal tentato delitto al bacio passionale) la dicono lunga sul dono della sintesi di cui è capace la Pixar.
    Eppure il film non ha paura delle pause, di fermarsi a guardare l'alba che affianca la Torre Eiffel, di mettere in dubbio la bontà del più buono degli umani o di scavare tra documenti in un legame filiale vivissimo anche se mai veramente vissuto in prima persona. Remy come Gene Kelly, quando corregge la sua prima zuppa: carrelli circolari, il valzer dell'ottimo Michael Giacchino ad accompagnare il movimento leggiadro ed elegantissimo del topolino che sa ergersi ad icona del recente cinema d'animazione.
    "Ratatouille" rischia sin dal principio, in un'idea che può dirsi semplice, ma comunque arrischiata e di non facile gestione: il profondo accostamento di un animale come il ratto ad una delle cucine mondiali più raffinate e apprezzate al mondo è folle e poteva avvenire soltanto se retta da dilaganti idee, soprattutto se pensiamo che Remy (così come la sua nutrita compagnia di amici e parenti) è tratteggiato con una tipologia animale meno cartoonesca rispetto ad un Mickey Mouse, Bianca e Bernie, Speedy Gonzales e Jerry (antagonista di Tom): non che sia sinonimo di disegno realistico, ma l'adesione con alcuni movimenti propri di quel regno animale è totale come dimostrano anche i più impercettibili movimenti del pelo dell'irresistibile Remy.
    Gli autori, il veterano Brad Bird ("Gli Incredibili") e il debuttante Jan Pinkava, non proponendo con insistenza l'ovvio parallelo tra umani e ratti, riescono ad essere altrettanto infallibili nel delineare la natura umana di una schiera di personaggi, molti dei quali possiedono una psicologia sfaccettata e talvolta imprevedibile: l'oscuro e misterioso passato di alcuni dei membri della cucina del Gusteau's (quest'ultimo, deceduto maestro di cucina, protagonista come saggio fantasmino bonario) e l'ambivalente e severissimo critico culinario Anton Ego, a cui appartiene la scena più alta dell'opera: con un'occhio a Marcel Proust, ed in particolar modo al celeberrimo passaggio della sua "Ricerca del Tempo Perduto" dedicato alla Madeleine, il salto temporale in un vecchio passato, risorto in un'anima ormai impolverata da una casa buia e quasi lugubre, apre in pochi secondi squarci di grande commozione, di Ego come nostra, improvvisamente spettatori più attivi che mai, alla ricerca del proprio struggente ricordo d'infanzia.
    (Diego Capuano, www.ondacinema.it/)

    (Gabry)





    domina-musica


    I Tormentoni dell'Estate 1975 al 1979

    summermusic0708_header


    La musica del cuore



    tozzi-ti-amo-dimentica-dimentica-francia
    foto:michaela.it


    Ti Amo - Umberto Tozzi

    Con questa canzone Tozzi partecipò al Festivalbar 1977, vincendolo.

    La canzone, incisa anche dai Ricchi e Poveri nel loro album di cover Allegro italiano del 1992, fu tradotta in francese da Pascal Sevran e Claude Carmone ed interpretata da Dalida e poi, nel 1984, fu tradotta in inglese da Diane Warren ed incisa da Laura Branigan, la cantante statunitense che portò al n° 1 della charts USA Gloria, nel suo album Self Control. In Germania, invece, ne fece una cover Guildo Horn; un'altra cover in tedesco è stata incisa dal sudafricano Howard Carpendale.

    Negli anni 2000 il brano è stato la colonna sonora del film "Asterix", ed interpretata da Tozzi in coppia con Monica Bellucci ha venduto centinaia di migliaia di copie nel Paese transalpino.

    Il disco ottenne all'epoca un grande successo di vendita, in Italia e all'estero: certificato doppio disco di platino in Italia per le 120.000 copie vendute, venne premiato con il disco di platino in Belgio (50.000 copie) e ricevette il doppio disco di platino in Francia (500.000 copie).

    fonte: wikipedia.org