HORSE-BALL

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  1. gheagabry
     
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    Horse-Ball

    Due squadre di quattro cavalieri si contendono una palla di cuoio con sei maniglie con lo scopo di fare centro in uno dei canestri posti ai limiti del campo.L’Horse Ball rientra tra le attività sportive equestri e si caratterizza per l’alta spettacolarità poiché unisce le caratteristiche del gioco con la palla all'equitazione; racchiude in un tutt’uno il ritmo del basket, l'agilità del volteggio e il dinamismo del polo. È una disciplina che sta raccogliendo un numero sempre più grande di giocatori e di spettatori soprattutto tra i più giovani. L’Horse Ball si presta ad essere praticato a tutti i livelli di abilità equestre e a tutte le età dei cavalieri; esistono, infatti, la categoria giovanissimi, per i bambini di 5-6 anni, la categoria esordienti 9-12, allievi 12-14, cadetti 14-16 anni e infine la categoria adulti.
    Le origini
    È a partire dagli anni ’70 che, in Francia, comincia a diffondersi l’Horse Ball , per poi espandersi in tutta Europa specialmente in Austria, Belgio, Germania, Italia, Portogallo, Spagna e Gran Bretagna. In Italia bisogna attendere il 1989, grazie al coordinamento, alla promozione e alla diffusione di questa disciplina offerto dall’Associazione Italiana Horse-ball, successivamente passato in mano alla Federazione Italiana Sport Equestri che tutt’ora ne gestisce le attività direttamente
    Il gioco
    Ogni partita si disputa tra due squadre composte da 4 cavalieri in campo, più due riserve, che si affrontano in uno spazio rettangolare le cui dimensioni possono variare da 60 a 75 metri di lunghezza e da 20 a 30 metri di larghezza. Il numero di giocatori, secondo il regolamento ufficiale, può diminuire a tre qualora il terreno di gioco sia di dimensioni inferiori. Ciascuna squadra ha a disposizione un minimo di tre passaggi prima di poter concludere a canestro e ogni giocatore durante il gioco attivo non deve mettere il piede per terra; il pallone tramite le 6 maniglie offre diverse possibilità di presa, di recupero a terra, di lancio e di tiro. I cavalli hanno una bardatura classica, che comprende anche le protezioni. Le staffe sono legate fra loro da una cinghia di cuoio e consentono così ai cavalieri di chinarsi fino a terra ad afferrare la palla per una delle maniglie senza cadere (questo movimento è chiamato in francese ramassage). La partita si svolge in due tempi da 10 minuti ciascuno, intervallati da una breve pausa di 3 minuti. I canestri situati in corrispondenza dei lati corti, sono posti ad un’altezza di 4,50 m per i cavalli e di 3,50 m per i ponies con un diametro di 1m. Sono due gli arbitri che presiedono ad ogni incontro: l’arbitro di sedia assiste al gioco nella sua globalità mentre l’arbitro di campo (a cavallo) segue la partita disciplinandone dall’interno il suo svolgimento.
    Le competizioni italiane più significative oggi sono: il Campionato Italiano e la Coppa Italia. A livello internazionale esiste invece il Campionato europeo a cui partecipano da anni oltre la Francia e l’Italia anche la Germania, la Gran Bretagna, la Spagna, il Portogallo, l’Austria, e il Belgio. Vi è inoltre un campionato europeo riservato ai ponies e anche il campionato europeo riservato alle sole donne. In Italia attualmente si contano una decina di “squadre cavalli” e più di una quindicina di “squadre pony”, prevalentemente attive in Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.
    Alcuni aspetti regolamentari e tecnici fondamentali:
    - È vietato andare nel senso contrario della palla, se questo accade, l'arbitro dichiarerà una penalità uno, che consiste in un tiro libero da 10,15 metri dal canestro, oppure una penalità due, rimessa in gioco da parte della squadra che veniva "contromano"; - È vietato portare la palla più di 10 secondi a giocatore. Se ciò accade, l'arbitro assegnerà una penalità tre; - Penalità 1 (fallo grave): Tiro da 5 metri dal canestro;- Penalità 2 (fallo non grave): Da 10 metri dal canestro se si effettua un tiro diretto, da 15 metri se si sceglie di giocare l'azione;
    - Penalità 3: Azione dal punto del fallo; - Colpo d'avvio: La palla, situata sulla linea dei 10 metri dal canestro, deve essere obbligatoriamente raccolta al galoppo (ramassage). Se la squadra che avvia il gioco fallisce il ramassage, la squadra avversaria beneficia di una penalità 3 al centro del campo; - Rimessa in gioco: Quando una squadra subisce un canestro, la stessa rimette la palla in gioco al centro del campo per mezzo di un giocatore che deve lanciare la palla tra due linee formate da due giocatori di ciascuna squadra; - Rimessa a due: Quando due giocatori si contendono la palla e nessuno dei due riesce a strapparla all'altro, l'arbitro fischia una contesa e rimette la palla in gioco tra due giocatori, uno per squadra, che si dispongono di fronte a lui; - Contatto: Per sottrarre la palla all'avversario, un giocatore può andare al contatto con il suo cavallo ma, per evitare situazioni troppo pericolose, non può marcare con un angolo maggiore di 45° rispetto la linea della traiettoria del suo avversario; - Penalità: Quando un giocatore commette un fallo, la squadra avversaria beneficia di una penalità. Esistono tre tipi di penalità, che variano a seconda della gravità del fallo commesso. La squadra beneficiaria potrà tirare al canestro direttamente o indirettamente da una data distanza. - Priorità di ramassage: Un giocatore possiede la priorità del ramassage se si trova nel “senso del gioco”, che è una linea immaginaria parallela alla lunghezza del campo e definita dalla traiettoria dall'ultimo giocatore possessore della palla.Nel mondo equestre si discute molto sulla necessità sempre più di un approccio all’animale basato su metodi “naturali” e volto alla comprensione, al rispetto, alla comunicazione e alla relazione tra uomo e cavallo. L’Horse ball si attiene a questi principi e ne fa esplicito riferimento anche nel regolamento ufficiale di gioco. Ovviamente alcune esigenze di competizione e di agonismo spesso possono contraddire questa aspirazione ineludibile. Sono numerosi i metodi che si stanno da tempo affermando cercando di discostarsi o provando ad integrare le tecniche di insegnamento classiche. Cambia il modo di concepire il rapporto col cavallo verso una maniera etica dove l’animale diventa amico e non una macchina da sfruttare. Tra questi metodi va ricordato il M.E.I. (Metodo Equimozionale e Isodinamica), attraverso il quale si insegna ai cavalieri ad instaurare un rapporto col cavallo che tenga conto della sua sfera psichica e fisica; si impara, inoltre, a “mettersi insieme al cavallo” attraverso l’uso di posizione e movimenti corretti e adeguati che non danneggino l’animale.

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    (Gina)



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