LE FAVOLE ...proibite dal sindaco di venezia

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    IL SINDACO DI VENEZIA VIETA LE FAVOLE AI BAMBINI...

    Stiamo cadendo nel ridicolo...stiamo tornando ai libri proibiti.

    Curiosità storiche...
    Nel 1543 nella Repubblica di Venezia il Consiglio dei Dieci affidò agli Esecutori contro la Bestemmia il compito di sorvegliare l'editoria, con facoltà di multare chi stampava senza permesso: nel 1549, ad opera di monsignor Giovanni della Casa, fu pubblicato un Catalogo di diverse opere, compositioni et libri, li quali come eretici, sospetti, impii et scandalosi si dichiarano dannati et prohibiti in questa inclita città di Vinegia: l'elenco comprendeva 149 titoli e riguardava per lo più opere tacciate di eresia, ma la proibizione finì con il non essere applicata per l'opposizione dei librai e dei tipografi. In una lettera del 27 giugno 1557 diretta all'inquisitore di Genova, il commissario Michele Ghisileri esprime le sue impressioni sulle proibizioni:
    « Di prohibire Orlando [Boiardo, Ariosto], Orlandino [Folengo], cento novelle [probabilmente Boccaccio] et simili altri libri più presto daressemo da ridere ch'altrimente, perché simili libri non si leggono come cose a qual si habbi da credere ma come fabule, et come si legono ancor moltri libri de gentili come Luciano Lucretio et altri simili »


    Gli uomini grigi stanno invadendo Venezia

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    Libri per l'infanzia proibiti nelle scuole di Venezia, una petizione

    "Una lista di 49 libri per bambini proibiti nelle scuole di Venezia, una sorta di indice delle storie proibite, deciso dal nuovo sindaco lagunare Luigi Brugnaro". La decisione, di pochi giorni fa, ha subito sollevato polemiche. Anche su Change.org, è partita da alcune ore una petizione, lanciata dall'attrice Martina Galletta, che chiede al sindaco di non discriminare le favole per bambini, "alcuni delle quali considerati piccoli capolavori come 'Piccolo Blu e Piccolo Giallo' di Leo Lionni, 'Il pentolino di Antonino' di Isabel Carrer, incentrato sul tema della disabilità, 'Piccolo uovo' disegnato da Altan". "Il motivo della proibizione - spiegano i firmatari della petizione - è dovuta al fatto che sono tutti i libri messi al bando raccontano le storie di famiglie moderne, sia tradizionali che omosessuali o allargate. Di fatto tutti testi che 'parlano di gender, o di genitore 1 e genitore 2'".

    Martina Galletta, che chiede l'intervento del ministro dell'Istruzione, sostiene nella sua petizione: "In un mondo sempre più mediatico e globalizzato, trovo anacronistico oltre che grottesco attuare una censura tanto vigliacca su libri che dovrebbero accrescere la consapevolezza dei piccoli fruitori, non alimentare l'ignoranza, la paura e la discriminazione".


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    Indice dei libri proibiti
    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



    by AlexTooth on deviantART


    L'Indice dei libri proibiti (in latino Index librorum prohibitorum) fu un elenco di pubblicazioni proibite dalla Chiesa cattolica, creato nel 1558 per opera della Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione (o Sant'Uffizio), sotto Paolo IV. Ebbe diverse versioni e fu soppresso il 4 febbraio del 1966 con la fine dell'inquisizione romana, sostituita dalla Congregazione per la dottrina della fede.

    Storia - I precedenti

    Sin dalle sue origini le lotte della Chiesa contro le eresie comportarono la proibizione di leggere o conservare opere considerate eretiche: il primo concilio di Nicea (325) proibì le opere di Ario, papa Anastasio I (399-401) quelle di Origene, nel 405 Innocenzo I scrisse una lista di libri apocrifi, papa Leone I (440-461) proibì i testi manichei e Gelasio I nel 496 condannò i libri «pagani».
    Il secondo concilio di Nicea (787) stabilì che i libri eretici dovessero essere consegnati al vescovo non tenuti di nascosto e il Concilio romano nell'868 condannò al rogo le opere di Fozio, nel 1140 quelle di Pietro Abelardo e Arnaldo da Brescia, nel 1239 il Talmud e nel 1327 quelle di Francesco Stabili. Il concilio di Tolosa del 1229 giunse a proibire ai laici il possesso di copie della Bibbia e nel 1234 quello di Tarragona ordinò il rogo delle traduzioni della Bibbia in volgare.
    La diffusione di idee contrarie ai dogmi della Chiesa cattolica, e in particolare della Riforma protestante, fu grandemente favorita dall'invenzione della stampa a caratteri mobili (1455): la Chiesa prese dunque provvedimenti nel tentativo di controllare quanto veniva stampato. Durante il concilio di Costanza nel 1415 venne bruciato vivo l'eresiarca Jan Hus, seguace di Wycliffe.

    Nel 1543 nella Repubblica di Venezia il Consiglio dei Dieci affidò agli Esecutori contro la Bestemmia il compito di sorvegliare l'editoria, con facoltà di multare chi stampava senza permesso: nel 1549, ad opera di monsignor Giovanni della Casa, fu pubblicato un Catalogo di diverse opere, compositioni et libri, li quali come eretici, sospetti, impii et scandalosi si dichiarano dannati et prohibiti in questa inclita città di Vinegia: l'elenco comprendeva 149 titoli e riguardava per lo più opere tacciate di eresia, ma la proibizione finì con il non essere applicata per l'opposizione dei librai e dei tipografi. In una lettera del 27 giugno 1557 diretta all'inquisitore di Genova, il commissario Michele Ghisileri esprime le sue impressioni sulle proibizioni:
    « Di prohibire Orlando [Boiardo, Ariosto], Orlandino [Folengo], cento novelle [probabilmente Boccaccio] et simili altri libri più presto daressemo da ridere ch'altrimente, perché simili libri non si leggono come cose a qual si habbi da credere ma come fabule, et come si legono ancor moltri libri de gentili come Luciano Lucretio et altri simili »


    Nel 1559, ad opera del Sant'Uffizio, uscì a Roma un primo Cathalogus librorum Haereticorum, con intenti quasi esclusivamente anti-protestanti: vi comparivano anche le opere di Luciano di Samosata, il De Monarchia di Dante Alighieri, il De principatibus di Machiavelli e perfino i commentari di papa Pio II sul Concilio di Basilea.




    Il primo indice del 1559

    Tra i compiti del Sant'Uffizio, istituito da papa Paolo III nel 1542, era compresa la vigilanza e la soppressione dei libri eretici, compito affidato a una commissione di cardinali e collaboratori, finanziariamente indipendente dalla gestione della Curia romana. Sotto papa Paolo IV, venne pubblicato un indice dei libri e degli autori proibiti, detto "Indice Paolino", redatto dall'Inquisizione e promulgato con un suo decreto, affisso a Roma il 30 dicembre 1558. Il decreto dell'Inquisizione romana prescriveva, pena la scomunica, «Che nessuno osi ancora scrivere, pubblicare, stampare o far stampare, vendere, comprare, dare in prestito, in dono o con qualsiasi altro pretesto, ricevere, tenere con sé, conservare o far conservare qualsiasi dei libri scritti e elencati in questo Indice del Sant'Uffizio». L'elenco dei libri proibiti comprendeva l'intera opera degli scrittori non cattolici, compresi i testi non di carattere religioso, altri 126 titoli di 117 autori, di cui non veniva tuttavia condannata l'intera opera, e 332 opere anonime.
    Vi erano inoltre elencate 45 edizioni proibite della Bibbia, oltre a tutte le Bibbie nelle lingue volgari, in particolare le traduzioni tedesche, francesi, spagnole, italiane, inglesi e fiamminghe. Veniva condannata l'intera produzione di 61 tipografi (prevalentemente svizzeri e tedeschi): erano proibiti tutti i libri che uscivano dai loro torchi, anche riguardanti argomenti non religiosi, in qualsiasi lingua e da qualsiasi autore fossero scritti; questa disposizione aveva l'obiettivo di dissuadere gli editori di autori protestanti di lingua tedesca. Infine si proibivano intere categorie di libri, come quelli di astrologia o di magia, mentre le traduzioni della Bibbia in volgare potevano essere lette solo su specifica licenza, concessa solo a chi conoscesse il latino e non alle donne.




    Tra i libri proibiti c'erano: Dante Alighieri (De Monarchia), Agrippa di Nettesheim (Opera omnia), Talmud, Ortensio Lando (Opera omnia), Guglielmo di Ockham (Opera omnia) e Luciano di Samosata (Opera omnia), Niccolò Machiavelli (Opera omnia), Giovanni Boccaccio (Decamerone) e Masuccio Salernitano (Il Novellino). Nel 1583 Antonio Ciccarelli espurgò Il Cortegiano eliminando i personaggi ecclesiastici (il vescovo di Potenza diventò podestà) le espressioni cattoliche (Guardate bel becco! pare un san Paolo diventò Guardate bel becco! pare un Dante), vennero eliminati passi come questi:

    « Di questo modo rispose ancor Rafaello pittore a dui cardinali suoi domestici [amici], i quali, per farlo dire tassavano [criticavano] in presenzia sua una tavola che egli avea fatta, dove erano san Pietro e san Paolo, dicendo che quelle due figure eran troppe rosse nel viso. Allora Rafaello sùbito disse:«Signori, non vi meravigliate, ché io questi ho fatto a sommo studio, perché è da credere che san Pietro e san Paolo siano, come qui gli vedete, ancor in cielo così rossi, per vergogna che la Chiesa sua governata da tali omini come siete voi» »
    (Il cortegiano, II, LXXVI)

    « «Eccovi che questa porta dice:ALEXANDER PAPA VI, che vol significare, che è stato papa per la forza che egli ha usata [VI viene inteso come l'ablativo latino di vis cioè con la forza] e più di quella si è valuto che dalla ragione. Or veggiamo che da quest'altra potremo inteneder qualche cosa del novo pontefice»; e voltatosi, come per ventura, a quell'altra porta, mostrò l'iscrizione d'un N, dui PP ed un V, che significava NICOLAUS PAPA QUINTUS, e sùbito disse:«Oimè, male nove; eccovi che questa dice: Nihil Papa Valet [il papa non vale nulla]» »
    (Ibidem, II, XLVIII)
    « Di questa sorte è ancor quello che disse Alfonso Santa Croce; il qual, avendo avuto poco prima alcuni oltraggi dal Cardinale di Pavia [ovvero Francesco Alidosi], e passeggiando fuor di Bologna con alcuni gentilomini presso al loco dove si fa la giustizia, e vedendovi un omo poco prima impiccato, se gli rivoltò con un certo aspetto cogitabundo e disse tanto forte che ognun lo sentì: «Beato tu, che non hai che fare col Cardinale di Pavia!» »
    (Ibidem, II, LXXII)

    Il papa, che da cardinale (Giampiero Carafa) era stato il primo direttore del Sant'Uffizio, attribuì a quest'ultimo e alla sua rete locale l'applicazione della proibizione, a scapito del potere dei vescovi.



    Dopo il concilio di Trento

    Il secondo elenco ("Indice tridentino" o "Index librorum prohibitorum a Summo Pontifice") venne emanato dopo la conclusione del Concilio di Trento nel 1564, sotto papa Pio IV e per impulso del cardinale Carlo Borromeo. L'elenco fu poco meno restrittivo del precedente ed era prevista la possibilità di "espurgare" i libri che comprendessero solo brevi passaggi proibiti. Restava valida la necessità di una licenza per la lettura della Bibbia in volgare, ma questa venne concessa senza le precedenti restrizioni.
    A differenza dell'Indice Paolino, l'Indice tridentino venne applicato in quasi tutta l'Italia e in gran parte dell'Europa fino al 1596. La Spagna applicava invece l'indice redatto dall'Inquisizione locale nel 1559. Papa Pio V istituì nel 1571 la "Congregazione dell'Indice", con lo scopo di provvedere a tenere aggiornato l'indice e ad inviarlo periodicamente alle sedi locali dell'Inquisizione, da dove veniva diffuso presso i librai.
    Nel 1580 a Parma venne redatto un indice locale, alcuni autori erano: Ludovico Ariosto, Thomas Erastus, Luigi Alamanni, Pietro Bembo, Domenico Burchiello, Matteo Bandello, Giovanni Sabadino degli Arienti, Giovanni Fiorentino, Giovanni Francesco Straparola, Agnolo Firenzuola, Francesco Sansovino, Arnaldo da Brescia, Arnaldo da Villanova, Gerolamo Cardano, Gasparo Contarini, Anton Francesco Doni, Erasmo da Rotterdam, Lattanzio Firmiano, Olimpia Fulvia Morata, Ortensio Lando, Simone Porzio.


    La storia successiva

    Nuovi indici vennero redatti anche dal Santo Uffizio sotto i pontefici successivi e le due congregazioni furono spesso in conflitto in merito alla giurisdizione sulla censura dei libri. Anche i vescovi si opposero al potere dato all'Inquisizione in questo campo. Nel 1596, sotto papa Clemente VIII venne redatta una nuova versione dell'indice ("Indice Clementino"), che aggiunse all'elenco precedente opere registrate in altri indici europei successivi al 1564.
    La censura ecclesiastica ebbe pesanti conseguenze: le "espurgazioni", a volte neppure dichiarate, potevano arrivare a stravolgere il pensiero dell'autore originario e i testi scientifici non conformi all'interpretazione aristotelico-scolastica erano considerati eretici. Nel 1616 furono bandite le opere di Copernico. Gli scrittori si autocensuravano e l'attività dei librai diventò difficile per le richieste di permesso e i pericoli di confisca.
    Le "patenti di lettura", tuttavia, che in teoria avrebbero dovuto essere rilasciate solo a studiosi di provata fiducia da parte del Santo Uffizio e durare solo per tre anni, si ottenevano invece in pratica abbastanza facilmente[4]. Dopo la metà del XVII secolo di fatto si cessò di perseguire la semplice detenzione di libri proibiti [senza fonte]. Nel 1758, sotto papa Benedetto XIV, le norme furono riviste e l'indice venne corretto e reso più comodo. Fu inoltre eliminato il divieto di lettura della Bibbia tradotta dal latino. Le competenze per la compilazione e l'aggiornamento dell'indice passarono a partire dal 1917 al Sant'Uffizio.
    L'indice nei suoi quattro secoli di vita venne aggiornato almeno venti volte (l'ultima nel 1948) e fu abolito in seguito alle riforme del Concilio Vaticano II, nel 1966, sotto papa Paolo VI. Solo l'Opus Dei, prelatura personale della Chiesa Cattolica, mantiene in vigore, una sorta di Indice sotto forma di semplice guida bibliografica.


    Lissy Marlin

    Scopo dell'indice

    Lo scopo dell'elenco era quello di ostacolare la possibile contaminazione della fede e la corruzione morale attraverso la lettura di scritti il cui contenuto veniva considerato dall'autorità ecclesiastica non corretto sul piano strettamente teologico, se non addirittura immorale.
    Secondo la legge canonica, le forme di controllo sulla letteratura dovevano essere principalmente due: una prima, di censura preventiva, che poteva concedere il classico imprimatur ai libri redatti da cattolici su tematiche riguardanti la morale o la fede; una seconda, di aperta condanna, per volumi considerati offensivi: quest'ultima prevedeva l'inserimento nell'index dei libri incriminati. Secondo alcune stime, dopo il 1559 la detenzione di libri divenne il capo di imputazione più frequente nei processi per eresia.
    Buona parte dei documenti relativi all'istruzione dei procedimenti fu trafugata a Parigi dalle truppe napoleoniche nel periodo che va dal 1809 al 1814 e durante il pur breve periodo della Repubblica Romana (1849)[senza fonte]; tuttavia, l'archivio della Congregazione della Fede fu ricostruito ed è a tutt'oggi intatto; dal 1998, dietro richiesta motivata, è consultabile pubblicamente.

    L'elenco comprendeva, fra gli altri, nomi della letteratura, della scienza e della filosofia come Francesco Bacone, Honoré de Balzac, Henri Bergson, George Berkeley, Cartesio, Colette, D'Alembert, Daniel Defoe, Denis Diderot, Alexandre Dumas (padre) e Alexandre Dumas (figlio), Gustave Flaubert, Thomas Hobbes, Victor Hugo, David Hume, Immanuel Kant, Jean de La Fontaine, John Locke, Karl Marx, Montaigne, Montesquieu, Blaise Pascal, Pierre-Joseph Proudhon, Jean-Jacques Rousseau, George Sand, Spinoza, Stendhal, Voltaire, Émile Zola,e il filosofo del nazionalsocialismo Alfred Rosenberg.

    Tra gli italiani finiti all'indice - scienziati, filosofi, pensatori, scrittori, economisti - vi sono stati Vittorio Alfieri, Pietro Aretino, Cesare Beccaria, Boccaccio, Giordano Bruno, Benedetto Croce, Dante, Gabriele D'Annunzio, Antonio Fogazzaro, Ugo Foscolo, Galileo Galilei, Giovanni Gentile, Giulio Cesare Vanini, Francesco Guicciardini, Giacomo Leopardi, Niccolò Machiavelli, Ada Negri, Petrarca, Enea Silvio Piccolomini (papa Pio II), Giovanni Pico della Mirandola, Adeodato Ressi, Girolamo Savonarola, Luigi Settembrini, Tommaso Stigliani, Niccolò Tommaseo, Pietro Siciliani, Pietro Verri e Antonio Rosmini. Tra gli ultimi ad entrare nella lista sono stati Simone de Beauvoir, André Gide, Jean-Paul Sartre, Alberto Moravia, Aldo Capitini.



    Alex Landish



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  3. gheagabry
     
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    Venezia, nei libri all'Indice per il gender anche i capolavori per l'infanzia

    Scrittori e genitori si ribellano alle liste di proscrizione del sindaco della città lagunare, che comprendono testi su adozione e bullismo. E la Giunta ora sembra poterci ripensare

    di MARIA NOVELLA DE LUCA



    I LIBRI proibiti adesso sono chiusi in scatoloni sigillati e pronti per essere nascosti chissà dove. Così come aveva ordinato il nuovo sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, non appena insediato. La censura ha colpito con solerzia. Via dalle scuole della laguna tutti i libri che parlano di "gender, o di genitore 1 e genitore 2" diceva frettolosamente la breve circolare inviata ai dirigenti scolastici. Strana definizione per albi illustrati destinati ai bambini dei nidi e delle materne, liberamente in vendita in tutte le librerie italiane, e dove i protagonisti sono oche, orsi, topi, principesse, elefanti, gatti, famiglie, madri e padri. Ma il risultato, grottesco, e già finito sui giornali stranieri, è che sotto la scure del presunto "gender" sono finiti ben 49 titoli delle migliori case editrici per ragazzi.
    Capolavori per l'infanzia come "Piccolo blu e piccolo giallo" di Leo Lionni, scrittore e illustratore celebre e amatissimo, dove due colori tanto diversi sono così profondamente amici, da mescolarsi per creare il verde... Difficile comprendere il messaggio eversivo di questo abbraccio cromatico. Tanto che contro la "lista di proscrizione", dove si narra anche di (pericolose) ninne nanne per far addormentare i bebè, si sono mobilitati autori, editori, cittadini, librai, bibliotecari, con letture in piazza, flash mob, e campagne via Facebook dal titolo "Liberiamo i libri". Durissima l'Associazione Italiana Scrittori per l'Infanzia, che parla di "prassi autoritaria che ha visto luce soltanto nei periodi più bui della storia delle dittature". Sottolineando come nella caccia al libro pericoloso ordinata dal nuovo sindaco di centrodestra, siano rimasti intrappolati volumi di ogni tipo, e assi poco "gender". Dai lupi intelligenti di Mario Ramos ai figli dell'adozione di Amaltea, e altri cult della letteratura da zero a sei anni, da "Orecchie di farfalla" al "Pentolino di Antonino" di Isabel Carrer, delicata storia di un bambino disabile.


    "Mi ha chiamato da New York Annie, la nipote di Leo Lionni, per chiedermi sbalordita come mai fossero stati censurati in Italia i libri del nonno", racconta Francesca Archinto, direttrice editoriale di "BabaLibri", che ha diversi titoli "all'indice" nella lista veneziana. "È incredibile che la politica cerchi di controllare la cultura, in quegli albi illustrati c'è la vita reale, i bambini non possono ignorare che esistono diversi tipi di famiglie, e nelle scuole c'è il bullismo, e il razzismo esiste ", incalza Francesca Archinto. "Che senso ha censurare una storia come "Il segreto di Lu", dove si parla di soprusi a scuola? Francamente penso che il sindaco di Venezia non conosca i libri per bambini, e soprattutto la lista di titoli che ha messo al bando". Difficile ad esempio rintracciare il fantasma del "gender" nel "I papà bis", storia di una famiglia ricomposta dopo un divorzio. Come accade in Italia a 174 coppie ogni mille matrimoni.
    Però è vero, in questa lista di libri si parla molto di "famiglie" al plurale, raccontando, ad esempio nel famoso "Piccolo uovo" edito da Stampatello e disegnato da Altan, di tutte le forme di genitorialità attuali, comprese quelle "omo" e arcobaleno. Ideatrice del progetto "Leggere senza stereotipi", è Camilla Seibezzi, già delegata ai Diritti Civili del Comune di Venezia. "Ma quei titoli furono scelti da una équipe di pedagogisti e psicologi e consegnati alle scuole dopo un corso di formazione per gli insegnanti. Dunque con estrema cautela". Sommerso dalle critiche Brugnaro ha adesso annunciato che sui libri proibiti verrà fatta un'analisi ulteriore, e forse alcuni saranno "liberati".

    Replica Camilla Seibezzi: "Se accettiamo che anche solo uno dei 49 libri di favole venga censurato la battaglia è giá persa e la democrazia è venuta meno, perché la scuola pubblica ha il dovere di rappresentare e tutelare tutti i bambini e non una sola parte".




    Tra i libri messi al bando dal sindaco di Venezia, ci sono molti libri destinati alle scuole: come questi di Armelle Modere e Didier Dufresne, dedicati ai piccoli dell’asilo nido: «Il sonnellino», «Il dottore», «Buon compleanno!», che raccontano le avventure di Margherita alle prese con le sue prime esperienze.

    Nell’elenco c’è anche un classico, «Piccolo blu e piccolo giallo», di Leo Lionni:la storia di due amici che si abbracciano così forte da diventare verdi




    All’indice anche «Sono io il più bello» di Mario Ramos. Il lupo, tronfio di sé, si pavoneggia e agli occhi di chi incontra - da Cappuccetto Rosso a Biancaneve - appare affascinante, elegante, splendente, seducente, insomma, la star del bosco! Tutti si “sottomettono” alla sua bellezza tranne il solito draghetto



    «Guizzino», sempre di Lionni, la storia dell’unico pesciolino nero in mezzo ad un branco di pesci rossi

    «Jean a deux mamans», di Ophelie Texier



    «Forte come un orso», di Katrin Stangl. n libro per inventare insieme modi essere e di sentirsi, per giocare a essere come siamo, ma anche come non siamo e invece ci piacerebbe tanto essere, e come forse un giorno saremo



    «Io e te», di Jenevieve Cote’. Coniglietto vorrebbe assomigliare a Porcellino e viceversa. Ma mentre si sforzano di assomigliarsi scoprono di piacersi proprio così come sono!


    «Rosso micione» di Eric Battut


    «Piccola storia di una famiglia», di Francesca Pardi, e «Più ricche di un re», di Cinzia Barbero: sono i primi due libri della lista «proibita» dei volumi per la scuola dell’infanzia. Entrambi parlano di figli con due mamme



    «Qual è il segreto di papà?», di Francesca Pardi e Desideria Guicciardini, che racconta di un papà, che, dopo aver divorziato dalla mamma, è gay ed è fidanzato con Carlo



    «E con Tango siamo in tre», la storia di un pinguino nato da un uovo covato da due pinguini maschi




    «Storia incredibile di due principesse», Monica e Rossana Colli, Irene Bedino

    «Salverò la principessa», Nicola CInquetti, Silvia Vignale: due bambine che giocano a «far finta» e danno una chiave diversa della solita storia del cavaliere che salva la principessa dal drago

    «Nei panni di Zaff», Manuela Salvi, che parla dell’identità sessuale e delle discriminazioni inconsapevoli dei bambini: “... Ma Zaff, tu 6 maschio! Puoi fare il re, il principe, il meccanico, l’ingegnere, il maresciallo dei carabinieri... ma la principessa proprio no!”


    «Il bell’anatroccolo» di Fierstein Harvey. Una variante della favola del brutto anatroccolo: Elmer è un maschio, ama cucinare, dipingere e vestirsi di rosa...

    «Se io fossi te», di Richard Hamilton. Una buffa e sorprendente storia in rima, un dialogo serrato ed esilarante tra una bimba e il suo papà che giocano a scambiarsi i ruoli

    «A caccia dell’orso», di Michael Rosen e Helen Oxenbury, un classico moderno della letteratura per l’infanzia, l’avventura di un papà che va a caccia di un orso con i suoi tre figli

    «Il segreto di Lu», di Mario Ramos: la storia di un lupetto, Lu, che si ritrova a frequentare una scuola di porcellini dove tutti lo additano come «altro», come «diverso».

    «La piccola principessa e il segreto del d rago», Langreuter Jutta, Gréban Quentin. Che cosa succede quando una bambina si annoia e non si diverte più con i suoi giochi e i suoi libri? Persino una piccola principessa beneducata può diventare insopportabile! Per fortuna, il vecchio drago che vive oltre la foresta è anche molto saggio e trova una soluzione

    «Il libro delle famiglie», di Todd Parr. La chiave di lettura è: Alcune famiglie sono grandi, altre sono piccole. Alcune famiglie hanno lo stesso colore, altre hanno colori diversi. Ci sono tantissimi modi di essere una famiglia

    «Tante famiglie, tutte speciali»: le illustrazioni di Rachel Fuller per raccontare che ciascuna famiglia, a suo modo, è speciale

    «Milly, Molly e tanti papà», di Pittar Gill, Morrell Cris

    «Piccolo uovo», di Francesca Pardi con le illustrazioni di Altan. Un best seller, preso infatti ad esempio come libro censurato senza criterio. Piccolo uovo non vuole nascere perché non sa dove andrà a finire. Parte allora per un viaggio che lo porterà a conoscere i più diversi tipi di famiglia... Altan presta la semplicità del suo mondo felice per descrivere come ognuna di queste possa essere un luogo meraviglioso in cui crescere

    «Una giornata speciale» scritto da Amaltea, illustrato da Giulia Orecchia, è un libro sulle adozioni e su tre bambini russi, Sofia, Anna e Vladi, che on hanno conosciuto subito la loro mamma



    «Di mamma ce n’è una sola», di Isabella Paglia, illustrato da Francesca Cavallaro. Una storia tenera che fa riflettere sulle diverse maniere che esistono per “arrivare” in una famiglia: il concepimento naturale, quello in provetta e l’adozione. tutto raccontato da buffi bambini coloratissimi con semplicità e leggerezza


    «Che forza papà», un altro simpatico volumetto delle due autrici che esplora tutti i “tipi” di papà

    «Il grande grosso libro delle famiglie» scritto da Mary Hoffman, illustrato da Ros Asquith offre una visione globale e rispettosa delle diverse culture, di ciò che è diverso, delle scelte di vita, delle differenze tra classi sociali, dei vari credo religiosi, delle differenze di tipo fisico o etnico presenti sul nostro tanto maltrattato pianeta

    «Seguimi! (Una storia d’amore che non ha niente di strano): di Roger Holmes:
    un elefante e una formica che si vogliono bene

    «Ninna nanna per una pecorella», Eleonora Bellini e Massimo Caccia. Una ninna nanna piena di stelle per una pecorella un po’ distratta che, una notte, perde il sentiero e si smarrisce nel bosco



    «Ernest e Celestine, Ernest ha l’influenza», di Gabrielle Vincent. La topina si trasforma in cuoca, infermiera, attrice e con le sue attenzioni dà forza al grande orso finché non è di nuovo in forma



    «Dov’è la mia mamma?» di Julia Donaldson - Axel Scheffler. Scimmia non trova la sua mamma! Ma per fortuna una farfalla gentile le offre il suo aiuto. Se solo Scimmia potesse spiegare esattamente come è fatta!

    «Dov’è il mio papà», una storia di Shin Ji-Yum che racconta di un pinguino alla ricerca del suo «vero» papà, perché non accetta come padre l’orso che sua madre ha sposato

    «I cani non sono ballerine» di Anna Kemp e Sara Ogilvie. Tutti sanno che i cani non sono ballerine…ma un’inaspettata possibilità darà modo a Biff di mostrare a tutti quello che vale!

    «Il pentolino di Antonino», Isabelle Carrier. Il pentolino come metafora della diversità, di ciò che non si riesce a comprendere e perciò motivo di esclusione da parte degli altri.

    «Diverso come uguale» (Luana Vergari, Massimo Semerano) è la storia di un bambino, Leone e dei suoi amici speciali, che gli assomigliano molto, ma hanno qualcosa di diverso da lui. Sono bambini down, autistici o ciechi, ma sono anche bambini con due mamme o due papà, bambini stranieri, bambini normali, con gli stessi problemi di Leone: i mostri che si insinuano nei sogni di notte, l’antipatia per le verdure… Così Leone, grazie ai suoi amici speciale capisce che tutti i bambini sono diversi tra loro, ma sono anche uguali nei loro problemi e quindi che essere diversi è anche un po’ come essere uguali.

    « La cosa più importante», di Laura Novello, M. Gaule. Francesco torna da scuola con un compito difficile. Qual è la cosa più importante per ricostruire il mondo? Il bambino lo domanda al falegname, al muratore, alla fornaia, alla pediatra, al sindaco, ma, invece di una risposta, ne ottiene tante e... tutte diverse!

    «Tutti Diversi & Tutti Uguali», Emma Brownjohn. Un libro che insegna che sotto la pelle siamo tutti uguali. E ciascuno di noi, a modo suo, è speciale.



    «Beniamino», Lynne Rickards e Margaret Chamberlain. Beniamino si sveglia una mattina e scopre di essere diventato tutto rosa. Cosa penseranno i suoi compagni di scuola? Beniamino scopre presto che in amicizia niente e bianco o nero, e che i veri amici sanno prenderti per come sei.


    «Pezzettino», di Leo Lionni. Un minuscolo Pezzettino in cerca di sé stesso vaga per il mondo domandando se qualcuno ha perduto un pezzetto mancante, nel qual caso quel pezzetto potrebbe essere lui…


    «Orecchie di farfalla», Luisa Aguilar, André Neves, Marina Sanfilippo. Non c’é una uguale a Mara perchè lei é unica e irrepetibile. La mamma le fa sapere che tutto quanto lei é, anzi la sua condizione, le serve per capire il mondo e gli altrui.


    «Il gatto e il pesce», meraviglioso albo illustrato da André Dahan e scritto da Chiara Carminati, la storia di un amore che i più direbbero impossibile e che invece trova modo di dispiegarsi attraverso piccoli gesti di cura e di comprensione.


    «Buongiorno postino», di Matthieu Maudet e di Michaël Escoffier. Il postino ha un bel daffare! Deve consegnare dei pacchi alla coppia degli ippopotami, a quella delle scimmie, a quella dei pinguini… Tutti sono ben felici di ricevere la visita del postino perché nei pacchi c’è sempre un bebè. Ma che sorpresa per i pinguini quando si schiude il guscio: quello che salta fuori non è esattamente quello che si aspettavano!

    « Cesare» di Grégoire Solotareff. l papà di Cesare spesso gli racconta delle storie. Specie quelle che parlano del loro paese. La storia che Cesare preferisce è quella dell’imperatore dei coccodrilli.

    «I papà bis», di Joseph Jacquet – ill. Philippe Dupuy e Charles Berberian. Consigliato a tutti coloro che hanno avvistato un papà bis aggirarsi per casa e non sanno da dove cominciare il discorso.



    «In famiglia». Conigli, elefanti, cavallucci marini, orsi, canguri e altri animali sono i protagonisti dell’ultimo libro di Sandro Natalini, in cui le famiglie atipiche e allargate del nostro tempo sono presentate ai bambini con grande delicatezza ed ironia

    «Io non sono come gli altri», Janik Coat. Gli ippopotami amano fare il bagno nel fango e i piranha sono carnivori, ma Archimede preferisce la sua jacuzzi e Orazio è vegetariano...Gli animali di janik coat sono proprio diversi dagli altri.





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