LABIRINTO

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  1. gheagabry
     
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    "Un labirinto è una cosa fatta apposta per confondere gli uomini".
    Jorge Luis Borghes


    Il LABIRINTO

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    Il labirinto è un simbolo che ricorre con enorme frequenza nella storia dell’umanità. Esso è presente in culture, miti e religioni più disparate, ma anche nell’arte e nella filosofia. La storia dei labirinti è complessa, intricata e affascinante, così come lo sono i percorsi che li strutturano. Essi compaiono in civiltà ed epoche diverse ed in luoghi lontani come il Perù, Creta, l’Egitto, l’India, la Grecia, la Cina, e l’Europa...Il labirinto è strettamente collegato al mito di Cnosso. Apollodoro, scrittore del I secolo a.C., ci descrive la storia di Teseo il quale, grazie alla complicità di Arianna, riesce a uccidere il terribile Minotauro (il mostro metà uomo e metà toro), nascosto al centro del dedalo di Cnosso, a Creta, e a trovare poi la via d’uscita.
    Il labirinto può essere oggetto di numerose interpretazioni tutte valide e coerenti. Esso è dunque un archetipo molto importante nella storia umana e quello di Creta è solo il più famoso di una serie di labirinti che da sempre, benché sotto varie vesti e differenti aspetti, hanno accompagnato l’evoluzione dell’uomo. Nel mito greco il labirinto è una prigione da cui non si può fuggire, nell’Eneide nasconde l’entrata dell’Ade. L’arte tantrica
    vede nel labirinto l’aspetto mentale dello spirito. L’antico dedalo egizio, invece, rifletteva la struttura dell’universo. Gli Indiani d’America pensano che sia il passaggio da cui emersero ed entrarono nel mondo i loro antenati. In alcune regioni africane il labirinto ha la forma di una giostra strategica. Nell’isola di Malekula il dedalo è un gioco di abilità, e in India il kolam è una forma di buon auspicio. L’uomo medievale pensava che rappresentasse la via di un pellegrinaggio. In Cina il labirinto ha una funzione di difesa contro gli assalti del male.I vialetti davanti alle case sono sempre di forma sinuosa perché c’è la credenza che il drago del male può camminare solo dritto e quindi non percorre strade curve. In Corea un labirinto contiene e conserva il più antico testo buddhista. Per il buddhismo il labirinto è un’immagine del mandala: il processo mediante cui il cosmo si è formato dal suo centro; attraverso un articolato simbolismo esso consente una sorta di viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente. Per la massoneria il dedalo è l’immagine della ricerca interiore; esso simboleggia la incessante ricerca della verità che prevede un cammino lungo, difficoltoso e generalmente solitario.

    L’immagine del labirinto rimanda nell’immediatezza ad un percorso intricato e difficile da superare, ma può rivestirsi anche di un fascino particolare se lo s’intende come sfida all’intelligenza umana, la quale a sua volta, si mette alla prova nel tentare di trovare una via d’uscita. Probabilmente il duello intellettuale non risiede nella volontà di vincere il coacervo di corridoi percorribili, ma nel semplice tentativo d’affrontarlo. La ricerca, quindi,
    è già di per sé la soluzione. Il dedalo, come si diceva poc’anzi, può assumere diverse accezioni: esso può rappresentare la sessualità, la difficoltà, l’inconoscibilità, e perfino la vita stessa. Ma senza dubbio, una delle interpretazioni più affascinanti vede il labirinto come teatro, circoscritto ma allo stesso tempo infinito, dove l’uomo tenta di trovare la retta via e lasciarsi alle spalle il peccato e più in generale il male. Nel Medioevo il labirinto si ritrova spesso e volentieri raffigurato sui pavimenti delle navate di alcune cattedrali gotiche. Così questa figura che fino a quell’epoca era stata un simbolo pagano per eccellenza, viene re-interpretata in senso cristiano; si trasforma nell’allegoria del percorso tortuoso che deve portare alla salvezza dell’anima. Tale labirinto viene denominato comunemente Nodo di Salomone presente in tutto il mondo.




    Dal mito di Teseo e del Minotauro che aveva attraversato indenne i secoli [...] il labirinto rimbalzò nel giardino e ne costituì uno dei luoghi più significativi con una varietà di realizzazioni che corrispondeva a esigenze diverse.
    Divenne un gioco di parterre con fiori e delimitazioni basse, un percorso fra statue e fontane, un intrico di muri vegetali che superavano l'altezza dell'uomo, una vera e propria "prigione" di strutture arboree imponenti ed elaborate infoltite da bassi cespugli per impedire la fuga.
    Per mezzo dell'arte topiaria il labirinto trasferì nel mondo artificiale del giardino la più elementare significativa paura dell'uomo: quella di smarrirsi in un bosco.
    (Testo tratto dal libro "Dentro e fuori il labirinto. La grande saga del labirinto fra pietre, arte e giardini"
    di Francesca Romana Lepore)

    In Inghilterra i primi labirinti tracciati nel prato in epoche antichissime simboleggiavano la rinascita con l’equinozio di primavera; in epoca cavalleresca erano la prova da superare, nella ricerca continua, vagheggiata e reale, dell’avventura e della prova spirituale. Nel Medio Evo il labirinto trasla nel giardino, nell’ hortus conclusus, come memoria del mito classico, reminiscenza dei riti pagani, al tempo stesso gioco trasgressivo e redenzione cristiana. Col tempo al significato religioso si sostituisce quello laico e si impone l’uso profano: nel labirinto gli amanti si perdono, si inseguono e si raggiungono in una danza rituale e amorosa. E’ così che il labirinto si lega indissolubilmente al giardino, entrambi metafore della vita, entrambi percorsi iniziatici, luogo dell’esperire, e occasione d’amore.



    "Dentro è di muri inestricabil cinto
    che mille torce in sé confusi giri,
    ma in breve foglio io ve' darò distinto,
    sì che nessun error fio che v'aggiri.
    Siede nel mezzo un giardin del labirinto
    che par che da ogni fronde amore spiri;
    quivi in grembo a la verde erba novella
    giacerà il cavaliere e la donzella".
    (Torquato Tasso, La Gerusalemme liberata, canto XIV, 76)


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    Edited by gheagabry1 - 14/2/2023, 16:28
     
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  2. gheagabry
     
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    "Mi piace molto il mio lavoro,
    Sembra che io sono un grande bambino
    e creare cose che le persone possono giocare durante il giorno."


    Adrian Fisher
    il più famoso designer di labirinto del mondo




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    Edited by gheagabry1 - 14/2/2023, 16:24
     
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    Labirinto d’Arianna

    Castel di Lucio, Messina

    xandrea-caruso

    Il labirinto, realizzato nel 1989 dallo scultore Italo Lanfredini, è un’opera in calcestruzzo grezzo, levigata negli anni dagli agenti atmosferici, si erge sulla collina del Santissimo Salvatore in prossimità della chiesetta e di un incantevole belvedere che si apre sulla vallata sottostante. L’opera, che al centro custodisce un piccolo albero di ulivo, simbolo greco di saggezza e di conoscenza per chi lo raggiunge, è stata oggetto di restauri in questi anni.

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    È situato sulla cima di una collina. L'ingresso si presenta come un'ogiva alta e stretta ed immette in un percorso a spirale. Questo labirinto segue il percorso che, avvolgendosi su sé stesso, accompagna fino al centro.

    L’opera, immersa nella natura, è un invito a ricongiungersi con sé stessi, porsi domande, entrare e uscire in connessione con la natura, seguire un cammino che ha inizio e fine. Una metafora della vita, presa in prestito dal passato.

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