WES ANDERSON

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  1. gheagabry
     
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    WES ANDERSON


    Wesley Mortimer Wales Anderson (Houston, 1º maggio 1969) è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense. Wesley Mortimer Wales Anderson, il mediano di tre fratelli, nasce a Houston, una città del Texas, dove studia prima alla Westchester High School e successivamente alla St. John's School, un istituto privato che poi sarà usato come location per alcune scene del suo secondo lungometraggio, Rushmore. Come il protagonista del film, Max Fischer, Anderson scrisse e diresse alcune opere al teatro della scuola, l'Hoodwink Theatre, oggi demolito.
    Anderson si dedica poi allo studio della filosofia alla University of Texas, dove incontra i suoi futuri amici e collaboratori, i fratelli "Wilson" (Owen, Luke e Andrew). Dopo aver prodotto un cortometraggio intitolato Bottle Rocket, Anderson e i Wilson vengono notati dal produttore James L. Brooks, che li aiutò a presentare il corto al Sundance Film Festival, dove si assicurarono i fondi per produrne una definitiva versione evoluta a lungo metraggio (uscita in Italia con il titolo Un colpo da dilettanti).
    Anderson dà poi vita, nel 2001, anche grazie ad un grande cast, al lungometraggio intitolato I Tenenbaum, storia di un padre di famiglia (interpretato da Gene Hackman) che, ormai anziano, tenta di riconquistare i membri del bizzarro, colorito nonché nostalgico nucleo familiare. A questo primo successo segue nel 2003 Le avventure acquatiche di Steve Zissou, storia quasi favolesca che vede Bill Murray nelle vesti del capitano Zissou, eroe per i bambini che, in seguito a molte insoddisfazioni e delusioni personali, cerca di trovare un senso alla sua lunga carriera andando a caccia di un leggendario mostro marino.
    È poi la volta de Il treno per il Darjeeling (2007), storia di tre fratelli alla ricerca di se stessi in un viaggio verso l'India, e che vede, nei panni dei tre interpreti principali, Owen Wilson, già nel cast de I Tenenbaum, Jason Schwartzman, Adrien Brody. Dopo questo film, Anderson cambia strada, pur mantenendo parzialmente le proprie tematiche, con un'iniziativa personale nel suo primo film d'animazione: Fantastic Mr. Fox (2009).
    Nel 2012 realizza una favola anch'essa bizzarra e nostalgica, ambientata su un'isola quasi leggendaria e, come tutti i personaggi e i contesti di Anderson, fuori dal mondo "civilizzato". Moonrise Kingdom - il regno del sorgere della luna, titolo poetico del film - è la storia del puro amore fra due ragazzini, che fuggono dalle proprie famiglie e dai vincoli dei loro coetanei.
    Una caratteristica principale dei suoi film è l'assenza completa di veri e propri "cattivi". Tuttavia, talvolta accade che vi siano dei personaggi in antagonismo, ma le azioni anche di questo genere non hanno un fondo di malizia, ma appaiono quasi involontarie ed innocenti.
    I film diretti da Anderson sono principalmente commedie che nascondono sempre, però, uno sfondo drammatico, che agisce direttamente sullo spettatore attraverso un particolare sense of humor, che necessita, talvolta, di più visioni per essere apprezzato.





    Filmografia

    Regista - Film
    Un colpo da dilettanti (Bottle Rocket) (1996)
    Rushmore (1998)
    I Tenenbaum (The Royal Tenenbaums) (2001)
    Le avventure acquatiche di Steve Zissou (The Life Aquatic with Steve Zissou) (2004)
    Il treno per il Darjeeling (The Darjeeling Limited) (2007)
    Fantastic Mr. Fox (2009)
    Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore (Moonrise Kingdom) (2012)
    Grand Budapest Hotel (The Grand Budapest Hotel) (2014)

    Cortometraggi
    Bottle Rocket (1994)
    Hotel Chevalier (2007)
    Cousin Ben Troop Screening with Jason Schwartzman (2012)
    Prada: Candy (2013)
    Prada: Castello Cavalcanti (2013)

    Sceneggiatore
    Bottle Rocket, regia di Wes Anderson (1994) - cortometraggio
    Un colpo da dilettanti (Bottle Rocket), regia di Wes Anderson (1996)
    Rushmore, regia di Wes Anderson (1998)
    I Tenenbaum (The Royal Tenenbaums), regia di Wes Anderson (2001)
    Le avventure acquatiche di Steve Zissou (The Life Aquatic with Steve Zissou), regia di Wes Anderson (2004)
    Hotel Chevalier, regia di Wes Anderson (2007) - cortometraggio
    Il treno per il Darjeeling (The Darjeeling Limited), regia di Wes Anderson (2007)
    Fantastic Mr. Fox, regia di Wes Anderson (2009)
    Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore (Moonrise Kingdom), regia di Wes Anderson (2012)
    Cousin Ben Troop Screening with Jason Schwartzman, regia di Wes Anderson (2012) - cortometraggio
    Grand Budapest Hotel (The Grand Budapest Hotel), regia di Wes Anderson (2014)

    Produttore
    Rushmore, regia di Wes Anderson (1998)
    I Tenenbaum (The Royal Tenenbaums), regia di Wes Anderson (2001)
    Le avventure acquatiche di Steve Zissou (The Life Aquatic with Steve Zissou), regia di Wes Anderson (2004)
    Il calamaro e la balena (The Squid and the Whale), regia di Noah Baumbach (2005)
    Il treno per il Darjeeling (The Darjeeling Limited), regia di Wes Anderson (2007)
    Fantastic Mr. Fox, regia di Wes Anderson (2009)
    Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore (Moonrise Kingdom), regia di Wes Anderson (2012)
    Grand Budapest Hotel (The Grand Budapest Hotel), regia di Wes Anderson (2014)

    Attore
    Rushmore, regia di Wes Anderson (1998) - cameo

    Doppiatore
    I Tenenbaum (The Royal Tenenbaums), regia di Wes Anderson (2001)
    Fantastic Mr. Fox, regia di Wes Anderson (2009)



    Premi e riconoscimenti

    Premi Oscar
    2002 - Nomination alla migliore sceneggiatura originale per "I Tenenbaum"
    2010 - Nomination al miglior film d'animazione per "Fantastic Mr. Fox"
    2013 - Nomination alla migliore sceneggiatura originale per "Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore"
    2015 - Nomination al miglior film per "Grand Budapest Hotel"
    2015 - Nomination al miglior regista per "Grand Budapest Hotel"
    2015 - Nomination alla migliore sceneggiatura originale per "Grand Budapest Hotel"

    Golden Globes
    2006 - Nomination al miglior film commedia o musicale per "Il calamaro e la balena"
    2013 - Nomination al miglior film commedia o musicale per "Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore"
    2015 - Miglior film commedia o musicale per "Grand Budapest Hotel"
    2015 - Nomination al miglior regista per "Grand Budapest Hotel"
    2015 - Nomination alla migliore sceneggiatura per "Grand Budapest Hotel"

    David di Donatello
    2014 - Miglior film straniero per "Grand Budapest Hotel"

     
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  2. gheagabry
     
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    Non ha davvero senso fare alcunché nella vita
    perché tutto finisce in un batter d'occhio
    e all'improvviso arriva il rigor mortis.
    (M. Gustave)


    THE GRAND BUDAPEST HOTEL


    Titolo originale The Grand Budapest Hotel
    Lingua originale inglese
    Paese di produzione Regno Unito, Germania
    Anno 2014
    Durata 100 min
    Colore colore
    Audio sonoro
    Rapporto 1,85:1; 2.35:1; 4:3
    Genere commedia
    Regia Wes Anderson
    Soggetto Wes Anderson, Hugo Guinness
    Sceneggiatura Wes Anderson
    Produttore Wes Anderson, Jeremy Dawson, Steven M. Rales, Scott Rudin
    Casa di produzione American Empirical Pictures, Indian Paintbrush, Scott Rudin Productions, Studio Babelsberg
    Distribuzione (Italia) 20th Century Fox
    Fotografia Robert Yeoman
    Montaggio Barney Pilling
    Musiche Alexandre Desplat
    Costumi Milena Canonero

    Interpreti e personaggi

    Ralph Fiennes: M. Gustave
    Tony Revolori: Zero Moustafa, giovane
    Saoirse Ronan: Agatha
    Bill Murray: M. Ivan
    Edward Norton: Henckels
    F. Murray Abraham: Zero Moustafa, anziano
    Harvey Keitel: Ludwig
    Jude Law: Giovane scrittore
    Tilda Swinton: Madame D.
    Jason Schwartzman: M. Jean
    Willem Dafoe: Jopling
    Léa Seydoux: Clotilde
    Owen Wilson: M. Chuck
    Adrien Brody: Dmitri
    Tom Wilkinson: Autore
    Bob Balaban: M. Martin
    Mathieu Amalric: Serge X.
    Jeff Goldblum: Kovacs
    Karl Markovics: nel ruolo di un carcerato



    Premi e riconoscimenti

    2015 - Premio Oscar
    Nomination Miglior film a Wes Anderson, Scott Rudin, Steven Rales e Jeremy Dawson
    Nomination Miglior regista a Wes Anderson
    Nomination Migliore sceneggiatura originale a Wes Anderson
    Nomination Migliore fotografia a Robert Yeoman
    Nomination Migliore colonna sonora a Alexandre Desplat
    Nomination Migliore scenografia a Adam Stockhausen e Anna Pinnock
    Nomination Migliori costumi a Milena Canonero
    Nomination Miglior montaggio a Barney Pilling
    Nomination Miglior trucco a Frances Hannon e Mark Coulier

    2015 - Golden Globe
    Miglior film commedia o musicale
    Nomination Miglior regista a Wes Anderson
    Nomination Miglior attore in un film commedia o musicale a Ralph Fiennes
    Nomination Migliore sceneggiatura a Wes Anderson

    2015 - British Academy Film Awards
    Nomination Miglior film
    Nomination Miglior regista a Wes Anderson
    Nomination Miglior attore protagonista a Ralph Fiennes
    Nomination Migliore sceneggiatura originale a Wes Anderson
    Nomination Migliore colonna sonora a Alexandre Desplat
    Nomination Miglior fotografia a Robert Yeoman
    Nomination Miglior montaggio a Barney Pilling
    Nomination Miglior scenografia a Adam Stockhausen e Anna Pinnock
    Nomination Migliori costumi a Milena Canonero
    Nomination Miglior trucco a Frances Hannon
    Nomination Miglior sonoro a Wayne Lemmer, Christopher Scarabosio e Pawel Wdowczak

    2014 - New York Film Critics Circle Awards
    Migliore sceneggiatura a Wes Anderson

    2014 - Festival internazionale del cinema di Berlino
    Gran premio della giuria a Wes Anderson
    Nomination Orso d'oro a Wes Anderson

    2014 - David di Donatello
    Miglior film straniero a Wes Anderson

    2014 - Nastro d'argento
    Migliori costumi a Milena Canonero

    2014 - Gotham Awards
    Nomination Miglior film


    TRAMA


    Una ragazza depone una chiave di una stanza d'hotel ai piedi del busto dedicato a uno scrittore scomparso. Lo stesso scrittore racconta delle origini del suo romanzo. Un uomo oramai anziano e stanco racconta in un albergo semideserto ad un giovane scrittore la storia di Gustave H., il leggendario concierge del Grand Budapest Hotel, e del suo giovane protetto Zero, alle prese con il furto e il recupero di un dipinto rinascimentale inestimabile e la battaglia per un enorme patrimonio di famiglia.

    ... recensioni ...


    Dedicato all'opera di Stefan Zweig, e ambientato in un immaginario staterello alpino, il film racconta la storia di un raffinatissimo Grand Hotel durante gli anni Trenta, e poi fino al 1968. In forma di commedia, e con un'intelligenza pari alla leggerezza, Anderson ripercorre le vicende dell'Europa d'allora, con il suo doloroso passaggio attraverso i totalitarismi. Ironia elegante, qua e là venata di sarcasmo. Splendida recitazione.
    (Roberto Escobar - L'espresso)


    ...Sequenze e loquele rifratte nell'ottica del déjà vu (esemplari i siparietti a bordo del treno, o le espressioni - ed esplosioni - verbali che hanno per protagonista il concièrge-burattino interpretato da Ralph Fiennes); il testamento della ricca anziana Madame D. (superba Tilda Swinton, nella sua maschera "burtoniana"), fatto una volta poi un'altra poi scomparso e poi ripescata una seconda copia; e la storia stessa, raccontata da un tale che racconta un tale che racconta la sua, di storia: elementi tutti, che non sono mesti banali espedienti bensì rappresentano proprio emblematicamente il pensiero dell'autore.
    E che coinvolgono con ritmo crescente lo spettatore nel giocoso disegno creato dal regista-architetto della fantasmagoria.
    Disegno che, come di consueto, è costituito da linee e ghirigori dalla bizzarra apparenza caotica concepita e concretizzata in realtà con raro senso geometrico - ai limiti della paranoia - della configurazione estetica. Ma, mai come in questa occasione, i tratti schizzano in un moto parossistico che elevano la struttura a marchingegno ingegnoso le cui leve azionano un universo-luogo filmico immaginifico tanto impossibile quanto sensibilmente e intrinsecamente possibile nelle sue implicazioni e osservazioni sulla realtà. La cui essenza, come è noto, è fatta anche di eventi assurdi, di incontri e incroci con il surreale, di contaminazioni.
    E così - mentre gli scenari assumono (sempre più) una dimensione affettata (quasi leziosa) nonché espressionista -, brandelli slapstick, noir-thriller e finanche horror (Willem Dafoe, implacabile killer sanguinario dai canini aguzzi e dai modi da sadico psicopatico pare rivenire direttamente dal set de L'ombra del vampiro), compongono un corpo-frankenstein immerso nell'atmosfera della car(tolinesc)a vecchia Europa (che fu). orpo che attraversa, alla maniera wesandersoniana, le varie fasi delle stagioni della vita, ritrovandosi pertanto di volta in volta nel più folle sfrenato delirio comico, alla deriva nel grottesco, negli imprevedibili saliscendi sentimentali, sulle vette della tragedia, avvolto da una coloratissima nube di riflessioni (sulla natura delle cose e del sentire e del sentirsi addosso l'odore di solitudine). Il tutto ravvivato ed esaltato dall'accompagnamento musicale del sodale Alexandre Desplat: invero, molto più di un accompagnamento, perché grazie alla strepitosa varietà dei motivi costiuisce con il componimento di Anderson un unicum di imprescindibile grazia e armonia. Geniale, nemmeno a dirlo, l'ensemble attoriale (che siano disposti a qualsiasi cosa pur di recitare anche un piccolissimo ruolo con il regista de I Tenenbaum è pressoché certo), tra piccole partecipazioni fulminanti (la già menzionata Tilda Swinton, e Harvey Keitel magnifico capocomico di un manipolo di galeotti evasi), felici sorprese (il giovane co-protagonistaTony Revolori, che ha i geni per questo cinema), e parti principali azzeccate (sia Fiennes che Dafoe, come sopra detto, ma anche Saoirse Ronan e Edward Norton).
    (M Valdemar, www.film.it)

    Guardare un film di Wes Anderson significa sentirsi a casa. È come andare a trovare un gruppo di vecchi amici in attesa che arrivi qualcuno per iniziare l’azione. È questa la peculiarità di questo giovane regista che, come la maggior parte dei grandi autori, risulta immediato e riconoscibile. L’estetica “alla Wes Anderson” è già un timbro, un modo di dire e di essere. Lo stile, definito alla maniera degli hipster, è ironico e ricercato: camicie stirate, possibilmente a quadretti, e colletti inamidati; Ray Ban da sole e fasce di spugna ai polsi e sulla fronte in perfetto stile tennista; scarpette in tessuto e pantalone con risvolto; cravatte a righe e cappellini e cuffie di lana, magari rossi; occhialoni da vista dalla grossa montatura e accessori vintage tipicamente anni ’60. Alcuni personaggi di Wes Anderson sono noti come icone di stile, un po’ come lo era Audrey Hepburn negli anni ’60. Un esempio per tutti: la magra, malinconica e trasognata Gwyneth Paltrow che interpreta Margot, la figlia dei Tenenbaum, quella famiglia americana che rappresenta un po’ il mondo “alla Wes Anderson“. Un mondo che in Grand Budapest Hotel si ritrova all’ennesima potenza: all’interno di un vecchio hotel dagli antichi splendori, ora quasi deserto e in decadenza, il proprietario discorre con un giovane scrittore, narrando la storia di ciò che accadeva all’interno di quelle mura, ora arancioni. L’attività del Grand Budapest Hotel girava intorno a una figura carismatica, dal grande fascino e savoir faire, Monsieur Gustave, interpretato – magistralmente – da Ralph Fiennes. Il concierge perfetto, per modo di fare, rigore e attenzione … ma anche un personaggio particolare che, insieme al suo nuovo protetto, il lobby boy dal nome Zero, viene invischiato in un episodio da thriller/giallo, e anche un po’ splatter per alcuni dettagli, sempre trattati con grande ironia. Ecco che compaiono personaggi surreali e molto caratterizzanti. Alla Wes Anderson, appunto. Il cast è riconoscibile, sono loro, gli “amici”: da un annoiato e sbadato concierge (del “nuovo” hotel Budapest) interpretato da Jason Schwartzman, all’adulto “lobby boy” interpretato da Murray Abraham, fino a un arrabbiato Adrien Brody, elegantissimo e cattivo, accompagnato da un ex soldato delle ZZ (presumibili SS di questa città immaginaria Zubrowka, la città del Grand Budapest Hotel) interpretato da Willem Dafoe. E poi Bill Murray, Owen Wilson – il “vecchio” compagno di Università che, insieme al fratello Luke, ha intrapreso i primi passi con Anderson -, Harvey Keitel, Edward Norton, Tilda Swinton, lo “stiloso” Waris Ahluwalia … Una caotica avventura tra colpi di scena, personaggi che sbucano sempre diversi e “matti”, un’estetica perfetta, già partendo dalla minuzia con cui il regista prepara i suoi attori: costumi, pettinature, gesti. E poi il Grand Hotel: d’impatto gli ambienti descritti, dove la forma prende sopravvento sull’azione. La scalinata barocca, ma di timbro retrò di una Russia dei primi dei ‘900, l’ascensore laccato di rosso, come una piccola, stretta prigione, o ancora i paesaggi montuosi, freddi, innevati di questa immaginaria regione. Il “Grand Budapest” è un “filmone” dove Anderson ha inserito tutto il suo immaginario e le sue azioni, come un poltergeist di rimandi e frammenti della sua poetica, in un grande spettacolo colorato. (Rossella Farinotti, Mymovies.it, 16 aprile 2014).

    -In nome di Dio,
    che cosa ti ha indotto a lasciare la Terra Natia cui appartieni
    e percorrere indicibili distanze per diventare un immigrato squattrinato
    in una società raffinata e colta che,
    francamente, avrebbe potuto fare a meno di te?

    -La guerra.

    (Il signor Gustave e Zero)


     
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