JUVE-REAL: RISULTATO DA SOGNO

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  1. Andnano89
     
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    TORINO - È dolcissimo il risveglio di una Juventus che ieri si è scoperta più affamata, più solida, più squadra del Real Madrid campione d'Europa. Sul calendario bianconero, ecco un altro 5 maggio da ricordare. Il 2-1 della semifinale di andata, nella notte più importante della giovane storia di uno Stadium da record di incasso (3,3 milioni!), permette alla Signora di coltivare il suo pensiero stupendo di arrivare "fino alla fine", come da inno bianconero, a quella finale di Berlino che ora dista soltanto 90 minuti (più eventuali supplementari e rigori) da Madrid. Un traguardo che da utopia si è trasformato prima in sogno e ora in concreta possibilità. "I tanti piccoli passi fatti insieme hanno portato la nostra #euroJuve fin qua: a 90' dalla Finale! Grazie ai ragazzi e a tutti voi!", è l'immancabile tweet di un Massimiliano Allegri che ieri, all'appuntamento più importante della carriera, si è tolto lo sfizio di battere il Real Madrid di fronte al suo predecessore Antonio Conte, sistemato in tribuna al fianco di Carlo Tavecchio. E visto che le ambizioni in casa Juve sono smisurate, è lecito continuare a rivolgere un pensierino anche al triplete. Mancano tre partite al grande slam: con tre vittorie è fatta, ma paradossalmente potrebbero bastare una sconfitta al Bernabeu, purché con un solo gol di scarto e con almeno due reti realizzate dalla Juventus e, con un po' di fortuna dal dischetto, due pareggi nelle finalissime di Champions League e Coppa Italia. Intanto la Juve un primato l'ha già ottenuto, con ascolti da Nazionale. La trasmissione in chiaro della partita su Canale 5 ha fatto registrare 9.663.000 telespettatori pari al 32.8% di share.

    Già, i bianconeri non si sentono i favoriti, ma sanno di avere qualcosa in più delle merengues, "un piccolo vantaggio", come diceva ieri Allegri. Intanto, in Spagna andranno con due risultati (e mezzo) utili su tre e forse un Pogba in più nel motore: giovedì il francese rientrerà in gruppo e sabato verrà collaudato per 15-20 minuti contro il Cagliari. E poi, rispetto ai galattici, hanno stipendi assai più terrestri (270 milioni di monte-ingaggi per i blancos, che ne versano 20 a stagione a CR7, 140 per i bianconeri, del resto a livello di fatturato c'è un disavanzo di 270 milioni) ma una migliore dotazione di gambe, cuore, polmoni e garra, come direbbe il grintoso Tevez. E una discreta dose di fortuna, la compagna di ogni grande impresa: vedere la clamorosa traversa colpita da James a Buffon battuto e il rimpallo che arma il contropiede di Tevez dal quale scaturirà il rigore del 2-1.

    L'Apache ha lasciato nuovamente il segno, il settimo in Champions, il ventinovesimo stagionale - eguagliato il suo record europeo di gol (City 2009-10) -, prima di smoccolare contro Allegri "colpevole" di avergli negato gli ultimi 4 minuti più recupero di partita. Secondo il quotidiano argentino Olè il numero 10 avrebbe dato del "cagon" (fifone) al tecnico: si vuole creare un caso per agevolare il rientro del profeta in patria, al Boca Juniors. In ogni caso anche questa eventuale reazione si potrebbe benissimo rubricare alle voci tremendismo, determinazione, ferocia. Prima della griffe decisiva di Tevez c'era stata quella del grande ex Morata - che smacco, il Real abbattuto da fuoco amico -, e cioè degli stessi marcatori dell'andata dei quarti di finale contro il Borussia Dortmund. Ecco, la Juve trascorrerà la settimana che la divide dal ritorno in Spagna proprio come quella prima del viaggio in Germania. Si concederà un bel po' di turnover sabato (Stadium, ore 18) con il Cagliari - in allerta i vari Padoin, Ogbonna, Matri e Coman, mentre Sturaro sembra già tipo da pianta stabile -, mentre Casillas e compagni
    dovranno fare un po' più sul serio in casa contro il Valencia. Sceglierà il vestito più adatto per il gran ballo del Bernabeu: potrebbe fare comodo un 3-5-2 più abbottonato, a maggior ragione se Ancelotti proporrà il 4-3-3 con il recuperato Benzema. E si calerà nel mitico Bernabeu con la stessa missione che si era data al Westfalenstadion: segnare (almeno) un gol. E se ne dovessero scappare di nuovo tre, come in Germania, tutto di guadagnato.

    Fonte- La Repubblica.it

    Edited by Andnano89 - 6/5/2015, 14:27
     
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    Real Madrid – Juventus: 1-1. Morata risponde a Cristiano Ronaldo. Bianconeri in finale dopo 12 anni


    Dopo il 2 a 1 dello Stadium, al Santiago Bernabeu gli uomini di Allegri sono riusciti ad imporre il pareggio a Cristiano Ronaldo: rigore su fallo in area di Chiellini e nella ripresa ancora il gol dell'ex Morata. Il sogno ora prosegue a Berlino, il 6 giugno, contro l'altra spagnola di Messi

    Tu quoque, Alvaro, fili mi. Sì, proprio Morata trascina la Juventus in finale di Champions League dodici anni dopo Manchester. Castiga lui il Real Madrid per la seconda volta dopo il gol dell’andata. E fa impazzire di gioia i tifosi bianconeri mentre il Bernabeu, tradito, lo fischia alla sostituzione. I bianconeri arrivano a Berlino (6 giugno) dopo aver costruito mattone dopo mattone la strada, cambiando in corsa modulo e conquistando fiducia e maturità. Nei novanta minuti di Madrid la metamorfosi dettata da Allegri emerge in tutta la sua potenza. La Juventus sa attendere e soffrire, poi diventa spietata e si regala una serata da sogno trascinata dal giovane Morata e sorretta da un paio d’interventi di Buffon, la colonna che scese in B da campione del mondo e ora andrà a giocarsi quella Champions che non ha mai vinto nello stadio dove trionfò con l’Italia nel 2006.

    Per chiudere il cerchio bisognerà battere il Barcellona stellare di Neymar-Messi-Suarez. Sembrava impossibile anche poter sconfiggere Bale-Benzema-Cristiano Ronaldo. Eppure a castigarli è stato proprio quel ragazzino che non trovava spazio tra le stelle milionarie. Si è presentato al Bernabeu a testa alta, come tutta la Juve che non mette da parte i proclami della vigilia e parte senza paure, anche se il primo pericolo lo crea il Real con un numero di Benzema. Però i bianconeri ci sono, provano a controllare il ritmo tenendo basso il voltaggio. Si dispongono con il 4-4-2 in fase difensiva quando Vidal scivola sulla linea del centrocampo prima di allungarsi in attacco, divenendo il più pericoloso al quarto d’ora con una botta di sinistro dopo un’azione insistita di Tevez. Casillas è attento e si alza il vento Blancos. Perché la Juventus rincula e si lascia schiacciare, spesso sorpresa a destra dalle aperture di Kroos per Carvajal, sul quale Pogba è molle in copertura. Proprio da quelle zone Bale scaraventa da fermo un bolide su Buffon. È il segnale dell’assalto che si concretizza dopo tre minuti di pressione quando Chiellini interviene in maniera scomposta su una percussione di James Rodriguez anche se il colombiano era ormai chiuso. È il 23′ minuto, Atkinson non ci pensa due volte e punisce l’ingenuità del difensore azzurro. Dal dischetto Cristiano Ronaldo spara secco e centrale ribaltando il discorso qualificazione.
    Da quel momento è la Juventus a dover fare la partita. Resta stordita per qualche minuto, complice un Pirlo impreciso. Poi risale la corrente. È disordinata e non sfrutta i calci piazzati ma dà costantemente la sensazione di potersi infiltrare tra i quattro davanti a Casillas, spesso scoperti perché in mediana manca il filtro. Ma quando il Real accelera fa paura e Buffon prima viene graziato da Ronaldo e poi è decisivo su Benzema. Ogni pallone pesa un quintale, si sbaglia molto con la complicità anche del caldo torrido che fa boccheggiare Madrid. La Juve è tradita dalla coppia P&P, Pirlo va sottoritmo e Pogba ci mette un’ora a carburare dopo cinquanta giorni di stop. Il migliore è Marchisio, pericoloso subito dopo l’intervallo con un destro teso ma fuori di poco. Una conferma che quando si bussa alla difesa madridista, spesso si trovano spazi dai quali si può entrare. Allegri spinge i suoi ad alzare il baricentro, Vidal non si abbassa più. È il momento della scossa. Che arriva grazie agli sviluppi di una punizione conquistata proprio dal cileno che poi ributta dentro per Pogba. La spizzata del francese è un babà che Morata arricchisce di panna. Il gol dell’ex, ancora. Come all’andata. Il ragazzo acerbo si fa uomo nella casa dov’è cresciuto. E dopo il brivido per una conclusione sottomisura di Bale, il più pericoloso, ancora lui potrebbe ammazzare il pathos dell’ultima mezz’ora ma arriva tardi sul cross di Marchisio, che dieci minuti dopo si fa murare da Casillas in uno contro uno. Con il Real costretto a cercare il gol per allungare la sfida, la Juve ha autostrade nelle quali lanciarsi. Almeno fino a quando Allegri non decide che è arrivato il momento di passare al 3-5-2 che garantisce copertura sugli esterni. L’obiettivo è sterilizzare lo sfogo finale degli uomini di Ancelotti, probabilmente all’ultima da allenatore al Bernabeu, pronti a frustrare su ogni possesso. Pronti ma non in azione, visto che i momenti di maggior tensione di Buffon vengono provocati da due palle perse di Tevez e Pogba. Troppo poco per ribaltare la forza granitica di una squadra impastata più con il lavoro che con i milioni. L’ingrediente migliore per andare a Berlino ad affrontare il Barcellona senza paura.

    Fonte http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/13...1681216/4/#foto
     
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