EBRU l'arte della pittura su acqua

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  1. gheagabry
     
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    "L’ebru ha una ragione d'essere molto visiva lontana però dalle cose superficiali, ed è ciò più apprezza di quest'arte...
    L’ebru non ha figure, è una struttura decorativa molto semplice che non contempla immagini come nel caso dell'arte figurativa. Ma ciò non significa che la sua tecnica sia facile da eseguire, perché si tratta di creare un rapporto di equilibrio che tenga conto di diversi parametri (da una conversazione con Muhammed Fakih Kademoğlu, L’arte dell’ebru come metafora sufi).


    L' E B R U



    L’Ebrû è un’antica tecnica turca utilizzata per decorare la carta. Il vocabolo EBRU deriva dal ramo ağatay della lingua turca, nel quale assume il significato di nube, nuvola o simile ad una nuvola, dal persiano ebri.
    La marmorizzazione è una tecnica di decorazione cromatica su carta che imita, riproducendone le chiazzature di colore, una superficie di marmo. Consiste nel porre un foglio di carta sulla superficie di un liquido dipinto grazie alle proprietà di liquidi diversi, insolubili l'uno nell'altro.

    La tela, per la creazione della tavolozza cromatica è un specchio d'acqua profondo pochi millimetri. I materiali usati come coloranti sono argille come l’ocra o coloranti vegetali che non devono assolutamente sciogliersi nell’acqua né contenere grassi. I colori vegetali sono schiacciati, frantumati e miscelati a mano, con acqua su una lastra di marmo, e poi trattati con fiele bovino, che è il liquido ottenuto dalla cistifellea dei bovini, contenente gli acidi della vescicola che disperdono i coloranti sull’acqua trattata con la gomma adragante. Nella vasca, per conferire viscosità e consistenza all’acqua, si aggiunge della gomma adragante. Il prodotto è ricavato dall’astragalo, una pianta tipica della flora anatolica. Quando all’inizio del secolo XVIII l’Ebru è stato importato in Europa, gli europei usarono al suo posto un muschio irlandese.

    Solitamente si opera deponendo delle gocce. Successivamente queste gocce possono essere "tirate" utilizzando delle sottili assicelle. Altri strumenti adoperati sono rastrelli, pettini, sottili assicelle, cannucce, particolari pennelli di crine. Completato il disegno, si dispone il foglio da decorare sulla superficie, avendo cura di farlo planare in tutte le sue parti e di ritirarlo subito non appena questo mostra i segni dell'acqua che vi penetra; poi si pone ad asciugare.


    Una tecnica artistica antichissima, che si contrappone e si contraddistingue è il Suminagashi, letteralmente “l’arte dell’inchiostro fluttuante”, si diffuse poco dopo l’anno 1000 in Giappone, presso la corte dell’imperatore.
    Per ottenerla si scioglie un po' di sumi (inchiostro) in una pietra d'ardesia da calligrafia e se ne raccoglie una goccia con un pennello morbido. Si appoggia poi la punta del pennello sulla superficie d’acqua; con un altro pennello, intinto in una sostanza leggermente oleosa, si tocca poi la macchia in modo da farla espandere verso l’esterno, e alternando l’uso dei due pennelli si fa in modo di creare disegni che rappresentano tematiche naturalistiche, come fiori, cieli o colline.
    Era una tecnica usata alla fine del IX secolo per decorare i waka, le tradizionali poesie giapponesi. Il Sanjuroku nin Kashu, una collezione di poemi di 36 eminenti scrittori, pubblicata attorno al 1112 rappresenta la più antica testimonianza di suminagashi e risulta essere più antica di almeno cinque secoli.

    ...storia...



    L' Ebru ha antichissime origini, ma purtroppo non si posseggono documenti che determinino esattamente da quando si conosca e si applichi.La tecnica si è diffusa lungo la Via della Seta fino in Iran, India e nei Paesi Arabi. Nelle zone dell’India e dell’Iran era una tecnica applicata per la maggior parte dei libri e si suppone che tragga origine dalla zona di Bukhara, l’attuale Uzbekistan, e risalga ad almeno 3000 anni fa.
    Gli Ottomani la utilizzavano come foglio di guardia dei libri e nella confezione di “Murakka Kıta” che erano cartoni fatti a mano e ricoperti di carta, su cui scrivevano i calligrafi. Gli esemplari più antichi risalgono al 1447 e sono esposti nella biblioteca del Palazzo di Topkapı. Durante l’Impero Ottomano, un testo del 1608 intitolato “Tertib’i Risale’i Ebri” trattava della tecnica Ebru e dal contenuto risulta che esistevano anche altri scritti sulla materia mai trovati. I fogli Ebru erano anche utilizzati nei documenti importanti e nelle carte valori, perché evidenziavano subito le cancellature e le raschiature. Quaderni realizzati con tutte le pagine di carta marmorizzata erano offerti dal Palazzo Imperiale alle famiglie reali d’Europa e agli ambasciatori stranieri di Istanbul. Dalla fine del XVI secolo fino al XVIII, ogni bravo legatore doveva fare almeno un viaggio a Costantinopoli. La moda voleva che tutte le pubblicazioni dell'epoca venissero rilegate all'interno con questo tipo di carta.

    L'ebru ha la particolarità di essere stata insegnata attraverso il praticantato e l'apprendistato. I ragazzi, giovani e giorvanissimi, facevano da garzoni presso botteghe di grandi artisti; osservando (e con il tempo provando) anche questi ragazzi diventarono degli artisti degni di quest'arte.
     
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0 replies since 25/3/2015, 19:19   432 views
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