SCHERMA

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    Scherma


    La scherma, arte marziale di antichissima origine, è oggi uno sport olimpico di opposizione a contesto aperto (open skill), che consiste nel combattimento leale tra due contendenti armati di spada, fioretto o sciabola. L'etimologia italiana della stessa parola scherma porta con sé il significato della disciplina, essa infatti deriva dal longobardo "Skirmjan" che significa proteggere, coprire (stessa etimologia della parola schermare). Ciò è probabilmente collegato al concetto dell'uso della spada non come strumento nato per colpire, ma come strumento difensivo. La disciplina di scherma ha le proprie basi nel porre la propria arma come difesa/schermo fra sé e l'avversario. Un'analogia si trova nell'etimologia della parola equivalente inglese fencing che deriva dal verbo de[fencing], cioè difendersi. Rimane invece dubbia l'etimologia del termine arcaico scrimia, con cui attualmente si indica la disciplina di scherma antica nell'ambito delle arti marziali. Probabilmente si tratta della fusione, nel periodo di predominanza spagnola della penisola, del termine italiano scherma con l'analogo spagnolo esgrima. In ogni caso il termine scherma appare affermato nei trattati a noi pervenuti che parlano della disciplina già a partire dall'inizio del '500, mentre il termine scrimia compare per la prima volta in un trattato italiano di fine '500 (Dell'Arte di Scrimia - 1572).
    Tecnicamente la scherma comprende tre armi:
    Il fioretto, La sciabola, La spada

    Le tre armi hanno particolarità differenti, derivanti dai diversi regolamenti e stili di combattimento: queste sono alcune delle caratteristiche principali, secondo il regolamento tecnico della FIE: Lunghezza max Lunghezza lama Peso max
    Fioretto 110 cm 90 cm 500 gr; Spada 110 cm 90 cm 770 gr; Sciabola 105 cm 88 cm 500 gr
    Nelle categorie giovanili sono in uso anche fioretti, spade e sciabole con lame di dimensioni ridotte, 88 cm (fioretto) ed 85 cm (spada e sciabola).
    Fioretto
    La prima, il fioretto, è forse l'arma più elegante. Il fioretto è una disciplina che richiede leggerezza e riflessività, conciliando agilità e buone capacità tattiche; proprio per questo il fioretto, nella tradizione della scuola italiana, è l'arma con la quale vengono avviati alla scherma i bambini, che con quest'arma iniziano solitamente il loro viaggio nel mondo della scherma agonistica. Il bersaglio del fioretto, coperto da un giubbetto conduttivo (chiamato comunemente "elettrico"), comprende il busto escluse braccia, gambe e testa, e può essere colpito solo di punta. Inoltre nel fioretto vige la "convenzione": si tratta di una serie di regole che disciplinano l'attribuzione del punto all'atleta che attacca per primo l'avversario o a quello che, dopo aver subìto un attacco, para e risponde o, infine, a quello che ha l'arma "in linea" (ovvero con il braccio e l'arma distesi orizzontalmente e la punta rivolta al petto dell'avversario(AA.VV., Il Fioretto, Scuola centrale dello Sport, Roma 1970, p. 8.). In caso di attacco simultaneo, il punto non viene attribuito: anche per stabilire questo, il ruolo del giudice di gara è fondamentale, in quanto deve ricostruire l'azione e assegnare il punto. Nel fioretto si tocca l'avversario con la punta dell'arma, che ha sulla sommità un bottone sostenuto da una molla: per segnalare il colpo deve essere esercitata una pressione di almeno 500 grammi. Storicamente il fioretto nacque come "spada alleggerita" per l'allenamento, destinata non tanto all'uso sul terreno ed ai duelli quanto all'esercizio nelle sale d'armi, in cui ci si abituava per efficacia a colpire al bersaglio mortale: il bersaglio valido del fioretto è infatti rappresentato dagli organi vitali e portare a segno una stoccata in tale sede era quasi sicuramente fatale; è per questo che il colpo simultaneo viene considerato neutro.
    Sciabola
    La sciabola,l'arma di attacco per eccellenza, molto più veloce ed istintiva delle altre discipline. Lo sciabolatore deve avere un'ottima resistenza fisica e grande mobilità nelle gambe, inoltre deve avere il pregio di riuscire a riflettere in tempi rapidissimi sulle proprie azioni e naturalmente su quelle dell'avversario. Il bersaglio della sciabola comprende il busto, comprese le braccia, e la testa; si può colpire di punta, di taglio e di controtaglio. La sciabola è preferita dai ragazzi, forse perché più muscolare delle altre due armi, ma da diversi anni è praticata da molte ragazze. La sciabola discende dalle armi usate dagli ufficiali di cavalleria, che, stando a cavallo, colpivano i fanti a piedi, soprattutto nella parte superiore del corpo e con movimenti ampi, usando di rado la punta: caratteristiche conservate nella determinazione del bersaglio valido anche nella moderna sciabola sportiva.
    Spada
    La spada è forse l'arma più praticata. La distribuzione delle armi praticate tende a variare con l'età. In generale, in Italia, si nota una preponderanza di fiorettisti in tenera età (categoria bambine/maschietti) una sostanziale parità di praticanti fioretto e spada alla categoria giovanissime/i, mentre a partire dalla categoria ragazze/i si nota una netta prevalenza degli spadisti. Federazione Italiana Scherma, ranking 2008, oltre ad essere quella più rappresentativa del duello sul terreno; è un'arma molto complessa ad alti livelli ed in effetti il suo bersaglio comprende tutto il corpo; si può colpire solo di punta: come nel fioretto, sulla sommità dell'arma c'è un bottone, che viene azionato da una pressione di almeno 750 grammi. La bellezza della spada risulta palese solo se praticata da schermidori di alto livello, anche se la facilità di inizio ed il fatto che - al contrario delle altre due armi - non vi è la convenzione la rendono allettante anche per i neofiti.Per questo motivo nella spada, a differenza delle altre armi, in caso di colpo doppio viene assegnato un punto a ciascun schermidore. Il colpo doppio si ha quando entrambi gli schermidori toccano bersaglio valido entro 40-50 millisecondi. Alla spada si deve il colore bianco della divisa da scherma: infatti i duelli combattuti con la spada erano al "primo sangue": qualsiasi ferita da cui uscisse sangue, su qualsiasi parte del corpo, determinava l'interruzione del combattimento e la sconfitta del duellante ferito. Per meglio evidenziare queste ferite era richiesto di vestirsi integralmente in bianco. Nelle competizioni moderne la divisa deve presentare una resistenza di 800 newton.
    Azioni
    Cavazione, a tutte e tre le armi: azione che permette allo schermidore di eludere la parata dell'avversario, facendo girare la propria punta attorno alla lama avversa con un moto spirale.
    Fendente, nella sola Sciabola: colpo portato con il taglio dell'arma, dall'alto verso il basso, spesso lungo una diagonale; più raramente è parallelo al terreno.
    Botta dritta, a tutte e tre le armi: azione che permette allo schermidore di colpire il bersaglio avversario col solo prolungamento del braccio o andando in affondo, comunque facendo seguire alla lama una linea diretta per la via più breve verso il bersaglio.
    Affondo, a tutte e tre le armi: permette allo schermidore di colpire il bersaglio avversario da una distanza superiore a quella del solo allungamento del braccio armato. Con uno slancio della gamba posteriore, il busto viene proteso in avanti mentre il braccio armato si distende.
    Presa di ferro, un'azione molto praticata in tutte le tre armi, permette di deviare la lama avversaria, per colpire acquisendo il diritto secondo la convenzione (fioretto/sciabola)o comunque evitando il colpo doppio (spada).
    Flèche, o, in italiano, "frecciata", è un'azione d'attacco che si compie sbilanciando il busto in avanti fino alla quasi totale perdita dell'equilibrio, slanciandosi verso l'avversario per toccarlo e portando poi in avanti la gamba posteriore in una corsa di smorzamento per interrompere lo sbilanciamento del corpo. Se l' avversario non viene toccato e lo schermitore che ha eseguito la frecciata è uscito lateralmente dalla pedama, alla rimessa in guardia deve per regolamento concedere un metro di avanzamento all'avversario. È un movimento proibito nella sciabola in tutte le categorie e a tutte e tre le armi nelle categorie inferiori ai Giovanissimi.

    (Gina)

     
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    Mondiali scherma: doppio oro per Italia del fioretto
    Dopo le azzurre anche il team maschile sul podio più alto.

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    La quarta medaglia italiana (terza d'oro) ai mondiali di scherma di Mosca la conquistano le ragazze del fioretto. In finale, il Dream Team composto da Arianna Errigo, Elisa Di Francisca, Valentina Vezzali e Martina Batini ha battuto la Russia 45-36.

    Anche il fioretto maschile a squadre conquista la medaglia d'oro nell'ultima giornata dei mondiali di scherma di Mosca. In finale, Andrea Baldini, Andrea Cassarà, Giorgio Avola e Daniele Garozzo hanno battuto la Russia 45-38.

    Fonte http://www.ansa.it/sito/notizie/sport/altr...f1d089f0ff.html
     
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    MONDIALI MOSCA2015 - E' GRAND'ITALIA NELL'ULTIMA GIORNATA - DOPPIO ORO





    Una domenica così sarà difficile da dimenticare! En plein azzurro a Mosca nell'ultima giornata dei Campionati del Mondo 2015.
    L'Italia sale sul tetto del Mondo con entrambe le squadre di fioretto: il Dream team femminile composto da Arianna Errigo, Elisa Di Francisca, Valentina Vezzali e Martina Batini, e la compagine maschile formata da Andrea Baldini, Andrea Cassarà, Daniele Garozzo e Giorgio Avola.
    Due medaglie che portano il bottino azzurro finale a quota cinque, con ben quattro titoli (Rossella Fiamingo nella spada, sciabola maschile a squadre, fioretto femminile a squadre, fioretto maschile a squadre), ed una di bronzo (Arianna Errigo nel fioretto), che proiettano l'Italia al secondo posto del medagliere, dietro i padroni di casa della Russia.
    Il calar del sipario sulla rassegna iridata, non lesina emozioni! La doppia sfida Italia-Russia di fioretto inizia con le azzurre che, dopo l'oramai consueto inno in pedana, sin da subito impongono il loro ritmo. Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Martina Batini e Valentina Vezzali si impongono per 45-36, lasciandosi andare ai festeggiamenti in pedana per scaricare la tensione. E' il preludio alla seconda sfida, quella maschile.
    L'assalto è più difficile. Andrea Cassarà, Andrea Baldini, Daniele Garozzo e Giorgio Avola lo affrontano con decisione lottando punto a punto, mantenendosi sempre in vantaggio, tranne un unico parziale, quello del 20-19 in favore dei russi. A chiudere è Andrea Baldini, giunto in Russia solo per la gara a squadre e quindi voglioso di dare il massimo. E' lui a mettere a segno la stoccata del 45-38 che dà il via alla festa azzurra che proseguirà sino alla partenza del volo verso l'Italia in programma all'alba di Mosca.
    "Gruppo fantastico che soprattutto nelle difficoltà riesce a dare il massimo - è il commento a caldo del Commissario tecnico, Andrea Cipressa - Questi successi non solo ripagano i grandi sacrifici, ma soprattutto riscattano le prove individuali opache e, nel caso dei maschi, quella offerta a squadre agli Europei di Montreux. Ipotechiamo la qualificazione a Rio2016 ma, ed adesso lo sappiamo bene, per rimanere ai vertici serve dare il massimo, non abbassare la guardia e non sentirsi appagati".
    La giornata trionfale del fioretto azzurro era iniziata con le donne protagoniste. Il "Dream Team", dopo aver sconfitto per 45-13 la Spagna nell'assalto del turno dei 16 svoltosi ieri, ha iniziato superando per 45-25 il Giappone, proseguendo poi avendo la meglio contro l'Ungheria col netto punteggio di 45-18.
    Nel fioretto maschile Andrea Baldini, Andrea Cassarà, Giorgio Avola e Daniele Garozzo, dopo aver vinto l'assalto del tabellone degli ottavi, svoltosi ieri mattina, contro l'Ucraina per 45-32, hanno esordito questa domenica superando col punteggio di 45-37 la formazione degli Stati Uniti. In semifinale, il quartetto italiano si è reso artefice di una gran bella prestazione, superando nettamente, col punteggio di 45-25 i cugini della Francia, presentatisi al Mondiale da numero 1 del ranking mondiale.
    Per il fioretto femminile a squadre si tratta della quindicesima medaglia d'oro nella storia, mentre quella collezionata dagli uomini è la ventunesima nell'albo d'oro iridato dell'Italia che, da oggi, può vantare una bacheca complessiva con ben 324 podii ai Campionati del Mondo Assoluti.
    CAMPIONATI DEL MONDO MOSCA2015 - FIORETTO FEMMINILE - PROVA A SQUADRE - Mosca, 18-19 Luglio 2015
    Finale
    ITALIA b. Russia 45-36

    Finale 3°-4° posto
    Francia b. Ungheria 37-36

    Semifinali
    Russia b. Francia 45-41
    ITALIA b. Ungheria 45-18

    Quarti
    Russia b. Polonia 45-38
    Francia b. Corea del Sud 45-41
    Ungheria b. Usa 45-35
    ITALIA b. Giappone 45-25

    Tabellone delle 16
    ITALIA b. Spagna 45-13

    Classifica (18): 1. ITALIA, 2. Russia, 3. Francia, 4. Ungheria, 5. Corea del Sud, 6. Usa, 7. Giappone, 8. Polonia.

    ITALIA: Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Valentina Vezzali, Martina Batini
    CAMPIONATI DEL MONDO MOSCA2015 - FIORETTO MASCHILE - PROVA A SQUADRE - Mosca, 18-19 Luglio 2015
    Finale
    ITALIA b. Russia 45-38

    Finale 3°-4° posto
    Cina b. Francia 45-31

    Semifinali
    ITALIA b. Francia 45-25
    Russia b. Cina 45-37

    Quarti
    Francia b. Giappone 45-42
    ITALIA b. Usa 45-37
    Cina b. Corea del Sud 45-32
    Russia b. Gran Bretagna 40-38

    Tabellone dei 16
    ITALIA b. Ucraina 45-32

    Classifica (27): 1. ITALIA, 2. Russia, 3. Cina, 4. Francia, 5. Gran Bretagna, 6. Usa, 7. Giappone, 8. Corea del Sud

    ITALIA: Andrea Baldini, Daniele Garozzo, Giorgio Avola, Andrea Cassarà



    http://federscherma.it/
     
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    Perché l’Italia è così forte a scherma?



    Nonostante le vittorie e la grande tradizione delle scuole italiane, la scherma è comunque uno sport poco praticato in Italia e seguito principalmente soltanto in occasione dei Giochi Olimpici: con circa 19 mila tesserati – un terzo di quelli francesi, meno degli Stati Uniti – non rientra nei 25 sport più praticati in Italia elencati del CONI (molti meno del tiro con l’arco, ad esempio). Ma le ragioni della forza italiana in questo sport sono molto solide e vengono principalmente da una lunga storia e da alcuni centri molto famosi.
    Le discipline della scherma
    La scherma è uno degli sport in cui l’Italia ha ottenuto i risultati migliori: la medaglia vinta sabato dalla squadra femminile di fioretto è stata la centesima nella storia della scherma italiana ai Mondiali. In questo conto rientrano tutte le medaglie vinte nelle tre discipline della scherma sportiva: il fioretto, la sciabola, la spada.
    Una prima precisazione da fare è che si tratta di tre armi diverse, ognuna con il proprio regolamento. Per fare punto nel fioretto lo schermidore deve toccare l’avversario con la punta dell’arma nel busto, nella sciabola valgono il busto, le braccia o la testa e si può colpire anche di taglio, mentre nella spada si può colpire tutto il corpo. Inoltre, il fioretto e la sciabola prevedono regole temporali nel colpire l’avversario, mentre nella spada gli atleti possono segnare contemporaneamente.



    Un po’ di storia

    La scherma è lo sport olimpico in cui l’Italia ha vinto più medaglie in assoluto: la nazionale, tra uomini e donne, ha vinto più medaglie alle Olimpiadi estive (117) e ai campionati europei (142) rispetto a tutti gli altri paesi del mondo, mentre ai mondiali ne ha vinte 306 ed è seconda.
    La nazionale italiana è sempre stata presente ai campionati mondiali di scherma, fin dall’edizione del 1937 a Parigi, ma la storia della scherma italiana è molto più antica. Non è possibile risalire all’origine esatta della prima scuola di scherma italiana, mentre sappiamo che il primo trattato di scherma italiano fu scritto nel 1409 dal maestro Fiore dei Liberi da Premariacco: il Flos duellatorum. Già prima di questa data c’erano comunque in giro per l’Europa alcuni importanti “maestri d’arme” italiani.
    Achille Marozzo è considerato il “padre fondatore” della scherma italiana: nel 1536 pubblicò un’opera completa, sia a livello tecnico, sia dal punto di vista critico, cioè sui principi della scherma. In quei secoli, tra l’altro, si combatteva impugnando due armi: la spada nella mano destra, e la daga – una specie di spada con la lama corta – nella mano sinistra.
    I primi incontri di tipo sportivo ci furono soltanto a partire dal Seicento: le punte dei fioretti venivano coperte da un bottone allo scopo di evitare ferimenti. Già nell’Ottocento la scuola italiana di scherma era considerata la più prestigiosa d’Europa.
    Alla Scuola Magistrale Militare di Roma gli schermidori si allenavano fino a nove ore al giorno: all’esercizio e allo studio della tecnica affiancavano la pratica degli attrezzi di ginnastica, precorrendo di molti decenni i sistemi di allenamento moderni, come scrive la storia dello sport sul sito della FIS.



    La scuola italiana

    Nonostante i cambiamenti che ci sono stati nell’uso delle armi, alcuni aspetti che riguardano la tecnica della scuola italiana della scherma sono invece rimasti costanti e in parte unici: alcune tecniche nelle azioni difensive, il modo in cui ci si esercitava nelle posizioni di guardia, con un uso specifico delle braccia, e l’allenamento a tempo.
    La Federazione Schermistica Italiana è stata costituita nel 1909 e nel 1933 è diventata Federazione Italiana Scherma (FIS), com’è conosciuta anche oggi. Con la prima edizione dei Giochi Olimpici del 1896 ad Atene, la scherma si trasformò definitivamente: dall’essere considerata un’arte divenne un vero e proprio sport da combattimento. La concezione artistica della scherma è stata anche inserita nel Vocabolario dell’Accademia della Crusca: scherma, schermire è riparare con arte il colpo che tira il nemico e cercare di offenderlo sempre.

    Gli schermidori italiani più importanti

    Come hanno scritto David Goldblatt e Johnny Acton nel loro libro Olimpiadi, prima del 1913, quando nacque la Fédération Internationale d’Escrime (FIE), la scherma alle Olimpiadi fu una presenza stravagante. Diversamente dalle altre discipline, esistevano gare separate per amatori e maestri di scherma, che venivano considerati come una categoria di professionisti a sé stante e quindi ammissibile. C’erano inoltre gare cui prendevano parte entrambi i gruppi. Furono proprio due maestri, Antonio Conte e Italo Santelli, ad aggiudicarsi le prime medaglie italiane: i due vinsero oro e argento nella sciabola per maestri ai Giochi di Parigi 1900.
    Il primo schermidore italiano ad essere riconosciuto a livello internazionale fu Nedo Nadi. All’età di 18 anni vinse la medaglia d’oro nel fioretto individuale ai Giochi Olimpici di Stoccolma del 1912 e ai Giochi Olimpici del 1920, ad Anversa, vinse cinque medaglie d’oro: nel fioretto individuale, nella sciabola individuale, nel fioretto a squadre, nella spada a squadre, nella sciabola a squadre.
    Si tratta di un record che nessuno è ancora riuscito ad eguagliare: cinque ori in tutte le discipline della scherma, in una sola edizione olimpica. È italiano anche lo schermidore ad aver vinto più medaglie ai Giochi Olimpici: Edoardo Mangiarotti, tra il 1936 e il 1960, ne ha vinte 13, di cui 6 d’oro. Più recentemente, bisogna ricordare le vittorie di Valentina Vezzali, la prima schermitrice al mondo ad aver vinto tre medaglie d’oro in tre edizioni consecutive dei Giochi Olimpici: Sydney 2000, Atene 2004, Pechino 2008.



    Le scuole

    La tradizione della scherma in Italia si è sempre concentrata intorno ad alcune città, con circoli sportivi e scuole molto celebri: ad esempio il Circolo Fides di Livorno, i cui allievi hanno vinto oltre 60 medaglie olimpiche, e il Club Scherma di Jesi fondato da Ezio Triccoli nel 1947. Valentina Vezzali è una delle atlete italiane che ha vinto la medaglia d’oro nel fioretto alle Olimpiadi – come Giovanna Trillini prima di lei ed Elisa Di Francisca dopo di lei – ad aver studiato scherma nella scuola di Triccoli, grande innovatore anche nell’insegnamento dello sport. In totale, le società italiane dove si pratica la scherma sono più di trecento.




    www.ilpost.it - articolo del 13 agosto 2013
     
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    Espressione di una classe guerriera, i nobili medievali si servivano della spada per imporre i propri voleri. Dopo l’avvento della polvere da sparo, a tenere in vita la spada fu il suo ruolo di status symbol: esisteva un imponente corpo di leggi che stabiliva chi era autorizzato a portare armi in pubblico e chi no. Per chi era autorizzato a usarla, la spada divenne strumento per risolvere le dispute nell’aristocratico territorio dell’onore. La scherma, intesa come forma strutturata dell’arte del duello, si sviluppò in gran parte come servizio a questo culto spesso illegale.
    Il più antico manuale di scherma europeo è un manoscritto tedesco risalente alla fine del Tredicesimo secolo, nel quale un personaggio monastico istruisce uno studente armato di spada e di un piccolo scudo rotondo. Nel Quindicesimo secolo l’avvento della stampa in Europa vide una proliferazione dei manuali di scherma: stampati a tirature superiori al migliaio di copie, diventarono i bestseller dell’epoca, con illustrazioni eseguite da autentici luminari come Dürer e Michelangelo.
    Tra le opere più lette del Rinascimento ci fu Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione, pubblicato a Venezia nel 1538. In questo manuale di istruzioni per le classi sociali, appena un gradino sotto rispetto al Principe di Machiavelli, Castiglione sottolineava che l’abilità con la spada era fondamentale nella vita del cortigiano, «perché a parte l’uso che ne deve fare in guerra… Capitano molte occasioni di disaccordo tra un gentiluomo e un altro, alle quali fa seguito un duello.»



    La richiesta di istruzione era insaziabile, e nel Sedicesimo e Diciassettesimo secolo i maestri italiani rifornirono il mercato di tutta Europa. Achille Marozzo, autore dell’Opera Nova Chiamata Duello, analizzò le tecniche di stoccata e parata, mentre il Trattato di scientia d’arme di Camillo Agrippa definiva le posizioni (o guardie) che sono in uso ancora oggi. All’epoca l’Italia era un agglomerato di stati, ciascuno dei quali aveva la propria scuola di scherma, e fu soltanto nel 1890, una volta raggiunta l’unità, che venne concordato un solo stile e un insieme di regole. Da tempo però l’Italia era stata messa in ombra dalla Francia, uno stato centralizzato la cui aristocrazia si era dimostrata ancora più entusiasta in materia.
    Quando Luigi XIII salì al trono all’inizio del Diciassettesimo secolo, il parco del Bois de Boulo- gne grondava del sangue degli aristocratici. Le regole sul duello permettevano anche ai secondi di sfidarsi tra loro, il che portava ad autentiche risse di massa a colpi di spada. L’ambasciatore britannico Lord Herbert scrisse in una lettera a casa: «Non esiste francese degno di nota che non abbia ucciso un rivale a duello». Persino il cardinale Richelieu non riuscì a eliminare i duelli, a dispetto degli editti da lui promulgati per bandirli. Fu solo quando Luigi XIV riunì l’aristocrazia francese sotto lo sguardo vigile dello stato al Palazzo di Versailles che si riuscì a esercitare un certo controllo. Nel mondo irregimentato del Re Sole, la scherma fu reinventata come pratica di corte. I duellanti venivano incoraggiati a intrattenere un dialogo tra lame piuttosto che una mischia caotica. Venne introdotto il fioretto, una spada più leggera, e ristretta l’area del corpo che era permesso attaccare. Malgrado questi accorgimenti le ferite abbondavano, e dopo che tre maestri di spada persero un occhio ai primi del Settecento furono introdotte le maschere.




    Il processo di codifica fu completato nel Diciannovesimo secolo. Al sottobosco illegale ma diffuso dei duelli fu data una forma definitiva dal conte di Chateauvillard del Paris Jockey Club, nel suo conciso Essai sur le duel, pubblicato nel 1836. Il testo tecnico ufficiale della scherma venne fornito dallo Stato: nel 1877 il ministro della Guerra francese pubblicò il suo biblico Manuel d’Escrime, che dominò la pratica della scherma per oltre mezzo secolo.
    Verso la fine del Diciannovesimo secolo la scherma aveva assunto una forma simile a quella attuale, con armi, rivestimenti protettivi e regole che erano in linea di massima equiparabili a quelle odierne. La scherma agonistica si diffuse nei più esclusivi club cittadini. I maestri di scherma davano lezioni e combattevano in esibizioni di gala davanti a migliaia di spettatori danarosi. Ma l’emergere della scherma come sport non necessitava soltanto di nuove regole e tecnologie che la rendessero un’attività non letale (e meno suscettibile di imbrogli), ma anche della soppressione dell’ambiente militare e aristocratico in cui era stata forgiata. La Prima guerra mondiale raggiunse entrambi gli scopi.




    www.ilpost.it tratto da un articolo del 6 agosto 2012
     
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