YOGA

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  1. gheagabry
     
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    IL WOGA: LO YOGA IN ACQUA

    Una moda molto diffusa negli ultimi anni è quella di praticare le attività fisiche in acqua. La piscina rappresenta ormai una vera e propria palestra dove poter eseguire quasi tutti gli esercizi che normalmente vengono svolti a terra. Le prime ad essere coinvolte in questo processo sono state le discipline classiche come aerobica e spinning dando rispettivamente vita all’acquagym e all’hydrobike. Successivamente è toccato anche alle attività olistiche come il Pilates e lo Yoga. I motivi che muovono questi processi sono essenzialmente due: uno di carattere prettamente commerciale l’altro di natura medico sportiva. Le esigenze moderne spingono il settore del fitness nella continua ricerca di attività sempre innovative che incoraggino il maggior numero possibile di persone alla pratica sportiva e garantiscano nuovi iscritti ai centri fitness. D’altro canto c’è da sottolineare come l’ambiente acquatico abbia innegabili vantaggi sotto i profilo articolare, funzionale e della motivazione.

    Come molte delle discipline innovative, anche il Woga arriva dall’America e più precisamente dalla patria del fitness e del benessere, la California. La disciplina è nata circa 10 anni fa ad opera di un terapista americano, Harold Dull, primo tra tutti a comprendere come l’acqua fosse uno degli ambienti più idonei per praticare diverse attività tra le quali lo Yoga.

    Woga è un termine composto dalle parole water e yoga e lo si può quindi tradurre come “yoga in acqua”. Sarà forse per la quasi totale assenza di gravità, per il ricordo dei nove mesi trascorsi nell’utero materno o per l’alta percentuale di acqua presente nel nostro corpo che questo fluido vitale rappresenta l’ambiente di lavoro ottimale per tante discipline fitness. Una leggenda racconta addirittura che uno dei primi Yogi aveva il nome di Matsyendra meglio conosciuto come l’uomo-pesce. Si narra che Shiva insegnasse in riva al mare le tecniche Yoga alla moglie, la dea Pârvatî, che però si mostrava poco interessata, contrariamente ad un pesce che osservava incuriosito gli esercizi. A quel punto Shiva resosi conto del particolare interesse che il pesce aveva per lo Yoga decise di spruzzarlo di acqua facendogli assumere immediatamente sembianze divine, da lì il nome Matsyendra, il Signore dei Pesci (matsya “pesce”, Indra “signore”). Al di là dei miti e delle leggende, praticare Yoga in acqua è forse una delle cose più naturali e semplici che possa esistere. Le posizioni e i principi dell’Hatha Yoga si adattano a meraviglia all’ambiente acquatico. Insieme alle Asana (posizioni statiche) c’è il Pranayama cioè il controllo e la regolazione della respirazione. L’acqua addolcisce i movimenti, sblocca le articolazioni, allunga e scioglie i muscoli, dona il giusto equilibrio psico-fisico e migliora le capacità di concentrazione. Lavorare in acqua è utile perché allontana le tensioni negative, previene lo stress, l’insonnia e l’ansia. Per lavorare in piscina non occorrono prerequisiti particolari. Non è indispensabile saper nuotare; gli esercizi sono eseguiti in piedi, seduti sul fondo della piscina ma anche in galleggiamento con l’ausilio di particolari supporti. Tramite la pratica del Water Yoga è addirittura possibile superare la paura dell’acqua. La temperatura della piscina dovrebbe essere intorno ai 30°C. Gli esercizi eseguiti sono per la maggior parte statici è per questo che la temperatura del fluido deve essere abbastanza alta.

    Vantaggi dell’attività in acqua

    Carico articolare quasi nullo;
    Possibilità di assumere posizioni impossibili a terra, in particolare le Asana dello Yoga spesso molto difficili anche per atleti esperti;
    L’acqua aiuta a mantenere le Asana poiché ha una densità maggiore dell’aria;
    Questo fluido ci riporta alla mente sensazioni e pensieri prenatale, quando si era avvolti e coccolati da questo fluido della vita;
    Il corpo umano è formato in gran parte di acqua, è anche per questo che essa rappresenta un ambiente di lavoro naturale;
    In acqua i suoni sono attenuati, si assapora il silenzio e i movimenti del corpo producono un dolce fruscio. Tutto questo aiuta a rilassare la mente ritrovando il giusto equilibrio psico-fisico. La mente distesa e concentrata riesce a comandare meglio i muscoli anche in movimenti all’apparenza difficili.

    Posizioni dello Yoga

    Lo Yoga che si presta di più all’attività acquatica è sicuramente l’Hatha Yoga. Ogni Asana o posizione viene mantenuta in acqua per almeno 30 secondi, un tempo inferiore non sarebbe nemmeno sufficiente a raggiungere la giusta concentrazione. Il passaggio da un gesto all’altro deve essere fluido e controllato. La maggiore densità dell’acqua permette un controllo più alto del corpo. Lo Yoga rappresenta la possibilità per molte persone di intraprendere un personale cammino alla ricerca di una più profonda conoscenza di se stessi. La respirazione, la concentrazione e il rilassamento fanno sì che il soggetto ritrovi il proprio equilibrio interiore e riesca in tal modo a governare meglio la componente fisica. Alle posizioni classiche dello Yoga, però, il Woga aggiunge interessanti varianti. Il lavoro viene svolto in piedi con l’acqua che arriva alla vita oppure all’altezza delle spalle. Molti movimenti seduti si eseguono nella parte bassa della vasca con l’acqua sino alla vita o al petto. La maggior parte delle Asana distese vengono eseguite in sospensione sull’acqua tramite l’ausilio di supporti galleggianti (manubri galleggianti, collari e cuscini galleggianti e acquatube). La musica, come in tutte le attività solistiche, rappresenta il sottofondo utile per raggiungere la giusta concentrazione. La classe è mediamente formata da 3-7 persone. Chi pratica già lo Yoga a terra è sicuramente avvantaggiato nell’esecuzione in acqua; nulla vieta però di iniziare direttamente con il Woga. La durata della lezione varia dai 30 ai 45 minuti. La prima parte formata da circa 5-10 muniti, è dedicata ad esercizi specifici per la respirazione al fine di preparare il corpo e la mente alla pratica della Asana. Alcune tra le posizioni di Hatha Yoga in acqua più diffuse sono quella dell’Aquila e dell’albero.

    Chi può praticare il Woga

    Essenzialmente tutti ma in particolare:
    Le donne in gravidanza. Aiuta le future mamme a rilassarsi prevenendo eventuali affaticamenti alla colonna vertebrale classici durante i nove mesi. Per il feto è utilissimo poiché migliora il trasporto di ossigeno. L’acqua realizza un massaggio generale sull’intero corpo e aiuta la circolazione sanguigna. Durante la gravidanza la capacità di equilibrio diminuisce, è per questo che alcune Asana dello Yoga devono essere evitate. Con l’esecuzione in acqua si risolve anche questo problema. Inoltre una pratica costante potrebbe preparare la futura mamma ad un eventuale parto in acqua. Le persone di terza età. Il carico articolare ridotto permette anche a soggetti avanti con gli anni di eseguire posizioni spesso impossibili a terra. Riduce inoltre tutti quei fastidi articolari che sopraggiungono con gli anni come artriti e reumatiti. I soggetti che hanno subito traumi o interventi chirurgici necessitano a volte di un periodo di riabilitazione. Il Woga rappresenta spesso un valido protocollo di lavoro a seguito di fratture ossee o periodi di inattività fisica. Le persone in medio o forte soprappeso. Sovente gli obesi hanno difficoltà a svolgere una corretta attività fisica a terra a causa del peso corporeo esagerato e dell’eccessiva pressione che esso esercita sul sistema muscolo-scheletrico. L’acqua riduce il carico articolare permettendo a tutti di eseguire una corretta attività fisica. In questi casi comunque è bene integrare il Woga con un lavoro aerobico a terra specifico che consenta la riduzione del tessuto adiposo.

    (Gina)

     
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0 replies since 24/2/2015, 18:46   42 views
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