Franco Trentalance dal porno ai romanzi: ha scritto un thriller erotico

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    Franco Trentalance dal porno ai romanzi:
    ha scritto un thriller erotico


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    17 FEBBRAIO 2015 14:44 di Valeria Morini

    "Tre giorni di buio" è l'esordio letterario del celebre pornodivo, incentrato sulla torbida figura di un serial killer. Manco a dirlo, l'universo che fa da sfondo alle vicende raccontate è quello del cinema hardcore.

    Dal mondo del cinema hardcore a quello della letteratura. Franco Trentalance, uno dei più celebri pornodivi italiani, ha deciso di dare una svolta "intellettuale" alla sua carriera e diventare scrittore. Il suo romanzo d'esordio si intitola "Tre giorni di buio" ed è stato redatto a quattro mani insieme al giornalista Gianluca Versace. Per Trentalance non si tratta in realtà della prima volta in cui ha preferito la penna alle sue "doti" ben più popolari, dal momento che nel 2009 ha pubblicato l'autobiografia "Trattare con cura".

    Per il suo debutto nella fiction, l'attore ha scelto un genere evergreen come il thriller: "Tre giorni di buio" è incentrato sulla torbida storia di un serial killer e di un commissario chiamato a indagare sui suoi sanguinari delitti. E, visto che è sempre bene raccontare quello che si conosce meglio, l'universo che fa da sfondo al romanzo è quello del cinema a luci rosse, tanto che il libro si apre proprio con il raccapricciante assassinio di una pornostar. Sembra che le quantità di splatter e di erotismo non siano affatto lesinate all'interno del romanzo, che intreccia il mondo dei film hard con oscure storie legate alla politica, alle multinazionali farmaceutiche e al mondo ecclesiastico. Tanta carne al fuoco, quindi. E tanta carne scoperta, probabilmente.

    Non è la prima volta che Trentalance cerca vie alternative alla sua popolare carriera di stella del cinema per adulti. Classe 1968, l'attore ha recitato nella bellezza di 440 film pornografici, per poi sbarcare sul piccolo schermo e in radio. Ha partecipato all'edizione 2008 di "La talpa" (dove, nel ruolo della talpa, c'era proprio lui) e a diversi programmi radiofonici, tra cui "Gli Spostati" su Radiodue (manco a dirlo, conducendo una rubrica sul tema del sesso). Nel 2013 è protagonista di un calendario hot. E chi avrebbe mai immaginato che il suo nome sarebbe apparso un giorno anche sugli scaffali di tutte le librerie.

    continua su: http://gossip.fanpage.it/franco-trentalanc.../#ixzz3S1VK8jLa
    http://gossip.fanpage.it


    FONTE:
    © http://gossip.fanpage.it/franco-trentalanc...riller-erotico/
     
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    'Tre giorni di buio'
    Franco Trentalance - Gianluca Versace





    Titolo - Tre giorni di buio
    Autore - Trentalance Franco, Versace Gianluca
    Data di uscita - 18/02/2015
    Prezzo di listino - € 16,50
    Editore - Ultra
    Pagine - 288


    Un pornodivo internazionale stanco della sua carriera, un politico di bassa moralità, un industriale farmaceutico con pochi scrupoli e una giovane starlette dell’hard: su di loro aleggia l’ombra di un serial killer che sembra agire senza un movente, torturando e trucidando le proprie vittime con una crudeltà fuori da ogni schema. Un enigmatico filo conduttore unisce tre storie parallele, ambientate tra Italia, Ungheria e Repubblica Ceca, portando in primo piano la vicenda di Luca Graf e Sofia Bellucci, due generazioni di pornostar a confronto, costretti loro malgrado a indagare sul mostro che uccide attori e attrici dell’hard europeo. Tra set a luci rosse e camere di tortura grondanti sangue, giochi sporchi tra politici e intrighi ancora più indicibili fra manager di multinazionali, questo romanzo molto politicamente scorretto e sconsigliato ai deboli di cuore (e di stomaco) ci trascina senza possibilità di scampo in un mondo crudo e feroce. Una prova d’esordio sorprendente per un duo d’eccezione: Franco Trentalance, che l’ambiente del porno conosce bene, e Gianluca Versace, una vita per la cronaca, nera e non, allestiscono un thriller spietato e originale, che non potrà passare inosservato.



    Fonte:
    © http://www.lafeltrinelli.it/libri/trentala...o/9788867761319,
    web,www.youmovies.it
     
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    Trentalance “La scrittura è come
    il porno un piacere che si gusta subito”


    trentalance-khUE-U10401905591491ukC-700x394@LaStampa.it

    Franco Trentalance Gianluca Versace “Tre giorni di buio” Castelvecchi pp. 285, € 16,50


    La star del cinema hard pubblica un noir (molto pulp) con un serial killer che elimina protagonisti di film a luci rosse

    BRUNO VENTAVOLI 17/02/2015

    Rosalba, pornostar dal fisico mediterraneo si risveglia carponi, legata, imbavagliata, terrorizzata. Quando, d’un tratto, sente avvicinarsi un paio di anfibi spera che quello strano incubo si dissolva. Invece è la fine. Viene ammazzata in un modo atroce che non riveliamo, un po’ per rispetto della suspence e un po’ per pruderie. Inizia così Tr e giorni di buio , primo romanzo di Franco Trentalance (uno dei più celebri attori hard) scritto insieme al giornalista Gianluca Versace.

    Un thriller molto porno e molto splatter con protagonista un assassino seriale che elimina star delle luci rosse proclamandosi anticristo punitore di lussuria. Mentre un commissario tutto flemma e fiuto indaga, la trama si complica con un potente politico centrista dall’oscuro passato, gli affari di una multinazionale del farmaco, i tormenti di due sorelle cresciute in un ambiente altoborghese, le malefatte di un prete pedofilo. Un pasticciaccio brutto, sembrerebbe. In realtà la storia scorre rapida, avvincente, audace. Ricomponendosi in un doppio colpo di scena finale (non una banale agnizione del colpevole) sull’isola di Patmos dove Giovanni scrisse l’Apocalisse, richiamata sia nella profezia «buia» del titolo sia nei messaggi lasciati dall’omicida.

    Insomma un thriller in piena regola che rivela il talento per la tensione narrativa dello stallone bolognese, che vanta un curriculum di 440 film, una coorte sterminata di femmine trasversalmente intrigate dalle sue possenti performance e dal suo cranio lucido, 200mila fan su Facebook, e una vulcanica personalità che spazia dagli amplessi al rap emiliano, dai monologhi teatrali alla Talpa, a radio e tv. Capace altresì di cullare con delicato affetto paterno il figlioletto dell’amico «Ciccio Fox», chef dell’omonimo ristorante ai bordi di Bologna, dove ci troviamo per chiacchierare del suo libro. Insomma, una sorpresa.

    Trentalance ha cominciato il cimento con la scrittura recensendo film hard. Poi l’autobiografia, Trattare con cura. Perché provare col romanzo? «Scrivere è bellissimo - dice -, m’ha costretto a entrare in un mondo parallelo di fantasia, meditazione, rigore. E persino di castità, perché per mesi ho dovuto concentrarmi solo sulle parole. Un’esperienza quasi zen, come il tiro con l’arco». Citazione non casuale, visto che Trentalance è un ottimo arciere, nonchè lettore di quello Zen e il tiro con l’arco che ci ha insegnato i nessi spirituali tra anima e frecce. «Quando mi sedevo al computer dovevo scrollami di dosso tutto, restare vuoto, per trovare la parola giusta, levigarla, ponderarla, rispettarla». E come scrive? «Di notte dilago, la mattina asciugo. Versace si concede le descrizioni, io punto all’azione. Non mi piacciono le sinusoidi, la tensione che sale e scende. La scrittura è come il porno. Tutto subito. Il piacere dell’istante, non dell’attesa».

    Trentalance ha studiato al liceo linguistico (vietati i doppi sensi), poi una vita effervescente di sperimentazioni che l’hanno portato lontano dal mondo borghese di famiglia (fratello manager, sorella farmacista, padre chirurgo), in una casa colta, ricca di libri e quadri («mi piace collezionare arte, da Schifano a Rotella»), prima a fare l’animatore, poi il barman, infine il pornoattore («stressai Max Bellocchio per un provino»). Anche letture? «Moltissime. Da adolescente mi son formato sia con la filosofia libertaria del gabbiano Jonathan Livingston e il Siddharta di Hesse, sia con la meravigliosa autodistruttività di Bukowski». E tra i maestri del giallo? «Agatha Christie. 10 piccoli indiani è un capolavoro assoluto. Anche se ora preferisco i thriller d’azione pura».

    Poi tantissimi libri su Gesù. Altra sorpresa? Un Trentalance pio? «Senza fede l’uomo non è nulla - dice mostrando l’anello con su inciso il Padre Nostro -. Andavo a pregare in una chiesa di Bologna, San Vitale, eravamo quattro gatti, un paio di vecchine, e il solito l’universitario che raccomandava l’anima per un esame. Amo le chiese per l’atmosfera che evocano. Luoghi di culto, di arte, di energia. È come tuffarsi nel silenzio e nella potenza del medioevo. Mi piace un versetto dei Vangeli, “il regno dei cieli è come un granello di senape, il più piccolo dei semi, ma quando cade su terreno preparato, genera una pianta grande e diventa riparo per gli uccelli del cielo”».

    Com’è nato il profilo del suo serial killer? «Da conversazioni con uno psicologo della polizia e con un criminologo che mi hanno spiegato quanto un assassino seriale si diverta a giocare con le sue vittime. Mi attraggono i lati oscuri dell’essere umano. Quanti di noi nascondono una zona buia? E quante persone sarebbero pronte ad agire per vendetta e con crudeltà se una situazione li portasse al limite? Nel romanzo abbiamo esplorato il male nei suoi aspetti peggiori». I terrificanti omicidi sessuali trasudano sadismo. Influenza del divin Marchese? «No, noiosissimo. Mille volte meglio Bataille».

    In Tre giorni di buio c’è anche un pornostar protagonista, stanco, solo, alle prese con un frigo desolatamente vuoto come la sua vita di sentimenti e relazioni. Con una propensione all’amore romantico, quasi casto. Sbagliato cercare indizi d’autobiografismo? «In realtà le parti del pornoattore le ha scritte Versace. Io fornivo dettagli tecnici sui set. Ma quel Luca Graf deciso a ritirarsi non sono io. A me questo mestiere continua a piacere, il problema è la crisi dell’industria del porno europeo. L’hard va fortissimo, ma sul web. E lì i padroni sono gli americani. Probabilmente non riuscirò ad arrivare al traguardo dei 500 film...».

    Ansia da record, da «catalogo è questo...», come Don Giovanni o Casanova? «Mannò, chissenefrega. Quei due mi sono persino antipatici, così boriosi delle loro conquiste, autocompiaciuti, irrispettosi verso le loro “prede”. Di amplessi non ne ho avuti pochi. Ma quello è lavoro. Appena l’interruttore della cinepresa va su off ho bisogno di fantasia, complicità. Con una donna. Non con un corpo».


    FONTE:
    © www.lastampa.it/2015/02/17/cultura/...2kN/pagina.html
     
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