OSCAR 2015 - VINCITORI e NOMINATION

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  1. gheagabry
     
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    "Per quanto possa essere dura la vita.."

    LA TEORIA DEL TUTTO


    Titolo originale The Theory of Everything
    Lingua originale inglese, francese
    Paese di produzione Regno Unito
    Anno 2014
    Durata 123 min
    Colore colore
    Audio sonoro
    Rapporto 2,35 : 1
    Genere biografico, drammatico, sentimentale
    Regia James Marsh
    Soggetto Jane Wilde Hawking (biografia)
    Sceneggiatura Anthony McCarten
    Produttore Tim Bevan, Eric Fellner, Lisa Bruce, Anthony McCarten
    Casa di produzione Working Title Films
    Distribuzione (Italia) Universal Pictures
    Fotografia Benoît Delhomme
    Montaggio Jinx Godfrey
    Musiche Jóhann Jóhannsson
    Scenografia John Paul Kelly
    Costumi Steven Noble
    Trucco Jan Sewell

    Interpreti e personaggi

    Eddie Redmayne: Stephen Hawking
    Felicity Jones: Jane Hawking
    Emily Watson: Beryl Wilde
    Charlie Cox: Jonathan Hellyer Jones
    David Thewlis: Dennis William Sciama
    Harry Lloyd: Brian
    Adam Godley: Senior Doctor
    Maxine Peake: Elaine Mason
    Simon McBurney: Frank Hawking
    Enzo Cilenti: Kip Stephen Thorne
    Charlotte Hope: Philippa Hawking
    Tom Prior: Robert Hawking
    Frank Lebœuf: dottore svizzero



    Riconoscimenti

    2015 - Premio Oscar
    Miglior attore protagonista a Eddie Redmayne
    Nomination Miglior film
    Nomination Miglior attrice protagonista a Felicity Jones
    Nomination Migliore sceneggiatura non originale a Anthony McCarten
    Nomination Miglior colonna sonora a Jóhann Jóhannsson

    2015 - Golden Globe
    Miglior attore in un film drammatico a Eddie Redmayne
    Migliore colonna sonora originale a Jóhann Jóhannsson
    Nomination Miglior film drammatico
    Nomination Migliore attrice in un film drammatico a Felicity Jones

    2015 - British Academy Film Awards
    Miglior film britannico
    Miglior attore protagonista a Eddie Redmayne
    Migliore sceneggiatura non originale a Anthony McCarten
    Nomination Miglior film
    Nomination Miglior regista a James Marsh
    Nomination Miglior attrice protagonista a Felicity Jones
    Nomination Migliore colonna sonora a Jóhann Jóhannsson
    Nomination Miglior montaggio a Jinx Godfrey
    Nomination Migliori costumi a Steven Noble
    Nomination Miglior trucco e acconciatura


    TRAMA


    La teoria del tutto è la storia straordinaria ed edificante di una delle più eccelse menti viventi del mondo, il famoso astrofisico Stephen Hawking, e di due persone che resistono alle più grandi difficoltà attraverso l'amore. Nel 1963, da studente di cosmologia della leggendaria università inglese Cambridge, Stephen (interpretato da Eddie Redmayne di Les Misérables) sta facendo grandi passi ed è determinato a trovare una "spiegazione semplice ed eloquente" per l'universo. Anche il suo mondo privato si schiude quando si innamora perdutamente di una studentessa di lettere della stessa Cambridge, Jane Wilde (Felicity Jones di The Invisible Woman). Ma, all'età di 21 anni, questo giovane uomo sano e dinamico riceve una diagnosi che gli cambia la vita: la malattia del motoneurone attaccherà i suoi arti e le sue capacità, lasciandolo con una limitata capacità di linguaggio e di movimento e con circa due anni di vita da vivere. L'amore di Jane, il suo combattivo supporto e la sua determinazione sono incrollabili - e i due si sposano. Con la sua nuova moglie che lotta instancabilmente al suo fianco, Stephen si rifiuta di accettare la sua diagnosi. Jane lo incoraggia a finire il suo dottorato, che include la sua teoria iniziale sulla creazione dell'universo. La coppia mette su famiglia e con il suo dottorato da poco guadagnato e accolto con grande gioia, Stephen si imbarca nel suo lavoro scientifico più ambizioso, lo studio della cosa di cui possiede meno: il tempo. Mentre il suo corpo affronta limitazioni sempre più grandi, la sua mente continua a esplorare i limiti estremi della fisica teorica. Insieme, lui e Jane sfidano l'impossibile, aprendo nuovi territori nel campo della medicina e della scienza, e realizzando più di quello che avrebbero mai sognato di realizzare.

    ..recensioni..



    Attorno a quale argomento Stephen (Eddie Redmayne, bravo fino a essere sorprendente) elaborerà la sua tesi di dottorato? Siamo a Cambridge, nel 1963. Il cognome di Stephen è Hawking, e l'argomento scelto sarà ben presto il tempo. Questo racconta "La teoria del tutto" ("The Theory of Everything", Gran Bretagna, 2014, 123'). Tratto da un libro di Jane Hawking, edito in Italia da Piemme, il film di James Marsh e dello sceneggiatore Anthony McCarten non vuole, né potrebbe, esplorare il versante scientifico dell'ormai lunga vita del fisico e matematico britannico. Solo ce lo mostra alle prese con questioni antiche. Ha un inizio, il tempo, e avrà una fine? C'è un prima dell'universo? Ci sarà un dopo? E si può ricondurre tutto ciò a un'unica, elegante equazione che spieghi perché esiste qualcosa invece di niente? Curiosità smisurate, tutte queste, che eccedono il cinema e il suo spaziotempo, per così dire. La teoria del tutto esplora invece una questione ben più strettamente umana, ma non meno cruciale: quella del tempo biografico di Hawking e di sua moglie Jane (Felicity Jones). Il loro incontro, nella luce di quel lontano 1963, assomiglia a milioni, anzi a miliardi di altri incontri. Non serve la teoria dei quanta, per comprenderne il senso. Né occorre scomodare la relatività di Einstein per spiegare i tre figli avuti dopo che lui già ha mostrato i primi, gravissimi sintomi della malattia neurologica che pian piano lo condannerà a stare su una sedia a rotelle. Che l'universo abbia avuto un inizio - come ama pensare Jane, con la sua fede in un dio creatore - o che non l'abbia avuto - come argomenta Stephen, convinto sostenitore di quella disciplina per atei intelligenti che è per lui la cosmologia - in ogni caso ai due tocca in sorte d'affrontare insieme una vita complessa, faticosa. Faticosa e complessa è la vita di Stephen, che combatte la sua malattia, e che giorno dopo giorno ne subisce lo sconcio fisico. E ancor più faticosa e complessa è la vita di Jane, che rinuncia al proprio, di tempo, per consentire a Stephen d'averne uno. Alla fine - così immaginano Marsh e McCarten, affidandosi al libro di lei - tra i due nascono una comprensione e una complicità emotiva che li rendono capaci di riconoscersi a vicenda il diritto d'esser felici, nei limiti dell'umano. Dentro questi limiti, appunto, il loro tempo è il loro universo. Ci sia o non ci sia un'equazione che ne sappia render conto, è questo il loro tutto.(Roberto Escobar, L'Espresso)

    Il regista James Marsh, ottimo documen-
    tarista, affronta la biografia dello scienziato, Stephen Hawking, fisico, cosmologo e astrofisico, dove al racconto delle sue scoperte si intreccia quello della lotta contro una malattia dei motoneuroni che vanno in degenerazione e quella dell'amore straordinario dedicatogli da Jane Wilde, una compagna del College che diverrà sua mogile. Gli spunti per far volare, cadere, turbare erano numerosi e a portata di mano, ma il regista ha preferito aderire allo scritto di Jane Wilde Hawking "Verso l'infinito (Travelling to Infinity:My Life With Stephen)", attenendosi ad una narrazione classica, a tratti commovente, spesso brillante e impreziosita da una interpretazione a dir poco mirabile di Eddie Redmayne e quella di Felicity Jones. Presso l'Università di Cambridge, nel 1963 il giovane esile e maldestro Stephen, mentre cerca di dimostrare in una equazione unificatrice la spiegazione della nascita del tempo in rapporto alla nascita dell'universo, prova una profonda attrazione, ricambiata, per Jane,la bellissima studentessa in letteratura medievale, cristiana fervente, mentre lui, non credente, considera la cosmologia "la religione per atei intelligenti". In un clima luminoso, con amici buoni, e una ambientazione dove tutto è colorato nella bella fotografia di Benoit Delhomme, secondo criteri visti tante volte. Tutto si appanna quando ben presto si passa ai tristi momenti dell'insorgenza chiara dei segni della malattia che, entro due anni per la prognosi ufficiale, gli distruggerà i muscoli e quindi ogni attività volontaria compreso il parlare, senza intaccare la corteccia e quindi il pensiero. Al crollo del giovane scienziato subentra la volontà senza riserve della ragazza,che decide di stare sempre accanto a lui per fargli raggiungere i propri obiettivi, anche se il tempo è poco, e lo sposa.
    Stephen si laurea in fisica, con una ricerca sui "buchi neri", combatte con il sostegno di Jane tutte le difficoltà pratiche della sua malattia, giovandosi anche di nuove tecnologie che gli permettono di scrivere e comunicare nelle conferenze. Tutti lo amano e lo ammirano ed egli assume un simpatico gigno e una furba luce negli occhi, sempre lavorando sulla famosa ricerca. Nel frattempo è diventato padre di ben tre figli, belli e sani e gli anni passano...ed egli stesso dirà ad una grande conferenza che "finchè c'è vita c'è speranza"....Il racconto quasi agiografico continua, con qualche variazione dei rapporti umani fino alla fine del film senza seri approfodimenti sulla parte scientifica. Ogni evento triste è sdrammatizzato, le ellissi narrative apposite ripuliscono il quadretto...
    Ma questa persona esiste nella realtà e tutto quanto è vero, solo che è narrato semplicemente come una bella storia positiva, intrattenendo piacevolmente gli spettatori tra tanti sorrisi, successi e poche lacrime con la musica solenne di Johann Johannsson, là dove è opportuno il suo intervento. Forse l'eccezionalità dei personaggi meritava qualcosa di diverso ma forse il copyright di chi ha scritto la biografia ha messo dei limiti (ricordiamo che si tratta della ormai ex- moglie, che aveva il suo punto di vista e si è accaparrata tutti i meriti dei successi umani e scientifici del marito così a lungo da lei sostenuto)...E così da un firmamento fitto di stelle da non credere in cui si potrebbe vedere la nascita di alcune e la morte di altre, cadiamo nella realtà di un'opera discreta che poteva essere e dare di più.
    (bufera,www.filmtv.it)

    "Ospite:
    Professor Hawking, lei ha detto di non credere in Dio... Ha una filosofia di vita che la aiuta?

    Stephen:

    E' chiaro che noi siamo solo una razza evoluta di primati su un pianeta minore, che orbita intorno ad una stella di medie dimensioni nell'estrema periferia di una fra cento miliardi di galassie... Ma... Fin dall'alba della civiltà, l'uomo si è sempre sforzato di arrivare alla comprensione dell'ordine che regola il mondo. Dovrebbe esserci qualcosa di molto speciale nelle condizioni ai confini dell'universo. E cosa può essere più speciale dell'assenza di confini? Non dovrebbero esserci confini agli sforzi umani. Noi siamo tutti diversi, per quanto brutta possa sembrarci la vita, c'è sempre qualcosa che uno può fare e con successo. Perché finché c'è vita... c'è SPERANZA!"

     
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4 replies since 25/1/2015, 15:21   156 views
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