SCOPERTE e INVENZIONI nella STORIA

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  1. gheagabry
     
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    "Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre,
    ma nell’avere nuovi occhi."
    (Marcel Proust)


    Alcune delle SCOPERTE
    che cambiarono il mondo


    LA STAMPA A CARATTERI MOBILI (‘400)
    I cinesi avevano già inventato un metodo simile, anche se primitivo, nel 1045. Ma il metodo di stampa di Gutenberg è stato uno dei primi esempi di produzione di massa usando materiale monouso. Dopo la nascita della stampa il numero dei libri circolanti in Europa è cresciuto in modo esplosivo, contribuendo alla diffusione delle idee


    "....Un aumento della produzione libraria si registra già prima dell’avvento della stampa, per l’incidenza di due fattori fondamentali: l’introduzione della carta, importata dall’Oriente tramite gli arabi, e lo spostamento della produzione dai centri monastici alle città sede di università. Bologna ne è il caso più celebre: sotto i portici del Pavaglione si collocano gli stationarii, che producono e vendono Codices. A loro si deve un primo processo di moltiplicazione e standardizzazione del libro. A questo si affianca un’espansione del mercato: non sono più solo i grandi centri ecclesiastici e universitari a commissionare i libri, ma anche tutto un nascente ceto borghese e mercantile. Da oggetto raro e prezioso il libro diviene strumento di lavoro, in uffici, tribunali, cancellerie: nuove finalità pratiche per cui la scrittura gotica, monumentale e puntuta, cui era stata affidata la produzione manoscritta nei centri monastici, diviene inadeguata. Si afferma una scrittura nuova, indicata come littera antiqua, in realtà trasposizione di una delle scritture più diffuse in epoca medievale, la carolina, assai più leggibile, con una tachigrafia ariosa ed elegante.
    L’apparizione della stampa a caratteri mobili si colloca così in un universo che ha già subito trasformazioni importanti. Le notizie intorno alla figura di Gutenberg sono contrastanti, tanto che si è potuta dubitare persino l’attribuzione della paternità dell’invenzione, rivendicata da stampatori tedeschi, boemi, italiani, olandesi. Certo è che negli anni 40 del Quattrocento in più parti in Europa si sta lavorando nella stessa direzione, Gutenberg non può considerarsi isolato. Tra i pochi dati certi sappiamo che si trova a Magonza tra il 1448 e il 1454, dove costituisce una Societas con Johann Fust, banchiere che gli garantisce un sostegno economico, e Peter Schöffer, calligrafo e incisore. Da questa società nasce la Bibbia a 42 linee, che messa in vendita a Francoforte nel 1455 suscita l’entusiasmo di Enea Silvio Piccolomini...."(tratto da www.storiadellastampa.unibo.it)

    LA RUOTA (ca. 4000 a.C.)
    Ha favorito il trasporto delle merci su lunghe distanze.



    Secondo gli studiosi la ruota fu inventata, nell'antica Mesopotamia, dai Sumeri, nel V millennio a.C. per la lavorazione di vasellame. L'invenzione si colloca nella stessa epoca neolitica a cui risalgono altre invenzioni che diedero origine a quella che è chiamata l'età del bronzo. Perciò alcuni millenni dopo l'invenzione dell'agricoltura, quando la ruota non era conosciuta. Le prime ruote erano semplici dischi in legno con un foro in mezzo per l'asse come quelle rappresentate nello Stendardo di Ur XXV secolo a.C. Negli affreschi egizi vi sono invece ruote a raggi e altri esempi di ruote a raggi sono presenti in Siberia nella cultura Andronovo del XX secolo a.C. Nel I millennio a.C. i Celti circondarono la ruota in legno con un cerchio di ferro, realizzando un modello di ruota ancora in uso nel XX secolo.
    Gli Inca e altre culture occidentali sembrano essersi avvicinate al concetto di ruota, che appare in alcuni giocattoli in pietra datati 1500 anni prima di Cristo, senza farne però svilupparlo. La ruota sembra non essere stata conosciuta nell'Africa sub-sahariana e in Australia prima del contatto con il resto del mondo. Gli studiosi pensano che il primo ostacolo all'utilizzo della ruota fu la mancanza di grandi animali addomesticati che potessero essere utilizzati per trainare i carri. Il Bisonte Americano è difficile da addomesticare ed il cavallo, presente fino a 12.000 anni fa, si estinse rapidamente in seguito alla caccia effettuata dagli umani appena giunti nel nuovo continente. Il solo animale che fu addomesticato nel Nuovo mondo fu il lama, che non si diffuse oltre le Ande, sino al tempo dell'arrivo di Colombo.

    LA SCRITTURA (CA. 3200 A.c.)
    Dà la possibilità di diffondere la conoscenza alle generazioni future.
    La scrittura, tuttavia, ha richiesto molto tempo per essere assimilata.


    "Non c'è un'origine unica della scrittura, è nata indipendentemente in diverse parti del mondo. Fra gli studiosi c'è tuttavia un diffuso accordo nel considerare i sumeri e gli egizi i primi popoli capaci di scrivere e questo avvenne a partire da circa il 3500-3300 a.C. Non si sa con sicurezza quale di questi due popoli l'abbia inventata per primo, anche se pare che la scrittura egiziana abbia subito influenze sumere e non viceversa. Si trattava di popolazioni che avevano acquisito l'agricoltura già da qualche millennio e che sentivano la necessità di un sistema di notazione dei prodotti agricoli. In genere, i sovrani imponevano ai sudditi delle tasse sotto forma di prodotti agricoli. Essi usavano queste risorse per pagare la costruzione dei palazzi e templi, per mantenere l'esercito, i funzionari e la corte, etc. Anche negli scambi commerciali si sentiva la necessità di poter annotare le merci. La stessa cosa valeva per le offerte che venivano portate ai templi. L'invenzione della scrittura ha seguito da vicino molte altre innovazioni tipiche del neolitico, quali la costruzione di città, l'uso del bronzo, l'invenzione della ruota, del tornio del vasaio e del telaio per tessere. Questo era un periodo in cui l'agricoltura e l'allevamento si erano già affermate e diventava necessario poter indicare prodotti e persone in documenti contabili e in transazioni commerciali.
    La scrittura alfabetica, inventata dai Fenici, si adattava molto bene alle necessità dei fenici, un popolo di commercianti e navigatori, mettendo a loro disposizione una scrittura semplice da imparare e rapida da usare. I primi popoli a ricevere l'alfabeto fenicio furono i greci, geograficamente vicini, commerciavano attivamente fra di loro, oltre che con le altre popolazioni del Mediterraneo. Le prime testimonianze della scrittura fenicia risalgono al XII e all' XI secolo a.C, ma la sua trasmissione ai greci sembra risalire all'VIII secolo aC. La lingua fenicia era semitica e l'alfabeto fenicio rappresentava soltanto consonanti; i greci adattarono alle loro esigenze alcune lettere dell'alfabeto fenicio di suono simile a vocali greche, introducendo quindi nell'alfabeto e nella scrittura l'uso delle vocali.
    Le prime testimonianze di brevi scritture in Italia risalgono anch'esse all'VIII secolo, ma soltanto verso il 700 a.C le iscrizioni etrusche si fecero numerose. Anche gli etruschi adattarono l'alfabeto greco alla propria lingua, compiendo numerose modifiche anche nella forma dei segni. Successivamente, l'alfabeto etrusco passò ai latini che lo modificarono a loro volta. L'alfabeto latino venne poi esportato a tutti i paesi dell'impero romano, ma le regioni orientali mantennero l'uso dell'alfabeto greco. Inizialmente, l'alfabeto latino consisteva da sole lettere maiuscole, ma con l'uso corrente si sviluppò una scrittura corsiva e nel Medio Evo, dalla scrittura corsiva vennero derivate diverse scritture minuscole che ai tempi di Carlomagno trovarono nell'aggraziata e nitida scrittura minuscola carolina un loro compimento unitario. Nel XV secolo, con la riscoperta dei testi classici da parte degli umanisti, dalla minuscola carolina vennero ricavate le scritture minuscole umanistica libraria e umanistica corsiva da cui derivano le minuscole odierne." (tratto da www.funsci.com)

    L'ARATRO (ca. 6000 a.C.)
    Tra le più importanti attrezzi agricoli usati nel corso della Storia, ha creato le condizioni per l’aumento della popolazione.


    "L'invenzione dell'aratro è attribuita ai Sumeri, nel sud della Mesopotamia, durante i secoli che precedettero l'inizio della civiltà urbana. Verso il 3500 a.C., con le prime tavolette pittografiche di Uruk appare già il disegno schematico di un aratro.
    La più antica storia dell'aratro è ricostruibile grazie alle raffigurazioni dei sigilli mesopotamici, alle pitture, ai bassorilievi e ai modellini in legno egizi e a quelli in terracotta ciprioti, all'arte rupestre scandinava e alpina. Purtroppo nessun aratro dei IV e dei III millennio a.C. si è conservato.
    Dalla Mesopotamia l'aratro si è diffuso verso l'Egitto e poi verso l'Europa. Nella scrittura egizia più antica il segno dell'aratro manca, mentre ritroviamo i segni della zappa e della falce. Ciò significa che quando si è formata la scrittura egizia, alla fine dei IV millennio, l'aratro non era ancora conosciuto nella terra dei Nilo. La prima scena d'aratura è raffigurata sulle pareti della mastaba di Rahotep e Nofret a Meidum (inizi della IV dinastia, circa 2600 a.C.). Soltanto a partire dalla V dinastia (2480 - 2340 a.C.) viene introdotto nella scrittura egizia l'ideogramma che lo identifica. Le più antiche testimonianze dell'introduzione dell'aratro in Europa risalgono alla fine del Neolitico, agli inizi dell'età dei Rame.

    LA PENICILLINA (1928)
    Alexander Fleming la scoprì per caso, in una piastra di cultura contaminata da muffe.
    Da allora gli antibiotici hanno salvato milioni di vite.


    La scoperta non suscitò all'epoca grande entusiasmo, anche perché la penicillina non curava molte altre malattie, tra cui la più banale influenza, non immunizzava e soprattutto non eliminava definitivamente i batteri, ma li 'stordiva', in attesa che il sistema immunitario si organizzasse per combatterli e distruggerli. Inoltre, essendo eliminata piuttosto velocemente, erano necessarie diverse somministrazioni giornaliere per ottenere l'effetto desiderato.
    Nel 1941 però successe qualcosa che dimostrò la sua efficacia reale. In un ospedale di Oxford, durante la guerra, era ricoverato un poliziotto morente di setticemia a causa di una piccola ferita infetta. Rivelatesi inutili le somministrazioni di sulfamidici, al poliziotto venne iniettata una dose di penicillina di 200 mg. Accanto al suo letto non c'era Fleming, ma i suoi due collaboratori Chain e Florey; un netto miglioramento cominciò a vedersi. Purtroppo, le scorte di penicillina si esaurirono ed il poliziotto morì, ma l'efficacia del farmaco contro le infezioni fu definitivamente dimostrato. In Gran Bretagna e negli USA cominciò una massiccia produzione del preparato. (tratto da http://benessere.paginemediche.it/)


    L'AEROPLANO (1903)
    Ha reso il mondo più piccolo e ha realizzato l’antico sogno dell’uomo: volare. Neppure un genio come Leonardo da Vinci c’era mai riuscito.


    Il primo aeroplano, detto Flyer, vide la luce nel 1903, quando i fratelli Wright riuscirono a far spiccare il volo ad una sorta di aliante dotato di un motore da 16 cavalli a Kill Devil Hill presso Kitty Hawk in Carolina del Nord, USA. Questo primo volo durò 12 secondi, arrivando ad un'altezza di circa 120 piedi (40 metri), fu poco più che un balzo che probabilmente non superò l'effetto suolo. Inizialmente l'aereo fu considerato una semplice curiosità per appassionati, ma a poco a poco si iniziò a riconoscerne le capacità e nacquero i primi modelli capaci di prestazioni di volta in volta ritenute impossibili sino a poco tempo prima: sorvolare le Alpi, volare sopra il canale della Manica, o semplicemente, raggiungere altezze e velocità sempre più elevate.

    L'OROLOGIO MECCANICO
    L’abilità di misurare il tempo è stata la chiave per comprendere ed esplorare il mondo.


    Gli studiosi concordano nel ritenere che la nascita dell'orologio meccanico non sia anteriore al 1200. Verso la fine del XIII secolo iniziarono i primi tentativi di costruzione di orologi meccanici, meno precisi di quelli solari e delle clessidre, ma importanti perché segnarono l'inizio di una nuova era nella determinazione del tempo. Nel Medioevo molti di questi strumenti servivano principalmente per segnare il tempo delle preghiere con il suono delle campane : il termine "CLOCK" deriva dal medioevale "clocca" e significa campana. Il vero e proprio orologio meccanico nacque più tardi tra il 1200 e il 1300, quando fu inventato il sistema "verga-foliot".
    La precisione di questi antichi strumenti era però molto bassa; infatti dovevano essere quotidianamente regolati con l'orologio solare, la meridiana; l'operazione veniva effettuata nell'istante del mezzodì solare. La persona preposta si chiamava "Temperatore", mestiere esercitato fino al tardo 1800. Inizialmente gli orologi meccanici furono utilizzati nei conventi, per indicare le ore delle preghiere e non avevano il quadrante, poiché la loro funzione era di far suonare le campane. Solo più tardi apparvero dotati di quadranti e di lancette sui campanili delle torri civiche.
    In Europa, nelle cronache contenute negli annali delle cattedrali e dei priorati inglesi, verso la fine del 1200, appaiono brevi citazioni di orologi probabilmente meccanici, come l'Orologio di Cambray, in Francia, del 1318 o forse 1308. Tra il 1322 e il 1325 abbiamo testimonianze della costruzione ed installazione di un orologio astronomico con automi nella cattedrale di Norwich, Inghilterra. E` la più antica testimonianza esplicita di un quadrante di un orologio meccanico. Il più antico esemplare a noi giunto è forse quello di Salisbury, risalente al 1386. In Italia, nel 1307-1308 ad Orvieto, sono pervenuti degli scritti che attestano l'istituzione di una tassa per riparare un orologio di campanile e per assumere un addetto che se ne occupasse successivamente. La prima testimonianza pervenutaci di un orologio sicuramente meccanico è del cronista Galvano Fiamma che si riferisce alla chiesa di Sant'Eustorgio di Milano nel 1309.

    IL TELESCOPIO (circa 1608)
    Ci ha permesso di esplorare in dettaglio l’universo, influenzando così la fisica, l’astronomia e la religione.


    La sua storia comincia nel 1609, quando l’universo era un luogo immutabile e perfetto e la Terra ne era il centro. Ma un uomo fece cambiare per sempre questa visione: Galileo Galilei. Galileo fece sua l’idea di un ottico olandese che aveva inventato uno strumento per avvicinare gli oggetti lontani, accostando due lenti per occhiali. Chiamò il suo strumento cannocchiale e per primo lo puntò verso il cielo. L’idea di un universo perfetto, dove tutto ruotava attorno alla nostra Terra, dovette ben presto fare i conti con le osservazioni che mostravano un cosmo ben diverso.


    IL DENARO (ca VIII sec. a.C.)
    Ha sostituito la poco efficiente economia naturale basata sul baratto e ha reso più semplice lo scambio merci.


    Nelle società tribali, antiche e moderne, la produzione e la distribuzione dei beni materiali erano incorporate in relazioni sociali che non avevano natura economica. Lo scambio intertribale nella forma del dono è sempre stato collettivo (non esiste la figura del 'mercante') ed è accompagnato da riti religiosi danze, feste, banchetti. E anche quando assume più propriamente la forma del baratto manca completamente il fine di lucro, di guadagno, di profitto, come noi lo intendiamo. Fu in Lidia, un piccolo regno dell'Asia minore, che, fra la fine dell'VIII sec. a. C. e l'inizio del VII, comparve la moneta (elektron) coniata in metallo prezioso, garantita, nel peso, nella misura e quindi nel valore, da chi l'aveva battuta, cioè dallo Stato. Insieme al denaro nacque il suo fratello gemello, il mercato. E contemporaneamente fecero la loro apparizione la filosofia, la scienza, l'economia, la polis, la democrazia, la personalità, il lavoro individuale, la povertà individuale e la solitudine dell'uomo. Lacerate infatti in modo irreparabile le strutture tribali, l'uomo, per la prima volta nella sua storia, si trovò a doversi procacciare i mezzi di sussistenza da solo o con la sua famiglia senza poter più contare sull'aiuto solidale del gruppo e nemmeno, come era stato negli antichi Imperi, sull'assistenza dello Stato.
    Compaiono cioè preoccupazioni che erano ignote alla società tribale e fa capolino una concezione lineare del tempo, una proiezione verso il futuro, che è tipica di una società dove comincia a circolare il denaro. Col denaro si era entrati in pieno nella brutale età del ferro. Ed è da questo momento che l'uomo cominciò a rimpiangere una mitica età dell'oro in cui la terra dava i suoi frutti in abbondanza senza che ci si dovesse affannare troppo né scannarsi fra simili." (tratto da un libro di Massimo Fini "Il denaro 'sterco del demonio' )

    LA MACCHINA A VAPORE (1712)
    Anche se oggi è usata raramente, a suo tempo fu fortemente innovativa e diede inizio alla rivoluzione industriale.


    La rivoluzione industriale iniziò in Gran Bretagna alla fine del XVIII secolo e modificò
    profondamente l’economia e la società inglese. La prima rudimentale macchina a vapore fu inventata nel 1690 dal francese Denis Papin e fu usata per pompare l'acqua.
    Le quantità e le varietà dei beni prodotti aumentarono considerevolmente grazie alle innovazioni tecniche, alla creazione di macchinari costruiti in acciaio e mossi dall’energia del vapore. L’efficienza delle industrie crebbe anche grazie alla concentrazione degli impianti nelle principali città presso importanti scali ferroviari e navali. In questo modo la rivoluzione industriale innescò un ampio processo di urbanizzazione. I cambiamenti più importanti avvennero all’interno dell’organizzazione del lavoro. La produzione si svolgeva all’interno delle fabbriche anziché presso il domicilio dei lavoratori o nei borghi rurali. La possibilità di creare imprese, a causa degli altissimi costi degli impianti, passò nelle mani di chi aveva ampie disponibilità di capitale.
     
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