MAURITIUS

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    Mauritius


    Mauritius (in italiano anche Maurizio) è una nazione insulare nell'Oceano Indiano sud-occidentale, a circa 900 km a est del Madagascar; geograficamente è considerata parte del continente africano. Oltre all'isola principale, la repubblica comprende anche le isole di Saint Brandon e Rodrigues e le isole Agalega. Il territorio competente alla Repubblica di Mauritius fa parte delle Isole Mascarene, assieme all'isola francese di Riunione, situata 200 km a sud-ovest.


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    foto: viaggidinozze.it


    Mauritius è un'isola che affascina e conquista sin dal primo sguardo. Alla dolce carezza degli alisei il corpo si rilassa e l'anima si riposa. Paesaggi da sogno e magici scenari regalano un'indefinibile sensazione di benessere. La sorpresa della sottile unione di luci e colori è immensa. Il sogno meraviglioso prende vita: è un incontro profondamente intimo, un'emozione che porterete sempre con voi.

    L'isola è disabitata fino alla fine del XVI° secolo, ma gli arabi la visitano sicuramente all'inizio del X secolo. La chiamano Dinarobin ma non vi si insediano.
    Portoghesi e Olandesi. Nel 1511 il portoghese Domingo Fernandez la scopre, chiamandola Ilha do Cerne (isola del cigno), non si sa se per il nome della sua nave o in onore del nativo Dodo, che - secondo lui - era una specie di cigno. Un altro navigatore portoghese Don Diego Rodrigues nel 1528 scopre, a 560 km a nord-est, un'altra isola che da lui prese il nome di Rodrigues. Insieme con l'isola di Réunion, queste due isole furono chiamate Mascarene, dal nome dell'ammiraglio portoghese Don Pedro Mascarenhas. Nel 1598 gli olandesi, guidati dal vice ammiraglio Wybrandt van Warwick, sbarcano a Mauritius. L'isola è disabitata. Il suo nome è un omaggio al governatore Maurice, principe d'Orange, campione dell'indipendenza dei Paesi Bassi. L'isola diventa scalo nella rotta olandese per le indie ma devono passare ancora 40 anni prima che gli olandesi si stabiliscano sull'isola. Gli insediamenti olandesi sono scarsi, ciò nonostante, producono gravi danni alle ricchezze dell'isola come l'abbattimento totale delle foreste di ebano e l'estinzione del Dodo (in portoghese significa "stupido"), uno strano uccello, grande come un tacchino e dalle carni prelibate, che diventerà successivamente simbolo dell'isola. Gli olandesi portano nell'isola gli schiavi africani, introducono il cervo, portato da Giava, e il cinghiale selvatico. Si introducono le prime piante di tabacco e canna da zucchero, che caratterizzeranno successivamente l'economia di Mauritius. Nel 1710 gli olandesi abbandonano per sempre l'isola per Città del Capo.

    Francesi. Dopo cinque anni arrivano i francesi e rivendicano la proprietà dell'isola alla Francia e la ribattezzano Ilê de France. L'isola viene affidata alla Compagnie des Indes Orientales per farne un'importante base mercantile. L'insediamento definitivo dell'isola e i massicci arrivi dei coloni si ha dal 1721. Nascono le prime piantagioni estensive e i coloni francesi costruiscono case e ville, raffinerie per la lavorazione della canna da zucchero, porti e strade. L'isola diventa famosa anche in madrepatria. Aumenta anche la sua importanza strategica in tutto l'Oceano Indiano, diventando base navale permanente e rifugio di corsari che contrastano la flotta inglese e i suoi traffici verso l'Estremo Oriente. Il più famoso di questi corsari francesi di Mauritius fu Robert Surcouf. La ritorsione inglese non si fa attendere.

    Inglesi. Nel 1810, durante le guerre napoleoniche, l'isola viene conquistata dagli inglesi che sbarcano a Cap Malheureux, sulla costa settentrionale, e prendono il controllo dell'isola. Nel 1814 il trattato di Parigi dà agli inglesi l'Ilê de France, insieme con Rodrigues e Seychelles. Gli inglesi cambiano di nuovo il nome dell'isola in Mauritius, permettendo comunque ai francesi di Mauritius di conservare la lingua, la religione, le proprietà terriere, e il sistema legislativo. Nel 1835 gli schiavi sono liberarti e sostituiti con lavoratori provenienti dall'India e dalla Cina. Per 150 anni il mercato internazionale dello zucchero, aperto dagli inglesi, è la principale fonte di reddito di Mauritius, permettendo ai francesi di Mauritius di accumulare grandi ricchezze. Per tutto l'Ottocento Mauritius gode di un favorevole periodo di relativo benessere e di tranquillità. La fama delle sue bellezze naturali (la barriera corallina, le foreste, le cascate, il clima) attira viaggiatori e anche ospiti illustri. "Una terra profumata e baciata dalle carezze del sole" scrive Charles Baudelaire. Anche M. Twain, J. Conrad, C. Darwin passano dall'isola.

    Indipendenza. Il 12 Marzo 1968 è l'anno della dichiarazione di indipendenza. Sir Seewoosagur Ramgoolam, eletto Primo Ministro, rimane in carica per i successivi 13 anni. Fino alla morte, avvenuta nel 1986, ha continuato a meritare la fama di grande leader. Nel 1992 avviene la trasformazione in Repubblica Parlamentare.


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    foto. http://scienceblogs.com


    Le spiagge più belle

    • NORD: Grand Baie, Péyrebère, Roche Noire
    • EST: Belle Mare, Blue Bay
    • SUD: Bel Ombre, Le Morne, Souillac
    • OVEST: Tamarin, Flic en Flac, Trou aux Biches



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    foto. http://media-cdn.tripadvisor.com


    Grand Baie



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    foto: viaggi-mauritius.it

    Péyrebère



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    foto; palmyraproperty.com

    Roche Noire



    Mauritius è un'isola vulcanica lunga 58 km da nord a sud e larga 47 km da est a ovest, per un totale di 1.865 km2 (2.040 con Rodrigues e gli isolotti). Si trova nell'Oceano Indiano poco a nord del Tropico del Capricorno, al largo delle coste orientali africane, a 800 km a est del Madagascar, e 220 km a nord-est di Réunion, l'isola più vicina. Oltre all'isola principale, il paese comprende l'isola abitata di Rodrigues, circa 560 km a nord-est, e alcuni isolotti corallini sparsi come Cargados, Carajos e Agalega. Mauritius e le sue dipendenze fanno parte dell'arcipelago delle Mascarene assieme a Réunion.


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    foto; http://postidavedere.giramondo.com


    Belle Mare



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    foto:viaggi-mauritius.it


    Blue Bay




    Popolazione

    L'isola di Mauritius vanta un'interessante società multirazziale. Metà della popolazione è di discendenza hindu pertanto l'isola ha uno spiccato sapore indiano. Il resto della popolazione è costituita prevalentemente da africani, cinesi, francesi e britannici.

    Religione

    Le religioni a Mauritius sono davvero molte: se ne contano fino a 87. La principale è l'hinduismo, oltre al cristianesimo (insediatasi ai tempi della colonizzazione olandese) e all'Islam.

    Lingua

    La lingua ufficiale è l'inglese, ma si parla diffusamente anche il francese e il creolo. Altre lingue orientali fanno parte del grande mosaico linguistico di Mauritius, come l'arabo, il tamil, l'hakka, il mandarino e il cantonese.


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    foto: http://media-cdn.tripadvisor.com/


    Bel Ombre



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    foto:http://media-cdn.tripadvisor.com


    Le Morne


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    foto: villamauritius.co.uk

    Souillac





    Gastronomia

    La cucina mauriziana riesce a sposare la raffinatezza della cucina francese con la cucina indiana e quella cinese. Carne, pesce e frutti di mare sono in genere serviti con il curry, oppure in vindaye, una salsa di zafferano e mostarda, o in rougail, una salsa piccante a base di pomodori, peperoncino, zenzero, cipolle, aglio e sale. Di solito i piatti sono accompagnati da riso bianco, achard (un condimento a base di frutta e verdura tritata e pepata), chutney (a base di frutta e verdura, con peperoncino, coriandolo aglio e cipolla). Il pesce è indubbiamente il piatto dominante: l'Oceano Indiano infatti è ricco di aragoste, ostriche, granchi, gamberi e gamberoni che qui vengono cucinati alla griglia o in cari. Da non perdere la locale insalata dei milionari, un piatto di gamberi servito con profumato cuore di palma. Si può trovare anche il marlin, simile al nostro pesce spada; affumicato è eccellente. Tra le bevande locali ottimo il rhum bianco e il rhum invecchiato, più aromatico.

    Artigianato e souvenir

    Di lunga tradizione è la lavorazione dell'oro a 18 e 22 carati: i prodotti di quest'arte raffinata sono visibili presso gli show room di alcuni grandi marchi, come Poncini, Caunhye, Shiw Jewels, Wahed Essa, Gold Finger, Matikola e Adamas per i diamanti. Vastissimo e di qualità è anche l'assortimento di capi d'abbigliamento: le unità produttive delle celebri marche, presenti in gran numero sull'isola, veicolano nei molti duty free shop la merce non destinata all'esportazione, a prezzi assolutamente concorrenziali. E da non perdere è almeno una visita ai laboratori in cui vengono ricostruiti, con meticolosa perizia, modellini di navi di ogni epoca e stazza. Tra gli altri acquisti consigliati, oggetti d'artigianato (ceste intrecciate, ricami, oggetti di vetro riciclato soffiato, ecc), profumatissime spezie, rhum e tè alla vaniglia, una specialità locale.

    Benessere a cinque stelle

    Un percorso di bellezza lungo 330 km è quello offerto dall'isola di Mauritius, dove sono presenti oltre 30 spa, tutte inserite all'interno di hotel e accomunate da prodotti di bellezza delle migliori case cosmetiche internazionali (La Prairie, Shiseido, Clarins…) e prodotti naturali locali provenienti dagli alti plateaux mauriziani.


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    foto: culturalinfusion.org.au

    Séga

    Musica e tradizione s'incontrano a Mauritius nella danza folkloristica del séga, le cui origini risalgono all'Africa e al Madagascar. Il séga rappresenta l'evoluzione di antiche e suggestive danze risalenti al periodo della schiavitù: l'ambientazione è tipicamente notturna (la leggenda la vede nascere in seguito all'apparizione di un fuoco magico ad alcuni schiavi, durante una fredda e buia veglia sulla spiaggia di Le Morne, nel sud dell'isola); originariamente era accompagnata solo dal canto e dal ritmo percussivo, cui oggi si tende ad affiancare l'utilizzo di strumenti melodici occidentali.

    Feste

    Crocevia di popoli e religioni, Mauritius è ricca di riti e feste annuali. Una delle feste hindu più insolite, il Cavadee si svolge ogni anno in gennaio o febbraio, e vede i fedeli trafiggersi la lingua e le guance e quindi sfilare in processione trasportando il cavadee (un arco di legno) sulle spalle. Il Maha

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    foto: http://mauritius.genosy.com/


    Shivaratri è indubbiamente la più importante festa induista al di fuori dell'India, e si tiene per tre giorni tra febbraio e marzo, durante i quali gran parte della popolazione induista dell'isola si reca in pellegrinaggio in onore di Shiva alle sacre acque del lago vulcanico di Grand Bassin.

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    foto:http://mauritius.genosy.com


    Holi è la festa induista dei colori, che festeggia la vittoria del potere divino sulle forze del male cospargendo polvere colorata e acqua, e che ha luogo talvolta a febbraio e talvolta a marzo. Il 12 marzo ricorre invece la Festa della Repubblica e dell'Indipendenza. A settembre, la festa di Père Laval commemora l'anniversario della morte del missionario cattolico famoso per le conversioni, al cui santuario presso St.Croix, giungono pellegrini provenienti da tutto il mondo invocando cure miracolose e grazie di vario genere. Infine i musulmani festeggiano Eid-al-Fitr, che segna la fine del mese di digiuno del Ramadan, il nono mese dell'anno lunare.

    Flora e fauna

    Ricchissima e spettacolare, la flora mauriziana incanta per colori e varietà. La flora locale è in mostra ai giardini botanici di Sir Seewoosagur Ramgoolam a Pamplemousses ospitano le enormi ninfee Victoria Regia, le palme Talipot, che fioriscono una volta dopo 40-60 anni e poi muoiono, diverse qualità di fior di loto, il caratteristico ylang-ylang, ricercatissimo per la produzione di oli essenziali, e ancora alberi secolari, incantevoli gigli e centinaia di fiori e frutti esotici che crescono per tutto l'anno.

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    foto: .ilturista.info

    Nelle regioni centrali e meridionali dominano le vaste piantagioni di canna da zucchero, insieme a coltivazioni di tè, palme da cocco e altre piante tropicali, tra cui il banano gigante indiano, lo sgargiante flamboyant dai fiori rossi mentre i filaos o casuarine occupano gran parte delle spiagge proteggendo con la loro altezza dal vento del litorale.


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    foto:easyviaggio.com

    Tra gli animali che si incontrano sull'isola nella boscaglia: maiali selvatici, gruppi di macachi, manguste, cervi di Giava. Tra gli uccelli, il gheppio o kestrel, il parrocchetto e il piccione rosa. Le altre specie sull'isola sono uccelli canori d'importazione, come il piccolo fody rosso del Madagascar, il merlo indiano parlante e il comune bulbul.


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    foto: mauritius.genosy.com

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    foto: petfamily.it



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    foto: stopthatpigeon.altervista.org

    Piccione rosa


    Ecologia e ambiente


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    foto: yallayalla.it

    Negli ultimi anni il servizio forestale governativo con l'appoggio dei naturalisti di Mauritius ha istituito speciali aree verdi protette: la più estesa è il Black River Gorges National Park, il parco nazionale creato nel 1994 a tutela delle piante endemiche e delle specie ornitologiche originarie dell'isola. Oltre a felci, eucalipti, ebani e alberi della canfora, qui è possibile trovare animali in libertà quali cervi, cinghiali selvatici e scimmie.

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    foto: wikipedia.org

    Le Pouce

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    foto:.sea-seek.com

    île aux Serpents

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    foto:willgoto.com

    Île Ronde

    Altre riserve naturali sono Le Pouce, Île Ronde, île aux Serpents e Bois Sec. Numerose le associazioni naturalistiche, prima fra tutte il Mauritius Wildlife Foundation, che ha trasformato l'Ile aux Aigrettes, un intero isolotto situato a pochi km dalla costa sud est, in una riserva naturalistica, dove oltre a secolari esemplari delle foreste tipiche di Mauritius si possono ammirare specie di fauna reintrodotte grazie a un paziente lavoro di ricostruzione dell'ecosistema originario. Fra le attività, l'isola dà rifugio a piccioni rosa, parrocchetti e gheppi allevati in speciali strutture per facilitare il loro ritorno nel proprio ambiente naturale.


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    foto;tropicscope.com

    'Ile aux Aigrettes


    In fondo al mare

    La barriera corallina fornisce l'habitat a numerosi pesci, conchiglie, crostacei, ricci di mare e altri organismi marini, a loro volta fonte di nutrimento per i pesci più grandi, tonni, razze, barracuda, pesci farfalla, ecc. I tre migliori siti d'immersione a Mauritius sono Merville Aquarium al largo della costa di Grand Baie nel nord, Colorado (Grand Canyon) vicino a Blue Bay nel sud e Rembrant l'Herbe a 10 minuti al largo di Flic en Flac.


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    foto:viaggi-mauritius.it

    Come arrivare

    Mauritius è raggiungibile dall'Italia con voli di linea diretti da Milano e Roma con la compagnia di bandiera Air Mauritius e con voli di linea charterizzati Air Europe ed Eurofly. Collegamenti anche con Air France via Parigi, British Airways via Londra e Emirates via Dubai. L'aeroporto internazionale Sir Seewoosagur Ramgoolam, a Plaisance, si trova a tre km da Mahébourg e a 45 km da Port Louis.

    Fuso orario

    Tre ore avanti rispetto all'Italia, due quando in Italia vige l'ora legale.

    Documenti

    Passaporto in corso di validità per i passeggeri italiani (validità di almeno sei mesi).

    Vaccinazioni

    Nessuna vaccinazione è richiesta ai viaggiatori italiani.

    Clima

    In estate (da novembre ad aprile): la media delle temperature è 30° C, il sole tramonta verso le 19, il clima è caldo-umido e il mese più caldo è febbraio. Periodo consigliato per immersioni e pesca d'altura. In inverno (da maggio a ottobre): tra i 24°C di giorno e i 17°C notturni, il sole tramonta intorno alle 17,45 e il clima è rinfrescato dagli alisei (venti tropicali costanti). Periodo consigliato per il surf. Salendo sull'altopiano le temperature subiscono una diminuzione, in genere intorno ai 5°C. A Mauritius sopravvive anche la mezza stagione tra settembre e novembre con temperature tra i 25°C e i 28°C.

    Iva

    Una tassa del 15% viene applicata su tutte le fatture per l'acquisto di merci e servizi, compresi il conto negli hotel e ristoranti.

    Abbigliamento consigliato

    Si consiglia di vestirsi con indumenti leggeri, capi sportivi e da spiaggia. È bene portare con sé anche un capo adatto alle visite nei luoghi di culto e un abito elegante, indispensabile per entrare nei locali e nei ristoranti degli hotel più esclusivi. Nei mesi più freschi è consigliabile un indumento di lana per le serate.

    Moneta

    La moneta locale è la rupia mauriziana (RS) il cui cambio con la nostra valuta non è fisso e oscilla tra le 40 e le 44 rupie mauriziane per un euro. Sono accettate le carte dei seguenti circuiti: American Express, Diners, MasterCard e Visa.

    Shopping

    A Mauritius la possibilità di fare shopping è molto ampia e variegata, grazie anche ai numerosi negozi tax-free riservati ai turisti. Tra gli acquisti più interessanti vanno segnalati i bellissimi modellini di navi antiche accuratamente ricostruiti, i gioielli e l'abbigliamento.

    Orari

    Gli uffici pubblici sono aperti dalle 9 alle 16,30 dal lunedì al venerdì. Il sabato gli sportelli sono aperti, con personale ridotto, fino alle 12. Quelli privati aprono alle 8,30, alcuni garantiscono il loro servizio anche il sabato. Le banche sono aperte dalle 9 alle 15 dal lunedì al venerdì, fino alle 11,15 il sabato (solo alcune agenzie).

    Elettricità
    Il voltaggio è di 220V.

    Telefonia fissa e mobile

    Il prefisso telefonico internazionale di Mauritius è 00230. La rete telefonica fissa locale permette di effettuare chiamate internazionali dirette da ogni apparecchio, pubblico e privato. È disponibile un servizio di roaming internazionale per cellulari GSM con qualunque gestore italiano. In tutta l'isola la ricezione del segnale è ottimale.

    CURIOSITA'

    Tradizioni indiane

    Pur essendo parte del territorio africano, l'isola è abitata perlopiù da indiani che per tutelare e promuovere il loro patrimonio hanno istituito il Shrimati Indira Gandhi e il Mahatma Gandhi Institute, che offrono istruzione secondaria e superiore, oltre a corsi per i più piccoli.

    Idiomi

    Si dice comunemente che gli abitanti di Mauritius parlano in creolo, prendono appunti in francese e legiferano in inglese.

    Dodo


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    foto: mauritiusattractions.com

    Grosso, tozzo, lento e sgraziato; tacchino di enormi dimensioni che corre mulinando le piccole ali. Questa descrizione ci giunge dagli unici esseri umani, gli olandesi, che ebbero la ventura di imbattersi nel dodo. Il contatto con gli europei e gli animali che li accompagnavano ebbe la meglio su questo inerme volatile, che scomparve nel XVII secolo, divenuto oggi simbolo della nazione.

    Vaco de Baissac

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    foto.pixelinthebox-blog.com

    Protagonista del vivace panorama artistico Mauriziano contemporaneo, Vaco de Baissac è un pittore di successo, famoso per le campiture di colore contornate di nero, simili a vetrate istoriate. La sua galleria si trova a Grand Baie e le tue famose tele sono ritrovabili un po' ovunque nell'isola.

    Sport

    Il calcio è lo sport nazionale e lo stadio King George V a Curepipe è il più importante dell'isola: ogni città e tutti i villaggi sembrano avere un club di calcio. Le corse dei cavalli sono molto seguite dai mauriziani e sono in programma da maggio a novembre presso l'ippodromo Champ de Mars, a Port Louis. Il Turf Club, il club ippico, è stato fondato nel 1812 ed è il secondo del mondo dopo il londinese Jockey Club.



    Il polipo di Rodrigues


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    foto. viaggierelax.it

    Il polipo occupa un posto di primo piano nella cucina locale, in particolare a Rodrigues dove il piatto più conosciuto è il curry d'ourite (polipo) e dove il polipo è il protagonista ogni anno a marzo della Fête du Poisson, che apre la stagione della pesca.

    Festival creolo

    Un interessante momento di aggregazione culturale è dato dal Festival Creolo (www.festivalkreol.com) che si tiene solitamente a dicembre. L'evento vuole essere una vetrina delle arti locali, tra cui la danza, la musica e la cucina creola.

    Blog

    Per chi volesse saperne di più su Mauritius direttamente dalla viva voce di un esperto dell'isola, è nato il primo travel blog in italiano su Mauritius, in collaborazione con l'Ente del Turismo Isola di Mauritius, http://blog.mauritius-turismo.com : il diario di viaggio online di Disik, una viaggiatrice curiosa, grande conoscitrice di Mauritius che ha deciso di condividere la sua esperienza sull'isola, i luoghi prediletti, le curiosità, ma anche le emozioni e i ricordi.

    Quotidiani e riviste

    I principali quotidiani sono L'Express e Le Mauricien entrambi in francese con qualche articolo in inglese. Gli stessi sono anche disponibili online rispettivamente su www.lexpress.mu e www.lemauricien.com.

    Maquette de bateaux

    I collezionisti di tutto il mondo conoscono i modellini di navi prodotti a Mauritius. L'isola conta cinque grandi officine che lavorano il teak per ricavarne dei veri gioielli artigianali. La più grande fabbrica è l'Historic Marine, St Antoine Industrial Estate Goodlands a nord est dell'isola. Qui si possono trovare splendide riproduzioni in miniatura di navi quali Bounty, Victory, Endeavour, Cutty Sark, Golden Hind e persino il Titanic che possono essere acquistate direttamente o su ordinazione.

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    LETTURE CONSIGLIATE

    La più famosa opera ambientata a Mauritius è indubbiamente Paul e Virginie, il celebre e tragico romanzo di Bernardin de Saint-Pierre, pubblicato nel 1788 in cui la purezza dell'ambiente naturale rispecchia quella dei sentimenti dei protagonisti.
    'Si ha quasi l'idea che Mauritius sia stata creata prima del paradiso e che quest'ultimo sia stato copiato da Mauritius': così scrisse Mark Twain nel 1896 che qui si era rifugiato dopo un fallimento, nel suo Following the Equator (Seguendo l'Equatore).

    Anche Charles Baudelaire subì il fascino di Mauritius e mentre soggiornava a Pamplemousses scrisse la sua prima poesia, À une Dame créole, in cui sono descritte le atmosfere esotiche e il fascino creolo del suo soggiorno.
    Joseph Conrad, che aveva fatto scalo nell'isola per un carico di zucchero, ne rimase stregato e la descrive in Un briciolo di fortuna come "una perla che distilla grande dolcezza sul mondo".
    La bellezza dell'isola è stata immortalata anche da autori moderni come Patrick O'Brian in Verso Mauritius, un avvincente romanzo dove una natura di incontaminata bellezza fa da sfondo alle vicende, ambientate nell'800, dell'intrepido comandante della Royal Navy, Jack Aubrey.
    In Tropico dei sogni di Ambrogio Borsani (Neri Pozza, Milano 2004), l'autore ripercorre Mauritius cercando testimonianze e documenti, sulle tracce dei personaggi straordinari che hanno segnato la storia del paese: un viaggio che è anche un'esplorazione delle bellezze naturali e dell'anima spirituale.

    Primo libro fotografico monografico in italiano, Mauritius - Il Tropico dell'Armonia di Mauro Parmesani e Daniel Rey (Ideabooks, Viareggio 2006) conta 200 pagine riccamente illustrate con testi e immagini inediti, e svela l'essenza dell'isola attraverso la selezione delle più belle case creole, delle ville in affitto oltre ai più esclusivi hotel e resort.


    fonte:
    Scritto da Ente del Turismo Isola di Mauritius
    Wikipedia
    viaggierelax.it
    foto: web


    Paradis-Beach
    foto:bugbog.com

    Bel Ombre


    LeMorne
    foto:http://kitesurftravel.net

    Le Morne

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    foto: villamauritius.co.uk

    Souillac

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    foto: riverhouse.mu

    Tamarin

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    foto:mauritius-islander.com

    Flic en Flac


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    foto.yallayalla.it


    Trou aux Biches

     
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    foto: www.ilturista.info


    RODRIGUES: L’ULTIMO PARADISO


    UN’ISOLA FUORI DAL TEMPO

    Abbagliati dai caldi colori del mare, dalla bellezza selvaggia della natura, dal clima mite ed invitante, spesso parlando di terre lontane, di isole sperdute, di luoghi da sogno, capita di abusare del termine “paradiso”. Ma non sapremmo come definire altrimenti Rodrigues (si pronuncia 'Rodrig'), la 'Cenerentola delle Mascarene', questo angolo di pianeta in cui il tempo sembra essersi fermato, in cui i pochi abitanti si muovono generalmente a piedi, sempre pronti a scambiare due chiacchiere, gentili e disponibili, e dove i ritmi, necessariamente lenti, sono dettati dalla natura, non sempre generosa, che però qui è comunque amata e rispettata in quanto unica fonte di vita.

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    foto:www.divemania.it


    Il paradiso di cui parliamo non dispone certo di centri commerciali, grand hotel, locali alla moda e spiagge organizzate in grado di attirare folle di turisti, ma è il luogo ideale per chi desidera prendersi una pausa, circondato dalla semplicità e dalla tranquillità di un universo in grado di offrire comunque esperienze incredibili e piaceri unici, in un contesto naturale di grande effetto, a stretto contatto con una popolazione a maggioranza creola, calda e accogliente, amichevole ed ospitale, e decisamente ottimista, nonostante le difficoltà legate alla sua posizione nel mezzo di un grande Oceano.

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    foto: maps-store.it


    GEOGRAFIA

    Situata 400 miglia a nord-est di Mauritius, cui appartiene, Rodrigues è infatti una piccola isola che misura appena 18 chilometri in lunghezza e 8 in larghezza, per una superficie complessiva che supera di poco i 100 kmq.
    Di origine vulcanica, come le altre isole che formano l’arcipelago delle Mascarene, Rodrigues si allunga su una vasta piattaforma sottomarina ed è formata in prevalenza da rocce basaltiche che emersero dalle acque all’incirca un milione e mezzo di anni or sono.

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    foto:industriadelturismo.com


    L’intera isola è circondata da una splendida ed incontaminata barriera corallina che protegge le coste dalla furia e dall’impeto delle onde dell’Oceano Indiano e crea al suo interno una vasta e tranquilla laguna dai colori cangianti, sulla cui superficie, pari al doppio di quella dell’isola stessa, incrociano dall’alba al tramonto le piccole barche dei pescatori locali.

    Lungo il “reef” si aprono solo alcuni stretti passaggi in cui le correnti sottomarine sono particolarmente forti e pericolose, e solo due sono i canali attraverso cui le navi e le imbarcazioni possono transitare senza timore di finire incagliate o di rimanere arenate quando la marea scende.


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    foto:tripadvisor.it


    Per diversi secoli questi ostacoli hanno impedito ai navigatori di un tempo di sbarcare sull’isola, che peraltro sembra venne ufficialmente scoperta solo nel 1528 dal portoghese DIEGO RODRIGUEZ, cui deve il suo nome, anche se gli arabi pare la conoscessero già.
    Il primo a mettervi piede però, nel 1601, fu l’ammiraglio olandese Wolphart Barman al comando della sua flotta di cinque navi.

    La laguna è costellata da 18 fra isole e atolli che circondano Rodrigues come una collana di gemme preziose. Alcune sono poco più grandi di un banco di sabbia, mentre due di queste, l’ Ile aux Cocos e l’Ile aux Sables, sono state proclamate Riserve Naturali, e popolate solo da uccelli marini e migratori, rappresentano delle mete splendide per imperdibili escursioni.

    Anche il paesaggio di Rodrigues è tutt’altro che monotono. Dal mare, dalle spiagge deserte, l’occhio man mano sale e si sposta sui campi coltivati, i giardini, le pendici terrazzate, e oltre verso le vallate ed i boschi dell’entroterra, interrotti qua e là da minuscoli villaggi. Come Mont Lubin dove la vita si concentra attorno all’emporio, lo spaccio, la cooperativa sociale, il mercato ortofrutticolo e la fermata dell’autobus.


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    foto:health.gov.mu


    Rodrigues si potrebbe definire un’isola montagnosa, se non fosse che il suo picco più alto, il Mont Limon non raggiunge i 400 metri di altitudine. Da sud-ovest a nord-est l’isola è attraversata da una catena di colline da cui si diparte una serie di profonde e fertili vallate che degradano dolcemente giungendo fino alla costa.
    Questa, piuttosto frastagliata, si estende per ben ottanta chilometri, ed è caratterizzata da numerose baie, rade, insenature e verso est da alte scogliere che offrono panorami mozzafiato.


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    foto:geo3c.wikispaces.com


    Se la maggior parte dell’isola è formata da rocce basaltiche di origine vulcanica, nella parte sud-occidentale si trova invece una vasta piana di depositi coralliferi, formatasi successivamente quando l’intera area era ancora coperta dalle acque.

    Situata nell’emisfero meridionale, leggermente al di sopra del Tropico del Capricorno, Rodrigues gode di un clima prettamente sub-tropicale: esistono pertanto due stagioni distinte: un’estate che va’ da novembre ad aprile, con temperature che raggiungono massime di 33°; e l’inverno che va’ da maggio ad ottobre, in cui le minime non scendono mai sotto i 14 gradi.

    I cicloni durante i mesi estivi e la siccità durante quelli invernali caratterizzano la vita degli abitanti dell’isola. Pertanto il periodo ideale per visitare Rodrigues è quello compreso tra giugno e settembre, quando il tempo è più stabile e il clima è paragonabile alla nostra primavera, anche se l’idea di trascorrere al caldo dei tropici i nostri mesi più freddi non è certo da scartare.
    Le precipitazioni piovose sono piuttosto scarse ed improvvise, cosicché l’isola spesso deve affrontare lunghi periodi di siccità, e proprio la scarsità di riserve di acqua è il maggior ostacolo allo sviluppo dell’agricoltura.

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    foto.nonsolomaldiveforum.forumcommunity.net


    ECONOMIA

    Ed è proprio l’agricoltura, insieme all’allevamento ed alla pesca uno dei tre pilastri su cui poggia la non certo florida economia di Rodrigues. Attualmente solo un terzo dei 37.000 abitanti dell’isola costituisce la forza lavorativa di Rodrigues.
    Di questi il 45% sono agricoltori, pescatori o allevatori (e certe volte tutte e tre le cose insieme) mentre il 35% sono addetti nel pubblico impiego ed il restante 20% è occupato nel secondario.

    Negli ultimi dieci anni, ad un certo declino dell’agricoltura, ha fatto seguito la nascita di piccoli laboratori e boutique di artigianato tipico che si possono incontrare e visitare lungo la strada, e la cui prosperità è legata anche allo svilupparsi del settore turistico. Materie prime ricavate dalle piante locali come “vetiver”, “vacua”, aloa, vengono utilizzate per realizzare prodotti fatti a mano come i famosi cappelli, le borse, i cesti, i tappetini e simpatici souvenir da portare a casa.

    In realtà il turismo a Rodrigues nacque nel 1972 quando il primo volo della Air Mauritius atterrò a Plain Corrail e sbarcò i primi turisti mauriziani sull’isola. Altri cominciarono a sbarcare dalla nave cargo Mauritius Pride dopo aver affrontato una traversata di 24-30 ore in mezzo all’oceano indiano.
    Fu solo nel 1992, con l’inaugurazione del primo hotel di lusso il Cotton Bay, che i collegamenti aerei vennero incrementati e Rodrigues cominciò ad apparire improvvisamente sulle mappe turistiche di questa regione dell’Oceano Indiano.

    Successivamente vennero ampliate e rinnovate alcune piccole pensioni, furono costruiti ed aperti due nuovi hotel, vennero inaugurati alcuni ristoranti e così, lentamente il turismo ha cominciato a prendere piede sull’isola. Si è passati dai 4000 turisti del 1994 ai 26.000 turisti nel 1997.
    E’ un settore che promette bene e su cui si fondano diverse aspettative; ma il suo sviluppo, nelle intenzioni degli operatori e di tutta la popolazione, deve procedere di pari passo con una razionale gestione delle risorse naturali ed un immutato ed integrale rispetto per l’ambiente, in grado sì di garantire un benessere diffuso, continuando però a preservare l’attuale armonia ed equilibrio.

    Di questo parere è anche BENOIT JOLICOEUR, ex ministro per Rodrigues nel precedente Governo Mauriziano, da due anni impegnato nella gestione di “Foulsafat”, un piccolo residence a conduzione familiare.


    INTERVISTA A BENOÎT JOLICOEUR

    Ha iniziato questa nuova attività – ci racconta - nel gennaio del 2000, perché è sempre stato convinto che a Rodrigues ci fosse il potenziale per sviluppare un tipo di turismo “chez amis” vale a dire “a casa di amici”. Secondo il ministro, l’offerta turistica può e deve dare ai visitatori la possibilità di vivere presso una famiglia locale, dando l’opportunità di scoprire la vita, la cultura, la cucina del posto, e “percepire” così quella che egli definisce “l’anima di Rodrigues”, un’isola piccola e rurale, che ha il potenziale per sviluppare questo tipo di “turismo minore”, i cui benefici peraltro vanno direttamente alla popolazione locale.

    Il progetto – ci spiega – non consiste soltanto nell’offrire l’ospitalità e le camere ma anche i prodotti dell’ allevamento ed i frutti dell’ orto, affinché gli ospiti mangino solo i prodotti della casa. Per questo – aggiunge - loro non comprano la carne ma allevano gli animali e producono in proprio: agnelli, mucche, maiali … e quando la stagione lo permette raccolgono anche i frutti freschi e genuini del loro orto.

    Finora hanno avuto soprattutto ospiti francesi oppure provenienti dalle vicine isole di Mauritius e Reunion. Purtroppo non hanno ancora ricevuto turisti italiani su cui peraltro contano molto.
    La loro pubblicità infatti funziona soprattutto attraverso il passaparola. Diverse persone – ci dice - arrivano qui perché hanno ricevuto la segnalazione da parenti o amici che ci sono già stati e si sono trovati bene. E questa, ritiene sia la prova migliore che la gente apprezza questo tipo di accoglienza e di sistemazione.


    LE DELIZIE DI RODRIGUES

    Diversi altri isolani hanno imboccato la strada del “turismo diffuso”, come Francoise Baptiste che insieme al marito gestisce nell’interno, l’Auberge de la Montagne, una Maison e Table d’hote che spicca soprattutto per l’ottima cucina locale che propone, frutto della bravura e dell’esperienza della stessa Francoise, autrice altresì di un interessante libro sulle “Delizie di Rodrigues”.

    Questo libro – ci racconta - vuole essere un bel souvenir di Rodrigues, delle sue bellezze e dei suoi sapori. All’interno ci sono molte fotografie, che ritraggono il paesaggio, la natura, ma anche i volti della gente che ha contribuito alla realizzazione di quest’opera. E poi presenta anche tutti gli aspetti della vita sull’isola: scene quotidiane e di festa, l’aspetto economico, la pesca, il lavoro nei campi, l’allevamento, l’artigianato.
    Il libro racconta e mostra come il cibo e la cucina abbiano sempre un ruolo importante sull’isola, in ogni occasione: perché coinvolgono l’intera famiglia a partire dalla fase di preparazione e rappresentano un momento di unione, di partecipazione, di condivisione.
    Per esempio – ci spiega Francoise - per il “Bananè”, ovvero il Bon Annèe, che corrisponde al primo gennaio, l’inizio del nuovo anno, ogni famiglia uccide il maiale e tutti partecipano alla festa ed alla preparazione dei diversi prodotti derivati.

    Quella di Rodrigues – prosegue Francoise - è una cucina molto ricca, a base di carne e soprattutto di pesce che è onnipresente nei piatti dell’isola. Qui si utilizzano molto i sapori e le erbe aromatiche mentre rispetto a Mauritius l’uso delle spezie è limitato. In questo senso si sentono maggiormente le influenze africane e soprattutto malgasce, come per esempio nel “MAPEBAS”, un piatto a base di mais, patate e manioca.

    Nel libro - ci dice - ha cercato di presentare sia piatti e ricette tradizionali, che purtroppo però non vengono più realizzati ed hanno richiesto un accurato lavoro di ricerca, sia i piatti tipici che tutt’oggi vengono preparati nelle famiglie: in questo caso ha avuto la collaborazione e la partecipazione degli chef dei ristoranti e degli hotel dell’isola che hanno elaborato i piatti della cucina quotidiana a base di pesce, carne e verdura.
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    foto:ilturista.info


    IL MERCATO

    Per farsi un’idea di quello che gli abitanti di Rodrigues sono in grado di ottenere dalla loro terra e dal mare che la circonda, vale la pena alzarsi presto per andare al coloratissimo e vivacissimo mercato che si tiene ogni sabato, a partire dalle 5 del mattino, a Port Mathurin, il capoluogo dell’isola.

    I principali prodotti sulle bancarelle di frutta e verdura sono il mais, le patate dolci, la manioca e i fagioli per il consumo locale, mentre le cipolle, l’aglio, i famosissimi limoni e i piccantissimi peperoncini crescono in quantità sufficiente da essere anche esportati a Mauritius. Banane, papaia e noci di cocco si trovano in abbondanza mentre uva, mele e arance vengono importate da Australia e Sud Africa. La presenza dei polipi e dei pesci essiccati e l’affollamento davanti ai banchi del macellaio sono poi la conferma di quanto raccontato da Francoise.

    Anche l’artigianato negli ultimi anni si è ricavato uno spazio importante all’interno del mercato ed oggi, per diverse famiglie, rappresenta un’ulteriore fonte di guadagno per far quadrare il bilancio.

    IL CRAFT AID

    E la possibilità di svolgere un lavoro manuale, artigianale rappresenta, per alcuni giovani di Rodrigues, qualcosa di ancor più importante. E’ quello che ci spiega Paul Draper, un signore inglese che ha trascorso gli ultimi 25 anni della sua vita tra Mauritius e Rodrigues portando avanti il progetto Craft-Aid.

    Quella dove ci troviamo - ci racconta orgoglioso Paul Draper mentre visitiamo la sede del progetto - è una delle maggiori società di export di Rodrigues. Ma ciò che la rende diversa ed unica è il fatto che la maggior parte di coloro che vi lavorano sono persone disabili. Lo scopo della società,infatti, è quello di ridare dignità alle persone affette da gravi problemi motori, alla vista o all’udito, attraverso l’istruzione ed il successivo inserimento nel mondo del lavoro.
    Partita dal nulla oggi Craft-Aid impiega più di 30 persone che realizzano, soprammobili in legno, gioielli con le noci di cocco, oggetti di cera ed un miele eccezionale che nel 1994 ha vinto la medaglia d’argento alla Mostra Internazionale del Miele di Londra.
    Tutti i ricavati dei prodotti messi in vendita, anche via internet, rimangono all’interno della società e servono per pagare i salari agli operai e per creare nuove opportunità di istruzione e lavoro per altri ragazzi sfortunati.


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    foto:.tripadvisor.it


    LA CAPITALE PORT MATHURIN

    Verso le nove del mattino il mercato a Port Mathurin è già terminato, quasi tutto è stato venduto e la Fishermane Lane, la via principale, riacquista la sua aria tranquilla.


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    foto:vacanzefaidate.com


    La città deve il suo nome a Mathurin Brehinier, uno dei primi coloni francesi stabilitisi sull’isola con la sua famiglia.
    In realtà, coi suoi 5400 abitanti, Port Mathurin è poco più di un villaggio che, grazie agli uffici, le banche, la dogana ed i negozi “alla moda” è diventato il centro di riferimento per tutti gli abitanti dell’isola che di tanto in tanto scendono nella capitale a piedi o in autobus per fare acquisti o richiedere documenti importanti.

    Un cippo con targa ai margini della strada ci riporta alla storia ricordandoci che le prime persone che si insediarono, seppur per un breve periodo, sull’isola furono sette ugonotti francesi guidati da Francois Leguat, i quali, per fuggire alle persecuzioni religiose in Francia, erano salpati dall’Olanda alla ricerca della loro personale isola del paradiso e sbarcarono qui a Rodrigues il 1 maggio 1691. Restarono sull’isola per due anni dopodiché volsero la prua verso Mauritius dove vennero imprigionati.

    Ben presto l’isola venne nuovamente dimenticata e fu solo con la successiva espansione dei traffici marittimi tra l’Europa e le Indie che Rodrigues venne occupata prima dai Francesi e successivamente dagli Inglesi, seguendo così il destino di Mauritius, con cui il 12 marzo 1968 condivise la conquista dell’indipendenza, e di cui oggi fa parte integrante.

    Verso le 4 del pomeriggio, uffici, bar e negozi di Port Mathurin chiudono e tutti ritornano ai loro villaggi ed alle loro case. Si possono incontrare persone sedute fuori dalla propria abitazione, sul ciglio di una strada, o in mezzo ai campi e sulle colline, intenti a conversare e discutere fra di loro o semplicemente ad ammirare il panorama, a scrutare l’orizzonte per cercare di capire come sarà il tempo domani o il futuro sull’isola.

    I più piccoli si ritrovano per giocare a Pointe Canon da cui si gode una vista panoramica su Port Mathurin. Il cannone che dà il nome alla località giace su un prato ed è puntato verso il mare ma non venne mai utilizzato. Sorge nei pressi della “Regina di Rodrigues”, una statua bianca della Vergine Maria, meta di pellegrinaggio il primo di maggio.
    Il 98% degli abitanti di Rodrigues infatti sono cristiani. Il primo prete arrivò sull’isola nel 1850 e da allora la chiesa cattolica è profondamente radicata nella società dell’isola.
    La domenica mattina lungo le strade si possono osservare donne, ragazze e bambini con indosso i vestiti della festa che si dirigono verso la chiesa per assistere alla Santa messa.

    Lo stesso Papa Giovanni Paolo II venne a Rodrigues il 15 agosto del 1989 e celebrò una funzione eucaristica in località La Ferme davanti a tutta la comunità cristiana accorsa in massa.


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    foto:wikimedia.org


    Ma è la Chiesa di Saint Gabriel, patrono di Rodrigues, la più imponente dell’isola. Lunga 50 metri, larga 9 e alta 12, venne costruita tra il 1936 ed il 1939 dagli stessi parrocchiani, uomini, donne e bambini che trasportarono pietre, coralli, sabbia e cemento dalla costa fin qui soprattutto la domenica dopo la messa.
    E’ questa anche la chiesa preferita dalle coppie di sposi che desiderano unirsi in matrimonio. Lasciano le proprie semplici abitazioni accompagnati da genitori, testimoni e amici.
    Passano sotto l’arco di fiori benaugurate davanti allo sguardo curioso e divertito dei vicini di casa e dei curiosi, e dopo aver preso posto sul torpedone che li attende in strada, si dirigono verso l’altare.

    Dopo il tramonto, in tutta l’isola echeggeranno i rumori della festa che a Rodrigues è sempre accompagnata dal suono degli strumenti musicali tradizionali tra cui l’accordeon diatonico, il triangolo, il tamburo ed il maravanne.
    L’unica danza folkloristica dell’isola è il Sega-tambour, di origini afro-malgasce, conosciuta anche come “sega coupé”, poiché la coppia che danza al centro della pista viene costantemente separata da un nuovo partner maschio o femmina che si intromette.

    Ma ciò che stupisce maggiormente gli ospiti stranieri è sentire e vedere a queste latitudini, accanto al segà, variazioni di polka, di walzer e di mazurca, che i creoli chiamano laval e mazok, oltre a balli di gruppo come la quadriglia. Sono l’eredità lasciata dai navigatori europei nel corso dell’800 quando, sbarcando a Rodrigues lungo le rotte per le Indie, introdussero alcune danze che qui ancor oggi vengono ballate e conservano un ritmo, uno stile ed un sapore a noi vicino.




    LAGUNA BLU

    A Rodrigues bisogna alzarsi all’alba per incontrare le “piqueuses d’ourites”. Dalla riva osservano silenziose la laguna in attesa del momento giusto. Quando la marea scende, entrano in acqua vestite, con il loro cappello di paglia, armate di una fiocina rudimentale. Scivolano in fila indiana, con il mare alla cintola, e l’occhio attento. Sono le famose pescatrici di polpi, molluschi che abbondano in questo tratto di costa.

    Siamo di fronte a Port sud-est, ed è proprio qui che si concentra la loro attività. Nel frattempo, i mariti ed i figli, escono a bordo di leggere imbarcazioni per recuperare le nasse che hanno lasciato sul fondo per tre giorni. In genere le ritirano con una buona cattura, piene di aragoste, gamberi o granchi.

    La più vicina “fish landing station”, ovvero il punto di raccolta a terra del pesce, è il luogo ideale per ammirare i pescatori e le “piqueuses” che ritornano con il loro bottino.

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    foto: latitudeslife.com


    I polpi vengono pesati all’istante e pagati in contanti dal funzionario del dipartimento della pesca locale, per poi essere inviati al deposito centrale di Port Mathurin.
    Alcuni, gli esemplari più grossi, vengono invece lavati accuratamente vicino alla riva per poi essere appesi e lasciati essiccare al sole per quattro/cinque giorni. I polipi essiccati ed il pesce salato sono tra le voci principali dell’export dell’isola.

    Ufficialmente a Rodrigues sono più di 2000 i pescatori registrati, cui vanno aggiunte le oltre 600 donne che si dedicano alla pesca dei polpi; mentre altri 2000 sono i pescatori occasionali.
    Ogni mattina, sulla riva, un funzionario locale registra chi è uscito e quanto ha pescato. In caso di maltempo poi, ognuno ha diritto ad un indennizzo, pagato dal governo, equivalente a 5 euro.

    La pesca è praticata essenzialmente all’interno della barriera corallina, nelle tranquille acque della laguna, sulla cui superficie incrociano un migliaio di piccole barche, soprattutto durante la stagione ufficiale della pesca “a la seine”, ovvero con le reti, che inizia il 1 marzo con una grande festa.
    Sono solo una dozzina infatti le imbarcazioni sufficientemente equipaggiate per avventurarsi al di fuori della barriera ed affrontare la pesca d’altura nelle acque dell’Oceano indiano.

    Ultimamente, tuttavia, programmi educativi che mirano alla preparazione dei pescatori alle moderne tecniche di pesca ed alla salvaguardia della laguna e della relativa fauna da un eccessivo sfruttamento, vengono portati avanti con l’aiuto del governo.

    Un altro progetto molto importante per la conservazione dell’ambiente di Rodrigues si occupa di trapiantare le mangrovie lungo la costa. Quest’operazione è particolarmente necessaria nel nord-ovest dell’isola, dove le piante furono distrutte all’epoca dell’amministrazione coloniale britannica verso la fine del XIX secolo.
    Solo più tardi gli studiosi scoprirono il ruolo fondamentale esercitato da queste paludi nel ciclo riproduttivo di molti pesci tropicali che costituivano l’alimento base della popolazione dell’isola.


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    foto:.tripadvisor.it


    Così, da qualche anno, il governo di Mauritius si è messo in moto e oggi, passando tra Baie aux Huitres e Baie du Nord si vedono gli alberelli che spuntano dal fango in file ordinate e si spera che con le loro radici tentacolari che affondano nelle acque salmastre, contribuiscano all’incremento dei branchi di pesci.


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    foto:iha.it

    DAI MONTI AGLI ABISSI

    Per visitare Rodrigues non bisogna avere fretta. Non ci sono monumenti, musei o palazzi da vedere. Bisogna soltanto lasciarsi andare, procedere lentamente, ma con le orecchie e gli occhi ben attenti a cogliere suoni e immagini in grado comunque di stupire.
    L’isola è abbastanza piccola, quindi la maggior parte dei luoghi d’interesse si trovano a poche ore di distanza a piedi, un modo ottimo per tenersi in forma e respirare l’aria pulita.

    Dai 393 metri di Mont Limon, il punto più alto dell’isola, da cui si può godere di uno splendido panorama sulle vallate e la laguna circostante, una strada asfaltata scende panoramica verso la costa orientale fino a Pointe Coton.

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    foto:tripadvisor.it


    All’interno del Cotton Bay Hotel, affacciato su una delle baie più suggestive dell’isola, incontriamo Jacques Degremont, un francese che sei anni fa ha pensato di aprire proprio qui il primo Diving Centre di Rodrigues.

    La laguna che circonda l’intera isola - ci spiega Jacques - ha una superficie di 200 kmq, vale a dire due volte più ampia dell’isola stessa. Ai margini della laguna si trova la barriera corallina, oltrepassata la quale c’è una piattaforma continentale che si estende verso il largo per trenta chilometri tutto attorno all’isola di Rodrigues, ed il cui fondale si trova a una profondità massima di 30 metri. Tutte le immersioni pertanto vengono fatte fra i 12 ed i 30 metri e si tratta di fondali praticamente inesplorati.

    I pescatori locali infatti pescano esclusivamente all’interno della laguna e quindi sulla piattaforma continentale, dalla notte dei tempi, da quando il mondo esiste e da quando Rodrigues esiste, nessuno si è mai avventurato.

    Sono 6 anni - prosegue jacques - che abbiamo aperto questo diving centre e quando usciamo per immergerci al di fuori della barriera corallina non gettiamo mai l’ancora. Questo è un posto dove l’immersione rappresenta un puro piacere ed è accessibile a tutti:
    sia i professionisti che coloro che si immergono per la prima volta qui possono provare emozioni uniche.
    Sott’acqua si incontrano pesci pappagallo, tutti i tipi di pesci corallini, i pelagici, molti “carangue”, tra cui quello che noi chiamiamo “carangue ignobilis” che misura un metro e settanta per 70 kg di peso e qui si può incontrare ad una profondità di 10-15 metri.
    Ci sono poi delle pareti di corallo fantastiche, enormi, coloratissime, intatte.

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    foto:spinning.forumcommunity.net


    Abbiamo anche due o tre immersioni tecniche che riserviamo ai più bravi ed esperti. Per esempio c’è un’ immersione fantastica che abbiamo soprannominato “Il Canyon”. Si tratta di una gola che passa proprio sotto la barriera corallina. Noi ci immergiamo all’interno della laguna, nuotiamo attraverso questo canyon sotto la barriera e proprio al centro possiamo vedere sopra di noi le onde che si frangono sulla barriera ed è fantastico…

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    foto:tripadvisor.it


    Il problema della sicurezza è sempre la cosa più importante e noi l’abbiamo risolto in questo modo: quando ci immergiamo la barca non getta l’ancora ma segue in superficie il nostro percorso cosicché se qualcuno a un certo punto è stanco, ha freddo e vuole uscire, non fa altro che emergere e trova la barca appoggio ad attenderlo.

    Il centro infine, organizza anche corsi di formazione per tutti i livelli – conclude Jacques - mostrandoci le pinne della figlioletta di pochi anni che ha già iniziato a seguire le orme del padre.

    LE SPIAGGE DELL’EST

    Nei pressi di Pointe Coton si trovano anche alcune delle spiagge migliori di Rodrigues cui si accede esclusivamente a piedi.
    Chi fa il bagno deve stare attento alle forti correnti che si trovano soprattutto nella baia di St. Francois di fronte alla quale si apre un canale che attraversa la barriera corallina.

    La passeggiata continua verso l’interno attraverso un tratto di foresta protetta, per raggiungere baie e spiagge meravigliose, nascoste nella zona più orientale dell’isola.

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    Troux d’Argent,



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    Petit Gravier
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    Anse Bouteille, sono toponimi che rimangono impressi in modo indelebile nella mente dei pochi visitatori che hanno la fortuna di poterli associare ai luoghi cui si riferiscono.

    Il sentiero ora sale, ora scende, e corre parallelo alla costa dove attraversa un plateau di corallo morto. Da qui la barriera corallina in alcuni tratti dista non più di 100 metri. Guardando verso il largo è difficile accettare che al di là della barriera la terra più vicina è la costa occidentale dell’Australia a circa 5500 km di distanza.

    La nostra passeggiata termina a Anse Famille.Da qui una barca a motore riporta noi ed alcuni turisti mauriziani verso nord.
    Giungiamo a



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    Anse aux Anglais, o English Bay, il luogo dove nel 1761 uno squadrone inglese sbarcò per occupare l’isola senza trovare alcuna forma di opposizione da parte degli abitanti locali.
    Nei pressi sorge il ristorante La Recife dalla cui terrazza si gode di uno splendido panorama, e poco oltre, l’hotel Les Cocotiers, un elegante complesso dotato di piscina e rinnovato di recente.



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    foto:tripadvisor.com

    L'ILE AUX COCOS

    Un pulmino ci viene a prelevare davanti all’entrata dell’hotel per portarci a vivere una delle esperienze più interessanti che Rodrigues è in grado di offrire al visitatore: un’escursione all’Ile aux Cocos o Cocos Island.
    A darci il benvenuto a bordo è Maurine, la guida dell’EcoTourisme, uno dei tour operator locali cui ci si deve rivolgere per partecipare a questo tipo di escursione.

    Per raggiungere l’isola dovremo imbarcarci a North Bay.
    Gli abitanti di questa baia sono per lo più pescatori ma a causa dell’eccessivo sfruttamento della laguna alcuni hanno deciso di guadagnarsi da vivere lavorando con i tuor opertor locali, e trasportando con le loro barchette i turisti all’Ile aux Cocos.
    La traversata, che dura circa un’ora su un’acqua dai colori indescrivibili, deve essere peraltro autorizzata dalla Divisione dei pescatori e, per motivi ecologici, non sono ammesse più di 15 imbarcazioni al giorno con un massimo di nove passeggeri cadauna.

    Lungo il tragitto c’è anche il tempo per provare a pescare. Nonostante il cambio di attività bisogna proprio ammettere che i nostri amici non hanno certo perso la mano…

    Una volta sbarcati sull'isola MAURINE ci spiega che essa misura 1 km di lunghezza per duecento metri di larghezza ed è un vero e proprio santuario naturale dove, tra palme da cocco, alberi di casuarina e una gran varietà di cespugli ed arbusti, alcune rare specie di uccelli marini, tra cui le Sule, le Rondini di mare, e l’Uccello della vergine, hanno scelto di stabilirsi.

    Un’escursione su quest’isola pertanto non può essere improvvisata.
    Per proteggere l’ambiente e gli uccelli che vi ci abitano infatti, le autorità locali hanno fissato un numero massimo di visitatori al giorno, ed è necessario chiedere un permesso per potervi sbarcare.
    E questo permesso viene concesso a patto che si venga accompagnati da una guida locale che deve avere frequentato un corso ad hoc ed è responsabile del comportamento dei visitatori che porta sull’isola.

    La vigile presenza di due guardie forestali, contribuisce a minimizzare l’impatto negativo che il turismo può avere su questo santuario della natura aperto al pubblico. Si tratta di scelte e misure rigorose che dovrebbero assicurare una duratura preservazione di queste riserve, dando comunque la possibilità a numerosi visitatori di apprezzare ancora per molto tempo lo splendido spettacolo di migliaia di uccelli liberi di volare e nidificare nel loro habitat.

    I più numerosi sono senz’altro le “SULE del nord”, qui chiamate “Mandarins”; uccelli pellicaniformi simili ai cormorani, che si nutrono di pesci che catturano tuffandosi in mare da notevole altezza, inseguendoli anche sott’acqua. Se ne trovano due specie: i “makouaks” con i loro becchi ricurvi e i “malens” con un piumaggio leggermente più chiaro ed i becchi più diritti e sottili.
    Normalmente pacifiche quando sono raggruppati in colonie sulla sabbia, le SULE possono diventare aggressive e vendicative se ci si avvicina troppo ai loro nidi, specie quando ci sono dei piccoli in arrivo.

    Le rondini di mare, qui soprannominate “yéyés”, (e basta ascoltare il loro verso per capirne il motivo), come le fregate sono uccelli migratori ma alcuni esemplari hanno scelto di restare e stabilirsi permanentemente proprio su quest’isola.

    L’uccello più strano e più raro però è l’Uccello della vergine. Di un bianco immacolato, con le zampette azzurrognole, non costruisce il nido ma si limita a deporre le uova tra le biforcazioni dei rami, e a sedersi su di esse covandole in un precario equilibrio.

    Per sottolineare l’importanza del rispetto per l’ambiente e la natura, le autorità negli ultimi tempi hanno adottato altre due misure ancor più radicali: un quarto della superficie dell’Ile aux Cocos è stata completamente recintata e l’ingresso è severamente vietato; mentre la vicina Ile aux Sables, abitata dalle stesse specie di volatili, è totalmente chiusa al pubblico ed ai visitatori. Infine a nessuno è permesso restare sull’isola dalle 5 del pomeriggio fino alle sette del mattino.

    L’arrivo della bassa marea nel frattempo ci regala un’altra esperienza spettacolare. Per raggiungere le nostre barche infatti saremo costretti a procedere a piedi in mezzo alla laguna, come sospesi tra cielo e mare, in una dimensione quasi onirica che rafforza l’illusione di trovarsi in un altro mondo.


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    foto:tripadvisor.com


    TRA GROTTE E CAVE DI CORALLO

    Ritornati a Rodrigues proseguiamo la nostra esplorazione raggiungendo la costa sud-occidentale dell’isola. Qui scendiamo alla scoperta di ciò che nasconde il sottosuolo. Didier, la nostra guida, ci conduce attraverso un tour dalle atmosfere magiche nel cuore di Caverne Patate, un sistema di grotte coralline che giacciono ad una profondità di 18 metri sotto il livello del mare e si snodano per quasi un chilometro di lunghezza.
    Lungo il cammino la nostra immaginazione e quella di chi ci accompagna gioca un ruolo molto importante nel cercare di individuare ed interpretare liberamente le diverse forme di mostri o animali che emergono dalle stalattiti e dalle stalagmiti che le nostre torce illuminano in modo sinistro.
    Le grotte hanno affascinato i naturalisti sin dalla loro primissima esplorazione avvenuta nel 1786 e oggi ci vuole un particolare permesso per poterle visitare.

    E se la maggior parte dell’isola è formata da rocce basaltiche di origine vulcanica, la parte sud-occidentale, dove ci troviamo, è caratterizzata invece da una vasta piana di depositi coralliferi, formatasi successivamente quando l’intera area era ancora coperta dalle acque.
    L’area prende il nome di PLAINE CORAIL e fino a poco tempo fa il corallo veniva estratto da queste cave a cielo aperto, spaccato in grossi blocchi, da cui successivamente si ottenevano dei mattoni che la gente del posto utilizzava per la costruzione delle proprie case.
    Oggi, ci spiega un ragazzo del psoto, visto l’impatto ambientale che stava assumendo dimensioni considerevoli, l’attività estrattiva è sottoposta a numerosi limiti, e ai locali è permesso solo raccogliere i resti di queste pietre per realizzare piccoli souvenir da vendere ai turisti.


    L'ISOLA DEL TESORO

    Ci resta da scoprire ancora un ultimo tesoro. La leggenda narra che sia sepolto sull’Ile Hermitage, l’isolotto a forma di pesce che sorge di fronte alla costa meridionale di Rodrigues.

    mourouk-ebony-hotel
    foto. tripadvisor.com


    Per raggiungerlo ci imbarcheremo sulla spiaggia del Mourouk Ebony, l’hotel inaugurato nel 1995 e situato su uno scoglio con vista panoramica. Dalle verande dei bungalow, dal caratteristico tetto rosso, lo sguardo indugia sul giardino ben curato per poi protendersi verso il mare. L’hotel dispone di un attrezzatissimo centro per gli sport nautici e organizza diverse escursioni per i propri ospiti. Una delle più gettonate è proprio quella verso l’isola del tesoro.

    Il clima a bordo è familiare. Con noi c’è anche Willy Auguste, il proprietario dell’hotel che ci invita a cimentarci con la canna da pesca. La naturale ospitalità, il calore, la simpatia dei suoi abitanti sono senz’altro delle risorse ulteriori di cui Rodrigues può andare fiera. Qualità da non sottovalutare in un’offerta turistica in cui il fattore umano diventa sempre più importante.


    L’Ile Hermitage si trova proprio in mezzo ai colori sempre cangianti della laguna. Ad attenderci al nostro arrivo, nessun pirata armato fino ai denti bensì giovani sorridenti pronti ad offrirci un gradito spuntino. Ben presto ci rendiamo conto che l’unico tesoro sull’isola è quello associato agli splendidi scenari che accolgono il visitatore e gli conferiscono una pace interiore.

    Quando rientriamo a Rodrigues il sole è già basso. Sulla spiaggia dell’hotel una dozzina di belle ragazze accenna una sfilata.
    Provengono dalle diverse isole dell’arcipelago delle Mascarene e sono le candidate al titolo di Miss Ebony, uno dei più importanti eventi promozionali organizzati dagli operatori locali per pubblicizzare l’isola. Oggi è giornata di prove.
    Soltanto domai si saprà chi sarà la vincitrice. Speriamo comunque non ci induca in tentazione. Ci dispiacerebbe assai venire scacciati anche da quest’ultimo paradiso….


    fonte:http://www.terrediitinerari.it/

     
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