BASKET - la storia

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    LA STORIA DELLA PALLACANESTRO



    La pallacanestro ha una storia che copre un arco temporale che va dal 1891 ai giorni nostri, per un totale di quasi 120 anni. È stata inventata dall'insegnante canadese James Naismith negli Stati Uniti e le sue regole sono state in seguito rimaneggiate e ampliate: la prima a farlo fu Senda Berenson nel 1893, che adattò lo sport alle donne. Alle Olimpiadi di Saint Louis 1904 i Buffalo Germans, una tra le squadre più antiche, vinse il torneo dimostrativo. Nel 1932 a Ginevra, è stata fondata la Federazione Internazionale Pallacanestro, che da allora ha organizzato la pratica di questo sport a livello internazionale. Appena quattro anni dopo, il basket è diventato sport olimpico. È del 1946, invece, la nascita della National Basketball Association, la più importante lega professionistica del mondo. Nel 1957 nasce la Coppa dei Campioni europea e nel 1966 viene istituita la Coppa Intercontinentale. Nel giro di un decennio, anche la pallacanestro femminile diventa uno sport olimpico, a Montreal 1976. Infine, nel 1989 i professionisti sono ammessi ai giochi olimpici, segnando una svolta positiva per il torneo cestistico.



    La pallacanestro è uno sport che, a differenza di quasi tutti gli altri, è nato fondamentalmente dall'ingegno di un solo uomo, il dottor James Naismith, professore di ginnastica canadese. Nel 1891 Naismith lavorava in qualità di insegnante in un centro sportivo della reteYMCA: la YMCA International Training School di Springfield, nel Massachusetts. Gli venne chiesto di cercare qualcosa che potesse tenere in allenamento durante la stagione invernale i giocatori di baseball e football in alternativa agli esercizi di ginnastica. Ispirato in parte da un gioco che aveva conosciuto da bambino in Ontario, chiamato "Duck-on-a-Rock" (letteralmente "Anatra su una roccia"), ilbasket ball (agli inizi le due parole erano divise) secondo Naismith vide la luce il 15 dicembre 1891, con un regolamento composto da tredici regole, un cesto di vimini per le pesche appeso ad entrambe le estremità della palestra del centro sportivo, e due squadre di nove giocatori (The First Team). Il campo era circa la metà di quello attuale.




    L'esordio e i primi sviluppi

    Il nome del gioco basket ball, dal termine basket che significa cesto in inglese, fu coniato da uno degli allievi di James Naismith, Frank Mahan, in seguito al rifiuto dell'inventore di chiamarlo Naismithball. Il 15 gennaio 1892 Naismith pubblicò le regole del gioco: è la data di nascita ufficiale della pallacanestro. La prima partita della storia, disputata il 20 gennaio davanti a 200 spettatori tra studenti e insegnanti della scuola di Naismith a Springfield, terminò 1 a 0 per gli studenti. Nel 1892 iniziò anche la pratica della disciplina tra le ragazze, grazie all'interessamento di Senda Berenson dello Smith College, che modificò le regole di Naismith per adattarle alle donne.


    Lo sport divenne popolare negli USA in brevissimo tempo, cominciando subito dopo a diffondersi in tutto il mondo, attraverso la rete degli ostelli YMCA; gli allievi di Naismith divennero missionari, nel vero senso della parola, e mentre viaggiavano nel mondo per portare il messaggio cristiano, riuscivano a coinvolgere i giovani nel nuovo gioco. Alcuni anni dopo, però, l'associazione cristiana dovette scoraggiare la pratica del nuovo sport a causa delle critiche che gli vennero mosse da vari detrattori. Al fianco dell'YMCA, i college ebbero un ruolo primario nella diffusione della pallacanestro negli USA. Naismith allenò all'Università del Kansas e i suoi allievi Amos Alonzo Stagg e Adolph Rupp portarono lo sport rispettivamente a Chicago e nel Kentucky. Fu però la pallacanestro femminile ad diffondersi di più nei primi anni. Nel 1892 si giocò la prima partita tra l'Università della California e la Miss Head's School. Il 21 marzo 1893 le ragazze della Berenson si incontrarono allo Smith College. Il 4 aprile 1896 si organizzò la prima gara tra college: l'Università di Stanford sconfisse Berkeley per 2-1.




    Negli anni dieci, il presidente degli Stati Uniti d'America Theodore Roosevelt approvò la creazione dei primi enti ufficialmente riconosciuti per l'organizzazione delle competizioni e, soprattutto, per la salvaguardia dei giocatori frequentemente da infortuni: nacquero così l' Amateur Athletic Union e l'Intercollegiate Athletic Association of the United States. Le due federazioni presero controllo dello sport, lo regolamentarono e ne sistemarono le regole. Le prime squadre, i primi tornei. Nel 1895 a Buffalo furono fondati i Germans, una squadra legata sempre all'ambiente delle Young Men's Christian Associations. I giocatori dello stato di New York furono tra i protagonisti dei primi anni della storia della pallacanestro, vincendo il campionato panamericano nel 1901. I Germans furono anche tra i protagonisti dell'esordio ufficiale in ambito internazionale, che avvenne durante i Giochi olimpici che si tennero a Saint Louis nel 1904. L'11 e il 12 luglio i Buffalo Germans, i Chicago Central, gli Xavier AA, i Sawyer AB, i Turner Tigers e i Missouri AC diedero vita alla prima competizione cestistica olimpica. Si trattò solo di una manifestazione dimostrativa, ma contribuì a diffondere ulteriormente la conoscenza di questo sport. Il torneo fu vinto dai Germans, che si confermarono tra le squadre più forti del momento. I Germans vinsero ancora 111 partite consecutive tra il 1908 e il 1910 e nel 1925 si sciolsero. La prima partita tra squadra provenienti da stati diversi si disputò solo nel 1909, quando i russi del Mayal incontrarono una selezione YMCA statunitense.
    Negli anni venti c'erano centinaia di squadre di pallacanestro negli Stati Uniti che giocavano a livello professionistico, tuttavia non c'era ancora molta organizzazione per l'attività agonistica tra le varie squadre, che giocavano ancora in polverose strutture costruite per la danza. Nel 1925 l'American Basketball League organizzò il primo campionato professionistico di pallacanestro negli Stati Uniti d'America. In quel periodo sorsero varie squadre che rimasero per anni tra le più importanti e titolate: nel 1918 gli Original Celtics iniziarono a giocare, prendendo parte a vari campionati; nel 1922 si organizzò la squadra dei New York Renaissance; è del 1927 la fondazione degli Harlem Globetrotters, ad opera di Abe Saperstein; nel 1936 nacque l'All American Red Heads Team, la prima squadra femminile che impiegò le stesse regole degli uomini. Nel 1934 il Madison Square Garden ospita il primo torneo di pallacanestro davanti a 16.200 spettatori.




    Il 15 dicembre 1891 Naismith pubblicò le tredici regole del nuovo sport, che da allora si evolsero fino a renderlo uno sport molto differente dall'originale. Inizialmente, si giocava in un campo grande circa la metà di quello attuale, quindi circa 7 metri di larghezza per 14 di lunghezza. Alle estremità del campo erano poste due ceste di vimini per le pesche, appese al muro e chiuse di sotto. Ogni volta che si segnava un punto, la palla doveva essere recuperata con l'aiuto di una scala installata dietro il tabellone. Le squadre erano formate da nove giocatori. La prima palla era quella usata per il calcio. Delle 13 regole originali di Naismith, alcune sono rimaste fino ad i giorni nostri: la regola uno è rimasta identica; la prima parte della regola cinque è molto simile; la realizzazione dei punti è rimasta identica, compresa l'impossibilità degli avversari di opporsi illegalmente alla realizzazione del canestro; chi rimette la palla all'interno del campo durante una rimessa laterale, ha ancora solo cinque secondi a disposizione; ovviamente, la vittoria è sempre ad appannaggio della squadra che segna il maggior numero dei punti.




    Le 13 regole originali di James Naismith:

    1.La palla può essere lanciata in qualsiasi direzione con una o entrambe le mani.
    2.La palla può essere colpita in qualsiasi direzione con una o entrambe le mani, ma mai con un pugno.
    3.Un giocatore non può correre con il pallone, deve lanciarlo dal punto in cui lo ha preso.
    4.La palla deve essere tenuta in una mano o tra le mani; le braccia o il corpo non possono essere usate per tenerla.
    5.Non è possibile colpire con le spalle, trattenere, spingere, colpire o scalciare in qualsiasi modo un avversario; la prima infrazione da parte di qualsiasi giocatore di questa regola è contata come un fallo, la seconda squalifica il giocatore fino alla realizzazione del punto seguente o, se è stata commessa con il chiaro intento di infortunare l'avversario, per l'intera partita; non sono ammesse sostituzioni.
    6.Un fallo consiste nel colpire la palla con il pugno, nella violazione delle regole tre e quattro e nel caso descritto dalla regola 5.
    7.Se una squadra commette tre falli consecutivi, conterà come un punto per gli avversari; consecutivi significa senza che gli avversari ne commettano uno tra di essi.
    8.Un punto viene realizzato quando la palla è tirata o colpita dal campo nel canestro e rimane dentro, a meno che i difensori non tocchino o disturbino la palla; se la palla resta sul bordo e l'avversario muove il canestro, conta come un punto.
    9.Quando la palla va fuori dalle linee del campo, deve essere rimessa in gioco dalla persona che per prima l'ha toccata; nei casi dubbi, l'umpire deve tirarla dentro il campo; chi rimette in campo la palla ha cinque secondi: se la tiene più a lungo, la palla viene consegnata agli avversari; se una squadra continua a perdere tempo, l'arbitro darà loro un fallo
    10.L'umpire è il giudice dei giocatori e prende nota dei falli, comunicando all'arbitro quando ne sono commessi tre consecutivi; ha il potere di squalificare un giocatore secondo la regola 5.
    11.L'arbitro è il giudice della palla e decide quando la palla è in gioco, all'interno del campo o fuori, a chi appartiene e tiene il tempo; decide quando un punto è segnato e tiene il conto dei punti con tutte le altre responsabilità solitamente appartenenti ad un arbitro.
    12.La durata della gara è di due tempi da quindici minuti, con cinque minuti di riposo tra di essi.
    13.La squadra che segna il maggior numero di punti nel tempo utile è dichiarata la vincitrice dell'incontro. Nel caso di pareggio, il gioco può continuare, se i capitani sono d'accordo, fin quando non viene segnato un altro punto.




    Tra le novità apportate al gioco, nel 1893 fu introdotto un pallone simile a quello attuale ma di colore marrone, sostituito solo negli anni cinquanta dal pallone arancione di Tony Hinkle, che ebbe una diffusione mondiale. Nel 1894 fu introdotto l'uso del tabellone dietro al canestro, che inizialmente venne sostituito da un anello metallico al quale era attaccata una rete, anch'essa chiusa, e poi, nel 1912, ne venne tagliato il fondo.
    Il numero dei giocatori andò progressivamente diminuendo, passando dai nove giocatori per squadra a sette e infine ai cinque attuali. Nel 1933 vennero introdotte le regole dei 3 e 10 secondi. Nel 1954 vennero introdotti i 24 secondi.



    Nei primi anni si perse subito la qualifica di no-contact game che aveva caratterizzato il gioco nei pensieri di Naismith; infatti la sua idea era proporre qualcosa di diverso dal football, a cui tutti potessero partecipare non in base alla forza o alla stazza ma proprio in base all'abilità di infilare una palla in un cesto a 10 piedi del pavimento. Con il primo professionismo, il gioco divenne perfino violento: i giocatori indossavano paramenti per difendersi dai colpi. La pallacanestro veniva chiamata the Cage Game ovvero il Gioco della Gabbia, perché le partite si disputavano all'interno di alte recinzioni. Lo scopo di tutto questo era proteggere gli sportivi dal lancio di oggetti da parte del pubblico, molto più vicino al campo rispetto ad altri sport: volavano bottiglie, monete, sedie. D'altra parte, si voleva anche difendere il pubblico dai giocatori, che erano già molto più grandi e grossi della media (chi giocava nel ruolo di centro raggiungeva i 195 cm circa, mentre al giorno d'oggi ci sono centri di 220 cm e oltre) e non avevano problemi a ricambiare i doni del pubblico.
    (http://unsaltoneltempo.jimdo.com/)





    La diffusione della pallacanestro in Europa iniziò negli anni dieci e durante la prima guerra mondiale. Nel 1935 la Svizzera ospita i primi Europei, organizzati in vista dei Giochi olimpici di Berlino: vinse la Lettonia. Solo nel 1957 nascerà l'Eurolega, la principale competizione per squadre di club.
    In Italia il basket, o "Palla-al-cesto", come era chiamato, conobbe un primo momento di relativo splendore durante gli anni 30, per poi decadere a causa degli eventi bellici. Società di grande blasone come l'Olimpia Borletti di Milano e la Virtus di Bologna da una parte, la Federazione pallacanestro dall'altra, sono le artefici in un primo tempo della grande ripresa e poi della definitiva riaffermazione. Risulta preziosa in particolare l'opera del commissario tecnico Van Zandt, ex ufficiale dell' US Army di colore rimasto in Italia dopo la guerra, illuminando con metodo la platea cestistica locale sull'importanza decisiva dei "fondamentali". Improvvisamente riproliferarono, quindi, nel breve giro di alcuni anni, numerosi giocatori di talento che, grazie anche all'apporto degli stranieri in campionato, ripropongono internamente e internazionalmente il ragguardevole valore del basket italiano. Nascono le stelle, come Riminucci, Pieri, Lombardi, Vianello e Vittori; La squadra azzurra si rafforza grazie a Mc Gregor, raggiungendo poi con Paratore e Primo i vertici mondiali; la grande industria si abbina alla pallacanestro garantendole i mezzi per un'attività in grande stile; spunta l'astro Ignis, che unitamente al Simmenthal monopolizza sull'asse Varese-Milano il grande basket nazionale ed europeo. Grazie alle prodezze delle grandi società e degli azzurri, ma anche al successo del mini-basket, il numero di giocatori tesserati e dei club affiliati alla federazione sarebbe vertiginosamente aumentato.



    L'arrivo della pallacanestro in Italia è legato a tre personalità: Ida Nomi, Guido Graziani e Manlio Pastorini. La prima, maestra dello sport senese, tradusse il regolamento scritto da Naismith e nel 1907 presentò la palla al cerchio al Concorso Ginnico di Venezia. Definì la palla al cerchio «un gioco ritenuto al momento particolarmente adatto alle signorine».
    Guido Graziani, laureato allo Springfield College in educazione fisica, tradusse nuovamente le regole per le forze armate italiane e nel 1919 fondò l'YMCA di Roma. La sua opera di insegnamento fu importante anche in preparazione della prima vera partita di pallacanestro italiana, che si svolse a Milano l'8 giugno 1919: 2ª Compagnia Automobilisti di Monza-Aviatori della Malpensa 11-11.
    Manlio Pastorini, campione olimpico di ginnastica, fece allestire un campo di gioco a Firenze e nel 1920 fu tra i promotori del primo campionato italiano maschile, che venne organizzato sotto l'egida della Federginnastica. La federazione è stata fondata il 2 novembre 1921.




    La necessità di creare un organismo internazionale che coordinasse l'operato dei comitati nazionali si fece sempre più pressante. Così, nel 1932 a Ginevra, Argentina, Cecoslovacchia, Grecia, Italia, Lettonia, Portogallo, Romania e Svizzera fondarono la Fédération Internationale de Basketball Amateur, poi conosciuta con l'acronimo FIBA. La nuova federazione fu riconosciuta nel 1934 dal Comitato Olimpico Internazionale, che inserì la pallacanestro nel programma olimpico in occasione delle Olimpiadi estive di Berlino 1936. In quell'occasione, Naismith, nominato presidente onorario della FIBA, alzò la prima palla a due e consegnò la medaglia d'oro agli Stati Uniti, che sconfissero in finale il Canada.
    Nel 1940 avviene la prima trasmissione televisiva di una partita.
    Nel 1950 vengono organizzati i primi mondiali maschili, tre anni dopo quelli femminili. Nei primi anni, la massima competizione mondiale organizzata dalla FIBA si disputa in Sud America e ha per protagoniste le nazionali americane, occasionalmente affiancate dall'Unione Sovietica e dalla Jugoslavia. In campo femminile, la competizione è per i primi quaranta anni esclusiva delle due superpotenze, USA e URSS.
    Nel 1956 la sede della FIBA fu spostata a Monaco di Baviera.
    Nel 1966 viene organizzata la prima coppa Intercontinentale.
    Nel 1987 si disputa il primo McDonald's Open.
    Nel 1989 la FIBA permise la partecipazione alle Olimpiadi dei giocatori professionisti: ciò aumentò il livello del gioco nel torneo olimpico, che si arricchì dei giocatori della National Basketball Association e contò sul Dream Team, la nazionale statunitense capace di stravincere a Barcellona 1992.
    Nel 2002 la sede della FIBA tornò a Ginevra

    La pallacanestro si era diffusa in Africa dopo la seconda guerra mondiale, ma la FIBA tardò a creare una federazione continentale che rappresentasse il continente nelle assemblee mondiali. Durante la sesta convention internazionale di pallacanestro, tenutasi a Roma nel 1960, si approvò la creazione della carica di vicepresidente FIBA per l'Africa. Proprio a Roma fu dato mandato alla Egyptian Basketball Federation di organizzare un'assemblea africana per la creazione del comitato continentale.

     
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    ALLE ORIGINI DEL BASKET
    IL BOSCAIOLO CHE INVENTÒ LA PALLACANESTRO


    di Simone Valtieri



    Sentendo nominare la parola “Springfield” può venire subito in mente il luogo dove vivono degli strani personaggi gialli del mondo dei cartoons: i Simpson. Tuttavia la città di Springfield nel Massachusetts, una delle oltre settanta con questo nome presenti sul suolo statunitense, riveste un’importanza capitale nella storia dello sport: è la città dov’è nato il basket, una delle poche discipline di cui si conoscono esattamente il luogo di nascita, l’anno e il nome dell’inventore.

    A Springfield, nel dicembre 1891, James Naismith (1861-1939), canadese, insegnante di educazione fisica presso la Ymca International Training School, elaborò in una notte cinque principi fondamentali, poi sviluppati in tredici regole, per un nuovo gioco da praticare al chiuso, durante i mesi invernali.



    Il 15 gennaio 1892 l’idea venne pubblicata. Perché inventare un nuovo gioco? Semplice: per sconfiggere la noia di cui erano preda gli studenti durante il gelido inverno del Massachusetts. Alla Ymca esisteva già un corso di educazione fisica sotto la responsabilità del preside Luther Hasley Gulick, che sollecitava i suoi allievi a un grande impegno agonistico puntando sui giochi di squadra per consolidare sempre più lo spirito di gruppo e la reciproca assistenza, considerati fondamentali nell’educazione dei giovani.

    L’inverno, però, costituiva un problema e non solo per le temperature polari: il baseball, codificato fin dal 1846 a Hoboken, si giocava e si gioca tuttora dalla primavera a ottobre; Il football americano, nato ufficialmente nel 1873 ad Harvard (non male per un’università di secchioni…), è sport autunnale e non si spinge oltre gennaio. Per gli studenti del college, quindi, i primi mesi del nuovo anno erano puntualmente caratterizzati da lunghi vuoti che i tradizionali e ripetitivi corsi di educazione fisica non riuscivano a colmare.



    Così Gulick si rivolse a un suo giovane collaboratore, James Naismith, chiedendogli di trovare qualcosa per tenere impegnati gli allievi, che la noia stava rendendo sempre più irrequieti. Doveva essere un gioco da praticare al coperto, con luce artificiale, che fosse divertente e facilmente assimilabile, che non presentasse occasioni di violenza e, last but not least, che non incidesse molto sulle casse della scuola. Naismith si mise al lavoro.

    L’inventore del basket proveniva da Almonte, un piccolo villaggio contadino tra le foreste dell’Ontario. Figlio di immigrati scozzesi, perse i genitori in giovanissima età e fu cresciuto dallo zio. Continuò a vivere tra i boschi, alternando lo studio al lavoro di taglialegna. Una vita comunque molto dura, che costrinse Naismith a completare il liceo con quattro anni di ritardo, ma con buoni voti che gli consentirono l’accesso all’università, il Presbiterian College di Montreal. Durante l’università giocò nella squadra di football, tra l’altro facilitato dall’ottimo fisico messo su spaccando legna. Nel 1890, conclusi gli studi, andò a insegnare negli Stati Uniti alla Ymca di Springfield.

    Ricevuto ordine di inventare un nuovo passatempo atletico, James Naismith si immerse nella riflessione, come uno scrittore in cerca di ispirazione per il romanzo della vita. I primi tentativi andarono a vuoto: era arduo per l’epoca soddisfare quelle particolari richieste.
    Poi, pian piano, un’idea iniziò a farsi strada nella mente dell’ex boscaiolo di Almonte.




    Gli tornò in mente il duck-on-a-rock, un gioco che aveva imparato da bambino in Ontario, letteralmente “anatra su una roccia”. Si trattava di una gara a chi per primo riusciva a far cadere, colpendola con un sasso da una distanza prestabilita, la pietra (detta duck), collocata su un masso. Una volta fatta cadere, bisognava correre a recuperare il proprio sasso, mentre il goalkeeper, rimesso il duck al suo posto, doveva tentare di afferrare l’avversario. Più si arcuava la parabola, più aumentavano le possibilità di successo: Era un gioco che richiedeva finezza e accuratezza a chi lo praticava. Inoltre a Naismith vennero in mente anche gli antichi giochi praticati dai Maya (po-ta-pok) e dagli Aztechi (tchlatchli), in cui una sfera andava fatta passare dentro anelli dal significato religioso. Perché – pensò Naismith – non sostituire un pallone al sasso e un cesto al duck, mantenendo il gesto tecnico della parabola?

    Dopo due settimane di riflessione, poco prima di Natale, in una leggendaria notte insonne, chino sulla scrivania al solo lume di una consumata candela, James Naismith elaborò cinque principi fondamentali di un nuovo gioco, poi tradotte in tredici regole di base. Li fece battere a macchina dalla segretaria del college, la signorina Lyons, e il 15 gennaio 1842 il regolamento fu pubblicato su Triangle, il giornalino studentesco, con il titolo A new game.



    Il problema dell’attrezzatura fu rapidamente risolto: si impiegarono i palloni di cuoio usati nel soccer, mentre le ceste di vimini furono messe a disposizione dall’economo del college, Mr. Stebbins. Furono fissate al bordo più alto della palestra, su due lati fronteggianti. Una volta contenevano pesche. Agli inizi le ceste utilizzate non erano bucate e dopo ogni canestro si era costretti ad arrampicarsi su una scala per recuperare il pallone. Il gioco fu chiamato basketball da uno dei primi giocatori, Frank Mahan, dopo che l’inventore aveva respinto l’idea di chiamarlo Naismith Game.

    L’innovazione più grande della pallacanestro consiste nel suo non essere uno sport di contatto, sostituendo alla forza fisica e alla potenziale violenza altre qualità come l’intelligenza, la destrezza, l’abilità. Non c’è alcuna forma di fuorigioco e si prevede esclusivamente l’uso delle mani. Le regole della pallacanestro furono pensate per produrre un gioco d’attacco, estremamente veloce e tecnicamente tra i più esigenti.



    Ecco i cinque principi ideati da Naismith:

    1. Il gioco viene praticato con un pallone rotondo che può essere trattato solo con le mani.
    2. Non è consentito camminare con il pallone.
    3. I giocatori possono prendere una posizione sul campo di gioco in qualsiasi momento e dovunque preferiscano.
    4. Non è permesso il contatto fisico tra i giocatori.
    5. Il goal è collocato orizzontalmente in alto.


    Il 21 dicembre 1891 nella palestra di Armory Street a Springfield venne disputata la prima partita sperimentale. Le due squadre schieravano nove giocatori ciascuna: diciotto infatti erano gli alunni del corso di Naismith, e le sue regole non indicavano il numero di componenti di ciascuna formazione. Il match terminò un punto a zero con un canestro messo a segno da William Chase. La prima gara “ufficiale” fu giocata il 2 o l’11 marzo 1892, tra una squadra di insegnanti (tra cui lo stesso Naismith) e una composta da studenti. Davanti a duecento spettatori vinsero i primi per cinque canestri a uno. Amos Alonzo Stagg segnò tutti i punti dei docenti, Ruggles l’unico canestro degli studenti. Presto si appassionarono al nuovo gioco anche le ragazze. Anzi, un dizionario inglese del 1895, dava alla pallacanestro la definizione di “gioco per ragazze”, evidentemente con intenti poco lusinghieri. L’ascesa del basket femminile sarà però lentissima, in quanto frenata da regole restrittive fino all’inizio degli anni ’70.

    A differenza di altri sport nati negli Stati Uniti, come il baseball e il football, il basket divenne gioco globale, esportato in Europa nel 1893 e approdato alle olimpiadi di Berlino nel 1936 (ma il femminile solo nel 1976) a cui presenziò lo stesso Naismith. Il basket nel vecchio continente divenne però popolare soltanto dopo la seconda guerra mondiale, grazie alla presenza delle truppe americane. Intanto nel 1950 negli Stati Uniti si giocava la prima partita della nuova lega professionistica, la NBA, tra Minneapolis e Syracuse.



    In Italia il primo incontro ufficiale di basket si disputò l’8 giugno 1919 all’Arena di Milano.
    Fu un’esibizione tra due squadre militari, gli Avieri della Malpensa in maglia azzurra e la Compagnia degli Automobilisti di Monza in maglia gialla, che doveva intrattenere il pubblico in attesa dell’arrivo dell’ultima tappa del Giro d’Italia di quell’anno. Così la prima partita di “palla al cesto” della storia finì 11-11, con uno storico e irripetibile pareggio.

    Oggi a livello internazionale la pallacanestro è regolamentata dalla FIBA (Fédération International de Basketball) che conta 213 federazioni nazionali affiliate.
    Se ci si vuole però immergere nei momenti più entusiasmanti di questo sport, bisogna recarsi ancora una volta nella cara vecchia Springfield, per visitare uno dei migliori musei sportivi del mondo, la Hall of Fame, che è anche una vera e propria istituzione preposta a eleggere di volta in volta i più significativi personaggi nella storia del basket.




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