ANDREA ZORZI

pallavolista

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted


    Condividi

    ANDREA ZORZI



    Andrea Zorzi, conosciuto nell'ambiente anche come "Zorro", è stato uno dei più grandi giocatori della pallavolo internazionale, uno dei simboli della pallavolo italiana. Nato a Noale (Venezia) il 29 luglio del 1965 da genitori toresellani è riuscito a ritagliarsi uno spazio come uno fra più i apprezzati atleti di questo sport a livello mondiale, tanto che in Giappone (e forse a noi, dall'Italia, la cosa fa un po' effetto), le ragazzine impazziscono letteralmente per lui, esattamente come parallelamente in Europa si fa per un calciatore come Beckham.

    Andrea Zorzi ha esordito in nazionale nel 1986 a Bormio in una partita fortunata, in cui gli azzurri rimandarono a casa la Grecia per 3-0: da quel giorno ha vestito la maglia azzurra 325 volte, risultando determinante in molte delle vittorie ottenute dall'Italia (allenata da Julio Velasco) nel suo eccezionale ciclo d'oro.



    Cresciuto sportivamente a Padova prima di farsi conoscere a Parma, ha saputo diventare un personaggio grazie non solo alle sua qualità di atleta ma anche a quelle di comunicatore, che lo vedono perfettamente a suo agio di fronte ad un microfono, smentendo quel luogo comune che vuole gli sportivi alle prese con penosi mugolii ogni qual volta vi sia da esprimere al pubblico il proprio pensiero. Al contrario, 'Zorro' è dotato di una dialettica carismatica ed è in grado di interagire alla pari con giornalisti di radio e tv. A tutto questo, che lo fa senz'altro ammirare come ragazzo sveglio e capace, si aggiunga la scelta di un abbigliamento sempre particolare, e una cura per l'immagine che lo rende particolarmente riconoscibile.

    Ripercorrendo la sua carriera andiamo incontro ad una serie di successi impressionante. Dopo aver centrato il Grande Slam con la Maxicono Parma nella stagione 1989/1990 (Scudetto, Coppa delle Coppe, Mondiale per club, Coppa Italia e Supercoppa Europea), è passato a Milano, la città che è diventata per lui una sorta di seconda patria.



    Trasferitosi in seguito per due anni a Treviso, ha vinto nuovamente il tricolore, concludendo la sua carriera eccezionale a Macerata. Più nel dettaglio, la sua carriera si è sviluppata così: dal 1982 al 1984 ha giocato a Padova (Americanino e Thermomec), a Parma (dal 1985 al 1990 con Santal e Maxicono), a Milano (dal 1990 al 1994 con Mediolanum, Misura e Milan), a Treviso e Macerata (Sisley Treviso dal 1994 al 1996 e Lube Macerata dal 1996 al 1998).

    Alto 201 centimetri, gli intenditori parlano di lui come di un atleta completo, dotato non solo di classe ma anche di potenza, a cui si uniscono un temperamento non comune. Ha collezionato un'infinità di riconoscimenti fra cui è doveroso menzionare, fra i tanti, il premio della FIVB quale giocatore dell'anno 1991. La popolarità acquisita gli ha poi permesso, unico o quasi fra i giocatori di pallavolo, di recitare come "testimonial" in alcune campagne pubblicitarie.



    Oggi è sposato con la stella della ginnastica ritmica Giulia Staccioli, conosciuta ai Giochi Olimpici di Seul nel 1988. I due hanno recentemente fondato il "Kataklò Dance Theatre" primo progetto italiano di teatro atletico che ha già al suo attivo due produzioni, "Kataklopolis" e "Indiscipline".

    L'ex pallavolista dopo questa favolosa carriera ha ora modo di far valere anche quelle capacità dialettiche ricordate sopra dato che è entrato nella scuderia sportiva della RAI occupandosi, naturalmente, di volley. (http://biografieonline.it/)

     
    Top
    .
  2. gheagabry
     
    .

    User deleted




    Zorzi: "Eravamo una generazione di minatori"
    "Così ci diceva il ct Velasco, poco talento ma tanta voglia di faticare. Ho vinto molto ma rivivo il dolore delle sconfitte"



    tratto da una Intervista di LUIGI BOLOGNINI

    Zorzi, leggenda lei lo è (da schiacciatore ha vinto 2 Mondiali e 3 Europei con l'Italia e 2 scudetti, 8 coppe europee e 3 Mondiali coi club), ma non è presuntuoso uno spettacolo sulla propria vita a neppur 50 anni?

    "Tutto è tranne che un'autocelebrazione. Ovvio che rievochi le vittorie, non mie ma di un gruppo, però rievoco anche e soprattutto le sconfitte a cominciare dalle maledette Olimpiadi perse nel 1992 e 1996, anzi è forse la parte centrale. E la più facile: il dolore, quel dolore, lo rivivo ogni volta. La gioia per le vittorie è meno facile da rendere, più imbarazzante".

    Eppure quella generazione di fenomeni ha vinto tanto.


    "Ma a me questa definizione non piace. Noi eravamo - diceva il nostro ct Julio Velasco - una generazione di minatori: lavoravamo in modo mostruoso, impegnandoci allo spasimo, ed eravamo scarsi di talento. A cominciare da me, che ho iniziato a fare pallavolo a 16 anni e solo perché ero alto. Ero un ragazzo della provincia veneta imbranato, cresciuto in campagna e nel manicomio dove lavorava mia madre. Tutte cose che sono uno spaccato d'Italia di 30-40 anni fa"




    http://milano.repubblica.it/
     
    Top
    .
1 replies since 24/4/2014, 13:51   278 views
  Share  
.