Mondiali 2014 GRUPPO A

Brasile,Croazia,Messico,Camerun

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    „Mondiali 2014, Gruppo A: il calendario di Brasile, Croazia, Messico e Camerun
    ]

    „La prima partita di questo girone si giocherà il 12 giugno“

    Tutto pronto per la a 20ª edizione del campionato mondiale di calcio. I gruppi dei Mondiali di Brasile 2014 sorteggiati: Gruppo A: Brasile, Croazia, Messico e Camerun. Gruppo B: Spagna, Olanda, Cile e Australia. Gruppo C: Colombia, Grecia, Costa d'Avorio e Giappone. Gruppo D: Uruguay, Costa Rica, Inghilterra e Italia. Gruppo E: Svizzera, Francia, Ecuador e Honduras. Gruppo F: Argentina, Bosnia, Iran e Nigeria. Gruppo G: Germania, Portogallo, Ghana e Stati Uniti. Gruppo H: Belgio, Algeria, Russia e Corea del Sud.


    La partita inaugurale dei Mondiali di Brasile 2014 sarà tra la Selecao padrona di casa e la Croazia, all'Itaquerao di San Paolo con inizio alle ore 17 locali. Lo ha stabilito il sorteggio a Costa do Sauipe. L'Italia è stata inserita nel girone D dei Mondiali, insieme all'Uruguay e debutterà il 14 giugno a Manaus (ore 21 locali) contro una squadra ancora da designare. Il sorteggio è in corso.

    CALENDARIO


    San Paolo
    12 giugno 2014, ore 17:00 UTC-3
    Incontro 1 Brasile – Croazia Stadio Corinthians

    Natal
    13 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3
    Incontro 2 Messico – Camerun Arena das Dunas

    Fortaleza
    17 giugno 2014, ore 16:00 UTC-3
    Incontro 17 Brasile – Messico Stadio Castelão

    Manaus
    18 giugno 2014, ore 16:00 UTC-3
    Incontro 18 Camerun – Croazia Arena Amazônia

    Brasilia
    23 giugno 2014, ore 17:00 UTC-3
    Incontro 33 Camerun – Brasile Stadio Nazionale di Brasilia

    Recife
    23 giugno 2014, ore 17:00 UTC-3
    Incontro 34 Croazia – Messico Arena Pernambuco



    Nazionale di calcio del Brasile

    Sport Football pictogram.svg Calcio
    Federazione Confederação Brasileira de Futebol
    Confederazione CONMEBOL
    Codice FIFA BRA
    Soprannome Seleção
    ("La selezione") Pentacampeões ("Cinque volte campioni")
    Selezionatore Brasile Luiz Felipe Scolari
    Record presenze Cafu (142)
    Capocannoniere Pelé (77)
    Ranking FIFA 9º (luglio 2013)
    Esordio internazionale
    Argentina Argentina 3 - 0 Brasile Brasile
    Buenos Aires, Argentina; 20 agosto 1914
    Migliore vittoria
    Brasile Brasile 14 - 0 Nicaragua Nicaragua
    Città del Messico, Messico; 17 ottobre 1975
    Peggiore sconfitta
    Uruguay Uruguay 6 - 0 Brasile Brasile
    Viña del Mar, Cile; 18 settembre 1920
    Campionato del mondo
    Partecipazioni 19 (esordio: 1930)
    Miglior risultato Vincitori, 1958, 1962, 1970, 1994, 2002
    Copa América
    Partecipazioni 33 (esordio: 1916)
    Miglior risultato Vincitori, 1919, 1922, 1949, 1989, 1997, 1999, 2004, 2007
    Confederations Cup
    Partecipazioni 7 (esordio: 1997)
    Miglior risultato Vincitori, 1997, 2005, 2009, 2013

    La Nazionale di calcio del Brasile (port. Seleção Brasileira de Futebol, per questo nota informalmente come Seleção) è la rappresentativa calcistica del Brasile ed è posta sotto l'egida della Confederação Brasileira de Futebol.
    Quella verdeoro, come si usa chiamarla in Italia, è la Nazionale di calcio più titolata del mondo, avendo vinto 5 volte i Campionati mondiali di calcio (1958, 1962, 1970, 1994, 2002). Per questa ragione il Brasile è soprannominato anche Pentacampeão (Pentacampione). Nel suo palmarès figurano anche 8 Coppe America e 4 FIFA Confederations Cup.
    La Nazionale di calcio brasiliana è l'unica al mondo ad aver partecipato a tutte le 19 edizioni del Campionato mondiale di calcio dal 1930 ad oggi. Detiene inoltre il primato di permanenza al primo posto della Classifica mondiale della FIFA, che ha comandato senza interruzioni dal luglio 1994 al luglio 2000 e successivamente da giugno 2002 a febbraio 2007. A luglio dello stesso anno, dopo quattro mesi di assenza dal primo posto, grazie alla vittoria nella Coppa America 2007 il Brasile è riuscito a tornare in testa alla classifica, mantenendo il vertice fino ad ottobre 2009. Ha occupato nuovamente il primo posto da aprile a maggio 2010, poi scalzata dalla Spagna nuova campionessa del mondo. Sette le finali dei Mondiali disputate.
    È, insieme alla Spagna, la sola Nazionale ad aver vinto almeno un Mondiale al di fuori del proprio continente e, tra le otto Nazionali vincitrici di un Mondiale, queste due squadre sono, attualmente, le uniche due a non averlo vinto in casa. Il Brasile ha trionfato, infatti, in Europa (Svezia 1958), in Nordamerica (Messico 1970 e USA 1994) e in Asia (Giappone e Corea del Sud 2002) e nell'edizione casalinga del 1950 ha preso l'argento. Vinse anche in Sudamerica, ma fuori dai confini nazionali, il Mondiale di Cile 1962.
    La Nazionale di calcio brasiliana sarà la squadra della nazione ospitante la ventesima edizione dei Mondiali di calcio, nel 2014 (sessantaquattro anni dopo avere ospitato l'edizione del 1950), dopo la candidatura annunciata già dal 2003 e in seguito confermata ufficialmente il 30 ottobre 2007 dalla FIFA a Zurigo. Il Brasile sarà così la quinta nazione ad ospitare due edizioni dei Mondiali di calcio, dopo il Messico, l'Italia, la Francia e la Germania.
    A luglio 2013 occupa la 9ª posizione nel Ranking mondiale FIFA, mentre la peggior posizione occupata è stata la 22ª posizione nel giugno 2013.


    La Nazionale brasiliana nacque nel 1914 e giocò la sua prima partita contro la squadra inglese dell'Exeter City allo Stadio des Laranjereiras di Rio de Janeiro, sede del Fluminense. I verdeoro vinsero per 2–0. Le prime apparizioni ai Mondiali, tuttavia, non ebbero successo, in parte a causa delle lotte interne al calcio brasiliano circa il professionismo, che resero la confederazione calcio brasiliana incapace di schierare squadre con i migliori giocatori. In particolare le dispute tra le federazioni degli stati di San Paolo e Rio de Janeiro, fece sì che le squadre fossero composte solo da giocatori provenienti da una sola delle federazioni. Nel 1930 e nel 1934 il Brasile venne eliminato al primo turno, ma nel 1938 conquistò un importante terzo posto, con Leonidas capocannoniere, con 7 reti. Durante i mondiali del 1938 il Brasile incontrò l'Italia nella semifinale, ma i sudamericani decisero di far riposare Leonidas e furono sconfitti 2-1 dagli italiani con conseguente eliminazione dal torneo.
    Il Brasile ospitò per la sua prima e finora unica volta il mondiale nel 1950. Fu il primo mondiale a svolgersi dopo la Seconda guerra mondiale. Questa edizione ebbe la particolarità di essere l'unica a non prevedere una finale unica, ma un girone finale composto da quattro squadre. Tuttavia, l'incontro decisivo per l'assegnazione del titolo vide di fronte Brasile e Uruguay e pertanto venne quasi unanimemente considerata la "finale". La partita si disputò allo stadio Maracanã di Rio de Janeiro, davanti a duecentomila spettatori. Al Brasile sarebbe bastato un pareggio per laurearsi campione, ma dopo essere passato in vantaggio per 1-0, non accontentandosi del gol di scarto, continuò ad attaccare e incassò così prima il pareggio di Schiaffino e poi il definitivo 2-1 di Ghiggia. Questo incontro venne da allora chiamato il "Disastro del Maracanã" (conosciuto in tutto il Sudamerica come "O Maracanaço" in portoghese, e "el Maracanazo" in spagnolo) e in Brasile venne addirittura proclamato il lutto nazionale.
    Ai Mondiali del 1954, disputatisi in Svizzera, la nazionale brasiliana fu completamente rinnovata. Però nonostante il fatto che in quella nazionale giocassero campioni come Nilton Santos, Djalma Santos e Didi il Brasile non andò molto lontano. Infatti fu eliminata ai quarti di finale dalla favorita Ungheria che vinse per 4-2 una delle più violente partite della storia del calcio che sarebbe poi diventata famosa con il nome di Battaglia di Berna.

    L'era Pelé (1958-1970)

    Nel 1958 il Brasile vinse il suo primo titolo mondiale battendo in finale i padroni di casa della Svezia per 5-2, diventando la prima nazionale a vincere un mondiale fuori dai confini continentali (l'impresa sarebbe poi stata ripetuta nel 2002 in Asia). Da notare, in questa edizione, l'affacciarsi sulla scena del calcio internazionale di Pelé, all'epoca appena diciassettenne e autore, proprio nella finale, di un gol ritenuto fra i più belli di sempre.
    Nel 1962, in Cile, il Brasile conquistò nuovamente il titolo, sconfiggendo i padroni di casa nella semifinale. Garrincha fu il protagonista, in particolar modo dopo l'infortunio subito da Pelé nel secondo incontro del torneo, che costrinse o Rey a saltare le restanti partite.
    Dopo il Mondiale svoltosi in Inghilterra nel 1966, dove i verde-oro furono eliminati al primo turno, il Brasile vinse la sua terza Coppa del Mondo in Messico nel 1970 battendo l'Italia per 4-1 e presentandosi al torneo iridato con quella che venne considerata la migliore squadra nazionale di tutti i tempi; Pelé, alla sua ultima finale mondiale, Carlos Alberto, Jairzinho, Tostão, Gérson e Rivelino. Con questo successo conquistò la Coppa Rimet per la terza volta e poté quindi tenersela a titolo definitivo secondo quanto previsto dal regolamento FIFA allora vigente. Il trofeo sarà poi rubato e non più ritrovato.

    Il digiuno ventennale (1974-1994)


    Brasile contro Argentina nel 1974
    Ai mondiali del 1974 la nazionale verdeoro inizia la competizione con uno zero a zero con la Jugoslavia e il medesimo risultato viene ottenuto con la Scozia. Batte poi lo Zaire per 3-0 e conclude così il girone con le due squadre con cui aveva pareggiato a quattro punti. In virtù di una differenza reti migliore degli scozzesi (3-2) fa seconda e si qualifica così alla seconda fase a gironi. Qui batte per 1-0 la Germania Est e per 2-1 l'Argentina e va a giocarsi l'accesso alla finale con l'Olanda con cui era a pari punti (4). Viene però sconfitta per 2-0 e deve accontentarsi della finalina per il terzo e quarto posto dove sarà battuta dalla sorprendente Polonia per 1-0.
    L'edizione del 1978 fu decisamente controversa. Nella seconda fase il Brasile si contendeva con l’Argentina il primo posto nel girone che avrebbe garantito l’accesso alla finale. Nell'ultima partita di questa fase, il Brasile batté la Polonia 3-1 andando in vetta con una differenza reti di +5. L'Argentina aveva una differenza reti di +2, ma nella loro ultima partita del girone sconfissero il Perù per 6-0 qualificandosi per la finale. Notevoli sospetti gravarono sul portiere peruviano Ramón Quiroga, di origini argentine, reo secondo alcune voci di avere lasciato segnare l'Argentina senza opporre la dovuta resistenza. Tuttavia, entrambe le rappresentative smentirono le ipotesi di possibili complotti. Il Brasile non poté quindi prendere parte alla finale nonostante fosse l’unica squadra imbattuta del torneo.

    Il Brasile che partecipò ai Mondiali dell'82 in un francobollo paraguayano
    Al Mondiale 1982 i verdeoro arrivarono in modo autorevole, vincendo tutte e quattro le partite del gironcino sudamericano con Venezuela e Bolivia[1]. In Spagna destarono un'ottima impressione, esprimendo un gioco pregevole con talenti come Zico, Falcão, Eder e Sócrates, che formavano una delle squadre più forti della storia[1]. Il CT Telé Santana, infatti, riuscì a far esprimere al meglio i suoi campioni con un impianto di gioco iperoffensivo[1]. I sudamericani superarono agevolmente la prima fase a gironi, sconfiggendo in rimonta URSS (2-1) e Scozia (4-1) e travolgendo la Nuova Zelanda (4-0 con tutti i titolari in campo, nonostante la qualificazione fosse già stata ottenuta[1]). Nel secondo turno furono inseriti in un girone di ferro con Argentina e Italia. Nella prima partita sconfissero per 3-1 i campioni del mondo in carica dell'Argentina, reduci dalla sconfitta (1-2) contro gli italiani, e li estromisero dal torneo. A quel punti, in virtù di una differenza reti favorevole, ai verdeoro sarebbe stato sufficiente un pareggio per accedere alla semifinale[1]. Contro l'Italia, però, il Brasile uscì battuto, dopo una brillante partita giocata da entrambe le squadre. Paolo Rossi segnò una tripletta che affossò i favoriti brasiliani. Ancora una volta si mise in luce la vocazione all'attacco dei brasiliani che, malgrado bastasse un pareggio, continuarono ad attaccare[1] sul risultato di 2-2, consentendo così all'Italia, poi vincitrice della coppa, di trovare varchi e segnare il definitivo 3-2.
    Nell'edizione iridata del 1986 i verdeoro sconfissero al primo turno la Spagna per 1-0, l'Algeria con il medesimo punteggio e l'Irlanda del Nord per 3-0 chiudendo così primi il raggruppamento. Negli ottavi liquidarono per 4-0 la Polonia andando così ad incontrare nei quarti la Francia. Qui la partita terminò sull'1-1 con goal prima di Careca e poi di Michel Platini e con il portiere francese che parò un rigore a Zico. Ai rigori s'imposero i francesi per 4-3 e il Brasile venne così eliminato.
    Ai Mondiali 1990 il Brasile di Sebastião Lazaroni adottò un calcio volto più al contenimento che all'attacco, ma riuscì a superare il primo turno. Agli ottavi di finale contro l'Argentina ebbe alcune buone occasioni da gol, ma perse per 1-0. Alcune critiche fecero da contorno a questa eliminazione, le più accese delle quali accusavano il CT di non avere espresso un gioco degno della scuola brasiliana, con troppa tattica e poca fantasia.
    Il Brasile passò nelle mani di Paulo Roberto Falcão, che lo guidò al secondo posto nella Copa América 1991 giocata in Cile. Dopo aver superato con il secondo posto il girone a cinque squadre, i verdeoro si classificarono dietro l'Argentina nel girone finale.
    Fu quindi la volta di Carlos Alberto Parreira. Nel giugno 1993 il Brasile disputò la Copa América in Ecuador, dove fu eliminato ai quarti di finale ancora dall'Argentina, questa volta per 6-5 dopo i rigori. In un match l'allenatore lasciò Romário, stella del Barcellona, in panchina e il giocatore reagì affermando che se avesse saputo dell'esclusione sarebbe rimasto in Spagna. Parreira rispose allontanandolo dalla Nazionale.
    Ritorno in vetta (1994-2002)
    Solo nel 1994, ventiquattro anni dopo la sua terza vittoria ai mondiali, il Brasile riuscì a vincere un altro titolo. Eppure la qualificazione per il Mondiale statunitense fu ottenuta non senza patemi. Dopo il pareggio a reti bianche contro l'Ecuador, il 25 luglio 1993 a La Paz i verdeoro persero la prima partita di qualificazione mondiale della loro storia, contro la Bolivia[2]. Malgrado le pressioni di giornalisti e tifosi, Parreira continuò a lasciare Romário ai margini della Nazionale per sette partite, salvo ricredersi prima dell'ultimo decisivo incontro con l'Uruguay. Fu proprio Romário a siglare la doppietta[2] che consentì ai verdeoro di vincere il match (2-0) e di qualificarsi per gli Stati Uniti grazie al primo posto nel girone CONMEBOL da cinque squadre.

    La filosofia calcistica di Parreira, tacciato dai puristi di difensivismo, prevedeva una solida linea difensiva e, in seconda battuta, una fase offensiva capace di realizzare la mole di gioco prodotta dalla squadra[2]. In porta il CT diede subito fiducia a Cláudio Taffarel, mentre in difesa la gestazione della linea titolare fu più sofferta. Inizialmente la difesa rimase sostanzialmente la stessa del campionato del mondo 1990, con Jorginho, Carlos Mozer, Ricardo Gomes, Ricardo Rocha e Leonardo titolare al posto di Branco. Mozer, però, dovette rinunciare all'attività agonistica per problemi cardiaci e Ricardo Gomes subì un serio infortunio prima della rassegna iridata. Ricardo Rocha rimase in squadra, ma fu costretto alla panchina per problemi fisici. Al loro posto Parreira puntò su Aldair e Márcio Santos, che si dimostrarono una coppia di centrali altamente affidabile. In mezzo al campo il capitano Dunga, affiancato da Mauro Silva, faceva della grande corsa e del sacrificio le sue armi migliori, sopperendo così al talento non eccelso[2] e incarnando alla perfezione lo spirito operaio della squadra di Parreira[2]. Era, quella, una formazione solida e tatticamente molto organizzata, che si affidava all'estro di Mazinho, preferito dopo alcune partite ad uno spento Raí, e ai gol dell'affiatata coppia Romário-Bebeto. Della rosa faceva parte della rosa anche un giovane fenomeno, il diciassettenne Ronaldo, destinato ad affermarsi negli anni a venire.
    Il Brasile vinse in scioltezza il proprio girone (2-0 alla Russia, 3-0 al Camerun e 1-1 contro la Svezia) e agli ottavi trovò i padroni di casa degli Stati Uniti. Leonardo fu espulso per una gomitata a pochi minuti dal fischio iniziale, ma un gol di Bebeto poco più di un quarto d'ora dalla fine sancì l'1-0 decisivo. Ai quarti i verdeoro affrontarono l'Olanda e si portarono sul 2-0, ma gli avversari riuscirono a pareggiare. A fissare il punteggio sul 3-2 fu un calcio di punizione del veterano Branco, che decise quella che fu definita la più bella partita del Mondiale. In semifinale contro i brasiliani cadde la Svezia, già affrontata nel girone, ma questa volta battuta per 1-0 (gol di Romário). Nella torrida finale di Pasadena, il 17 luglio, l'avversaria dei sudamericani fu l'Italia di Arrigo Sacchi. Al termine di una partita senza troppe emozioni terminata 0-0 dopo i tempi supplementari Brasile e Italia si contesero il titolo ai calci di rigore per la prima volta nella storia di questa competizione. A spuntarla fu il Brasile dopo gli errori azzurri dal dischetto di Franco Baresi, Daniele Massaro e Roberto Baggio, il quale calciò la palla sopra la traversa.
    Parreira lasciò la panchina del Brasile dopo il successo, felice per aver portato a compimento la sua missione[3]. Il ruolo di CT fu assunto nuovamente da Mário Zagallo, ex bandiera della Nazionale ed ex commissario tecnico nel 1970 nonché vice di Parreira nel 1994[3]. Della squadra campione negli Stati Uniti Zagallo mantenne Cafu, Aldair, Dunga (ancora capitano), Leonardo e il tandem offensivo Romário-Bebeto. Leonardo, che nel frattempo aveva mostrato ottime attitudini offensive nel Milan, fu spostato dalla fascia sinistra della difesa a centrocampo. In attacco il posto da titolare accanto al ventunenne Ronaldo, reputato all'epoca il miglior giocatore del mondo[3], fu conteso a Bebeto da un giovane di grande talento, Denílson, apparentemente proiettato verso una radiosa carriera[3].
    Nel 1997 il Brasile vinse la Confederations Cup e la Coppa America in Bolivia (fu questa la prima vittoria della competizione continentale fuori dai confini nazionali).

    Ronaldo, due volte Pallone d'oro

    I verdeoro arrivarono secondi al Mondiale 1998. Privi di Romário, fermato da un infortunio[3], vinsero il girone con Norvegia, Marocco e Scozia con due vittorie e una sconfitta nell'ultimo match contro gli scandinavi, poi sconfissero il Cile agli ottavi, la Danimarca ai quarti e l'Paesi Bassi in semifinale ai rigori. Persero clamorosamente per 3-0 la finale contro la Francia padrona di casa. Le polemiche per il risultato molto negativo furono alimentate dal controverso utilizzo in finale della stella Ronaldo nonostante un serio problema di salute (convulsioni[4] o, secondo voci che circolarono, una crisi di nervi[3]) alla vigilia della finale. Ronaldo, che poche ore prima era stato sottoposto ad accertamenti in un nosocomio francese, fu inserito nella lista ufficiale da consegnare alla FIFA solo all'ultimo istante, dopo un rapido consulto medico[3]. Celebri rimasero le parole dell'allenatore Zagallo, che disse prima della finale: «Vocês vão ter que me engolir» («Dovrete ingoiarmi ora»), rispondendo alle ampie critiche ricevute prima e durante la Coppa del Mondo[5].
    A Zagallo subentrò Vanderlei Luxemburgo. Nel 1999 i verdeoro s'imposero nuovamente nella Coppa America, eliminando Argentina ai quarti (2-1), Messico in semifinale (2-0) e battendo per 3-0 l'Uruguay in finale, vendicando così la sconfitta contro gli uruguagi patita ai rigori nel 1995.
    Il 28 marzo 2000 cominciarono le qualificazioni sudamericane per il Mondiale di Giappone e Corea del Sud in programma nel 2002. Il nuovo sistema prevedeva un unico girone che raggruppava tutte le Nazionali della CONMEBOL[6].
    Il 15 novembre 2000 la panchina del Brasile passò a Émerson Leão, che richiamò Romário e tentò di costruire attorno a lui una squadra di giovani di talento, ma con scarsa esperienza internazionale. Nell'edizione del 2001 della Copa América in Colombia i verdeoro uscirono clamorosamente ai quarti di finale, sconfitti per 2-0 dall'Honduras. Nella Confederations Cup 2001 la Nazionale si piazzò quarta, buon risultato se si considera che in quella circostanza il torneo fu disputato senza le stelle che giocavano nei campionati europei, la cui convocazione fu impedita dalle resistenze delle squadre di club. Durante la gestione Leão il Brasile disputò tre partite di qualificazione ai Mondiali, con un bilancio di una vittoria (contro la Colombia), una sconfitta (contro l'Ecuador) e un pareggio (contro il Perù).
    Il 9 giugno 2001 terminò l'era Leão, rimpiazzato da Luiz Felipe Scolari, detto Felipão, che esordì il 1º luglio con una sconfitta a Montevideo contro l'Uruguay (1-0) in una gara valida per le qualificazioni. Scolari portò disciplina e organizzazione tattica nell'ambiente della Nazionale[6], che sotto la sua guida il Brasile si qualificò per il Mondiale arrivando terza nel girone, con 9 vittorie, 3 pareggi e 6 sconfitte, a 13 punti dalla capolista Argentina e a un punto dall'Ecuador, secondo in graduatoria. La qualificazione fu raggiunta solo all'ultima giornata, il 14 novembre 2001 a São Luís, grazie alla vittoria per 3-0 contro il Venezuela[6].

    La formazione disegnata da Scolari coniugava il talento di Ronaldo, Rivaldo e del giovane astro Ronaldinho con la spinta sulle fasce di Cafu e Roberto Carlos e la concretezza di Kléberson (sostituto dell'infortunato Emerson e preferito ben presto a Juninho Paulista) e Gilberto Silva, arcigni mediani vecchio stampo. La difesa a tre composta da Edmílson, Lúcio e Roque Júnior offrì buone garanzie, così come l'erede di Taffarel, il trentaduenne Marcos. Tra le riserve vi era anche il ventenne Kaká, poi affermatosi a grandi livelli nel Milan di Carlo Ancelotti.
    Malgrado non avesse impressionato durante la fase di qualificazione, in Asia questa squadra si aggiudicò il suo 5º titolo mondiale. Sorteggiata in un facile girone con Turchia, Costa Rica e Cina, batté tutte e tre le avversarie, segnando 11 gol e subendone solo 3. Agli ottavi eliminò il Belgio battendolo per 2-0 e ai quarti estromise l'Inghilterra (2-1, con gol della giovane stella Ronaldinho). La semifinale contro l'ostica Turchia, già affrontata nel girone, si confermò difficile e i verdeoro prevalsero solo per 1-0 con rete di Ronaldo. Rivaldo, che aveva segnato 5 gol nelle precedenti partite, rimase a secco, non riuscendo così ad eguagliare il primato di Jairzinho, che aveva segnato in ogni incontro del Mondiale 1970. Giunto a disputare la sua terza finale consecutiva in un Mondiale, il Brasile affrontò la Germania per la prima volta nella storia del torneo e la sconfisse per 2-0 con doppietta di Ronaldo. Il capitano Cafu disputò in quell'occasione la terza finale mondiale consecutiva, stabilendo un record.

    Altri successi (2002-2005)

    Gli anni successivi alla vittoria del quinto titolo mondiale sono caratterizzati dall'esplosione di astri nascenti come Adriano e Robinho. Nell'estate 2004 il Brasile fa sua la Copa América, sconfiggendo in finale l'Argentina alla lotteria dei tiri di rigore: nel giugno 2005 arriva anche il successo in Confederations Cup, sempre contro i rivali biancocelesti.

    Mondiali 2006, vittoria in Copa América e Confederations cup (2006-2010)

    Al campionato del mondo 2006 il cammino terminò nei quarti di finale, contro la Francia: la spedizione si rivelò comunque prolifica per Ronaldo, che toccò quota 15 reti nella fase finale del torneo divenendo il miglior marcatore nella storia della competizione. Poco tempo dopo, il posto di Parreira fu preso da Dunga (presente alla vittoriosa avventura americana del 1994) per la sua prima esperienza in panchina: l'ex-mediano condusse la Seleção alla vittoria della Copa América nel 2007 (superando ancora una volta l'Argentina in finale), alla conquista del bronzo olimpico a Pechino 2008 e ad un nuovo successo in Confederations Cup nel 2009 (vinta rimontando nella ripresa gli Stati Uniti, in vantaggio per due a zero all'intervallo).
    La positiva striscia si fermò però qui, data l'eliminazione al campionato del mondo 2010 per mano dell'Olanda nei quarti di finale: nella stessa giornata, Dunga fu sollevato dall'incarico ed alcune settimane più tardi fu annunciato Mano Menezes quale suo successore.

    L'era Menezes (2010-2012)
    Menezes guida il Brasile nella Copa América 2011, tenutasi in Argentina, e che vede i verdeoro uscire ai quarti di finale: nell'incontro col Paraguay, deciso ai tiri di rigore, la squadra fallisce tutti i quattro tentativi dal dischetto. Nel 2012, alle Olimpiadi di Londra il Brasile ottiene un nuovo piazzamento sul podio: la medaglia d'argento, dopo la sconfitta con il Messico nella finale.

    Il ritorno di Scolari

    Sulla panchina della Selecão torna quindi Scolari, tecnico Campione del Mondo nel 2002: ad affiancarlo è Parreira, campione mondiale nel 1994 e CT tra il 2003 e il 2006. A giugno 2013 arriva il terzo alloro consecutivo, il che costituisce un primato, in Confederations Cup: in cinque partite sono ben quattordici le reti realizzate. Il trionfo avviene con il 3-0 rifilato in finale alla Spagna, che vantava i titoli di campione mondiale ed europeo.

    Colori

    In origine la divisa del Brasile era bianca con il colletto blu ma in seguito all'incredibile sconfitta ai mondiali del 1950 contro l'Uruguay nella partita decisiva per l'assegnazione del titolo i colori furono considerati poco patriottici e quindi con il permesso della confederazione sportiva brasiliana il quotidiano Correio da Manhã indisse una competizione per scegliere una nuova uniforme che contenesse i quattro colori della Bandiera del Brasile.[7] Alla fine vinse l'uniforme gialloverde progettata da Aldyr Garcia Schlee, un diciannovenne proveniente da Pelotas.[8] I nuovi colori vennero usati per la prima volta nel marzo 1954 in un match contro il Cile e da allora sono stati sempre usati. Nel marzo 2011 viene presentata la nuova terza maglia che sarà completamente nera, cosa che susciterà non poche polemiche nel paese. Come compromesso per la scelta azzardata, la nuova divisa sarà impiegata solo in gare di esibizione ed amichevoli.


    <b>[color=red]Nazionale di calcio della Croazia

    Federazione HNS
    Hrvatski Nogometni Savez
    Codice FIFA CRO
    Soprannome Vatreni (le Fiamme)
    Selezionatore Croazia Niko Kovac
    Record presenze Dario Srna (110)
    Capocannoniere Davor Šuker (45)
    Ranking FIFA 18ª
    Esordio internazionale
    Ungheria Ungheria 1 - 0 Croazia Croazia
    Budapest, Ungheria; 2 maggio 1940

    Migliore vittoria
    Croazia Croazia 7 - 0 Australia Australia
    Zagabria, Croazia; 6 giugno 1998
    Croazia Croazia 7 - 0 Andorra Andorra
    Zagabria, Croazia; 7 ottobre 2006
    Peggiore sconfitta
    Germania Germania 5 - 1 Croazia Croazia
    Vienna, Austria; 15 giugno 1941
    Italia Italia 4 - 0 Croazia Croazia
    Genova, Italia; 5 aprile 1942
    Germania Germania 5 - 1 Croazia Croazia
    Stoccarda, Germania; 1 novembre 1942
    Inghilterra Inghilterra 5 - 1 Croazia Croazia
    Londra, Inghilterra; 9 settembre 2009

    Campionato del mondo
    Partecipazioni 3 (esordio: 1998)
    Miglior risultato Terzo posto nel 1998

    Campionato d'Europa
    Partecipazioni 4 (esordio: 1996)
    Miglior risultato Quarti di finale nel 1996, 2008

    La Nazionale di calcio croata (cro. Hrvatska nogometna reprezentacija) è la rappresentativa calcistica della Croazia ed è posta sotto l'egida della federcalcio croata. Gioca dal 1991-1992, anni in cui la nazione conquistò l'indipendenza.
    Sulla maglia sono raffigurati i tradizionali e caratteristici scacchi bianchi e rossi, mutuati dallo scudo che si trova sullo stemma croato. Oltre che nel paese, la nazionale è tifata anche dai Croati di Bosnia ed Erzegovina. Il capitano è Darijo Srna, recordman di presenze con la selezione (102), succeduto a Dario Šimić, ex giocatore di Milan e Inter e bandiera della Dinamo Zagabria, capitano fino al 2008.
    Nella Classifica mondiale della FIFA, creata ad agosto 1993, la Croazia ha ottenuto come miglior piazzamento il 3º posto di gennaio 1999, mentre la posizione peggiore è stata il 125º posto di marzo 1994. Occupa il 18º posto della classifica aggiornata ad ottobre 2013.

    Storia

    Breve parentesi iniziale
    La Croazia ebbe una breve parentesi di indipendenza durante la seconda guerra mondiale, quando fu costituito sotto l'occupazione tedesca lo Stato Indipendente di Croazia, filonazista, che ebbe anche una Nazionale di calcio propria. Questa nazionale giocò 16 partite tra il 1940 e il 1944 tra cui gara amichevole contro l'Italia di Vittorio Pozzo, che vinse per 4-0.

    Il lungo periodo jugoslavo

    Dal 1920 fino al 1990, eccezion fatta per la piccola parentesi bellica, non esistette una Nazionale croata, in quanto la Croazia faceva parte della Jugoslavia ed i calciatori della Repubblica Croata, parte dello stato socialista, giocavano insieme a quelli delle altre repubbliche federali in un'unica Nazionale jugoslava.

    La nuova Croazia

    Nonostante la dichiarazione di indipendenza, il riconoscimento da parte della Jugoslavia della Repubblica croata avvenne soltanto nel 1991, anche in virtù del conflitto armato che avvenne tra le due nazioni. Già dal 1990 la Croazia si era autoproclamata indipendente, aveva adottato una propria Costituzione e, nondimeno, aveva formato una propria Nazionale, la quale esordì contro gli Stati Uniti vincendo per 2-1. La compagine croata si mostrò subito un avversario ostico per chiunque e lanciò segnali di rapida crescita.


    La Croazia in campo a Zagabria con l'Inghilterra per le qualificazioni al campionato d'Europa 2008. Nella gara di ritorno a Wembley i croati vincendo per 3-2 elimineranno gli inglesi dalla fase finale dell'Europeo
    La prima competizione internazionale di rilievo disputata dalla Nazionale fu, pertanto, l'Europeo 1996, torneo che sancì l'ingresso tempestivo della Croazia nel novero delle potenze calcistiche internazionali. Qualificata insieme all'Italia, in Inghilterra la Croazia venne eliminata ai quarti di finale dalla Germania, poi divenuta campione, e successivamente la Nazionale biancorossa si classificò terza ai Mondiali 1998, piazzando un suo giocatore, l'attaccante Davor Šuker, al primo posto nella classifica dei marcatori della rassegna.
    Tra il 1990 e il 2004 la Croazia ha disputato 115 partite, con 56 vittorie, 36 pareggi e 23 sconfitte. Fu nominata "Squadra capace dei migliori progressi" dalla FIFA nel 1994 e nel 1998.
    L'unico passo falso dei croati fu la mancata qualificazione agli Europei del 2000 (solo terzi nel girone).
    Qualificatasi per il campionato d'Europa 2008 di Austria e Svizzera con una giornata di anticipo, la rappresentativa croata (già qualificata) il 21 novembre 2007 batté l'Inghilterra per 3-2 a Wembley, sancendo l'eliminazione degli inglesi dall'Europeo e la qualificazione della Russia. La Croazia chiuse il proprio girone di qualificazione al primo posto, con ben 29 punti.
    Alla fase finale dell'Europeo ha guadagnato con una giornata d'anticipo l'accesso ai quarti di finale, impressionando favorevolmente grazie alle tre vittorie in tre partite del girone B, tra cui quella contro la Germania per 2-1. È stata poi sconfitta ai tiri di rigore dalla Turchia (4-2) al termine di una partita emozionante, terminata 1-1 con due reti nel finale del secondo tempo supplementare.Fu proprio in questo torneo che si misero in mostra giocatori come Ivan Rakitic e Luka Modric che poco prima dell'inizio del torneo fu acquistato dal Tottenham Hotspur per la cifra di 21 milioni di euro.
    Non riesce a qualificarsi al mondiale 2010 (solo terza nel girone). Nelle qualificazioni ad Euro 2012 è seconda nel suo girone dietro la Grecia, e allo spareggio ha affrontato la Turchia in una riedizione del quarto di finale di quattro anni fa vinto dalla squadra del Bosforo. In questa occasione i croati si prendono la rivincita conquistando il pass per la competizione. La Croazia viene eliminata nel girone dalla Spagna per 1-0, dopo aver battuto l'Irlanda 3-1 e pareggiato con l'Italia 1-1, classificandosi terza, ma durante il torneo si mettono in luce alcuni interessanti giocatori, tra cui il bomber Mario Mandžukić e la veloce ala Ivan Perisic. Partecipa alle qualificazioni per il campionato mondiale 2014,arrivado seconda nel proprio girone,con 17 punti,davanti al Belgio. Il 19 novembre 2013,vince per 2-0 contro l'Islanda ai play off e partecipa quindi al Mondiale del 2014, dopo l'ultima partecipazione a Germania 2006.

    Confronti con le altre Nazionali

    Questi sono i saldi della Croazia nei confronti delle Nazionali con cui sono stati disputati almeno 10 incontri.

    Saldo positivo
    Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Reti Fatte Reti Subite Differenza Ultima vittoria Ultimo pari Ultima sconfitta
    Slovacchia Slovacchia 13 8 3 2 33 17 +16 16 ottobre 2007 11 agosto 2010 29 maggio 1998
    Nota: La partita viene indicata come un pareggio quando finisce ai calci di rigore.

    Partecipazioni ai tornei internazionali


    Fino al 1992 la Croazia non aveva una propria nazionale in quanto lo stato croato era inglobato nella Jugoslavia. Esisteva, quindi, un'unica nazionale che rappresentava tutta la Jugoslavia.
    Campionato del mondo
    Edizione Risultato
    1998 Terzo posto
    2002 Primo turno
    2006 Primo turno
    2010 Non qualificata
    Campionato europeo
    Edizione Risultato
    1996 Quarti di finale
    2000 Non qualificata
    2004 Primo turno
    2008 Quarti di finale
    2012 Primo turno
    Giochi olimpici[1]


    Statistiche dettagliate sui tornei internazionali

    Mondiali
    Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
    1998 Francia Francia Terzo posto 5 0 2 11:5
    2002 Corea del Sud Corea del Sud / Giappone Giappone Primo turno 1 0 2 2:3
    2006 Germania Germania Primo turno 0 2 1 2:3
    2010 Sudafrica Sudafrica Non qualificata - - - -
    2014 Brasile Brasile Qualificata - - - -

    Europei
    Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
    1996 Inghilterra Inghilterra Quarti di finale 2 0 2 5:5
    2000 Belgio Belgio / Paesi Bassi Paesi Bassi Non qualificata - - - -
    2004 Portogallo Portogallo Primo turno 0 2 1 4:6
    2008 Austria Austria / Svizzera Svizzera Quarti di finale 3 1 0 5:2
    2012 Polonia Polonia / Ucraina Ucraina Primo turno 1 1 1 4:3


    Rosa attuale
    Lista dei convocati per le partite contro la Galles Galles Serbia Serbia del 22 marzo e 26 marzo 2013.
    'Presenze e reti aggiornate al 26 marzo 2013.'
    N. Pos. Giocatore Data nascita (età) Pres. Gol Squadra
    1 P Stipe Pletikosa 8 gennaio 1979 (34 anni) 104 -0 Russia Rostov Rostov
    12 P Dario Krešić 11 gennaio 1984 (29 anni) 0 -0 Russia Lokomotiv Mosca
    23 P Danijel Subasic 27 ottobre 1984 (29 anni) 4 -0 Francia Monaco
    2 D Ivan Strinić 17 luglio 1987 (26 anni) 28 0 Ucraina Dnipro Dnipro
    3 D Josip Šimunić 18 febbraio 1978 (35 anni) 101 3 Croazia Dinamo Zagabria
    5 D Vedran Ćorluka 5 febbraio 1986 (27 anni) 63 4 Russia Lokomotiv Mosca
    6 D Dejan Lovren 5 luglio 1989 (24 anni) 17 2 Inghilterra Southampton
    11 D Darijo Srna Captain sports.svg 1º maggio 1982 (31 anni) 102 20 Ucraina Sachtar Šachtar
    13 D Gordon Schildenfeld 18 marzo 1985 (28 anni) 19 0 Grecia PAOK Salonicco PAOK Salonicco
    21 D Domagoj Vida 29 aprile 1989 (24 anni) 16 0 Ucraina Dinamo Kiev
    D Mateo Pavlovic 9 giugno 1990 (23 anni) 0 0 Germania Werder Brema
    4 C Mateo Kovačić 6 maggio 1994 (19 anni) 2 0 Italia Inter
    7 C Ivan Rakitić 10 marzo 1988 (25 anni) 51 9 Spagna Siviglia Siviglia
    8 C Ognjen Vukojević 20 dicembre 1983 (29 anni) 48 4 Ucraina Dinamo Kiev
    10 C Luka Modrić 9 settembre 1985 (28 anni) 65 8 Spagna Real Madrid
    15 C Sammir 23 aprile 1987 (26 anni) 3 0 Croazia Dinamo Zagabria
    16 C Milan Badelj 25 febbraio 1989 (24 anni) 8 1 Germania Amburgo
    19 C Niko Kranjcar 13 agosto 1984 (29 anni) 78 15 Ucraina Dinamo Kiev
    9 A Nikica Jelavić 27 agosto 1985 (28 anni) 26 5 Inghilterra Everton
    14 A Nikola Kalinić 5 gennaio 1988 (25 anni) 15 5 Ucraina Dnipro Dnipro
    17 A Mario Mandžukić 21 maggio 1986 (27 anni) 39 11 Germania Bayern Monaco
    18 A Ivica Olić 14 settembre 1979 (34 anni) 83 16 Germania Wolfsburg Wolfsburg
    20 A Mladen Petrić 1º gennaio 1981 (32 anni) 45 13 Inghilterra Fulham
    22 A Eduardo 25 febbraio 1983 (30 anni) 54 27 Ucraina Sachtar Šachtar
    Record individuali

    Statistiche aggiornate al 22 novembre 2013.
    Nota: sono contrassegnati con l'asterisco i giocatori ancora attivi in nazionale.
    Record presenze

    # Giocatore Periodo Presenze Reti
    1 Darijo Srna* 2002-oggi 110 21
    2 Stipe Pletikosa* 1999-oggi 109 0
    3 Josip Šimunić* 2001-oggi 105 3
    4 Dario Šimić 1996-2008 100 3
    5 Ivica Olić* 2002-oggi 89 16
    6 Robert Kovač 1999-2009 84 0
    7 Niko Kovač 1996-2008 83 14
    8 Robert Jarni 1990-2002 81 1
    9 Niko Kranjčar* 2004-oggi 81 16
    10 Luka Modrić* 2006-oggi 72 8
    Record reti

    # Giocatore Periodo Reti Presenze Reti/pr.
    1 Davor Šuker 1990-2002 45 69 0,65
    2 Eduardo* 2004-oggi 29 61 0,48
    3 Darijo Srna* 2002-oggi 21 110 0,19
    4 Ivica Olić* 2002-oggi 16 89 0,18
    5 Niko Kranjčar* 2004-oggi 16 81 0,2
    6 Goran Vlaović 1992-2002 15 52 0,29
    7 Niko Kovač 1996-2008 14 83 0,17
    8 Mladen Petrić* 2001-oggi 13 45 0,29
    9 Mario Mandžukić* 2007-oggi 13 47 0,28
    10 Zvonimir Boban 1991-1999 12 51 0,24
    Allenatori

    Slaven Bilić, ex-allenatore dal 2006 al 2012, ed in passato difensore della nazionale
    Dražan Jerković, 1990-1992
    Stanko Poklepović, 1992-1993
    Vlatko Marković, 1993-1994
    Miroslav Blažević, 1994-2000
    Mirko Jozić, 2000-2002
    Otto Barić, 2002-2004
    Zlatko Kranjčar, 2004-2006
    Slaven Bilić, 2006-2012
    Igor Štimac, 2012-

    Staff
    Commissario tecnico
    Croazia Igor Štimac
    Assistenti
    Croazia Aljoša Asanović
    Croazia Nikola Jurčević
    Croazia Robert Prosinečki
    Allenatore dei portieri
    Croazia Marijan Mrmić

    Divise e simboli

    Lo stemma croato col suo famoso motivo a scacchi che ha ispirato da sempre anche le divise della nazionale

    Lo stadio Maksimir durante un Croazia-Inghilterra, con una coreografia a scacchi
    La Nazionale croata utilizza sin dal 1992 una maglia piuttosto particolare, ovvero bianca a scacchi rossi. Questa combinazione stilistica e cromatica richiama il simbolo patrio per eccellenza croato, il Grb, adottato anche come stemma nazionale e introdotto al centro dell'attuale bandiera croata. La maglia è unica nel suo genere tra le nazionali, che solitamente indossano maglie monocromatiche tradizionalmente o a strisce, ed è molto amata dai propri tifosi. Solitamente è accompagnata da pantaloncini bianchi e calzettoni azzurri, o anche con tutto azzurro ma più desueto.

    Divise 2008
    La prima divisa croata ha creato notevoli problemi per gli accostamenti cromatici con gli avversari ed è stato il principale oggetto di varie regole FIFA riguardo l'abbigliamento tecnico nelle massime competizioni ufficiali. Una regola del 2002 vieta, ad esempio, l'utilizzo di una quantità superiore al 30% di bianco in maglie di altri colori. Questo ha portato a varie rettifiche delle divise croate in corsa, oltre che a parti di materiale plastico esteticamente discutibili sulle quali applicare i numeri, solitamente azzurri, che secondo FIFA e UEFA si confondevano con gli scacchi. Emblematica fu la situazione del campionato del mondo 2006 quando la Nike, produttrice dell'abbigliamento tecnico della nazionale, fu costretta a cambiare design in prossimità della manifestazione[2]. Da allora il produttore tecnico realizza maglie con il retro completamente bianco per i numeri e uno spazio davanti racchiuso in quadrato espressamente pensato per il numero di divisa: le maglie pertanto da una colorazione prevalentemente rossa sono passate ad una tendente tonalità bianca(anche se le precedenti maglie degli Europei 1996 e quella del 1994 avevano i quadrati bianchi per nome e numero). Una delle divise più famose e rimaste impresse nell'immaginario collettivo è quella del campionato del mondo 1998 fornita dalla Lotto, una maglia interamente bianca con degli scacchi inseriti soltanto nella parte destra e disegnati come se fossero una bandiera al vento.[3].
    La divisa da trasferta croata è solitamente tutta blu, con inserti più o meno marcati coi tradizionali motivi a scacchi bianco-rossi. Soltanto una volta la Croazia vestiva completamente bianca in trasferta, non senza problemi dato che anche la prima era sostanzialmente bianca e rossa.
    I fornitori tecnici sono stati dal 1990 fino al 1998 la Lotto, sostituita poi dalla Nike che è tuttora il fornitore ufficiale.
    Lo stemma che portano i croati sul petto è quello della federazione calcistica croata, anch'esso molto incentrato sui simboli della nazione.

    Stadio

    Il Maksimir
    La Croazia non ha uno stadio nazionale predisposto per le proprie partite, ma gli impianti non vengono neanche scelti a rotazione come per Italia, Francia o Spagna che cambiano città continuamente. Solitamente la squadra croata gioca allo Stadio Maksimir di Zagabria, ma è stato a volte sostituit
     
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    Brasile, ecco i 23 convocati di Scolari per il Mondiale: out Kakà e Dinho, c'è Hernanes



    Il commissario tecnico della nazionale brasiliana Luis Felipe Scolari ha diramato la lista dei 23 convocati per il mondiale che la nazionale verdeoro giocherà in casa (nel girone se la dovrà vedere contro Messico, Croazia e Camerun).


    Non c'è stato nulla da fare per i milanisti Kakà e Robinho: al Ricardo milanista non è bastata la mezza stagione più che sufficiente disputata con la maglia rossonera. Niente da fare nemmeno per Ronaldinho, le cui prestazioni con l'Atletico Mineiro non hanno convinto il selezionatore.

    Dal campionato italiano arriveranno invece il romanista Maicon, il napoletano Henrique e l'interista Hernanes. Fa invece specie l'escusione di Miranda e Filipe Luis, autori di una splendida stagione con la maglia dell'Atletico Madrid, e quella dell'esterno del Psg Lucas. Ecco l'elenco completo.



    Portieri: Julio Cesar, Jefferson, Victor

    Difensori: Dante, David Luiz, Henrique, Thiago Silva, Dani Alves, Maicon, Marcelo, Maxwell

    Centrocampisti: Fernandinho, Hernanes, Luiz Gustavo, Oscar, Paulinho, Ramires, Willian

    Attaccanti: Bernard, Fred, Hulk, Jo, Neymar



    Input di Scolari al Brasile: "L'esordio con la Croazia è da non fallire"



    "La prima partita è sempre la più dura, perdendo si insinuerebbero troppi dubbi - dice il ct - Ma rispetto al 2002 la situazione è molto più tranquilla".

    Fuori Kaká e Ronaldinho, come ampiamente prevedibile. Fuori, però, anche Lucas e Filipe Luis, scelte meno scontate nonostante i due abbiano disputato, con le maglie di PSG e Atletico Madrid, stagioni molto diverse tra loro. Luiz Felipe Scolari ha annunciato oggi la lista dei 23 che difenderanno il Brasile ai Mondiali, conscio di aver dovuto compiere scelte dolorose.

    "Sono sicuro che ci sarà qualcuno che non sarà affatto contento di queste scelte, ma è normale - le sue parole alla stampa brasiliana, pochi minuti dopo le convocazioni - Rispetto al Mondiale del 2002 in questa occasione è stato molto più facile per me costruire la squadra".

    Rispetto al 2002, poi, Scolari ha la possibilità di preparare la manifestazione mondiale in maniera decisamente più tranquilla. Niente tifosi in subbuglio, dunque, a causa dell'esclusione di fuoriclasse come Romario. "12 anni fa nessuno sapeva in che hotel stavo alloggiando, perché sapevo benissimo di non essere ben visto in Brasile. Ora posso addirittura farmi la mia passeggiata serale".

    Sul girone mondiale, che vedrà impegnato il Brasile contro Croazia, Messico e Camerun: "La partita di debutto sarà la più difficile dal punto di vista psicologico. Sarà la più importante, perché avremo parecchia ansia. E se le cose non dovessero andare bene potremmo iniziare ad avere qualche dubbio. Se perdessimo la prima partita, saremmo in una situazione precaria"
     
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    la Croazia

    Modric guiderà un gruppo pronto a diventare una sorpresa. Riflettori su Mateo Kovacic

    - GRUPPO A - Brasile - Camerun - Messico

    Presentazione: La Hrvatska nogometna reprezentacija è pronta a darsi da fare sognando di ripetere l'impresa del mondiale francese 1998 con il terzo posto firmato Suker e compagni. La realtà della compagine croata in viaggio per il Brasile sarà però ben diversa: una squadra d'esperienza agli ordini di Niko Kovac con il compito di fare la mina vagante nel gruppo del Brasile. Il biglietto per il mondiale è stato sudato e in forse fino all'ultimo e per ottenerlo è servito lo spareggio contro l'Islanda, una vittoria fondamentale per tutta la federazione. L'ultima partecipazione dei croati ad un mondiale era infatti datata 2006, un nuovo flop avrebbe avuto danni non da poco per tutto il movimento. L'obiettivo della squadra è migliorare il ruolino del 2006: 2 pareggi e una sconfitta in 3 partite con 2 reti fatte e 3 subite.


    I convocati: La nazionale croata vive un momento di ricambio tra nuova e vecchia guardia. In Brasile non ci sono dubbi su quelli che saranno i portieri: Pletikosa, Kresic e Subasic. In difesa le colonne storiche si alterneranno a giovani di talento, il recordman di presenze Srna affiancherà Simunic con il ruolo di riferimento per i giovani emergenti come Lovren del Southampton. In mediana non si discute Modric mentre Kovacic dovrà dimostrare di meritarsi tutta la fiducia che l'Inter ha investito su di lui. Andranno in Brasile anche Rakitic, Badelj e Kranjcar. In avanti il riferimento sarà Mandzukic del Bayern, capace di gelare l'Italia all'ultimo Europeo, il sempreverde Olic, Jelavic dell'Everton e anche Petric del Fulham.
    La probabile formazione: (4-4-2): Pletikosa; Srna, Corluka, Simunic, Pranjic; Modric, Rakitic, Olic, Eduardo; Perisic, Mandzukic. All. Kovac


    Le stelle: Luka Modric sarà il numero 10 della sua nazionale e il riferimento per tutta la squadra. Il regista che nel Real Madrid ha conquistato la fiducia di Ancelotti è uno dei talenti più puri sfornati dal calcio croato contemporaneo. Nato a Zara e cresciuto nella Dinamo Zagabria avrebbe potuto arrivare in Italia giovanissimo. Più lesto di tutti fu però il Tottenham che nel 2008 lo acquistò per 21 milioni di euro. Nel 2012 passa al Real Madrid esattamente per il doppio della cifra e in Spagna diventa tra i giocatori più utilizzati per i blancos con 59 presenze e 4 gol nelle ultime due stagioni. Kovac punta tutto sulla sua dinamica e sui suoi ultimi passaggi per mandare in porta Mandzukic.

    I giovani da tenere d'occhio: Tutti i riflettori saranno sull'interista Mateo Kovacic, classe 1994 e finora talento inespresso della serie A. Arrivato in Italia a gennaio dello scorso anno conta già 37 partite senza aver però mai festeggiato una rete. Le difficoltà con Mazzarri non si sentono però con la maglia della Croazia e il tecnico Kovac punta forte su di lui per l'avventura mondiale.


    Il palmares: miglior piazzamento al mondiale terzo posto nel 1998
    L'allenatore: Un pezzo di storia del calcio croato chiamato a gestire un gruppo ambizioso. Niko Kovac ha appeso le scarpe al chiodo nel 2009 dopo una carriera ricca di soddisfazioni con le maglie di Bayern Monaco, Bayer Leverkusen, Herta Berlino, Amburgo e Salisburgo. Ha indossato quella della nazionale per 83 volte giocando con la generazione dei fenomeni: Boban, Suker, Stanic e Prosinecki. In un girone difficile come il gruppo A guadagnare la qualificazione sarebbe come vincere il mondiale. Oltre al Brasile le sfide con Messico e Camerun possono essere tranquillamente alla portata.



    Anticipazioni Mondiali Brasile 2014: Brasile - Croazia, formazioni, orario

    I verdeoro di Scolari e Neymar vogliono chiudere subito il discorso qualificazione...ma i croati !!!

    Tempus fugit, dicevano gli antichi: mancano solo 36 giorni all'esordio mondiale dei padroni di casa verdeoro contro una tosta Croazia ai Mondiali di Brasile 2014 e l’attesa di un intero paese (in difficoltà, come spiegato a parte) cresce di settimana in settimana.


    Trattasi di una gara piena di insidie tecniche con le due formazioni impegnate nel tentativo di provare a superarsi con orario d'inizio 22:00 ora italiana di giovedì 12 giugno 2014, con mezzo mondo sintonizzato sulle frequenze televisive come sempre accade in questi casi, per godersi una bella serata di sport.

    È Niko Kovac a guidare in panca i croati, approdati alla fase finale del torneo previo spareggio contro gli islandesi. La Croazia era infatti giunta seconda nel girone A Europa. Le cosiddette " Fiamme" (Vatreni in lingua croata) dovrebbero essere in campo per il “vernissage” con questo schieramento di partenza, fatti salvi problemi fisici che al momento non possiamo chiaramente prevedere. Il modulo è 4-3-1-2.

    La Croazia all'esordio
    Pletikosa; Srna, Corlka, Lovren, Pranjic; Rakitic, Modric, Perisic, Kovacic, Olic, Mandzukic.

    Brasile padrone di casa all'esordio verosimilmente così
    Julio Cesar (ex Inter: proprio lui); Dani Alves (o Maicon?), Thiago Silva (ex Milan), Dante (o David Luiz), Marcelo; Paulinho, Ramires, Luiz Gustavo; Hulk, Fred, Neymar.

    Camerun e Messico completano un girone (A) più complesso di quello che potrebbe sembrare a prima vista. Ricordiamo che il Brasile ha vinto i Mondiali in ben cinque occasioni, unica squadra fino a questo momento: nelle edizioni 1958, 1962, 1970, 1994 e 2002.

    Anche in questo caso le potenzialità ci sono tutte: se son rose fioriranno. Per quanto riguarda Brasile-Croazia del 12 giugno bisogna riconoscere che dal lato tecnico-tattico i croati, che partono battuti sulla carta, hanno caratteristiche che li rendono particolarmente scorbutici contro avversari molto dotati dal lato meramente tecnico come il Brasile di Scolari in panca e dei raffinati danzatori d'area di rigore Neymar/Fred.

    Se fosse proprio questa partita la grande sorpresa della prima fase dei Mondiali Brasile 2014 dei quali vi abbiamo fornito anticipazioni? Non sarebbe certo fantascienza, la Croazia gioca un calcio moderno ed efficace.

     
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    Messico



    Quella ai mondiali brasiliani del 2014 sarà la quindicesima partecipazione per il Messico alla fase finale di un mondiale. La qualificazione è stata raggiunta grazie alla vittoria, ai danni della Nuova Zelanda, nel doppio spareggio intercontinetale. Il miglior piazzamento del Messico ai mondiali sono stati i quarti di finali raggiunti nel 1970 e nel 1986 ma, nelle ultime cinque edizioni del mondiale, la nazionale messicana ha sempre raggiunto gli ottavi di finali dimostrando una continuità quantomeno sorprendente. Anche quest’anno parte con buone speranze e grande attesa da parte degli addetti ai lavori.



    Grazie alla vittoria in Gold Cup il Messico ha partecipato all’ultima Confederation Cup dove però non ha superato la fase a girone rimediando sconfitte sia dal Brasile che dall’Italia e vincendo solo contro il Giappone. Attualmente la nazionale del Messico occupa la ventesima posizione del ranking stilato dalla FIFA.

    Il commissario tecnico messicano Miguel Herrera è alla guida della nazionale per i mondiali brasiliani. Egli ha scelto nella sua rosa molti calciatori del campionato messicano con qualche innesto di giocatori messicani militanti nel campionato europei. Il primo è il portiere Guillermo Ochoa, dal 2011 in forza all’Ajaccio, squadra del campionato francese.

    Gli altri militano soprattutto nel campionato spagnolo come Diego Reyes, centrocampista del Porto, Giovani dos Santos, centrocampista del Villareal, Héctor Moreno difensore dell’Espanyol e Andrés Guardado centrocampista del Valencia. Ma il giocatore simbolo della nazionale messicana è, con tutta probabilità, l’attaccante Javier Hernández: classe 1988 è dal 2010 nella rosa del Manchester United ed ha esordito con la nazionale messicana nel 2009 segnando una doppietta alla nazionale della Bolivia.

    Il Messico è stata inserito nel gruppo A con Brasile, Croazia e Camerun.

    Formazione del Messico:



    Guillermo Ochoa, Hugo Ayala, Rafael Márquez, Jorge Torres Nilo, Miguel Layún, Javier Aquino, Jesús Zavala, Carlos Peña, Oribe Peralta, Javier Hernández


    Camerun



    Tra le 32 squadre qualificate alla fase finale dei mondiali di Brasile 2014 c’è anche il Camerun che ha raggiunto la qualificazione superando la Tunisia nel doppio confronto di spareggio. Sarà la settima partecipazione della nazionale del Camerun alla fase finale di un mondiale, seconda consecutiva dopo quella di Sud Africa 2010. Tra i migliori piazzamenti del Camerun in campo internazionale ricordiamo il secondo posto nella Confederation Cup del 2003 e la vittoria al torneo olimpico di Sydney 2000. Il Camerun occupa la cinquantanovesima posizione del Ranking FIFA.



    Per quanto riguarda i mondiali di calcio la nazionale del Camerun è ricordata soprattutto per i mondiali di Italia ’90 dove battè l’Argentina nella partita d’esordio e poi raggiunse i quarti di finali (prima africana a farlo in una competizione mondiale). Andò ad un passo dall’approdo in semifinale ma venne sconfitta dall’Inghilterra in una partita a dir poco rocambolesca e conclusasi con il punteggio di 3-2 a favore degli inglesi.

    La nazionale di calcio del Camerun è allenata da un commissario tecnico tedesco Volker Finke, sessantacinque anni. Tra i giocatori di maggior prestigio della nazionale figura sicuramente Samuel Eto’o, oggi attaccante del Chelsea ma con trascorso anche nel campionato italiano avendo occupato un posto nella rosa dell’Inter dal 2009 al 2011. 32 anni di classe ed esperienza per questo giocatore, giunto probabilmente alla sua ultima esperienza mondiale.



    Tra gli altri calciatori più talentuosi del Camerun ricordiamo Nicolas N’Koulou e Benoit Assou-Ekotto, rispettivamente difensori dell’Olimpic Marsiglia e del Tottenham oltre ad Aurelien Chedjou, centrocampista del Galatasary e Alexandre Song centrocampista del Barcellona. Altro importante giocatore è Eyong Enoh, centrocampista dell’Ajax.

    Il Camerun è stato inserito nel gruppo A con Brasile, Croazia e Messico.

    Formazione del Camerun:



    Charles Itandje, Benoît Assou-Ekotto, Aurélien Chedjou, Nicolas N’Koulou, Stéphane M’Bia, Jean Makoun, Eyong Enoh, Alexandre Song, Benjamin Moukandjo, Pierre Webó, Samuel Eto’o.
     
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    Rio de Janeiro (TMNews) - "Un educatore vale più di Neymar". E' lo slogan con cui decine di insegnanti in sciopero hanno accolto la nazionale brasiliana di calcio al suo arrivo a Rio de Janeiro dove gli atleti cominceranno la preparazione in vista dei Mondiali. La Coppa del mondo è contestata da larga parte della popolazione che avrebbe preferito vedere investiti i propri soldi per migliorare il sistema sanitario ed educativo, invece degli stadi. "Un insegnante statale comincia la sua carriera con uno stipendio di 450 euro - dice questa manifestante - e gestisce 40-50 studenti per classe". "Non stiamo solo cercando di difendere una formazione di qualità - sottolinea un altro - vogliamo anche un sistema sanitario migliore. Mio padre, poliziotto in pensione, è morto nel corridoio di un ospedale perché non c'era un posto per curarlo. Era stato un eroe nel suo lavoro difendendo il suo popolo, è morto in un modo orribile.Qualche manifestante ha anche cercato di bloccare il pullman della squadra che ha poi raggiunto la località in cui si preparerà ai Mondiali, Teresopolis, sulle montagne vicino Rio de Janeiro
     
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    Brasile 2014, le dieci richieste più strane dalle nazionali per il Mondiale

    Cavani non dorme se il condizionatore è rumoroso, i giocatori dell'Ecuador vogliono un casco di banane al giorno, mentre nelle stanze dei giapponesi non deve mancare l'idromassaggio. Ecco le dieci richieste più strane dalle nazionali che giocheranno il Mondiale brasiliano

    Nazionale che vai, capriccio Mondiale che trovi. Se infatti l’esercito di bodyguard o i cuscini aromatizzati del Portogallo vi erano già sembrate delle richieste stravaganti, che ne dite delle vasche idromassaggio pretese dal Giappone o del sapone liquido voluto dai francesi, perché non avvezzi ad usare quello solido? Della serie, pur di vincere la Coppa del Mondo nulla viene lasciato al caso. Men che meno un condizionatore rumoroso, che infatti l’Uruguay ha ordinato di sostituire con un modello silenziosissimo per non turbare il riposo di Cavani e compagni. Stranezze da calciatori, si diceva.
    Eccovi le 10 migliori (o peggiori, fate voi):

    PORTOGALLO — Oltre ai già citati bodyguard privati in aggiunta al servizio di sicurezza predisposto per l’intera comitiva in Brasile e allo specchio riscaldato ad uso esclusivo di Cristiano Ronaldo, ogni camera del lussuoso resort di Campinas disporrà di console per i videogiochi.

    ECUADOR — Durante un Mondiale la dieta è fondamentale: ecco perché ogni giorno i giocatori dovranno trovare nelle stanze un bel casco di banane. Rigorosamente provenienti dalle piantagioni di casa.

    FRANCIA — L’hotel che ospita la squadra non dovrà cambiare solo il sapone dei bagni, sostituendo il panetto solido con flaconi di quello liquido per venire incontro alle abitudini dei calciatori, ma pure il menu del ristorante, vista la presenza di molti musulmani nella comitiva, con esigenze alimentari precise.


    CILE — Nuovi letti per tutti al centro sportivo di Toca de Raposa II, di proprietà del Cruzeiro. Ma non basta: in ogni camera ci dovrà anche essere un televisore a schermo piatto.

    GIAPPONE — Preparare lo Spa Sport Resort di San Paolo a ricevere la spedizione jap non è stato affatto semplice, perché ogni stanza ha dovuto essere attrezzata con una vasca idromassaggio ad uso esclusivo dei calciatori.

    COLOMBIA — Contrariamente alle principali squadre sudamericane, quella di Pekerman non si porterà gli sparring partner da casa per gli allenamenti, ma ha chiesto "in prestito" al San Paolo 15 giocatori delle giovanili.

    ALGERIA — In genere, un buon musulmano viaggia con il Corano al seguito. Ma nel caso in cui qualche algerino lo dimenticasse a casa, dev’essere sicuro di trovarlo sia nella camera dell’Hotel Pitanguieras di San Paolo dove alloggerà la comitiva sia negli spogliatoi del centro sportivo Atletico Sorocaba.

    HONDURAS — Connessione Internet ultraveloce in tutto l’Hotel Transamerica di Porto Feliz e almeno sei canali tv in spagnolo, due dei quali tassativamente di casa, nelle stanze di ogni calciatore e dirigente.

    AUSTRALIA — Non c’è niente come un bel caffè, da preparare nelle due macchinette di dimensioni extra large che sono state messe nella zona comune dell’Hotel Escola Senac Ilha do Boi, e da gustare leggendo i giornali della mazzetta. Che comprenderà però i quotidiani di tutto il mondo, non solo quelli brasiliani e australiani.

    URUGUAY — Nulla dovrà turbare la serenità della Celeste al JN Resort di Sete Lagos: ecco perché i condizionatori delle singole stanze sono stati sottoposti a test anti-rumore rigorosi, con sostituzione immediata in caso di superamento della soglia di disturbo. Ma anche la privacy degli allenamenti va salvaguardata e il muro di protezione costruito tutt’attorno all’Arena de Jacaré servirà apposta a tenere lontani i ficcanaso.



    PUNTI DI FORZA DEL BRASILE

    PORTIERE : Attualmente il Brasile è la nazionale più in forma e forse più completa in tutti i reparti. I pali vengono difesi dall'infinito Julio Cesar, che nonostante l'età avanzata dimostra di essere ancora uno dei migliori al mondo. Non a caso in Confederations Cup le sue parate hanno fatto la differenza, ipnotizzando anche Sergio Ramos su calcio di rigore.

    La Difesa : Possiamo affermare con certezza che la difesa è il vero punto di forza di questa nazionale. Strano a dirsi, visto che in passato è sempre stato il tallone d'achille del Brasile. Questa volta però può contare su sicurezze del calibro di Thiago Silva e David Luiz, mentre Dani Alves, Maicon e Marcelo garantiscono una giusta spinta sulle fasce.

    Il centrocampo : Il centrocampo è il reparto che gode di meno esperienza in questa nazionale. Paulinho sarà il perno principale, colui che darà grande equilibrio e allo stesso tempo, grazie ai suoi inserimenti, pericoli in zona gol. Ad affiancarlo ci saranno a rotazione Luiz Gustavo e Ramires. Il primo è un regista arretrato mentre il secondo è un grande incontrista e può essere utile per recuperare palloni e far rifiatare la squadra. Infine c'è lui , Oscar , considerato da Scolari " Uno dei migliori al mondo, nonostante Mourinho lo tenga in panchina ". Sarà lui l'uomo che dovrà dare quella qualità tecnica in più a questa squadra, a garantire assist e giocate fantasiose. Molto importante notare che i rincalzi di questa squadra sono giocatori del calibro di Hernanes, Willian e Fernandinho, giocatori che fanno la differenza nei loro rispettivi club.

    L'Attacco: Pelè in una recente intervista ha affermato : " L'unica incognita del Brasile è l'attacco ". Abituato a fenomeno internazionali come Ronaldinho, Rivaldo e Ronaldo, " O Rey " forse non ha tutti i torti ad esclamare ciò. Il Brasile però può comunque contare su Neymar e Hulk , che possiedono grandi qualità tecnice , e Fred , che durante la Confederations Cup si è rivelato un vero e proprio Goleador. In alternativa, Felipe Scolari può inserire il più amato in Brasile, vale a dire il gioiellino Bernard.

    I GRANDE ESCLUSI : Se pensiamo che i grandi esclusi della Selecao potrebbero essere titolari in quasi tutte le nazionali nella Coppa Del Mondo, allora questo Brasile fa davvero paura. è sorprendete come Felipe Scolari non abbia portato ai Mondiali giocatori come Filipe Luis e Miranda, che hanno disputato una stagione storica nell'Atletico Madrid. Il più deluso di tutti rimane però Kakà, che in quest'estate ha deciso di lasciare il Real Madrid per approdare al Milan riducendosi l'ingaggio, e tutto questo solo per partecipare al mondiale con la sua nazionale. Non ha deluso il brasiliano in questa stagione, anzi possiamo dire che è stato l'unico giocatore dei rossoneri che ha salvato la faccia in questa stagione disastrosa a suon di gol spettacolari, assist e grande professionalità in campo. Un altro grande escluso è sicuramente Lucas. Basti pensare che il Paris Saint Germain ha dovuto sborsare 40 milioni di euro per avere in squadra questi giovane fenomeno, ma forse la motivazione fa attribuita al fatto che è stato poco utilizzato da Blanc in questa stagione, preferendogli Lavezzi e Cavani. Fa clamore, inversamente , la convocazione di Henrique del Napoli, il quale è stato preferito da Felipe Scolari ai danni di giocatori come Marquinhos e Castan, che sono stati i veri pilastri della Roma uno e Paris l'altro.
    LA STELLA : NEYMAR. Neymar Da Silva Santos Junior, meglio noto come Neymar. Il Brasile si affida a lui per l'estate 2014. Nei suoi piedi c'è la speranza di un intero popolo, quei 200 milioni di Brasiliani che pretendono Neymar stella del Brasile. In tanti hanno già deciso che questo, come l'anno scorso la Confederations Cup, deve essere il torneo di Neymar, e sta ora al campione del Barcellona, che in Spagna ha vissuto momenti esaltanti ma ha anche rinfrescato la fama di 'cascatore', mantenere le promesse e smentire i detrattori. Il ventiduenne brasiliano è pronto per guidare l’attacco della sua nazionale, le difese avversarie dovranno far attenzione alla sua agilità, velocità, imprevedibilità e al suo estro che spesso gli fa realizzare gol spettacolari.
     
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    Verso Brasile 2014: la Croazia

    LA STRADA PER IL BRASILE
    Il cammino croato nelle qualificazioni non è stato facile, nel Girone A della zona europea. I croati, infatti, sembravano partire favoriti nel girone, rispetto a Belgio e Serbia, ma i diavoli rossi si sono rivelati avversario ostico nel cammino di qualificazione. In più, i biancorossi, dopo un eccellente inizio caratterizzato da 16 punti in 6 partite, ha patito a sorpresa la prima sconfitta in casa contro la Scozia. Nelle tre restanti partite, i croati hanno preso soltanto un punto con la Serbia, cedendo al Belgio in casa e di nuovo alla Scozia. Tutto ciò ha costretto Modric e compagni ai playoff, dove il sorteggio gli ha opposto come avversario l’Islanda, che è stata superata grazie al 2-0 casalingo firmato da Mandžukić e Srna, dopo che l’andata in Islanda era terminata a reti bianche.




    LA DIFESA (Voto: 7)

    Il reparto difensivo dei croati durante le qualificazioni si è sempre schierato a 4 e in questo Mondiale è lecito pensare che il tecnico Kovač continuerà su questa strada. A complicare i piani del tecnico croato, però, ci sarà la defezione dello squalificato Simunić, che salterà il la rassegna iridata. Al centro, quindi, ad affiancare Ćorluka ci dovrebbe essere Dejan Lovren. La qualità però abbonda soprattutto sulle fasce, dove partono favoriti per il ruolo di titolari i veterani Pranjić e Srna, ma le alternative non mancano, a partire dal genoano Vrsaljko (che però viene da un infortunio, che lo ha tenuto fuori a lungo), per arrivare a Ivan Strinić, in forza al Dnipro. Tra i pali invece sarà ancora l’esperto Stipe Pletikosa a disimpegnarsi, con Subašić pronto a subentrare in caso di problemi.

    IL CENTROCAMPO (Voto: 7,5)
    Forse è il reparto più forte della Croazia, ma è anche quello nel quale sarà difficilissimo per mister Kovač trovare la quadratura tattica. La qualità infatti è tanta, ma scarseggiano i giocatori in grado di dare equilibrio al reparto. Kovač è solito affidarsi a due giocatori a davanti alla difesa e tre dietro l’unica punta, ma con due “mediani” come Rakitić e Modrić, il rischio è che ci si trovi con tanta inventiva e poca copertura. Il tecnico potrebbe quindi provare ad affidarsi anche a uno tra Badelj e Kranjčar, per portare un po’ più di sostanza alla mediana. Discorso diverso invece per Kovačić, che finora in Nazionale ha giocato prevalentemente da trequartista, risultando tra l’altro decisivo con una gran prestazione contro l’Islanda. Perisić, Olić e Sammir si giocano invece i posti da ali. Anche Ivo Ilicević però potrebbe ricoprire i ruoli offensivi del centrocampo e strappare un posto da titolare.

    L’ATTACCO (Voto: 7,5)
    La stella del reparto offensivo è senza ombra di dubbio Mandžukić, attaccante completo, sia dal punto di vista fisico che tecnico, in grado di fare reparto da solo. E così sarà molto probabilmente, visto che Kovač predilige gli schemi con un solo terminale offensivo. Le alternative al centravanti del Bayern comunque non mancano, visto che oltre a lui ci sono giocatori come l’affidabilissimo Jelavić o anche l’ex Arsenal Eduardo. Ci sono anche Olić e Rebić, ma loro sembrano indiziati più che altro per contendersi un ruolo tra le mezzepunte in appoggio a Mandžukić che, tra le altre cose, è stato anche il capocannoniere dei suoi durante le qualificazioni con 4 gol.

    IL CAPITANO


    Srna-Darijo-Croazia-PPIl capitano è Darijo Srna, esterno destro di difesa, all’occorrenza in grado di giocare a centrocampo. Una vera leggenda per i croati, visto che detiene il record di presenze con la Nazionale in virtù dei suoi 111 caps. Srna ha debuttato in nazionale nel 2002 e da allora non ne è più uscito, forte di una capacità di corsa abbinata a una buona tecnica di calcio che ne fanno un pericolo costante con i suoi cross dal fondo.

    LA STELLA


    Modric-CroaziaLe speranze di ben figurare poggeranno inevitabilmente su Luka Modrić, nonostante nella Croazia di buone individualità ce ne siano molte. Il centrocampista in forza al Real, infatti, sembra avere ormai trovato una maturità tale da renderlo una stella di livello mondiale. Pare proprio che il motore in grado di far rendere al meglio la squadra sarà lui, visto che Kovač gliela ha costruita intorno, per sfruttare appieno il suo talento. Dalle sue prestazioni dipende molto del Mondiale della Nazionale dalla maglia a scacchi.

    IL COMMISSARIO TECNICO


    Niko-Kovac-ct-Croazia-PPIl Nome di Niko Kovač è noto sicuramente agli appassionati di calcio, visto che si tratta di uno dei giocatori migliori della storia della Croazia. Se però la sua carriera calcistica è stata luminosa e contraddistinta da esperienze in diverse squadre tedesche di primo piano (Bayern e Leverkusen su tutte), quella da allenatore è ancora tutta da scoprire. Quella alla guida della nazionale croata infatti, è la prima esperienza da allenatore di Kovač, se si eccettua un breve tirocinio nell’Under 21. Il suo impatto sui giocatori croati è tutto da scoprire, ma di certo nella sua esperienza da calciatore ha avuto a che fare con grandi nomi altisonanti come Daum, Hitzfeld o Trapattoni. Di certo, i modelli da cui prendere ispirazione non gli sono mancati.

    LA FORMAZIONE TIPO (4-2-3-1)
    Pletikosa; Srna, Lovren, Ćorluka, Pranjić; Rakitić, Modrić; Perisić, Kovačić, Olić; Mandžukić.

    VOTO GLOBALE: 7,5
    Il girone designato per la Croazia lascia senza dubbio la possibilità agli uomini di Kovač di puntare al passaggio del turno. Il Gruppo A, infatti, oltre a contenere i temibilissimi padroni di casa, ospita anche Messico e Camerun, squadre che partono alla pari con i croati sulla carta, se non qualche gradino più sotto. Se Kovač riesce a trovare in fretta una buona formula e a metterla a punto, i croati potrebbero tentare di togliersi diverse soddisfazioni durante il torneo.

    FORZA VATRENI! :36_1_47.gif: :6b8vuv9.gif: :emoticons-al-lavoro-06.gif: :4uwaj9g.gif:
     
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    GIRONE A: PRESENTAZIONE E CALENDARIO

    Nel girone A il Brasile è sicuramente la squadra da battere. I padroni di casa vogliono dimostrare a tutti che saranno proprio loro a dominare la competizione iridata. Anche il sorteggio è stato piuttosto tenero con i verdeoro visto che la squadra più temibile sembra essere la Croazia che ha nella stella del Bayern Monaco Mario Mandzukic la sua arma in più.

    Per conquistare un posto tra le 32 formazioni più forti del Globo i croati hanno dovuto soffire non poco, arrivando infine a staccare il pass grazie allo spareggio vincente la modesta Islanda. Se l’è vista brutta anche il Messico, che ha ottenuto la qualificazione battendo la Nuova Zelanda. La nazionale centro-americana sta vivendo una fase di transizione nella propria storia calcistica: la maggior parte dei giocatori milita in club nazionali o del Sud America, con una manciata di giocatori impegnati in Europa. Questa mancanza di esperienza potrebbe rivelarsi un problema a livello tattico e soprattutto sotto il profilo della gestione di match di una certa importanza.

    La mina vagante del girone è rappresentata dal Camerun che dovrebbe ritrovare al centro del proprio attacco Samuel Eto’o: il fuoriclasse del Chelsea sembra abbia finalmente deciso di tornare a vestire la maglia della propria nazionale dopo le polemiche con i dirigenti della Federcalcio camerunense. Così dopo la vacanza in Daghestan tra le fila dell’Anzhi, l’attaccante ex Inter ha deciso di rimettersi in gioco. Finora la stagione di Eto’o con i blues di Josè Mourinho è stata più che soddisfacente: 7 goal per lui in premier e lampi che dimostrano come il trentatreenne possa ancora fare la differenza su palcoscenici di alto livello. Il Camerun sogna di ripetere l’impresa compiuta ai Mondiali di Italia ’90 quando i leoni indomabili, spinti dalle reti di Roger Milla riuscirono a conquistare i quarti di finale.

    La stella del Girone A
    Nonostante la grande abbondanza di calciatori talentuosi a disposizione di Scolari il giocatore che più venerato dai supporter verdeoro è indubbiamente Neymar. Il suo CT si aspetta grandi cose dal giovane fantasista. Tutto il Paese si aspetta che sia il ventiduenne di San Paolo a condurre il Brasile alla conquista della sesta Coppa del Mondo. Il ricco repertorio di Neymar vanta i colpi di assoluto genio calcistico: fortissimo su punizione e nel dribbling, il giovane talento dovrà anche cercare di far ricredere i tanti tifosi che ne esecrano il talento per via della sua fama di simulatore cronico. Di ciò si è già parlato durante la scorsa Confederation Cup 2013: al mondiale il rischio di condizionamento degli arbitri è alto e Neymar da professionista serio dovrà cercare di mettere un freno ai tuffi sull’erba natìa.



    Calendario Girone A (orario italiano)
    12/06 (ore 22.00) Brasile – Croazia (Sao Paulo)
    13/06 (ore 18.00) Messico – Camerun (Natal)
    17/06 (ore 21.00) Brasile – Messico (Fortaleza)
    18/06 (ore 00.00) Camerun – Croazia (Manaus)
    23/06 (ore 22.00) Camerun – Brasile (Brasilia)
    23/06 (ore 22.00) Croazia – Messico (Recife)


    Mondiali Brasile 2014, la scheda del Brasile: fuori Kakà, Neymar 'hombre del Mundial'

    Scritto da: Alessandro Pignatelli

    La scheda completa del Brasile: i convocati, il calendario, la storia e tutte le curiosità sulla squadra di Scolari.

    Il Brasile si prepara ai Mondiali casalinghi da favorita. Sperando di non incappare in una disavventura come quella del 1950. Il commissario tecnico Luiz Felipe Scolari ha convocato con largo anticipo i 23 che disputeranno la rassegna iridata. C'è molta Italia tra i verdeoro, con l'interista Hernanes e il romanista Maicon a fare da spina dorsale della squadra. Convocato pure il difensore del Napoli Henrique, mentre Kakà dovrà guardarsi le partite dei suoi compagni in televisione (o allo stadio).

    Contrariamente a edizioni precedenti, il Brasile questa volta non si presenta con una difesa facile da superare. Basta citare la coppia centrale di difensori, composta da Thiago Silva e David Luiz (appena sbarcato a Parigi per 50 milioni di euro) per rendersene conto. Esclusi eccellenti i recenti finalisti della Champions League, Filipe Luis e Miranda. Ma è in attacco che i sudamericani vogliono fare la differenza e, naturalmente, si affidano a Neymar, che molti indicano come l'Uomo del Mondiale. Gli altri sono comprimari, da Fred a Hulk a Jo. Ma i dribbling dell'attaccante del Barcellona rischiano veramente di fare la differenza.

    I verdeoro effettueranno due amichevoli pre-mondiali, domani contro Panama e il 6 giugno contro la Serbia. Entrambe le sfide saranno visibili su Sky Sport. Per ritrovare altre gare amichevoli disputate dai brasiliani bisogna andare indietro fino allo scorso 5 marzo, 5-0 contro il Sudafrica, a Johannesburg. Tripletta di Neymar e reti di Oscar e Fernandinho.

    La storia del Brasile ai Mondiali

    Il Brasile è chiamato Pentacampeon perché ha vinto cinque volte la Coppa del mondo Fifa. E' la squadra, dunque, che ha vinto più volte la competizione. I verdeoro hanno vinto nel 1958, nel 1962, nel 1970 (in finale contro l'Italia di Valcareggi per 4-1), nel 1994 (ancora contro gli azzurri, di Arrigo Sacchi, ai rigori) e nel 2002 in Corea del Sud, con Ronaldo grande protagonista. Un altro record: il Brasile è l'unica nazionale ad aver giocato in tutte le edizioni dei Mondiali, dal 1930 a oggi.

    Sono 72, in totale, i titoli internazionali conquistati dalla squadra che di sicuro è la più famosa in tutto il mondo. Ci sono, però, anche cocenti delusioni nella storia verdeoro. La più grande è quella del 1950, quando al Maracanà, i brasiliani persero il Mondiale in finale contro l'Uruguay di Ghiggia e Schiaffino. Una sconfitta che ancora oggi viene ricordata come O Maracanaço, perché al ko seguirono un numero elevatissimo di suicidi e furono decretati tre giorni di lutto nazionale. L'altra grande delusione è del 1982: il Brasile di Zico, Falcao e Socrates venne fatto fuori nei gironi dall'Italia di Bearzot.

    Nella sua storia, la Nazionale carioca ha vinto per quattro volte pure la Confederations Cup (1995, 2005, 2009 e 2013). Ed è campione in carica, avendo trionfato l'estate passata in casa. Lo squadrone guidato da Scolari, insomma, vuole fare ancora una volta festa. E ha tutte le capacità di farcela, anche dall'altro della sua esperienza in competizioni di questo tipo.

    La Confederations Cup 2013

    Il Brasile era qualificato di diritto, in quanto padrone di casa, ai Mondiali 2014. Niente qualificazioni, dunque, ma amichevoli e la Confederations Cup conquistata l'anno scorso. Negli ultimi due anni, dunque, ci sono state prestigiosi esibizioni (contro Inghilterra e Italia, per esempio). Due soli i successi nel 2013, contro Bolivia (4-0) e Francia (3-0), prima della cavalcata in Confederations (3-0 al Giappone, 2-0 al Messico, 4-2 all'Italia, 2-1 all'Uruguay e 3-0 alla Spagna in finale). Fred ha vinto la Scarpa d'oro del torneo, con cinque gol realizzati.

    Da allora, solo amichevoli. Sconfitta 1-0 in Svizzera, vittoria 6-0 con l'Australia e 3-1 con il Portogallo. Due a zero a Corea del Sud e Zambia, goleada 5-0 contro l'Honduras, di misura con il Cile (2-1), prima del 5-0 in Sudafrica, come già detto. Insomma, un solo ko a Berna e poi tanti successi che accreditano i verdeoro come la protagonista assoluta della competizione che inizia il 12 giugno.

    L'allenatore: Luiz Felipe Scolari


    L'allenatore del Brasile è Luiz Felipe Scolari, classe 1948. Ex calciatore brasiliano, dal 2002 ha la cittadinanza italiana in virtù dei suoi avi. Nel 2002 ha già conquistato il Mondiale, superando in finale la Germania. Due anni dopo, agli Europei 2004, ha guidato il Portogallo alla medaglia d'argento, nella finale persa con la Grecia. E' stato anche allenatore di club, tra cui Palmeiras, Cruzeiro e Gremio in patria, il Chelsea in Europa (dal luglio 2008 al febbraio 2009). Ha due soprannomi: Felipão (Filippone) in Brasile e Portogallo e Big Phil in Inghilterra.

    La carriera in panchina è iniziata nel 1982. I primi successi importanti sono arrivati cinque anni dopo, guidando il Gremio a vincere il Campionato Gaùcho e la Coppa del Brasile. Scolari ha avuto esperienze pure in Arabia Saudita a Kuwait, nel 1999 ha conquistato la Coppa Libertadores sulla panchina del Palmeiras. Assunto nel 2001 alla guida del Brasile, ha subito l'onta dell'eliminazione dalla Coppa America contro l'Honduras, per poi trionfare ai Mondiali in Corea e Giappone. Con il Portogallo, oltre al secondo posto europeo, c'è anche il quarto ai Mondiali 2006 in Germania.

    Pessima l'esperienza al Chelsea, con l'esonero. Quindi l'esperienza in Uzbekistan, con il Bunyodkor, per 18 mesi. Nel 2010 di nuovo il Brasile, con il Palmeiras. Ma anche qui, il 14 settembre del 2012, arriva un esonero. Il 29 novembre succede a Menezes sulla panchina della Nazionale brasiliana. La seconda esperienza che potrebbe portare al Mondiale.

    La rosa dei 23


    Portieri: Julio Cesar (Toronto), Jefferson (Botafogo), Victor (Atletico Mineiro).

    Difensori: Alves (Barcellona), Dante (Bayern Monaco), Henrique (Napoli), David Luiz (Chelsea), Maicon (Roma), Marcelo (Real Madrid), Maxwell (Paris Saint Germain), Thiago Silva (Paris Saint Germain).

    Centrocampisti: Fernandinho (Manchester City), Gustavo (Wolfsburg), Hernanes (Inter), Paulinho (Tottenham Hotspur) Oscar (Chelsea), Ramires (Chelsea), Willian (Chelsea).

    Attaccanti: Neymar (Barcellona), Fred (Fluminense), Hulk (Zenit), Jo (Atletico Mineiro), Bernard (Shakhtar Donetsk).

    Il Gruppo A e il calendario del Brasile

    Il Brasile è stato inserito nel gruppo A ai Mondiali casalinghi. Non dovrebbero esserci grossi problemi per passare il turno, anche se potrebbe pesare la pressioni di fare bene e divertire fin da subito davanti ai tifosi di casa. Ci sono un'europea, la Croazia, il Messico e il Camerun. Nessuno di questi avversari ha mai vinto un Mondiale o è arrivato in finale.

    Neymar e compagni sono i primi a scendere in campo, contro la Croazia a San Paolo. La seconda sfida sarà con il Messico, la chiusura con il Camerun quando i giochi potrebbero essere già fatti.

    12 giugno ore 17:00 (22.00) - Itaquerao, Sao Paulo
    Brasile - Croazia

    17 giugno ore 16:00 (21:00) - Castelao, Fortaleza
    Braslle-Messico

    23 giugno ore 17:00 (22:00) - Estadio Nacional, Brasilia
    Camerun-Brasile


    Mondiali Brasile 2014, la scheda della Croazia: centrocampo “Galactico”

    Scritto da: Mirko Nicolino

    La scheda completa della Croazia: i convocati, il calendario, la storia e tutte le curiosità sulla squadra di Kovac

    La Croazia di Niko Kovac è pronta a sbarcare in Brasile per sorprendere tutti. Il CT ha diramato da poco l’elenco definitivo dei 23 che prenderanno parte ai prossimi Mondiali e tra di essi ci saranno anche tre giocatori che militano nel campionato italiano: si tratta di Mateo Kovacic (Inter), Sime Vrsaljko (Genoa) e Ante Rebic (Fiorentina). Non ce l’ha fatta il difensore dell’Udinese, Igor Bubnjic, presente tra i 30 pre-convocati, ma successivamente tagliato da Kovac assieme ad altri sei elementi.

    Proprio l’interista Kovacic è uno dei più attesi da questa rassegna mondiale: il centrocampista ha chiuso il campionato in crescendo, sfornando assist e giocate pregevoli per gli attaccanti dell’Inter. Proprio il centrocampo è uno dei reparti più forti della Croazia, che oltre a Kovacic può contare sull’apporto di Luka Modric, campione d’Europa con il Real Madrid e Ivan Rakitic, vincitore dell’Europa League con il Siviglia e ora obiettivo proprio delle Merengues. In avanti, poi, a raccogliere gli assist di un centrocampo tutto qualità, ci sarà quel Mario Mandzukic che con il gol ha una confidenza fuori dal normale.

    Pur non avendo giocato sempre titolare con il Bayern Monaco, Mandzukic ha tantissima voglia di mettersi in mostra in Brasile, poiché vuole dimostrare alla sua società che nonostante l’arrivo di Robert Lewandowski, il numero uno dell’attacco può essere ancora lui: peccato per lui che sarà costretto a saltare l'esordio contro il Brasile del compagno di squadra Dante a causa di un rosso rimediato a Zagabria nei play-off di ritorno contro l'Islanda.

    La storia della Croazia ai Mondiali

    La nazionale della Croazia è relativamente giovane: nasce nel 1990 in seguito alla dichiarazione di indipendenza dalla Jugoslavia. La prima qualificazione ad una fase finale dei Mondiali arriva in occasione di Francia ’98 e sarà una grande coppa del Mondo per i biancorossi che chiudono terzi con Davor Suker capocannoniere della rassegna. Nel 2002, in occasione dei Mondiali di Giappone e Corea del Sud, l’avventura si chiude già al girone eliminatorio con una sola vittoria e due sconfitte.

    Amara anche la partecipazione ai Mondiali di Germania del 2006, dove la vittoria finale andò all’Italia di Marcello Lippi. La Croazia fu eliminata al primo turno con 2 pareggi a una sconfitta nel girone eliminatorio. Ancora peggio è andata nel 2010, con la Croazia che non riesce nemmeno a qualificarsi per la fase finale in Sudafrica.

    Le qualificazioni Mondiali 2014

    La Croazia giunge ai Mondiali di Brasile 2014 dopo essersi classificata seconda nel Girone A UEFA e aver battuto l'Islanda nel doppio spareggio. Gli uomini di Kovac hanno totalizzato nel gruppo A 17 punti contro i 26 del Belgio, vincitore del girone. Nelle 10 partite disputate, la Croazia ha vinto cinque volte, pareggiato due e perso in tre occasioni, l’ultima delle quali ininfluente contro la Scozia lo scorso mese di ottobre. In tutto sono state 12 le reti fatte e 9 quelle subite.

    Nel doppio confronto contro l'Islanda, poi, è stata decisiva la gara di ritorno: dopo lo 0-0 dell'andata, la Croazia ha conquistato la qualificazione ai Mondiali tra le mura amiche vincendo per 2-0 grazie alle reti di Mandzukic e Srna.

    L’allenatore della Croazia: Niko Kovac


    Niko Kovac, 43 anni il prossimo ottobre, siede sulla panchina della nazionale croata dallo scorso 16 ottobre, quando in seguito alle dimissioni di Stimac, la federazione del suo Paese, lo ha promosso dall’Under 21 alla prima squadra. Sarà una grande occasione, dunque, per l’ex calciatore e recordman: proprio con la maglia della nazionale croata, Kovac ha collezionato 83 presenze e 15 reti, tra il 1996 e il 2009, anno in cui ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo.
    Dal 2009 al 2013, poi, Kovac ha studiato da allenatore ma non ha mai avuto una panchina fino al 2013, appunto, quando nel mese di gennaio viene chiamato assieme al fratello, l’ex juventino Robert, ad allenare l’Under 21. Niko Kovac sarà dunque chiamato ad un compito molto gravoso in Brasile, facendo appello a tutta l’esperienza internazionale maturata da giocatore anche con le maglie di Bayer Leverkusen e Bayern Monaco.

    La rosa dei 23


    Portieri: Stipe Pletikosa (Rostov), Danijel Subasic (Monaco), Oliver Zelenika (Lokomotiv).

    Difensori: Darijo Srna (Shakhtar Donetsk), Dejan Lovren (Southampton), Vedran Corluka (Lokomotiv), Gordon Schildenfeld (Panathinaikos), Danijel Pranjic (Panathinaikos), Domagoj Vida (Dinamo Kiev), Sime Vrsaljko (Genoa).

    Centrocampisti: Luka Modric (Real Madrid), Ivan Rakitic (Siviglia), Ognjen Vukojevic (Dinamo Kiev), Mateo Kovacic (Inter), Marcelo Brozovic (Dinamo Zagabria), Sammir (Getafe), Ivan Mocinic (Rijeka).

    Attaccanti: Mario Mandzukic (Bayern Monaco), Ivica Olic (Wolfsburg), Eduardo Da Silva (Shakhtar Donetsk), Nikica Jelavic (Hull City), Ante Rebic (Fiorentina), Ivan Perisic (Wolfsburg).

    Il Gruppo A e il calendario della Croazia

    La Croazia è inserita nel Gruppo A dei Mondiali di Brasile 2014. L’esordio è previsto proprio contro i padroni di casa, all'Itaquerao di San Paolo con inizio alle ore 17 locali del prossimo 12 giugno. Il secondo impegno, invece, è in programma il 18 giugno a Manaus, alle ore 18 locali, le 24 in Italia. Il terzo e ultimo incontro del girone eliminatorio contro il Messico andrà in scena a Recife il 23 giugno.

    12 giugno 2014, ore 17:00 (22:00) - Itaquerao, Sao Paulo
    Brasile - Croazia

    18 giugno 2014, ore 18:00 (24:00) - Arena Amazonia, Manaus
    Camerun - Croazia

    23 giugno 2014, ore 17:00 (22:00) - Arena Pernambuco, Recife
    Croazia - Messico

    :36_1_47.gif: :6b8vuv9.gif: :4uwaj9g.gif: HRVATSKA
     
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    Messico, Ct Miguel Herrera



    La squadra più rappresentata è il Club America di Città del Messico con 5 giocatori, segue il Leon con 4 e Cruz Azul di Città del Messico, Toluca, Tigres di Monterrey e Porto con 2. Nessun giocatore che milita nel campionato italiano è stato convocato. Ecco la lista dei convocati: Portieri: Corona (Cruz Azul), Ochoa (Ajaccio), Talavera (Toluca); difensori: Aguilar (Club America), Guardado (Bayer Leverkusen), Layun (Club America), Marquez (Leon), Moreno (Espayol), Reyes (Porto), Rodriguez (Club America), Salcido (Tigres); centrocampisti: Brizuela (Toluca), Fabian (Cruz Azul), Herrera (Porto), Medina (Club America), Montes (Leon), Pena (Leon), Vazquez (Leon); attaccanti: Dos Santos (Villarreal), Hernandez (Manchester United), Jimenez (Club America), Peralta (Santos), Pulido (Tigres).


    Camerun, Ct Volker Finke


    Le squadre più rappresentate sono il Coton Sport (Cameroon Première Division) ed il Rennes con 2 giocatori ciascuna. Nessun giocatore che milita nel campionato italiano è stato convocato. Ecco la lista dei convocati: Portieri: Itandje (Konyaspor), Assembe (Guingamp), Ndjock (Fetihespor), Feudjou (Coton Sport); difensori: Nyom (Granada), Nounkeu (Besiktas), Djeugoue (Coton Sport), Chedjou (Galatasaray), Nkoulou (Marseille), Kana-Biyik (Rennes), Bedimo (Lione), Assou-Ekotto (QPR), Bong (Olympiakos); centrocampisti: Enoh (Antalyaspor), Makoun (Rennes), Matip (Schalke 04), Mbia (Siviglia), Nguemo (Bordeaux), Song (Barcelona), Loe (Osasuna), Sally (Lens); attaccanti: Eto'o (Chelsea), Moting (Mainz), Moukandjo (Nancy), Aboubakar (Lorient), Webo (Fenerbahce), Idrissou (Kaiserslautern), Olinga (Zulte-Waregem).



    Massimo Maga
     
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    Brasile da Mondiali, Neymar e Fred in coro: “Dimenticare le pressioni”

    Neymar e Fred hanno la ricetta giusta per un Brasile vincente: dimenticare le pressioni esterne e concentrarsi soltanto sul campo da gioco...

    Una grande responsabilità attende il Brasile, padrone di casa ai Mondiali che prenderanno il via giovedì 12. Una responsabilità che però non spaventa affatto Neymar, a sua volta considerato come uno dei giocatori più attesi della manifestazione.

    "Adoro giocare a calcio, sogno da sempre di partecipare ai Mondiali - ha spiegato l'attaccante del Barcellona - Per me è un'esperienza speciale, bisogna dimenticare la pressione esterna e pensare solo a giocare", ha rincarato la dose Neymar, autore del primo dei quattro goal con cui il Brasile ha battuto Panama nell'amichevole di ieri sera.

    Sulla stessa falsariga le dichiarazioni del collega di reparto Fred: "Penso che dovremmo avere un buon approccio ai Mondiali, conosciamo la responsabilità di giocare in casa e cosa significhi vestire questa maglia".

    Troppa pressione, secondo il bomber del Fluminense, "può farti andare in tilt, dobbiamo essere bravi a convertirla in energia positiva. Bisogna cercare di distrarsi e giocare senza ansie, come facemmo in Confederations Cup". Un precedente decisamente beneaugurante, quello ricordato da Fred, vista la vittoria finale ai danni della Spagna.
    Redazione Goal Italia


    Mondiali Brasile: troppo caldo a Bahia, la Croazia non si allena

    Renato Sansone

    A Mata de Sao Joao, localita’ del litorale baiano dove la Croazia e’ in ritiro in vista del match inaugurale dei Mondiali (12 giugno a San Paolo contro il Brasile), e’ quasi inverno ma il termometro segna 29 gradi, con l’80% di umidita’. Cosi’ il ct Nico Kovac ha deciso di cancellare l’allenamento mattutino di oggi e quelli dei prossimi giorni: la decisione e’ stata presa d’accordo con lo staff medico, e visto il numero di partite accumulate dai giocatori croati in questa stagione. La nazionale del ‘Fuoco Ardente’, come la chiamano i suoi tifosi, lavorera’ quindi solo di pomeriggio. Intanto il naturalizzato Eduardo e i compagni, ai quali fa da interprete, ne hanno approfittato per farsi un giro in spiaggia a Praia do Forte, o stendersi all’ombra delle palme che caratterizzano questa zona. Nonostante l’handicap del clima, Kovac ha comunque voluto precisare che la scelta del ritiro ha la sua piena approvazione. ”perche’ ci siamo basati su criteri geografici e di adattamento al meteo che avremmo trovato qui. Abbiamo visto che Mata de Sao Joao – ha aggiunto il ct – non era cosi’ lontana da nessuna delle tre citta’ dove giocheremo nella prima fase, ovvero San Paolo, Recife e Manaus. Sarebbe stato peggio se fossimo andati in ritiro a Rio de Janeiro o San Paolo. L’importante e’ evitare gli sbalzi di temperatura passando dal freddo al caldo: la Spagna passera’ da Curitiba a Salvador? Strano, ma sono problemi loro…”.
     
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    Mondiali Brasile 2014, la scheda del Camerun: Eto'o guida i Leoni indomabili

    Scritto da: Alessandro Bianchi

    Dimenticati (ma non troppo...) i dissidi e i malintesi con i vertici della federazione, Samuel Eto'o è di nuovo in prima linea a guidare il Camerun nel Mondiale brasiliano, il settimo cui prende parte la nazionale africana. L'obiettivo, minimo, è la qualificazione agli ottavi di finale, un traguardo difficile da raggiungere in un girone equilibrato con il Brasile, padrone di casa candidato d'obbligo al primato, l'esperta Croazia e l'emergente Messico, campione olimpico a Londra '12.

    L'organico a disposizione del c.t Finke è ben assortito. Tanti i nomi noti in tutti i reparti. A guidare la difesa c'è N'Koulou, difensore dell'Olympique Marsiglia, ambito, in passato da Milan e Napoli. Con lui, il capelluto Assou Ekotto e Chedjou, quest'ultimo allenato da Mancini al Galatasaray. In mediana, pedina fondamentale è Alex Song, piuttosto in ombra nella seconda stagione con il Barcellona. Ad affiancarlo, Mbia, calciatore polivalente, protagonista della vittoria del Siviglia in E.League, Matip, altro giovane interessante e l'esperto Makoun.

    In attacco, il giusto mix di esperienza e gioventù. Oltre a Eto'o, in procinto di lasciare il Chelsea con l'acquisto di Diego Costa, Finke ha convocato gli esperti e affidabili Webo e Idrissou, insieme agli emergenti Choupo Moting e Aboubakar, autore di 16 gol con il Lorient in Ligue 1. Presente anche il 18enne Olinga, di ritorno al Malaga dal prestito allo Zulte Waregem.

    La storia del Camerun ai Mondiali

    Il Camerun partecipa per la settima volta a un Mondiale. L'esordio a Spagna '82. Gli africani affrontarono l'Italia nella fase a gironi (1-1). Il miglior risultato a Italia '90, con l'eliminazione ai quarti di finale contro l'Inghilterra. Quella squadra, composta tra gli altri dal bomber Roger Milla, il portiere N'Kono e l'attaccane Oman Biyik, impressionò il mondo intero, battendo anche l'Argentina di Maradona, campione del mondo, nella partita inaugurale disputata a Milano.

    Da allora sono arrivate cinque eliminazioni consecutive nei gironi a Usa '94; Francia '98; Giappone&Corea '02 e quattro anni fa in Sudafrica. Nel Mondiale americano, il Camerun è passato alla storia per un record in negativo. Nella sconfitta 6-1 con la Russia, cinque reti furono segnate da Igor Salenko che detiene tuttora il primato di gol segnati in una singola partita della kermesse iridata.

    La qualificazione a Brasile 2014

    Il Camerun si è qualificato ai Mondiali vincendo il Gruppo 1 della zona africana, precedendo, nell'ordine Congo, Libia e Togo. Il primo posto è valso la qualificazione al successivo spareggio playoff con la vincitrice di un altro girone. Il Camerun ha affrontato la Tunisia. 0-0 il risultato dell'andata a Rades. Nel ritorno, giocato in casa, allo stadio nazionale di Younde, il Camerun ha prevalso con un netto 4-1

    L'allenatore del Camerun: Volker Finke


    Volker Finke è il terzo allenatore tedesco nella storia del Camerun. Prima di lui, Schafer vincitore di una Coppa d'Africa nel 2002 e Pfister. Finke è in carica dal 2013, subentrato ad Akono. Ha allenato per 16 anni il Friburgo, diventando una sorta di guru calcistico nella città del Baden Wurttemberg. Conclusa l'esperienza pluriennale in Bundesliga, Finke è emigrato in Giappone, ingaggiato dagli Urawa Red Diamonds con risultati deludenti. Tornato in Germana, ha intrapreso la carriera da dirigente nel Colonia. Lasciata la scrivania è tornato ad allenare per pochi mesi lo stesso Colonia prima di ricevere la proposta dal Camerun.

    La rosa dei 23 del Camerun


    Portieri: Itandje (Konyaspor), Ndjock (Fetihespor), Feudjou (Coton Sport).

    Difensori: Nyom (Granada), Nounkeu (Besiktas), Djeugoue (Coton Sport), Chedjou (Galatasaray), Nkoulou (Marsiglia), Bedimo (Lione), Assou-Ekotto (Queens Park Rangers.

    Centrocampisti: Enoh (Antalyaspor), Makoun (Rennes), Matip (Schalke), Mbia (Siviglia), Nguemo (Bordeaux),Song (Barcellona), Sally (Lens).

    Attaccanti: Eto'o (Chelsea), Choupo-Moting (Mainz), Moukandjo (Nancy), Aboubakar (Lorient), Webo (Fenerbahce), Olinga (Zulte-Waregem)

    Il Gruppo A e il calendario del Camerun

    Collocato nella quarta fascia del sorteggio mondiale, il Camerun è stato inserito nel Gruppo A con i padroni di casa del Brasile, la Croazia e il Messico. L'esordio sarà proprio con i messicani, un match subito cruciale per entrambe con in palio punti preziosi per il secondo posto. Seconda sfida del girone con la Croazia prima della conclusione con il Brasile, sperando che i verdeoro siano già qualifcati.

    Ecco nel dettaglio il calendario dei Leoni Indomabili

    13 giugno 2014, ore 13.00 (18.00) - Natal, Arena das Dunas
    Messico - Camerun

    18 giugno 2014, ore 19.00 (Mezzanotte) - Manaus. Arena Amazonia
    Camerun - Croazia

    23 giugno 2014, ore 17.00 (22.00) - Brasilia, Estadio Garrincha
    Camerun - Brasile


    Mondiali, Gruppo A: Brasile sul velluto? Croazia-Camerun-Messico: fuori i secondi

    DI PAOLO CANDELORO

    Sono le prime squadre che scenderanno in campo. E tra di loro c’è quella forse più attesa in assoluto. In ogni Mondiale che si rispetti, del resto, la curiosità per vedere all’opera la Nazionale padrona di casa è tanta, figuriamoci quando la rappresentativa in questione è il Brasile. Saranno proprio i verdeoro, giovedì 12 giugno, ad aprire le danze della Copa 2014 e – nello specifico – di un Gruppo A che vede impegnati anche Croazia (prima avversaria di Neymar e compagni), Messico e Camerun. Ma andiamo ad analizzare il girone squadra per squadra.

    BRASILE – Rumo ao hexa. Verso il sesto. Evidentemente quello brasiliano è un popolo per nulla scaramantico, dato che la gloriosa profezia è stata impressa persino sui pullman che accompagneranno la nazionale verdeoro in giro fra stadi, alberghi e campi d’allenamento. Ad ogni modo, l’ottimismo è più che giustificato, non fosse altro che per un dato statistico: da quando Felipe Scolari – l’allenatore che firmò il penta - è tornato sulla panchina più prestigiosa al mondo, il Brasile ha vinto 15 delle 21 partite disputate, pareggiandone quattro e perdendone appena due. Sta soprattutto nel cambio alla guida tecnica, che ha fatto dimenticare la gestione fallimentare di Mano Menezes, il netto miglioramento mostrato dai sudamericani nell’ultimo anno e mezzo. Un team, quello verdeoro, che se a differenza del passato non è forse il migliore qualitativamente, può però vantare una solidità generale sconosciuta a quasi tutte le 31 partecipanti al Mondiale. Merito di Felipão e di un 4-2-3-1 nel quale Julio César dovrebbe dormire sonni tranquilli almeno fino ai quarti di finale, protetto com’è da difensori di livello assoluto (Thiago Silva, David Luiz, Dante) e da una linea mediana (Paulinho, Luiz Gustavo, Ramires, Fernandinho) che sa abbinare quantità e qualità. Se a questo aggiungiamo una batteria di terzini (Maicon, Marcelo, Dani Alves) spiccatamente votati all’attacco, si comprende come il miglior reparto della Seleção non sia – per una volta – quello offensivo. Occhio però a non sottovalutare Fred, punta “normale” (almeno rispetto a tante altre) ma capace di trasformarsi e di far giocare bene tutta la squadra quando indossa la maglia verdeoro. Ciò detto, è chiaro che se Oscar e Neymar non gireranno a dovere, difficilmente Scolari si porterà a casa un’altra coppa: è soprattutto al gioiello del Barcellona che il Brasile si affida per conquistare l’hexa.

    CROAZIA – Assente nel 2010, la Nazionale balcanica torna alla fase finale di un Mondiale e – come otto anni fa – esordisce contro il Brasile: quando si dice la fortuna. Ma se nel 2006, oltre che con i verdeoro, la rappresentativa ex jugoslava andò a sbattere anche con la sorprendente Australia di Guus Hiddink, stavolta il discorso potrebbe essere diverso. Sulla carta, infatti, gli uomini guidati da Niko Kovač (in gol otto anni fa proprio contro i Socceroos) hanno ottime possibilità di passare il turno, potendo contare su di una rosa di buona qualità nella quale spicca un centrocampo davvero intrigante. Il faro è senza dubbio Luka Modrić, fresco campione continentale con il Real Madrid, affiancato da quell’Ivan Rakitić che 10 giorni prima aveva alzato l’Europa League insieme ai compagni del Siviglia. E poi c’è l’interista Mateo Kovačić, regista dai piedi fatati e dal futuro radioso. In difesa spazio all’esperienza del 35enne portiere Pletikosa e del 32enne Darijo Srna, da anni uno dei migliori terzini destri d’Europa, mentre il peso dell’attacco – stante l’assenza per infortunio del trequartista Kranjčar – è interamente sulle spalle di Mario Mandžukić, punta del Bayern Monaco campione di tutto nel 2013. Difficile infatti che i vari Jelavić, Olić, Eduardo e Perišić, seppur buoni giocatori, possano ergersi a protagonisti di una Nazionale comunque temibile. Non raggiungere gli ottavi, per i calorosi tifosi croati, rappresenterebbe una grossa delusione.

    MESSICO – Cinque passaggi del turno negli ultimi cinque Mondiali e altrettante eliminazioni agli ottavi. Manco lo facessero apposta. Stavolta, però, l’impressione è che la storia cambierà, ma in peggio. Il Messico si presenta in Brasile reduce da un’annata, quella 2013, non certo esaltante, caratterizzata dall’eliminazione nelle semifinali di Gold Cup, da una Confederations Cup senza infamia e senza lode e da una qualificazione alla Copa strappata solo dopo lo spareggio con la Nuova Zelanda. Insomma, per arrivare davanti a una tra Camerun e – soprattutto – Croazia servirà una mezza impresa. E servirà che Chicharito Hernández e Giovani dos Santos mettano il loro talento al servizio di una squadra nella quale fanno ancora capolino due colonne del passato quali Rafa Márquez e Carlos Salcido. Ma il vero punto di riferimento per il ct Miguel Herrera è Andrés Guardado, centrocampista del Bayer Leverkusen, al quale si chiederanno corsa e sostanza. Basteranno?

    CAMERUN – Si presentano puntualmente come mina vagante, e puntualmente falliscono. Dal 1990, anno in cui – trascinati da Roger Milla – si spinsero sino ai quarti di finale, i “Leoni indomabili” non sono più tali, almeno ai Mondiali. Per cambiare le cose, però, si va sul sicuro: settimo allenatore straniero in sette partecipazioni, palla lunga e pedalare. Così, dopo quattro francesi e un sovietico, ecco Volker Finke, il secondo tedesco a guidare il Camerun ai Mondiali dopo l’esperienza di Winfried Schäfer in Corea e Giappone. Ma la vera guida è in campo, e risponde al nome (e cognome) di Samuel Eto’o: un vecchietto, come si diverte lui stesso a puntualizzare ironizzando sulle frasi di Mourinho, ma pur sempre un grande attaccante. Risolti, almeno momentaneamente, i problemi con la Federazione del suo Paese, la punta del Chelsea dovrà risolvere anche quelli in campo, magari col contributo del compagno di reparto Choupo-Moting (entrambi sono andati a segno nella recente amichevole con la Germania terminata 2-2). A centrocampo, poi, i buoni giocatori non mancano (Makoun, Matip, M’Bia, Song), mentre in difesa spiccano il terzino sinistro Assou-Ekotto e il centrale Chedjou. Insomma, le chance di rompere l’incantesimo e accedere alla fase a eliminazione diretta ci sono tutte, a patto che il vecchio Samuel ci metta del suo.

    IL CALENDARIO DEL GRUPPO A (ora italiana)

    San Paolo – Giovedì 12 giugno, ore 17: Brasile-Croazia

    Natal – Venerdì 13 giugno, ore 13: Messico-Camerun

    Fortaleza – Martedì 17 giugno, ore 16: Brasile-Messico

    Manaus – Mercoledì 18 giugno, ore 18: Camerun-Croazia

    Brasilia – Lunedì 23 giugno, ore 17: Camerun-Brasile

    Recife – Lunedì 23 giugno, ore 17: Croazia-Messico

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    Pronostico Brasile - Croazia 12 giugno 2014: partita inaugurale campionati mondiali

    Stefano Sorce

    La nazionale brasiliana di Scolari contro quella croata allenata da Niko Kovac per l'esordio mondiale; il pronostico.

    Finalmente ci siamo; si parte con i mondiali di calcio Brasile 2014. Si comincia giovedì 12 giugno con Brasile - Croazia partita valida per il gruppo A. La partita andrà in onda alle ore 22, orario italiano. Vediamo nel dettaglio i commenti, le probabili formazioni ed il pronostico.

    Brasile - Croazia giovedì 12 giugno ore 22.00

    Si parte dunque dallo stadio Corinthians di San Paolo con il Brasile, squadra padrone di casa, che sfida la Croazia di mister Kovac. La gara è valida per il gruppo A del quale fanno parte anche il Messico ed il Camerun che si sfideranno venerdì 13 giugno.

    Brasile

    Clima non proprio sereno attorno alla squadra di Felipe Scolari. Dopo l'ultima amichevole disputata, la squadra brasiliana è uscita dal campo tra i fischi nonostante la vittoria contro la Serbia per 1 a 0. La torcida gialloverde ha sonoramente fischiato Neymar e compagni autori di una prova non all'altezza delle attese. Ad alimentare il clima già teso ci ha pensato anche Josè Maria Marin, presidente delle federazione brasiliana che ha dichiarato che il tifoso brasiliano accetterà solamente la vittoria finale. La stella di questa nazionale, l'attaccante Neymar, sembrerebbe poter recuperare dalla botta alla caviglia e dovrebbe essere regolarmente in campo. L'asso del Barcellona dovrebbe agire, insieme a Oscar e Hulk, alle spalle di Fred, per il resto difesa titolare con Dani Alves, David Luiz, Thiago Silva e Marcelo con Paulinho e Luiz Gustavo a fare da filtro davanti alla difea.

    Croazia :114.gif:

    La Croazia allenata da Niko Kovac arriva a questo mondiale con la consapevolezza di essere una grande squadra. L'esordio però non sarà dei più facili contro la corrazzata Brasile e soprattutto per l'assenza di Mario Mandzukic, la punta del Bayern è squalificato per un turno e salterà l'esordio contro i brasiliani. Davanti al suo posto dovrebbe giocare Nikica Jelavic, attaccante dell'Hull City, per il resto formazione titolare con Modric, Rakitic, Kovacic, Olic e Perisic che dovrebbero essere tutti contemporaneamente in campo per una Croazia offensiva.

    Brasile - Croazia probabili formazioni
    Brasile (4-2-3-1)

    Julio Cesar, Dani Alves, David Luiz, Thiago Silva, Marcelo, Luiz Gustavo, Paulinho, Oscar, Neymar, Hulk, Fred. :36_13_1.gif: wauuuu..che nomi!

    Croazia (4-2-3-1)

    Pletikosa, Srna, Corluka, Lovren, Pranjic, Modric, Rakitic, Olic, Kovacic, Perisic, Jelavic
    :36_3_15.gif: ma anche noi non scherziamo modestamente...
    Pronostico Brasile - Croazia

    Il Brasile sulla carta parte nettamente favorito in questo match; la Croazia però, nonostante l'assenza di Mandzukic, è comunque una grande squadra con tanta qualità in mezzo al campo e davanti. Le sorprese però nelle gare inaugurali dei mondiali sono sempre dietro l'angolo quindi attenzione ai croati che potrebbero essere la vera rivelazione del Mondiale. Il Brasile, nonostante il clima teso attorno alla nazionale di Scolari, dovrebbe far suo l'incontro.

    Pronostico:

    1

    1 + Gol.

    Spero in una bella e emozionante partita dove miei croati escono testa alta e cuore pieno ! :BUNG648.gif:
     
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    Mondiali 2014: la cosmopolita Croazia sfida il Brasile



    Scritto da: Giuseppe F. Passanante

    La Croazia, che stasera disputerà la gara inaugurale dei Mondiali in Brasile contro i padroni di casa, è una squadra abbastanza cosmopolita. Stiamo parlando di un Paese che fino a poco più di venti anni faceva parte di uno Stato federale e multietnico.
    In epoca jugoslava i confini amministrativi, che poi sono diventati politici, non coincidevano con quelli etnici. Dopo l’indipendenza vi erano molti croati fuori dalla Croazia e altri gruppi etnici in Croazia. Il tifo ha seguito i confini etnici, così ad esempio i Serbi della Krajna tifano Serbia, mentre i croati dell’Herzog Bosna tifano Croazia. La nazionale bosniaca invece rappresenta quasi esclusivamente i bosgnacchi (musulmani). In realtà però nella Jugoslavia questi confini etnici erano meno marcati di quanto si possa pensare anche perché proprio tra Serbi e Croati si registrava il più elevato tasso di matrimoni misti. Uno dei casi più celebri è Siniša Mihajlović nato a Vukovar (capoluogo della Krajna, regione della Croazia popolata da serbi) da padre serbo e madre croata. L’identità etnica dei suoi genitori inizialmente era molto debole e preferivano definirsi semplicemente jugoslavi.
    Di origini miste è anche la famiglia di Dario Srna originaria dell’Est della Bosnia. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la nonna paterna del centrocampista venne uccisa mentre era incinta dai četnici, i gruppi paramilitari nazionalisti serbi. Il ricordo della Seconda Guerra Mondiale è ancora vivo come dimostrato il triste episodio di cui si è reso protagonista Josip Šimunić in occasione della qualificazione al mondiale pochi mesi fa. Il difensore croato esultò gridando al microfono il motto dell’Ustaša “Za dom spremni” (per la patria siamo pronti), incappando in sei giornate di squalifica e nella condanna delle istituzioni croate.
    La Croazia è anche terra di emigrazione e la diaspora croata è presente in molte aree del mondo a seguito di diverse ondate migratorie. Il caso più curioso è quello dell’Australia. Negli anni ’60 e ’70 molti croati emigrarono nella terra dei canguri e diedero un contributo notevole allo sviluppo del calcio australiano. Ai Mondiali 2006 Croazia e Australia si trovarono a giocare l’una contro l’altra e la formazione giallo-verde schierò tre giocatori di origine croata (Kalac, Bresciano e Viduka), mentre nella Croazia giocava il già citato Šimunić, nato e cresciuto in Australia da genitori croati. Il difensore passò alla storia in quella partita per aver ottenuto tre cartellini gialli. L’arbitro si era evidentemente dimenticato di espellerlo dopo la seconda ammonizione. Un’altra grande ondata migratoria ebbe luogo nei primi anni ’90 a causa della guerra e portò molti croati in Europa Occidentale. Uno di questi fu un altro dei protagonisti di quell’avvincente partita, l’attaccante Dado Pršo, che nel 1993 a diciannove anni si trasferì in Francia, arrivando a giocare la finale di Champions League nel 2004 con il Monaco.
    Simile è la storia di uno degli uomini più attesi della Croazia a questo mondiali nonché fresco di vittoria dell’Europa League con il Siviglia e trasferimento al Barcellona: Ivan Rakitić. Il difensore della nazionale croata è infatti nato e cresciuto in Svizzera da genitori croati. Tra i 23 convocati anche Eduardo da Silva e Sammir, nati e cresciuti in Brasile ma naturalizzati dopo aver giocato in club croati.
    L’immigrazione al momento è un fenomeno trascurabile in Croazia. Al contrario di quanto si possa pensare, negli anni ’90 la Croazia ha avuto un tasso migratorio attivo. Coloro che immigrarono in Croazia erano quasi esclusivamente persone di etnia croata provenienti dalle altre repubbliche della ex Jugoslavia. Molto presto però si prevede che la Croazia avrà bisogno di manodopera immigrata. In genere i Paesi Est europei si preparano ad affrontare questa sfida incentivando il ritorno dei loro emigranti per cercare di evitare tensioni sociali. Strategia che lascia scettici molti sociologi e demografi, ma che la nazionale di calcio come abbiamo visto usa già da tempo.
    La rosa della Croazia che esordirà questa sera, così come quelle delle ultime edizioni dei Mondiali, riflette la storia del Paese. Una storia caratterizzata da periodi di convivenza pacifica tra popolazioni diverse, ma anche da tensioni e guerre civili. Con la democratizzazione e l’ingresso nell’Unione Europea l’anno scorso, quest’ultimo triste periodo sembra essersi chiuso definitivamente.



    Noi croati rispettiamo l'orgoglio e la dignità di tutti e la libera scelta,senza dimenticare,ma perdonare! Gina Karlo

    Mondiali 2014, si comincia! Brasile-Croazia inaugura il torneo



    Tutto Pronto ormai per l’atto inaugurale di Brasile 2014. Alle 22:00 italiane si sfideranno Brasile e Croazia. Come nel 2006, le due nazionali si daranno battaglia nella partita inaugurale del torneo. Favorita indiscussa è la formazione padrone di casa, ma i balcanici non sono d’accordo nel fare la vittima sacrificale. Nel 2006 era bastata la rete di Kakà per superare i biancorossi, ma quest’anno la Croazia può contare su un centrocampo di qualità: Modric, Rakitic e Kovacic.


    Il Brasile non perde la partita inaugurale dal lontano 1934 in Italia, da allora 15 vittorie e due pareggi, l’ultimo nel 1978. I padroni di casa sono anche i favoriti per la vittoria finale.


    La Croazia, alla quarta partecipazione, spera di ripetere un torneo simili a quello del 1998 in Francia, quando arrivò terza guidata da Zvonimir Boban.
    Giorgio Rea- Calciomercatonews.com

    by Mario Agostin

    3-2-1… Su il sipario! Alle ore 22 italiane di oggi, 12 Giugno 2014, il calcio d’inizio di Brasile-Croazia darà il via alla ventesima edizione di Mondiali di calcio. Comincia una cavalcata verso l’Eldorado che passerà per 64 partite nel giro di un mese, attraverso le dodici più belle città del Brasile, che vi abbiamo raccontato in queste pagine andando a riassumere sfaccettature, clima e stadi che ospiteranno i migliori atleti di tutto il mondo. Nel quinto stato più grande del mondo, con il 47% del totale del territorio del Sudamerica, si sfideranno 32 squadre contendenti: in questa pagina abbiamo preparato per voi video, approfondimenti, notizie su ogni formazione, con un occhio di riguardo sulle più quotate per avanzare nella competizione, attraverso la rubrica “squadre mondiali”.



    Divise in 8 gruppi da 4 squadre, le squadre si sfideranno nelle cornici della Belo Horizonte dai due volti, nell’inferno di Manaus, della capitale Brasilia, della politicamente esemplare Porto Alegre, per citarne solamente alcune, senza dimenticare Rio de Janeiro ed il suo leggendario Estádio Jornalista Mário Filho, meglio noto come Maracanã, che chiuderà la rassegna con la finale del 13 luglio.

    Mondiali2014ok

    Nel corso delle precedenti diciannove edizioni, si sono aggiudicate il titolo di campionesse del mondo il Brasile (5 mondiali vinti), la nostra Italia (4), la Germania (3), l’Argentina (2), l’Uruguay (2), la Francia (1), la Spagna (1), l’Inghilterra (1): saranno tutte dell’avvincente partita, per questo ad ognuna abbiamo dedicato accurata presentazione. Alle avversità tecniche si aggiungeranno quelle climatiche: il Brasile entra nella stagione invernale ma le temperature rimangono sempre piuttosto alte, con un’umidità capace di raggiungere alte percentuali, certo non un’agevolazione per le compagini non abituate a questo clima.

    Qualche nota di colore: il pallone adottato, denominato dalla Adidas “Brazuca”, vuole simboleggiare allegria e colori brasiliani, mente la mascotte di questo campionato è FULECO (foto sopra), un simpatico armadillo (mammifero tipico delle Americhe) giallo e azzurro che indossa pantaloncini verdi e maglietta bianca, ovviamente con la scritta Brazil 2014: il nome deriva dalle parole ‘futebol’ (calcio) ed ‘eco’ (ecologia), secondo gli obiettivi posti dal governo nazionale. Poco successo finora per la canzone ufficiale, “We are one (Ole Ola)”, cantata da Jennifer Lopez, dal rapper Pitbull e dalla brasiliana di Rio Claudia Leitte. E’ forse anche per questo che la stessa Shakira, proprio come quattro anni fa, ha pensato di creare una sua personale colonna sonora dal titolo “La La La – Brazil 2014” cantata insieme al compositore, cantante e percussionista Carlinhos Brown.

    Brasile-Croazia: ciak si gira…


    Dopo la cerimonia d’apertura, a scandire i primi passi di questo attesissimo valzer carioca saranno ovviamente i padroni di casa, carichi della pressione di un paese che respira calcio spasmodicamente ed attende questi Mondiali come evento epocale. A saggiarne preparazione alla pressione e freddezza nella partita d’esordio, la Croazia di Modric,

    uno scacchiere di tutto rispetto in gradi di imbrigliare gli avversari: “a volte i miracoli succedono – afferma il CT Niko Kovac – e noi ce la metteremo tutta perché questa sia una di quelle volte. Conoscete il nostro orgoglio nazionale: ecco, il calendario ci ha fornito l’occasione di centrare un risultato storico, e di certo non ci arrenderemo fino alla fine nel tentativo di conseguirlo. Il Brasile è fortissimo e favorito, ma penso che tutto il mondo sia d’accordo sul fatto che la Croazia non parta mai battuta. Nessuno si diverte con noi, credetemi. E non succederà nemmeno al Brasile”. Secondo il 4-2-3-1 con cui abbiamo presentato il suo scacchiere alla vigilia, la Croazia conterà principalmente sulla maestria nel palleggio di Rakitic, Modric e Kovacic in cabina di regia, sulla feroce spinta dalla destra difensiva del grintoso capitano Srna, e sull’esperienza internazionale offensiva dell’esterno Olic e del centravanti Mandzukic, attaccanti di tutto rispetto in grado di impensierire certamente qualsiasi retroguardia. Da verificare la restante composizione in difesa e l’altro esterno offensivo, date le condizioni non perfette di alcuni elementi.


    neymar2

    Sulla sponda degli attesissimi brasiliani, non esenti da una pressione cresciuta negli ultimi giorni a causa di tensioni per gli aumenti dei prezzi e scioperi, non sembrano esserci sorprese: il Ct Scolari dovrebbe poter contare su tutti i conclamati protagonisti del 4-2-3-1 con cui abbiamo presentato le loro maestranze verdeoro. Dall’ex “acchiappa sogni” interista, il portiere Julio Cesar, al centravanti Fred, comporranno la retroguardia stelle come Dani Alves, David Luiz, Thiago Silva e Marcelo, protetti dalla cerniera mediana composta dall’accoppiata Paulinho-Luis Gustavo; fari puntati sulla batteria di trequartisti composta da Hulk, Neymar (foto sopra) e Oscar, nonostante questi ultimi abbiano accusato qualche acciacco.

    Signore e signori, è tempo di mollare gli ormeggi e lasciare ansie e speranze all’insindacabile verdetto del campo: benvenuti ai Mondiali di calcio 2014. Dalle nostra redazione il più caloroso augurio di “buon calcio”: dalle ore 22, scatenate l’inferno della vostra passione…


    DAJE :BUNG648.gif:
     
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    Brasile-Croazia la tartaruga Cabeçao dà vincenti i carioca :varie47.gif:

    Per la partita d'esordio il carapace predice la vittoria dei padroni di casa.

    Oltre ai calciatori e al caldo un altro protagonista del prossimo Mondiale sarà la tartaruga Cabeçao, ossia l'erede del Polpo Paul in Germania. La testuggine, infatti, sarà utilizzata per prevedere i risultati delle singole partite del torneo. :herzgesichter0119.gif:
    E per la partita d'esordio ha già scelto il Brasile. :36_13_1.gif:
    :herzgesichter0119.gif: Al bivio tra scegliere se mangiare il pesce del pari, quello della vittoria della Croazia o quello dell'affermazione dei padroni di casa, ha scelto quest'ultimo.
    :Scuola%20(12).gif:
    Anche se stava per mangiare il pesce del pareggio. :weather25.gif:


    Cabeçao ha 25 anni, è un maschio, pesa 80 chili, e vive nel santuario per tartarughe di Salvador, nello stato di Bahia, nel nord del Brasile.
     
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    Neymar e un arbitro scandaloso spingono il Brasile: 3-1 alla Croazia

    Il Brasile debutta con un successo molto più sofferto di quanto non dica il 3-1 sulla Croazia. Sotto dopo 11' per effetto della clamorosa autorete di Marcelo (la prima della Seleçao in una fase finale del Mondiale) su cross di Perisic, i ragazzi di Scolari ci mettono un po' prima di carburare, ma trovano il pareggio al 29' con un sinistro angolato di Neymar sul quale Pletikosa parte in netto ritardo. Nel secondo tempo succede poco fino al 69', quando l'arbitro giapponese Nishimura concede un rigore inesistente ai verde-oro per un contatto tra Lovren e Fred in area: dal dischetto, Neymar beffa ancora Pletikosa e firma la sua prima doppietta mondiale. La Croazia si rifà sotto pericolosamente nel finale con un paio di conclusioni dalla distanza che mettono a dura prova i riflessi di Julio Cesar, prima che Oscar chiuda con una "puntata" il match, sfruttando ancora la pessima serata del numero 1 croato.

    Orgogliosa di essere croata,abbiamo perso con la dignita,cuore e buon gioco!DAJE VETRENI!

    Brasile-Croazia (3-1), la diretta della partita inaugurale dei Mondiali
    di Maghdi Abo Abia - 12/06/2014 - I padroni di casa vincono ma fa discutere il rigore assegnato ai verde-oro dall'arbitro giapponese Nishimura sull'1-1

    BRASILE-CROAZIA, ore 23.57 – Il Brasile vince 3-1 contro la Croazia e conquista i primi tre punti del girone A. Il successo però ha troppe ombre. Al di là dei problemi manifestati da Stipe Pletikosa, responsabile esclusivo del primo e del terzo goal, il rigore assegnato dall’arbitro Nishimura ha evocato sensazioni sgradevoli appartenenti ad edizioni sfortunate del passato

    . La Croazia ha dimostrato compattezza e concentrazione mentre il Brasile ha sofferto per lunghissimi tratti una tensione forse eccessiva. Questa volta è andata bene, anche perché la Croazia alla fine ha fatto tre tiri in porta (il goal, una rete annullata ed un intervento di Julio Cesar) ma se dovessero arrivare o Spagna o Olanda agli ottavi quanto visto stasera sicuramente non basterà. Ultimo appunto sul pubblico, apparso freddo ed emozionabile solo quando le cose andavano davvero bene. Da notare i buchi negli spalti. Non un bello spot per questo Mondiale. Risultato finale da San Paolo, Brasile 3, Croazia 1.

    BRASILE-CROAZIA, ore 23.50 – GOAL DEL BRASILE!!! OSCAR!!! Il Brasile chiude l’incontro con Oscar che di punta, in controtempo, in contropiede, scocca un fendente che buca Pletikosa sul suo palo. Il portiere croato ha dimostrato ancora una lentezza incredibile nel gettarsi e coprire i tiri angolati. Niko Kovac dovrà pensare a questo perché sicuramente Camerun e Messico avranno seguito la partita e questo rappresenta un problema. E dire che 30 secondi prima Perisic ha impegnato Julio Cesar.

    BRASILE-CROAZIA, ore 23.48 – Luiz Gustavo stende Modric e viene ammonito. Ora però la fiammata biancorossa sembra si sia fermata. E mancano due minuti escluso recupero. Intanto è uscito Neymar per Ramires.

    BRASILE-CROAZIA, ore 23.45 – La Croazia fa fede alla sua storia e negli ultimi minuti, grazie anche a Rebic, sta spaventando il Brasile. Ormai è evidente l’imprimatur di Niko Kovac. Tutti avanti e come va va.

    BRASILE-CROAZIA, ore 23.44 – Altra decisione strana dell’arbitro Nishimura. La Croazia va in goal ma il gioco viene fermato poco prima per una carica di Olic su Julio Cesar. Ci può stare, anche se il portiere non aveva bloccato il pallone. I croati protestano di nuovo mentre il pubblico si propone in vari olé. Da sottolineare l’impatto sulla partita di Rebic, che ha mandato in confusione Dani Alves (oggi in effetti ci voleva poco)

    BRASILE-CROAZIA, ore 23.39 – La botta psicologica per la Croazia è stata evidente, tanto che il Brasile ora gioca più sciolto, con Dani Alves che si fa vedere più spesso in attacco. Prima non si è schiodato dalla difesa. Quanto accaduto a San Paolo comunque non è accettabile, specie se si tratta di una partita in mondovisione.
    BRASILE-CROAZIA, ore 23.38 – Per la Croazia fuori Jelavic, dentro Rebic. Resta in panchina Eduardo.

    BRASILE-CROAZIA, ore 23.30 – GOAL DEL BRASILE! NEYMAR! Ma non è un bello spot per Brasile 2014. Al di là del fatto che Neymar si ferma nella rincorsa (ed il rigore andrebbe ribattuto), Pletikosa riesce ad intercettare ma la palla gli scivola sulla mano destra. Neymar esulta così come Dilma Rousseff, salutata da una selva di fischi. Blatter impassibile abbozza poi un sorriso. Ripetiamo, non è un bello spot.

    BRASILE-CROAZIA, ore 23.29 – RIGORE PER IL BRASILE! Diciamolo subito, non c’era. Lovren difende su Fred che si appoggia sul croato e cade. L’arbitro, Nishimura, inspiegabilmente, fischia il rigore ed ammonisce proprio Lovren. Inutili le veementi proteste dei croati. Ed aggiungiamo noi, assolutamente condivisibili. L’arbitro giapponese dovrà dare spiegazioni, anche perché se si comincia così le altre delegazioni possono anche andare a casa.

    BRASILE-CROAZIA, ore 23.26 – Punizione per il Brasile da 30 metri. Tutta colpa di Corluka che prima perde palla malamente lanciando Neymar in contropiede e dopo abbatte il numero 10 brasiliano per recuperare dall’errore. Solo che il verde-oro aveva già passato la palla a Fred con Lovren che era intervenuto a spazzare. E per il Brasile entra Bernard al posto di Hulk.

    BRASILE-CROAZIA, ore 23.23 - Primo cambio anche per il Brasile. Fuori Paulinho, che poteva fare di più, e dentro il «profeta», Hernanes.
    BRASILE-CROAZIA, ore 23.21 – Esce Mateo Kovacic ed entra Brozovic. Prova sufficiente per il giovane dell’Inter ma niente di più. Dedichiamo un pensiero alla lavagna del quarto uomo, caratterizzata dalla presenza di un marchio che certo non passa inosservato. Meglio la lavagnetta classica.


    BRASILE-CROAZIA, ore 23.19 - La Croazia guadagna metri ma la difesa del Brasile tiene con ordine. Il gioco è parecchio spezzettato e certo è molto meno divertente della prima frazione.
    BRASILE-CROAZIA, ore 23.16 – Dani Alves non sa più come fermare Olic e dopo essere stato superato per l’ennesima volta lo sbilancia facendolo cadere. Per l’arbitro non è successo niente mentre Olic protesta per i secondi successivi. I portieri al momento non sono stati impegnati. E per la Croazia si scalda il brasiliano Eduardo Da Silva. Probabile il suo ingresso al posto di Jelavic.

    BRASILE-CROAZIA, ore 23.14 – Encomiabile l’impegno di Olic che fa reparto da solo, sostenuto da Kovacic. Jelavic è da solo in area ma il suo gioco è speculare a quello di Fred del Brasile. Finché non arriva loro un pallone, neanche sudano.
    BRASILE-CROAZIA, ore 23.12 – La ripresa sembra però essere meno pimpante del primo tempo. Il Brasile mette in campo lo stesso impegno mentre la Croazia sembra puntare al pari.
    BRASILE-CROAZIA, ore 23.08 – Vrsaljiko semplicemente perfetto in copertura. Al contrario, la Croazia deve preoccuparsi dal modo di giocare di Lovren, di gran lunga il meno concentrato dei suoi anche nei disimpegni in area. E non a caso Fred si è appostato dalle sue parti, con Corluka che lavora per due.

    BRASILE-CROAZIA, ore 23.05 – Il Brasile sembra essere partito con convinzione. Da notare ancora lo stadio silenzioso ed i buchi in tribuna. Certo, quattro anni fa le vuvuzela erano agghiaccianti per qualcuno ma almeno sembrava di assistere ad una partita di calcio.
    BRASILE-CROAZIA, ore 23.04 – Inizia il secondo tempo. Nessun cambio nelle due formazioni.
    BRASILE-CROAZIA, ore 22.48 – Finisce il primo tempo, con Brasile e Croazia che vanno negli spogliatoi sull’1-1. Risultato giusto con la Croazia che fa il lavoro sporco rompendo le trame di un Brasile che comunque non è riuscito a trovare la quadra. Il goal di Neymar è figlio dell’errore di Pletikosa ma per il resto il portiere croato si è trovato a rispondere solo ad un tiro di Oscar. Spaesato Hulk, passato sulla destra dopo che Corluka gli ha fatto vedere i sorci verdi. Paulinho sufficiente come Luiz Gustavo e Thiago Silva, evanescente Fred. Per la Croazia positivissimi Olic, Jelavic e Vrsalijko, più che sufficienti Rakitic, Corluka e Modric.
    BRASILE-CROAZIA, ore 22.43 - Ed ecco lo spray bianco usato in Brasile per segnare la posizione della barriera. L’occasione è stata data da Rakitic che ha steso Neymar con un’azione non fallosa. Per la cronaca, la punizione si è spenta in calcio d’angolo.

    BRASILE-CROAZIA, ore 22.40 – Con il passare dei minuti sta prendendo quota la figura di Vrsaljiko, cercato da Olic e Rakitic per far ripartire sul lato destro la Croazia, tanto che Thiago Silva è chiamato spesso al raddoppio da quel lato. E dire che al Genoa è stato spesso in panchina…
    BRASILE-CROAZIA, ore 22.37 - Nel Brasile non c’è nessuno che propone gioco. Per intenderci, manca un Modric. Neymar è troppo vicino alla linea d’attacco (infatti è stato arretrato) mentre dietro Luis Gustavo è impegnato in un ruolo non suo. E Olic fa quello che vuole
    .
    BRASILE-CROAZIA, ore 22.34 - Il Brasile si è risvegliato ma ripetiamo, il pareggio verde oro è responsabilità di Pletikosa che comunque si riscatta parzialmente con un intervento su Fred sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
    BRASILE-CROAZIA, ore 22.30 – GOAL DEL BRASILE!!! NEYMAR!!!! Il numero 10 brasiliano scocca un tiro senza troppe pretese dai 30 metri ma Pletikosa si butta al rallentatore ed il tiro, abbastanza fiacco, rimbalza sul palo ed entra in rete. E dire che 30 secondi prima Jelavic è andato vicinissimo al secondo goal per la Croazia con un colpo di testa.

    BRASILE-CROAZIA, ore 22.29 - Ammonito Neymar per una gomitata a Modric. I croati si fanno sentire anche fisicamente perché chiedevano il rosso. L’arbitro giapponese però si limita ad ammonire l’attaccante del Barcellona.

    BRASILE-CROAZIA, ore 22.27 - Il Brasile si è svegliato, ma la Croazia non si scompone. Lo dicevamo, un avversario tignoso come quello balcanico è sempre difficilissimo da affrontare.
    BRASILE-CROAZIA, ore 22.25 – Oscar chiama, Pletikosa risponde. Neymar da fondo campo crossa (con la palla forse uscita), Oscar raccoglie e scaglia un fendente respinto in volo plastico dal portiere croato.

    BRASILE-CROAZIA, ore 22.21 – Pletikosa conferma le sue difficoltà sulle palle alte. Ma del resto Casillas ancora oggi fa fatica ad organizzarsi sulle palle inattive. Il Brasile comunque sta crescendo, anche se è più per merito della Croazia che ha arretrato il baricentro.
    BRASILE-CROAZIA, ore 22.19 – Thiago Silva coglie con un lancio di 40 metri Dani Alves che predica da solo sulla fascia destra ed appoggia su Pletikosa. Ed i brasiliani fischiano la Croazia che tiene in scacco il centrocampo verde-oro. Una scena sicuramente inattesa. E Dani Alves inizia a perdersi anche Vrsaljiko dopo Olic.
    BRASILE-CROAZIA, ore 22.17 – Il Brasile ci prova e si butta in avanti. Neymar però non riesce a raggiungere un cross di Dani Alves. Brutto l’ambiente sugli spalti. Il pubblico si esalta solo negli sprazzi in velocità dei brasiliani. Mancano canti e tifo. Sembra di stare a teatro.

    BRASILE-CROAZIA, ore 22.11 – AUTOGOAL DI MARCELO!!!! Manco a dirlo… Tutta colpa di Jelavic. No. Meglio. Olic, ancora lui, parte sulla destra, crossa al centro, il numero nove croato la liscia e Marcelo interviene d’istinto spingendo la palla nel sette. Il difensore del Real piange, i croati festeggiano, il pubblico è ammutolito. I brasiliani sono giovani, hanno un sogno ma la pressione per loro è davvero troppo grande. Scolari dovrà lavorare sulla testa dei suoi perché altrimenti la situazione si fa brutta.

    BRASILE-CROAZIA, ore 22.11 – Se il Brasile gioca così le prime tre partite non supera il primo gruppo. Altro che Maracanazo.

    BRASILE-CROAZIA, ore 22.08 – PALLA GOAL PER LA CROAZIA!!! Cosa dicevamo di Olic? Il croato raccoglie un cross al bacio di Perisic e di testa supera il suo marcatore sfiorando il palo. Disperazione dei tifosi croati e stadio ammutolito. I brasiliani in campo sono nervosi. E non è un bene.

    BRASILE-CROAZIA, ore 22.07 – Prima azione del Brasile nell’area croata. Punizione verde-oro dopo il fallo di Corluka, schema in area e David Luiz che di testa non riesce a dare forza. Blocca sicuro Pletikosa.
    BRASILE-CROAZIA, ore 22.05 - Ivica Olic avrà quasi 35 anni ma al momento controlla la fascia di competenza. La Croazia cerca di partire a fisarmonica sfruttando la fisicità dei suoi giocatori, ben piazzati rispetto ai brasiliani. Per dirne una, Corluka con una spallata ha già fatto capire a Hulk (dolorante) come andrà il resto dell’incontro.

    BRASILE-CROAZIA, ore 22.04 – Il Brasile cerca di guadagnare metri con la tecnica ma la Croazia, fedele alla sua storia, rimane compatta nella sua metà campo. E meno male che nel centrocampo biancorosso non ci sono incontristi.
    BRASILE-CROAZIA, ore 22.02 - E dopo il lancio di tre colombe bianche da parte di tre bambini inizia la partita!
    BRASILE-CROAZIA, ore 22.00 – Ecco le formazioni di Brasile-Croazia. I verde-oro giocano con la formazione tipo mentre i croati scelgono di puntare sulla tecnica. Come detto giocherà Vrsaljko al posto di Pranjic.

    BRASILE-CROAZIA, ore 21.57 – Le squadre sono in campo ed è il momento degli inni nazionali. I pochi croati si fanno sentire con tutta la loro forza mentre i brasiliani ascoltano in silenzio. Da notare gli occhi chiusi e la mano sul cuore di Stipe Pletikosa, Darijo Srna e del commissario tecnico Niko Kovac. I brasiliani si abbracciano ed è un’onda travolgente. E Neymar jr. non ce la fa a trattenere le lacrime per l’emozione, così come Oscar. Attenzione alle debolezze. Da notare come il pubblico con i giocatori canti senza musica anche la seconda strofa del lunghissimo inno brasiliano. E sugli spalti si vede Cafù.

    BRASILE-CROAZIA, ore 21.51 – Presenti anche tifosi croati a San Paolo. Lo dimostrano i drappi con su i nomi di località di provenienza dei supporter come, ad esempio, Mostar.

    BRASILE-CROAZIA, ore 21.48 – La partita inizierà tra 12 minuti. Da notare, grazie a questa inquadratura dall’alto, la presenza di vari buchi negli spalti, segno che non c’è stato il tutto esaurito.
    BRASILE-CROAZIA, ore 21.39 - Le squadre tornano nel tunnel degli spogliatoi. Tra 21 minuti inizierà la partita. Manca sempre meno.

    BRASILE-CROAZIA, ore 21.30 – Le squadre scendono in campo per il riscaldamento preliminare. Per la Croazia giocherà il genoano Vrsaljko al posto di Pranjic, non al meglio.


    BRASILE-CROAZIA, ore 20.54 - A San Paolo si stanno smontando le coreografie dell’inaugurazione. E tra pochi minuti le squadre scenderanno in campo per il riscaldamento. Il Brasile ha un solo risultato possibile, la vittoria, con la Croazia che non ci sta a fare da sparring partner.

    BRASILE-CROAZIA, LA PRESENTAZIONE - Ci siamo. Tra poche ore inizierà ufficialmente il Mondiale 2014 con Brasile-Croazia a San Paolo. La sfida sarà anticipata, a partire dalle 20.14 ora italiana, dall’inaugurazione del torneo, con uno spettacolo di 25 minuti che ripercorre la storia ed i tesori del Brasile. E dopo un’ora si scenderà in campo. Nella speranza che gli scontri all’esterno del terreno di gioco possano attenuarsi, visto anche il ferimento di una giornalista della CNN negli ultimi minuti.

    BRASILE-CROAZIA, LA PARTENZA A RILENTO VERDE-ORO - Il Brasile deve fare attenzione. Al di là della voglia del pubblico di avere Luis Fabiano convocato, con Scolari che invece ha scelto l’ex Lione Fred, la nazionale verde-oro deve fare i conti con una storica partenza a rilento nella prima partita del girone e con la tigna della Croazia, squadra ostica e poco desiderosa di fare la parte dell’agnello sacrificale. A livello storico, il Brasile nel 1998 debuttò con un 2-1 contro la Scozia, nel 2002 con un 2-1 contro la Turchia, nel 2006 con un 1-0 contro la Croazia, si ripete quindi la sfida tra le due nazionali e nel 2010 2-1 contro la Corea del Nord.
     
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