NELSON MANDELA

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    NELSON MANDELA



    Nelson Mandela è morto a Johannesburg giovedì 5 dicembre: lo ha annunciato il presidente sudafricano Jacob Zuma. Mandela aveva 95 anni ed era in condizioni molto gravi da tempo: era stato ricoverato poco prima della mezzanotte del 28 marzo a causa di una ricaduta di un problema polmonare. A dicembre del 2012, Mandela aveva passato 18 giorni in ospedale a causa di un’infezione polmonare e di calcoli biliari, l’ultimo dei suoi numerosi problemi di salute che avevano causato quattro ricoveri in poco più di due anni. Nel 2001 gli era stato diagnosticato un cancro alla prostata.
    Nelson Mandela era nato il 18 luglio 1918 nel villaggio di Mvezo, nel Sudafrica sudorientale. Dopo aver studiato giurisprudenza, si impegnò nella lotta politica contro la discriminazione della popolazione nera sudafricana, opponendosi al regime di apartheid instaurato nel 1948 dal governo razzista del National Party. Incarcerato all’inizio degli anni Sessanta, passò 27 anni in prigione e venne liberato solo nel 1990, lavorando poi al processo di transizione democratica che lo portò a vincere le elezioni con l’ANC nel 1994. Dopo un mandato da presidente, terminato nel 1999, Mandela si dedicò soprattutto all’impegno umanitario attraverso la fondazione che porta il suo nome.




    Oltre che per la sua storia personale, Mandela era famoso per il suo carisma e il suo senso dell’umorismo. La sua famiglia era di lingua xhosa – la seconda lingua africana più parlata in Sudafrica dopo lo zulu – e faceva parte di un ramo cadetto della famiglia reale dei Thembu. Suo padre era un capo locale con quattro mogli e numerosi figli: Mandela era il figlio della terza moglie e il nome inglese “Nelson” gli venne dato quando iniziò a frequentare una scuola metodista (in Sudafrica è chiamato spesso Madiba, il suo nome in lingua xhosa).
    Iniziò presto la sua carriera politica: nel 1944 fondò insieme a Walter Sisulu e Oliver Tambo l’organizzazione giovanile dell’African National Congress, un movimento politico che esisteva da oltre trent’anni per difendere i diritti della popolazione nera sudafricana.
    Il movimento era stato il principale catalizzatore delle proteste, anche violente, contro la discriminazione nei confronti della popolazione nera del Sudafrica, soprattutto a causa della politica di apartheid (segregazione razziale) promossa dal governo del National Party. Una volta andato al potere nel 1948, il National Party stabilì per legge l’apartheid e, nel contempo, la promozione della cultura afrikaner, ossia la popolazione in Sudafrica di pelle bianca e di origine europea che parla l’afrikaans.




    Nel 1955, l’ANC approvò la sua Freedom Charter, la carta delle libertà, che molti decenni dopo sarebbe poi stata la base del proprio programma di governo. Da tre anni Mandela aveva aperto uno studio legale a Johannesburg insieme a Oliver Tambo, continuando l’impegno nell’ANC e parallelamente lavorando contro il sistema dell’apartheid. Nel 1956, insieme ad altri 155 attivisti, venne accusato di alto tradimento, ma dopo un processo durato quattro anni le accuse vennero ritirate. In quegli anni sposò Winnie Madikizela, la donna che si vede al suo fianco nella celebre foto che lo ritrae subito dopo la sua scarcerazione molto tempo più tardi.
    Dopo numerose manifestazioni di protesta e duri scontri in piazza, tra cui il massacro di Sharpeville in cui 69 neri vennero uccisi dalla polizia, nel 1960 il National Party mise fuori legge l’ANC: Mandela, che era vicepresidente nazionale del movimento, entrò in clandestinità e abbandonò la lotta non violenta, appoggiando una campagna di attentati e sabotaggi. Nel 1961, infatti, fu tra i fondatori del braccio armato dell’ANC, la Umkhonto we Sizwe (“lancia della nazione”, abbreviato in MK): in quegli anni i suoi modelli erano le lotte armate di Castro e di Mao. I giornali, visto il suo ruolo di spicco nell’organizzazione e la sua latitanza, lo chiamavano “la primula nera”.
    Arrestato dalla polizia sudafricana nell’agosto 1962, accusato di sabotaggio e di aver progettato una rivolta contro il governo, nel 1964 Mandela venne condannato insieme ad altre sette persone all’ergastolo e rinchiuso in una prigione a Robben Island, al largo di Città del Capo, dove rimase per diciotto anni. Il processo, durante il quale Mandela tenne alcuni celebri discorsi davanti alla corte, era stato seguito dai media di tutto il mondo. I primi anni della sua prigionia a Robben Island furono molto duri (lavorò in una cava e la mancanza di protezione agli occhi gli procurò danni permanenti alla vista) ma durante gli anni si sviluppò un’ampia campagna internazionale – in cui ebbe una parte importante sua moglie Winnie, che continuava l’attivismo politico – per fare pressione sul governo sudafricano e ottenere il suo rilascio. Il celebre slogan Free Mandela cominciò a diffondersi a partire dal 1980.
    Ma ci vollero molti anni prima che le cose in Sudafrica cambiassero realmente, visto anche il continuo supporto al regime razzista del National Party da parte di Regno Unito e Stati Uniti. All’inizio degli anni Novanta, considerando ormai insostenibile la segregazione razziale, l’allora presidente sudafricano F. W. de Klerk decretò la fine dell’apartheid, il ritorno alla legalità dell’ANC e la liberazione di Mandela dopo 27 anni di detenzione, che avvenne l’11 febbraio 1990 e fu trasmesso in diretta dalle televisioni di mezzo mondo. Cominciò la transizione verso elezioni senza discriminazioni razziali: fino ad allora, la popolazione nera era segregata e privata della cittadinanza sudafricana (i neri erano formalmente cittadini di dieci bantustan teoricamente indipendenti). Le elezioni furono vinte da Mandela e dall’African National Congress il 27 aprile 1994. Mandela diventò così il primo presidente del Sudafrica eletto in consultazioni aperte a tutta la popolazione del paese.




    Rimase presidente dal 1994 al 1999: durante il suo mandato lavorò alla delicata transizione del paese fuori dall’apartheid, un processo in cui ebbe un ruolo centrale la Commissione per la Verità e la Riconciliazione presieduta dall’arcivescovo anglicano Desmond Tutu.
    Poco prima di essere eletto, nel 1993, Mandela aveva ricevuto il premio Nobel per la pace insieme all’ultimo presidente bianco del Sudafrica, de Klerk, “per il loro lavoro per la fine pacifica del regime dell’apartheid e per aver posto le basi per un nuovo Sudafrica democratico”. Alla fine del suo mandato presidenziale, Mandela rinunciò a ricandidarsi (gli successe il suo vice Thabo Mbeki) preferendo concentrarsi sull’impegno umanitario e in particolare sulla lotta contro l’AIDS – uno dei problemi più drammatici del nuovo Sudafrica – attraverso la Nelson Mandela Foundation. Ebbe anche diversi ruoli di mediazione in alcune gravi crisi africane, come quelle nella Repubblica Democratica del Congo e in Burundi. Nel 2004 annunciò il suo ritiro dalla vita pubblica.
    Da diversi anni Mandela aveva problemi di salute. Negli anni Ottanta, mentre era in carcere, contrasse la tubercolosi, e nel 2001 gli venne diagnosticato un cancro alla prostata. Ma anche se le sue apparizioni pubbliche erano limitate al minimo, l’ex presidente continuava ad essere una presenza importantissima nell’immaginario collettivo, una sorta di simbolo dell’unità nazionale del nuovo Sudafrica. Il suo partito, l’African National Congress, è stata di gran lunga la prima forza politica in tutte le elezioni dopo il 1994, con percentuali sempre superiori al 60 per cento dei voti.






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    Nelson Mandela aveva 30 anni quando l'apartheid divenne Legge dello stato in Sudafrica. Era il 1948 e l'odiosa segregazione razziale, ispirata all'ideologia nazista, avrebbe segnato quasi tutta la sua vita. Nel 1962 venne arrestato con l'accusa di sabotaggio e fu scarcerato solo 27 anni dopo, sotto la spinta di un movimento di opinione internazionale.

    Nonostante ciò Mandela non covò mai propositi di vendetta verso il suo Paese. Da primo presidente liberamente eletto del Sudafrica, nel 1995, agevolò la nascita di una Commissione per la verità e la riconciliazione che lavorò con l’obiettivo di raccontare tutto quello che era successo negli anni dell'apartheid. Fu un capolavoro politico che ha permesso al Sudafrica di lasciarsi alle spalle il suo ingombrante passato e di diventare uno dei paesi più civili e progrediti del continente africano.



    A chi gli chiedeva il perché della sua politica conciliante, Mandela era solito rispondere: «Se vuoi fare pace col tuo nemico, devi lavorare col tuo nemico. Solo così diventerà tuo partner».


    1. Il vero nome di Mandela è Rolihlahla, ossia colui che crea problemi. Il nome Nelson glielo affibbiò la sua maestra di scuola, Miss Mdingane.

    2. Ha avuto diversi soprannomi. Ai tempi della latitanza era così bravo a nascondersi da essere la primula nera. Madiba è invece il nomignolo che gli compete nella sua etnia di appartenenza, gli xhosa.

    3. È stato sposato tre volte. Ha avuto sei figli e venti nipoti.

    4. È stato in prigione dal 1962 al 1990. In questi 27 anni gli è stato permesso di vedere una sola persona e ricevere una sola lettera ogni sei mesi. E le lettere spesso erano rese illeggibili dalla censura. Non gli è stato neppure permesso di partecipare ai funerali del figlio maggiore Thembi, morto in un incidente automobilistico.

    5. In prigione Mandela ha letto molto. Ma fondamentale è stato l'incontro con una poesia di William Ernest Henley che gli ha dato la forza per non arrendersi. Si intitola Invictus (in latino il mai sconfitto) e nell'ultima quartina recita:

    Non importa quanto stretto sia il passaggio,
    Quanto piena di castighi la vita,
    Io sono il padrone del mio destino:
    Io sono il capitano della mia anima.



    6. Nel 1994 è diventato il primo presidente della Repubblica del Sudafrica eletto democraticamente. È stato in carica 5 anni, poi si è ritirato, ma non prima di avere avviato il Paese verso la conciliazione. Il suo grande rammarico? Come lui stesso ha ammesso una volta, sottovalutare la virulenza dell'Aids: oggi la diffusione del virus dell'Hiv in Sudafrica è stimata tra le più elevate al mondo.

    7. Gli sono state dedicate piazze, statue (compresa quella in piazza del parlamento a Londra) e giornate della memoria, come il 18 luglio in Sudafrica. Nel 2004, alcuni entomologi gli hanno anche dedicato una rara specie di ragno sudafricano, lo stasimopus mandelai.



    8. È forse il politico che ha ricevuto più premi al mondo. Circa 250 riconoscimenti, tra cui il Nobel per la pace nel 1993 e 50 lauree honoris causa.

    9. Hanno fatto storia le sue abitudini spartane: sveglia tra le 4 e 30 e le 5 del mattino per fare un'ora di esercizi, colazione a base di fiocchi d'avena, frutta e latte alle 6 e 30. E giornate di 12 ore di lavoro, senza interruzioni. Anche in carcere.

    10. È stato anche paladino dei diritti civili dei gay e anche grazie ai suoi buoni uffici il Sudafrica nel 2006 è diventato il quinto paese al mondo (e il primo in Africa) ad approvare i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
    ( Eugenio Spagnuolo)

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    Edited by gheagabry - 30/1/2018, 20:02
     
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    I 95 anni di Mandela



    Oggi, 18 luglio, Nelson Mandela compie 95 anni. In Sudafrica e nel resto del mondo sono state organizzate numerose iniziative per celebrare quello che dal 2010 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite il «Mandela Day»: una giornata in onore dell’anziano leader che lottò contro l’apartheid e rimase in prigione per 27 anni, che nel 1993 vinse il premio Nobel per la pace e che nel 1994 fu eletto presidente del Sudafrica.


    Fiori e candele fuori dall’ospedale di Pretoria dove è ricoverato l’ex presidente sudafricano Nelson Mandela, 16 luglio 2013 (AP Photo / Themba Hadebe)


    Alle celebrazioni si sommano preoccupazione e commozione per la salute di Mandela, che è ricoverato in ospedale a Pretoria dall’8 giugno scorso per un’infezione polmonare, l’ultimo dei suoi numerosi problemi di salute che hanno causato quattro ricoveri in poco più di due anni. Le ultime notizie sulle sue condizioni le ha riferite in un comunicato ufficiale il presidente sudafricano Jacob Zuma: Mandela «rimane in ospedale a Pretoria, ma i medici hanno confermato che la sua salute migliora costantemente». Una delle figlie dell’ex leader, Zindzi Mandela, in un’intervista a Sky ha detto che il padre ha fatto «grandi progressi» e che potrebbe essere dimesso «presto». Ha spiegato di averlo trovato a letto mentre guardava la televisione, che sorrideva e muoveva le mani. Le condizioni di salute dell’ex presidente sudafricano sarebbero dunque migliorate, rispetto a quelle descritte dai documenti presentati in tribunale dalla famiglia all’inizio del mese, in cui inoltre si citava l’utilizzo di un respiratore artificiale per tenerlo in vita.

    Il Nelson Mandela Center of Memory, insieme ad altri gruppi di sostenitori, ha invitato le persone di tutto il mondo a onorare l’ex presidente facendo 67 minuti di volontariato come 67 sono gli anni dedicati da Mandela al suo Paese come attivista politico, detenuto e come primo presidente nero, eletto democraticamente. A Mvezo, nel suo villaggio d’origine, sarà inaugurato un ponte sul fiume Mbashe che porta il suo nome, mentre a Pretoria il presidente Jacob Zuma celebrerà la giornata donando case alle famiglie più povere. All’Università di Pretoria sarà inoltre inaugurata una mostra per i 95 anni di Mandela con altrettanti poster arrivati da 70 paesi di tutto il mondo che rappresentano la sua storia e la sua battaglia.

    Il «Mandela Day» sarà poi festeggiato con una riunione speciale dell’Assemblea Generale dell’Onu a New York, alla quale parteciperanno l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, il reverendo Jesse Jackson e Andrew Mlangeni, che ha condiviso con Mandela gli anni della prigione. Il Presidente statunitense Barack Obama ha chiesto di rendere omaggio a Nelson Mandela «attraverso azioni di servizio individuali e collettive: seguendo il suo esempio, noi possiamo rendere omaggio all’uo<p align="centemo che ha mostrato al suo popolo, e al mondo, la via per la giustizia, l’uguaglianza e la libertà».


    Immagini di Nelson Mandela appese nella cattedrale di Città del Capo, Sudafrica, 17 luglio 2013
    (AP Photo/Schalk van Zuydam)




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